Dai Pinguini ai Tropici passando per il Red Centre

Abbiamo trascorso 4 magnifiche settimane in questa splendida terra e devo confessare che è stata un'esperienza indimenticabile. Nonostante le precedenti estati trascorse negli Usa viaggiando liberamente tra magnifici parchi ( abbiamo praticamente visitato tutta la parte West percorrendo in 2 estati circa 16/17 mila km ) l'Australia ha un fascino...
Scritto da: Claudio Marchesi
dai pinguini ai tropici passando per il red centre
Partenza il: 01/08/2001
Ritorno il: 02/09/2001
Viaggiatori: in coppia
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Abbiamo trascorso 4 magnifiche settimane in questa splendida terra e devo confessare che è stata un’esperienza indimenticabile. Nonostante le precedenti estati trascorse negli Usa viaggiando liberamente tra magnifici parchi ( abbiamo praticamente visitato tutta la parte West percorrendo in 2 estati circa 16/17 mila km ) l’Australia ha un fascino selvaggio che gli USA non offrono.

Abbiamo viaggiato in coppia, abbiamo noleggiato un ” bushcamper ” cioè uno di quei Toyota4x4 camperizzati e partendo da Adelaide siamo arrivati a Darwin in 3 settimane, poi abbiamo trascorso una settimana di relax a Lizard Island, infine 2 giorni a Sydney ( bellissima ).

Da Adelaide siamo per prima cosa andati a sud a Kangaroo Island dove vivono colonie di pinguini, foche e leoni marini, abbiamo visto koala, wallabies a pochi metri, molto bella a parte la temperatura piuttosto rigida e la traversata di ritorno con un mare in burrasca.

Poi a nord verso i Flinders Ranges e Wilpena Pound, un bel parco nazionale molto verde racchiuso in una splendida vallata, dove facciamo il primo incontro ravvicinato con un canguro e qualche emu. Da qui inizia la nostra avventura sulle piste di terra battuta.Infatti ci siamo avviati a nord verso Blinman e seguendo il percorso della vecchia ferrovia ” the ghan ” a nord ancora fino a Marree dove la pista si divide. Marre è un piccolo villaggio con due strade in terra battuta, l’unico hotel è completo per cui ci tocca dormire in una baracca di legno, senza finestre ( impossibile dormire in camper, senza riscaldamento si battevano denti ) in compenso la cena è ottima, il canguro veramente squisito . La notte è talmente piena di stelle da ricordare per sempre. Al mattino troviamo nella nostra baracca il ghiaccio nella caraffa d’acqua !! un freddo indicibile. Partiamo imboccando l’Oodnadatta Track che costeggia il Lago Eyre è forse uno dei percorsi più belli il paesaggio desertico, la pista rossa, le rovine della vecchia ferrovia, il lago che si vede di tanto in tanto in lontananza rendono il percorso molto elettrizzante. Il primo centro abitato è a William Creek 12 abitanti e quello che viene definito il pub più isolato del mondo. Una bella birra gelata e poi via a ovest verso Cooper Pedy, seguendo la pista in totale oltre 400 km di terra rossa abbiamo polvere dappertutto…

Cooper Pedy la capitale dell’opale non ci entusiasma è un paesaggio bucherellato e disseminato dai cumuli di detriti estratti dagli scavi. Visitiamo qualche casa scavata nella roccia e dopo una bella dormita si parte verso Uluru, la Stuart Highway in realtà è una stradina priva di traffico e fino a Erlunda siamo veramente nel “never never ” è di un paesaggio tanto selvaggio da accapponare la pelle.

Da Erlunda inizia il traffico indirizzato a Uluru. In una sosta lungo la strada per consumare il pranzo, faccio un’incontro ravvicinato con un serpente marrone dalla testa nera che poi mi dicono essere velenosissimo, per poco non lo pesto sotto un piede.

L’arrivo a Uluru mi entusiasma nonostante la stanchezza ( il Toyota non è proprio comodissimo ) non riesco a trattenermi e mi precipito a vedere il monolito al tramonto è qualcosa di veramente entusiasmante !!!!!! uno dei miei sogni si è avverato. Scatto almeno un rullino alla montagna mentre i colori cambiano continuamente. Tramontato il Sole prima di tornare verso Yulara devo fare un giro intorno alla montagna la voglio vedere nella semi oscurità, ha un atmosfera magica.

Al mattino sveglia ad ora antelucana per l’alba e per vedere la montagna infuocarsi, è splendido. Poi decidiamo di fare il giro a piedi del monolito, non lo scaliamo per rispetto delle tradizioni aborigene, è strano, la roccia sembra vibrare di vita, si sente l’energia dentro di essa !! il giro è bellissimo, siamo praticamente soli e ci abbandoniamo alle nostre emozioni, ogni passo che percorriamo ci mostra nuovi scorci e nuove prospettive. Troppo bella!!!!! Pomeriggio a Kata Tjuta e tanto per non rimanere inattivi ci facciamo i 6 km della Valley of the Wind, anche questo è un paesaggio straordinario, comunque Uluru ha un’altro fascino. Torniamo a Yulara distrutti.

Il mattino dopo via verso Kings Canyon , vorrei fare una deviazione verso Mt. Conner ma abbiamo tanta strada ancora da percorrere.

La visita a King Canyon la facciamo nel pomeriggio sotto un sole cocente e in mezzo a milioni di mosche ( è una costante fino alla fine del viaggio a Darwin la presenza di questi fastidiosi insetti che ti entrano in bocca, nel naso, nelle orecchie ..) la salita è dura sotto il sole e mia moglie dopo un po’ da forfait, ci consoliamo percorrendo la gola del canyon, più fresca. La sera ci concediamo un piccolo sfizio, la cena organizzata dal resort chiamata se non ricordo male ” the sound of fire ” ci troviamo così solo noi due con una magnifica tavola, un fuoco scoppiettante un personaggio che ci racconta storie dell’ outback e una premurosa cameriera. Più intimo di così… La notte è illuminata da milioni di stelle e cenare all’ aperto soli vicino al fuoco è indimenticabile.

Il giorno dopo imbocchiamo un altra pista sterrata, piuttosto maltenuta ” the Larapinta drive ” fino a Hermannsburg, un piccolo paese che fu uno dei primi insediamenti nel territorio, da qui ci avviamo verso Palm Valley sono 25 km di vero fuoristrada, si attraversa più volte il torrente, e si affrontano lunghi tratti di pista sabbiosa, con il reale pericolo di impiantarsi, come ho visto succedere ed un paio di macchine. Arrivati in fondo però ci si gode uno spettacolo unico la valle è rimasta isolata per milioni di anni e sopravvivono esemplari di palme praticamente preistoriche, uniche al mondo.

Tornati nel pomeriggio a Hermannsburg ci sarebbe un strada diretta per Alice Springs, ma sarebbe troppo facile per noi, perciò torniamo indietro per 40 km per imboccare la Namatjira drive che ci porterà a Glen Elen gorge. E da qui ad Alice Springs il giorno dopo.

La strada costeggia una serie di piccoli canyons ognuno con delle caratteristiche che lo rendono degno di visita, piccoli laghi delle acque fresche e gole strettissime si susseguono fino a Alice Springs, città che offre una vasta scelta di arte aborigena, infatti comperiamo un bellissimo ( per noi ) quadro la cena a base di carne locale ( emu, canguro, coccodrillo ) è ottima e la Scotty’s Tavern con la sua musica dal vivo molto simpatica.

La strada verso nord si snoda lunga e i paesaggi si susseguono, molti fuochi ardono e il fumo oscura l’orizzonte.Prima di Tennant Creek ci sono i Devil’s Marbles , strane formazioni rocciose di massi tondi che si spargono su un ampio territorio.

Purtroppo il fuoco è tutt’intorno e possiamo fare solo una rapida passeggiata.

Ancora avanti prossima tappa Katerine, ma prima faccio un bel bagno nelle piscine termali di Mataranka, è proprio un piacere, l’acqua è calda al punto giusto e non ci sono molte persone proprio un bel momento. A Katerine c’é il famoso Gorge omonimo, molti pagaiano in canoa non optiamo per una crociera di mezza giornata, prima di arrivare all’ imbarco sentiamo uno strano stridio, centinaia di grossi pipistrelli neri sono appesi agli alberi e lanciano segnali molto potenti. Il gorge è molto bello, lo risaliamo per qualche chilometro fino alla 4a rapida ed è un momento molto piacevole e rilassante. Poi un pomeriggio di relax.

Al mattino seguente partiamo alla volta de Kakadu ma prima sulla strada ci sono le Edith Falls, una strada di 20 km sterrata porta ad una bella pozza ai piedi di una cascata. Poi è la volta di Gunlom Falls ( area in cui è stato girato mr. Crocodile Dundee ) anche in questo caso ci sono da percorrere oltre 20 km di fuoristrada per arrivare alla cascata che purtroppo è quasi asciutta. La zona però è incantevole, la natura selvaggia ed il silenzio quasi totale.

Da qui ci avviamo verso Cooinda dove dormiremo, ma prima di sera facciamo una bellissima passeggiata lungo il Yellow waters river, scopriamo una natura selvaggia, coccodrilli, aironi, aquile, falchi, anatre, e pappagalli a centinaia, camminando incontriamo tantissimi canguri e cavalli in libertà.

Al mattino alle 6,45 prendiamo una barca e con la guida di un ranger navighiamo lungo il fiume che si sta risvegliando, la nebbiolina si alza e vediamo tutta la fauna del luogo che incomincia l’attività quotidiana. Uno spettacolo stupendo vedere stormi di uccelli in formazione che si librano leggiadri in aria.

La mattinata prosegue con la visita a Jim Jim falls, si tratta di percorrere 40 km di pista di cui gli ultimi 12 di fuoristrada piuttosto impegnativo con lunghi lunghi tratti sabbiosi che a me mettono particolarmente in ansia ( è difficile liberarsi da soli e la mia macchina è equipaggiata con gomme strette poco adatte alla sabbia con un battistrada da trazione che in caso di fermata su sabbia ti impedirebbe di ripartire ) comunque va tutto bene, il posto è stupendo assolutamente incontaminato ( nonostante si meta di tour organizzati c’erano 10 o 12 persone al massimo ) ma le cascate secche senza una goccia d’acqua.

Proseguiamo quindi verso Nourlangie Rock e Ubirr, luoghi sacri per gli aborigeni in cui hanno dipinto vere opere d’arte sulla roccia.

Emozionanante pensare che da migliaia di anni in questi luoghi vivano persone così a contatto con la natura e che si sentono parte della terra.

Al mattino seguente proseguiamo, visitiamo the Fogg Damm nonché la torre panoramica in cui è situato il visitor center ma ci sono milioni di zanzare e mosche per cui la visita è molto breve. Evitiamo la turistica crociera sull’ Alligator river per vedere i coccodrilli che saltano per afferrare la carne a beneficio dei visitatori e ci dirigiamo verso Lithfield N.P. Entriamo dal nord percorrendo anche in questo caso un bel tratto sterrato e arriviamo in breve a Wangi Falls. Il luogo è molto bello e mentre ci mangiamo un panino nel prato antistante la cascata ed il laghetto un bel varano lungo un metro attraversa il prato tranquillamente. E’ il primo di una serie di incontri con questi lucertoloni che sembrano usciti da Jurassic Park. Un bel bagno rinfrescante è quello che ci vuole dopo la salita fino alla sommità della cascata e poi via verso le numerose cascate che si incontrano lungo la strada. Vorrei andare a Lost City ma mi informano che la strada è veramente difficile e rischiosa per cui desistiamo e prima dell’uscita del parco ci sono i termitai magnetici, particolari perché sono spessi pochi centimetri e larghi ed alti diversi metri sono tutti allineati nella stessa direzione nord/sud questo per mantenere costante la temperatura all’ interno. Al di la dell’ ingegno di questi insetti la visita è piuttosto triste e termitai lontani.

Passiamo la notte sulle rive di un lago, Lake Bennet in un silenzio irreale rotto solo dal canto degli uccelli e il mattino dopo ci avviamo verso Darwin meta finale del nostro viaggio.

Darwin è un grande paese più che una città e la visita si conclude rapidamente, al di là del mall e delle strade circostanti non ci sono molte attrattive, prima di consegnare il fuoristrada facciamo qualche chilometro lungo la costa per vedere i resti delle batterie costiere costruite durante la 2a guerra mondiale quando Darwin era oggetto di regolari bombardamenti da parte dei giapponesi e mai utilizzate ( le hanno finite a guerra ormai finita ) ed un muse dell’aviazione di cui gli australiani sono molto fieri ma che in realtà è una specie di deposito di rottami.

Consegniamo il fuoristrada dopo esattamente 6680 Km percorsi di cui almeno 1200 di pista ( i più belli ) il mattino dopo un volo ci porta a Cairns e da qui un piccolo bimotore a Lizard dove ci concediamo una settimana di riposo tra spiagge bianchissime ed un mare di cristallo, popolato come un acquario da pesci multicolori.

Come tutte le cose belle la settimana vola e ci ritroviamo presto in volo per Sydney dove trascorriamo gli ultimi 2 giorni tra shopping e lunghe camminate per questa bellissima città. Poi via si torna a Milano.

Conclusione : molto belli i paesaggi, gli spazi, il senso di libertà che questa terra offre,e nello stesso tempo la sensazione di essere veramente soli a contatto con la natura e le sue forze. Bellissimo il Red Center Uluru vale il viaggio da solo, quando ci penso mi viene la pelle d’oca ancora adesso. Bellissimi i parchi di Kakadu e Litchfield e la fauna che li popola, ma la cosa che mi è piaciuta maggiormente è stato il deserto, costeggiare, lungo le piste, il lake Eyre, essere soli per chilometri e chilometri ci ha esaltato. Vorremmo rifarla questa esperienza il nostro sogno è attraversare il continente da est a ovest attraverso tutte le piste. Sarebbe un’esperienza da fare almeno in tre o quattro macchine per questioni di sicurezza viste le distanze dai centri abitati e forse per questo rimarrà un sogno .

Mi sono mancati gli aborigeni però , quelli di città mi sono sembrati degli emarginati dediti solo alla birra mentre nei luoghi da loro posseduti ( Uluru per esempio ) tutto è gestito dei bianchi molto triste questo aspetto a mio avviso.

Un’ultima considerazione sul costo della vita, molto accettabile e inferiore a tante città italiane.



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