Andalusia

Piccola premessa sulla Feria de Abril La 'Feria de Abril' deriva dalle sagre agricole del XIII sec.; nella forma attuale viene organizzata dal 1847. Secondo il sociologo Gil Calvo ‘la base della festa è il fatto che non c’è abbastanza lavoro per tutti, gli spagnoli quindi compenserebbero l’inattività con la festa’. Dietro la...
Scritto da: Redazione TPC
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Piccola premessa sulla Feria de Abril La ‘Feria de Abril’ deriva dalle sagre agricole del XIII sec.; nella forma attuale viene organizzata dal 1847. Secondo il sociologo Gil Calvo ‘la base della festa è il fatto che non c’è abbastanza lavoro per tutti, gli spagnoli quindi compenserebbero l’inattività con la festa’.

Dietro la Plaza de Espana sorge una città ‘finta’ costruita con ‘casetas’casette di legno e tela: ogni famiglia di rango (spesso si rovinano per questo) ne possiede una nella quale invita gli amici a consumare i piatti tipici, a bere manzanilla e a ballare ‘sevillanas’ fino al mattino. Vi è una feria di giorno (dalle ore 13 circa) con corride, parate (cabalgata) con sfilate di cavalli con le andaluse dagli abiti a balze (flamencas) che si svolgono sia per la città che nel recinto e una di notte (canti e balli) tutta all’interno dell’area.. La Feria si svolge tra la fine di aprile e i primi di maggio (in genere per una settimana) in uno speciale recinto ‘El Real de la Feria’ nell’area de los Remedios sulla riva ovest del Guadalquivir.

Questo è anche il periodo migliore per visitare la città, già a giugno il caldo diventa asfissiante per essere poi quasi insopportabile in piena estate in cui si raggiungono spesso temperature superiori a 40°, rendendo impraticabile la visita durante il giorno.

Ricordate però che è molto difficile trovare posto durante la feria (come per la Settimana Santa): in genere gli alberghi sono prenotati con un anno di anticipo per cui occorre programmare la visita con largo anticipo (prenotando per tempo anche il volo).

In genere la manifestazione è frequentata da oltre un milione di persone in sette giorni.

Ricordate che a Siviglia, (650.000 abitanti, la grande città più meridionale d’Europa, più o meno alla latitudine di Algeri) si vive senza affanni: sveglia alle 10, pranzo alle 15, la siesta prima di riprendere il lavoro, poi passeggiate notturne per le stradine alla ricerca delle ‘taperias’ e poi di ristoranti.

La Ronda de Tapas è l’aperitivo itinerante che si consuma in 14 soste per i veri sivigliani (sono concesse 7 soste per gli ‘stranieri’) in attrettanti caffè o taverne sui cui banconi sono schierate una incredibile varietà di piccoli assaggi (gamberetti, pesciolini, uova sode, polpettine, olive, salumi, formaggi, verdure, salse ecc) bevendo dal ‘porron’ (tipo l’oliera delle pizzerie). Tapa deriva dal verbo ‘tapear’ , coprire: un tempo gli osti usavano servire il vino in un calice coperto la una fetta di pane (o un piattino) accompagnata da formaggio o salame. Nel bar El Reconcillo,del 1670, si dice siano state inventate le Tapas.

Altri locali : Pena Palteria (uno dei ritrovi più famosi per il flamenco) La carboneria (vecchio deposito di carbone ritrovo di giovani intellettuali)^ Questo è stato il nostro itinerario: PRIMO GIORNO Partenza dall’Italia con scalo a Madrid o Barcellona.

Transfert all’hotel e prima uscita in città. Noi abbiamo cenato, trovandoci benissimo, a Casa Robles (vicino alla Cattedrale) poi, dopo una passeggiata in centro siamo andati nel locale dell ‘Anselma, nel quartiere di Triana.

Ricordate che l’Anselma apre alle 23 (circa), non è possibile prenotare, è sempre molto molto affollata e occorre arrivare con un buon anticipo per riuscire ad entrare, oppure aspettare il secondo o il terzo ‘turno’ .

Non si paga l’ingresso ma soltanto la consumazione (obbligatoria: l’Anselma stessa vi ‘inviterà’ a bere).

E’ un luogo ricco di fascino anche (e forse soprattutto) per la presenza degli spagnoli che partecipano, cantano e ballano assieme alla proprietaria.

Naturalmente la notte è giovane a Siviglia perciò potreste andare a mangiare qualcosa tipo un po’ di jamon serrano (prosciutto di montagna) nei locali di Triana oppure a ballare.

SECONDO GIORNO SIVIGLIA Mattina. Visita della città partendo dal quartiere St.A Cruz (il quartiere centrale, ebraico, simbolo dell’atmosfera romantica andalusa) .

Syusy è andata al consolato italiano per incontrare il console italiano Josè Carlos Ruiz-Berdejo . Qui ha anche incontrato il prof. Sanchez Sau, un noto medievalista, con cui ha discusso della dominazione araba e sulla situazione storica all’epoca di Colombo e una storiografa del ballo andaluso: Alessandra Offer che l’ha accompagnata ad acquistare un costume da ballo di sevillana in un negozio specializzato (Trajes Lina d.A Rocio Montero c/Lineros 17) e poi a visitare una scuola di ballo per prendere lezioni di Sevillana e Flamenco in preparazione della festa. (d. Josè Mariano del Toro . Prof. De baile y director de la Agrupacion ‘Giralda de Sevilla’ c/Avion Cuatros Ventos 13 tel 954661736).

Patrizio ha invece continuato la visita alla città a bordo di un autobus turistico e alle 12.30 precise ha assistito alla sfilata dei ‘carri’ presso la Plaza de Toros (l’anticipazione della feria). Da qui ha iniziato la ‘ronda de tapas’ .

La ronda de tapas (il giro delle osterie) è una istituzione di tutta la Spagna ma in particolare di Siviglia.

Si dice che, affinchè sia riconosciuta, occorra fare tutte le 14 tappe previste dalla tradizione (o almeno le 7 tappe per gli stranieri che, poverini, non possono reggere l’intero percorso, in quanto ‘stranieri’) tra cui il bar El Reconcillo (locale del 1670, in cui si dice siano state inventate le Tapas) Patrizio nel suo girovagare per la città è poi arrivato ad una scuola di flamenco del giapponese (Prof de sevillana y flamenco japones- Rio 649181822 – fx 954903456).

Ore 23 inizia la ‘feria’ (la feria de noche).

Patrizio e Syusy hanno assistito alla cerimonia di inaugurazione che consiste nell’accensione delle migliaia di lampade del portale di ingresso al quartiere della feria.

Poi inizia il tour della ‘casetas’ tra cui quella di una famiglia italiana, poi hanno incontrano una famiglia ‘flamenca’ di Utrera e successivamente Annalisa Cogno e Xavier (lei romana, lui gitano verace); assieme hanno visitano la casetas de los Gitanos dove hanno conosciuto Carmen (moglie di un truccatore di Fellini) e con lei sono andati in visita ad altre casetas e così via fino a mattina.

La feria è proprio questo: una occasione per incontrarsi, conoscersi, ballare, cantare, bere (molto) e visitare amici vecchi e nuovi.

Molte ‘casetas’ sono private e vi si accede soltanto se conosciuti dai proprietari o dai soci.

Preparare e soprattutto gestire una casetas è molto costoso (anche oltre 100 milioni di lire di cui gran parte per il cibo, le bevande) per cui ci sono parecchie persone che mettono in società le loro quote e nonostante questo tanti si indebitano.^ Le casetas sono poco più di mille ma le richieste sono tantissime e sono ammessi nuovi ‘soci’ soltanto quando un altro rinuncia. Possedere una casetas è un segno di prestigio, un onore che ha valore per tutto l’anno e dà lustro alla famiglia o alla società. Banche, associazioni economiche, partiti politici ecc. Hanno proprie casetas, talvolta custodite da vigilantes o buttafuori che introducono soltanto gli ospiti riconosciuti.

Però ci sono anche molte ‘case aperte’ in cui, previa consumazione (in genere bevande ma a volte anche cibo) si può entrare, festeggiare, ballare e assistere ad uno spettacolo come nella casetas dei travestiti: molto simpatica come i suoi frequentatori (tra cui moltissime famiglie con bambini). In genere la festa dura fino alle 8 o 9 della mattina, l’ora del ‘churros’ con la cioccolata calda (che corrisponde al nostro cappuccino con pasta). TERZO GIORNO SIVIGLIA Alle 10 Patrizio ha visitato il backstage della Plaza de Toros (il museo, la cappella, i locali per la preparazione dei toreador ecc.) – Plaza de Toros, D.Antonio Sanchez Molini 954224577 -954210315 fx 954220112 – Maurizia alle 9.30 ha invece visitato i Reales Alcazares e poi la Cattedrale ( la terza più grande del mondo dopo San Pietro a Roma e St.Paul a Londra, con la tomba di Cristoforo Colombo) e la Giralda (la torre moresca simbolo della città).

Appuntamento per tutti poi nella ex carboneria dei gitani (è un locale molto buio ma molto affascinante) e nel quartiere Triana .

Ore 16.30 siamo andati tutti alla Corrida nella Plaza de Toros con Eva Bianchini (la torera italiana).

La corrida inizia alle 17 precise ed è composta di circa 5 o 6 momenti con toreri diversi.

E’ uno fenomeno molto controverso ma non in Spagna dove, per la maggioranza degli abitanti di Siviglia e dell’Andalusia, è uno dei momenti più intensi della festa.

Verso sera Patrizio ha reincontrato Xavier e Alessandra Cogno e assieme hanno fatto visita alla famiglia di Xavier e successivamente a 3000 Viviendas per incontrare altri gitani che non vivono nelle case di muratura.

La notte Maurizia aveva un appuntamento alla feria con Cristina Hoyos (la più famosa ballerina spagnola di flamenco per anni compagna di Antonio Gades anche nei film di Carlos Saura ‘carmen story’ e ‘El amor brujo’:due film vedere assolutamente prima di un viaggio in Spagna).

Assieme sono andate alla casetas di Lola de los Reyes una nota cantante di flamenco poi in quella di Paco Lastra e di Enrique Fernandez, altri noti musicisti spagnoli e così via fino a mattina.

QUARTO GIORNO In mattinata Syusy è partita in auto verso Higuera de la Sierra (a circa 2 ore da Siviglia) per incontrare Eva Bianchini nella sua arena di allenamento e con lei ha visitato uno dei più rinomati allevamenti di tori.

Patrizio è invece andato, sempre in auto, a El Rocio (sede della ‘romeria’ più nota alla Iglesia de Nuestra Senora del Rocio che ospita una statua della Vergine Maria che pare abbia fatto miracoli dal 1280) poi a Palos de la Frontiera ( il porto-oggi insabbiato- da cui partì Colombo ,il 3 agosto 1492, per il primo viaggio e in cui Colombo abitò per diversi anni e in cui si trova la casa museo di Pinzon) e sull’altro lato dell’estuario al monastero francescano della Rabita (fondato nel ‘400 il monastero de la Rabita è, luogo in cui Colombo si ritirò nel 1491 dopo le prime difficoltà nel trovare finanziatori alla sua impresa; il priore convinse poi i reali di Spagna a sostenerla; il convento è un santuario delle imprese di Colombo con affreschi e documenti, in una sala è custodita un po’ della terra di ogni paese latino-americano) ^ QUINTO GIORNO Syusy: al PARCO NATURAL DI COTO DONANA. Istituito come parco nazionale nel 1969 fu riserva di caccia dei Medina Sidonia. E’ la più grande area area naturale di paludi d’Europa con maremme (marismas), dune e boschi ed è dedicato alla nobile Donana, membro della famiglia reale, misantropa, che si ritirò a vivere in una villa posta all’ingresso del Parco che viene ora utilizzata dalle Istituzioni spagnole per i ricevimenti ufficiali.

La visita guidata dura circa 4 ore si effettua in Land Rover e barca prenotandola presso gli uffici del Parco a Sanlucar. Partendo dal Bajo de Guja di Sanlucar de Barrameda si fa un tratto con il battello ‘Real Fernando’ (che parte alle 9.30 precise) poi in jeep accompagnati da una guida del parco.

Nel pomeriggio incontro a Sanlucar con la Duchessa Medina-Sidonia e visita della più antica cantina, la Barbadillo.. L’edificio più vecchio ospita una maestosa raccolta di botti rovere in cui si compie il miracolo della manzanilla e di altri pregiati vini della zona.

Patrizio, sempre in auto, verso est alla ricerca di Rute, tra vite e ulivi, per visitare l‘ultimo allevamento di burros andalusi (asini) il cui slogan è ‘Pon un burro en tu vida’ (metti un asino nella tua vita) che prende ispirazione dal ‘Platero y yo’ del premio Nobel Juan Ramon Jimenez.. Nell’allevamento sono ospitati gli asinelli dei personaggi più noti tra cui l’infanta. (D.Pascual Rovira – 957532032 cell. 610841720) Successivamente verso Cordova(circa 80 km da Rute) per la festa della Cruz guidato dal prof. Luis Recio.

La festa della Cruz è uno dei momenti più vivi della città e dell’intera regione e si svolge nei primi giorni di maggio.

SESTO GIORNO Syusy: a CADICE all’arrivo delle navi partecipanti alla Gran Regata 2000 al porto Santa Maria tra cui l’ Amerigo Vespucci.

Nel pomeriggio e la sera festa al porto con cerimonie e sfilate.

CADICE secondo la leggenda fondata da Ercole al termine della faticosa separazione dell’Europa dall’Africa, di certo fu porto fenicio dal 1100 ac Patrizio va a CORDOVA (capitale del regno arabo) per la festa del Patio aperto con Luis Recio.

Visita della Mezquita (la grande moschea con 856 colonne di marmo e granito trasformata in chiesa cattolica stravolgendo la struttura architettonica originaria tanto che Carlo V si pentì degli interventi compiuti arrivando a rimproverare gli architetti ‘Quello che avete distruto era unico quello che avete costruito si trova dappertutto’).

e alla Juderia, poi al Museo Taurino Alcazar e Museo Julio Romero.

Durate il festival del ‘Patio aperto’ i cortili della città vengono aperti all’ammirazione dei visitatori; le folle vanno di patio in patio improvvisando in ciascuno canti e danze flamenche . patios. L’architettura araba nasce quando la tenda viene sostituita dalle costruzioni di città. Il patio, l’angolo nascosto dalla curiosità dei passanti, il più segreto, rivela il rimpianto del beduino per la vita randagia del deserto.^ Il patio è il ricordo dell’oasi che si profilava dopo il viaggio nel deserto, è la fresca ombra dei palmizi dopo giorni e giorni di luce accecante. Il patio è, per l’uomo del deserto, il luogo di riposo, sicurezza e pace, intorno allo spazio chiuso del patio si raduna, fisicamente e simbolicamente, la vita della casa; molto spesso tutte le finestre della casa sono rivolte sul patio; quelle del secondo piano, più defilate, erano le camere delle donne. CORDOVA è considerata anche la città della tolleranza, della fusione delle culture: la Mezquita è la prova architettonica che gli spagnoli adducono a sostegno della tesi.

SETTIMO GIORNO Syusy: è in viaggio verso Jerez della Frontera, tra colline di sugheri e olivi. Lungo il percorso visita ad una cantina dello jerez (Gonzales Byass) e alla Reale Escuela Andaluza de Arte Ecuestre .

JEREZ DE LA FRONTERA è capitale andalusa dei vini. Nel 1594 vi ‘nacque’ lo ‘sherry’: fu il pirata Francis Drake a battezzarlo così deformando la pronuncia spagnola dello ‘jerez’ (Xeres per i francesi) dopo aver assaltato la città nel 1587 e averne rubato 2900 botti che portò in Inghilterra. Si dice che sia il vino più vecchio del mondo, introdotto dai fenici 1.100 anni fa (Magellano e Colombo lo imbarcavano in quantità prima d partire per i loro viaggi) e che l’aria di J. Sia composta da ‘ossigeno, azoto ed essenza di vino’. In Spagna lo ‘manzanilla andaluso’ viene definito ‘vino hembra’, vino femmina per il gusto morbido, leggermente amaragnolo che ‘ricorda il profumo della camomilla’ ed ha il carattere frizzante, brillante e vellutato delle Carmen gitane.

Si distingue in Fino (secco per aperitivo), Manzanilla (simile al fino ma lievemente salato), Amontillado (fino invecchiato in botte), Oloroso (profumato e corposo) Cream (dolce, da dessert).

Nel pomeriggio ad Arcos de la Frontera (la leggenda vuole sia stata fondata da un figlio di Noè ma più probabilmente furono gli iberici). E’ un tipico ‘Pueblo Blanco’ (città fortificata sulla cima delle colline per proteggersi dai banditi imbiancati secondo la tradizione moresca, fu la roccaforte moresca di Medina Arkosh; oggi i Pueblos Blancos sono per lo più villaggi agricoli) Arrivo a Siviglia in serata e, naturalmente, altra visita alla feria.

Patrizio è ritornato a Siviglia con soste a Ecjia (città in stile barocco e azulejos detta la ‘ padella’ dell’Andalusia per il suo clima torrido) e a Italica (città romana tra e più importanti della Spagna fondata nel 206 ac da Scipione l’Africano che diede i natali a due imperatori , Traiano (II sec) e Adriano (III sec). OTTAVO GIORNO Partenza da Siviglia in aereo di prima mattina e arrivo in Italia nel primo pomeriggio.



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