firenze / budapest

CRONACHE MAGIARE di Carla, Costanza, Marina Marco, Roberto, Stefano LA PREPARAZIONE 26 agosto 2009 Sorteggio dei gironi di Champions League: la Fiorentina con Liverpool, Lione, Debreceni. Un solo pensiero attraversa le nostre menti: a Budapest, a Budapest!28 agosto 2009 Compleanno di Marina: al piccolo...
Scritto da: neeskens
firenze / budapest
Partenza il: 19/11/2009
Ritorno il: 24/11/2009
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
CRONACHE MAGIARE di Carla, Costanza, Marina Marco, Roberto, Stefano LA PREPARAZIONE 26 agosto 2009 Sorteggio dei gironi di Champions League: la Fiorentina con Liverpool, Lione, Debreceni.

Un solo pensiero attraversa le nostre menti: a Budapest, a Budapest!

28 agosto 2009 Compleanno di Marina: al piccolo gruppo si aggrega subito con entusiasmo Marco, con più sobrietà Costanza.

19 settembre 2009 Inizia ufficialmente l’Operazione Gulash. In pizzeria al “Cipiglio” e poi in casa al computer per cercare un albergo, scegliere una compagnia di noleggio per il pullmino, fissare un itinerario. Brain storm che termina alle ore 1,45 del giorno successivo.

21 settembre 2009 A Peretola per prenotare il mezzo di trasporto e improvvisamente scopriamo che non tutte le compagnie , diciamo pure quasi nessuna, sono disponibili a noleggiare la vettura per un viaggio in Ungheria. E ora? 22 settembre 2009 La concessionaria Brandini ha detto sì, ci fornisce il pullmino, uno Scudo Fiat! Sospiro di sollievo… 25 settembre 2009 Fissato anche l’albergo, l’Hotel Marmara in Budapest che è risultato vincente dopo una spietata selezione. Adesso mancano solamente (…) i biglietti per la partita! 17 ottobre 2009 Ore 11 dalla Concessionaria Brandini: ecco il nostro saettante Scudo Fiat pronto per l’uso, catene da neve comprese. Ma noi, noi siamo pronti? LA VACANZA 19 Novembre 2009, lunedì Ore 4,35 partenza, tutti puntuali, buio pesto.

L’umore nonostante la levataccia è alto, le speranze per un bel viaggio sono molte, chiacchiere in libertà, direi mooolto in libertà.

Traffico ancora scorrevole, prima sosta per una colazione alle 8 all’autogrill La Fratta. Caffè e brioches (dure!), cambio di autista e via verso l’Austria, il pullmino risponde bene alle sollecitazioni.

Ore 9,30 risiamo fermi in località Valbruna, a otto chilometri da Tarvisio, ci infiliamo in una baita di montagna rimessa a negozio di alimentari per fare fotocopie…Fa un gran freddo, siamo circondati dalle montagne, in parte coperte da una fitta nebbia, intravediamo un gruppo di persone che si avventura a piedi su un sentiero. Che siano contrabbandieri? Pranzo in un autogrill austriaco, siamo oramai a soli 150 chilometri da Vienna. Mi viene in mente Anna Identici “una rosa da Vienna, una piccola rosa”, ma prima di entrare nella vecchia capitale, finalmente ci appaiono i cartelli che indicano la strada per Hu.

Ore 16, territorio ungherese! Da un cambiavalute, i primi fiorini: che cambio ci avrà fatto? Solite dicerie sulla dubbia onestà dei cambiavalute ungheresi, discussioni sui tagli delle banconote, ritenuti da alcune difficilmente spendibili (facevano a chi la sparava più grossa!!!), lamentele sulla difficoltà di fare un calcolo di conversione rapido (“chissà come ci fregheranno…”), e chi più ne ha, più ne metta! Intanto, nonostante tutto, il pullmino continua a macinare chilometri, una leggera salita e dall’alto ecco … Budapest! Il Danubio, i suoi ponti, un grande traffico. Sono circa le sei del pomeriggio e il centro è logicamente intasato: è un film quotidiano per noi. Pazienza e calma, e con il nostro navigatore cartaceo ben programmato da Roberto al computer arriviamo al nostro albergo, il Marmara Hotel in Nagy Ignac u. 21.

Primo piccolo inconveniente: il garage dell’albergo è inagibile, veniamo dirottati nel parcheggio di un altro poco lontano (ed ecco che dal fondo si alza il canto corale dell’Agamennone di Eschilo, con Clitennestra e le sue ancelle:”speriam di ritrovarlo interooo!”).

Le camere assegnateci sono una accanto all’altra, al secondo piano, pulite e abbastanza spaziose. Siamo soddisfatti. E stremati. Ma si sa, allo stomaco non si comanda: e rieccoci in movimento, alla ricerca di un ristorante! Marina ne ha individuato uno sulla guida, non molto lontano: è il Muvesz Etterem, un grazioso locale nei pressi del bel Teatro della Commedia.

Ci siamo solo noi e un’altra coppia, un pianista allieta la nostra cena, mangiamo davvero bene e, piacevole sorpresa, il conto è poco più venti euro a testa, dessert compreso. Fa piacere anche questo.

Finiamo la nostra lunga giornata con una passeggiata sino al ponte Margherita, il secondo ponte della città per lunghezza, da dove ammiriamo il bello spettacolo della collina di Buda con i suoi castelli illuminati. Pioviggina.

Ma la prima impressione di Budapest è largamente positiva! 20 ottobre 2009, martedì Coppa Campioni day: ore 20,45 al Népstadion Debreceni vs. Fiorentina, biglietto in tasca, ci siamo.

Sveglia alle otto, ricca colazione a buffet, brioches, pain au chocolat, salumi, formaggi, cereali, succhi di frutta e caffè. Mi sembra anche il gulash! Ci alziamo da tavola e siamo già abbastanza pieni. Chi ben comincia… Iniziamo il giro, visita guidata, gratuita in italiano!, al Palazzo del Parlamento, imponente, è stato costruito solamente a fine ottocento, è considerato uno degli edifici più belli al mondo. Visitiamo la Sala della Cupola dove è esposta la corona di Stefano, con la sua storia avvincente (fu restituita al popolo ungherese solo nel 1978) e la Sala dei Congressi dove si riuniscono i ministri e i deputati.

Per la strada diversi gruppi di ragazzi con la sciarpa viola: vorrà dire qualcosa? Alla cattedrale di S. Stefano abbiamo il tempo di visitare la cappella della Santa Destra, la mano destra del santo mummificata, custodita dentro una teca, oggetto di grande devozione (personalmente mi fa uno strano effetto…) e poi di salire, con un ascensore, alla sommità della torre campanaria da dove si può ammirare un gran bello spettacolo sulla città: un po’ di foto, la luce è sufficiente, oggi. Una capatina al Teatro dell’Opera poi guardando l’orologio ci accorgiamo che sono già le quindici: ci infiliamo in un bar vicino all’Andrassy Ut. Per una breve sosta rifocillandoci con ricchi panini imbottiti.

Quindi le strade si dividono: gli uomini rientrano in albergo per cambiarsi e presentarsi puntuali al rendez vous con la compagnia della Carifirenze. Le donne a vagare ancora per il centro, alla ricerca di spunti e idee interessanti.

Arriviamo puntuali all’Hotel Mercure dove veniamo accolti da “Toghe Viola”, da colleghi con mogli adeguatamente vestite da partita e da incredibili “Pantere Viola”. Saliamo sul pullman e in una mezzoretta arriviamo al mitico Népstadion, lo stadio del popolo, oggi ribattezzato Ferenc Puskas Stadion.

Non sto a dilungarmi sulla storia di questo impianto e sulla straordinaria nazionale ungherese degli anni ’50, l’Aranycsapat, la squadra spezzata battuta solo dai carri armati sovietici nel 1956, dico solo che da piccolo per me questi calciatori e soprattutto questo stadio mi sembravano qualcosa di irraggiungibile: lo ho visto sempre e solo in fotografie in bianco e nero ed oggi non mi sembra vero di essere sulle sue tribune ad assistere ad una partita.

C’è solo un piccolo inconveniente: il settore in cui siamo è la curva Fiesole trasferitasi a Budapest, ragion per cui, siccome le prime file sono state occupate da persone che stanno rigorosamente in piedi, tocca stare in piedi anche a noi per tutti i primi quarantacinque minuti su seggiolini oltretutto in precario equilibrio.

Fortunatamente nell’intervallo Roberto si accorge che non ci sono più controlli agli accessi dei vari settori e così riusciamo a sgattaiolare nella attigua tribuna ed assistere più tranquillamente al resto del match, che peraltro aveva già espresso il suo verdetto nel primo tempo, parziale 4 a 2 con una bella prova di forza della Fiorentina. I gol gigliati, di pregevole fattura, tutti nella porta davanti al nostro settore, situato molto vicino al campo di gioco. Per la cronaca, l’incontro è terminato 4 a 3 per la Fiorentina.

Il tempo per qualche foto, un po’ di attesa per uscire e poi recuperiamo il nostro pullman con i nostri cortesi amici che già cominciano a parlare della successiva trasferta, a Liverpool. Rientriamo in albergo con un taxi dopo un viaggio nelle strade di Budapest, deserte, diciamo abbastanza tortuoso. Ma che razza di tassista abbiamo beccato? Le ragazze (…) sono tornate a cena al ristorante di ieri sera, sono riuscite ad avere un menù in italiano e così si sono potute sbizzarrire nella scelta dei piatti: giudizio sulla cena positivo anche stasera. 21 ottobre 2009, mercoledì Sveglia e a tavola puntualmente alle 8,30.

Che facciamo stamani? La collina di Buda? La mini crociera sul Danubio? Restiamo a Pest? Deciso: la collina di Buda, formata dalle sorgenti termali, che si trova sopra una rete di gallerie di 28 chilometri, utilizzate anche come rifugi antiaerei durante la seconda guerra mondiale. Oltrepassato il Ponte delle Catene, il più lungo di Budapest, 380 metri, largo 16 metri, prendiamo un simpatico trenino a cremagliera, il siklò, per salire sulla collina all’altezza del Palazzo Reale che non visitiamo mentre entriamo nella splendida chiesa di Mattia Corvino, adesso purtroppo parzialmente in ristrutturazione. Un coloratissimo tetto di tegole e l’interno con vetrate istoriate e decorazioni murali davvero interessanti. La chiesa, antica sede di incoronazioni e nozze reali, è stata anche moschea durante il dominio turco mentre i tedeschi durante l’occupazione nell’ultimo conflitto l’avevano adibita a stalle e cucina! All’uscita, una decina di scalini e siamo sul Bastione dei Pescatori, così chiamato perché una volta vi si teneva il mercato del pesce: un posto veramente panoramicissimo, scattiamo decine di foto, ah, le macchine digitali … Proseguiamo nella nostra camminata e scopriamo il Ruszwurm, il caffè più antico dell’Ungheria e, udite udite! il preferito dalla Principessa Sissi! A Marina e Carla si illuminano gli occhi e si scalda il cuore al pensiero della bella principessa, per cui potevamo non fare una sosta nei suoi divanetti stile Biedermeier? No! Naturalmente non ci limitiamo ad una visita-nostalgia ma ci accomodiamo e ordiniamo dolci e caffè: meravigliose fette di Cream Pastry e Dobos cake scendono voluttuosamente lungo la nostra gola, in una sinfonia di papille gustative. Approfittiamo di un momento in cui non c’è nessuno e monopolizziamo la saletta per qualche foto.

Ah, Sissi Sissi, dove sei? Manchi solo tu… Via, ripartiamo, scendiamo la collina e a piedi ritorniamo a Pest, nella zona pedonale. Quasi per caso ci imbattiamo nel Caffè Gerbeaud, altro storico locale, dove secondo tutte le guide è impossibile non entrare durante un soggiorno a Budapest. E difatti, altro caffè espresso e perche no? Qualche dolcetto… Nei pressi c’è Vaci Utca la strada delle grandi firme, pedonalizzata per gli acquisti: ma per i nostri gusti non è che ci sia un granchè, quindi in un’oretta riusciamo a venire a capo del pomeriggio shopping.

Andiamo a cena in un ristorante vicino alla Andrassy Utca, consigliatoci in albergo e in fondo una scelta azzeccata: buone le pietanze, prezzi ancora contenuti. Poi un metrò e al Marmara, un po’ stanchi e a nanna. 22 ottobre 2009, giovedì Preparato un intenso piano di battaglia per oggi: dopo la solita pantagruelica colazione con dolci e salati, prendiamo la linea M1 della metro, la linea più antica d’Europa e con gli arredi del 1800: davvero deliziosa! Foto persino dal vagone alle varie stazioni di fermata. Una simpatica signora anziana ci intrattiene in una amabile conversazione in un impeccabile inglese, peccato che dobbiamo scendere: arrivederci signora! Arriviamo alla Piazza degli Eroi, un enorme piazzale monumentale con statue che ripercorrono la storia dell’Ungheria e con il monumento del Millenario che segna il centro della piazza.

Una passeggiata nel vicino parco, è una dolce mattina di sole, un bel teporino, quindi riprendiamo la linea M1 per tornare in centro dove, dopo aver fatto gli scemi attorno a una reclame del Casinò, decidiamo di acquistare i biglietti per una crociera sul Danubio. Insomma, si è trattato di un ripassino di tutto quello che abbiamo sinora visto a Budapest, tranquillamente seduti sul ponte. Il palazzo che a detta di tutti noi è risultato il più bello: sicuramente il Parlamento, ripreso da ogni posizione e angolatura. Giochino della Marina: “chiudi gli occhi e dimmi senza pensare la prima cosa che ti viene in mente di Budapest!” Pronta la risposta, quasi unanime:il Palazzo del Parlamento.

Una volta a terra, si formano nuovamente due gruppi: Roberto ed io andiamo alle Terme di Gellert, Marco si prende le donne e se le scarrozza per strade e cafès.

Le Terme di Gellert sono un complesso formato da due piscine, una piccola con acqua calda ed un’altra più grande con acqua fredda e a volte con soffioni che ti percorrono il corpo. Poi ci sono altri servizi, di massaggi e cura per la persona, in stanze separate, riservate e rigorosamente distinte fra uomini e donne. Comunque l’ambiente è fantastico, in stile art nouveau, una struttura che quasi ti incute soggezione, è stato detto che è come fare il bagno in una cattedrale. Ci restiamo due orette scarse ma il tempo è tiranno, sarà per un’altra volta, magari tutti insieme.

Raggiungiamo quindi il resto del gruppo al Mercato Centrale, edificio stile nostro mercato di San Lorenzo ma molto più grande e soprattutto molto più pulito e ordinato e dove finalmente possiamo fare qualche acquistino.

A cena al Matyas Pince, un locale con danze e musica, ballerini e orchestra in costume. Solita grande mangiata, con gulyasleves (zuppa di gulash), carne nelle varie salse ungheresi, siluro del Balaton, camembert, dolci etc.Etc. Questa volta la spesa è stata un po’ più cara, circa 40 euro a testa, ma era stata messa in preventivo. Comunque siamo stati bene e “non piangerò mai sul denaro che spendo, né che avrò forse più…” Un’ultima giratina? No, piove! e anche con una certa intensità. Uffa, non abbiamo con noi gli ombrelli, quindi rientriamo in albergo, e comunque per oggi ne abbiamo fatte e viste anche abbastanza.

Le strade sono tutte imbandierate, domani è festa nazionale, anniversario della proclamazione della Repubblica.

Intanto credo di aver capito perché strada in ungherese si dice Utca: ci ho pensato a lungo, mi sono anche confrontato con la Costanza. Penso perché quando le strade non erano ancora asfaltate e levigate come oggi, la gente inciampava spesso nei pietroni sconnessi ed allora: “Utca! A momenti casco…” Beh, andiamo a dormire…

23 ottobre 2009, venerdì Ore 10,15: ciao Hotel Marmara! Colazione, valigia, a riprendere il pullmino (integro! vedi 19 ottobre u.S.), alla cassa, si riparte. Oggi è festa nazionale, in questo giorno nel 1989 avvenne la proclamazione della Repubblica di Ungheria coincidente con la commemorazione dell’inizio della rivoluzione contro l’occupazione sovietica schiacciata nel sangue nel 1956.

Strade ancora pressoché deserte, meno male così possiamo girare senza eccessive difficoltà. Che ci sarebbero state: infatti arrivare al Parco Memento è stato alquanto difficoltoso. Nel corso del tragitto abbiamo trovato in una piazzetta una sorta di quadro vivente, in ricordo dei giorni della rivoluzione del 1956, con quattro ragazzi truccati e con vestiti dell’epoca immobili su un camion militare che rappresentavano un momento della rivolta contro l’oppressore russo, mentre un’altra persona leggeva con voce commossa, dei brani, ahimè per noi in ungherese. Breve, affettuoso scambio di opinioni fra Costanza e Marco sul significato di manifestazioni simili e sul loro significato. Al di là di tutto, l’ho trovata toccante anche io. Finalmente arriviamo al parco tematico di Memento, con le statue pubbliche degli anni del socialismo che nel 1989 furono tolte dalle piazze. Monumenti giganteschi, tra cui quello del soldato Liberatore sovietico alto 6 metri, con la bandiera con la falce e il martello che prima si ergeva in cima alla collina Gellert ben visibile da ogni angolo della città. Curioso anche il piedistallo per la statua di bronzo alta 8 metri di Stalin demolita il 23 ottobre 1956 dalla folla e di cui sono rimasti solo gli stivali, copia autentica di quel monumento. Allo shop, oggetti ricordo Stella Rossa, qualche acquistino… Tempo nebbioso, però una volta arrivati al Lago Balaton, poco più di un’ora da Budapest, il sole miracolosamente sfonda le nuvole e il cielo diventa sempre più azzurro, da confondersi con il colore delle tranquille acque lacustri, dove regali cigni e germani dai bei colori nuotano beati. Breve disquisizione della Costanza su come cucinare i germani (che nel frattempo, quasi distrattamente, si allontanano…).

Siamo a Siofok e ricordando e celebrando abbiamo fatto quasi le tre del pomeriggio: che sia nuovamente ora di pranzo? La nostra veloce ricerca si conclude appena ai limiti del paese, quando la nostra vista vorace adocchia un bar ristorante, il Kornélia Vendéglò, entriamo, ordiniamo e sorpresa! Un pranzo davvero squisito, un’ottimo Bogracsgulyas, finalmente un meraviglioso Sertèsporkolt e un altrettanto buon Pikans porkolt, per Marco un robusto Magyaros szwzernuck! Si fa prima a mangiarli che a pronunciarli… Ma la nostra sorpresa è ancora più grande al momento del conto: appena 11.500 fiorini in sei, vale a dire solo sette euro a testa! Con lo stomaco pieno e senza più fiorini in tasca, riprendiamo la strada del ritorno. Superato il confine, (ciao Budapest, siamo stati bene!) in Slovenia comincia a piovere, a tratti anche con una certa insistenza. Il morale a bordo è comunque sempre su di giri, il nostro autista titolare, Marco, guida con perizia nel difficile traffico sloveno, nonostante qualche intemperanza vocale alle sue spalle (tipo stai attento a quella macchina davanti, ma che strada prendi??) alle quali peraltro risponde sempre diplomaticamente con eleganti “francesismi”. Verso le 19 e 30 entriamo in Lubiana, alla ricerca di una sistemazione che in poco tempo troviamo al City Hotel ma poiché continua a piovere decidiamo di rimandare a domani la visita della città e anzi ci accomodiamo anche per la cena.

Peccato, perché non possiamo andare a giocare in uno dei tanti casinò che animano la vita della cittadina.

Le camere dell’albergo sono accoglienti e pulite.

24 ottobre 2009, sabato Sveglia e colazione a buffet, non siamo al livello del Marmara però. Poi un giro a Lubiana, in una mattinata uggiosa, pioggerellina e nebbia che però lentamente si sta alzando facendo intravedere le colline che cingono in un abbraccio l’operoso borgo (licenza poetica).

Un mercato, non solo alimentare, pieno di gente, poi il simbolo di Lubiana, il Dragoon Bridge, un paio di strade attorno al fiume ed alle 11 siamo nuovamente sul pullmino, in autostrada verso l’Italia. Purtroppo ci sono lavori stradali in corso e procediamo ad una velocità abbastanza ridotta, ma il tempo passa ugualmente in maniera proficua: veniamo edotti su come fare una buona mayonnaise (“due uova, però è bene tenerne uno a portata di mano, nel caso due allegassero; olio di semi di buona qualità mentre l’olio di oliva non importa che sia eccelso, l’importante è che sia extravergine; Marco disponibile a richiesta a fornire home-demonstration mentre la Marina riparte con il chiudete gli occhi e ditemi cosa viene in mente di Budapest, senza pensarci!”). Ecco il confine italiano e improvvisamente il pullmino viene avvolto da una pioggia di volantini lanciati da un bimotore che volteggia sopra di noi : ne raccogliamo uno, inneggia a “Fiume libera”, la firma è di Gabriele D’Annunzio, mentre ad un semaforo Cesare Battisti su un carretto, in catene, circondato da vigili austriaci, viene condotto in prigione.

“Stefano, svegliati, siamo a Trieste!” Stavo dormendo, era un sogno, è mezzogiorno e mezzo e siamo nella meravigliosa piazza di Trieste, una terrazza sul mare oggi stranamente battuta dal vento… Un veloce pranzo alla Tecia (spaghetti!), un vero caffè con l’immancabile dolce al Bar Tommaseo e signore e signori, proprio in questo istante il triplice fischio dell’arbitro sancisce la fine della vacanza.

Autostrada, ecco Venezia, Padova, Bologna … casa! Sei giorni, sette reti, duemila chilometri, migliaia di fotografie, milioni di risate, sei divertiti e curiosi viaggiatori. Noi. Noi, turisti non per caso, sempre pronti a ripartire!



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