In Uzbekistan lungo la via della seta

Questo paese racchiude una cultura millenaria: è la ricca sintesi di innumerevoli civiltà, religioni, lingue e popoli che si sono susseguiti sulla sua terra
Scritto da: drmassigreco
in uzbekistan lungo la via della seta
Partenza il: 29/07/2016
Ritorno il: 09/08/2016
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
Per quest’anno, una destinazione un po’ inusuale: l’Uzbekistan! Perché andare in Uzbekistan? Perché potendolo fare, non andarci sarebbe un peccato. Questo paese racchiude una cultura millenaria, è la ricca sintesi di innumerevoli civiltà, religioni, lingue e popoli che si sono susseguiti sulla sua terra. Alla sua guida si sono succeduti sanguinari conquistatori i cui nomi risuonano ancora oggi: Alessandro Magno, Gengis Khan, Tamerlano, che accanto alla loro sete di conquista hanno saputo coltivare il gusto per l’arte, la filosofia, la scienza, raccogliendo alle loro corti i più importanti artisti e intellettuali dell’epoca. In questo modo, quindi si è sviluppata una civiltà sofisticata. Per avere un’idea di ciò basti pensare che Alì Khorezmi fu un matematico che visse a Khiva attorno all’ 800. Dalla storpiatura del suo nome deriva la parola greca algoritmo. Fu il primo ad introdurre lo zero nella numerazione. Da un suo libro Al Jabr deriva la parola algebra. Da notare quindi quanto siano approssimativi i libri di storia, che ci hanno fatto studiare che tutto ciò deriva dagli arabi, quanto di arabo non c’è proprio niente. Lo stesso discorso vale per il grande Avicenna primo medico dell’antichità che visse e operò a Buhkara. Anche qui la parola medicina deriva da termine farsi Madadi Sino che sarebbe l’aiuto di Avicenna (Abu Ali ibn Sino).

Il tipico elemento architettonico è scostituito da mattoni crudi e cotti con piastrelle policrome. Tutto il patrimonio artistico abbandonato in epoca sovietica è stato attentamente restaurato, con il finanziamento dell’UNESCO assumendo un superbo splendore. Samarcanda, la capitale dell’impero di Tamerlano, Timur-lo-zoppo è la meta più nota e vagheggiata. Samarcanda assieme a Babilonia e Roma è una delle città più leggendarie della storia dell’uomo. Si dice che Tamerlano abbia affermato: “se qualcuno dubita della nostra potenza, lasciate che veda la nostra architettura”. Ancora oggi, stando al centro del complesso del Registan, è possibile vedere cosa intendeva e dargli ragione.

Invogliati dalla nostra agenzia di viaggi, sanpietroburgo.it, decidiamo di affrontare un viaggio attraverso questa giovane nazione retaggio di potentissimi khanati ed emirati, che cerca piano piano di affrancarsi dalla recente dominazione sovietica. Ci prepariamo quindi a ripercorrere sia pur parzialmente le antiche vie della seta. La squadra, quest’anno, è composta da Massimo, Florence con Marco e Luca insieme a Sandro e Marilena. In effetti, l’affiatamento delle due coppie oramai è tale da permettere loro di intraprendere un nuovo itinerario affascinante per la terza volta. Estremamente piacevole è stata pure la compagnia del gruppo formato da altre quattordici persone: Antonio, Luisella, Sandra, Enza, Fabrizia, Mauro,Nico, Elisabetta, Alberto,Oliviero, Anna.

Come al solito alcuni consigli:

  • Il cambio valuta (moneta ufficiale, il sum) si fa tranquillamente al nero: cambiamo i nostro euro a circa 5000/6000 sum, con un tasso circa il doppio di quello ufficiale (per € 100 ti consegnano un fascio di banconote impressionante!).
  • Per gli acquisti dell’artigianato locale è preferita la valuta pregiata (euro o dollari),
  • Paradossalmente non accettano quasi la valuta locale “sum”. Portate quindi banconote di piccolo taglio. Per il prezzo si contratta sempre. Le contrattazioni sono spesso estenuanti ma ci si prende anche gusto. Attenzione massima al cibo e all’acqua la diarrea del viaggiatore è in agguato. Il nostro gruppo è stato falcidiato. A differenza del resto del mondo islamico, non è necessario un particolare abbigliamento per entrare in Moschee e Mausolei.

29/07/2016: Istanbul-Tashkent

Partiamo con un volo della Turkish Airlines con scalo ad Istambul. La scelta della compagnia aerea è risultata felice, in quanto la stessa fornisce un servizio gratuito per i passeggeri in transito di tour con autobus ad Istambul. C’è anche una ottima guida che ci illustra con dovizia di particolari i luoghi da noi visitati e, dulcis in fundo, sempre a spese della compagnia aerea, ci viene offerta una piacevole cena in un ristorante di buon livello al centro di Istambul. Peraltro, rispetto alle catastrofiche previsioni, fantomaticamente espresse da tutti i mass-media italiani, la situazione locale, dopo il recente fallito colpo di stato, ci è sembrata assolutamente tranquilla e sotto controllo. Abbiamo opportunità di ammirare la Moschea blu, il Gran bazar e la Piazza dell’Ippodromo. Unico neo del percorso, il traffico automobilistico del rientro in aeroporto, veramente stressante anche se dovuto ad aggiustamenti tecnici delle corsie. Volo notturno per Tashkent.

30/07/2016: Tashkent- Khiva

All’arrivo in aeroporto di Tashkent ci aspetta una sgradevole sorpresa. L’organizzazione dei servizi aeroportuali locale non è all’altezza delle richieste internazionali, risulta veramente lunga e indaginosa l’operazione di dogana, recupero bagagli (veramente antidiluviana!) e uscita dal percorso obbligato: un tempo infinito in uno spazio limitato, con una popolazione con cui comunichi con estrema difficoltà!

L’incontro con la nostra guida risolleva gli animi afflitti: Nurik è subito simpatico, istintivo e professionale al tempo stesso, soprattutto sorridente, anzi francamente ilare; il che non guasta, dopo una notte trascorsa in dormiveglia sull’aereo e le tregende dell’arrivo! È stato molto bravo durante il viaggio e da poco ha costituito la propria agenzia. (nurik@yahoo.com, nurik@silkroad-voyages.com). Breve (troppo!) sosta in un albergo retaggio monolitico dell’ancient régime sovietico, giusto il tempo di una doccia ristoratrice ed una veloce colazione, poi di nuovo sul pullman a gustare le amenità storico-culturali di Tashkent.

Il centro storico è composto da un complesso in cui c’è il Mausoleo del poeta e filosofo dell’Islam Kaffal Sciascill, la Madrasa Barak-khan, la Piazza del Teatro e la Moschea. Di particolare interesse la visita alla costruzione che custodisce una delle cinque copie originali del Corano fatte scrivere dal terzo Califfo dell’Islam Omar per raccogliere la tradizione orale del Profeta. Da esso derivano tutte le copie del Corano attualmente esistenti. Nelle stanze laterali sono presenti preziose copie risalenti all’XI Secolo. Nel pomeriggio passeggiata per il Gran Bazar. Prima esperienza con il cibo da strada locale. Ci immergiamo nell’atmosfera densa di fumo delle braci dove si arrostiscono spiedini di carne. Gustiamo quindi degli spiedini, una specie di lasagna contenuta in enormi vasche di plastica e una specie di pasta sfoglia ripiena di carne e cipolla. Mangiamo seduti accanto alle braci con i locali. Il cibo è ottimo e la spesa irrisoria € 6 per quattro persone. Continuiamo a girare il mercato fino ad arrivare alla Piazza dell’Amicizia dei Popoli in perfetto stile sovietico, da qui continuiamo ammirando due stazioni della metropolitana che riproducono all’impiccolo l’opulenza artistica di quelle di Mosca. Torniamo in superficie a livello del parco antistante la Piazza del Parlamento e da qui, passeggiando senza particolare fretta nella zona pedonale

della città, arriviamo all’appuntamento con l’autobus di trasferimento all’aeroporto dove prendiamo il volo per Urgench per poi arrivare fino a Khiva in autobus.

31/07/2016 Khiva

Sveglia comoda (finalmente!) alle 08.00, ottima colazione e poi subito in giro per Khiva. All’uscita dell’hotel immediata la visione delle imponenti mura della città con le sue merlature ed i torrioni di rinforzo. La costruzione è stata effettuata con mattoni di argilla cruda rivestite da un intonaco di paglia mista ad argilla, che sotto i raggi del sole, specialmente al tramonto, assume riflessi dorati. Si accede attraverso uno stupendo portale, che dà accesso all’Ichan Kala, il centro storico di Khiva, patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO. Non appena varcate le stupende mura, ci sembra di essere proiettati indietro nel tempo. Quello che ci circonda è magico: le case di mattoni crudi, le strade pavimentate in parte, le bellissime porte e finestre in legno, tutto è rimasto come era secoli fa. Anche gli abitanti, i bambini che giocano per strada, le donne avvolte nei loro veli, gli uomini intenti nei loro lavori di fine artigianato, sembrano vivere in quell’atmosfera antica, così quieta e rilassante, che segue languidamente lo scorrere del tempo, legato al viaggio del sole in quel cielo che sembra altissimo, e sempre di un azzurro intenso. Iniziamo la nostra visita, dopo una breve pausa a ridosso del murales della via della seta che serve a Nurik per spiegare le antiche vie. Il sole picchia forte, ma per fortuna il caldo è secco e le alte mura della città offrono delle ampie aree ombreggiate quindi non soffriamo. Iniziamo la visita con la Moschea Djuma o moschea del venerdì, unica nel suo genere è formata da un imponente colonnato in legno scolpito: 213 colonne risalenti a varie epoche secondo il restauro a partire dall’XI sec. DC. Tali manufatti sono opera di artigiani specializzati che immergevano il legno in bagni conservanti per preservarli dalle intemperie del tempo. Particolare interessante, l’utilizzo della lana di cammello alla base della colonna lignea al fine di preservarla dall’attacco dei tarli!

Continuiamo il tour con la visita al Palazzo Kunia-Ark o palazzo di pietra,residenza del kanato: particolari importanti, le pareti tutte decorate con piastrelle vetrificate, dipinte con motivi geometrici con i classici colori della cultura araba (verde, bianco, blu); attraverso il corridoio segreto, ove ritroviamo esposti manufatti lignei dell’epoca, si accede all’harem.

La successiva costruzione è la Madrasa Mukhammad Rakhim-khan: caratteristica la struttura con portico a piastrelle decorate su cui si aprono le porte delle celle destinate ad accogliere gli studenti della scuola coranica. Ricordiamo che gli studi coranici avevano diversi livelli di preparazione che prevedevano permanenza nella scuola dai sette ai ventun anni.Il monumento comunque più maestoso, è il Minareto Islam Khodja, altissimo e tutto ricoperto di maioliche finemente lavorate, e che proprio per la sua altezza è visibile da ogni angolo della città. Altro monumento significativo è il Minareto incompiuto, Kalta Minor, dotato alla base di una circonferenza enorme ed anch’esso riccamente ricoperto di maioliche. Se fosse stato terminato avrebbe raggiunto l’altezza di 90 metri. Parentesi storica: tutti i monumenti di cui parliamo, nel periodo del regime sovietico, vennero esautorati dalla loro funzione religiosa per l’ateismo di stato e utilizzati per le funzioni più disparate (deposito grano, merci varie, carceri); recuperati alla loro identità recentemente, grazie all’intervento dell’UNESCO che ne ha validato l’appartenenza al patrimonio dell’umanità. Rapida visita al mercato degli schiavi: attualmente ospita un mercato vero e proprio, ma fino al 1930 era sede della compravendita degli schiavi, una delle più lucrose attività dell’epoca. Proseguiamo con la visita del Mausoleo di Paknlavan Makhmud, sormontato da una splendida cupola in piastrelle verdi, l’interno è graziosamente decorato con piastrelle policrome. Pranzo in un ristorante locale in cui gustiamo alcuni piatti locali come spaghetti al finocchietto, il piatto nazionale (il Plov) e dei calzoni ripieni con carne e cipolla detti Gomma. Iniziano quindi i problemi di cibo per Sandro e Marilena ben coadiuvati da Luca che mal si adattano alle novità culinarie. Al contrario di me che adoro provare nuove sensazioni alimentari. Nel pomeriggio visita alla Madrasa Allakull-khan dove assistiamo ad uno spettacolo di funamboli. Ultima tappa della visita al Palazzo del Khan Tash-khauli. La parte centrale dell’edificio è stata distrutta dai bombardamenti e non è stata ricostruita. Resta uno splendido cortile con annessa la zecca di stato e la torre da cui si ha una splendida vista della città. Accanto al palazzo la moschea con il celeberrimo minareto tronco. Finiamo la giornata con la cena nello stesso ristorante del pranzo.

01/08/2016 Khiva-Buhkara

Oggi purtroppo giornata dura, una tappa di trasferimento di 450 km fino a Buhkara. Come prevedibile lo stato del manto stradale è veramente pessimo, quindi la permanenza in autobus molto scomoda. Questo è dovuto fondamentalmente alla fortissima escursione termica di questa parte dell’Asia centrale. In Uzbekistan in inverno le temperature possono arrivare fino a -20° mentre in estate si superano facilmente i 45°. Con questi sbalzi termici l’asfalto non resiste molto. Per questa ragione la grande arteria che va da Urgench a Samarcanda in costruzione è fatta in cemento armata. La strada scorre monotona nel deserto stepposo ricoperto soprattutto di tamerici. La pausa pranzo si rivela una esperienza da dimenticare. Arrivati a Buhkara dopo una rapida doccia in hotel visitiamo il complesso monumentale di Poy-i-Khalian, composto dalla Madrassa di Miri Arrab e dalla Moschea di Poy Khalian. Questi due monumenti sono impreziositi da stupende cupole ricoperte di maioliche azzurre, e da immensi portali ad arco acuto, vero fiore all’occhiello dell’architettura centro-Asiatica.La piazza che divide i due edifici, ospita sul suo suolo, il gioiello di tutta Bukhara: il Minareto di Khalian, edificato nel 1120, ed alto 47 metri, esso è stato per secoli il più alto edificio di tutta l’Asia Centrale. La sua bellezza era ed è talmente coinvolgente da stupire persino Gengis Khan; infatti la leggenda narra che il condottiero, durante la conquista di Bukhara, che tutta fece radere al suolo, giunto a cavallo al cospetto di tale bellezza, scese, e si inginocchiò per raccogliere il cappello che gli era caduto. Essendo superstizioso decise che nemmeno Lui poteva distruggere un monumento di tale maestosità, e così il minareto rimase intatto.

02/07/2016 Buhkara

Iniziamo la mattinata con la visita del Mausoleo di Ismail Samani. Questa bellezza del X secolo, ha potuto sopravvivere alle varie distruzioni della città, in primis quella di Gengis Khan, perchè all’epoca era stato ricoperto di terra, e col passare dei decenni e poi dei secoli se ne persero le tracce, finchè in epoca moderna è riaffiorato durante gli scavi per la costruzione di un parco.La struttura tutta in mattoni rossi, risulta arabescata, proprio dalla posa a mosaico dei mattoni stessi, che determinano un effetto bassorilievo impressionante con simbolismi che richiamano le religioni allora presenti sul territorio: Zoroastrismo, islamismo e culti locali. Continuiamo con il Mausoleo di Chasma Ayub o Fonte di Giobbe. Costruito sopra un sorgente del XII secolo e poi modificata da Tamelano che aggiunse una cupola di forma conica. La leggenda vuole che sia stato il profeta Giobbe a fare sgorgare la fonte d’acqua dolce percuotendo il terreno con il suo bastone. La stessa leggenda dice che il profeta stesso sia seppellito nella nicchia retrostante la fonte. All’interno è allestito un grafico sulla tragedia ecologica del Mare d’Aral. Alimentato dai due fiumi del paese l’Amu Daria ed il Sir Daria, una volta era il quarto bacino d’acqua dolce più grande al mondo. Oggi quasi prosciugato a causa dell’uso dissennato dell’acqua dei suoi emissari per l’irrigazione dei campi di cotone ai tempi dell’Unione Sovietica. Nella vicinanze la più grande moschea della città la Moschea Bolo-Khauz o moschea del venerdì. Molto bello l’ampio colonnato antistante. Prossima tappa la Fortezza dell’Ark. Costruita nel V secolo d.c. è stata la sede dell’emiro. Al suo interno le prigioni, il cortile dei ricevimenti è un piccolo museo in cui c’è una copia del trono d’Oro dell’emiro. L’originale come del resto molti altri reperti sono stati trafugati ed esposti all’Ermitage. Finiamo la vita nel pomeriggio con la splendida Madrasa di Ulughbek.

03/07/2016 Buhkara

Partiamo in autobus e per prima visitiamo il Mausoleo di Bahovddin Maqshbandiy fondatore della filosofia del Sufismo. Egli per primo raccolse in un libro tutti i detti del Profeta Maometto. Fondò quindi una scuola filosofica all’interno dell’Islam basata sulla meditazione e l’ascesi. Proseguiamo la mattina con la visita del Palazzo estivo degli ultimi emiri di Buhkara. Si trova a qualche chilometro della città. L’interno delle stanze private è riccamente decorato. Presente anche un’ala fatta costruire per la visita della zarina e non utilizzata a causa della Rivoluzione d’ottobre. Al ritorno in città visitiamo una piccola Madrassa unica nel suo genere per possedere quattro minareti. Fu fatta edificare da un ricco mercante Chor-Minor che voleva un modello simile a un tempio visto in India. Finiamo la visita con l’edificio più antico della città la Magoki Attori costruita su i ruderi di un antichissimo tempo zoroastriano. Attorno la Piazza principale con la sua grande vasca. Luogo di relax e passeggiata. Nel pomeriggio dopo la pausa pomeridiana andiamo a fare acquisti. Per la serata invece ceniamo in una casa tipica dove assistiamo alla preparazione del piatto nazionale il Plov.

04/07/2016 Buhkara-Nurata

Riprendiamo la strada. Prima tappa un artigiano di ceramiche dove assistiamo alla lavorazione. Ci fermiamo lungo la strada per vedere una tipica costruzione per la raccolta dell’acqua piovana e freatica. Di fronte i resti del portale di un caravanserraglio. Poi i resti preistorici di alcune sculture rupestri. Arrivati a Nurata visitiamo le rovine delle mura di Alessandro. Nel tardo pomeriggio arriviamo nel campo delle yurte. Il caldo è impressionante e il sole fortissimo. Per fortuna è previsto il bagno nel vicino Lago Aidar-Kul. Il lago è un’oasi di pace e il bagno nelle sue tiepide acque piacevolissimo. Al ritorno facciamo un breve giro in cammello. Dopo cena riuniti attorno al fuoco il tagiko locale intona delle canzoni tipiche al suono di uno strumento a corda. In realtà le melodie sono decisamente monotone. Ma l’allegria è tanta e scattano danze sfrenate, soprattutto grazie alla vodka che scorre a fiumi. Come previsto i confort sono al minimo nelle yurte c’è una presa elettrica e tutto sommato sia i bagni che le docce eccettuabili. Ma l’atmosfera del tramonto, nel deserto, il cielo stellato come raramente visibile per chi abita in città e il silenzio assoluto del deserto ci fanno rinunciare senza rimpianti alle comodità della vita occidentale a cui siamo avvezzi. Solo con questo fugace assaggio si riesce parzialmente a capire quanto sia dura la vita dei popoli nomadi e in generale di quelli di questa parte del mondo. É soprattutto quanto possa essere stata dura la vita dei nostri antenati.

05/07/2016 Samarcanda

Partenza dal campo delle Yurte alla volta di Samarcanda. Altri 300 km sulle strade uzbeke!

Visitiamo per primo il Mausoleo Gur-Emir. Fu originariamente costruito per il nipote di Tamerlano e il suo capo spirituale. Custodisce la tomba del famoso condottiero e dei suoi familiari (Timuridi). Si compone di tre edifici, in quello finale sotto una cupola splendidamente decorata ci sono le tombe. Quella di Tamerlano è costituita da un unico prezioso monolite di giada nera. Anche qui si narra la legenda della maledizione sui profanatori della tomba. Perseguiamo con la Piazza Rejstan. Non ci sono parole per descrivere la grandiosità e lo sfarzo dei colori.

06/07/2016 Samarcanda

Iniziamo la visita con l’osservatorio di Ulughbek nipote di Tamerlano e grande astronomo medievale. Dopo la sua morte l’Osservatorio venne distrutto e la sua posizione persa del tutto. Recuperata da un archeologo russo di esso rimane solo il gigantesco sestante.

Proseguiamo con il Museo Archelogico. Onestamente poco interessante. Infatti i reperti più preziosi sono stati portati all’Ermitage.

Continuiamo lo spettacolare Complesso di Shakhi-Zinda veramente unico nel suo genere. In fondo la tomba di Kusam Ibn Abbas, cugino del Profeta missionario e primo martire dell’Islam. Fu decapitato dagli infedeli e poiché è da il nome al complesso che letteralmente vuol dire “il re vivente”. Il sito oltre a questa celebre tomba de cugino del profeta è costituito da numerosi splendidi mausolei della nobiltà femminile della dinastia dei Timuridi.

Ultima tappa la grande Moschea di Bibi-Khanum la preferita di Tamerlano. Veramente maestosa fu costruita per essere la più grande moschea dell’Islam. La leggenda vuole che sia stata fatta costruire per regalo al marito. E che ad essa sia legata l’adozione del velo da parte delle donne.

08/08/2016 Samarcanda-Tashkent

Ultimo giorno in Uzbekistan. Partenza in autobus alla volta della capitale. Altri 300 km sulle strade Uzbeke. Passeggiata per gli ampi viali della capitale. Cena di saluto e letto perchè domani si parte all’alba.

09/08/2016 Tashkent-Italia

Come al solito lunghissime le formalità doganali in aeroporto e poi un saluto a questa terra meravigliosa.



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