UN rIcOrDo InCanCeLLaBiLe- vAl D’aOsTa
Sappiamo che in Italia c’è tanta varietà paesaggistica quanto in Argentina, senza dimenticare che nella penisola, le distanze sono minori e si può visitare tanto la neve quanto il mare percorrendo soltanto 300 km. E così non è stato tanto facile decidere tra Genova e Aosta. Una talmente diversa dell’altra, ma non tanto distanti: la storia e le piste da sci ci attiravano allo stesso modo. Dopo tanto deliberare, abbiamo deciso che la nostra destinazione sarebbe stata la Valle d’Aosta: regione nordica italiana, a 3000 m. Di altezza sopra il livello del mare, dove l’Italia si trasforma pochi km. Al Nord in Francia o in Svizzera, però sempre con pochi km. Di differenza. Con riferimenti simili, ci possiamo immaginare le caratteristiche dello spettacolare paesaggio.
E così, siamo partiti da Sesto San Giovanni, una delle principali città milanesi, una fresca mattina di domenica, immaginando ciò che ci sarebbe aspettato vicino alla neve a 350 km. Al NordOvest del centro mondiale della moda. Due automobili hanno presenziato la conversazione ispano-italiana con la quale ci comunicavamo, e con la quale ci raccontavamo i tanti aneddoti successi durante i vent’anni che sono trascorsi dopo l’ultimo incontro nel quale i miei genitori sono stati a Milano. Qualche sosta obbligatoria nelle prolisse autostrade lombarde hanno ritardato l’arrivo. Troppi cartelli indicatori sono riusciti a confonderci. Il paesaggio all’inizio si vedeva distante, irraggiungibile. Aneddoti familiari e locali hanno calmato le ansie di vedere la neve da vicino, la quale incominciava a vedersi a 4810 metri di altezza nella cima del più alto monte europeo. Avevamo finito il nostro percorso rettilineo per iniziare il più difficile: quello nelle quali le curve ci conducono fino ai 3000 metri di altezza sopra il livello marittimo, e fino alle viste panoramiche più fantastiche. Man mano, il Monte Bianco si vedeva più grande. Le strette strade aostane facevano paura, però i conducenti avevano l’acceleratore ‘a briglia sciolta’. Aosta ci ha ricevuto a braccia aperte dopo quasi 3 ore di viaggio con 1ºC di temperatura e sufficiente neve perchè gli occhi ringraziassero poter guardare questo paesaggio.
Siamo arrivati a Greesoney Saint Jean, vicino al Monte Rosa e al Monte Bianco, il più alto d’Europa. Dopo aver girato la città e aver immortalato nelle foto l’indimenticabile momento passato insieme alla nostra famiglia, siamo scappati ansiosi per assaggiare il cibo tipico aostano. Piccante e in gran quantità. Ma il freddo giustifica tutto… Sei piatti in totale, i quali hanno incluso pasta, carni, tutto con una buona quota di pepe. Riguardo alle bevande, gli adulti si sono dilettati col vino rosso italiano, mentre i più giovani, con la bibita gassata mondialmente conosciuta. Non molto più tardi abbiamo incominciato il ritorno in città, già morti dal sonno… Ma ho i miei dubbi se la stanchezza fosse dovuta alle lunghe camminate o perchè i nostri occhi si fossero stancati di vedere tanta belleza. Sembrava il quadro meglio dipinto. Però, era tutto vero. Così lo dicono le fotografie che ogni tanto sono estratte dal cassetto per ricordare quei bei momenti che saranno incancellabili nella mia memoria… ;o)
Magari fra qualche mese possa scrivervi un’altra volta per poter raccontarvi qualche altra avventura nella penisola più bella del mondo.
Baci da Buenos Aires.. Natalia