Guate guate guate
il viaggio è lungo e pesante, dato che le strade sono malmesse.
arrivammo a guate city sotto un diluvio e forse scoraggiati anche per quello che leggemmo sulla lonely planet decidemmo di andare immediatamente ad antigua il paese è vicino, credo 50/60 km. E una volta arrivatici è molto difficile andarsene.
si tratta della antica capitale del vicereame spagnolo del centroamerica, pianificata e progettata da un italiano nel 1542, una esplosione di case coloratissime, chiese barocche, cattedrali, chiostri, mercati, bar…
il tutto perfettamente o quasi, ristrutturato con i soldi dell’o.N.U.
soldi ben spesi! per dormire non c’è che l’imbarazzo della scelta, io consiglio gli hotl santa lucia, che sono una catena di 4/5 alberghi in splendidi palazzi del ‘700, per un prezzo, nel 1995 di circa 10.000 lire.
antigua oltre ad essere piena di turisti è piena anche di ragazzi da tutto il mondo che fanno dei corsi di spagnolo in una delle tantissime suole locali, e di operatori e ristrutturatori dell’o.N.U.
la vita è molto viva anche di notte con decine di bar e ristoranti.
un ottimo ristorante, specie per staccare con il cibo locale, buono ma sepre gli stessi 6 piatti, era il ristorante italiano gestito da un ottuagenario siciliano di nome Martedino (forse era nato di martedì). Costui era emigrato negli anni 30 in sud america ed era arrivato negli anni ’60 ad antigua. Ascolatre i suoi ricordi e la storia della sua vita è come rileggere cent’anni di solitudine. In più sua moglie ,una indio locale, cucina la pasta e la pizza veramente bene.
dopo 5 giorni ad antigua andammo a santiago atitlan su lago di panajachel; anche questo è un posto splendido, con un lago blu circondato da tre enormi vulcani. Con la barca si può girare lungo tutta la costa visitando gli innumerevoli paesini, tutti con nomi di santi.
anche qua c’è un mercato, ma data la vicinanza e la concorrenza con chichicastenango i prezzi sono alti, conviene aspettarea fare acquisti.
il paese non niente di eccezionale, qui è la natura che stravince, un posto imperdibile.
ci sono tanti alberghi e diversi buoni ristoranti, per la sera il posto più divertente era il circus bar pieno di gringos e locali e con musica dal vivo suonata da tre elementi uguali a gipsy king. Il cuba libre costava 1200 lire! passamo qualche giorno e decidemmo poi di andare alla famosa città-mercato di chichicastenango; partenza all’alba e dopo un paio di ore su strade allarmanti ci arrivammo.
l’esplosione di colori data dagli abiti delle migliaia di indios che visitano il mercato, i colori di tutti i tessuti in vendita sulle bancarelle da alla testa, si prova quasi un senso di vertigine, per noi abituati alle tonalità grigie e marroni. Al mercato, il più conveniente del guatemala, di colpo ci si accorge di avere vissuto sino a quel giorno senza degli oggetti di una inutilità totale…E si finisce regolarmente per comprare chili e chili di camice guatemalteche, oggettini in legno, ocarine in cemento…
bellissime è la cattedrale della città, in mezzo al mercato, dove i locali venerano oltre alla trinità anche un pupazzo posto di fronte all’altare con un grosso cappello da cow boy, un havana in bocca e vestito da indio, di nome maximon.
le offerte a questo dio pagano consistono in rum, lattine di birra, possibilmente budweiser, sigari, sigarette e accendini bic o zippo. Veramente la chiesa più bella che ho mai visto! al tramonto tornammo a santiago atitlan, ma dopo altri 2 giorni decidemmo di spendere gli ultimi tre ancora ad antigua, che ci aveva totalmente stregati.
passati anche quei dì viaggiamo a guate city e da li purtroppo prendemmo l’aereo per milano, passando dal paese dei mille colori alla città più monocromatica del mondo.
ciao paolo – milano