Vietnam – Altopiani Centrali

Viaggio "Fai-da-te" da Hue ad Hoi An a Saigon passando per gli Altopiani Centrali e conclusione sul Delta del Mekong
Scritto da: Lazzari
vietnam - altopiani centrali
Partenza il: 17/01/2011
Ritorno il: 29/01/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €

Dopo l’esperienza del 2006 che ci ha visto visitare il nord Vietnam, stavolta decidiamo io e mia moglie Patrizia, di completare la nostra conoscenza di questo meraviglioso Paese affrontando un viaggio che dal centro (Hue-Hoi An), attraverso gli altopiani centrali (Kon Tum-Dalat) ci ha portato a Saigon e al delta del Mekong.Come allora, anche stavolta il nostro viaggio è completamente organizzato da noi due tramite internet con prenotazioni di almeno 3-4 mesi prima. Si comincia dal volo principale: Milano-Bangkok con scalo a Dubai e ritorno, con Emirates a euro 660 a testa; con Expedia prenotiamo anche l’assicurazione per un mese (euro 26 a testa). Poi si passa al volo Bangkok-Saigon (euro 100 a/r a testa con Asia Air) ed al susseguente volo Saigon-Hue (euro 22 a testa solo andata con Jetstar) prenotati anche diversi alberghi con Booking ed escursioni (altopiani centrali con Vietnam Drive e Delta del Mekong con Linh Agency).

Infine il visto con My Vietnam: (http://www.myvietnamvisa.com/) lettera di invito ottenuta in 48 ore al prezzo di 15 euro a testa: in dogana a Saigon si pagheranno i restanti 25 USD a testa.

Lunedì 17 gennaio: alle ore 8.00 si parte dall’aeroporto di Bangkok per Saigon, si arriva dopo un volo tranquillo e comodo alle 9.30. Sarà che il 17 non porta grande fortuna, fatto sta che d’ora in poi la giornata si fa grigia. Arrivati all’aeroporto internazionale, per proseguire con il volo per Hue previsto per le ore 15, dobbiamo prima passare con la nostra lettera di invito a fare i visti all’ufficio passaporti : purtroppo la fila è lunga e per farla breve, ci mettiamo 45 minuti per espletare il tutto. Usciti ci informano che, per prendere il nostro volo dobbiamo recarci al vecchio aeroporto destinato ai soli voli interni: per fortuna è a pochi minuti a piedi. Questo aeroporto, ormai in decadenza, ha pochi servizi ed i tabelloni dei voli sono fuori uso . Qui passeremo il resto della nostra giornata senza informazioni poiché il volo per Hue delle 15 è stato spostato alle 19.30. Finalmente, stanchi e scocciati, si parte con il volo Jet Star (compagnia tutt’altro che affidabile), dopo un’ora circa si arriva a Hue. Prendiamo un taxi che per 7 euro ci porta dopo 10 km al Binh Duong, alberghetto in pieno centro con camera grande e con 2 letti enormi.

Martedì 18 gennaio: finalmente inizia il nostro tour in Vietnam. Purtroppo, visto il periodo la giornata è piovosa; presi 2 impermeabili (0,40 euro a testa) ci incamminiamo verso la Cittadella; oltrepassato il Fiume dei Profumi, lungo la via, incontriamo il mercato di Dong Ba, il più grande e vario di Hue, dove le bancarelle di frutta tropicale la fanno da padrone (qui finalmente iniziamo a vedere il vero volto del Vietnam). Si cammina ancora sotto la pioggia ed in mezzo ad una moltitudine di motorini arrivando poi alle mura cupe della cittadella imperiale. Non sto a raccontare i vari monumenti della cittadella (ved. Guida Lonely planet) ma li elencherò solamente. Partiamo dalla porta Quang Duc dopo aver attraversato un vecchio ponte e ci troviamo nel piazzale della torre della bandiera. Pagati 4 euro a testa entriamo nel recinto imperiale ed iniziamo la visita alla città purpurea proibita: il palazzo Thai Hoa con la sala dei mandarini, il teatro reale, la sala di Lettura Imperiale, il tempio di To Mieu e varie altre residenze. Il complesso, bellissimo, è in continuo restauro; molto è stato fatto ma tanto resta ancora da fare. Usciti dal recinto imperiale camminiamo verso i laghi Tam e Tang Tau dove i turisti sono pochi e si vede la vera vita degli abitanti di Hue. Ci fermiamo a mangiare nel caratteristico ristorante Ngo Co Nhan su palafitte (costo 10 euro in 2). Nel pomeriggio girovaghiamo per le caratteristiche vie di Hue arrivando poi alla pagoda di Dieu. La pioggia sempre più insistente ci consiglia quindi di avviarci verso l’albergo. La sera piacevole cena presso il Ristorante “la Carambole”, pieno di turisti ma con buona cucina vietnamita: rimaniamo soddisfatti tanto da ritornarci anche la sera successiva.

Mercoledì 19 gennaio: ancora una giornata piovosa, ci attende un’escursione dell’intera giornata sul Fiume dei profumi e visita alle tombe imperiali (costo 22 euro in 2 compreso pranzo in barca). Dopo circa 20 minuti di battello, arriviamo alla Pagoda di Thien Mu poi, sempre in barca, giungiamo alla magnifica tomba di Tu Duc: un complesso immerso in un paesaggio idilliaco con laghetto, un tempio e diverse tombe. Nel pomeriggio visitiamo la tomba di Minh Mong e quella di Khai Dinh su una collina e diversa come stile dalle altre tombe. Il ritorno a Hue è effettuato in bus attraverso una splendido panorama agreste.

Giovedì 20 gennaio: ore 8 partenza per Hoi An in Openbus prenotato il giorno prima al prezzo di euro 5 in 2. Dopo 4 ore di percorso piacevole, attraversando il nuovo tunnel di Hai Van e la città di Danang, poi le montagne di marmo e la bellissima spiaggia di China Beach, arriviamo ad Hoi An, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco per il suo centro storico riportato ai fasti di un tempo. Effettivamente per noi due, Hoi An è la città più bella visitata in tutto il Vietnam, nonostante il turismo qui sia ai massimi livelli.

Il nostro albergo Vietnam Village è in ottima posizione, appena oltre il fiume Thu Bon, dalla caratteristica costruzione in bambù su palafitte (qui il fiume inevitabilmente inonda tutto nel periodo dei monsoni). Splendida poi la nostra stanza con balcone e fantastica veduta sul fiume, nonché sul centro storico (costo a notte euro 20 in 2 con colazione) Nel pomeriggio primo assaggio per le via di Hoi An. Serata al vicino Lighthouse Restaurant sulla nostra isola di Cam Nam. Intanto anche qui posizione splendida, il nostro tavolo al primo piano, offriva una vista magnifica con emozionante tramonto sul fiume; immersi in tale quiete abbiamo gustato anche un’ottima cena coccolati dai proprietari, una simpatica vietnamita con il marito olandese. (costo 15 euro in 2) Naturalmente posto speciale merita un ritorno e così prenotiamo anche per la sera successiva.

Venerdì 21 gennaio: magnifica giornata con sole splendido e temperatura mite. Si parte per la visita a piedi dei più importanti edifici del centro storico: prendiamo un biglietto (costo 7 euro in 2) che ci dà diritto all’ingresso di 5 siti culturali a nostra scelta. Noi optiamo per la Sala Riunioni della Compagnia cinese di Fujian, la casa di Tan Ky, il tempio Quan Cong, il Museo delle Ceramiche Commerciali e il laboratorio artigianale dove alle 15.oo abbiamo assistito ad un bellissimo spettacolo folcloristico tradizionale (compreso nel biglietto d’ ingresso). Altri siti in città si possono visitare gratis come ad esempio il ponte coperto giapponese: attenzione è nelle opzioni a pagamento ma ripeto ci si va gratuitamente. Comunque, al di là dei siti, è una goduria passeggiare per le vie senza traffico e fermarsi ad osservare negozi di qualità, gallerie d’arte, laboratori artigianali e molto altro. Dalla terrazza al primo piano del ristorante Cargo Club si gode una splendida vista sul fiume con barche dall’attività frenetica (costo pranzo 8 euro in 2) Nel pomeriggio continuiamo la nostra visita di Hoi An facendo un po’ di acquisti per poi terminare la nostra giornata fantastica con una romantica cena al già citato ristorante Lighthouse (da assaggiare la squisita torta alla mela e cannella).

Sabato 22 gennaio: ore 8.00 puntuali arrivano l’autista Duc e l’autista Dong della Vietnam Drive con la loro Toyota nuova fiammante. Iniziamo così la parte che più ci interessa nel programmare il nostro viaggio in Vietnam e cioè l’attraversamento degli altopiani centrali, zona ancora poco conosciuta in quanto aperta al turismo da pochissimi anni . L’esperienza si rivelerà infatti interessantissima, passando su un territorio ricco di storia (guerra del Vietnam) , percorrendo il famoso Sentiero di Ho Chi Minh e scoprendo diversi villaggi di montagnards (tribù di montagna) nonché valli, fiumi e cascate dal fascino selvaggio. Da Hoi An attraversiamo per una cinquantina di chilometri una zona pianeggiante e verde coltivata a risaie, poi ci raccordiamo con la statale 14, il famoso sentiero o strada di Ho Chi Minh che attraverso il Paese lungo la tutta la dorsale da nord (Hanoi) a sud (Saigon). Il percorso si fa decisamente più interessante passando per alcune strette vallate con torrenti e cascate a volontà; qui e là si possono visitare alcune etnie (Ede) ora tranquille ma fino a qualche anno fa in deciso contrasto con il governo vietnamita. Lungo il tragitto vediamo diverse coltivazioni di ananas e di caffè (purtroppo anche qui si incomincia a disboscare a dismisura per strappare terreno da coltivare). Nel tardo pomeriggio, abbastanza stanchi ma contenti arriviamo a Kom Tum, dopo aver visitato a pochi km dalla cittadina una collina chiamata Charlie Hill, roccaforte vietnamita nella guerra vietcong: comunque si consiglia di fermarsi ai piedi della collina in quanto sembra ancora disseminata di mine. Nottata al Family Hotel con camera discreta che da su un cortile interno veramente carino e tranquillo. Cena al Dak Bla’s : attenzione i pochi ristoranti di Kom Tum chiudono tutti puntualmente alle 20.30!

Domenica 23 gennaio: dopo un buona colazione nel rilassante giardino del Family, partiamo sotto un caldo sole alla scoperta di Kom Tum, bella cittadina a suo tempo teatro di feroci battaglie durante la guerra con gli Stati Uniti. Visitiamo, dapprima, il Seminario cattolico con splendida cappella in legno ed annesso piccolo museo sulla vita dei montagnards. Si passa poi alla cattedrale francese anch’essa tutta in legno con caratteristiche vetrate: è domenica e noi arriviamo appena finita la messa. Lo spettacolo lo offre la moltitudine di bambini e giovani che festanti se ne vanno dalla chiesa tutti in sella alla loro bicicletta. Dietro la cattedrale, nello stesso complesso, visitiamo l’orfanotrofio di Vinh Son. Un posto davvero toccante che ospita circa 300 piccoli orfani in massima parte provenienti dai villaggi di montagnards. Le nostre guide ci portano poi alla periferia della città dove visitiamo un villaggio banhar costituito da diverse case costruite su palafitte in legno e col tetto in paglia. Qui la vita del villaggio, veramente povero, ruota attorno ad una casa comune (rong) utilizzata in occasioni come matrimoni, assemblee e festività varie. Apro qui una breve parentesi per dire che le donne di tutte le tribù degli altopiani centrali, a differenza di quelle del Nord, non indossano più i costumi della tradizione; quindi scordatevi i bei costumi colorati delle etnie M’hong o Zao di Sapa, Bac Ha e dintorni.

Lasciate Kom Tum ci dirigiamo verso Pleiku, città senza interesse, per poi fermarci al lago Sea Lake per il pranzo. Riprendiamo il cammino attraversando vallate coltivate a pepe e caffè. E’ quasi l’imbrunire quando arriviamo alle splendide cascate di Drai Sap e Drai Nur (ingresso 1 euro a testa): bellissimo il sentiero lungo il fiume Krong Ana con ardito ponte sospeso; passeggiata entusiasmante. E’ ormai sera, siamo stanchi, ma una bellissima sorpresa ci rivitalizza: il nostro autista è di quelle parti e non torna a casa da 6 anni, per cui approfitta dell’occasione per un saluto ai parenti. E’ l’ora di cena e, già preavvertita, tutta la famiglia ci aspetta con grande festa: essendo tra l’altro, periodo di Tet (capodanno vietnamita) ci accomodiamo tutti (una ventina) attorno alla tavola imbandita (sul pavimento) con grandi piatti della tradizione vietnamita. Per fortuna noi avevamo in valigia un paio di stecche di torrone della nostra Cremona e così gliele abbiamo donate: regalo ben gradito, specie dai bambini che in un attimo lo hanno divorato. Dopo un paio d’ore in allegria abbiamo concluso la nostra cena brindando al nuovo anno con il tipico liquore di riso. Felici e soddisfatti di questo inatteso fuori programma, ormai in piena notte arriviamo accolti da un fortissimo vento all’Eden Hotel di Buon Ma Thuot per un meritato riposo.

Lunedì 24 gennaio: ancora una bella giornata con sole e temperatura mite; dopo una cinquantina di km tra verdi risaie, arriviamo al lago La, il più grande degli altopiani la giornata si è un po’ guastata e tira un vento fortissimo. Saliamo in auto su un’altura dove esiste un palazzo che un tempo era dell’imperatore (ora trasformato nell’Hotel Bao Dai Villa) da qui si gode una vista splendida sul lago. Ritornati in riva al lago visitiamo il villaggio di Jun (minoranza etnica M’nong) con case su palafitte e rattan ancora tradizionale, per chi vuole c’è la possibilità di una escursione a dorso di elefante sulle rive del lago (euro 20 per un’ora). Lasciato il Lak iniziamo una strada tortuosa che ci porta in quota: il fondo stradale è abbastanza buono salvo una decina di km ancora sterrato. Lungo la via visitiamo una seteria ed un villaggio dove allevano i bachi da seta. Alcune verdi colline coltivate a vite e a caffè nonché innumerevoli serre da fiori ed ortaggi ci annunciano la vicinanza a Dalat dove arriviamo nel tardo pomeriggio dopo esserci inerpicati per qualche km tra un paesaggio inatteso fatto da foreste di pini dal profumo decisamente casalingo delle nostre Alpi (siamo a circa 1500 m). Il tempo è buono con temperatura mite, sui 20 gradi, ci aspetta per due notti il Khai Hoang, alberghetto in pieno centro (15 euro a notte) . E’ ora di salutare i nostri amici (splendidi angeli custodi per tre giorni) ed iniziare una breve passeggiata per Dalat. Scendiamo verso il lago e sulla via siamo attirati da un via vai di gente festante che conferisce nel centro dei Salesiani dove sono in corso i festeggiamenti per Don Bosco: naturalmente ci aggreghiamo ed assistiamo anche noi a balli e danze che dureranno tutta la sera. Ceniamo in piccolo ristorante dove nessuno parla bene inglese e facendoci capire gustiamo del buon pesce e assaggiamo un tipo di tè che è molto popolare a Dalat: il tè al carciofo, molto aromatico e profumato.

Martedì 25 gennaio: ancora giornata splendida, si va a piedi alla Casa Pazza di Hang Nga, un’ardita costruzione stile Gaudì. Nel palazzetto ci sono nove stanze ora adibite a B&B, arredate in modo assurdo dove, per arrivarvi, bisogna districarsi in un labirinto di scale e passaggi surreali (biglietto 2 euro a testa). Visitiamo poi la cattedrale ed il lago di Xuan Hong, a forma di banana, fulcro centrale di Dalat. Pranzo all’ Art Cafè, ambientazione con quadri del proprietario vietnamita alle pareti, arredamento in bambù: buon posto e raffinata cucina viet(euro 10 in due).Pomeriggio, massaggio rilassante ai piedi, terminato chissà come con pulizia finale delle orecchie ! Poi visita del caratteristico mercato centrale e breve escursione al Giardino dei fiori (ingresso 1 euro a testa). Meritato riposo in hotel e poi si esce di nuovo per la cena, questa volta al V Cafè, ristorante raffinato con cucina viet. Il tutto allietato dalla musica country di un bravo chitarrista australiano (costo cena 8 euro in due) .

Mercoledì 26 gennaio: giornata di trasferta in bus da Dalat a Saigon, durata 7 ore. (Opentour Sinh cafè a 5 euro a testa) verso Saigon. Viaggio tranquillo e comodo attraversando verdi vallate coltivate a tè. Nei dintorni esistono diverse cascate quali Bo Bla, Dambri, Pongour ed altre. A metà strada sosta lungo la statale 20 ad una specie di autogrill nuovissimo dove si possono assaggiare ed acquistare diverse qualità di tè Oolong, il migliore del Vietnam. Si riparte passando poi per numerose piantagioni di gelsi le cui foglie costituiscono il nutrimento dei bachi da seta. Un numero sempre crescente di automezzi e motorini ci annunciano l’arrivo a Saigon dove giungiamo verso le 16 accolti da un traffico e da un clima ben differenti dalla calma e fresca Dalat. Il nostro albergo a 100 m dalla fermata dell’Open Bus è lo “Sport 1” prenotato con booking.com al prezzo di 25 euro a notte: camera discreta, silenziosa e personale fin troppo ossequioso. Breve sosta e poi andiamo vicinissimo, a conoscere la nostra amica Linh dell’omonima agenzia con la quale abbiamo prenotato per il giorno dopo l’escursione sul Mekong per 2 giorni al prezzo di Euro 20 a testa, pernottamento in hotel compreso. La ragazza si dimostrerà una vera amica: infatti ci offre subito 2 frullati di mango e ci invita a cena poco più tardi in ristorante tipico dal nome impossibile (Cuc Gach Quan) L’edificio è ricavato in un antico palazzo ottocentesco ed arredato da un celebre architetto vietnamita: entriamo e saliamo al 2° piano, dove già Linh aveva prenotato il nostro tavolo, cioè il nostro letto ! Sì, perché la cena l’abbiamo consumata sul sottofondo in legno di un antico letto a baldacchino: una cosa divertente ed originale.

Giovedì 27 gennaio – dopo la migliore prima colazione di questo viaggio allo “Sport 2” (affiliato dello Sport 1) , partiamo con altri turisti alle 8.30 per la gita sul Mekong e dopo un paio d’ore di pullman arriviamo a Mi Tho: breve e piacevole passeggiata sul lungo fiume e poi in barca iniziamo la visita al fiume dei Nove Draghi. Percorriamo diversi canali toccando alcuni villaggi di pescatori e varie isole fra cui l’Isola della Fenice, del Drago, della Testuggine e dell’Unicorno. Il pranzo lo consumiamo in un villaggio all’interno di una coltivazione di orchidee: proviamo un pesce squisito chiamato “Orecchio di Elefante”. Dopo pranzo con rilassante musica tradizionale sorseggiando liquore di riso. Pomeriggio ancora in barca sul Mekong quindi in bus alla volta di Cam Tho. Notte al Phuong Hang Hotel, alberghetto discreto con aria condizionata. Serata sul lungofiume affollatissimo per l’inizio delle festività del Tet: cena al ristorante Mekong, localino alla buona con solo 7 euro di spesa in due. Volendo, in questo ristorante si può assaggiare il serpente mentre all’esterno macchine rudimentali spremono canne da zucchero per un succo deliziosamente dolce.

Venerdì 28 gennaio : di buon mattino si raggiunge l’Imbarcadero e, in circa mezz’ora di navigazione siamo al mercato galleggiante di Cai Rang, il più grande dl Delta del Mekong.

Esperienza impagabile: barche con donne che vendono frutta e verdura esotica di ogni tipo si intrecciano con barche piene di fiori e altra mercanzia. Un’attività frenetica che si svolge dalle 6 del mattino a mezzogiorno, sotto lo sguardo entusiasta di stupiti turisti pronti ad immortalare con le loro macchine fotografiche ogni gesto degli affaccendati venditori. Anche noi, terminata questa esperienza, lasciamo soddisfatti Cai Rang e lentamente navighiamo in alcuni canali laterali, stavolta immersi in una quiete completa. All’ora di pranzo arriviamo ad un villaggio dove visitiamo un laboratorio di carta di riso ed una fabbrica artigianale di caramelle al cocco. Pranzo in loco con gustoso pesce gatto.

Al pomeriggio si ritorna in barca a Cam Tho per poi in bus in circa 4 ore, arrivare a Saigon. Stavolta cambiamo hotel, ci insediamo al “Tulips” albergo nuovo gestito da un australiano e dalla moglie viet: stanze pulite e silenziose, internet gratis nella hall (25 euro a notte), a nostro parere da consigliare per un soggiorno a Saigon, la sua posizione è centrale ma non caotica.

Sabato 29 gennaio: l’amica Line viene a prenderci per farci fare un breve giro della città e poi pranzo nel caratteristico Them Xua caffè ristorante di ottima qualità con clientela quasi esclusivamente vietnamita (euro 18 in tre). Nel pomeriggio, lasciata la nostra splendida amica, rilassante visita nel mercato dei fiori (orchidee di ogni specie) ed al mercato coperto di Ben Thanh per gli ultimi acquisti in Vietnam.

Alla sera riprendiamo la via dell’aeroporto per poi lasciare a malincuore questo splendido ed indimenticabile paese: la Thailandia ci aspetta (ma questa è un’altra storia…)



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche