Senegal e Saly
Da subito occorreva mettere a dura prova la capacità di trattativa. Si presentano da subito alcuni tipi che con un “francese-italiano” strano dicendo di essere gli aiuto-tassisti. Ti prendono le valige e ti accompagnano senza che tu capisca niente all’esterno dell’aeroporto e ti chiedono 100 franchi francesi ! Ne bastano 10, ma per arrivare a quella cifra è “dura” dopo 5 ore di volo!! I taxi sono tutte Peugeot 505 diesel. I tassisti guidano bene, ma le strade sono stile Salerno-Reggio calabria ! La nostra 1a destinazione era Saly, ad 80 km a Sud di Dakar, dove avevamo prenotato un bungalow in un Hotel-villagio : “Savana Saly” .
La strada per i primi 20 km, appariva decente, ma lo scenario che ci circondava era indescrivibile , ma proverò a descriverlo : ” centinaia di persone, donne e bambini in prevalenza che camminavano lungo la strada ! Si, in Senegal tutti camminano ! km. Su km. Per spostarsi da una città all’altra. Pio ci sono i taxi-brousse che sono una specie di Fiat Ducato con una 50ina persone a bordo che, di tanto in tanto, ci salgono per risparmiare qualche km. A piedi. Dopo i primi 20 km. Cominciava la savana e i Baubab ! buio pesto ! Di tanto in tanto si incrociava qualche camion che trasportava alimenti, e il nulla. Il tassista ridacchiava, sembrava contento di aver guadagnato quei 200 franchi francesi (60 mila per 160 km), mentre io e Simona, eravamo atterriti e stanchini (io anche affamato).
Finalmente dopo 2 ore di dubbi, si arrivò al borgo di pescatori di Saly. Arrivammo al parcheggio del villaggio alle 12:30 di notte, e subito apparirono dal nulla una decina di uomini (altri aiuti-tassisti) che presero le nostre borse e le portarono alla reception. Altra trattativa per la mancia di 1 quarto d’ora e finalmente a letto.
2° giorno : durante la notte decidemmo di lasciare le finestre aperte per arieggiare, tanto c’era la zanzariera, ma un’altra sorpresa ci attendeva all’alba ! un concerto di uccelli, rettili, insetti, e il vento che sbatacchiava le foglie delle palme, fin dall’alba (5 di mattina) ci svegliano come un campanile di una chiesa ! oddio, chiudi tutto e accendi l’aria condizionata mi urla Simona. Sembrava facile : un fracasso ancora più rumoroso degli uccelli tanto che decidemmo di alzarci ! Prima tappa il mare ! Del resto a Marzo in Italia il mare era ancora un lontano ricordo, quindi ci sembrava un passo obbligato.
Beh, che dire : temperatura dell’oceano 16° : un gelo ! L’acqua del resto è torbida, e piena di alghe. Ok !, facciamo 2 passi fino al porto dei pescatori. Conoscemmo molta gente, tutti che ti danno la mano, si presentano e ti vogliono vendere di tutto. In effetti, la cosa che ci ha colpiti di più è stato il fatto che tutti ti danno la mano, e se tu la rifiuti si offendono come se li stessi prendendo a parolaccie ! Strano, ma vero! Il mercato di M’Bour, a 4 km. Da Saly è qualcosa di grandiosamente Africano. Verdure, animali, spezie, oggetti in arte africana, e parei di tutti i colori sono la caratteristica principale. L’unica cosa sgradevole è l’eterna trattativa per qualunque cosa. Più caro è l’oggetto, più è lunga la trattativa. Ricordo che per un bongo da 90 mila, ho dovuto trattenermi per pranzo con il venditore. E vabe !! 3° giorno: Prendiamo con un gruppo di turisti un fuoristrada 6×6 ed andiamo fino alle rive del fiume Saloum a 90 km a sud di Saly. Passando per la savana arida (eravamo nella stagione secca)vediamo alcuni villaggi di indigeni che gentilissimi ci permettono di visitare le loro case. Noi avevamo portato ai loro bambini quaderni, penne e sapone. Generi di prima necessità che nella savana sono di difficile reperibilità. Il resto del viaggio offrì caldo, e uccelli strani. Quando si arrivò al fiume lo scenario cambiò e la vegetazione diventò rigogliosa e contornata dalle foreste di baubab. Cicogne, falchi e aironi sono i padroni del fiume. Prendemmo una canoa con un motore fuoribordo e abbiamo fatto il giro del fiume, fino a risalirlo di qualche miglio. Bello, ed incontaminato ! Pranzammo in una fattoria riso e pesce (piatto nazionale) e riposammo su un amaca abbandonata li vicino. La temperatura segnava 48° alle 14:00.
4°, 5° e 6° giorno: dormimmo e giracchiammo per i borghi vicino Saly. Interessante, e molte strette di mano. Shopping nei mercatini ecc. Ecc.
L’ultimo giorno rientro a Dakar: città ex-coloniale, degradata, con un mercato in ogni via, divario tra ricchi bianchi e neri locali eccentuato, porto importante per l’Africa centrale. Niente di ché. Il rientro in aereoporto è stato meno traumatico perché avevamo capito il “giochetto dell’aiuto-tassista”. Zero lire a tutti e chek-in rapido.
Per finire un consiglio : se andate in Senegal, portate una valigia di vestiti estivi usati, penne, quaderni, libri in francese e medicine generiche (tipo aspirina) da regalare ai bambini dei villaggi nella savana. Chiedete il permesso di fare foto e considerate che non dare la mano a chi la offre è un’offesa.
Ciao a tutti Edoardo e Simona