Valencia tra passato, presente e… tapas

Una città con tanta storia, visitabile comodamente anche a piedi, dove mangiare costa pochissimo
Scritto da: sarabo
valencia tra passato, presente e... tapas
Partenza il: 09/07/2014
Ritorno il: 13/07/2014
Viaggiatori: 1
Spesa: 500 €
La mia vacanza a Valencia è durata cinque giorni, più che sufficienti per vistare la città anche muovendosi a piedi. Ho volato con Ryan Air con partenza e arrivo Bologna (tra l’altro Bologna e Valencia sono gemellate dal 1976). L’aereo è collegato al centro città con due linee di metropolitana, per usarla si può acquistare la tessera ricaricabile alle macchinette che trovate all’aeroporto. Munitevi di contanti perché quando l’ho usata io, ho sempre trovato che nelle macchinette i pagamenti con carte non erano attivati o non erano in funzione in quel momento. La tessera – se non ce l’avete già – può essere acquistata al momento; le volte successive che dovete acquistare un biglietto, va introdotta nella macchinetta e poi sopra viene caricato il biglietto o carnet di biglietti che avete scelto.

Ho dormito all’hotel Florida, alle spalle di Plaza del Ajuntamento che è la piazza principale della città. Nell’albergo – piccolo ma pulitissimo – ci sono vari depliant per i posti da visitare o sconti per serate, l’addetto alla reception era molto disponibile e competente nel dare informazioni. Per il cibo ci sono molte possibilità di risparmiare; i prezzi in media sono più bassi dei nostri. Consiglio la catena “100 montaditos” dove si possono comprare panini per 1 euro e dove una bevanda va dagli 1,2 agli 1,7 euro: insomma mi sono sentita ricca! Per la colazione, valutate se prenderla in albergo (nel caso non sia già compresa nel vostro pacchetto) perché fuori risparmiate: molti bar fanno delle offerte e si parte dalla coppia “pasta ed espresso” a 1,50 euro da McDonalds. Sul “cosa vedere”, faccio alcune valutazioni personali. Premetto che a Valencia esiste la Valencia Card – disponibile in vari tagli differenziati per numero di giorni di durata e utilizzo o meno dei mezzi di trasporto – che permette l’accesso gratuito o scontato in molti musei e negozi convenzionati; io ho scelto la versione “7 giorni senza trasporto”, (dato che mi sono mossa quasi sempre a piedi aiutata anche dal tempo bellissimo) pagandola 10 euro e prendendola all’aeroporto appena arrivata.

Dato che Valencia ha oltre duemila anni di storia e si sono conservati numerosi reperti delle varie epoche, consiglio:

il Museo de Preistoria dove ci sono reperti dalla preistoria fino all’età dei Romani, soprattutto secondo me interessanti le monete; il Museo de la Almoina dove ci sono resti di epoca romana (la zona del foro e del cardo e decumano massimo; ci sono pannelli che illustrano la vita della città all’epoca della dominazione romana); il Museo de la Ciudad con reperti anche di epoca visigota, musulmana e cristiana; il Museo de Historia de Valencia, che copre tutte le epoche sia con reperti d’epoca sia con filmati e pannelli che ricostruiscono la storia cittadina nei vari secoli aiutando a capire la funzione di un oggetto nel contesto storico di riferimento. Da bolognese non ho potuto fare a meno di visitare due “porte” della città aperte al pubblico, rispettivamente le Torri di Quart e le Torri di Serranos; in entrambe molto bello il panorama della città che si può vedere.

A Valencia c’è una grande passione per la corrida; consiglio di visitare il museo Taurino (dove a star simpatico è il toro, poverino gliene fanno di ogni da quando lo individuano come toro da corrida) e la Plaza de Toros con l’arena dove si fanno le corride.

Per quanto riguarda l’età moderna è da visitare l’IVAM – acronimo che indica il Musero di Arte Moderna; la collezione permanente parte da artisti come lo scultore Julio Gonzalez – esposte sue opere realizzate in ferro saldato – e il pittore Joaquin Sorolla, arrivando fino agli anni Settanta del Ventesimo secolo. Interessante anche l’edificio che ospita ilmuseo, una fortezza medioevale; in una sala sono visibili resti delle mura di Valencia, resti eccezionali dato che le mura furono in gran parte demolite un secolo fa.

Valencia è la città dello strablasonato architetto Calatrava, ed ho approfittato per visitare la sua “creatura”, la città delle Arti e delle Scienze. Detto francamente, non è questo il solo motivo sensato per cui uno può aver voglia di visitare la città; è una cattedrale nel deserto, e la curiosità o ammirazione per gli elementi architettonici è affiancata dalla pochezza qualitativa dei musei e strutture che la compongono. Il Museo delle Scienze è un parco divertimenti per bambini di ogni età, ma l’impressione che ne ho ricavato era di un luogo di svago e non invece di un contesto dove poter crescere sul piano culturale e formativo. Inaspettatamente per me ho trovato interessante l’ Oceanografic dove ho dato sfogo alla voglia di fotografia, incuriosita dai pesci di tutti i tipi, cetacei e altre “creature del mare” che lì sono ospitate. Ci sono anche due “vasche-corridoio” dove pesci e squali nuotano sopra la nostra testa.

Valencia è ricca di ponti sotto i quali scorre… l’erba: il corso del fiume Turia fu deviato alla fine degli anni Cinquanta dopo che un’esondazaione fece danni ingenti. Adesso è un bellissimo percorso per fare passeggiate; ci sono vari parchi, spesso con sculture al proprio interno o con giardini tematici.

Il mio consiglio è di visitare Valencia perché molto ricca sul piano culturale, con prezzi anche popolari e quindi “vacanza per tutti”, ben servita dai mezzi pubblici e – last but not least – con un sole che aumenta le nostre endorfine e ci regala buonumore.



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