Tranqillità

L'uruguay è un paese che normalmente non è contemplato in guide turistiche. in effetti non è turistico, almeno per noi europei incantati da deplians etc.. c'è una calma palpabile, evidente, affascinante in tutto questo verde paese di solo 3.000.000 di abitanti. Il mio itinerari ha toccato altri paesi del sud america, ho viaggiato sempre solo e...
Scritto da: Enrico Astolfi
Partenza il: 05/10/2000
Ritorno il: 10/04/2001
Viaggiatori: da solo
Spesa: 3500 €
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L’uruguay è un paese che normalmente non è contemplato in guide turistiche.

in effetti non è turistico, almeno per noi europei incantati da deplians etc..

c’è una calma palpabile, evidente, affascinante in tutto questo verde paese di solo 3.000.000 di abitanti.

Il mio itinerari ha toccato altri paesi del sud america, ho viaggiato sempre solo e via terra percorrendo Bolivia Paraguay Argentina Brasile.

Chiedo soffermarmi sull’Uruguay perchè meno conosciuto a volte dimenticato, abbandonato a se stesso.

Inizio a Montevideo dove sono da visitare il barrio palermo, il cerro, il giardino ortobotamico, la citta’ vecchia, e il mercato del porto.

Dalla capitale mi sono spostato nel distretto di Rocha per dirigermi al Cabo Polonio. Ed è proprio di questo posto che vorrei parlare, il Cabo sito tra Rocha e il Chuiy è un paesino che vive la sua solitaria esistenza in una piccola insenatura, che isolata in un deserto desolante, stuzzica l’oceano e colora il monocromatico paesaggio bianco sabbia.

Per arrivare al Cabo, ci si va o in jeep attraverso le dune o a piedi senza pensare che esistano mezzi di trasporto, dimenticandosi di tutto e di tutti.

Al Cabo non esistono luci artificiali e acqua corrente.

Un paese addormenteto nel deserto, sorridente al mare, colorato dai mille colori che il cielo gli regala.

Al Cabo il tempo sembra non esistere, la gente, artigiani e pescatori vivono tranquilli di quello che riescono a fare.

Adesso sono tornato e in questo momento sono nel laboratorio d’informatica della mia università, il prof mi guarda io penso a quella pace, a quel cielo che di notte si riempie di stelle e sembre che tutte le stelle dell’universo siano lì, immmobili anche loro a gurdare il Cabo.

E dentro le case, di legno, le candele illuminano l’interno, soffuse, di tranquillità.

E niente mi ripropongo magari non in una situazione così di sorveglianza di scrivervi un itinerario piu’ specifico, non così da nostalgico rinchiuso in un laboratorio.

un saluto a tutti e baci.

Enrico



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