Martinica s’il vous plait

Vi accompagno alla scoperta della Martinica
Scritto da: Valecesena
martinica s'il vous plait
Partenza il: 06/11/2015
Ritorno il: 16/11/2015
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €

PREMESSA doverosa

È stato un viaggio bellissimo che consiglierei a tutti e su questo non ci piove, purtroppo è anche stato segnato da alcuni eventi che mi hanno toccato. Il giorno del nostro arrivo si era appena scatenata una tempesta tropicale che ha colpito in particolare modo il sud della Martinica, strade interrotte (anche se ripristinate in UN GIORNO) dove molti abitanti hanno subito danni ingenti e questo dispiace sempre e non perché il mare i primi giorni non fosse “da cartolina”….poi a qualche giorno dalla fine ci arrivano messaggi angosciati e appena accendiamo la TV vediamo quello che è successo a Parigi….La Martinica è Francia e il dolore arriva come un pugno fino a qua…dovendo poi fare scalo a Parigi l’ansia viene anche se vorresti scacciarla…ti convinci che non hai paura perché è proprio questo lo scopo di quella piccolissima parte di umanità che di umano non ha nulla ma nonostante questo il sospetto ti striscia dentro e non puoi fare a meno di guardarti attorno cercando qualcosa di anomalo e lo sguardo ti cade proprio su tutte le persone dai tratti mediorientali… non va bene, non è giusto e giuro a me stessa che non succederà mai più… non sono così e non riusciranno a farmici diventare.

Detto questo passo al diario di viaggio che poi è un insieme di informazioni e consigli per godersi una splendida vacanza in Martinica.

La Martinica, come già detto, fa parte dei Territori d’Oltremare Francesi ed è quindi Europa a tutti gli effetti: la moneta è l’euro, la lingua il francese (rispolveratelo perché l’inglese lo parlano in pochissimi e piuttosto maluccio), sanità e assistenza al turista pari a quella europea, corrente elettrica a 220 volt, acqua potabile e il documento necessario richiesto è semplicemente la carta d’identità. Fare un viaggio in Martinica significa scoprire un ambiente in cui convivono gusti tipicamente francesi, modernità, tradizioni creole e ritmi di vita caraibici: l’immagine che mi viene in mente è quella di uomini e donne creoli e di origine africana che escono dalla boulangerie con le loro baguette sotto braccio.

PREZZI!

Trasporto

A giugno mi arriva una mail di Airfrance con le offerte per l’autunno per i Caraibi Francesi, tra queste c’era un prezzo che mi è saltato all’occhio subito: 500€ Milano Linate-Fort de France andata e ritorno, guardo le date (partenza venerdì 6 novembre ritorno lunedì 16 novembre) e decido di acquistarlo al volo! Guardate bene gli scali perché spesso i voli dall’Italia atterrano al Charles de Gaulle e dovete per forza cambiare aeroporto in quanto i voli per Martinica partono da Orly (quindi ritirare i bagagli, prendere la navetta, re-imbarcare i bagagli e così via).

Alloggio

Dopo aver acquistato il volo cerco un appartamento che faccia al caso nostro e lo trovo a Saint Luce (parte sud ovest) presso Les Creolines: ottimo rapporto qualità prezzo, appartamento grande con cucina, divano, due letti singoli e uno matrimoniale, bagno, TV e Internet wifi. Il proprietario (italiano sposato con una francese che abita in Martinica da 20 anni) mi propone di noleggiare l’auto direttamente presso la struttura (ci verrà a prendere e ci riporterà lui all’aeroporto che dista una ventina di km) prezzo finale per 9 notti e 9 giorni di noleggio auto €1130,00 quindi direi ottimo!

Vitto e spese varie

Abbiamo mangiato in ristoranti-venditori ambulanti-chioschi in spiaggia e, ahimè, anche al Mc Donald’s (solo una volta però!) tutti i pranzi; colazioni e cene le preparavo in appartamento facendo la spesa al Carrefour vicino alla struttura. I prezzi sono in linea (circa) con l’Italia, visto e considerato che la maggior parte degli alimenti è importata. L’unica cosa che non mi spiego è il prezzo più alto rispetto l’Italia delle banane e degli altri frutti tropicali le cui piantagioni abbondano. Mah, misteri della vita. Comunque, tornando a noi, abbiamo speso circa € 650 includendo le varie attrazioni a pagamento, spesa, ristoranti, un pieno e mezzo di benzina (€ 1,28 circa al litro benzina, 1,09 gasolio), qualche souvenir, gita in barca (90€ in tre con pranzo).

Assicurazione

€ 116 annullamento-bagaglio-assistenza sanitaria. Fatela per l’annullamento in quanto per l’assistenza medica basta la nostra tessera sanitaria, come in Europa del resto.

Quindi totale viaggio circa 3400 in tre (2 adulti + bambina di 7 anni) per un viaggio di 10 giorni.

COSA FARE-VEDERE in Martinica

Tutto! Ce n’è davvero per tutti i gusti! Volete solo crogiolarvi al sole per tutto l’anno? Cercate una struttura al sud (magari lato Caraibi) e avrete spiagge e spiaggette ovunque ma per favore non fermatevi solo a quello!!! Potete scegliere trekking naturalistici, gite in barca negli ilets, godervi splendidi giardini botanici, degustare ottimi rum nelle più disparate distillerie, visitare siti storici perfettamente conservati.

Per invogliarvi vi elencherò alcuni itinerari che abbiamo fatto partendo da Ste. Luce che, a posteriori, è risultata essere un’ottima base per girare l’isola (che è 80 km per 45, con strade ottime ma moooooolto tortuose e scenografiche soprattutto al nord!), vi do subito qualche indicazione sui tempi di percorrenza per farvi un’idea:

Ste. Luce – Ste. Anne (Les Salines) circa 25 minuti

Ste Luce – Le Vauclin circa 30 minuti

Ste Luce – Le Francois circa 30-35 minuti passando da Riviere Salee e aeroporto (se passate da Le Vauclin potreste impiegare anche 50-60 minuti in base al traffico.

Ste Luce – Grand Riviere (passando da Le Morne Rouge- St. Pierre e Fort de France) circa 2 ore e 15 in assenza di traffico a Fort de France.

Ste Luce – Anse Couleuvre circa 1 ora e 45 (senza traffico a Fort de France).

PENISOLA LE DIAMANT e dintorni di STE. LUCE

Per cominciare potete partire esplorando la penisola a nord di Ste. Luce. Prendete la “superstrada” verso Fort de France e uscite a Le Diamant. La spiaggia del paese è grigina, lunga e orlata di palme da cocco. Gettate uno sguardo e proseguite il giro. Passato Le Diamant troverete sulla vostra sinistra il memoriale di Cap 110 ad Anse Caffard. Il sito, edificato nel 1998 in occasione del l’anniversario dei 150 anni dall’abolizione della schiavitù, si compone di 15 statue (solo busto) di cemento armato alte 2,5 mt in omaggio alle vittime di un naufragio del 1830 di una nave che trasportava neri. Gli schiavi, incatenati nella stiva, non ebbero scampo.

I busti, con le spalle incurvate, volgono il loro sguardo addolorato verso le coste dell’Africa e del golfo di Guinea (da dove provenivano la maggior parte degli schiavi). Memoriale di una tragedia di quasi 2 secoli che purtroppo (sotto altre forme e in altri mari) si ripete ancora oggi.

Subito dopo potete fermarvi a visitare una curiosa casetta colorata (Maison du Bagnard) che noi abbiamo mancato e fermarvi anche a point du Diamant con una vista spettacolare sulla Roche du Diamant (visibile quasi da ogni spiaggia del sud ovest della Martinica). Proseguite poi verso Les Anse d’Arlet, paesino di pescatori affacciato su una bella baia con acque turchesi e fatevi un bel bagno, dopodiché percorrete il molo, giratevi e scattate la famosa foto della chiesa affacciata sulla spiaggia!

Dopo un po’ di relax riprendete l’auto e dirigetevi verso Anse Dufour e Anse Noir. Anse Noir è l’unica spiaggia nera del sud dell’isola, per arrivarci parcheggiate l’auto nel piccolo spiazzo e scendete la scalinata (con taaaanti scalini, non pensate al ritorno che è meglio) in mezzo alla vegetazione. Qui potete fare snorkling e il panorama è davvero suggestivo. Dopo la scalinata in salita vi verrà fame (anche un pochino male ai polpacci va’) e potete andare a mangiare qualcosa alla vicina Anse Dufour (che invece é di sabbia chiara). Anzi prima fatevi un bagnetto per riprendervi.

Dopo mangiato potete spostarvi ancora per vedere le spiagge di anse Mitan e Anse a l’Ane, noi abbiamo preferito tornare verso Ste. Luce e continuare a massacrarci un altro pochino i polpacci facendo la passeggiata (di circa 5 km) che unisce le varie spiagge di sabbia bianca che parte dalla baia di Gros Raisin, prosegue per Corp de Gard e arriva a Anse Mabouya. Il sentiero sottocosta è molto bello ed è meta prediletta di tutti gli sportivi (noi tre eravamo un’eccezione).

PENISOLA DI STE. ANNE e le SPIAGGE DEL SUD

Digitate su Google “spiagge Martinica” e vedrete le foto di una spiaggia bianca orlata di alte palme da cocco, una delle quali si propende verso il mare quasi orizzontalmente: oggi andiamo là, a Les Salines. Prendete la superstrada verso Le Marin (città con il porto da dove partono quasi tutte le barche a vela per le varie crociere) e proseguite per Sainte Anne e passate la città, ancora 12 km circa e arriverete alla vostra agognata meta, prendete la strada a destra e parcheggiate dove trovate posto (se andate a sinistra la spiaggia è più stretta perché corrosa dal mare) stendete il vostro telo e fatevi tutti i selfie che volete mandare a casa: questa è la spiaggia da cartolina, quella per cui tutti i vostri amici che vedranno le foto vi manderanno bellamente a quel paese. Oltre farvi foto camminate fino alla fine della spiaggia, arrivate agli scogli, passateli e buttate un occhio anche alle baie nascoste, intime (alcuni praticano nudismo) e scenografiche pure quelle…(non perché praticano nudismo s’intende!). Potete passare tutto il giorno lì, ci sono ristorantini e chioschi dove bere e mangiare qualcosa. Però voi vorrete scoprire altre spiagge quindi riprendete l’auto tornate a dove vi ho fatto girare a destra e girate invece a sinistra per vedere anche la Petit anse de Salines (dopo il ristorante). Il mare è più mosso ma la spiaggia è praticamente deserta. Se ancora avete tempo andate a vedere anche Anse Meunier (o Moustique) che si raggiunge attraverso uno sterrato dalla strada che vi riporta verso Ste. Anne. La spiaggia è bianca (anche se stretta) e il mare tranquillo.

Nella penisola di Ste Anne ci ritornerete altre volte (ve lo assicuro) e non potete mancare la spiaggia di Pointe Marin (la spiaggia del club Med) anche questa con tanti ristorantini. Il parcheggio ha le sbarre ed è a pagamento, in teoria, poiché noi le abbiamo trovate aperte.

Non potete mancare anche le spiagge del sud Atlantico! Prendete per esempio la strada che porta a Cap Chevalier, troverete le indicazioni per Anse au bois e anse Michel. Il mare è sempre un po’ mosso e tira vento, infatti è meta di tutti i windsurfer e kiters. Un altro modo per arrivare a Anse Michel (che è veramente pazzesca) è quello di arrivare fino a Cap Chevalier, poco prima del porticciolo da cui partono le barche per l’ilet de Chevalier vi troverete sulla sinistra un osservatorio di legno (dai salite in cima e fatevi due foto) e un sentiero dapprima sopraelevato (con passerella in legno) per superare una distesa lagunosa piena di granchietti, che si inoltra poi in mezzo alla vegetazione (ricca di granchi di terra rossi, spettacolare anche l’enorme figuier maudit (ficus citrifolia secondo Wikipedia). Arriverete tramite una scalinata (corta) sulla spiaggia di anse Michel, bellissima, con alte palme, tavole da pic-Nic e tutti i kiters a fare le loro evoluzioni.

Siamo anche andati a vedere la spiaggia di Grande anse de Macabou ma la strada è veramente disastrata!!Occhio davvero alle voragini sulla carreggiata, distruggere un cerchione e di conseguenza una gomma è davvero facile!

Se vi va, dato che siete in zona, potete anche visitare la piccola Ilet de Chevalier, raggiungendola con i taxi boat (4 euro andata e ritorno, l’orario di rientro lo decidete insieme al barcaiolo), portatevi i viveri che la non c’è nulla. Oppure potete fare la classica balade au Mer (gita in barca toglie poesia) con Taxi Cap (€38 gli adulti, €15 i bambini, lunedì mercoledì e venerdì) che vi porterà a vedere l’isola degli uccelli, le mangrovie, i fond blanc (dove il capitano vi farà il battesimo del rum, ma tanto l’avrete già bevuto appena saliti) per concludere la giornata sul l’ilet Chevalier a mangiare carne e pesce grigliati, bere ancora, fare qualche ballo in allegria. Se rimate sobri potete vedere anche le manguste (oltre ai granchi e paguri) e se non vi viene l’abbiocco post-pranzo fatevi un giro lungo il sentiero intorno all’isola. A posteriori farei qualcosa di più sobrio e intimo (saremo stati una cinquantina sulla barca), magari informatevi al porto di Le Francois per visitare la bagnoire de Josephine (Giuseppina Buonaparte, prima moglie di Napoleone e natia della Martinica, si dice andasse in questo famoso Fond Blanc a fare il bagno) e relativi isolotti vulcanici. Oppure spingetevi fino al porto di Le Robert e organizzate lì la vostra “passeggiata” in mare: gli Ilets Robert (Chancel, Madame e loup garrou) dicono siano molto belli.

COSTA del NORD ATLANTICO e PENISOLA della CARAVELLE

Partite di buon ora in direzione Fort de France, dopo l’aeroporto a Le Lametin girate verso Le Robert, proseguite poi verso la Trinitè e troverete già le indicazioni per il Castello Dubuc nella penisola della Caravelle che è zona protetta. Qui potrete visitare l’antica Habitation (che qui in Martinica è intesa come “tenuta”, insieme di casa patronale, relative dipendenze e piantagioni) dei signori Dubuc che avevano una fama alquanto controversa. La leggenda narra che il proprietario ingannasse le navi che transitavano davanti le sue coste con una lanterna in modo da farle schiantare contro gli scogli per poi depredarle. In realtà, secondo studi sulle dimensioni degli edifici dedicati alla lavorazione della canna da zucchero, si pensa che la simpatica famigliola si dedicasse piuttosto al traffico degli schiavi e al contrabbando di caffè tabacco ecc…

La visita è molto piacevole, il sito storico è ben tenuto. L’ingresso costa 4€ gli adulti e 2 € i bambini, vi verranno forniti una cartina plastificata con relativa penna interattiva (inglese e francese) che spiega le varie parti che compongono la tenuta.

Se invece siete amanti dei trekking dal castello partono 2 sentieri naturalistici, uno più corto e uno più lungo (solo quello lungo vi porta fino al faro). Noi ovviamente non li abbiamo fatti, un po’ perchè non attrezzati, un po’ di più perchè ho letto che si possono ammirare ragni grandi quanto una mano (innocui per carità).

Proseguite ancora verso nord, passate Ste. Marie e troverete, in successione Anse Azerot (balneabile nonostante siamo sulla costa Atlantica) e la scenografica Anse Charpentier, non adatta alla balneazione ma meta prediletta dei surfisti. Guardate due o tre evoluzioni poi continuate ancora verso nord passando da Le Marigot e Le Lorrain. Da qui la strada è un susseguirsi di piantagioni, colline, distese a perdita d’occhio di banane (e io ancora non mi spiego il prezzo) fino ad arrivare a Macouba. Da qui la strada si fa ancora più scenografica, impervia, con stretti tornanti e ponti di ferro inghiottiti dalla foresta pluviale. Arriverete a Grand Riviere, dove finisce la strada e sembra finire anche il mondo. Il posto vale una passeggiata, è un paese di pescatori e sarà per il tempo uggioso e il mare in burrasca, oppure perché è domenica e in giro c’è poca gente, ma l’atmosfera ha un che di misterioso…che vi farà sicuramente venire una gran fame!Ci sono pochi ristoranti, noi ci siamo affidati ad un pescatore che ci ha indicato lo Iva chez Vava all’inizio del paese. Cucina creola ottima (molto buono anche il Soleil Levant, secondo Tripadvaisor).

Siccome sono un po’ lenti nella preparazione del pasto sicuramente sarà tardino e conviene mettersi in marcia per ritornare verso casa. Vi consiglio di fare questo itinerario durante il weekend se volete passare da Le Morne Rouge, St. Pierre e di conseguenza da Fort de France. Altrimenti rifate la stessa strada del mattino.

HABITATION CLEMENT e la COSTA SUD ATLANTICO

Se vi svegliate una mattina ed il tempo fa le bizze? Beveteci su andando a visitare una distilleria! Noi abbiamo scelto l’Habitation Clement in quanto fa parte del patrimonio storico-culturale dell’isola. Prendete la vostra ormai nota superstrada in direzione Fort de France e svoltate per Le Francois, poco prima del suddetto paese troverete le indicazioni per l’Habitation in questione. Ingresso € 12 gli adulti, gratuito per i bambini fino ai 7 anni e 6,5 € circa dai 7 ai 17 anni. La tenuta risale alla fine del diciottesimo secolo e fu acquistata da Honoré Clement alla fine del 1800. Gestita in modo impeccabile, si compone di quattro parti aperte al pubblico: il giardino botanico, la vecchia distilleria convertita in museo, i magazzini di invecchiamento del rum (tuttora utilizzati) e la casa creola completa di mobilia in stile coloniale. Vi verrà data un’audio guida (francese o inglese) che vi accompagnerà nella passeggiata. Piccola precisazione: in Martinica si produce solo ed esclusivamente rum agricolo tramite la distillazione del puro succo di canna da zucchero (mentre il rum tradizionale o industriale è ottenuto dalla distillazione della melassa, cioè lo scarto della produzione dello zucchero) e dal 1996 il rum agricolo della Martinica beneficia della denominazione di origine controllata (AOC). I coltivatori e i produttori sono tenuti a rispettare le condizioni e le norme di produzione dettate dal regolamento: tipo di canna, rendimento massimo per ettaro, provenienza esclusivamente da aree delimitate, durata della fermentazione, caratteristiche delle colonne di distillazione.

Finta la visita si possono degustare vari rum (degustare non tracannare!) e punch (coco, chocolate, è tutto quello che si può infilare con il rum). Per i veri intenditori (?) da provare il rum de canne bleue single cask, particolare canna dal colore grigio-viola tendente al blu molto difficile da coltivare, invecchiato in barili bla bla bla, con sentori di frutta secca, tabacco, mandorle bla bla bla. A parte gli scherzi viene distillato solo qui. Comprate se volete il prodotto che più vi piace, o i prodotti, insomma ricordatevi che avete solo 23 kg per valigia.

Visto che siete già nella parte est dell’isola, e magari il tempo nel mentre è migliorato, fate un salto alla bella spiaggia di Pointe Faula a Le Vauclin, purtroppo per noi il tempo non era un granché e non le ha reso giustizia. Ci sono dei ristoranti nei paraggi. Noi ci siamo spostati verso Le Marin per il pranzo per poi finire la giornata sulla spiaggia di Anse Figuier (bella!).

REGIONE NORD CENTRALE e NORD CARAIBI

Dulcis in fundo l’itinerario che mi è piaciuto di più, anche se non dovrei dirlo perché comunque il bello è soggettivo. Partite di buonora (meglio farlo comunque nel weekend per evitare il traffico di Fort de France) e imboccate l’ormai cara superstrada direzione nord. Arrivati a Fort de France prendete l’uscita N3 (dovrebbe indicarvi già Balata o comunque Le Morne Rouge). Qui inizia la route de la Trace, spettacolare strada panoramica che attraversa la lussureggiante foresta tropicale. Durante il tragitto fermatevi a guardare la riproduzione (in miniatura) della basilica del Sacro Cuore di Parigi a Balata, poi proseguite fino ai giardini botanici di Balata, imperdibili. Nel 1982 l’esperto botanico Jean Philippe Thoze decide di ridare vita a questa proprietà piantando oltre 3000 specie tropicali valorizzandole attraverso uno spettacolare percorso che sembra un dipinto. L’ingresso costa 13,20€ gli adulti e 7,50 € i bambini, noi ci siamo aggregati a un gruppetto di pensionati francesi (non raggiungevano il numero per avere lo sconto) e abbiamo risparmiato la bellezza di 1,50€ a testa. Appena entrati potete ammirare diversi colibrì negli abbeveratoi appesi alla bella terrazza della casa coloniale restaurata, che è il punto di partenza e di arrivo del sentiero che si sviluppa attorno al giardino botanico. La visita vi porterà via un’oretta e mezza durante la quale ammirerete un’infinità di piante e fiori (che non menziono, tanto farei un copia incolla in quanto non sono molto portata con la botanica) con cartelli esplicativi, laghetti con ninfee e potrete anche camminare su una passerella sopraelevata tra gli alberi. Per uscire attraverserete un negozio di souvenir.

Ripresa l’auto proseguite ancora sulla route de la trace direzione Le Morne Rouge, la strada costeggia i Piton du Carbet (coni di origine vulcanica) che sono davvero una meraviglia. Prima di Le Morne girate a sinistra verso Fond-St-Denis. Qui, se vi va, con una breve passeggiata nella foresta potete andare a vedere Le Salt du Gendarme, piccola cascata raggiungibile a piedi dal parcheggio. Per un pic-nic o una pausa rinfrescante. Se invece avete voglia di mare proseguite per St. Pierre, la strada scende appunto verso la vecchia capitale dell’isola distrutta dall’eruzione del vulcano Pelée nel 1902. Durante il tragitto potrete appunto ammirare il vulcano (ancora attivo) sulla destra, mentre davanti a voi apparirà il mar dei Caraibi. Passate la vecchia capitale (che mostra ancora alcune rovine del disastro) e proseguite ancora a nord verso Le Precheur. La vostra meta arriverà dopo qualche km: Anse Ceron, bellissima spiaggia di sabbia nera con alte palme da cocco che guarda verso un isolotto vulcanico dalla forma circolare. Parcheggiate lungo la strada e buttatevi in mare a fare un po’ di snorkling, oppure semplicemente ammirate il bellissimo panorama fatto di picchi sul mare letteralmente ricoperti di vegetazione. Qui ci sono diversi tavoli da pic-nic sotto gli alberi mentre i servizi igienici (comprese le docce) sono sull’altro lato della strada. Non ci sono ristoranti ma qualche venditore ambulante (solo di domenica). Già che siete qui riprendete l’auto e proseguite ancora, la strada si stringe e s’inerpica sempre di più, sbucando su un piccolo parcheggio. Siete nel punto in cui finisce proprio la strada percorribile in auto, volendo però si potrebbe raggiungere Grand’Riviere (lato Atlantico) con un trekking di qualche ora in mezzo alla foresta. Invece di imboccare il sentiero da trekking (segnalato) prendete l’altro sentiero che attraversa un ruscello, costeggia i resti di un’antica casa creola (conservati sempre in maniera impeccabile e con cartelloni informativi) e arriva ad un’altra bellissima spiaggia : Anse Couleuvre, alte palme, sabbia nera e fondali marini davvero belli. In estate le tartarughe marine vengono qui a deporre le uova. Forse è la spiaggia che mi è rimasta più nel cuore.

Bene, si è fatto tardi (ai Caraibi in Novembre fa buio alle 18) ricordatevi che dovete fare tuuuuuuttttaaaa la strada per tornare al sud (circa 1 ora e 45). Percorrete le strada costiera per tornare verso Fort de France e vedrete altre belle spiagge di sabbia nera: spiaggia di La Precheure, quella di St. Pierre, Anse Turin (bella e lunghissima), anse Marigot solo per citarne alcune.

COSA MANGIARE e COSA ACQUISTARE

Siamo ai Caraibi ma è pur sempre in Europa! Potete trovare di tutto, dalla pizza ai dolci della pasticceria francese, ma non potete non mangiare almeno alcuni dei piatti tipici creoli:

Accras: frittelle creole con gamberi o merluzzo o verdure servite di solito come antipasto

Crabe farci: granchio di terra farcito con un ripieno piccante.

Poulet boucané: pollo affumicato con la canna da zucchero, delizioso! Lo potete acquistare anche lungo la strada nei vari chioschi, il suo odore vi accompagnerà sempre!

Colombo: é una polvere tipo curry utilizzata per piatti di carne o pesce

Chatrou: é il polpo, cucinato in modi diversi

Matoutou: é una specialità a base di granchio di terra e di riso, è un piatto tradizionale per la Pasqua.

Gratin di banane: banane da cucinare. Il gratin di banane spesso accompagna le portate principali.

‘Tinain: banane verdi da cuocere come le patate.

Z’habitant: grossi gamberi di fiume (ecrevisse)

Flan de Coco: E’ un dessert a base di latte e noce di cocco

Poi banane flambé (con rum) e i sorbetti fatti con ogni possibile frutta tropicale e anche con la cioccolata.

Oltre ad acquistare il rum (ci mancherebbe altro) l’artigianato locale comprende:

LA CALEBASSE: Un guscio di legno dalle mille funzioni, piatto, contenitore per i cibi e utensile da cucina. Gli artigiani oggi le intagliano, le incidono e le lavorano per ricavarne oggetti decorativi, borse e porta oggetti.

IL BAKOUA: cappello in paglia intrecciato a mano.

LA VANNERIE: oggetti realizzati intrecciando fibre vegetali

IL MADRAS: tessuto a quadri o scozzese di tutti i colori con il quale si confeziona un po’ di tutto: biancheria per la casa, vestiti e anche splendide bambole o animali di pezza.

Poi ci sarebbero anche tutti i vasellami vari fatti con l’argilla (poterie), le spezie, lo zucchero di canna (magari dentro un bel vaso di vetro dipinto a mano) e marmellate varie con frutti tropicali. Sbizzarritevi!

COSA AVREI VOLUTO FARE

Se avessi avuto qualche giorno in più mi sarebbe piaciuto fare qualche percorso trekking (facile è!). Magari quello da Anse Couleuvre a Grand’Riviere, oppure il Canyon dell’Alma: dicono sia il più bel canyon dei Piton con il fiume Blanche che forma una cascata di 617 m. Per arrivarci senza fare 9 ore di canyoning si può fare un sentiero adatto a tutti di 1 ora e mezza.

Oppure trascorrere qualche ora a Fort de France (consigliato prendere il traghetto a Trois Ilets per evitare i parcheggi a pagamento e il traffico), o visitare Le Village de la Poterie vicino a Trois Ilets.

Inoltre avrei voluto vedere alcune spiagge della parte sud atlantica che non sono riuscita a vedere:

Anse Trabaud (consigliata anche dalla gente del posto) che per accedervi dovrete pagare un piccolo pedaggio (2€ circa) perché la strada attraversa dei terreni agricoli.

Anse au Bois e anse Esprit vicino ad Anse Michel, selvagge spiagge di sabbia bianca che offrono “piscinette ” naturali (ma solo col mare calmo).

CONCLUSIONI

Dopo sto papiro di roba cosa avrò ancora da dirvi? Niente ma mi sembrava brutto concludere senza un capitolo “conclusioni”. Spero solamente di avervi convinto a prendere un volo per questa bella isola meritevole di una vacanza, così facendo avrò mantenuto la promessa fatta al proprietario della struttura in cui alloggiavamo che alla mia affermazione “siamo stati benissimo, farò pubblicità al tuo residence” mi ha chiesto invece di far pubblicità a tutta la Martinica!



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