In moto sulle strade della Sicilia

Abbiamo percorso quasi 1200 chilometri, partendo da Trapani e poi verso Marsala, Mazara del Vallo, Agrigento, Piazza Armerina, Modica, Noto, Taormina, Randazzo, Cefalù, San Vito Lo Capo ed Erice
in moto sulle strade della sicilia
Partenza il: 18/06/2014
Ritorno il: 26/06/2014
Viaggiatori: 6

Nove giorni in moto sulle strade della Sicilia

Abbiamo percorso quasi 1200 km, partendo da Trapani, verso sud, Marsala, Mazara del Vallo, Agrigento, Piazza Armerina, Modica, Noto, Taormina, Randazzo, Cefalù, San Vito lo Capo ed Erice.

Mercoledì, 18 giugno: Trapani – Triscina, 80 km

Come un gabbiano dalle lunghe ali scintillanti taglia l’orizzonte planando accanto alla splendida Favignana coronata dall’intenso mare blu, poco oltre a Birgi il nostro volo Ryanair si posa. Qui in pulmino fino a Trapani dove il gentilissimo Sig. Antonino della “Italmotorent” ci consegna i nostri quattro scooter a noleggio, molto più comodo ed economico che scendere con i nostri, sistemati i pochi bagagli partiamo. L’intenso profumo di salsedine invade il nostro spirito tra le saline e i mulini a vento di Nubia e ci carica di un gioioso entusiasmo. Superiamo Marsala, poco dopo ci fermiamo per un breve un fugace pranzetto con un ottimo cous cous di pesce. Nel pittoresco canale di Mazara del Vallo sono attraccate numerose barche con indaffarati pescatori, le vie del lungomare vuoi per la salsedine o per il caldo, sono più lucide e levigate di una pista di ghiaccio, quindi insidiosissime, soprattutto per ciclisti e motociclisti. Attraversiamo Granitola, Torretta e Tre Fontane fino a Triscina, meta del nostro primo giorno. Il Camping Helios si affaccia tranquillo ed invitante sul mare, scaricati i bagagli (bauletti) nei bungalow dotati di ogni confort, ci aspetta la bellissima spiaggia di fine sabbia dorata per un bagno di sole perché l’acqua per alcuni è ancora fredda, mentre altri si cullano beatamente tra le onde. La sera al Ristorante Pizzeria da Enrico degustiamo ottime pizze. Ritemprati dalla brezza notturna, ci infiliamo a letto stanchi verso mezzanotte.

Giovedì, 19 giugno: Triscina – San Leone dei Bagni – Km 100

Sveglia alle otto, pronti a cavalcare l’azzurra giornata di sole, purtroppo non riusciamo a visitare il tempio di Selinunte. La tangenziale scorre cullandoci piacevolmente in continui saliscendi, amene colline di ulivi argentati si avvicendano a campi di grano dorato e verdi vitigni, pregio del grande Vincenzo Florio, superiamo Menfi e Sciacca poi a Realmonte scendiamo verso il mare. D’improvviso appare come d’incanto nel suo sfolgorante biancore la Scala dei Turchi a picco sul mare, incastonata tra due spiagge di sabbia dorata. Dal parcheggio in pochi minuti vi si giunge, saliamo le sorprendenti candide falesie scolpite dal vento e dal mare, dove il bianco abbagliante traccia l’azzurro del cielo che precipita a mare, scattate le foto di rito torniamo. Al ristorante Majata una squisita pasta con le vongole e la fresca caprese completa la deliziosa mattinata. Il gentilissimo custode del parcheggio, ci suggerisce le dritte per arrivare a San Leone dei Bagni, passiamo Porto Empedocle, la mitica Vigata del commissario Montalbano mirabilmente narrata da Camilleri. Nella luce dorata del pomeriggio ci soffermiamo conquistati ai piedi di Akragas, l’antica città le cui rovine abbracciano la splendida valle dei Templi dove maestosi si stagliano nel cielo e dominano il mare, mentre a ridosso si svela come un variopinto texture la città di Agrigento. Al B&B Sabbia d’Oro di San Leone siamo accolti cortesemente, nella villa occupiamo tre camere confortevoli con ampi balconi, giardini e parcheggio privato, scendiamo in spiaggia lì a pochi passi a goderci gli ultimi raggi di sole poi al bar ci gustiamo: “Il pirlo”, un fresco aperitivo svelando la ns ricetta al barista. Dopo una corroborante doccia, ci incamminiamo verso il centro, ispirati entriamo alla Trattoria “Il Caico”; frittura di paranza, spigole, seppie ai ferri e caponata, il tutto annaffiato da un bianco secco, infine i dolci locali saziano deliziosamente i ns appetiti, a prezzi equi.

Venerdì, 20 giugno: Agrigento – Piazza Armerina – Modica – 210 km

Sveglia di buonora, dopo una buona colazione si parte, oggi la strada è tanta ed il sole brilla come i ns occhi. Raggiungiamo la Valle dei Templi, adagiati fra sinuose colline ed incorniciati da secolari ulivi ci ammaliano seducenti. Il tempo ci strappa da quella incantevole visione. Seguiamo tra numerosi lavori in corso la S.S. 640 per Caltanisetta. Piccolo ristoro, poi imbocchiamo la S.P. 96, serpeggiante strada collinare incastonata in uno splendido paesaggio, dove la luce dorata del sole abbraccia i campi maturi di raccolto. Dopo Pietraperzia, in breve tempo raggiungiamo la Villa del Casale di Piazza Armerina. Davanti al parcheggio e prima di entrare, ci rifocilliamo al grazioso ristorantino, con piatti tipici e soprattutto squisite granite. La Villa Romana risalente al 320-350 d.C. e circa 3.500 metri quadri sono ricoperti da favolosi pavimenti in mosaici, custoditi in perfetto stato e divisi in 48 stanze che si ammirano dall’alto sopra comode passerelle di legno. Come noi, affascinati da ineguagliabile bellezza, numerose comitive vagano a caso, non certo seguendo le esigue segnalazioni del percorso. Gli esempi di mirabile maestria sono innumerevoli, ma su tutti spicca la Grande Caccia raffigurante la cattura di animali feroci destinati ai giochi circensi. La Villa del Casale rappresenta una fondamentale testimonianza ed un inimitabile affresco dell’aristocrazia romana, comunque 14€ per l’ingresso sono a mio parere troppi. Dopo questo splendido tuffo nel passato, ri-saliamo in sella. Ammiriamo la cupola verde della cattedrale di Piazza Armerina, poi Caltagirone e Ragusa, infine Modica meta della giornata, nella splendida cittadina ci coglie il traffico intenso e provvisori sensi unici, a causa della temporanea chiusura della tangenziale. Con fatica troviamo il B&B Pineta Monserrato, accolti cordialmente dal Sig. Enzo che per noi si è scollato dalla partita in tv di Italia-Costarica nei mondiali di calcio in Brasile. Sistemati nelle camere, seguiamo delusi la fine della partita. Poi a piedi sul Corso Umberto I° e, nel grazioso negozio degustiamo l’apprezzato cioccolato di Modica, famoso per la particolare lavorazione. Cena alla “A Putia ro vinu” consigliata dal sig. Enzo, caratteristica trattoria nel centro storico, stile anni 50’, serviti dalla simpatia del proprietario che ne illustra con passione, tradizioni e caratteristiche del loro menù, apprezzando i prelibati piatti e dolci tipici di Modica, naturalmente tutto con modica spesa… Visita al duomo di San Pietro in stile barocco siciliano, famoso anche per la sua scala dei Santoni. Poco più in alto, ammiriamo la maestosa cattedrale di San Giorgio, tra le più significative del barocco europeo e la più imponente di tutta la Sicilia orientale, con il mio piccolo cavalletto scatto numerose ed insolite fotografie notturne. Letto a mezzanotte stanchissimi, ma felici per l’intensa fantastica giornata.

Sabato, 21 giugno: Modica Taormina Km 180

Un’altra bella giornata di sole e caldo ci aspetta, il sig. Enzo ci prepara una buona colazione, offrendoci preziosi consigli sull’itinerario, anche lui appassionato di viaggi in moto, con la promessa di ricambiare quando verrà verso nord, con il tour in alte quote: ”Gavia Stelvio e Livigno”, insieme al suo gruppo di Biker. Inseguiamo la S.P. 28 direzione Frigintini, immersi in uno splendido paesaggio contornato dai muretti a secco, limoni aranceti e vitigni pregiati, ci impregnano di intensi profumi e rinfrancano lo spirito. Più avanti, Noto, capitale del barocco, si crogiola innanzi a noi nella radiosa luce del mattino, al centro si erge superba la splendida Cattedrale di San Nicolò, al culmine di una monumentale e scenografica scalinata a quattro rampe, la grandiosa facciata in pietra calcarea è un meraviglioso esempio di stile tardo barocco. L’interno della basilica custodisce numerose ed interessanti opere d’arte. Davanti al Palazzo Lucezio la Scuola di Danza “Institutio ad integrum” sfoggia la prova generale per l’esibizione serale, una ghiotta occasione per scattare interessanti fotografie. Poco dopo rinfrescati da gustose spremute, entro nel grazioso negozio di Amanda Marini mentre dipinge con abile maestria la sua Sicilia sulla tela, utilizza vivaci colori per i luminosi e caldi paesaggi che scendono fino all’azzurro del mare che poi si fondono nel cielo dorato al tramonto.

Riprendiamo il viaggio, dopo qualche km saliamo sull’autostrada A18/A45 direzione Catania, quasi sprovvista di segnaletica, con il manto stradale pericolosamente inaffidabile che si contrappone al quieto e variopinto paesaggio, ricco di suggestivi ed incantevoli panorami. Maestoso si avvicina l’Etna, incoronato da nuvole argentate e bianche fumarole e quì la carrozzabile diventa più sicura e godibile. Aggirata Catania volevamo scendere sulla costa per ammirare la Riviera dei Ciclopi, narrata da Omero nell’Odissea e dal Verga nei Malavoglia, ma l’invisibile segnaletica ci hanno condotto ad Acireale. Quindi a malincuore li abbiamo saltati. A Riposto stanchi ci fermiamo a mangiare dei buoni panini e squisiti gelati. Dopo il prezioso ristoro, nonostante cortesi indicazioni, sudiamo le famose sette camicie a scovare la strada per San Giovanni che porta a San Alfio, meta di questa giornata, azzzz… dobbiamo proprio acquistarlo un navigatore per le moto, perché i ns sofisticati ed aggiornati per auto, sono inservibili ai riverberi del sole. Li giunti, ospiti del ns caro amico Giovanni, sistemiamo moto e bagagli, una bella doccia lava via la stanchezza della soddisfacente giornata. San Alfio è posto a 550 s.l.m. una splendida balconata, che spazia sopra Giarre come un prezioso mosaico si distende nell’azzurro mare. Castelmola a levante sorveglia dall’alto Taormina, verso ovest la sera luccicano tremolanti i chiarori della costa Saracena, mentre di spalle imponente, l’Etna svetta e sbuffa solenne. A cena andiamo consigliati al ristorante del: “Castagno dei cento cavalli” posto nei pressi del castagno plurimillenario, la sua storia si fonde con una leggenda secondo cui la regina Giovanna I° D’Angiò, col seguito di cento cavalieri si riparò da un improvviso ed impetuoso temporale sotto la chioma imponente; le “malelingue” aggiungono, che la regina nell’attesa del bel tempo, amoreggiò con i suoi cavalieri. Prelibati tipici piatti di carne e favolose pizze riempiono i ns tavoli e soddisfano i ns appetiti. Prima di coricarci dalla terrazza contempliamo l’incantevole cielo stellato coccolati dalla fresca brezza.

Domenica, 22 giugno: Taormina Km 60

Oggi è domenica, quindi con calma e niente bagagli, partiamo con salviette costumi creme solari e naturalmente i caschi, colazione a San Giovanni poi per la litoranea, con gli scooter evitiamo le code del traffico domenicale. Le spiagge dei Giardini Naxos punteggiate da colorati ombrelloni, contrastano il luccichio dei riflessi sul mare, come un prezioso diadema l’acqua smeraldina circonda Isola Bella. Meta della mattinata il centro di Taormina sospesa tra rocce e mare sulla spianata del Mt Tauro, facilmente parcheggiamo. A piedi gongoliamo per le vie principali, affollate di gente e di caratteristici negozi, anche noi come molti turisti approfittiamo per acquistare graziosi regali. Nella piazza davanti alla bella chiesa di San Giuseppe, il salotto di Taormina, stazionano in bella mostra decine di auto storiche, dalla balconata si ammira un magnifico panorama che abbraccia l’Etna, la baia di Naxos e le vestigia del Teatro Antico, esso poteva ospitare circa 10.000 spettatori, anche qui godiamo la vista del paesaggio straordinario. Per il pranzo, brioche con il gelato, e giunge l’ora di scendere per il meritato relax in spiaggia a Letojanni, noi maschietti all’ombra di giovani pini marittimi, come lucertole le ragazze al sole. L’acqua turchese, ancora fredda, non frena i ragazzini festosi che si avventurano in acqua con palloni e salvagente. Verso sera, con prudenza scansiamo le lunghe colonne di auto, fermata in gastronomia, per rifornirsi di gustosi manicaretti. Anche questa bella giornata termina sulla terrazza a San Alfio, osservando l’eccezionale panorama notturno avvinto dal luccicante cielo stellato.

Lunedì, 23 giugno: San Alfio – Cefalù km 190

Sveglia sereni e ben riposati, in piazzetta di San Alfio sosta per la colazione, davanti a noi brilla illuminata dalla luce tersa del mattino la caratteristica facciata della chiesa in pietra lavica. Saliamo verso Milo poi a destra per Linguaglossa tra rigogliosi appezzamenti coltivati e vitigni pregiati, sulla bella S.S. 120, osserviamo le splendide ginestre dell’Etna che sfavillano dorate dal sole fra le impressionanti colate di lava nera. A Randazzo prendiamo per Cesarò, una bella strada ricca di piacevoli saliscendi circondati da ammirevoli paesaggi, poi sulla S.S. 289 nel Parco dei Nebrodi saliamo alla Portella della Femmina Morta a 1524 slm, la strada corre su più versanti, ricca di piante di sughero e faggi che si alternano ai pascoli e fitte verdi boscaglie, Unica strada (tra quelle percorse) con segnaletica stradale e cartellonistica adeguata fino a San Fratello, splendido e pacifico borgo che domina sulle isole Eolie distese come placidi dinosauri riposano tra la foschia. Scendiamo godendo i tornanti della bella strada panoramica, aggiriamo San Agata di Militello, piccola sosta a: Torre del Lauro, al pacifico: “Blu Residence”, dove conosciamo Antonino abile appassionato di fotografia come me… poi tranquilli procediamo sulla S.S. 113 fino a Cefalù. Alloggiamo sul lungomare all’Hotel Tourist, accolti premurosamente, ci assegnano le camere con vista mare e sulla splendida cittadina, poi indossati i costumi via in spiaggia fra ombrelloni e lettini riservati, ristorati dai caldi raggi di sole e da un tonificante bagno a mare mite e cristallino (l’unico della mia vacanza). Ammagliante come una bella signora, Cefalù, posa per le mie immagini nella bellissima luce del meriggio fino alle prime luci del tramonto. Lo chef, ci invita alla serata siciliana a bouffe, lunghe tavolate con file incalcolabili di profumate e colorate delizie di questa terra, sulle sfrigolanti griglie abili mani girano e rigirano fumanti salcicce costolette e spiedini di carne succulenti, che annaffiamo con un corposo vino nero dei Nebrodi, infine cannoli e cassatine a volontà saziano non solo i nostri occhi, il tutto accompagnato dal melodioso sottofondo del gruppo folk locale applaudito dai numerosi ospiti, perlopiù stranieri. Per smaltire la cena luculliana facciamo quattro passi nel borgo fra i più belli d’Italia, tra i vicoli medioevali illuminati da caratteristici negozietti, giungiamo davanti al Duomo di Cefalù, bellissima costruzione medioevale, poi torniamo in albergo stanchi ma arricchiti da un’altra entusiasmante e serena giornata.

Martedì, 24 giugno: Cefalù – San Vito Lo Capo km 180

Il sole del mattino brilla sul mare e lo scirocco culla dolcemente le palme, mentre consumiamo una ricca prima colazione. Seguiamo la S.S. 113 fino alle porte di Palermo, poi prendiamo l’autostrada, dove i ns scooter ondeggiano alle folate improvvise di scirocco, quindi oltre a moderare la velocità saltiamo Mondello, Isola delle Femmine e Scopello, ammiriamo solo dall’alto la bellissima Castellamare del Golfo, giungiamo poi a San Vito, con mani e polsi tremolanti ed indolenziti. Alloggiamo all’Hotel Egitarso, posto di fronte alla splendida spiaggia di sabbia fine, tra le migliori d’Italia, dove l’acqua turchese si srotola nel blu più intenso, delusione cocente delusione non certo la sistemazione nel comodo e grazioso appartamento, aggiungo che la Sicilia è dotata di una vasta scelta di ottimi B&B e di pregevoli Hotel, la delusione quindi riguarda la partita dell’Italia, che ha giocato bene, ma non ha combattuto e, l’Uruguay ci spedisce meritatamente a casa. Più tardi ci confortiamo alla Trattoria “U Sfizziusu” con squisiti piatti tipici a buon prezzo. Ondate di turisti affollano le vie centrali di San Vito, tra negozi di artigianato, bigiotterie, ristoranti e gelaterie, le vie più interne sono quasi tutti piccoli alberghi o appartamenti in affitto e case di vacanza. Visita allo splendido Duomo del 1450, dapprima fortezza, sorta a protezione dei pellegrini che giungevano ad incontrare il giovane Egitarso, (San Vito). Infine dopo aver gustato l’immancabile buon gelato a letto sfiniti ma felici.

Mercoledì, 25 giugno: San Vito – Baia dello Zingaro km 30

Cavalloni di nubi argentate sovrastano e rincorrono le placide onde blu. Cullati dal lieve scirocco seguiamo la S.P. 63, poi interrotta per dar vita alla splendida Riserva Naturalistica “Baia dello Zingaro”, ammiriamo entusiasti la costa rocciosa e la piccola spiaggia bagnata dalle onde turchesi, mentre di spalle il verde lussureggiante avvolge armoniose colline. Al ritorno visitiamo la Torre Sciri, dove lo sguardo spazia quieto all’infinito sospinto dal vento e dalle onde. Nel pomeriggio in spiaggia invocando il sole… ma pure lui si appisola sopra le nuvole. La sera cena in un ristorante verso il porticciolo, poi in piazza a seguire le piacevoli partite di scacchi giganti, ahi noi domani ultimo ed intenso giorno in Sicilia.

Giovedì, 26 giugno: San Vito – Erice – Trapani Km 60

Mattino uggioso, il cielo plumbeo avvolge il Capo ed il nostro umore, la squisita colazione, ci rinfranca un po’, scende qualche goccia di pioggia o forse lacrime a salutare San Vito ed il nostro ultimo giorno in Sicilia. Per la S.P. 20 puntiamo su Monte Erice, quì buchiamo le nuvole ed appare d’incanto la cinta fortificata del Castello di Venere sospeso tra cielo e mare. Erice, con le sue magnifiche chiese e palazzi intrecciati a strade selciate, custodisce lo splendore di un borgo medievale. Sulle imponenti mura, osserviamo di sotto, Trapani pacifica distesa al sole che ahimè ci attende. Come sul toboga la S.P. 31 ci conduce al mare, Il fascino della nebbia ci sorprende e ci avvolge fino alla Casa Santa. Il frastuono giocondo dei bagnanti su lungomare Dante Alighieri di Trapani, ci tiene compagnia per il pranzo. Poi ri-consegniamo gli scooter fedeli compagni per quasi 1.300 km, e via in volo verso casa, con la gioia di aver vissuto nove giorni ineguagliabili ed incancellabili e di aver incastonato un’altra perla nel nostro cuore. Grazie anche ai preziosi consigli di Francesco, caro amico di Marausa.

Trinacria, terra generosa, ospitale, terra mitologica di Fenici, Greci, Romani, Bizantini, Arabi, Saraceni, Normanni, Aragonesi e Borboni, ora i figli di questi mitici popoli, saranno ben lieti di riconquistare la Sicilia come turisti… per ammirare e rinverdire gli antichi fasti e, perché no, la nostra economia. Difficile riassumere questa meravigliosa ed impareggiabile esperienza, nove giorni sono forse pochi, ma abbiamo vissuto folgoranti emozioni, l’unica cosa che possiamo dire: “Andateci, e vivrete intense e piacevoli vacanze”. Sempre che gli Amministratori si diano da fare, (c’è ancora molto da fare) non solo per salvaguardare il prestigioso patrimonio culturale e paesaggistico ma lavorino, per facilitare l’arrivo ed il soggiorno di viaggiatori e villeggianti, non costruendo nuove strade, ma adeguando le esistenti; con asfalto privo di pericoli, cartellonistica soddisfacente e piste ciclabili, e naturalmente propagandare su internet tutte le informazioni turistiche culturali in varie lingue. Non dimenticandoci che in Sicilia ci sono quasi una decina di siti nella lista dell’UNESCO come: “Patrimonio Mondiale dell’Umanità”.

Qui trovate più di 60 mie immagini della nostra vacanza in Sicilia:

Sicilia: Mulino a vento - saline di Trapani

Alcune informazioni le ho raccolte su:Wikipedia e da altri siti/blog di Internet.

Armando & C.



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