La Bretagna tra natura, storia e tecnologia
Ripartiamo la mattina dopo per arrivare nel primo pomeriggio a S. Brieuc (Bretagna) dove, dopo la sistemazione in albergo (a Plerin, in un albergo della catena “caminetti” molto carino e confortevole e non a prezi elevatissimi) partiamo per un giro nei dintorni per prendere confidenza con il luogo e con le maree (esistono degli opuscoli in distribuzione gratuita con gli orari delle maree che sono utilissimi, si trovano negli uffici del turismo).
Siamo andati a vedere le falesie di Plouha, ma non ve le consigio, niente di eccezionale. Nelle vicinanze del porto di S. Brieuc invece la cosa si fa più interessante, la bassa marea del tardo pomeriggio lascia intravedere uno spettacolo unico (almeno per me): tappeti di alghe e conchiglie e l’acqua che si allontanava! Siamo rimasti in questo luogo per 5 notti.
Tutto il giorno dopo lo abbiamo dedicato a Ploumanac’h, sulla costa di granito rosa. E’ favoloso e imperdibile. Vi consiglio il giro a piedi che fa il giro della punta di Ploumanac’h, passando dal faro (circa 3 ore) chiamato “sentiero dei doganieri”. Fermatevi a contemplare questi enormi massi di granito rossiccio e a cercare di individuarne le varie forme (ce n’è una che assomiglia a una testa di un’oca (si vede bene l’occhio e il becco). Rimanendo tutto il giorno si vede la differenza tra alta e bassa marea che è una cosa, per me, affascinante.
Giornta succesiva a S. Malo. Da non perdere. Noi siamo andati al mattino, c’era la bassa marea, siamo andati sulle isolette di fronte a piedi, a abbiamo visitato la tomba di Chateaubriand che si trova sull’isola del Grand-Bè. Il giro dei bastioni è da fare e permette di vedere le statue di due pirati famosi nativi di S. Malo: Trouin e Sorcouff. Vi consiglio di tornare a S. Malo qualche ora più tardi per vedere l’alta marea. Si vede un paesaggio completamente diverso e le isole sulle quali si va a piedi sono “isolate” dall’acqua. Uno spettacolo che lascia senza fiato.
Vicino a S. Malo c’è la possibilità di visitare la diga maremotrice, una centrale idroelettrica che sfrutta la forza delle maree (purtroppo quest’anno era in manutenzione).
Giorno successivo a Mont S. Michel. Bisogna arrivarci prima delle 10 del mattino per correre davanti al flusso allucinante di turisti che bloccano l’unica stradina del monte che porta in alto, verso l’Abbazia (da visitare ovviamente). Bello anche il giro dei bastioni e il giro dell’isola a piedi durante la bassa marea; si fanno splendidi incontri (noi abbiamo visto una foca !) Tutto Mont S. Michel è visto entro le 14; così, al pomeriggio, vista la passione per la storia del mio fidanzato, abbiamo fatto un salto in Normandia, nella zona di Omaha Beach, in particolare a Vierville s/mer a vedere un Museo dello sbarco e la spiaggia. Successivamente abbiamo visitato i bunker della Pointe du Hoc, ritornando in albergo molto tardi ! Il giorno successivo eccoci alla scoperta del Cap Frehel; c’è un paesaggio splendido, la brughiera rosa e l’oceano verde azzurro per chilometri. Il faro del Capo si può visitare lasciando una mancia al guardiano. Da non perdere la passeggiata intorno al Capo (circa 1 ora), tra alte falesie rossicce e la brughiera violetta. Alla sera verso le 19 eravamo nuovamente a Mont S. Michel per vedere l’alta marea, e cenare in un ristorantino (neanche molto caro)con vista sulla baia. Il tempo non bello, burrascoso del pomeriggio ci ha offerto la vista dell’arcobaleno al tramonto.
La mattina dopo siamo partiti, direzione Brest, ma ci siamo fermati e abbiamo passato qualche ora presso il Museo delle Telecomunicazioni (è molto bello, ci sono tutti gli ultimi ritrovati della tecnologia). Si trova nei pressi di Lannion, a Pleumer-Bodou. Si chiama Cosmopolis, e vi si trova pure un centro di comunicazioni satellitari. Nel “Radome” di Cosmopolis si può vedere, immersa in uno spettacolo di luci e suoni l’antenna che ha permesso la prima trasmissione via satellite dall’America alla Francia. Per l’ora di cena siamo a Brest (alloggiati in uno degli hotel IBIS diffusissimi in Francia. Ottimo trattamento, ottime cene, prezzi normali. Rimaniamo qui per 4 notti.
Mattina successiva: Presqu’ile de Crozon: qui ci sono delle punte da vedere: molto bella la Pointe du PEN-HIR, anche se purtroppo immersa in parte nella nebbia (era una giornata pessima),la Pointe des ESPAGNOL secondo me è da evitare, niente di interessante, mentre da non perdere è la Pointe de DINAN: fate il giro a piedi seguendo i sentierini della costa, lo vale. Da non perdere l’arco di roccia scavato dal mare, dove si può anche salire seguendo il sentiero.
Nella penisola di Crozon c’è la possibilità di vedere il Museo della Battaglia dell’Atlantico, che si trova all’interno di un bunker ristrutturato; vicino c’è una serie di bunker originali e un piccolo allineamento megalitico(allineamento di Lagatjar) Gioro successivo: Pointe du RAZ: NON PERDETELA PER NESSUN MOTIVO: il parcheggio è a pagamento, c’è un punto di accoglienza turistico fornitissimo, si va a piedi o con navette fino alla punta; però non lasciatevi ingannare, la punta vera si raggiunge a piedi, attraverso un sentierino nella scogliera, oltre il cartello dove c’è scritto: da questo punto in poi vi avviate sotto la vostra responsabilità ecc ecc..Andateci, il sentiero non è poi così pericoloso ed è attrezzato con vie ferrate, si arriva ad un punto, con il mare sotto e gli scoglietti davanti con in cima i fari, dove vi sentite in cima al mondo, il vento nelle orecchie, le grida dei gabbiani e il rumore del mare, niente di più, il mondo è lontano. E’ un’immagine che vi ricorderete per tutta la vita. Lontano, in mare aperto s’innalza AR-MEN, visibile nelle giornata limpide con un binocolo.
Giorno succesivo: la foresta di Huelgoat (nel’interno di Brest): una foresta popolata da gnomi, fate, dove vedrete la grotta del diavolo, la grotta di Artù, grossi macigni buttati lì da un gigante in tempi remoti, la pietra tremolante: un grosso masso che si riesce a far oscillare semplicemente facendo pressione con la schiena in un punto preciso. C’è poi il fiume d’Argento, lo stagno delle fate, insomma un boschetto che vi riporta in un mondo magico, dove sembra che gli alberi si debbano mettere a parlare da un momento all’altro. Purtroppo si è messo a diluviare e così siamo venuti via un pò prima del previsto e siamo andati sulla costa un pò più a Nord di Brest a visitare un paio di fari (visto che il tempo era nuovamente cambiato e non pioveva più). Molto bello, da non perdere è il Faro di S. Mathieu (con il paesino omonimo: ultima visita alle 18,30). Anche quello di Trezien è carino, ma non è proprio sull’Oceano. Una deviazione interessante (vicino a Trezien) è quella che porta a dei generatori eolici, molto belli, sono 5, enormi, ai margini di un campo,sembrano dei grossi mulini a vento.
Brest invece, non è interessante, non perdeteci tempo. Mattina successiva: partenza e tappa a Lorient a vedere la base dei sommergibili tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Si trova nei pressi del porto ed è’ accessibile con visita guidata. In serata siamo arrivati a Vannes dove abbiamo trascorso le ultime 3 notti in un altro hotel IBIS.
Giornata successiva: Carnac, con i 3 gruppi di allineamenti (purtroppo recintati), il Museo Preistorico (molto bello). Vi segnalo anche il “Tumulo di Kermario” (nei dintorni degli allineamenti, c’è la freccia), il “quadrilatero e il gigante di Manio” (sempre nei dintorni). A Carnac non è purtroppo più visitabile (è chiuso forse per restauri ???) il “tumulo di S. Michel”, però è interessante la chiesetta e il piccolo calvario.
Allontanatevi un poco da Carnac (3 km) e andate a vedere i Dolmen di Mane-Kerioned (uno, quello sotterraneo, è ricco di incisioni ripassate con il gesso bianco per renderle più evidenti). Non dimenticate di andare infine a Locmariaquer: qui il sito megalitico (a pagamento) pemette di vedere un tumulo, un dolmen con all’interno la famosa “Table des Marchand” incisa e infine il Gran Menhir Brisè (conosciuto anche come Pietra delle fate), il più grande menhir dell’antichità rotto in 4 pezzi. Il sito chiude alle 19 e occorre almeno mezz’ora per visitarlo.
Il giorno succesivo lo abbiamo dedicato alla visita della Penisola di Quiberon. Abbiamo visto la “costa selvaggia” e siamo arrivati fino alla punta della penisola, dove, con una piacevole passeggiata si arriva al punto estremo dove si trova un faro(non visitabile, è su un’isoletta). Il posto è carino ma la Bretagna offre paesaggi migliori. E poi questa zona è molto turistica e c’è un caos allucinante di persone e macchine. Belli i 22 menhir a St. Pierre di Quiberon, un piccolo allineamento.
La mattina successiva abbiamo visitato Vannes (un paesino veramente delizioso). Il sabato mattina c’è il mercato.
Il viaggio volgeva alla fine e siamo ripartiti verso Poitiers (ormai fuori dalla Bretagna), interessante perchè ci ha consentito la visita al Futuroscope (una specie di Disneyland con tutte le nuove trovate per il cinema del futuro). In serata costa meno ma naturalmente non si riesce a vederlo completamente. La notte l’abbiamo trascorsa all’IBIS Futuroscope che si trova vicinissimo al parco.
La mattina successiva siamo ripartiti verso il Frejus e via Torino siamo arrivati a Genova quasi a mezzanotte. Vi segnalo che, mentre all’andata abbiamo fatto praticamente tutta autostrada in questa parte di Francia l’autostrada non c’è e si fanno chilometri e chilometri in mezzo ai campi e su stradine statali dove la gente fa i 100/120 chilometri orari. E’ abbastanza allucinante e sembra che non finisca più. Un’ altra cosa: in Bretagna le autostrade sono gratuite.
Per quanto riguarda il cibo: opvviamente pesce, molluschi e scorpacciate di crepes e galette ! Maura P.