Ihla do Sal: Capo Verde

Appena arrivi capisci subito com'è Sal: ha i colori e i profili del deserto e i rari alberi che costeggiano l'unica strada asfaltata dell'isola che porta dall'aeroporto a Santa Maria sono rudemente pettinati dal vento forte. Noi siamo in tre: due adulti con un bimbo di 4 anni. E la vacanza è stata un successo. Sal ci è piaciuta subito molto e...
Scritto da: Ornella Campora
Partenza il: 14/02/2001
Ritorno il: 22/02/2001
Viaggiatori: fino a 6
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Appena arrivi capisci subito com’è Sal: ha i colori e i profili del deserto e i rari alberi che costeggiano l’unica strada asfaltata dell’isola che porta dall’aeroporto a Santa Maria sono rudemente pettinati dal vento forte. Noi siamo in tre: due adulti con un bimbo di 4 anni. E la vacanza è stata un successo. Sal ci è piaciuta subito molto e la consigliamo a tutti, comprese le famigliole con bimbi piccoli perchè il clima è ottimo (a patto di evitare l’estate troppo calda) e la cucina appetitosa a base di pesce e non speziata, adatta anche ai piccoli, insomma. Si può gustare col tonno o con l’aragosta del buon vino portoghese e, per finire, consigliamo un liqor a base di cannella, o di menta, o di arancia, fate voi! Altro alcolico tipico è il pontche, un liquore aromatizzato con frutta: molto buono. Cosa possiamo raccontare di questa vacanza? Qualche aneddoto…

A Santa Maria ci sono tre cabine telefoniche di cui una sola funzionante, forse perchè c’è una signora addetta alle pulizie che alle 9 del mattino fa il giro e le lava tutte, funzionanti e non, a secchiate d’acqua. Che sia lei la causa dei malfunzionamenti? A Santa Maria ci sono un paio di negozietti di souvenir ma quello che stupisce è che non esistono negozi dove i locali possano comprare beni di nessun tipo, che ne so, scarpe o pantaloni… Il punto commerciale del paese è il mercatino, composto da una serie di piccolissimi spazi, uno appiccicato all’altro, dove i propietari, tutti abbigliati con le maglie delle squadre di calcio italiane che qui sono un mito, vendono le cose che i loro fratelli tentano di venderci tutta l’estate sulle nostre spiagge: oggetti di artigianato in legno, collanine, braccialettini, parei e qualche batik. Le esigenze dei locali sono forzatamente ridotte, visto che, anche avendo i soldi, non possono comprare nulla: non c’è nulla! Vivono di pesca e di piccoli commerci. Agricoltura zero, visto che l’isola è senz’acqua. Qualche pollaio e qualche piccolissimo allevamento di maiali o di mucche. Le case sono molto povere. Molti capoverdiani hanno parenti che vivono in Europa facendo i vu’ cumprà. E spediscono a casa i soldi che bastano per tutti per tirare avanti: quanto basta poichè hanno forzatamente poche esigenze e s’accontentano. I soldi bastano perchè, come ripeto, se vivi in una casa senz’acqua, senza luce o senza gas non ti viene nemmeno in mente di comprare la lavatrice…Anche se le vendessero.

Le scuole non sono obbligatorie e questo è grave: secondo noi il governo non promuove affatto lo svuluppo della popolazione. Le risorse ci sono: Capo Verde è un paradiso per investire. Il governo dovrebbe aiutare la gente a crescere in modo da migliorare la propria posizione e, soprattutto, la qualità di vita. Invece, come al solito, si concede agli europei di investire modesti capitali per costruire alberghi o altre strutture turistiche, e nel giro di qualche anno si centuplicano i loro investimenti. Al mercatino hanno subito chiesto a mio marito di scambiare le sue Adidas, un bene prezioso poichè non in vendita sull’isola. Lui voleva regalarle, poi ha pensato che si sarebbero offesi e così sono iniziate le contrattazioni! Alcuni di loro sono attori nati e se non avessimo fatto un minimo di resistenza ci avrebbero convinto a prendere in cambio un paio di collanine. Abbiamo avuto poco di più, ma sembrava di essere in un film e siamo usciti ridendo come matti. Nel frattempo, nostro figlio, bimbo, ahimè, fin troppo autonomo, si aggirava solo e felice nel mercatino fregandosene altamente di papà e mamma. Lo abbiamo ritrovato dopo un pezzo: era seduto tranquillamente e stava facendo una partita con un negoziante al gioco capoverdiano per eccellenza: l’URIL, una specie di backgammon molto divertente.

Il mare è magnifico. Un paradiso per appassionati di sport acquatici… Sotto il pontile di Santa Maria, dove i pescatori vendono il pesce, si aggirano gli squali perchè le teste dei pesci vengono tagliate e buttate giù dal pontile. Ci hanno raccontato che i bambini si tuffano dal pontile e siccome per risalire c’è una scaletta alta rispetto al pelo dell’acqua, si danno la spinta per tirarsi su aspettando che passi sotto uno squalo, gli mettono il piede sulla schiena e via! Gasp! Abbiamo affittato una jeep e abbiamo girato tutta l’isola.

Il posto più bello da vedere è stato Pedra De Lume, un cratere vulcanico diventato salina e sfruttato come salina fino all’800: l’acqua del mare filtra incredibilmente da dentro il cratere per cui emerge l’acqua salata che evapora e cristallizza producendo quantità enormi di sale. Lo spettacolo è lunare, incredibile: si può fare il bagno in questi laghetti e si galleggia anche più che nel Mar Morto perchè la concentrazione è altissima. Si emerge dall’acqua fino al petto e, come ha detto mio marito, se uno ci si volesse suicidare non ce la può fare: si deve appendere al collo un masso da una tonnellata. Insomma…Una bella vacanza davvero, in un paese che fra qualche anno sarà sfruttato turisticamente in maniera massiccia. La gente di Sal ci è rimasta nel cuore: speriamo solo che Capo Verde non diventi un altra meta del turismo sessuale!



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