Madagascar di mura mura
La prima parola malgascia che si impara appena arrivati e’ “mura mura” che significa piano piano. E’ incredibile l’atmosfera afro-napoletana di questa nazione poverissima ma con gente ricchissima di umanità e sorrisi. Noi l’abbiamo ribattezzato “il paese del riso, del sorriso e del mura mura”.
Abbandonate subito la capitale Antananarivo che non vi fa vedere il vero spirito del Madagascar, affittate una macchina con autista (obbligatorio perchè non esistono segnali sulle strade e, spesso, non esistono strade ma piste di terra, quidi meglio sarebbe una jeep) e andate DOVUNQUE.
Lo spirito dei Malgasci lo vedrete nel primo villaggio che incontrerete e vi assicuro che rimarrete incantati a guardare i bambini malgasci (neri con gli occhi a mandorla perchè di origine polinesiana, incredibilmente belli). Portate con voi una grossa scorta di cappellini, penne, quaderni e magliette da regalare o, se siete affaristi, da scambiare con dei souvenir.
Assolutamente da vedere la riserva di Berenty dove i lemuri verranno a mangiare dalle vostre mani e, se potete, il parco dello Tsingy, aperto due anni fa e con paesaggi incredibili e unici al mondo.
E’ obbligatorio contattare un’organizzazione locale per arrivare in questo parco; ci vogliono 8 ore di jeep su pista sabbiosa, ma si attraversano villaggi sperduti nella foresta e nella savana dove poche volte hanno visto i “vasah” (straniero – uomo bianco). Forse l’esperienza più bella di tutto il viaggio.
Per l’organizzazione ho contattato un operatore del luogo, organizzatissimo e bravissimo. Potete scrivermi per consigli e altre notizie (mongolfier@libero.It).