Turismo ecologico, sostenibile, responsabile

Che cos'è? Cosa vuol dire? Come si fa?
Silvia, 23 Apr 2014
turismo ecologico, sostenibile, responsabile
Da un po’ di tempo a questa parte il turismo ha iniziato seriamente a fare i conti con l’ambiente perché, diciamocelo, dove non arriva la coscienza critica, arriva la necessità… è una risorsa che va preservata! Ci si preoccupa quindi sempre di più dell’impatto che ha il turismo sul territorio, sia dal lato dell’offerta turistica, impegnata e coinvolta nel proporre esperienze di viaggio sostenibili che valorizzino il rispetto e il senso del luogo; sia dal lato del viaggiatore, che passando non dovrebbe lasciare dietro di sé Cartagine rasa al suolo. Ne parliamo con Serena Canu, comunicatrice e organizzatrice di eventi green, già membro della nostra redazione di turistipercaso.it, oggi intraprendente proprietaria di Volti di Pietra, un accogliente B&B rurale con ambizioni ecologiche in quel di Sassoferrato, nelle Marche, quasi al confine con l’Umbria. La storia di come Serena ha lasciato la “vita d’ufficio” per aprire un’attività in proprio in campagna (seppure molto connessa!) la trovate a questo link, di seguito invece parliamo con lei di turismo e ambiente.

TPC: Iniziamo facendo chiarezza con le definizioni: la differenza tra turismo ecologico, turismo ecosostenibile e turismo responsabile?

Serena Canu: La situazione sembra più complessa di quanto non sia in realtà. I tre diversi termini, a cui possiamo aggiungere anche turismo sostenibile, si riferiscono tutti a un tipo di turismo attento agli aspetti ambientali, sociali ed economici della meta turistica. Si tratta, in sostanza, di un turismo attento al territorio in senso più lato, sia da un punto di vista ambientale che sociale. È vero che c’è chi presta più attenzione all’aspetto puramente ecologico e chi, invece, a quello culturale, ma alla fine lo scopo è sempre lo stesso: tutelare il territorio, sia limitando – o meglio ancora evitando – forme di inquinamento che supportando gli abitanti e le economie locali.

TPC: Sono un turista, cosa posso fare per viaggiare sostenibile?

Serena Canu: Le cose che un turista può fare per viaggiare in maniera sostenibile sono molte, alcune prima ancora di intraprendere il viaggio. In primis, può scegliere strutture attente all’ambiente, che hanno cominciato a introdurre nella gestione delle pratiche virtuose. Ci si può affidare alle certificazioni oppure domandare direttamente ai gestori delle strutture più piccole, che non sempre sono certificate pur mettendo in pratica azioni sostenibili. Un altro aspetto da considerare è la conoscenza delle culture e dei territori. Questa è una cosa che è più facile da capire se abbiamo in programma di andare in capo al mondo, dove usi e costumi possono essere anche molto diversi dai nostri. Ma non dimentichiamo che anche un viaggio dietro casa merita la stessa attenzione, riservando spesso grandi sorprese. Altra cosa fondamentale, a cui spesso non si pensa, è il mezzo di trasporto che scegliamo di usare. Se l’aereo ci sembra tanto comodo e – se stiamo attenti alle offerte – economico, ricordiamoci sempre che è anche il mezzo più inquinante. Anche più dell’auto. Se è possibile, è sempre meglio viaggiare in treno e con i trasporti pubblici e, soprattutto nelle città, non dimentichiamoci della possibilità di noleggiare una bicicletta o di usare i fidati piedi: spesso sono anche il modo migliore per apprezzare al meglio i luoghi! E mentre si è in viaggio? La cosa più semplice da fare è rispettare i luoghi, che può voler dire non lasciare la bottiglietta vuota su una panchina, ma anche non rovinare un sentiero in mezzo al bosco o non stendere l’asciugamano su un pezzo di spiaggia dove non è permesso. Oppure non andare in giro in short e canottiera in paesi dove i costumi sono differenti. Sono esempi banali, ma è sempre bene partire dalle cose più semplici.

TPC: Le buone pratiche da adottare a casa mia ogni giorno sono le stesse che mi rendono un turista responsabile?

Serena Canu: In alcuni casi sì. Se a casa chiudiamo l’acqua mentre ci laviamo i denti, stacchiamo gli elettrodomestici in stand-by e non facciamo docce eterne, queste sono tutte cose che dovremmo fare anche durante i nostri viaggi. In fondo, se avessimo ospiti a casa nostra non vorremmo che stessero un po’ attenti? Il viaggio è piacere e molte persone, quando sono in giro, non vogliono avere pensieri, ma credo che essere più consapevoli dell’impatto delle nostre azioni sul benessere delle persone e dei luoghi sia un “dovere” e, con un po’ di attenzione, non crea sforzi e non può che fare bene. Spesso, fra l’altro, sono le azioni più piccole ad avere l’impatto maggiore, soprattutto nel lungo periodo.

TPC: Ci suggerisci come fare per informarci sull’offerta turistica ecosostenibile in giro? Come si riconosce?

Serena Canu: Ci sono diverse associazioni e tour operator che offrono proposte di turismo responsabile, molte delle quali fanno riferimento all’AITR, l’associazione italiana turismo responsabile. Il primo passo potrebbe essere proprio documentarsi attraverso i canali dell’associazione, ma anche una semplice ricerca online potrebbe aprirvi un mondo. Le agenzie e i tour operator sono sicuramente consigliati per chi è alla ricerca di una proposta di itinerari con attività a contatto col territorio, sia in Italia che all’estero. Altrimenti si può programmare il viaggio autonomamente, verificando con le singole strutture se rispondono a principi di turismo responsabile. Come si riconosce un’offerta turistica ecosostenibile? Al di là di eventuali certificazioni o associazioni, si può vedere se è esplicitata un’attenzione per il territorio e per i suoi abitanti. Sono molte le strutture che raccontano i propri sforzi sul loro sito web.

TPC: Passiamo al lato-offerta: sono un operatore turistico, diciamo un albergo, cosa posso fare per considerarmi ecosostenibile? Da dove si comincia?

Serena Canu: Fare un’analisi della propria sostenibilità e un piano di intervento non è affatto semplice. Parlo per esperienza, sapendo bene quanto, a volte, le buone intenzioni si scontrino con i costi di attuazione. Per questo, il primo passo secondo me è partire dalle cose semplici: cominciare a usare lampadine a basso consumo, dotare i rubinetti di rompigetto, bandire le confezioni monouso di saponi e shampoo sono solo alcuni esempi. Sicuramente, se vogliamo rendere la nostra struttura più sostenibile da un punto di vista ecologico, dobbiamo chiedere la complicità dei nostri ospiti. Per questo, possiamo ad esempio invogliarli a fare la raccolta differenziata o spiegargli che il cambio quotidiano degli asciugamani comporta uno spreco di acqua, elettricità e detersivi. Naturalmente non dobbiamo sottovalutare interventi più grossi, anche di tipo strutturale, come l’installazione di pannelli solari o fotovoltaici, ma purtroppo non sempre si riesce a fare tutto subito. L’importante è non lasciarsi andare e ricordarsi che anche le piccole routine quotidiane sono fondamentali. Più in generale, se intendiamo la sostenibilità in riferimento non solo alla nostra struttura, ma all’intero territorio, possiamo puntare a promuovere l’intera area, sensibilizzando I nostri ospiti e consigliando itinerari e prodotti locali.

TPC: Una volta intrapresa questa strada, come faccio a certificare il mio impegno?

Serena Canu: Esistono molti tipi di certificazione, da Legambiente a Ecolabel. Il consiglio è di verificare le caratteristiche richieste da ogni organismo di certificazione e valutare di conseguenza il proprio livello di sostenibilità.

TPC: L’attenzione per l’ambiente c’entra anche con la promozione del proprio territorio e dei suoi prodotti?

Serena Canu: Come accennavo prima, sicuramente sì. Il turismo sostenibile riguarda, come sappiamo, gli aspetti più diretti di tutela ambientale, ma la salvaguardia del territorio passa anche dalla promozione dei suoi prodotti. Vanno quindi privilegiate le imprese locali, meglio se attente agli aspetti sostenibili e al benessere più generale del territorio.

TPC: Restando in Italia, ci racconti qualche bel progetto o altre iniziative interessanti a tema da seguire e/o a cui partecipare?

Serena Canu: Parlo volentieri di due progetti che ho scoperto da poco. Il primo si chiama Vivi Sostenibile e il nome è già abbastanza autoesplicativo. Si tratta di un’associazione che promuove un tipo di turismo responsabile e sostenibile, appunto, sia da un punto di vista ambientale che, soprattutto, da un punto di vista relazionale. Per i ragazzi a capo dell’idea, la creazione di reti virtuose e i rapporti fra le persone – nello specifico fra turisti e gestori delle strutture – è importante tanto quanto gli aspetti ecologici. Si riparte dai racconti e dalle storie, per conoscere meglio le persone e il territorio in cui vivono. È un progetto partito da poco, ma vale sicuramente la pena tenerli d’occhio. Un’altra realtà nata di recente è quella di Find your Italy. È un’agenzia di viaggio online il cui motto è “come like a tourist, live as a local”. Lo scopo è chiaro: far scoprire ai turisti – per lo più stranieri – i luoghi meno conosciuti e meno turistici della nostra penisola. Come? Mettendo in contato I viaggiatori con le persone del posto o con amanti ed esperti delle mete prescelte. Per questo hanno creato la figura del buddy, un professionista o anche un semplice volontario che, per amore dei luoghi, si mette a disposizione per dare dei consigli e aiutare a creare un viaggio fuori dalle rotte troppo battute. Anche in questo caso, come per Vivi Sostenibile, è evidente l’importanza dei rapporti umani, dei consigli, dell’amore per i territori. Anche questo è sostenibilità!

TPC: Ultima domanda (da un milione di $!): come si fa a sensibilizzare turisti e operatori turistici a un approccio più responsabile e sostenibile?

Serena Canu: Credo che la strada sia una sensibilizzazione reciproca. Più persone dimostreranno la propria attenzione alle alternative responsabili, più gli operatori – sia gestori di strutture che agenzie e tour operator – saranno invogliati a mettersi in gioco e a pensare in maniera sostenibile. E viceversa. Come sempre, però, bisogna fare molta attenzione alle pure operazioni di marketing e in questo, credo che i singoli viaggiatori possano dare una mano. D’altra parte, anche gli operatori già sensibilizzati hanno il difficile compito di far percepire la differenza della propria proposta. Insomma, è una lunga strada, ma qualcosa si sta muovendo!

L’esperienza di Volti di Pietra

TPC: Il tuo B&B, Volti di Pietra, è attento all’ambiente, ci racconti in che modo e in quale direzione?

Serena: Quello che cerchiamo di fare a Volti di Pietra è lavorare sulle abitudini e sulle routine quotidiane. Siamo quindi partiti dalle cose semplici: usiamo saponi e shampoo ecologici e biologici prodotti da una coppia di giovani artigiani marchigiani, promuoviamo la raccolta differenziata con dei cestini nelle singole camere, usiamo detersivi ecologici e, per le nostre colazioni, cerchiamo di proporre prodotti biologici e per lo più locali. Questi sono solo alcuni piccoli esempi. Piccoli passi, ma secondo noi importanti. I piani più a medio termine sono invece più impegnativi e riguardano soprattutto interventi strutturali, ma abbiamo scoperto che cambiare radicalmente l’impostazione di un grande casale di campagna è più difficile di quello che pensavamo. Comunque abbiamo grandi piani e sicuramente riusciremo a metterli in pratica!

TPC: Sappiamo che dedicate una cura particolare alla colazione, dalla scelta dei prodotti gastronomici da proporre alla ricerca di ricette originali e tradizionali per prepararli. Anche questo è sostenibilità?

Serena: Sicuramente sì. Se pensiamo che la sostenibilità passi sia dall’attenzione all’ambiente e al territorio che dai rapporti umani, il cibo è senza dubbio uno strumento fondamentale. Oltre a trasmettere conoscenze e informazioni sul territorio, è anche un modo per creare una connessione con gli ospiti.

TPC: Sostenibilità è anche incoraggiare escursioni slow, ad esempio cosa c’è da fare attorno a Volti di Pietra?

Serena: La prima cosa che mi viene in mente è una passeggiata attorno alla casa. Non c’è niente di più slow che fermarsi a guardare il paesaggio o addentrarsi nel bosco ad ascoltare i rumori degli animali (e magari intravederne qualcuno!). Ci sono però molti altri posti, nei dintorni, che vale la pena scoprire. Dalle visite ai borghi, in primis Sassoferrato, Pergola e Frontone, ai percorsi di trekking sui monti che separano le Marche dall’Umbria. Fra i percorsi che ci piace consigliare, c’è sicuramente un giro a Frasassi: non solo le immancabili grotte, ma anche tutto il territorio circostante, con il tempietto del Valadier, la Gola della Rossa, i borghi di Genga e Serra San Quirico. Le Marche si prestano particolarmente ai percorsi slow, è davvero difficile scegliere!



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