Magico Yucatan

Viaggio itinerante nella penisola dello Yucatan, fra mare e siti maya, con toccata e fuga a Città del Messico
Scritto da: Clo&Alex
magico yucatan
Partenza il: 06/01/2017
Ritorno il: 28/01/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Sul viaggio fai da te nello Yucatan, devo essere sincera, ci ho pensato e ripensato più volte: non tanto perché le foto delle sue spiagge o dei siti Maya non mi attizzassero abbastanza, anzi! E’ che la maggior parte della gente che ci era stata me ne parlava come di un luogo pericoloso ed ostile ai turisti. Per fortuna ho deciso, grazie soprattutto ai diari di altri TPC, di prenotare comunque un bel viaggio itinerante di tre settimane. E ovviamente non potevo far di meglio: vi dico solamente che mentre decollava l’aereo che mi avrebbe riportato a casa io ero che piangevo come un bambino al suo primo giorno d’asilo, una prima volta assoluta per me! Ed è stata tutta colpa della combinazione fra un clima ideale, mari da incanto, architetture e cittadine che non potrebbero essere altro che patrimonio dell’umanità e l’accoglienza della gente: belli, generosi, nello tipico spirito di queste zone.

Non voglio negare le esperienze altrui, a quanto pare infatti sembra che il problema dei tassisti che rapiscono la gente sia quanto mai reale anche in queste zone tutto sommato tranquille, ma ad essere sincera ogni volta che abbiamo preso il taxi siamo incappati in un sistema di prenotazioni e ricevute che ci avrebbe reso impossibile finire per sbaglio in un taxi abusivo.

E della corruzione della polizia ne trovate esempi anche negli altri diari: noi abbiamo trovato solo poliziotti estremamente zelanti che però non ci hanno mai chiesto un soldo, credo ci si debba un po’ affidare al caso.

Prenotiamo i nostri voli Venezia – Cancun A/R con un provider di biglietti aerei: di solito prenoto con le compagnie direttamente, ma in questo caso si trattava di voli operati da Lufthansa+Condor, quindi non potevo fare altrimenti e l’offerta è buona, a circa € 550/persona, quindi mi fido. MAI PIU’! Qualche tempo più tardi mi ritrovo di colpo tutti i soldi riaccreditati sulla mia carta prepagata e scopro così che per un qualche errore, non meglio specificato, si erano sbagliati, la disponibilità non c’era, etc etc. Morale della favola: nessuno si prende alcuna responsabilità ma i voli me li devo ricercare da capo e la disponibilità nel frattempo è anche diminuita. Così mi ritrovo a dover optare per Iberia che mi costa 590€ però con due scali! Poco male, ci fermeremo anche a dare un’occhiata a Città del Messico all’andata, così da alleggerirci un po’ il viaggio e trasformare la disavventura in un’opportunità!

CITTA’ DEL MESSICO

E così dopo 17 ore di viaggio arriviamo a Città del Messico, che assolutamente non avevamo considerato e che invece, a mio parere, meriterebbe un ritorno. Cambiamo un po’di soldi all’aeroporto e ci dirigiamo verso il nostro hotel, nella Zona Rosa, con un taxi (circa 10€).

Come accennavo poc’anzi: prendere per sbaglio un taxi abusivo sarebbe stato impossibile! All’uscita dalla zona degli arrivi veniamo assaliti da offerte di taxi urlate a gran voce; ci rivolgiamo ad uno a caso fra gli sportelli, diamo il nome dell’hotel, paghiamo la nostra corsa e ci stampano una ricevuta con tutti i dati; da qui veniamo “presi in consegna” da un’altra signora, che si preoccupa che io possa prendere freddo (ci sono 27° ma d’altra parte per loro è pieno inverno!) che ci porta all’esterno dove attende con noi l’arrivo del nostro taxi e si assicura che bagagli e persone siano tutti correttamente a bordo prima di lasciarci partire. Dalla ragazza allo sportello al tassista tutti sembrano felicissimi di vederci, e ci danno calorosi benvenuti: la nostra vacanza non poteva iniziare meglio!

A Città del Messico ci sono sicuramente zone da evitare, ma la Zona Rosa è a misura di turista: tranquilla, centrale e con una buona scelta di bar e ristoranti – purtroppo per lo più catene internazionali – ma c’è chi apprezzerebbe.

La mattina seguente decidiamo di approfittare fin dalle prime ore di questa nostra unica giornata nella capitale, ma la gente del posto, forse perché è sabato, non sembra pensarla allo stesso modo: dopo innumerevoli giri a vuoto, sono quasi le 10 quando riusciamo finalmente a trovare un posto per cambiare i soldi e uno per fare colazione!

Per fortuna nessuno mi aveva ancora messo in guardia sulla metro di Città del Messico (cosa che la mia amica, che ci ha vissuto per un po’, ha infatti fatto solo al mio ritorno!) perché noi l’abbiamo usata più volte quel giorno, soprattutto perché un biglietto costa qualcosa come 0,25€!

Prima tappa Zocalo per visitare il centro, che è non solo il cuore della città ma anche la vera immagine di questo Paese, dove la cultura preispanica si fonde con quella contemporanea.

Entriamo nella Cattedrale Metropolitana, grande e luminosa e con un presepe dalle proporzioni alquanto ridicole. Poi imbocchiamo la Avenida 5 de Mayo, dove veniamo non so come attratti da un’altra esposizione di presepi che contempla ogni tipo di colori, originalità, varietà di materiali e anche un po’ di gusto dell’orrido. Di lì arriviamo al Palazzo delle Belle Arti e, attraversando il Parco de la Alameda, e mercatini di tutti i tipi, arriviamo al Paseo de la Reforma.

Nei dintorni del Zocalo un’infinità di ragazzi vi propone questo o quel ristorante per colazione o pranzo e, so che non si fa perché “è da turista sprovveduto e tutti i ristoranti saranno esattamente uguali”, ma nella confusione del centro città per il pranzo ci sembra più semplice dar retta a uno di questi ragazzi che ci propone il VIP-qualcosa (non perdete tempo a cercarlo che tanto probabilmente non esisterà già più), ovvero una terrazza al quinto piano di un edificio in costruzione (giuro!) con una vista mozzafiato ed una clientela effettivamente molto selezionata: solo noi!

Due hamburger normali e a prezzo onesto e un’infinità di selfie panoramici più tardi riprendiamo la nostra visita da Piazza Garibaldi, la piazza dei Mariachi, che però a quest’ora ovviamente fanno la siesta! Riusciamo comunque a vederne un paio assoldati da qualche ragazzo per offrire una serenata alla sua bella, nonché la loro scuola. La zona però sembra meno sicura di altre, quindi dopo una rapida passeggiata prendiamo la metro verso il Parco di Chapultepec, che ci immaginiamo come un’oasi di pace nel mezzo del trambusto della capitale. E INVECE NO! E’ sabato, quindi è più correttamente un’oasi di messicani pieni di figli che corrono come forsennati in mezzo a gente che urla per vendere scimmie-da-testa o coloratissimi zuccheri filati da almeno un chilo l’uno, canti dei Minions in loop e strani tizi dalla faccia rossa che, sempre urlando, intrattengono decine e decine di persone; e che ci regalano anche insperati momenti di fama, visto che a quanto pare siamo gli unici non-messicani nel giro di chilometri e sono ben lieti di approfittare della nostra presenza lì per tirare fuori qualche nuova gag sull’Italia e gli italiani (scherzo, i classici pizza-mafia-Berlusconi mi sembra siano intramontabili).

Per fortuna seguire gli scoiattoli ci porta fuori dalla bolgia e riusciamo a trovare un angolo di relax in mezzo a gente che si ama in modo più o meno velato, bambini dalla faccia dipinta e veri punk come non se ne vedono da decenni. Altre opzioni possono essere una visita al castello o un giro in pedalò in mezzo al lago.

Ritorniamo alla Zona Rosa via Paseo de la Reforma così da passare per l’Angelo dell’Indipendenza e ci concediamo una cena che di messicano ha ben poco, di sicuro non il sottofondo musicale, ovvero la discografia completa di Gigi d’Alessio: ve l’ho detto, i messicani sono particolarmente accoglienti e vogliono farti sentire a casa; purtroppo a volte non si rendono conto di eccedere!

Tutto sommato Città del Messico, per quanto caotica e forse pericolosa (non per la nostra esperienza) è una città che meriterebbe qualche giorno di visita e che offre veramente tante possibilità per non far annoiare nessuno, tra musei e divertimenti – magari evitate il mojito: mai bevuti di peggiori!

COZUMEL

Da Città del Messico con Interjet ci dirigiamo verso Isla Cozumel (€ 100.00/pax). Partiamo dall’aeroporto di Città del Messico che potrebbe concorrere ai primi posti in una classifica per i peggiori aeroporti al mondo in quanto a disorganizzazione; e arriviamo a Cozumel atterrando sulla pista e non su un albero per puro miracolo: infatti a Cozumel c’è un vento terribile e un freddo che poco ha a che fare con la vacanza messicana che ci eravamo immaginati. Aggiungeteci un po’ di pioggerellina leggera ma costante e immaginatevi il mio umore al pensiero di dover passare ancora tre settimane qui…

Per fortuna si tratterà di un solo giorno sfortunato in tutta la vacanza e dal giorno successivo il sole splende forte e caldo, anche se Cozumel rimane fresca – soprattutto la sera – e ventosa – soprattutto la costa orientale, abbastanza da rendere il mare sempre troppo freddo per bagnarsi. E poi sapete quella cosa del “Messico e Nuvole”?!? C’è una ragione: le nuvole sono sempre all’orizzonte!!! Ma forse è anche merito delle nuvole se il mare ha quel colore di almeno 4-5 sfumature diverse!

Dall’aeroporto prendiamo un collettivo che in pochi minuti ci porta in centro (circa € 2,50 a testa), dove abbiamo prenotato un hotel, giusto all’angolo dell’Avenida principale, la Quinta Avenida.

Probabilmente non è un caso che si chiami Quinta Avenida, visto che l’isola sembra principalmente indirizzata ad un turismo americano, tanto che l’inglese viene sempre prima dello spagnolo e i prezzi vengono convertiti in pesos dal dollaro.

Isla Cozumel è molto carina e tranquilla, neppure i crocieristi che ogni giorno sbarcano ininterrottamente al porto a pochi passi dal nostro hotel disturbano la tranquilla atmosfera isolana. Se avete letto che tutto chiude presto, non posso che confermarlo: alcuni negozi sono già chiusi alle 17:00, ma la sera si trovano parecchi ristoranti e anche bar dove bere l’ultimo cocktail prima di andare a dormire.

L’ideale per girare l’isola, di dimensioni piuttosto ridotte, è uno scooter, che potete affittare a meno di € 20 al giorno (assicurazione inclusa). Girano anche molte jeep scoperte e buggy, noi abbiamo preferito lo scooter per poterlo parcheggiare senza problemi anche in città.

La Trasversal attraversa l’isola da parte a parte e vi porta sulla costa orientale, più adatta al surf che alla balneazione, ma in alcuni tratti troppo agitata anche per il surf. Qui troverete poche strutture alberghiere e ristoranti/bar, ma svariati punti panoramici davvero suggestivi.

Percorrendo la costa orientale verso sud si arriva al Parque Punta Sur, interessante ma non imprescindibile. L’ingresso costa circa € 12.00 e include una laguna di coccodrilli e fenicotteri con giro in battello; vari punti di posa delle uova delle tartarughe marine (ma nei periodi di posa/schiusa saranno comunque accessibili senza alcun controllo?!? Onestamente mi auguro di no!); un faro che a nostro parere è la vera attrazione del parco visto che, se riuscite a reggere il vento in cima, offre dei panorami davvero spettacolari; e varie spiagge – se non vado errata tre – dove sono disponibili lettini e ombrelloni e beach bar dove spenderete come nulla una trentina di euro per qualche nachos e aletta di pollo. Attenzione che alle 16:00 il parco chiude, perciò alle 15:00 iniziano a mandarvi via (alle 16:00 devono essere fuori i dipendenti a quanto pare) – considerate che il sole in inverno tramonta sulle 18:30-19 e fate voi se il gioco vale la candela.

Se la costa orientale è la parte più selvaggia dell’isola, la costa occidentale è invece balneabile e più turistica, con una serie di spiagge tipicamente caraibiche, fra le quali Playa Palancar e Playa Paradise, quest’ultima attrezzata con un parco di gonfiabili direttamente in mare (18 US$ con accesso anche alla piscina del complesso) – noi ci siamo limitati ad assistere al tramonto dalla spiaggetta libera.

CANCUN

Il traghetto dell’Ultramar ci porta da Cozumel a Playa del Carmen per € 5.00 a testa, con tanto di concerto dal vivo! Arrivati a Playa del Carmen invece ci rifilano un taxi condiviso per il nostro albergo nella Zona Hotelera di Cancùn ad un prezzo decisamente eccessivo, ovvero una ventina di euro a testa (i signori che hanno condiviso il nostro van avevano pagato ancora di più per andare all’aeroporto e, come noi, pensavano di avere contrattato un trasporto privato). Questo è il benvenuto e questo sarà il leitmotiv della nostra permanenza a Cancun: promesse non mantenute, continui ricarichi sui servizi offerti e una generale tendenza a cavare da ogni turista quanti più soldi possibile senza curarsi della sua soddisfazione.

Cancun, l’avevo letto e lo confermo: è decisamente brutta! Noi scegliamo un costosissimo hotel sulla spiaggia (il cui reale valore è inferiore a qualsiasi alloggio da 30-45 US$ in cui abbiamo pernottato nelle altre mete messicane) perché altrimenti è difficile poter godere anche di un posto in spiaggia, che comunque rimane bellissima.

Consigliata per la vita notturna, è una meta effettivamente divertente dove tirar tardi fra gli innumerevoli bar e discoteche, fra cui il famoso Coco Bongo (a partire da € 65.00 – open bar, ma le bibite non sono granché, il biglietto è decisamente per lo spettacolo a cui almeno una volta bisogna assistere), che in ogni caso c’è anche a Playa del Carmen, località comunque divertente ma più a misura d’uomo.

Per fortuna i trasporti sono molto frequenti, il biglietto del bus costa circa € 0,50 (e vale come un giro in giostra, ché gli autisti sono degli spericolati!) e con la nostra cara Ultramar si raggiunge facilmente un’altra meravigliosa isola, Isla Mujeres: dalla zona hotelera ci si può arrivare direttamente a 19US$ a persona, ma i collegamenti da qui sono meno frequenti. Altrimenti se avete voglia di armarvi di un po’ di pazienza, si prende l’autobus R-1 fino a Cozumel centro da dove si cambia con il collettivo (8MX$) che porta al porto dove imbarcarsi sul traghetto (meno di € 10 A/R).

Isla Mujeres ci ricorda un po’ Cozumel ma più in piccolo, ci sono varie spiagge da raggiungere in taxi o anche in bici, noi decidiamo di fare una passeggiata attraverso il centro, ricco di negozi di souvenir e case colorate, vivace ma al contempo tranquillo, e arriviamo infine alla meravigliosa Playa Norte: l’acqua è più calma che a Cancun e anche meno fredda, i fondali scendono dolcemente rendendola sicura anche per le famiglie con bambini piccoli, accanto alla spiaggia attrezzata (meno di € 15.00 per due lettini con l’ombrellone) ci sono vari tratti di spiaggia libera che sembrano quasi divisi in settori: da quello delle sudamericane che twerkano, a quello dei sosia di Ken e Barbie, ai rasta – (quasi) chiunque può trovare il suo angolo ideale su questa spiaggia!

Poco più a nord di Isla Mujeres c’è un’altra bellissima isola, Isla Contoy, che essendo una zona naturale protetta prevede un numero limitato di ingressi al giorno e l’obbligo di essere accompagnati da guide certificate, quindi l’obbligo di partecipare ad un’escursione di gruppo. Aspettatevi di fare tutti le stesse cose e di trovare tutti i visitatori di quel giorno sulla stessa spiaggia, però potreste incontrare tartarughe e razze e il panorama dall’alto del faro è semplicemente una gioia per gli occhi.

VALLADOLID

Comunque siamo ben felici di lasciare Cancun a bordo della nostra auto a noleggio (€ 197.00 per 9 giorni di noleggio, assicurazioni incluse) e dirigerci alla scoperta delle rovine maya. Prima tappa: Valladolid, piccola cittadina coloniale poco distante da Chichen-Itzà, molto tranquilla e meno turistica di altri siti, e questo vuol dire anche mangiare da principi spendendo una decina di euro a testa!

Al confine fra Quintana-Roo e Yucatàn incontriamo il primo poliziotto, un tipico messicano dalla faccia cordiale che ci chiede da dove veniamo, dove siamo diretti e ci ringrazia per essere arrivati in Yucatàn (e io che pensavo che volesse chiederci la mancia!!!).

Non so come è il percorso lungo le strade minori (percorso indicato come Valladolid Libre), ma prendere l’autostrada (Valladolid Cuota; pedaggio circa € 13.00) significa farsi 140km nel nulla: intorno a noi solo vegetazione selvaggia, sempre uguale, e sole a picco, nemmeno l’ombra di un insediamento umano – ma allora da dove spunta ‘sta gente che cammina lungo l’autostrada?!?

Il primo sito che visitiamo è anche il più piccolo, Ek-Balaam (ingresso € 4.50): se avete poco tempo o se dovete scegliere fra questo ed altri siti, probabilmente vi direi di lasciar perdere, ma se siete in zona e avete un paio di ore a disposizione si tratta di un sito meno turistico di altri, e quindi più tranquillo, con un’ambientazione da “Libro della Giungla” e la vista di cui si gode dall’alto della piramide principale – che per altro è anche molto interessante per la ricchezza di elementi nei suoi livelli intermedi – è senz’altro sensazionale: un mare di verde da cui spuntano appena le altre costruzioni maya.

Chichen-Itzà (ingresso circa € 11.00, parcheggio € 1.50) lo visitiamo, invece, di domenica mattina: arriviamo sulle 10:00 e non troviamo praticamente coda, né alla biglietteria, né all’ingresso vero e proprio; la gente invece inizia ad arrivare in massa verso le ore 13:00, tanto che quando usciamo nel parcheggio non ci sono più posti. Le guide costano tra i 30 e i 50US$, noi preferiamo arrangiarci con una mappa, il nostro materiale cartaceo e inoltre ci sono spiegazioni per quasi tutti gli edifici, in inglese, spagnolo e maya; per quel che abbiamo sentito, le guide che accompagnavano altri turisti italiani approfondivano molto gli aspetti astronomici e matematici della cultura maya, mentre non prendere la guida vuol dire prendersi più tempo per le foto o per i souvenir – infatti il sito è pieno zeppo di banchetti di souvenir di ogni tipo e, contrattando, si ottengono dei prezzi davvero imbattibili! Quindi se prendere o meno la guida sta a voi e a come volete vivere la vostra visita.

Per il ristoro invece, si mangia solamente al ristorante all’entrata/uscita del sito, all’interno trovate solo bibite, gelati e qualche panino pre-confezionato e in pochi posti.

Noi ci abbiamo passato 3 ore e mezza: il sito è immenso e vario – dalle rovine, al cenote, alla vegetazione; diciamo che siamo usciti più che altro per la stanchezza di girare con il caldo e per la fame, se resistete di più non c’è da annoiarsi!

MERIDA

Mérida è anch’essa una meta meno turistica di altre destinazioni della Penisola, probabilmente per la sua distanza dalle zone di mare: assomiglia molto a Valladolid ma svariate volte più grande e quindi anche più caotica!

Memori della precedente esperienza, questa volta seguiamo il percorso Libre e, a poca distanza dall’ingresso in città, veniamo “finalmente” fermati dalla polizia per un controllo serio: è un controllo veramente serio, nel senso che si accertano che prendiamo con noi tutti i nostri oggetti di valore prima di procedere con la perquisizione dell’auto e delle nostre valigie, mutande sporche incluse! Sono anche molto disponibili e ci spiegano come questi controlli siano diretti a fermare il traffico illecito di armi e droga e di quanto questo sia un problema sentito anche in queste zone, anche se molto meno che nel nord-ovest del Paese; all’hotel più tardi ci dicono di stare tranquilli, che tanto ai posti di blocco all’entrata e uscita della città raramente fermano i turisti: mmm, si vede che abbiamo la faccia da trafficanti di organi! Comunque anche in questa occasione nessuno ci fa alcuna richiesta di denaro, anzi: ci accorgiamo in seguito che in uno dei nostri passaporti, che uno dei poliziotti ha tenuto con sé per tutto il tempo della perquisizione, avevamo lasciato circa 400 €, che lì sono rimasti!

Uxmal (ingresso 10€) è un altro meraviglioso sito, il mio preferito fra quelli visitati: esteso quasi come Chichen-Itzà, tranquillo come Ek Balaam e anche qui la piramide di 32m di altezza è accessibile – se non soffrite di vertigini! Fra le varie rovine riposano indisturbate iguane di tutte le dimensioni, che danno una nota caratteristica al luogo, che già di per sé presenta un’architettura differente dagli altri siti, forse più grezza, ma la luce del giorno che andava via via affievolendosi e le nuvole scure sullo sfondo che facevano risaltare tutti i complicati intrecci delle architetture hanno creato immagini indelebili nella mia mente.

La zona circostante Mérida è anche zona di cenotes. Fra i cenotes completamente aperti, quello di X’Batun (ingresso poco più di € 2.00) è una meraviglia, una piccola oasi paradisiaca, che noi abbiamo avuto la fortuna di goderci per un’oretta in quasi completa solitudine (ma arrivano anche bus di gruppi, quindi è una questione di casualità). Dalla strada che da Merida va verso Muna, dovete uscire per Cacao e passare per l’abitato di San Antonio. Arrivati al cenote al momento della nostra visita, c’era un cartello con un altro nome, che ha creato un momento di confusione.

Abbinato a questo cenote, c’è anche quello di Dzonbakal, cenote semicoperto, ma poco profondo.

Quello di Kankirixche è invece un cenote coperto e profondo, con l’acqua dalle sfumature più varie. Qui non c’è molto posto dove appoggiare i propri abiti e asciugamani mentre si fa il bagno, ma in realtà non si rischia di trovare molta gente, questo forse aiuta nel senso che il proprietario – che parla spagnolo con una fortissima inflessione maya – e il figlio sono sembrati ben contenti di vederci e di trascorrere un po’ di tempo con noi a raccontarci qualcosa in più sulla vita delle comunità locali. Per raggiungerlo, sulla strada da Mérida a Muna prendere l’uscita per Abalà.

Ad un centinaio di chilometri da Mérida trovate la riserva della biosfera di Celestùn, interessante in particolare per chi vuole vedere i fenicotteri rosa e l’ambiente delle mangrovie. C’è anche la spiaggia, dove i pellicani si bagnano assieme alla gente del posto, pellicani che trovate anche lungo la costa nord, quella sul Golfo del Messico, dove ci siamo recati incuriositi da Telhac, descritta in una guida locale come “una spiaggia di sabbia bianca e acqua cristallina”: si tratta in realtà di una spiaggia sporca, frequentata esclusivamente da pellicani e pulci della sabbia, e con l’acqua del colore del petrolio. Progreso è già meglio, ma comunque non abbastanza invitante per fare un bagno nelle sue acque.

BACALAR

A questo punto vorrei tanto parlarvi della Laguna dei sette colori, per raggiungere la quale abbiamo guidato oltre 4 ore da Mérida. Giunti a 2km da Bacalar troviamo una coda che non ha nulla da invidiare alla Salerno-Reggio Calabria, con gente che gioca a carte sui tavolini da pic-nic, camionisti che dormono sulle ruote dei propri camion e turisti che passano a piedi trascinando le loro valigie, abbandonando le auto dove capita alla ricerca di un mezzo qualsiasi che li porti all’aeroporto: è in corso una protesta di contadini, che scopriamo essere solo l’ennesima di questo tipo. Protestano perché non hanno ricevuto il denaro per le terre di cui sono stati espropriati dal governo e, chi ha più esperienza di noi, dice che possono rimanere lì anche per giorni. Proprio mentre siamo lì inizia a diffondersi la voce che vogliono bloccare anche la strada che porta a Tulùm e quindi per sicurezza, non sapendo se poi rimarremmo bloccati a Bacalar ed eventualmente per quanto tempo, decidiamo di ripartire e ci dirigiamo proprio verso Tulùm.

Non possiamo che simpatizzare con i protestanti, il nostro unico consiglio è: prima di mettervi in viaggio informatevi dai tg locali se ci sono proteste lungo la strada!

TULUM

A Tulùm decidiamo di soggiornare nel paese, perché leggiamo che è qui che si concentra la vita la sera, anche se il paese si sviluppa lungo un orrendo stradone. Nella realtà lo troviamo piuttosto piacevole, lo stradone c’è ma c’è anche abbastanza spazio ai lati per ristoranti, bar, negozi, e per le biciclette, che sembrano essere il mezzo preferito. L’atmosfera che regna è un po’ bohémien, un po’ hippy, le strutture ricettive sono spesso immerse nel verde e piene di amache, i bar a colazione offrono una gran varietà di succhi naturali e pietanze vegane, ma si trovano tranquillamente ristoranti di pesce e anche favolosi sushi-bar. Insomma, a me lo stradone m’è piaciuto!

L’attrazione principale di Tulùm sono senz’altro le sue rovine (ingresso poco più di € 3.00), a picco su una spiaggia bianca circondata di verde e di palme. In effetti è il verde il tema dominante di queste rovine, che sono anche meno ombrose, più luminose di quelle dell’entroterra. Il giorno della nostra visita il mare è mosso e perciò la famosa spiaggia sottostante è chiusa, ma alla fine è dall’alto che si ammirano i panorami migliori.

Purtroppo, data la facilità di accesso, qui arrivano a frotte anche crocieristi e clienti dei vari all-inclusive della zona e quindi una passeggiata rilassante fra le rovine è ahimè questa volta impossibile, per quanto si cerchi di arrivare presto (il sito è anche relativamente piccolo).

Se anche voi avete la sfortuna di beccare la spiaggia chiusa, non disperate perché poco più a sud ne trovate varie una di seguito all’altra, dove stendervi col vostro asciugamano sulla soffice sabbia bianca, o prendere lettini ed ombrellone per una quindicina di euro.

Altra meravigliosa spiaggia visitabile da Tulum è Xcacel (ingresso meno di 1€), una riserva naturale, dove la spiaggia è libera (ovvero senza ombrelloni: attrezzatevi!), né ristoranti, ma ci sono servizi e “docce” (con un getto non molto abbondante, ma comunque ci sono!), ed è vietato fumare. La sabbia sembra zucchero, l’acqua varia dal blu scuro al turchese intenso e i cavalloni portano a riva montagne di alghe, ma anche tanto divertimento: nonostante l’assenza di ombra è davvero un peccato che chiuda alle 17:00. C’è anche un cenote, Xcacelito, che invece chiude alle 16:00.

AKUMAL

Akumal è famosa soprattutto per le tartarughe, che sono protette da regole molto strette: poche sono le zone a cui si può accedere senza guida ed è obbligatorio indossare il salvagente quando si entra in acqua.

Purtroppo dove esistono regole restrittive, esiste anche chi se ne approfitta per imporre le sue condizioni a chi non è del posto, resta il fatto che questa, con la sua acqua cristallina, è definita la più bella spiaggia della Riviera Maya – a mio parere se la gioca con le spiagge della zona di Tulum!

Proprio ad Akumal decidiamo di terminare il nostro viaggio, concedendoci una vacanza rilassante in uno dei tanti resort all-inclusive di questa zona: anche questa è un’esperienza da fare in Messico, i resort che ci sono qui non hanno nulla a che vedere con quelli di tante altre località! Se non altro per recuperare i chili persi scalando piramidi e biciclettando per Tulùm, prima che ti riveda la nonna e si preoccupi di quanto stai sciupato!

Ma il Messico che ci ha lasciato tante emozioni e tanti ricordi di mille colori diversi, è quello di Valladolid e di Merida, di Uxmal e di Ek Balam, di Isla Mujeres e di Isla Cozumel, dei cenotes e dei nachos, dei tanti sorrisi che ci hanno accolto in posti bellissimi, della gentilezza e semplicità della sua gente, della maestosità dei suoi paesaggi naturali e delle sue rovine.

Un unico, grande, sfaccettato spettacolo.



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