Da Las Vegas a San Francisco, sulle orme di Tex Willer

Nell'ovest americano tra Las Vegas, Zion NP, Bryce Canyon, Green River, Arches NP, Canyonlands NP, Cortez, Mesa Verde NP, Holbroock, Pietrified Forest NP, Painted Desert NP, Monument Valley, Page, Grand Canyon, Las Vegas, Death Valley, Jamestown, Yosemite, San Francisco
Scritto da: lugas
da las vegas a san francisco, sulle orme di tex willer
Partenza il: 17/08/2014
Ritorno il: 30/08/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Volo prenotato con British via Londra; all’andata dall’economy spostati in classe superiore con il relativo trattamento causa overbooking in economy (uauhh!!). Spettacolare all’andata il sorvolo della Groenlandia con i suoi ghiacciai e icebergs illuminati dal sole. L’auto prenotata tramite rentalscars.com con Alamo; a Las Vegas abbiamo concordato un’auto di categoria superiore a quella già prenotata. In totale il noleggio per 11 gg. ci è costato circa 350 euro.

Nel computo dei tempi per le visite occorre considerare che l’ingresso del parco spesso è lontano dal sito: a Mesa Verde per esempio le house si trovano a circa 35 miglia/40 minuti dall’ingresso e dal visitor center; il sentiero per il Delicate Arch si trova a circa 30 min. dal cancello d’ingresso.

Hotel prenotati con booking.com, mentre a San Francisco abbiamo dormito presso un’abitazione privata prenotata tramite airbnb, come suggerito dalla guida per caso, ottima soluzione che consigliamo.

Tranne che per S.Francisco non abbiamo usato alcuna guida. I siti dei parchi offrono in pdf cartine e brochure anche in italiano e tutte le informazioni su trails e cosa vedere; dal sito usa4you potete estrarre ottime e dettagliate schede di ogni parco con suggerimenti su cosa e come fare.

ITINERARIO: Las Vegas – Zion NP – Cedar City – Bryce Canyon NP – Green River – Arches NP – Canyonlands NP – Cortez – Mesa Verde NP – Holbroock – Pietrified Forest NP – Painted Desert NP – Monument Valley – Page – Grand Canyon NP – Las Vegas – Death Valley NP – Jamestown – Yosemite NP – S.Francisco: 3250 miglia

ZION NP

Conviene lasciare l’auto a Springdale e utilizzare la navetta gratuita per accedere al parco, all’interno del quale ci si muove solo a mezzo di shuttle gratuiti. Il parcheggio, abbastanza piccolo, infatti è pieno fin dal primo mattino. Qui abbiamo fatto la tessera annuale di ingresso ai parchi (80 $), consigliata se si visitano almeno 4/5 parchi. Abbiamo preso lo shuttle fino al Temple of Sinawava, da qui il sentiero verso i Narrows lungo il canyon; sentiero facile, l’unico problema è stare attenti a non schiacciare gli scoiattoli che ti attraversano il sentiero… Sulla via del ritorno sosta ad un’ansa del fiume per pediluvio e relax, alcuni daini e tacchini all’abbeverata fanno capolino dal bosco. Abbiamo cercato di fare una passeggiata lungo il fiume ma si è alzato un forte vento che nello stretto del canyon era ancora più fastidioso: purtroppo stava arrivando il maltempo che ci avrebbe rovinato la gita al Bryce! Ultime foto e via verso Cedar City. Lo Zion è un bel parco ma non imperdibile, se si è alle strette coi tempi si può saltare

BRYCE CANYON NP

La giornata peggiore, ha piovuto dall’inizio alla fine e non trovandosi a bassa quota faceva anche un po’ freddo. La nebbia ogni tanto faceva capolino. Ci siamo limitati a passeggiare lungo il rim, evitando il navajo trail e altri trails nella considerazione che camminare due/tre ore sotto l’acqua non avrebbe avuto senso. Comunque nonostante il tempo e la cattiva luce il panorama da Sunrise, Sunset e Inspiration Point era bellissimo; alcuni daini, anche loro bagnati e infreddoliti, ci hanno accolto all’ingresso al parco. Abbiamo chiuso la giornata al visitor centre guardando un bel filmato sul parco e la sua evoluzione nel corso delle stagioni. Sulla strada del ritorno ci siamo concessi una bella fetta di crostata con la classica tazza di caffè nonché, uscito un po’ di sole, qualche sosta è stata dedicata al Red Canyon. Spettacolare è anche la strada che da Cedar City porta al Bryce, si attraversano bellissime foreste con laghetti e chalet che fanno capolino: peccato per il tempo che ci ha sconsigliato delle soste, tra pioggia battente e nebbia.

ARCHES NP

Che dire… imperdibile. La prima meta, anche per sfruttare il fresco della mattina, è il Delicate Arch, una bella passeggiata di 2 orette tra andata e ritorno, panorami sul parco, scoiattolini che saltellano, uno spettacolo unico. Il parcheggio è piccolino, oltre al fresco essere all’inizio del sentiero presto permette di trovare subito parcheggio (noi ci abbiamo impiegato 10 min.). Al ritorno sosta alla Balanced Rock e camminata attorno alle rocce, passeggiata al Double Arch con panorama sul Garden of Eden. Altra sosta al Pietrified Dunes Point e al CourthouseTowers viewpoint, breve spuntino e reidratazione al visitor center e via!

CANYONLANDS NP

Dopo Arches dedichiamo la seconda parte della giornata a Canyonlands, la zona di Island in the Sky, circa 20 min.da Arches. Ci spostiamo tra i vari viewpoints dove ammiriamo i giochi di luce e colori delle rocce scavate dal vento e dall’acqua del fiume; i panorami sono grandiosi e danno un primo assaggio di quel che poi sarà il Grand Canyon… Il parco è facilmente visitabile, basta muoversi lungo la strada e fermarsi ai vari viewpoints lungo la strada. Meno noto e appetito rispetto agli altri parchi, quindi meno frequentato e tranquillo; con a disposizione 2 orette ne vale la pena.

MESA VERDE NP

Che bella sorpresa, parco bellissimo! Al visitor center prenoto la visita al Cliff Palace (6 $), ben visibile da una terrazza facilmente raggiungibile. La visita col Ranger permette di conoscere la storia della civiltà che ha creato queste abitazioni tra il 700 e il 1300 d.C., prima dell’arrivo di Apache e Navajo nella zona, come vivevano, come organizzavano la loro vita quotidiana. Lungo la strada vari viewpoints consentono di vedere altre costruzioni incastonate nelle pareti di roccia. Ci trasferiamo sul Mesa Top Loop, 10 km di strada che permette l’accesso a vari siti lungo la strada e che aiutano a comprendere come viveva questa popolazione. Terminiamo la visita con la Spruce Tree House, questa gratuita, cui si accede attraverso un ripido sentiero. Qui tramite una scala è anche possibile calarsi in una casa.

FORESTA PIETRIFICATA E DESERTO DIPINTO

I due parchi sono uniti da un’unica strada, potendo iniziare la visita indifferentemente dall’uno o dall’altro. Noi cominciamo dalla Foresta Pietrificata, 20 miglia da Holbrook; facciamo un primo sentiero appena dietro il visitor centre, il Giant Logs, dove vediamo i primi tronchi, i colori sono molto vivi e dei più diversi. Ci vorrebbe un esperto geologo per spiegare i diversi colori dei sali che hanno sostituito il legno nel corso dei millenni. La seconda passeggiata la dedichiamo al Long Logs; chiudiamo con la sosta a Blue Mesa. I tronchi hanno i colori più diversi, rosso, giallo, marrone, bianco, che alla luce del sole presentano ulteriori sfumature. Attraversata l’autostrada ci fermiamo ai diversi viewpoints che si affacciano sul Paint Desert; il deserto non è attraversabile in auto ma ci si limita ad affacciarsi ai vari punti di sosta dove è possibile ammirare la pianura e le colline dei più diversi colori, uno spettacolo incredibile.

MONUMENT VALLEY

L’ingresso non è compreso nella tessera annuale ma essendo riserva indiana il costo (20 $ ad auto) va ai Navajo. Già arrivando da est un buon antipasto sono la Valley of God, Mexican Hat nonché la famosa strada dove Forrest Gump termina la propria corsa. Dall’albergo si gode una bellissima vista della vallata, immagine degna di un film di John Wayne. Abbiamo prenotato la visita guidata con la Safari tours (75 $ a testa), accompagnati dalla nostra guida indiana Duffy-Tee, molto gentile e disponibile. La visita guidata permette di entrare nei luoghi più reconditi della valle, cosa impossibile sia se si va con la propria auto (strada molto dissestata e in caso di pioggia impraticabile, ognuno faccia le valutazioni del caso) o con i tour collettivi che partono nel piazzale del parcheggio. La spesa a nostro parere ne vale la pena; il tour è durato 2 ore e mezza, visitando grotte, pinnacoli, rocce delle più svariate forme, visita ad un hogan navajo: indimenticabile!

GRAND CANYON

È la seconda volta che lo visito, stavolta il south rim invece del north rim, (meno turistico e più tranquillo) ed è l’unico parco che all’affaccio e al primo sguardo ti lascia senza fiato per l’immensità e la bellezza del luogo. Venendo da Cameron la prima parte della visita è dedicata alla Desert View Drive, fermandoci ad alcune bellissime balconate sull’abisso scavato dal Colorado. La strada corre attraversando un bellissimo bosco. Al Visitor Centre la folle è immane, i parcheggi sono strapieni nell’indifferenza di alcuni daini che tranquilli brucano l’erba. L’Hermit Road è visitabile solo a mezzo di shuttle, quindi shuttle blu e poi shuttle arancione. Ci fermiamo anche qui ad alcuni viewpoints camminando lungo il rim sul sentiero che unisce i vari punti d’osservazione. Visita indimenticabile e assolutamente da ripetere.

DEATH VALLEY

Altra tappa imperdibile all’ombra di 48 °, è l’unico parco nel quale all’ingresso non trovi rangers (e ci credo!). Due orette di strada da Las Vegas e iniziamo la visita da Dante’s View da dove si ha uno sguardo totale della valle e della sua conformazione; scendiamo poi a Zabriskie Point e le sue bellissime dune gialle. Ci riforniamo d’acqua al Visitor Centre a Furnace Creek dove riempiamo le nostre bottigliette (serve acqua, tanta acqua…) e poi percorriamo Artist Drive fermandoci più volte ad ammirare le rocce e i loro svariati colori, dal rosso al verde al turchese… Se ci si deve dirigere verso Yosemite sulla 190 segnalo che occorre superare due passi a più di 3000 mt. con tornanti e strade molto lente, due ore per fare non più di 70/80 km: tenetene conto per la vostra tabella di marcia

YOSEMITE

Base a Jamestown, dedichiamo due giorni a questo parco. Per chi ha tempo suggerisco una giornata o due da dedicare alla zona a est di Yosemite tra Bishop e Lee Vining, Mammouth Lake e Mono Lake; per arrivare a Jamestown passiamo per il Sonora Pass, strada di montagna stretta e tortuosa ma bellissima, attraverso boschi e vallate selvagge con daini che attraversano la strada. La prima giornata è dedicata alla zona sud quindi prima sosta alla Bridalveil fall (peccato che a fine agosto ci sia oramai poca acqua), seconda sosta a Tunnel View per poi percorrere tutta la strada verso Glacier Point, dove ci fermiamo un’oretta. Inutile dilungarsi in descrizioni o impressioni: bisogna venirci e basta, Half Dome, Vernal e Nevada falls, Yosemite Valley, scoiattolini ovunque… solo di orsi nessuna traccia! L’aria è frizzante, siamo ben oltre i 3000 metri, perfino il pranzo con gli orridi affettati usa sembra buonissimo. La seconda parte della giornata la passiamo nella Yosemite Valley, sosta al Visitor Centre, sentiero verso la Lower Yosemite Fall (senz’acqua!), ammiriamo una coppia di daini che pasteggia lungo la strada e la prima giornata può dirsi conclusa. Prima notte a Jamestown, bellissima cittadina western (l’albergo sembrava un saloon old style), cena a base di buonissima T-bone e una bella birra.

La seconda giornata è dedicata alla zona attraversata dalla Tioga Road; proveniendo da ovest non scendiamo fino a Lee Vining ma saliamo fino all’ingresso del parco per poi ridiscenderle con calma guardando e ammirando quel che ci circonda. Le miglia sono tante, come tante sono le cose da vedere e fare quindi occorre scegliere con attenzione cosa fare. La prima sosta è a Toulumne Meadows dove facciamo alcune pessaggiate lungo questo immenso pianoro; segue sosta per pranzo e relax al bellissimo Tenaya Lake, acqua azzurra ma freddissima (il pediluvio è già tanto), alcuni tavoli per mangiare in tutta comodità, un bellissimo sentiero che si addentra nel bosco e costeggia il lago per avere scorci molto particolari. Ritornando verso l’uscita obbligatoria sosta a Olmsted Point, con vista sul lago Tenaya da una parte e dall’altra sull’Half Dome e la catena che ci separa dalla Yosemite Valley. I sentieri e le mete per gite giornaliere sono tantissimi ma occorrono almeno 4/5 ore ad escursione, purtroppo i ns. 13 giorni di tour non ci hanno permesso visite più approfondite.

SAN FRANCISCO

È sempre bello tornare in una delle città più vivibili incontrate nei giri per il mondo !! Da Turlock puntiamo verso Monterrey per risalire lo costa californiana lungo la strada n°1, facendo numerose soste per vedere spiagge, insenature, piccole lagune, fari, accompagnati da cormorani, pellicani e altri uccelli acquatici. Resa l’auto ci dirigiamo verso la nostra stanza, una camera trovata attraverso airbnb nel quartiere di Noe Valley. La prima giornata è per un primo sguardo su San Francisco e quindi, scesi a Market Street, a piedi andiamo verso il Wharf. Chinatown, Little Italy con la chiesa di San Francesco, giro dei vari negozietti al Pier 39, gita in motonave lungo la baia fino al Golden Gate, Ghirardelli Square e acquisto del famoso cioccolato, Nob Hill e Lombard Street; tornando una sosta al museo della Beat Generation sulle orme di Keraouak. La seconda giornata noleggiamo un tandem e quindi passando per la Marina e Presidio arriviamo al Golden Gate Park, dove visitiamo il Japanese Tea Garden (molto bello) e andiamo su e giù per le sue colline (anche il parco è tutto un saliscendi). Usciamo da Ashbury, attraversimao JapanTown e un po’ stanchi (in tandem fare su e giù è faticoso) ci dedichiamo al pranzo a base del famoso chowder, buonissimo. Ultimi giretti per i negozi del Wharf e anche la seconda giornata e al termine. Avendo il volo di ritorno alle 16 riusciamo l’indomani a sfruttare la mattinata per fare a piedi tutta Market Street da e per l’Embarcadero, attraversando anche il Financial District con i suoi grattacieli. All’Embarcadero un bel giretto tra le bancarelle con la loro frutta buonissima e i negozi con prelibatezze locali. Ritorno a Noe valley per recuperare i bagagli e dalla stazione Bart sulla 24th strada arriviamo in aeroporto.

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