Tanzania & zanzibar
2° GIORNO Sveglia all’alba perché ci hanno trovato un aereo per Amsterdam da cui partiamo per Dar es Salaam con la KLM. La compagnia lascia il bagaglio a Londra e ci troviamo a destinazione così come siamo: il prossimo volo arriverà tra 5 giorni. Pernottiamo all’Agip Hotel prenotato dall’Italia per £.360.000 a camera: è una vera fogna! Le lenzuola sono in uno stato indescrivibile e il bagno è inutilizzabile! Cerchiamo di dormire, ma il pensiero di quello che ci aspetta non ce lo permette.
3° GIORNO Ci rassegnamo a perdere 4 giorni pieni: visitiamo la capitale in cui non c’è quasi niente da vedere ad esclusione dei lunghi viali alberati, qualche casa coloniale e le palme e le mangrovie sul lungomare. L’atmosfera è accesa da crocchi di gente nera nera che discute e si ripara dal sole sotto gli alberi. Dove dormire? Fortunatamente conosciamo un ragazzo europeo che vive lì e che ci indica un ristorante di proprietà di italiani in periferia. Ci sono delle camere e per 40U$ a notte (molto poco rispetto ai 600 U$ a notte dei pochi alberghi) ci ospitano fino all’arrivo delle valigie.
4°-5°-6° GIORNO Passiamo il tempo tra passeggiate in campagna, il variopinto mercatino di pittori naif Tinga Tinga (bello), il mercatino del legno (turistico; ci sono dei bei pezzi però cari), l’attentato islamico all’Ambasciata Americana di Dar es Salaam (in contemporanea con quella di Nairobi) di cui sentiamo il fragore. Conseguenza: murate in camera o quasi; e’ vietato circolare per le strade. La mattina del 6° giorno arrivano i bagagli (che sospiro di sollievo).
7° GIORNO Partiamo all’alba in pullman per Arusha (abbiamo acquistato il biglietto il giorno precedente) dove arriviamo dopo un viaggio allucinante di 10 ore con un’autista scavezzacollo alla guida (vediamo un incidente con tanto di cadavere e pullman rovesciato nella scarpata). L’importante è essere vive e vegete! Pernottiamo all’hotel Mezzaluna (tutti i taxisti sanno dove si trova) di proprietà di un italiano, Raffaele, a cui si può chiedere qualsiasi informazione. Qui mangiamo molto bene. Conosciamo una coppia di Bergamo proveniente da Nairobi (anche loro senza bagagli). Coincidenza? 8° GIORNO Passeggiamo per Arusha poiché, essendo festa nazionale, le agenzie che organizzano i safari sono tutte chiuse. Andiamo al vivacissimo quartiere del mercato dove donne dai parei colorati vendono frutta e verdura (e non vogliono essere fotografate). Più tardi ci addentriamo alle spalle del Mezzaluna in un paesino di capanne di fango e lamiera: ci vengono incontro innumerevoli bambini. Arriviamo alla chiesa da cui provengono dei canti: si sta celebrando la Messa. Siamo invitati ad entrare con insistenza. Ci sentiamo molto in imbarazzo perché tutti ci guardano e ci sembra di avere interrotto qualcosa di “privato”.
9° GIORNO Con la coppia di Bergamo, che rimarrà con noi per tutta la vacanza, andiamo ad un’agenzia che organizza i safari consigliataci dalla sorella di Raffaele. E’ la Adventure Tours & Safaris di Mr. Karim Badruddin, National Museum Old Boma Road P.O. Box 1014/2738, tel. 255-057-6015 oppure 057-7600 fax 255-057-8195. Ci fanno partire immediatamente per la visita di una giornata all’Arusha National Park, un parco abbastanza piccolo, ma ricco di paesaggi diversi. Prendiamo contatto con i primi animali. Chi vuole, accompagnato da un ranger, può fare un giro a piedi. Purtroppo per partire per il safari vero e proprio bisogna attendere 2 giorni: le macchine sono tutte impegnate! (ennesimo contrattempo). Dormiamo all’hotel Equator in Boma Rd. (50 U$ a camera per notte), dato che al Mezzaluna le camere sono tutte prenotate. E’ uno degli alberghi migliori della città, ma per noi il livello è basso.
10° GIORNO Facciamo l’ennesimo giro per Arusha compreso il mercatino dell’artigianato. Alla faccia! C’è di tutto, sculture, zucche, lance Masai, statuine di animali, ma che prezzi!! Più alti che in Italia! Notiamo in generale che il costo della vita è altissimo.
11° GIORNO Finalmente noi quattro, più una guida e un cuoco partiamo con la jeep comprensiva di tende, sacchi a pelo e provviste di cibo e di acqua per un safari di 5 giorni. Il prezzo è di 120 U$ al giorno a persona. Percorriamo il Tarangire National Park che si estende lungo il corso dell’omonimo fiume con i suoi baobab e cominciamo ad avvistare branchi di elefanti (questo parco è il loro regno) che passano a pochi metri dalla macchina, la prima coppia di leoni (emozionante!), gnu, bufali, struzzi, scimmie (che in un momento di distrazione mi rubano la scatola con il pranzo). Pernottiamo in tenda al Camp Lake Maniara dove conosciamo altri italiani disperati perché… non sono arrivati i bagagli! No comment!!! 12° GIORNO Partiamo per il Serengeti National Park incontrando nel tragitto paesaggi splendidi e vari: colline ricoperte da giungla verdissima immerse nella nebbia, strade sterrate rosso fuoco tra distese di arbusti, paesini con case di fango e lamiera, distese immense di savana punteggiate da acacie. Questa è la terra dei Masai. Sostiamo ad un loro villaggio (non assalito dai turisti) dove ci tocca pagare 60 U$ per entrare. Allucinante! Peggio che allo zoo. In ogni caso è interessante. Ci fermiamo poi alla Gola di Olduvai, zona desertica di roccia, dove sono stati trovati i primi resti dell’homo sapiens. Arriviamo al Serengeti e montiamo le tende (abbiamo imparato a farlo da soli) in un camp. Il cuoco ci prepara la cena. Questa è proprio una bella sorpresa: mangiamo benissimo riso, carne e verdure. L’importante è non badare alla forma (e soprattutto alla preparazione). La guida ci accompagna alla toilette con la torcia: camminiamo nella savana per un breve tratto. Il bagno consiste in 4 muri con un pavimento di terra con al centro un buco che emana un fetore atroce. Mi tappo il naso e a tutta velocità esco. Ci dicono che fino all’indomani non ci possiamo più tornare: la notte le belve hanno libero accesso ovunque. Molto rassicurante! Infatti dopo la mezzanotte iene e babbuini litigano tra le tende: vediamo le ombre e il telo si muove. Per la paura non respiro fino all’alba.
13° GIORNO Per tutta la giornata con la jeep percorriamo strade sterrate all’interno del parco. Il Serengeti è il più famoso nel mondo ed è una distesa sterminata di vastissime pianure quasi prive di alberi in cui il profumo di Africa ti invade. Qui c’è una concentrazione altissima di animali: gazzelle, antilopi, avvoltoi, giraffe, leoni, ghepardi, leopardi (difficili da avvistare), babbuini, sciacalli, zebre, facoceri, elefanti, bufali, ippopotami e struzzi. Siamo molto fortunati: riusciamo a vedere tutti questi animali molto da vicino, assistiamo anche ad un accoppiamento tra un leone e una leonessa. La notte tra le tende c’è un silenzio assoluto.
14° GIORNO La mattina seguente la guida ci dice che nella notte 6 leoni camminavano tra le tende. La conferma è che ad un centinaio di metri da noi vedo 3 leonesse che passeggiano ancora. Chi ci accompagna è molto rilassato. Mah… Non vedo l’ora di salire in macchina! Smontiamo le tende e partiamo per ultimare il tour del Serengeti National Park. Al pomeriggio partiamo per il Ngorongoro, il cratere di un vulcano spento diventato parco nazionale. Pernottiamo al Ngorongoro Rhino Lodge, un luogo sul bordo del cratere strapieno di nebbia e di umidità.
15° GIORNO Scendiamo all’interno della Ngorongoro Conservation Area percorrendo una strada vertiginosa ma stupefacente. Attraversiamo il cratere (30 chilometri di diametro) dove però non ci entusiasmiamo particolarmente. Probabilmente siamo già sazi per quello che abbiamo visto nei giorni precedenti; il paesaggio comunque è magnifico. Avvistiamo da molto lontano l’unico rinoceronte che vedremo in tutto il safari. Nel pomeriggio ripartiamo per Arusha dove pernottiamo al solito hotel Equator.
16° GIORNO Percorriamo a ritroso l’infernale tragitto di 10 ore in pullman in cui ci rubano una delle macchine fotografiche (ennesima sventura!). A Dar es Salaam pernottiamo all’ostello YMCA in Maktaba St. P.O. Box 2083 consigliatoci da una coppia conosciuta nel safari: è modesto, ma è pulito e sicuro e molto economico.
17° GIORNO All’alba prendiamo l’aliscafo per Zanzibar, l’isola delle spezie: dovevamo starci una settimana, ma gli eventi… Da Zanzibar Stone Town prendiamo un taxi per Kiwengua. Qui, tra i vari villaggi Alpitour, Francorosso, ecc… troviamo una casetta sulla spiaggia senza corrente elettrica, ma con un ristorantino privato (solo 1 tavolo). Qui il padrone di casa ci fa scegliere il cibo da un menu, va al mercato a comperare frutta, verdura, pollo, pesce e aragoste e ce le cucina al momento su di una griglia.
18° GIORNO Spiaggia totale in un mare magnifico: l’acqua è cristallina, la sabbia è di un bianco accecante e ci sono palme in quantità.
19° GIORNO Come il giorno precedente. Nel tardo pomeriggio lo stesso taxista dell’andata viene a prenderci e ci dice che ha già prenotato e pagato per noi un albergo di sua conoscenza a Zanzibar Stone Town: ci chiede i soldi che ha impegnato per noi. Non gli crediamo e non vogliamo darglieli. Lui chiama la polizia. Conclusione: o paghiamo o ci portano in commissariato. Ovviamente abbiamo scelto la prima ipotesi. Pernottiamo all’Hotel Karibu Inn, vicino al forte, semplice ma pulito e paghiamo solo 10 U$ a persona.
20° GIORNO Camminiamo per le stradine strette e tortuose del centro tra negozietti di antiquariato e spezie, bazar, moschee, piazzette, palazzi con balconi sporgenti e porte intagliate. L’atmosfera è un po’ africana e un po’ araba: è molto piacevole. Il pomeriggio riprendiamo l’aliscafo per Dar es Salaam. Da qui, finalmente, prendiamo un taxi per l’aeroporto. La sera parte il volo dell’Alliance Air per Londra.
21° GIORNO Da Londra abbiamo la coincidenza per Milano. Questa volta possiamo proprio dire: finalmente a casa sane e salve! CONSIGLI Come già detto non è stato un viaggio facile per i seguenti motivi: – Quando abbiamo smarrito il bagaglio non abbiamo saputo a chi rivolgerci: nessuno sa mai niente. Ognuno ti invita a parlare con qulcun altro. Non ci sono negozi per acquistare lo stretto necessario e quelli degli alberghi sono costosissimi (40 U$ un pareo in cotone).
– Quando si organizza un safari possono passare alcuni giorni prima di poter partire: se si hanno i giorni contati è un problema. Per quanto riguarda la durata, 6 giorni di piste sterrate sono più che sufficienti. Ricordarsi che di giorno in estate è abbastanza caldo, ma la notte la temperatura scende notevolmente.
– A Zanzibar abbiamo avuto problemi con la dogana: se ti sequestrano qualche oggetto all’arrivo, alla partenza dall’isola non è detto che abbiano la chiave dell’armadio in cui questo è custodito. Se non ce l’hanno, devi lasciare lì tutto.
– Sull’aliscafo per Zanzibar vendono più biglietti dei posti a disposizione: chi arriva ultimo, anche se ha il biglietto, non sale. Abbiamo visto turisti che hanno perso l’aereo del ritorno in patria per questo motivo. Quindi, regolatevi.
– A Zanzibar vogliono fregarti tutti e sempre, quindi, occhi sempre aperti! La nostra esperienza con il finto poliziotto estorsore insegni! – I prezzi sono molto alti in rapporto alla qualità scadente dei servizi, a cominciare dagli hotel pochi e cari e per finire ai prezzi dei safari (ce ne sono da 1 milione di lire al giorno!). Noi abbiamo scelto l’agenzia più economica.
Al di là di tutto questo, a distanza di tempo posso dire che è stato un bel viaggio. Se vi servono altre informazioni inviatemi un’e-mail. Ciao!