Giro della Sardegna in una settimana

Viaggio on the road con un van (molto vintage) Wolksvagen camperizzato
Scritto da: casa panceri
giro della sardegna in una settimana
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Brescia – Carlo e Serena, appena rientrati da un viaggio (notare bene, viaggio non vacanza!) in Sardegna.

Tutto è iniziato da un passaparola, i soliti amici di amici di amici che condividono interessi comuni e li postano su Facebook (poco romantico ma molto utile!). Così incappiamo nel sito di C’mon Campers. Belle le foto, bello il logo, bello soprattutto il concetto: affittare un camper per girare l’isola in piena indipendenza. Se poi questo mezzo è un vecchio van VW camperizzato, dotato di ogni confort e impreziosito da un nuovo e colorato allestimento è perfetto; sembra una realtà ideata per due come noi (che difficilmente riusciamo a stare nello stesso luogo per più di mezza giornata).

Cosa è successo? Arriviamo all’aeroporto di Alghero verso le 10 di mattina, Stefano passa a prenderci con “il nostro van per una settimana”, ci spiega un sacco di cose (molte raccomandazioni, c’è da rimanere storditi e si rischia di non apprendere tutto al volo, per fortuna ci consegna anche un foglio promemoria da portarci dietro). Mentre osserviamo pazienti Stefano che si sposta avanti e indietro per farci vedere ogni minimo dettaglio di Matilde (il van ha un nome!) arriva anche Emanuela. A quel punto ci perdiamo in chiacchiere ad oltranza, si è fatta quasi l’una e decidiamo di pranzare insieme ad Alghero (dobbiamo entrambi passare dal supermercato a fare rifornimenti). A parte i racconti fantascientifici che ci hanno fatto venir voglia di cambiare vita, Stefano e Emanuela sono simpatici e intelligenti, anche se un po caotici, che però ci stà!

tappa n. 1 focaccia da Milese (lungomare di Alghero, vicino al porto)

Saluti raccomandazioni saluti saluti saluti, riusciamo a partire in direzione sud;

tappa n. 2 Santa Caterina di Pittinuri (con la maschera e le pinne come i bambini!)

Finalmente il primo bagno, poi il secondo, poi il terzo! Non siamo amanti del sole, quindi entriamo e usciamo dalla nostra casetta a quattro ruote. Riposiamo con il portellone aperto mentre l’arietta tiepida ci asciuga, è la pace dei sensi per almeno 45 minuti, poi sentiamo la necessità di rimetterci in marcia. Per la notte ci appostiamo non troppo vicini alla spiaggia, non saprei dire dove fossimo di preciso ma posso garantire che mentre gustavamo la nostra birra aspettando l’oscurità c’era una bellissima vista sul mare!

La notte passa veloce e tranquilla, richiudiamo la nostra postazione letto/tenda sul tetto e facciamo colazione. Il nostro progetto di svegliarci per vedere l’alba è fallito, ma abbiamo ancora qualche giorno per provarci. Saltiamo l’operazione bagno nell’acqua ghiacciata del mattino e ci mettiamo subito in moto;

tappa n. 3 San Salvatore (circumnavigando lo stagno di Cabras)

Arriviamo in questo irreale paese stile western, assolutamente fuori dal mondo, consigliato da Stefano. Fra l’altro dei film ce li hanno girati veramente, è incredibile quanto assomigli ad un set dimenticato (invece la gente ci vive davvero e le case in vendita sono pure care!). Avremmo dovuto prepararci un panino in economia nel van, tuttavia il menù dell’unico bar-ristorante-trattoria-sala ristoro-gelateria ci ha accattivato… e lo spaghetto allo scoglio è entrato nella lista delle nostre priorità.

tappa n. 4 Piscinas (imponenti dune dorate circondate da miniere)

Lo stesso giorno, sempre seguendo i consigli di Stefano ed Emanuela, ci dirigiamo verso le spiagge di Piscinas. Con Matilde attraversiamo il paesaggio desertico, procedendo a passo d’uomo per limitare il polverone e goderci il panorama. Nel parcheggio abbandoniamo la nostra fedele e ormai familiare compagna di avventure e ci lanciamo in spiaggia. Il programma prevede una grigliata di gamberoni al bar (dove riceviamo adulazioni e ispiriamo svariata curiosità per “il nostro mezzo”) e trascorriamo la notte nel sacco a pelo in riva al mare (esperienza meravigliosa, anche se la temperatura di notte si abbassa notevolmente e a volte i gabbiani decidono di atterrare sulle gambe di Serena – almeno così lei afferma!). Finalmente riusciamo a vedere l’alba (difficile non svegliarsi ai primi bagliori sulla spiaggia), approfittiamo delle docce messe a disposizione e alle 7 siamo già in strada.

tappa n. 4 Sant’Antioco (dove abbiamo comprato della pasta di formaggio per pescare)

Sempre con il concetto viaggio/stop per bagno viaggio/stop per bagno, visitiamo velocemente l’isola di Sant’Antioco (collegata alla costa da un ponte).

tappa n. 5 Porto Pino (dove facciamo i campeggianti sul serio)

Questa volta piazziamo Matilde per bene, mezza ombra (per Carlo) mezzo sole (per Serena), brezza marina al punto giusto. Tiriamo fuori la veranda e arrediamo la sala da pranzo all’aperto con tavolo, sedie e BBQ. Mai fatto prima, è un’esperienza a metà fra il pre pensionamento in ciabatte e l’accampamento in un’isola deserta stile Lost. Passiamo così la nostra giornata da veri camperisti. La sera prendiamo un aperitivo con concerto improvvisato in un localino all’aperto di Sant’Anna Arresi. Per la notte troviamo un posto tranquillo e crolliamo ascoltando il fruscio del vento sulla nostra tenda/nido, sembra di essere in una casa sull’albero.

tappa n. 6 Cagliari (dove proviamo a pescare con scarso successo)

Proseguiamo verso il Sulcis, passiamo da Teulada e da Pula. Zona militare difficilmente visitabile, ci dicono che per apprezzarne la bellezza c’è la possibilità di farsi accompagnare in barca nelle varie spiaggette paradisiache. Purtroppo noi non siamo in grado di fare una vacanza, noi viaggiamo… non nel senso romantico del termine ma nel senso che non riusciamo proprio a fermarci e quindi proseguiamo verso Cagliari. Arriviamo nel pomeriggio e cerchiamo subito la zona balneabile per provare la nuova canna da pesca da 12 euro di Carlo (col formaggio come esca perché i vermi ci fanno un po impressione). Al molo un signore sardo, impietosito dalla nostra scarsa abilità nella pesca, ci aiuta a montare i piombini, l’amo e l’esca. Passiamo un’oretta ad ascoltare aneddoti della sua gioventù a La Spezia quando faceva il militare negli anni ’70 e non peschiamo niente! Andare in centro per dormire sul camper avrebbe poco senso, cerchiamo, quindi, una pescheria e ci compriamo un po di totani. Improvvisiamo un mini BBQ nel parcheggio ormai deserto vicino al molo, ed il fascino di Matilde non si smentisce, dopo cena un gruppetto di ragazzi ne è attirato e si unisce a noi offrendoci qualche birra. Oltre ai paesaggi da sogno la Sardegna offre anche belle persone! Il risveglio in città è un po più traumatico. Via vai di macchine, schiamazzi, ci prepariamo un caffè con il portellone aperto fra gli sguardi curiosi dei bambini e poi ci dirigiamo verso il centro di Cagliari. La città ci piace moltissimo. Visitiamo a piedi tutto il centro, arriviamo anche fino al castello (caldo + salita fanno pensare che la sera sia molto più rilassante). A pranzo ci fermiamo a mangiare da “Ci pensa Cannas”, una trattoria in centro. Ottimo pesce, ottimo prezzo e ovviamente simpatia garantita!

Siamo di nuovo con Matilde verso nuove mete:

tappa n. 7 Porto Tramatzu (dove abbiamo visto un gufo bianco in mezzo alla strada)

Vorremmo arrivare fino a Capo Carbonara ma il tempo a nostra disposizione non ce lo permette… ci siamo spinti fin troppo oltre, come nostro solito! Passando per San Vito approdiamo a Porto Tramatzu. Ci siamo abituati alla tranquilla vita vacanziera, così cerchiamo un posto vicino alla spiaggia e ricostruiamo il nostro camping set (nella nostra veranda mancherebbero solo i vasi di fiori e una fontanella!).

tappa n. 8 Parco Nazionale del Gennargentu (la tappa preferita)

Passiamo per Tortolì e Arbatax, che sono già un po troppo affollate per i nostri gusti. Proseguiamo verso la montagna, iniziamo a risalire il Parco del Gennargentu, dove vediamo paesini fermi agli anni ’50 (comprese le vecchiette vestite di nero con il capo coperto). Il paesaggio delle montagne e mozzafiato, non ce lo aspettavamo. A metà Parco prendiamo una galleria sulla destra e ci ritroviamo a picco sul mare, siamo arrivati a Cala Gonone. L’acqua del mare era così cristallina che siamo riusciti a fare il bagno più ghiacciato di sempre. Il paese è tranquillo e dà l’idea di un villaggio di montagna arroccato… che però è sul mare!

A cena cadiamo di nuovo in tentazione: “spaghetti con bottarga e vongole”. Promettiamo che è l’ultima volta, abbiamo una cucina su ruote e dobbiamo usarla!

tappa n. 9 Capo Coda Cavallo (dove inizia la zona off limits)

Il tempo stringe, resteremmo un mese solo a Cala Golone ma risaliamo la montagna e guidiamo verso Capo Coda Cavallo. Il lungo mare è stupendo, sembra tutto un po più ordinato, ci sono sparsi qua e la dei residence con i tetti di pietra e le piscine di acqua salata. Inizia la zona un po glamour, quella della tv e delle riviste, che però a noi interessa poco. Ci impegnamo a trovare un personale angolino di paradiso per parcheggiare Matilde e goderci la nostra ultima giornata di mare.

tappa n. 10 Sassari (dove incontriamo Graziano)

E’ la mattina del nostro ultimo giorno in Sardegna. Arriviamo a Olbia e prendiamo la strada che ci porterà a Sassari, dove abbiamo appuntamento con un amico. La città la conosciamo già bene (meriterebbe comunque un visita, ma fa troppo caldo), carichiamo Graziano al volo e ci dirigiamo verso Alghero. Ci allunghiamo fino al Parco di Capo Caccia per mangiare un panino riciclando gli avanzi vari nel frigo. Ultimo bagno, ultimo sonnellino al sole e poi via ad Alghero. Visitiamo brevemente il centro, prendiamo un caffè con Graziano e dei suoi amici raccontando la nostra recente avventura di viaggio (facendo entusiasmare tutti, siamo ancora molto carichi e sprizziamo entusiasmo!). Salutiamo tutti, compreso il mare che ci lasciamo alle spalle con un briciolo di tristezza. All’aeroporto troviamo solo Emanuela. Le riconsegnamo la nostra cara Matilde, con 800 km in più e le nostre mappe scarabocchiate nel cruscotto! Ripartiamo con un bel sorriso che abbiamo ancora stampato sulla faccia!

Tiriamo le somme: è stata la nostra prima esperienza di viaggio in camper, van camperizzato o quello che è. Di solito siamo fan della macchina (Francia, Germania, Danimarca, Sicilia, in auto arriviamo un po ovunque!) però c’è l’inconveniente che spesso la sera alle 11 non abbiamo ancora un giaciglio e spesso ci si accontenta o si spende troppo. Con il van puoi fermarti dove vuoi, scegliere la tua vista mare preferita e spostarti se ti va… anche di pochi metri solo per cercare l’ombra! I contro sono non avere un bagno, che però a me personalmente ha disturbato il giusto (le donne sono più problematiche sotto questo aspetto). Credo che per quelli come noi, che preferiscono lo spostamento alla sosta, sia l’ideale! Anzi, credo che sia l’ideale un po’ per chiunque, è come fare una cosa un po’ al limite dell’avventura ma rimanendo assolutamente nei ranghi della civiltà! La Sardegna non si smentisce mai, è sempre da scoprire e non delude. Un’accoppiata vincente! I pomodori in Sardegna sono buoni, ma tipo il doppio di ovunque.



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