Vietnam su misura

Un itinerario di 10 giorni, a stretto contatto con le persone e i luoghi visitati
Scritto da: fabri979
vietnam su misura
Partenza il: 28/12/2016
Ritorno il: 08/01/2017
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €
Periodo di viaggio: Partenza il 28 dicembre 2016 da Roma Fiumicino – Rientro il 8 gennaio 2017

Indice dei contenuti

Volo intercontinentale Qatar Airlines (Roma – Doha – Saigon)

Voli interni Viet Jet e Vietnam Airlines (Saigon – Hanoi; Hai Phong – Danang e Huè – Saigon)

Costi: Volo intercontinentale 2044,00 euro per tre persone

Saigon – Hanoi 380,00 euro

Haiphong – Danang 207,00 euro

Huè – Saigon 81,00 euro

La logica imponeva l’arrivo ad Ho Chi Minh ed il rientro da Hanoi, ma il costo del biglietto aereo lievitava sensibilmente, ed uno scalo ulteriore a Bangkok ci avrebbe penalizzato l’ultimo giorno.

Consiglio pratico: prestate attenzione sui siti internet che propagandano la Vietnam Airlines; molti camuffano agenzie che riscuotono consistenti commissioni. Si noti la grande differenza di prezzo fra il secondo ed il terzo volo. Sul sito ufficiale della compagnia si paga solo ed esclusivamente in Dong Vietnamiti, mentre le agenzie offrono il pagamento in dollari USA (ho abboccato). Un capitolo a parte merita il primo volo interno, acquistato in aeroporto a Saigon, dove ho avuto la sensazione che gli stranieri paghino un’altra tariffa rispetto ai locali. Scandalosa poi la politica del bagaglio, ma in linea con quella delle compagnie low cost europee.

Hotels: prenotati dall’Italia sul sito Booking.com con scelte dettate dalle recensioni dei viaggiatori.

Hanoi: Blue Hanoi Inn

Baia di Halong: Oriental Cruise

Hai Phong: Hoang Hai Hotel

Hoi An: Han Huyen Homestay

Huè: Hong Thiem Ruby Hotel

Saigon: Beautifull Saigon 3

Tutti gli hotels si sono rivelati essere centrali, logisticamente perfetti, economici e puliti.

Itinerario:

Il volo è stato prenotato i primi di marzo, quindi il tempo per studiare non è mancato. La scelta dei voli interni è stata valutata per ridurre al minimo i tempi dei trasferimenti e visitare con il dovuto tempo Hanoi e l’escursione alla baia di Halong, Haiphong, Hoi An, Huè e Saigon.

Abbiamo deciso di sacrificare i paesaggi montani del nord ed il delta del Mekong.

Fonti di informazione sono state la guida Lonely Planet, Itinerari in Indocina di Claudio Bussolino e soprattutto l’esperienza dei viaggiatori, in primis Emanuela e Maria Paola.

28 dicembre

Il volo parte alle 16.30 in perfetto orario. Aereo pieno in ogni ordine di posto, scalo e breve sosta a Doha, e nuovo imbarco per Saigon.

29 dicembre

Atterriamo a Ho Chi Minh City alle 13,30 locali e fortunatamente impieghiamo poco tempo con le lungaggini del visto. C’è da compilare il foglio giallo; ci fermeremo solo dieci giorni, e quindi ci vengono richiesti solo le generalità, il numero di passaporto ed un indirizzo di posta elettronica (!). Mi rendo conto successivamente che si tratta di una dichiarazione sullo stato di salute personale. Il controllo al posto di frontiera è rapido, fortunatamente mi ero stampato copia del biglietto elettronico del rientro, che attesta che la nostra permanenza non sarà superiore ai 15 giorni concessi per entrare in Vietnam senza visto. Recuperiamo i bagagli, e ci dirigiamo all’adiacente terminal per i voli nazionali per proseguire per Hanoi. Dopo aver visionato i prezzi e le disponibilità delle tre compagnie aeree presenti (Vietnam Airlines, StarJet e VietJet) acquisto tre biglietti al desk dellaViet Jet per il volo delle 16.50, il primo disponibile, al costo di oltre 400,00 US$, alla faccia del low cost, e arriviamo a destinazione alle 19.00 passate. Prendiamo un taxi (tassametro inserito e piacevole sorpresa che non si paga in base al tempo ma ai chilometri percorsi), e finalmente raggiungiamo l’hotel, il Blue Hanoi Inn, nel quartiere vecchio. Siamo cotti, ma raggiungiamo comunque l’angolo del vicolo per infilarci nel locale consigliatoci dal portiere e rifocillarci con una ciotola di Pho Bo, che sarà il primo di una lunga serie. 135.000 dong in tre, meno di sei euro. Raggiungiamo quindi la vicinissima chiesa di San Giuseppe, addobbata a festa per il Natale, e passeggiamo per la piazza stracolma di gente, prima di ritirarci.

30 dicembre

Facciamo colazione all’ottavo piano nella piccola sala adibita a ristorante, e quindi alle 8,30 ci incontriamo con Gaia, la ragazza Vietnamita che studia Cultura e lingua Italiana e che ci accompagnerà nella visita della città. L’ho contattata sul sito Ciao Vietnam, che propone studenti per visite guidate nella capitale a titolo gratuito al solo scopo di perfezionare il loro italiano. Prendiamo al volo un taxi e iniziamo con Il Mausoleo di Ho Chi Minh, chiuso; dannazione, è venerdì. Assistiamo al cambio della guardia e dopo aver attraversato la grande piazza ci avviamo al palazzo presidenziale, che da poco ha ospitato la delegazione italiana guidata dal presidente del Consiglio Renzi; proseguiamo lungo viali costeggiati da piante di mango raggiungendo l’esposizione delle auto possedute da Ho Chi Minh, segue la palafitta di Ho Chi Minh, il museo dello statista (40.000 dong l’ingressso), e la pagoda su una sola colonna, decisamente curiosa. Usciti dal complesso prendiamo un taxi alla volta del Lago Truc Bach, dove fa bella mostra di se la lapide commemorativa dell’abbattimento del pilota Mc Caine, in seguito senatore degli Stati Uniti d’America. Dalla parte opposta della strada giace placido il Lago Occidentale, con la sua bella Pagoda Tran Guoc, la più antica di Hanoi. Proseguiamo alla volta del Museo di Etnologia (40.000 dong l’ingresso), interessantissimo nei suoi spazi aperti, con le ricostruzioni delle abitazioni, e nel suo interno, con una classificazione delle varie etnie dello Stato. Si è fatto tardi, sono le 14,00 passate, e ci concediamo una zuppa di Pho Bo, divina, presso una cucina di strada conosciuta dalla nostra Gaia. Pranziamo con l’equivalente di un euro a testa (100.000 dong in quattro).

Consumato il pasto raggiungiamo a piedi il Tempio della Letteratura (ingresso 30.000 dong), una perla, con il susseguirsi dei suoi cortili, e per finire, dopo circa un chilometro a piedi, visitiamo il Lago Hoan Kem, meglio conosciuto come Lago della Spada Restituita. Dal ponte rosso con una breve passeggiata siamo sulla piazza della chiesa di San Giuseppe, dove salutiamo la nostra dolcissima guida che deve rientrare al suo villaggio fuori Hanoi.

La sera ceniamo da Bành cuon Bà Hành, in una stradina laterale alla chiesa, locale consigliatoci dala nostra guida, dove ci abbuffiamo di gustosissimi Bành cuon, involtini di maiale e funghi cotti al vapore. Meno di 10,00 euro in tre comprese quattro birre Bia Sài ed una 7Up. Con una breve passeggiata raggiungiamo nuovamente la sponda del lago, dove fervono i preparativi di un Heineken Party per la sera di capodanno, e ci immergiamo nel mercato notturno. Facciamo un paio di passaggi fra le innumerevoli bancarelle, poi rientriamo in hotel a chiudere le valige.

31 dicembre

Alle 8.20 in Hotel incontriamo l’accompagnatrice della compagnia Oriental Sails, e partiamo alla volta della baia di Halong, dove all’ultimo momento ho prenotato il pernottamento dell’ultimo giorno dell’anno su una giunca. Ho disdetto la camera che avevo prenotato sull’isola di Cat Ba per ottimizzare i tempi a disposizione, includendo ora una notte nella baia ed una ad Hai Phong; la sosta a Cat Ba implicava un trasferimento troppo lungo e troppi tempi morti. Speriamo di averci preso. Raduniamo altre quattordici persone di varie nazionalità in giro per gli alberghi, e quindi lasciamo Hanoi. Avevo letto di trasferimenti lentissimi e problematici, invece una volta lasciata la città congestionata viaggiamo su buone strade e a buona andatura. Alle 12,30 circa raggiungiamo la baia e iniziamo le operazioni di imbarco; drink di benvenuto, assegnazione delle camere e al momento del pranzo il battello lascia gli ormeggi. Il cielo è coperto, ma il paesaggio è unico. Alle 15.00 è in programma l’uscita in kayak, esperienza divertente anche se niente di eccezionale. E’ uno svago per riempire il pomeriggio. Una volta rientrati sul battello mi preoccupo di chiedere informazioni circa il trasferimento ad Hai Phong per il giorno seguente, in quanto il contratto con l’agenzia prevede il rientro ad Hanoi. La nostra solerte e sveglia accompagnatrice mi risponde che si informerà… Mah ! prima di cena prendiamo un aperitivo mentre si svolge la lezione di cucina Vietnamita, che però si riduce, anche se si rivela interessante, alla sola preparazione degli Spring Rolls. Alle 9.00 siamo seduti a tavola per la cena di gala, ottima sotto tutti gli aspetti. La perfezione sarebbe raggiunta se fosse disponibile la bottiglia di Orvieto che era sulla carta, ma ci tocca dirottare su un comunque valido vino bianco spagnolo. Dopo cena festicciola con danze vietnamite e vino cileno a fiumi, non male, e fetta supplementare di dolce per il compleanno di una crocerista. Buon Anno!

1 gennaio

Il cielo è coperto, indossiamo i K-Way per ripararci dal freddo mentre lasciamo il battello con la lancia che ci condurrà a visitare una grotta in cima ad uno sperone roccioso. Il paesaggio circostante questa mattina è semplicemente spettacolare, mentre avanziamo in mezzo ad una miriade di formazioni calcaree che si ergono dall’acqua. L’ascesa alla grotta non è per niente impegnativa, e ci riscalda quanto basta. Visita dell’antro con le sue stalattiti e deliziosa vista del golfo del Tonkino dall’apertura a strapiombo sul mare. Rientro a bordo, pranzo e preparativi per il rientro. Sul molo chiedo lumi alla nostra guida per il trasferimento ad Hai Phong, e lei mi risponde che prenderemo un Bus. Dobbiamo andare alla stazione degli autobus? Domando. No, lo chiamo io, mi risponde. Saliamo sul Van assieme ai nostri compagni di viaggio, e mi chiede il nome dell’albergo di destinazione, quindi annota qualcosa su un foglio di carta, che conservo: “Toi muon toi Hai Phong. 109 Cau Lai. Khach san Hoang Hai”. Una volta raggiunto una specie di casello autostradale, il van si ferma, e la ragazza ci invita a scendere, quindi mi consegna il foglio e mi indica un pullman in sosta dall’altro lato della strada. Salutiamo e saliamo sul bus, consegnando il foglio ad una specie di bandito che sta sulla soglia. Guarda il foglio e sentenzia: OK! Battendosi il petto. Praticamente: ci penso io. E intanto sono 200.000 dong a persona. Ci vuole un poco a capire, perché mi mette sotto il naso una banconota da 100.000, mi indica due con le dita e poi uno. Siamo su un pullman di soli vietnamiti, che ovviamente parlano la loro lingua, ma mi viene in soccorso un signore di una certa età che mi indica il numero 6. È un po troppo penso, perché al capolinea dovremo prendere un taxi, ma ritengo sia tardi per queste considerazioni. Il bandito ritira i soldi e li ripone a rimpinguare il rotolo che estrae da sotto la camicia. Trascorriamo circa un’ora a velocità folle con un intermezzo ad una stazione di servizio per il rifornimento di gasolio finché raggiungiamo il centro abitato di Hai Phong. La gente comincia a scendere a varie fermate. Ad un certo punto il bandito ci indica di scendere; mi guardo attorno e vedo solo una fermata dove un taxi bianco sta in attesa. E’ per noi, ci condurrà in hotel senza costi aggiuntivi; paga il nostro interlocutore. Penso alla ragazza della Oriental Sails: grazie meravigliosa creatura, sei proprio in gamba! L’hotel è sistemato vicino ad un coloratissimo e vivace mercato, dove, vista l’ora, consumiamo il primo Banh Mi, succulento panino croccante imbottito di carne di maiale, verdure e salse varie. Gironzoliamo per gli angusti passaggi fra le bancarelle quindi raggiungiamo la piazza con il Teatro dell’Opera e tiriamo l’ora di cena. Ci fermiamo ad una cucina di strada ed ordiniamo tre ciotole di Pho Bo; un ragazzo appena sopraggiunto con la compagna mi chiede da dove veniamo, quindi mi offre un bicchiere di birra, poi, consumato velocemente il pasto, ci saluta e se ne va. Gironzoliamo per la città, una bella città a mio avviso. Ad un certo punto troviamo un ragazzo che armeggia velocemente con un cubo di Rubrik. Ha uno sguardo intelligente, da piccolo genio. Gli tolgo il cubo dalle mani e gli scompagino tutti i tasselli colorati, poi glielo riconsegno: dai fenomeno, fammi vedere! E mi fa vedere davvero che in diciotto secondi completa le sei facce colorate.

2 gennaio

La mattina dopo la colazione prenotiamo alla reception un taxi per le 10,30 avendo il volo per Danang alle ore 12,45 quindi usciamo per proseguire la visita della città. E’ una città in fermento, alte costruzioni stanno sorgendo in lungo ed in largo, piccole casette di epoca coloniale resistono circondate dal nuovo che le lascia sempre in ombra. Raggiungiamo la Cattedrale, quindi iniziamo il percorso a ritroso verso l’albergo. Il volo è puntuale, ed alle due sbarchiamo a Danang, dove un van messo a disposizione dall’albergo ci aspetta. Comincia a piovere, una pioggerella fitta che non lascia presagire un buon pomeriggio. Raggiungiamo la Homestay, dove si entra scalzi, e posati i bagagli andiamo a farci uno spuntino. Il gentile proprietario ci dota di ombrelli e ci indica un locale dove fanno dei Banh Mi favolosi, ed infatti c’è una coda non indifferente, ma ne vale la pena. All’inizio del ponte che separa la città dal centro storico, vietato al traffico, c’è la biglietteria che propone un biglietto multiplo per visitare cinque attrazioni. Piove, e l’impiegata mi chiede se ci fermiamo solo oggi, perché in questo caso non ci proporrebbe i biglietti. Speranzosi in domani, acquisto i tagliandi (280.000 dong) che oggi comunque non ci saranno richiesti. Visitiamo così gratuitamente il magnifico ponte coperto giapponese, la pagoda di Phap Bao e la sala delle riunioni della congregazione cinese di Canton, mantenendo intatto il biglietto per cinque attrazioni domani. Continua a piovere, e la sera facciamo una rapida apparizione al mercato notturno, ma con gli ombrelli non è divertente.

3 gennaio

La notte il cielo butta giù tanta acqua che più non si può, ma la mattina il tempo è clemente, meno male. Ci rechiamo nel centro storico e visitiamo la sala delle congregazioni cinesi del Fujan e la sala riunioni di tutte le comunità cinesi, il tempio di Cuan Cong ed il mercato, che è sempre una delle attrazioni migliori. Proseguiamo con la visita della sala riunioni della congregazione cinese di Chao Zhou e la casa comunale o tempio di Cam Pho. Abbiamo finito i tagliandi del biglietto cumulativo, ma transitiamo ugualmente sul ponte giapponese in direzione del mercato, dove pranziamo con una specialità di Hoi an, una ciotola di Cao lau, ottima zuppa. Il pomeriggio prendiamo le biciclette messe a disposizione gratuitamente dall’hotel, e raggiungiamo la spiaggia di An Bàng con una pedalata di circa sei – sette chilometri in mezzo ad un rilassante paesaggio agreste. Il mare è mosso da far schifo, ma almeno ci bagnamo i piedi. Al ritorno acquisto tre biglietti per il Pullman per Huè di domattina (5,00 US$ a testa) con compreso il prelievo il hotel. La sera ceniamo su una barca ormeggiata in prossimità del ponte, e sebbene diffido sempre ed evito i “buttadentro”, riusciamo a farci fregare: pagheremo il prezzo più alto di tutta la vacanza. Dopo cena gironzoliamo per il mercato notturno, quindi ci prepariamo per l’addio a Hoi An.

4 gennaio

Alle 7,30 in leggero anticipo giunge il pulmino a prelevarci. Fatto il giro degli alberghi, sono quasi le 8,30 quando, stracarico, si arresta alla fermata dove attende lo sleeping bus per Huè. Ricomincia a piovere, e la posizione concilia il sonno, non fosse che è veramente scomoda. Alle 11,00 in netto anticipo su quanto preventivato raggiungiamo l’antica capitale imperiale, e con un breve tragitto in taxi raggiungiamo l’hotel. Il giovane figlio del proprietario ci propone subito una valida opzione: trasferimento in auto alla cittadella, visita di due tombe imperiali, proseguimento per la pagoda e rientro in battello. Autista a disposizione per tutto il pomeriggio al costo di 38,00 US$ in tre. Accettiamo. Bellissima la Cittadella, sconfinata con il suo susseguirsi di cortili e padiglioni, meriterebbe sicuramente più tempo delle due ore che le abbiamo dedicato. È interessante il filmato proiettato all’inizio del percorso, che ci dà un’idea di quello che è stato questo luogo. Alle 14,30 guadagniamo l’uscita spinti dai morsi della fame, e ci permettiamo un Banh Mi a 19.000 dong alla tavola calda appena fuori le mura. Il nostro autista è li che ci aspetta, e riprendiamo l’auto per trasferirci attraverso la campagna alla tomba dell’Imperatore Khai Dinh, maestosa nella sua lunga scalinata. Proseguiamo quindi con la visita alla tomba di Ming Mang, imponente, sembra non finire mai, con la successione di continui percorsi e tempietti in cima a dossi. L’ultima visita è rappresentata dalla Pagoda Thien Mu, sul fiume, dove è esposta la Austin del monaco Thich Quang Duc, colui che per primo si immolò a Saigon con un gesto estremo di condanna al governo del sud. A questo punto prendiamo un battello ancorato sotto la riva e rientriamo in Hotel dopo una breve passeggiata sul lungofiume.

La sera è in programma un giro sul lungofiume presso le bancarelle del mercato notturno (poca cosa) e cena in strada, ma un improvviso acquazzone ci fa deviare nel primo locale che troviamo prima di inzupparci come biscotti. La scelta casuale ricade sull’Elegant Restaurant; il gufo di Trip Advisor ci rassicura, e così per la prima volta dal nostro arrivo ceniamo i ristorante. Nulla da dire, anche se il cibo di strada ci ha ormai stregati.

5 gennaio

La mattina abbiamo il tempo di sbizzarrirci al Mercato, solito coloratissimo, vivacissimo e claustrofobico ammasso di genti e merci, ma sempre esperienza da vivere. È stata sicuramente un’emozione osservare uno scarafaggio grosso quanto una cavalletta gironzolare placido sulla farina in mostra in un sacco aperto. Alle 11.00 trasferimento in aeroporto, concordato con l’hotel (12,00 US$) e volo in orario per Saigon. Arriviamo nella capitale nel primo pomeriggio e raggiungiamo il nostro hotel nel Distretto 1 in mezzo ad un traffico talmente caotico da far impallidire di vergogna quello di Hanoi. Terrificante! Preso possesso della camera facciamo due chiacchiere con la ragazza alla reception , che ci da una piantina del distretto e due indicazioni sulle attrazioni della zona che meritano una visita, quindi raggiungiamo l’angolo della strada per farci preparare tre ottimi Banh Mi da una corpulenta signora che gestisce un carretto. Facciamo una bella passeggiata sorpassando senza entrare il mercato Ben Thanh, il Palazzo dell’Indipendenza, la bellissima cattedrale di Notre Dame (qui il custode dopo un tentennamento ci fa entrare durante la Funzione), il dirimpettaio Palazzo delle Poste, l’Opera, il Palazzo del Comitato del popolo. Sostiamo un attimo sulla grande piazza di fronte al monumento di Ho Chi Minh ad osservare gli hotel Caravelle e Rex, primi di avviarci al rientro: comincia ad imbrunire. La sera ceniamo da Huong Viet, poco distante dall’Hotel, sul marciapiedi, osservando il via vai di gente. Non male la cena, ma il locale applica il 10% di servizio al conto.

6 gennaio

Facciamo colazione a bordo piscina presso l’adiacente Oasis, quindi iniziamo il programma giornaliero: Museo dei Residuati Bellici, esperienza toccante ma imperdibile. A mio avviso vale da sola un viaggio in Vietnam. Qui i cultori del macabro trovano sicuramente materiale interessantissimo: si inizia dalla ghigliottina e dalle celle sul piazzale esterno per raggiungere l’apoteosi nella sala “arancione”, dove sono messi in risalto da fotografie allucinanti gli effetti devastanti della diossina. Si conclude al secondo piano con una mostra fotografica, stupenda, di materiale dei corrispondenti di guerra. Qui vera e propria arte ha immortalato per l’eternità episodi della follia umana. Mi commuovo vedendo una giovane donna occidentale prorompere in un pianto incontrollato sul petto di un ragazzo dai tratti asiatici, probabilmente un vietnamita. Ancora frastornati dall’emozione fermiamo un taxi e ci facciamo condurre alla Pagoda dell’Imperatore di Giada, stupenda, quindi rientriamo nel Distretto 1 a piedi. Strada facendo, essendo giunta l’ora di pranzo, veniamo attratti dal Quan 94, locale con quattro tavoli e la solita cucina a ridosso del marciapiede; si rivelerà un’ottima scelta. Zuppa di granchio divina, zuppa di noodles con quantità enorme e varia di verdure, soliti, immancabili Spring rolls, che sono stati la nostra delizia sin dal primo giorno. Due coche ed una birra per un totale di 266.000 dong. Terminiamo il pomeriggio immergendoci nei meandri del mercato coperto. La sera ceniamo all’Asian Kitchen, sotto l’hotel, cucina senza infamia e senza lode. Facciamo due passi al parco al di là della strada, dove veniamo fermati da quattro ragazzi che ci chiedono di dialogare con loro in Inglese per fare pratica con la lingua.

7 gennaio

Ci siamo, eccoci al capolinea, ma intendiamo trascorrere intensamente il tempo che ci rimane. Dopo colazione iniziamo la giornata con la visita del tempio Indù di Mariamman, che dista solo pochi isolati dal nostro hotel, quindi raggiungiamo nuovamente la Cattedrale di Notre Dame e visitiamo l’interno delle Poste, all’avanguardia sicuramente ai tempi della sua costruzione. Sul piazzale antistante una comitiva di studenti nelle loro belle divise e con i cappelli a pianta quadrata festeggia l’ottenimento del diploma. Facciamo una passeggiata lungo il largo viale antistante il museo della rivoluzione, e ci imbattiamo in una coppia di sposini, ai quali formuliamo i nostri migliori auguri. Ci ritroviamo quindi ai piedi della Bitexto Tower, il simbolo della nuova moderna Ho Chi Minh city. Decidiamo si salire al 49° piano per godere della visita panoramica, anche se il costo del biglietto lo reputo esagerato: 200.000 dong a persona. Ora però posso dire che li vale. La vista panoramica della città è ineguagliabile. Passiamo il resto della mattinata fra mercati rionali ed un centro commerciale che non desta particolari emozioni, quindi ci rifugiamo all’interno del mercato Ben Thran al sopraggiungere di un improvviso nubifragio. Decidiamo di consumare il pasto seduti al banco di uno degli innumerevoli chioschi, per finire in bellezza con il cibo di strada. Il check out è a mezzogiorno: avevo chiesto di posticiparlo, e dopo un lungo mercanteggiare ho deciso di tenere la camera per il pomeriggio al costo di 30,00 US$. Ci permettiamo anche un bagno nella piscina dell’Oasis prima della doccia e della chiusura delle valigie. Alle 16,00 puntualissimo il taxi ci preleva dall’hotel per condurci in aeroporto.

Good Bye Vietnam

Considerazioni:

È stato un viaggio bellissimo, purtroppo penalizzato come sempre dalla mancanza di tempo a disposizione. Abbiamo dovuto operare necessariamente a delle rinunce, ma in dieci giorni abbiamo comunque potuto visitare e toccare con mano l’essenza di questo meraviglioso Paese. La collocazione degli hotel scelti ci ha permesso di spostarci quasi sempre a piedi, che è il modo migliore per vivere i luoghi. Abbiamo sempre consumato i pasti in mezzo alla gente locale, gustando i sapori dei cibi di strada stando a contatto con persone di una cordialità e sensibilità unica; abbiamo girato in lungo ed in largo senza mai avere sentore di pericoli o quant’altro; abbiamo ampliato sicuramente la nostra conoscenza, e possiamo rivivere i nostri momenti guardando le 1268 fotografie scattate in mille luoghi ed in mille momenti.

E per finire…

Abbiamo pure imparato ad attraversare la strada!

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