A zonzo con gli scompiscè in Truchia

Viaggio in autobus dei 2 scompiscè alla scoperta della turchia dai minareti di Istanbul,alla camini di fata della Capaddocia, il mare turchese e le rovine antiche ma importanti di Efeso.
Scritto da: Spanty80
a zonzo con gli scompiscè in truchia
Partenza il: 05/08/2010
Ritorno il: 21/08/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Siamo pronti per un’altra avventura…non in capo al mondo ma in una nazione abbastanza vicina, seppur differente per religione e cultura: la Turchia. Io e Giovanni scegliamo la meta in maniera condivisa, purtroppo come al solito, dopo la decisione presa insieme, le strade della preparazione del viaggio si dividono. Io mi butto nella lettura della guida ed in internet per studiare il percorso, le tappe, trovare i biglietti aerei migliori, Giovanni…..beh….lui si fa per un po’ sballottare dalle opinioni della gente! Prima di partire abbiamo capito che esistono 2 grandi partiti: quelli che ci sono già stati e ne sono entusiasti ( Giovanni tira sospiri di sollievo…ed io continuo a ripetere che sarà fantastico) e quelli che, non essendoci mai stati, sono scettici e titubanti ( Giovanni si preoccupa….ed io mi chiedo come qualcuno possa giudicare qualcosa che non ha mai visto ne provato).

Quest’anno molti italiani sono stati in Turchia e sono contenta perché vuol dire che non sempre vincono quegli stupidi pregiudizi…chissà se un giorno riusciremo a sbarazzarcene davvero…

Adesso che siamo tornati possiamo affermare che la Turchia è veramente un paese meraviglioso, sicuro, ospitale, affascinante…andateci tutti, a dispetto delle facce storte che potrebbero fare i vostri conoscenti quando ne parlerete!ma ora…partiamo con l’avventura.

Metterò i costi in euro quindi saranno un po’ più approssimativi, ma è giusto per avere un’idea.

Volo Lufthansa 616 euro con assicurazione per 2 persone, prenotato con expedia perché scontato ( il volo blue-express non era ancora attivo su Milano), purtroppo con scalo, ma gli orari non erano male. Arrivati all’Ataturk airport di Istanbul verso le 15.00 ci chiamano all’altoparlante perché è già arrivato il ragazzo a prenderci per portarci all’aeroporto: che efficienza svizzera….secondo me lo scompiscè si sta già tranquillizzando!!

Il transfert dall’aeroporto è incluso nel prezzo delle nostre 3 notti a Istanbul ed è stato molto comodo, molti degli hotel lo includono nei pacchetti se si prenota prima o si fanno almeno 3-4 notti, conviene sempre guardare nei siti degli hotel. Noi abbiamo scelto l’HOTEL TASHKONAK (Kukuk ayasofya cad Tomurcuk sok n° 5 34400 Sultanahmet www.hoteltashkonak.com, a 2 passi dalla moschea blu),220 euro per 3 notti e nel pacchetto, oltre il trasferimento, avevamo una cena sulla terrazza e un cesto di frutta. Ci accolgono subito ottimamente i ragazzi della reception, simpaticissimi, mentre uno degli altri addetti parla qualche parola d’italiano e si ferma a parlare con noi durante i giorni di permanenza. La camera non è grandissima ma molto carina, pulita, con aria condizionata ( direi abbastanza importante ad agosto….) e una porta che da su un piccolo terrazzino. Soddisfatta della scelta ringrazio turisti per caso che hanno citato quest’hotel in un racconto sulla Turchia!

Siamo già pronti a partire perché abbiamo 2 missioni: biglietti dell’autobus per la Cappadocia, nostra seconda tappa e cambio soldi. Cavolo….mi ero dimentica un dettaglio importante….l’agitazione dello scompiscè deriva anche dal fatto che quest’anno abbiamo scelto di spostarci con i mezzi locali, soluzione molto diffusa in Turchia, ma per lui rinunciare alla macchina è stato un duro colpo…credo si immaginasse noi 2 tra galline e maiali su una corriera scassata!! Qualche corriera non proprio nuovissima è capitata ma niente animali…..e gli autobus di lunga percorrenza sono veramente comodi, con lo steward che ti porta da bere e mangiare e la TV e videogame sullo schienale, così ognuno può usarla come vuole con le cuffiette. Uniche pecche: non ci sono i bagni quindi bisogna per forza scendere e approfittare di quelli nelle aree sosta, generalmente puliti ma quasi sempre a pagamento ( mai più di una lira turca ), autisti e steward parlano pochissimo inglese quindi gli annunci sui tempi di sosta risultano a noi incomprensibili…e bisogna sempre richiedere intendendosi a gesti. Eppure in generale l’inglese è molto diffuso in turchia e non c’è nessun problema a farsi capire ( anche qui lo sompiscè sembra aver dimenticato le sue perplessità…)

Arriviamo dopo una breve passeggiata all’Ippodromo e quindi alla Moschea Blu, con i minareti che già si intravedono nelle viette di Sultanhamet, il quartiere vecchio. La via principale è Divan caddesi, piena di negozi, ristoranti, agenzie viaggio e cambi soldi ( questi sono pochi diffusi solo lungo la costa turchese, lì meglio prelevare, mentre Istanbul e la Cappadocia sono pieni). Per il biglietto autobus ci affidiamo all’agenzia citata in internet “Turista” proprio all’inizio della via e davanti alla fermata del tram. Le altre sono un po’ restie a vendere solo il biglietto del bus. Durante il resto del viaggio siamo sempre andati direttamente all’ufficio delle varie compagnie autobus in stazione dove sono esporti i cartelli con destinazioni, orari e durata…purtroppo Istanbul ha una stazione autobus che assomiglia ad un inferno dantesco ed è abbastanza lontana dal centro…quindi meglio andare tramite agenzia o hotel e farsi venire a prendere con una navetta in centro, che porta dritti alla pensilina con il vostro bus che vi attende, altrimenti sprecherete tempo e pazienza nel cercare la via giusta.

Compriamo 2 biglietti ISTANBUL-GOREME 50 euro per 2 (assicuratevi che sia proprio Goreme): con la compagnia Nevseir, con la quale ci siamo trovati sempre bene. Passeggiamo per Divan Caddesi e cambiamo i nostri euro in lire turche e poi decidiamo di rilassarci un attimo presso il Sultan Pub, proprio all’inizio della via con bella vista sulla moschea blu…ormai siamo ufficialmente in vacanza e l’aperitivo più il passeggio della gente attorno a noi ce lo conferma. Stasera abbiamo deciso di approfittare della cena in Hotel perché per la altre 2 sere io ho già deciso il programma. Il Tashkonak, come quasi tutti gli hotel, ha la sua bella terrazza, da cui iniziamo a goderci la vista sul Mar di Marmara e qualche scorcio della moschea blu illuminata, molto suggestiva! La cena con zuppa, pesce e baklava è buona…a parte proprio la baklava che per i nostri gusti è troppo dolce e stucchevole…ci godiamo il the cercando un po’ di brezza che però non arriva….fa un caldo micidiale e umido!!Meglio andare un po’ a nanna con l’aria condizionata, domani sarà una lunga giornata.

ISTANBUL

“Sedersi in uno dei bar sul ponte di Galata, sorseggiare the alla mela, mentre i muezzin dai minareti richiamano i fedeli alla preghiera in un rincorrersi di voci e litanie, con le lenze dei pescatori davanti, mentre il sole tramonta”

Questa è l’immagine che mi viene in mente se mi chiedessero un’istantanea su Istanbul, pace e tranquillità anche se nelle strade c’è un brulicare di gente ad ogni ora, mercanti, ristoratori che ti chiamano ad ogni angolo e ti mostrano i menù, venditori d’acqua e a cadenze fisse proprio la voce del muezzin..ma è un brulicare che ci riempie di tranquillità.

I nostri 3 giorni sono pochi per visitare Istanbul, avremo solo un’infarinatura…torneremo per dei week end magari anche d’inverno visto che adesso è tornato anche il low cost da Milano.

Il primo giorno inizia con una buona colazione in terrazza, ed io mi butto subito sulle specialità salate turche, e poi via verso il PALAZZO TOPKAPI (biglietto 10 euro circa ma si può pagare solo in lire turche come la maggioranza dei musei). Consigliamo di andare all’apertura perché pur essendo grande in alcuni padiglioni c’era molta ressa e quindi la visita risulta un po’ disturbata. Noi andiamo subito nell’harem che ha biglietto separato di 7.5 euro, c’è ancora poca gente e la visita è gradevole. Le decorazioni sono belle anche se in alcune parti ricostruite a causa degli incendi che hanno colpito il palazzo; la storia del luogo è molto affascinante e cerchiamo di immaginarci come doveva essere la vita ai tempi del sultano, con tutte quelle donne nell’harem, gli eunuchi, i figli del sultano imprigionati per evitare fratricidi e che poi impazzivano, intrighi di palazzo e altro….una bella miscellanea di gossip e storia antica. Il palazzo è molto grande e dopo l’harem ci sono altri padiglioni tra cui quelli per le cerimonie ufficiali, altri dove è racchiuso il tesoro del Topkapi con il mitico pugnale tempestato di pietre preziose, i troni originali, una parte dedicata alla religione islamica ed ai suoi culti ( lì c’era una ressa impressionate!!) e i vestiti originali del sultano che fanno molto sorridere e sembrano veramente scomodissimi. Bellissima la vista da una delle terrazze dell’harem, il bosforo è proprio di fronte e i due continenti che si guardano così vicini….

La visita richiede circa 3 ore con medio approfondimento, quindi la mattinata è andata, seconda tappa di oggi è l’imperdibile CROCIERA SUL BOSFORO.

Le possibilità per la crociera sono infinite: traghetti privati o pubblici, percorso fino al Mar Nero o solo fino a metà del bosforo, sola andata o anche ritorno, serale con cena annessa e spettacoli o normale……….decidere può essere complicato e credo anche dipenda dai gusti di ciascuno. Noi abbiamo optato per la classica crociera organizzata dalla IDO ( partenza dal molo a Eminou più vicino al ponte di Galata; cercate l’unica biglietteria moderna con sala attesa trasparente, sulla rough guide c’erano le info al contrario ma credo che sia stato cambiato di recente perchè ci sono ancora in corso dei lavori), ci sono vari orari consultabili dal sito www.ido.com.tr e dura circa 3 ore se si sceglie quella integrale con una sosta di 2 ad Anadolu Kavagi. Il prezzo è molto buono…certo non c’è alcuna spiegazione, però con un po’ di documentazione precedente è interessante. Si fanno varie tappe in un divertente ping-pong tra le 2 coste europea ed asiatica, e volendo con la sola andata si può scendere dove si vuole e magari tornare in autobus osservando i paesi lungo il bosforo. Dal traghetto si osservano le coste e le bellissime case degli istanbulioti ricchi proprio a filo acqua con i moli privati, la natura rigogliosa, i ponti maestosi che collegano le 2 sponde e le numerosi imbarcazioni che affollano questo tratto di mare, dal veliero alla super petroliera. Una tappa interessante è Kanlika, costa asiatica, famosa per lo yogurth, che viene portato a bordo e venduto ai passeggeri, con eventuale aggiunta di zucchero a velo: ottimo!!!mentre dalla nave si osservano i turisti che gustano lo yogurth beatamente seduti ai locali del porto.

Giovanni ha mangiato un veloce panino con il pesce ad Eminou prima di partire, mentre io sono a digiuno…quindi un certo languorino comincia sentirsi. Dolcemente ci avviciniamo al mar Nero, che non raggiungeremo del tutto ma potremmo ammirare perché il “tunnel” delle 2 coste all’improvviso scompare e là, all’orizzonte, si vede solo mare aperto! La sosta più lunga si svolge a Anadolu Kavagi, una piccolissima cittadina dove si può scegliere tra: passeggiata fino alla fortezza o pranzo a base di pesce…..beh…gli scompiscè oggi optano per i pesce!!La scelta dei ristoranti è ampia e tutti espongono qualche menù a prezzo fisso, l’atmosfera è rilassata e ci gustiamo un ottimo pranzetto. Al ritorno si fanno le stesse tappe a ritroso ed è molto piacevole osservare Istanbul centro avvicinarsi a poco a poco, con il palazzo topkapi, i minareti, il ponte di Galata sul Corno d’Oro…siamo proprio soddisfatti.

La giornata non è ancora finita, attraversiamo il ponte di Galata con i suoi ristoranti sotto…ed i suoi pescatori sopra, per raggiungere la parte di Istanbul considerata più moderna ed i quartieri di Beyoglu e Taksim. Subito dopo il ponte sulla sinistra c’è la stazione della funicolare che permette di arrivare più agilmente all’inizio dell’animata via dello shopping e dello struscio: Istiklal caddesi. Questa via è lunga circa 1,5 km, pieni di ristoranti, negozi, bar e ovviamente gente a zonzo, proprio come noi! Ci facciamo una scorpacciata di struscio fino ad arrivare a piazza Taksim veramente enorme e piena di gente di tutte le età. Dopo tutto quel camminare ci è venuta molta fame e ci infiliamo da Haci Baba ( Istiklal Caddesi 39 www.hacibabarest.com), lo stile è abbastanza pomposo ma non lo è il conto come avevo letto in internet su alcune recensioni che lo consigliavano. Ci sediamo in terrazza e proviamo i primi Sigara Borek, sfoglia arrolata ripiena di formaggio filante, e il kebab al pistacchio io e allo yogurth Giovanni ( N.B. Il kebab nel panino come quello importato nelle nostre città italiane è il Doner Kebab, loro chiamano quasi tutti gli altri piatti di carne a pezzi kebab). Tutto buonissimo….sarebbe giunto il momento di tornare a casa ma non riusciamo a trovare la fermata dei dolmus, i piccoli minivan che i turchi utilizzano spesso per i brevi spostamenti, invece dei taxi, con direzione Sultanhamet. Ripartiamo facendo a ritroso tutta Istiklal arrivano a funicolare e tram che ci riporta alla moschea blu…come prima giornata direi che non c’è male…io non sento più le gambe!!!

Il secondo giorno parte invece con la visita ad una moschea…la prima moschea della mia vita…non la più grande, non la più sfarzosa ma la più antica dell’epoca imperiale: Beyazit Camii che raggiungiamo dopo una passeggiata su Divan caddesi dove intravediamo anche le viuzze che si infilano scomparendo nel gran bazar. Il cortile con la fonte per le abluzioni è molto bello, lì ci fermiamo per prepararci all’ingresso: via le scarpe ( se si vuole ci sono dei sacchettini appositi che fungono da calzino, oppure si può rimanere con i propri), io mi metto il leggerissimo golfino per coprire le braccia ed una pashmina sopra il capo…sembra una profuga afghana e lo scompiscè che invece può entrare così come è a parte le scarpe se la ride. L’interno fa il suo effetto con i tappeti a terra e la miriade di lampadari tondi che pendono dal soffitto, una luce soffusa, un ambiente grande e spazioso ed il mirhab verso cui tutti si rivolgono durante la preghiera. Ovviamente non è orario di preghiera ma ci sono alcune persone all’interno che pregano inginocchiate. Io sto cuocendo dentro i miei abiti e quando esco mi colpisce ancora di più il sole e l’afa che stanno caratterizzando questi giorni a Istanbul. La nuova tappa è qualcosa di mooolto moolto più opulento: il complesso di Solimano il magnifico, proprio dietro l’università di Istanbul. Purtroppo, dopo il cammino, facciamo un’amara scoperta: i lavori di ristrutturazione della moschea sono in ritardo ed è ancora chiusa. Riusciamo solo ad intuirne la maestosità dai cancelli chiusi…peccato…doveva essere meravigliosa…sarà una buona scusa per tornare presto ad Istanbul. Il complesso comprende anche altri edifici tra cui la tomba di Solimano il magnifico e sua moglie Roxelana che sono visitabili con le stesse regole di decoro delle moschee. Il mausoleo è tempestato di pietre ed ori da renderlo un vero e proprio scrigno per le 2 tombe, opulento tanto quanto ci immaginiamo la vita del sultano leggendo gli approfondimenti della guida.

Dopo tutto questo camminare opto per un momento di relax…andiamo all’hamman!!! abbiamo scelto il Suleymani Hammam ( Mimar Sinan Caddesi 20, Suleymaniye, www.suleymaniyehamami.com.tr ), perchè pur essendo turistico è in un complesso antico e soprattutto è l’unico che permette l’entrata di uomini e donne insieme. Il percorso è il classico bagno turco quindi ci fanno spogliare e mettere delle specie di pantaloncini+pezzo sopra bikini per donne e il pestamal fissato in vita per gli uomini, ma per comodità sotto si può tenere il costume. Questo abbigliamento non è nulla confronto i mitici zoccoletti in legno, tali e quali a quelli utilizzati nell’impero ottomano, che sono praticamente inutilizzabili…rischiosissimo arrivare alla sala centrale del bagno, ma ancora più pericoloso aggirarsi nella sala piena d’acqua ed umidità…ho rischiato di svolazzare spiaccicata sul marmo parecchie volte! La parte più divertente è quando arrivano i ragazzi per fare il peeling e massaggio e ti fanno accomodare nelle piccole salette aperte sulla sala. Il primo passaggio è il peeling con guanto apposito e lo shampoo…bellissimo…fino a che…per risciacquarti i ragazzi non ti buttano addosso secchiate di acqua gelida!!!! Giovanni urla un “Porca…..” che fa tremare tutto l’hammam ed io rido a crepapelle rischiando di soffocare per la cascata d’acqua che mi continua ad essere lanciata addosso. Secondo step il massaggio sdraiati sulla panche con una mega nuvola di schiuma e poi ovviamente altre secchiate di acqua gelida. E’ stato divertente ed uno dei ragazzi sapeva l’inglese così abbiamo riso un po’. Ultimo passaggio una volta usciti, cambio dei costumi bagnati, avvolgimento in altri teli lindi e puliti ed un magnifico the alla menta belli rilassati. Quando ci vediamo allo specchio dello spogliatoio con anche i teli sulla testa capiamo che eravamo veramente comici ma molto carini.

L’ora della pappa sta passando e decidiamo di assaggiare una specialità abbastanza diffusa della turchia: Gozleme…ovvero la piadina turca! In tutta la turchia ci sono ovunque locali con una simpatica donnina seduta in terra davanti ad una piastra tonda, su cui cuoce la pasta con relativo ripieno ( quella classica è formaggio e prezzemolo). Troviamo un bel locale su divan caddesi praticamente tutto aperto sulla strada, come si usa qui, e con i tappeti per terra e proviamo anche l’ayran, lo yogurth liquido salato, veramente molto buono e perfetto con i piatti turchi (Cennet, binbirdirek mh, divanyolu 31/a cemberlitas).

Decidiamo di tornare in hotel e prepararci per la serata perchè vogliamo andare ad Ortakoy dove c’è grande vita grazie ai locali e la passeggiata lungo il bosforo vicino al primo dei ponti di collegamento e poi dobbiamo provare la mitica patata farcita citata in molti racconti di viaggio. Inizia l’avventura alla ricerca della fermata dell’autobus per Ortakoy, che attendiamo per ben 30 minuti…che noia…ed io…che non avevo capito bene che la patata farcita fosse in vendita in 10.000 baracchini per tutta la notte, stavo disperandomi che non avremmo fatto in tempo ad assaggiarla. Alla fine optiamo per il taxi che è la soluzione migliore ed il driver, che lungo la strada si incolonna perchè Ortakoy il sabato sera è un macello tipo rimini in agosto, ci consiglia di scendere e farci un pezzetto a piedi e risparmiare. Effettivamente c’è un traffico pazzesco, arriviamo alla passeggiata sul bosforo con le bancarelle, la moschea, molta gente in giro, una bella vista sul ponte illuminato che cambia colore e soprattutto: 1000 baracchini che fanno la patata farcita!! Ne prendiamo una, ma faremo il bis dopo essercela gustata ammirando il panorama e godendo dell’atmosfera frizzante. La patata è: bollita,aperta, condita con formaggio e burro e riempita con tutto ciò che c’è al banchetto a scelta e noi abbiamo messo 8-9 ingredienti……BUONISSIMA!!!

L’atmosfera è veramente molto bella e particolare soprattutto quando dalla moschea risuona la voce del muezzin per il richiamo alla preghiera, mescolandosi al vocio della gente e alla musica dei locali, si mescolano passato e presente nell’aria notturna e calda della capitale…..

Altro taxi ed a nanna, domani giornata piena e partenza.

La giornata di oggi è dedicata a Sultanahmet perchè alle 18.00 dobbiamo essere all’agenzia viaggio con le valigie per andare alla stazione e prendere il nostro primo autobus. Prima tappa: MOSCHEA BLU. L’imponenza di una delle più grandi moschee del mondo colpisce già dall’esterno, dai molti minareti che svettano, dal cortile immenso; ma le colonne all’interno, che sorreggono le magnifiche cupole rivestite di blu sono così possenti che la sensazione è veramente quella di un complesso maestoso. Io sono ovviamente bardata come da regole, qui l’afflusso turistico è molto più grande, però la visita non è disturbata perchè lo spazio è veramente molto ampio.

Ci troviamo nell’ippodromo da cui siamo passati molte volte ed è diventato familiare, proprio accanto alla moschea; oggi però ci soffermiamo sui monumenti, obelischi e colonne varie, ovviamente con guida alla mano come di turisti perfetti! La seconda tappa è proprio dirimpetto alla Moschea blu, si guardano come due sorelle, simili ma diverse per storia e destino: AYA SOFIA. Santa Sofia è stata la più importante chiesa bizantina dell’impero d’oriente, poi è stata moschea ma ha mantenuto le bellezze artistiche precedenti, o meglio bisogna ringraziare chi non le ha distrutte; adesso è un museo, che oltre a meravigliosi mosaici contiene in se stessa un pezzo importante della storia della civiltà mediterranea. L’insieme di elementi arabi e bizantini dona all’ambiente un carattere unico in uno spazio molto ampio ed ovviamente facciamo anche noi la fila per infilare il dito nel buco della colonna piangente, la cui umidità si dice abbia effetti miracolosi!!(non si può non trovare….la fila di turista è lunga!!).

Sempre a Sultanhamet proseguiamo lì vicino verso Yerebatan Sarayi o Cisterna Basilica, in Caferiya Sok, la più grande cisterna d’acqua costruita ai tempi dei romani.Qui sotto fa più fresco e quindi ci attardiamo nella visita prendendola con calma e facendo qualche esperimento fotografico, visto che le luci rosse alla base delle numerose colonne immerse parzialmente nell’acqua danno al luogo un’atmosfera misteriosa. Visita molto interessante come tutte quelle della mattina, ma l’ora di pranzo è giunta e non ci resta che provare un’altra specialità turca: Kofte ovvero polpette, cucinate nelle maniere più diverse. Andiamo da uno specialista della pietanza: Tarihi Sultanhamet Koftecisi in Divan Yolu 12, dove fortunatissimi troviamo un tavolino per 2 visto che il locale è pieno di gente del posto e turisti….ed ovviamente le polpette sono ottime!!

Ritorniamo verso l’ippodromo dove ci attende il Museo delle arti turche ed islamiche, ex -residenza del gran visir Ibrahim Pasa ed uno dei pochi palazzi ottomani rimasti. Il museo è bello ed interessante, per noi soprattutto la parte etnografica mentre un po’ noiosa la parte dei tappeti anche se è una delle collezioni + belle del mondo….sarà che io personalmente non amo molto i tappeti in generale.

L’orario di partenza si avvicina e decidiamo di rilassarci sui cuscini di un bar con un fresco succo all’arancia…che belli i locali pieni di cuscini dove ci si rilassa semi sdraiati su materassi a terra…questi posti mi mancheranno proprio…hanno qualcosa di molto esotico nella loro semplicità!

Torniamo all’hotel, ci vestiamo per il viaggio notturno in autobus con tuta comoda e risistemiamo gli zaini, ultimo the alla mela offerto dai ragazzi in reception e arrivederci visto che ho prenotato ancora qui la nostra ultima notte di ritorno, prima della partenza. Raggiungiamo a piedi l’agenzia e attendiamo pazientemente la navetta che ci accompagnerà all’autobus…siamo pronti…l’avventura inizia….

CAPPADOCIA

“Osservare stupiti un paesaggio degno della più strabiliante fiaba, che muta ad ogni angolo, ad ogni raggio del sole, da una piccola porta ritagliata in una camino delle fate e sognare….sognare di essere chi per primo si è avventurato qui ed ha visto questo posto fantastico!”

Il primo viaggio in autobus non va proprio benissimo, visto che durante una sosta uno sconosciuto entra e ruba varie cose, tra cui il passaporto+ videocamera ad un giapponese che non sa nemmeno l’inglese ed il computer ad un ragazzo turco. Giovanni era fuori dal bus mentre io me la dormivo sopra, nessun si accorge di nulla, il ladro ha mirato alle borse che indicavano valori all’interno tralasciando le altre. Il risultato è che perdiamo 3 ore con la polizia per denunce ed altro…quindi occhi aperti quando si scende ( mi chiedo ancora come uno possa lasciare il passaporto incustodito) e poi vale ancora la buona regola “ Se utilizzi uno zainetto scrauso anche per la merce di valore ci sono meno probabilità che un ladro rischi di farsi beccare sbirciando in quello e forse non lo guarda nemmeno”

Arriviamo a Goreme alle 11 anziché le 7 del mattino, in pratica abbiamo perso tutta la mattina, meno male che l’ultimo tratto già comincia a mostrare dal finestrino le bellezze della Cappadocia e questo ci rallegra. Nella mini-stazione di Goreme compriamo già il biglietto per la ripartenza sempre con la Nevsheir destinazione Antalya, dalla quale ripartiremo subito dopo con un dolmus per Kas (per 2: 45 euro Goreme-antalya 8 ore, 18 euro antalya-kas 4 ore). Nel frattempo loro chiamano il nostro hotel che ci viene a prendere e ci evita la salita con le valigie.

Abbiamo scelto il SULTAN CAVE SUITE, molto ben recensito in internet e con tante camere tutte diverse e tutte bellissime. Questo hotel lo avevamo già prenotato perchè volevamo proprio scegliere la camera: la mitica n° 23!! Questo hotel, come molti altri nella zona, ha ricavato le camere dalla roccia e ne sfrutta anfratti naturali per creare delle bellissime sistemazioni, ed ha dei prezzi molto abbordabili considerando: camera/abbondante colazione/piscinetta e possibile hammam; la nostra camera costava 70 euro a notte. Le camere sono in blocchi distinti dalla reception dove il proprietario gentilissimo ci accoglie e ci da anche una mappa della zona consigliandoci cosa vedere, quali valli fare etc….( Aydinli Mah Aydinli Sokak 40 goreme, www.sultancavesuites.com).

Quando ci accompagnano ed aprono la porta 23 entriamo nella nostra reggia, la temperatura cocente del fuori diventa perfetta giorno e notte all’interno, lo spazio prima di arrivare al letto è enorme, e poi c’è il caminetto in pietra e tutte le nicchie che circondano il letto da cui esce una calda luce, ed il bagno con mega doccia e queste piccole piastrelle mosaico dai colori grezzi e caldi…la più bella camera d’hotel della mia vita!

Ma ci muoviamo????e dai Giovanni…non vorrai poltrire?!?!?dopo tutte le ore di bus è ora di ripartire per altre mille avventure e quindi scendiamo verso Goreme centro, visto che l’hotel si trova su una collina attaccata alla città e dalla quale si gode una vista meravigliosa. Tante stradine portano al centro e noi ci divertiamo a scoprirne molte in questi giorni, passando vicino a case e signore sulla soglia di casa che fanno molto paesino del sud Italia, anche se qui intorno spuntano i meravigliosi camini delle fate. Prima tappa: pranzo rapido in un localino del centro e poi andiamo al

MUSEO ALL’APERTO DI GOREME ( 7.5 euro a persona) che è a circa 2 km dal centro e dalla parte opposta al nostro hotel. La passeggiata è un po’ pesante perchè è proprio nel momento più caldo della giornata, ma avendo perso la mattinata non abbiamo scelta…però siamo colpiti dalla bellezza dei paesaggi che sono già punteggiati dalle fessure della case nella pietra e l’azione erosiva ha creato delle forme fantastiche…ogni passo uno scatto. Il museo racchiude una concentrazione molto ampia di chiese cristiane o meglio le prime chiese cristiane di coloro che si rifugiavano in Cappadocia per trovare una libertà anche di culto. Molte sono dipinte e si sono ottimamente conservate, come la chiesa blu che si trova poco prima dell’ingresso del museo. C’è un po’ di gente ma lo spazio è ampio e quindi si può osservare tutto con tranquillità, ci divertiamo ad entrare nei cunicoli e osservare il panorama dalle finestrelle come facevano i primi abitanti delle valli. Il museo all’aperto merita e soddisfatti di questo primo e breve assaggio sulle meraviglie della cappadocia torniamo a goderci un po’ la piscina dell’hotel e la nostra fresca camera. Prima sera: il ristorante Alaturca sembra molto inflazionato ed ormai troppo famoso…ripieghiamo sul meno appariscente Kale Terasse (Roma Kalesi Yani Muze cad) e ci mettiamo nel fresco patio con vista, proprio sopra di noi, di un bel camino delle fate. Nel passato le case nella roccia sono state abbandonate, poi il turismo ha riacceso i riflettori su questa zona e chi ha potuto ha riconvertito in abitazioni/camere d’hotel etc.. e le ha risistemate divinamente….le luci dai camini delle fate sono tornati a risplendere!

Assaggiamo la specialità della zona: Testi Kebab, ovvero un kebab che può essere pollo manzo o agnello, cotto con verdure in una sorta di piccola anfora in coccio, la cui parte superiore viene poi abilmente rotta al tavolo quando viene servito: ottimo! Goreme è molto carina, con un’unica strada piena di negozi, ristoranti ed … italiani in vacanza, effettivamente se non fosse per i camini delle fate che circondano la città e creano un magico fondale sembrerebbe di stare in riviera romagnola, l’atmosfera è molto allegra e piacevole. Per il dopo cena ci concediamo il nostro primo locale-narghilè, una bella terrazza con divani sotto le stelle, in centro ma non ricordo il nome comunque ce ne sono moltissimi e si ha l’imbarazzo della scelta. Ci godiamo il the ed il narghilè alla mela, che io provo per la prima volta, Giovanni mi prende in giro per le foto che facciamo, ma ci divertiamo un sacco…una bella passeggiata ci riporta nella nostra magnifica camera….

Oggi la prima parte della giornata è dedicata all’esplorazione di Cavusin, un paese vicino a Goreme che raggiungiamo con il dolmus che parte davanti alla stazione degli autobus e che attendiamo dopo un’abbondante colazione nel nostro hotel. La fermata di Cavusin è su una strada che sembra deserta ma il paese è piccolo e passata la piazzetta arriviamo alla rupe simbolo che sovrasta il paese. La collina è completamente “crivellata” di fori delle case del paese che un tempo, insieme alle chiese, erano proprio tutto concentrato lì!!Ovviamente adesso è visitabile, magari meglio con guide che sanno i percorsi migliori e che si trovano lì nella zona, basta anche solo chiedere ai negozi o bar vicini.. Lo scompiscè però oggi non vuole faticare e non vuole andare in esplorazione, io scatto qualche suggestiva foto e mentre torniamo veniamo fermati da un simpatico nonnino che ci offre un the sotto la pianta in piazza. E’ stato bello fare 4 chiacchere in mezzo inglese e mezzo tedesco, il nostro simpatico ospite ci ha raccontato un po’ della sua vita…chissà come deve essere stato strano tornare in questo piccolo paese dopo anni in Germania, ma come deve essere stato felice!!Dopo questa chiaccherata prendiamo il dolmus per tornare a Goreme e pranziamo perchè nel pomeriggio ci attende un’escursione che abbiamo prenotato con l’hotel. La Cappadocia offre tantissime opportunità di attività, che si possono anche organizzare da soli, purtroppo per il poco tempo abbiamo dovuto fare delle scelte e condensare qualcosa in gita organizzata, che devo dire sono state tutte ben organizzate dall’agenzia di viaggio che fa sempre capo all’hotel. Prima della gita approfittiamo per comprare qualche souvenir e spedire le cartoline e poi ci attende: GITA A CAVALLO per me e QUAD per Giovanni….che un’altra avventura abbia inizio!!

Con il senno del poi è stato un bene che Giovanni non sia venuto a cavallo visto che alcuni passaggi sui crinali delle valli hanno quasi fatto venire le vertigini a me, a cui piace l’altezza, ed i cavalli non erano proprio mansueti come nelle mie precedenti esperienze con loro, la mia poi restava indietro per poi correre un po’ e raggiungere gli altri….solo che nei passaggi stretti tra le rocce la cosa non mi rendeva particolarmente felice. Insomma….non è stata una passeggiata in tutto relax come mi aspettavo, però abbiamo visto panorami spettacolari, goduto di ogni singolo centimetro di anfratti nascosti e meravigliosi, raggiunto vette che probabilmente non avrei mai esplorato. Il tramonto ce lo siamo goduti sulla terrazza vicino ad una chiesa rupestre, dove hanno “montato” un bar che serve i turisti a piedi per le valli che vogliono bere qualcosa…ed un bel succo d’arancia è proprio l’ideale: uno spettacolo bellissimo con il rosso che inonda le valli circostanti e le ombre che si allungano! Giovanni si è a sua volta divertito un sacco con il suo quad, ovviamente non avranno potuto raggiungere le nostre vette visti i sentieri stretti, ma avranno dato sfogo alla loro energia scorrazzando per le valli e gironzolando su e giù…il tutto nonostante la mega polvere.

Stanchi e felici andiamo a cena e ripassiamo il programma di domani, con l’escursione di tutta la giornata, eravamo indecisi se scegliere quello che toccava la valle di Ihlara, ma alla fine abbiamo deciso per: trekking nella valle delle rose, visita alla fabbrica ceramica di Avanos, la città sotterranea di Kaymakli, Pasabagi e le sue strane formazioni e per finire degustazione vini a Uchisar.

Partiamo direttamente dall’hotel, dopo colazione, con un piccolo pulmino e la nostra mitica guida Adamo che sarà veramente bravo e coinvolgente, il gruppetto è così diviso: gruppo di amici australiani, famiglia spagnola ed io e lo scompiscè a tener alto l’onore italiano.

Il pulmino ci lascia poco fuori Goreme, sulla strada che ieri ci ha portato la museo, all’inizio della valle. Ci fermiamo vicino ad un piccolo banchetto dove due signori vendono frutta secca di ogni tipo ed acqua e Adamo durante il cammino fa delle fermate per spiegare la storia geologica della regione e l’origine delle formazioni rocciose che si vedono nelle vallate, e poi gli eventi storici che hanno caratterizzato questa zona. Ovviamente ci fa notare tutti i dettagli delle valli, la flora, le piccionaie scavate nella roccia ( ma come facevano ad arrivare e vivere lassù!?!?!), gli scorci più suggestivi. La passeggiata di 3 km non è difficile ed è molto piacevole perchè non fa troppo caldo umido e ci sono panorami magnifici. Arriviamo in un punto della valle riparato e troviamo una sorta di bar-punto di ristoro gestito da un ragazzo che durante la stagione estiva vive in una tendina nella valle e gestisce questo bar. Mentre lui si inerpica con agilità impressionante in un cunicolo nella roccia e sbuca metri più in alto da un’altra finestrella, noi ci gustiamo un buon succo d’arancia appena spremuto, mentre qualche temerario tenta l’ascesa ma desiste dopo poco. Arriviamo ad una chiesa rupestre a cui si può accedere da scalini scavati nella roccia, e qui i temerari di prima e lo scompiscè ri-tentano l’ascesa e ci riescono!!siamo alla fine della valle e il pulmino ci recupera per portarci nella valle di Pasabagi. In questo caso la mia guida Rough snobba un po’ la descrizione di questo posto che invece ci è parso molto interessante perchè, oltre ai soliti anfratti e chiese rupestri, è il miglior luogo per osservare i camini delle fate ancora con il loro “cappello”, ovvero il materiale che ha permesso la creazione degli stessi camini preservando il materiale dall’erosione. Terza tappa: ceramiche ad Avanos. La visita all’interno della fabbrica artigianale delle ceramiche, attività molto diffusa nella zona per la presenza dell’argilla, è interessante. Ci colpiscono i ragazzi che dipingono a mano, con pennelli quasi invisibili, disegni complicatissimi su vasi e piatti e ovviamente ne approfittiamo per comprare qualche souvenir. E’ giunta l’ora del pranzo e sono timorosa che il ristorante non sia proprio il massimo essendo comunque prediletto da orde di turisti organizzati….proprio come noi che oggi facciamo i viziatelli. Invece mi ricredo e devo dire che mangiamo veramente bene, tra meze, gli antipasti, e il resto…siamo tutti molto soddisfatti. Si riparte e arriviamo alla città sotterranea, che per me era una meta imprescindibile e ci caliamo nelle viscere della terra. All’interno non ci sono spiegazioni(forse si può trovare qualche opuscolo all’entrata), solo frecce rosse o blu per orientare i turisti nei labirinti di pietra e indicare direzione di entrata ed uscita; noi abbiamo comunque la nostra mitica guida Adamo. E’ pazzesco pensare che abitassero veramente questi luoghi e non fossero solo dei rifugi momentanei, i passaggi sono bassi e stretti, alcuni si percorrono con a schiena piegata, ci sono condotti per l’aria ma si è pur sempre sotto terra con umidità e mancanza di luce….eppure ci sono camere, cucine, magazzini come in una sorta di grattacielo all’incontrario che scende sempre più giù! L’ultima tappa è Uchisar con la sua rupe, su cui però non siamo saliti, limitandoci a sorseggiare del vino in enoteca con vista sulla valli mentre la luce cominciava a virare verso il rosso intenso del tramonto, mostrandoci un panorama fantastico. Come detto prima queste visite sono organizzabili anche da soli però avere una guida a volte serve per capire meglio i luoghi che si incontrano soprattutto se è del posto, non siamo quindi pentiti della scelta che ci ha fatto risparmiare anche molto tempo sugli spostamenti.

Al ritorno decidiamo di andare a mangiare una pida, la pizza turca molto buona che oltre alla carne può avere svariati condimenti proprio come la nostra, e poi aspettare con calma sulla terrazza dell’hotel recuperando la valigia e preparandoci alla nottata in autobus verso Antalya e poi Kas…Goreme ai nostri piedi si illumina nella sera meravigliosa e mentre fissiamo negli occhi le ultime immagini nella Cappadocia pensiamo a quando torneremo in queste valli incantate…adesso è tempo di scoprire anche il mare della Turchia.

KAS

“Stropiccio gli occhi al mattino per cercare di vedere davanti a me, dalla costa alta ed a strapiombo,l’isoletta di Kastellorizo avvolta nell’umidità della costa. E’ così vicina eppure di un altro stato…strane situazioni in questo pezzo di Mediterraneo…il mio sguardo può comunque abbracciare tutto alla luce del sole”

Arriviamo a Kas dopo una nottata in bus Goreme-Antalya ed altre 4 ore di dolmus lungo la costa (gli autobus locali si prendono al terminal più piccolo della stazione di Antalya e basta avvicinarsi e vedere i cartelli sui pulmini o chiedere, sono abbastanza frequenti soprattutto d’estate). Decidiamo di farci accompagnare con un taxi perchè siamo un po’ stanchi e la stazione bus è un po’ lontana ed arriviamo all’Hotel Linda, prenotato il giorno prima su Booking (Kucuk Caklkil Plaji www.kaslindahotel.com ). Tutta la struttura sembra rinnovata di recente, e la camera è piccola ma pulita ed ha una vista bellissima sul mare e sull’isola di Kastellorizo che è proprio lì davanti. Uniche pecche: la colazione un po’ povera, la piscina molto piccola e stretta tra gli edifici, per fortuna l’hotel ha una convenzione con un altro per lettini sulle piattaforme, dove c’è anche un piccolo bar e si può stare gratis anche se i posti non sono molti.

Primo step: mangiare qualcosa!!andiamo quindi a fare un giretto verso il centro, dove c’è la bella piazza proprio sul porticciolo e lungo la strada ci fermiamo in un ristorantino con terrazza sul mare…siamo nella fase più rilassante del viaggio e la frittura di calamari in riva all’acqua ne è la prova! Il centro di Kas è piccolino, pieno di negozietti e ristoranti e poi tante case vacanza sulla ripida costa, effettivamente qui il turismo marittimo è diffuso soprattutto di nazionalità inglese. Torniamo verso l’hotel e seguiamo la ripida discesa per arrivare alle piattaforme sul mare, visto che non esiste spiaggia in questo tratto di costa. Purtroppo non c’è posto e quindi ripieghiamo sulla piscina per un po’ di relax…e ci tocca risalire dai ripidi gradini….che fatica e che caldo! Oggi noi scompiscè siamo talmente cotti che rinunciamo all’uscita e ci addormentiamo nella camera, per fortuna con aria condizionata.

Il mattino ha l’oro in bocca e soprattutto dobbiamo occupare i lettini…..perchè oggi la giornata è: MARE E SOLE E NIENTE PIU’!La colazione è un po’ più scarna di quello a cui siamo abituati ed il succo d’arancia è pure a pagamento…va beh…passiamo senza pensarci troppo allo svacco ed occupiamo 2 bei lettini sulla piattaforma. Per fare il bagno occorre scendere da una scaletta in mare: profondo, freddissimo ma trasparente. La discesa è facilitata dal fatto che il mare è tranquillissimo e ci sono i “salsicciotti” salvagente a disposizione di tutti, visto che l’acqua è già alta e non ci sono altri appigli per chi è stanco. Io rimango in acqua per mooooolto moooolto tempo, lo scompiscè è un po’ titubante ma entra anche lui. Pranzetto al bar proprio sulla piattaforma da dove si gode la vista del mare e di Kastellorizo che sarà la nostra meta di domani; ancora mare nel pomeriggio e poi ci prepariamo per la cenetta. Andiamo a vedere i resti del teatro dall’altra parte di Kas, carini soprattutto al tramonto e ci permette di fare una passeggiata per il centro e passare nella piazzetta fronte porto che si sta animando per la serata ed è ancora + carina. Scelta sfiziosa di questa sera: Seckin ( Ataturk Bul 2) proprio dietro la moschea del porto che sembra essere il migliore per il Doner kebab nella zona…ed effettivamente il mega panino ripieno di carne e non unto come il kebab servito in italia ci piace un casino! Il resto della serata la passiamo a zonzo spensierati per il piccolo centro tra negozietti di souvenir dove iniziamo l’incetta dei regali ad amici e parenti. Altra tappa importante di stasera è: prenotare la gita a Kastellorizo! Noi consigliamo a tutti di andare perchè l’isola è meravigliosa e per chi adora il film “Mediterraneo” come noi, vedere i luoghi dove è stato girato è molto emozionante. Consigliamo però di pensarci già la sera prima perchè purtroppo c’è qualche pratica burocratica da fare visto che non esiste una vera e propria dogana a kas e kastellorizo, quindi è necessario registrarsi e lasciare il passaporto agli organizzatori del trasporto. Noi ci siamo affidati alla compagnia che è proprio davanti al porticciolo da dove parte il mini traghetto ed hanno fatto tutto loro in maniera impeccabile. La giornata relax è finita…domani ricominciano le avventure!!

La traversata da Kas alla greca Kastellorizo dura nemmeno 20 minuti ed è piacevole sulla parte sopra della barca coperta da tendaggi per il sole e sui simpatici “sacchi poltrona” che ci tengono compagnia in questo nostro andare a zonzo per la Turchia. Da lontano la baia di Kastellorizo, chiamata anche Meis, dove si raccoglie il paese non si vede, la si scopre all’arrivo ed è una visione pazzesca….queste casupole colorate che fanno da cornice all’insenatura, tutte in fila splendenti al sole, l’attracco barche ad un passo dal bordo della banchina dove si passeggia, un mare fantastico!Siamo già entusiasti!!

Il ritorno è previsto per le 15.00 circa, quindi non abbiamo tempo di prendere una delle barche taxi che portano i vacanzieri alle altre spiagge dell’isola, che essendo montuosa non è facile da attraversare, decidiamo quindi di acquistare una sorta di piccola guida con la mappa e la spiegazione dei vari punti trovata al Tabacchi, così possiamo percorrere la baia in tranquillità conoscendo qualcosa in più dell’isoletta greca. Io continuo a scattare foto della magnifica baia mentre ci avviamo dalla parte opposta a dove siamo attraccati verso il Megisti Hotel. Subito dopo la banchina dell’hotel finisce la parte percorribile e ci sono le rocce, una piccola scaletta permette di entrare in acqua ed io…beh…non resisto…fa molto caldo…l’acqua è di un cristallino caraibico…via il copricostume e viaaaaa. Ovviamente lo scompiscè all’inizio dice di no, poi mi osserva, io lo chiamo, a mollo si sta benissimo e cede anche lui. Purtroppo dopo un po’ arriva una famiglia di…italiani, che fa un baccano infernale, sono in 10 ma sembrano 40.. il pezzetto di quiete si trasforma in rimini a ferragosto e noi sloggiamo:è ora di iniziare la passeggiata con mappa alla mano. Uno dei primi step è davanti alla casa azzurra che nel film Mediterraneo era quella della prostituta e Giovanni si fa immortalare quasi fosse Abatantuono!!Seguire la mini guida è stato facile e molto piacevole, abbiamo seguito tutta la baia, compresa la mitica piazzetta per arrivare dall’altro lato dove c’è una moschea diventata museo, alcune sdraio e scalette per entrare in mare e da dove parte un sentierino sulla roccia ripida da dove si vedono scorci fantastici ed un mare sempre più limpido. Sentiamo un certo languorino e ci si avvicina un capitano di una taxi barca che parla italiano, come un po’ tutti qui visto che il turismo italiano sembra veramente preponderante, e ci consiglia una semplice taverna. Il proprietario ci fa accomodare a bordo mare, con piccole barche ormeggiate che si dondolano piano, sotto un bell’ombrellone ci fa scegliere il pesce..ci sentiamo in paradiso!!Siamo rilassati ed in pace e prima di tornare alla barca che ci riporterà sulla terraferma facciamo anche tappa dolce in un altro localino a bordo mare colonizzato da altri italiani arrivati lì in barca. Non ricordo i nomi ma sono certa che ognuno saprà trovare il proprio angolo di paradiso in un’isola come questa. Torniamo in hotel per doccia veloce e usciamo a mangiare questa sera pesce; nella via Suleyman sidinkci sok , che dalla costa porta alla tomba dei leoni in centro, è un susseguirsi di localini bellissimi anche con giardini pieni di alberi, ne scegliamo uno a caso e mangiamo divinamnete con anche ottimo vino bianco, poi dopo un altro giro nel tumulto dei negozietti e le persone che si riversano nelle strade ecco il nostro 2° bar-narghilè…giusto per completare al 100% il senso di rilassatezza che ormai ci ha pervaso. E’ un peccato andare via…ma in turchia ci attendono comunque altre mete, e domani è giorno di partenza.

KALKAN

“Vera vita da turisti nababbi: colazione in terrazza, spiaggetta o gita in giornata, relax in piscina al pomeriggio e passeggiata tra i ristorantini e i negozietti la sera…..non c’è nulla da aggiungere a questa pacchia!”

Kas e Kalkan distano circa 2 ore su un dolmus, preso alla stazione senza prenotare visto che ne partono molti, 5 euro per 2, che segue la magnifica e scoscesa costa; quando arriviamo alla stazione prenotiamo come sempre il successivo trasferimento: kalkal-aydin ( 35 euro in 2 )e poi selcuk ( dolmus 7.5 euro) per fare tappa al sito archeologico di Efeso. Siccome la stazione è un po’ fuori dal centro ed anche il nostro hotel optiamo per un taxi, che ci porta dritti dritti al Paper Moon, prenotato 2 giorni prima su booking ( cumhuriyet cad 63 www.papermoonhotel.com ). La posizione non è centrale ma sulla strada che collega il centro all’altra penisola di Kalamar, ci sono 15-20 minuti di piacevole passeggiata per il centro e il molo, ma ne vale la pena! La piscina è grande e bella, circondata da comode sdraio e boungaville, camere spartane ma pulite ed una simpatica conduzione familiare. I gestori sono 2 nonnini, aiutati in agosto dal figlio e dalla nipotina; il figlio conosce bene l’inglese ed è stato in Italia per lavoro quindi chiaccheriamo un po’.

Kalkan è stata proprio una bella scelta; ci siamo riposati, siamo andati in spiaggia, abbiamo preso aperitivo in piscina ( che bello il chiringuito dell’hotel!) ed abbiamo anche fatto una gita…perchè se gli scompiscè non si lanciano nell’avventura non son contenti.

Nonostante l’arrivo verso le 11.00 il padrone insiste nel prepararci la colazione, sempre servita anche con una specialità diversa fatta al momento, poi ci rilassiamo un attimo in camera e via allo scoperta della città. Ci facciamo una bella passeggiata fino ad arrivare all’estremità opposta della città dove c’è una piccola spiaggia con acqua pulita e proprio sopra, alla fine della passeggiata piena di ristoranti e bar, c’è il bar Kleo dove ci gustiamo 2 mega frappè specialissimi e buonissimi proprio in riva al mare.

Torniamo in hotel dopo esserci guardati attorno per cercare un’agenzia che avesse il pacchetto nella data corretta per le gole di Saklikent e primo svacco in piscina dove Giovanni tira fuori perfino il libro……cavoli….è proprio un evento raro!!mentre io mi metto a mollo con i salsicciotti salvagente per godermi il relax. Oggi per cena ci fermiamo in un ristorantino alla buona, tavolini di plastica sulla strada, proprio vicino alle poste: ALI BABA. Il signore fuori ti fa accomodare e poi ti inviata a scegliere i piatti in vetrina: CUCINA SUPERLATIVA!!avevo letto che proprio questi ristoranti che hanno i piatti già cucinati in bellavista riservano gradite sorprese e finalmente riesco a provare l’okra, un’ortaggio abbastanza tipico qui e nella zona mediorientale,di solito cucinato in umido: molto buono. Giro in centro città che si anima di gente alla ricerca di qualche souvenir, e altri 2 frappè al bar kleo, dove ci godiamo il trambusto serale degli inglesi che sono il 90% dei turisti a Kalkan.

Dopo la colazione in terrazza andiamo a Kaputas, una piccola spiaggia ai piedi di una gola, che si vede in moltissime immagini dedicate al turismo turco per il colore del mare. Ci arriviamo con il dolmus in 15 minuti circa dal centro città, che ci lascia sulla strada costiera da dove parte la scala che scendendo porta alla spiaggia. E’ presto e c’è poca gente, quindi la visione di questa piccola spiaggetta è proprio come da brochure turistica: un gioiellino!!Per poche lire turche prendiamo l’ombrellone in affitto e una gozleme per pranzo fatto da una signora sulla spiaggia….come non la invidio con questo caldo a cucinare. L’ombrellone è d’obbligo ed io torno rossissima anche con quello….sarà che sono stata per la maggior parte del tempo a rotolarmi nell’acqua, che è molto pulita, abbastanza alta e con divertenti onde. Al ritorno si può anche dividere il taxi con altri turisti che devono tornare a Kalkan; noi arriviamo nella nostra piscina e ri-parte il momento ultra-relax: bagno-sdraio-lettura….che pacchia. Per cena questa volta andiamo nella zona più vicina al mare, ma abbiamo fatto un po’ tardi rimanendo in piscina a rilassarci e i locali sono tutti stracolmi…riusciamo a beccare un posto per 2 in un locale con cucina + inglese che turca…..già questo dovrebbe farvi intuire come si è messa la serata, Giovanni poi si lancia a provare il raki offerto a fine cena ma ne rimane disgustato….io rido….sapevo che era la versione turca dell’ouzo che non gli piaceva ma lui non mi ha dato retta!!Prenotiamo la gita per domani che è il nostro ultimo giorno a Kalkan, dopotutto ci stavamo rilassando un po’ troppo con sole, mare e piscina, dobbiamo ritornare ai nostri vecchi ritmi da veri scompiscè viaggiatori.

Attendiamo il pulmino che ci viene a prendere all’hotel e arriviamo a XANTHOS, uno dei siti archeologici più importanti dell’antica Licia. La guida deve accompagnare noi scompiscè ed una famigliola tedesca con bimba, siamo pochi ed attenti ma lui sembra abbastanza svogliato….nessuno batte la nostra guida in Cappadocia! Così passiamo più tempo in giro da soli con la guida alla mano che con lui che si va a riposare sotto le fresche frasche del bar. Il sito è abbastanza interessante anche se, a nostro parere, non spettacolare. La seconda tappa è il vero motivo della gita: GOLA DI SAKLIKENT. All’arrivo si nota come sia un posto molto turistico e molto attrezzato, ci sono bagni, ristoranti con piattaforme sull’acqua, noleggio scarpette per camminare sulla roccia, varie attività sportive che si possono fare come la discesa fiume con gommoni che deve essere molto divertente soprattutto se fatta con gli amici…ma noi siamo lì per fare la camminata all’interno delle gole. Affittiamo le scarpette d’ordinanza mentre la famigliola tedesca tira fuori le sue scarpette ultra tecniche e ci avviamo verso le passerelle in legno che per un breve tratto si appendono alle pareti della gola facendoci ammirare un bel panorama. Si arriva ad uno spiazzo dove la nostra guida ci “abbandona” nelle mani dei ragazzini che aiutano i turisti nella passeggiata e poi ovviamente scompare nelle fresche frasche dandoci appuntamento per il pranzo. Prima di iniziare la passeggiata si deve attraversare un tratto breve ma con forte corrente dovuta all’acqua che sgorga impetuosa e gelida; il ragazzo ci fa mettere tutti uniti mano nella mano per attraversarlo in cordata e un altro ci fotografa mentre io cerco di non cadere per i sassi sul fondo e Giovanni trattiene un’imprecazione per il freddo…che immagine meravigliosa!! Il tratto è brevissimo e poi iniziamo la camminata lungo le gole che è stata veramente bellissima e suggestiva. Le alte pareti ci sovrastano e ci accompagnano all’interno della valle, l’acqua è mediamente bassa e meno fredda di prima, ma dove il percorso si stringe e diventa una passaggio veramente angusto allora si possono trovare pozze più profonde. Consiglio: abbandonate in macchina tutto quello che può darvi noia e rimanete già in costume…io mi sono dovuta portare dietro una sacchettino di plastica con i miei pantaloni e la macchina foografica e questo rende difficile il percorso quando ci sono rocce da scavalcare e questo capita spesso!! il rischio è cadere perchè siete sbilanciati e finire in una pozza con tutto ( NB abbiamo anche visto uno a cui è successo), meglio qualcosa da legarsi alto su busto e schiena che rimangono quasi sempre fuori dall’acqua. La passeggiata si può fare anche da soli ma i ragazzi che accompagnano le persone sono veramente molto bravi ad aiutare tutti nei passaggi difficili e indicare i punti migliori…una mancia dopo è apprezzata. In alcuni tratti lo spiraglio di luce che filtra in alto è piccolissimo, una minuta spaccatura nella roccia e si può procedere solo in fila indiana con le pareti in verticali praticamente appiccicate, in altri punti la vista è ampia e si possono vedere enormi massi incastrati nella gola, sopra la nostra testolina, scesi dopo una frana dalla montagna soprastante. Ci divertiamo un sacco nonostante le scarpette un po’ scomode e noi scompiscè ci ripromettiamo di comprare quelle ultratecniche dei tedeschi che zompettano più veloci di noi…o sono solo più allenati?!?

Ritorniamo dalla guida che ci suggerisce di aspettare a pranzare considerata l’orda di persone che si sta avventando sul ristorante dove, compreso nel prezzo gita, possiamo scegliere tra pesce o pollo e poi tutto il resto a buffet. Noi optiamo per pesce e ci accomodiamo sui materassini di una piattaforma sull’acqua a gustarci felici il nostro pranzetto, sembreranno scomodi ma ogni tanto è bello mangiare un po’ svaccati…

Si riparte per PATARA, 15 km di spiaggia sabbiosa con annesso sito archeologico, infatti l’ingresso per rovine e spiaggia si paga qualche lira turca, no so quanto perchè per noi è compreso nella gita ( 40 euro a testa compreso tutto). La spiaggia è veramente bella, a perdita d’occhio e considerata la stagione a me non sembra per nulla affollata come dicono le guide, ma forse noi italiani che conosciamo le nostre spiagge ad agosto conosciamo ben altri picchi di caos. Io ovviamente faccio il bagno mentre Giovanni si gode il panorama sotto l’ombrellone; questa spiaggia sarebbe l’ideale per una gita a cavallo o in quad, magari alla sera, verso il tramonto, anche se alcuni tratti sono giustamente bloccati perchè su questa spiaggia nidificano le tartarughe. La gita è finita, bella soprattutto la gola e si ritorna al nostro paper moon, con sosta di rito in piscina per rilassarsi…oggi è l’ultimo giorno qui, domani giornata di spostamento per arrivare a Selcuk e dovremmo abbandonare la meravigliosa piscina e la simpatica famigliola. Anche in questo caso la gita si può organizzare da soli avendo magari un mezzo di trasporto proprio perchè altrimenti si perderebbe un po’ troppo tempo negli spostamenti. Questa sera abbiamo anche deciso di mangiare all’hotel, sulla strada espongono il menù ma la via non è di passaggio quindi non abbiamo visto nessuno a cena anche se il proprietario apparecchia alcuni intimi tavoli a bordo della piscina illuminata…romantico. La signora si fa in quattro per accontentarci ed io riesco a provare i Manti, ravioli di carne, conditi con salsa allo yogurth, fatti in casa e ottimi!!La cena è veramente piacevole ed è proprio la ciliegina finale della nostra tappa a Kalkan….gli sompiscè rimpiangeranno questa pacchia….

SELKUC-EFESO

“ Sto passeggiando nella storia, sgomitando con gli altri turisti, ma l’audioguida mi porta in un mondo lontano, in un’era che è stata importante per la storia del mondo anche se lontana, e non c’è nulla che appaga di più d’immaginare quell’enorme teatro gremito di folla, ora riempito solo da chi come noi vuole conoscere di più del mondo e dell’uomo”

Dopo una giornata di puro trasferimento in autobus fino ad Aydin + dolmus scalcinato fino a Selkuc la città che fa da base alla nostra gita ad Efeso, nonché l’ultima tappa del nostro viaggio prima del ritorno ad Istanbul.

Abbiamo prenotato all’Hotel Bella (St jean cad 7, 0232-8923944 www.hotelbella.com ) consigliato dalla rough guide e da altri viaggiatori in internet, ed un ragazzo che ci stava offrendo un altro alloggio in stazione si offre di chiamarli per farci venire a prendere, molto gentile!! L’hotel non è comunque distante dalla stazione e molto vicino al centro nonché alla basilica di San giovanni evangelista. L’accoglienza è stata ottima e anche l’hotel è molto bello, con arredi tipici ed una terrazza con vista sui nidi di cicogne; appena arrivati ci invitano in terrazza dove ci danno un libro in italiano ad uso gratuito, ci offrono l’immancabile the alla mela che è per me ormai droga, ci spiegano che quando lo desideriamo possiamo chiedere di essere accompagnati ad Efeso ed una volta usciti ci possiamo recare ad un negozietto e chiedere che telefonino all’albergo per farci venire a riprendere….mi sembra quasi di essere troppo viziata!!!Peccato rimanere una sola notte….

Ci rilassiamo un po’ in terrazza e poi breve passeggiata per il centro di Selcuk, molto piccolo e con molti negozietti carini, decidiamo poi di cenare nella bella piazza dove illuminato e molto suggestivo c’è l’acquedotto antico, che adesso fa da base a numerosi nidi di cicogne. L’atmosfera è molto rilassata e la piazzetta è piena di bei ristorantini con molti turisti…..tutti ovviamente lì per Efeso, visto che a parte la casa di Maria non ci sono altre attrattive in città. Mangiamo bene presso un ristorante con una piattaforma sopraelevata e vista sull’acquedotto, bella atmosfera e buon cucina.

La mattina siamo carichi d’energia e pronti per Efeso, dove è meglio arrivare presto a causa del caldo e della ressa!!colazione e poi ci facciamo portare all’entrata superiore che è più comoda visto che il percorso da lì è in discesa, audio-guida in italiano e mappa per iniziare la nostra avventura. Il sito è molto ben tenuto ed anche le spiegazioni sono interessanti anche se all’inizio non si capisce bene dove siano i numeri che indicano i vari reperti…poi ci posizioniamo sulla retta via ed immersi nella fiumana di gente e di gruppi organizzati cerchiamo di goderci la visita e la passeggiata lungo via dei cureti che porta alla magnifica Biblioteca di Celso, esempio di un’archeologia che ha saputo ricostruire senza modificare. Nel sito si possono osservare edifici pubblici ma anche case, gabinetti pubblici, il bordello, il teatro….insomma…una vera e propria città!! Impressionante il teatro a cui arriviamo alla fine del giro e che poteva contenere 20000 persone!! ci fermiamo per qualche souvenir e ci facciamo venire a riprendere, la visita ha proprio meritato ed adesso ci attende anche Selcuk città. Dopo un veloce pranzo torniamo al nostro hotel poiché proprio davanti sorge la collina di Ayasoluk ove restano le rovine di un castello bizantino ma soprattutto quelle della basilica dove è stato sepolto San Giovanni evangelista; il luogo è molto importante, ci sono infatti pellegrini che pregano, ed effettivamente, la presenza della casa di Maria a pochi km dalla città dona al luogo un’importanza ampissima anche per il cristianesimo.

Decidiamo di non andare a vedere l’ultima colonna, testimonianza solitaria, della presenza del tempio di Artemide, una delle sette meraviglie del mondo antico….non ne è rimasto più nulla dopo incendi, devastazioni, saccheggi sempre a causa della stupidità umana…preferisco immaginarlo come era, ai tempi del suo massimo splendore.

Altra tappa: Museo Archeologico, dalla parte opposta della strada rispetto la stazione e con davanti un piacevole giardinetto. La collezione non è male ed è ben disposta anche se sarebbe interessante qualche spiegazione in più; noi viviamo di rendita grazie all’audio-guida della mattina e quindi seguiamo il percorso volentieri. Torniamo in hotel per goderci la terrazza, l’internet point, le cicogne che tornano ai nidi ed una lieve tristezza visto che stiamo per tornare ad Istanbul per poi ripartire verso l’Italia. Mangiamo all’hotel che ha un sacco di scelta ed una cucina veramente ottima, consigliamo a tutti una bella cenetta in terrazza in questo hotel, ci perdiamo ancora sorseggiando cay e poi ci prepariamo ad andare in stazione per il nostro ultimo autobus notturno…….il viaggio sta per finire….

RITORNO NELLA CAPITALE

Il viaggio procede senza intoppi, la periferia di Istanbul sembra non finire mai e la stazione sembra non arrivare mai…alla fine eccola: caotica e disorganizzata come la prima volta, solo che adesso da lì dobbiamo uscire, non c’è nessuno che ci porta fino al centro…siamo un po’ stanchi e ci arrendiamo ad un taxi senza nemmeno provare a cercare un dolmus. Il tassista non è proprio un genio, visto che con la mappina alla mano dell’hotel, stampata sul biglietto da visita, deve chiedere 300 informazioni, ma finalmente ci lascia al Tashkonak: siamo a casa! Questa volta i nostri amici dell’hotel ci danno una camera gigantesca, meglio di così non poteva andare, un po’ di riposo e siamo subito pronti a tuffarci nel mitico GRAN BAZAR. Troviamo Istanbul più agghindata perchè è iniziato il Ramadan e per fortuna un po’ più frescura rispetto alla nostra partenza e la passeggiata verso il bazar è piacevole. Quando da Diva Yolu ci addentriamo all’interno all’improvviso ci sentiamo come risucchiati nel labirinto del mercato coperto più grande al mondo. Passeggiamo all’inizio un po’ disorientati ma poi ci lanciamo in qualche acquisto e lo scompiscè, prima timido osservatore, tira fuori l’abilità di contrattazione di una volpe e inscena lunghe tiritere con i vari commercianti….ma questo è proprio il bello delle compere!!in effetti il Gran Bazar è grande e con tantissimi negozietti ma la merce venduta è quasi sempre la stessa…mentre io mi aspettavo molta più varietà. Si possono trovare belle lampade, belle magliette a poco prezzo, molti monili e non molto di più….divertente la contrattazione ma delusione per il resto, tranne il momento della preghiera che vede il mercato svuotarsi, mentre i venditori si recano in alcuni corridoi a pregare tutti insieme, lasciando praticamente incustodito il negozio, è stato molto suggestivo.

Riesco incredibilmente a ritrovare la via da cui siamo precedentemente entrati con grande stupore di Giovanni che invece ha il senso dell’orientamento di un bradipo ubriaco, torniamo all’hotel con un po’ di borse e ci fermiamo ad assistere ad uno spettacolo nell’arena davanti all’ippodromo ed alla Moschea blu. Stasera non abbiamo una meta precisa e dopo il laborioso rifacimento delle valigie per farci entrare regali e souvenir ci lasciamo guidare dall’istinto trovando un semplice ristorante con la terrazza che ci permette di ammirare per l’ultima sera la città dall’alto. Dopo cena giro allo spiazzo tra Moschea Blu e Aya Sofia dove c’è moltissima gente ed è tutto illuminato….proprio per il ramadan la gente si ritrova dopo il tramonto per mangiare e festeggiare, l’atmosfera è bella, e comunque per i turisti non è un problema perchè durante il giorno rimane tutto aperto come se nulla fosse. Ci godiamo l’atmosfera e poi torniamo per la nostra ultima notte in hotel.

Ovviamente anche oggi c’è un programma….mica vorremo sprecare ore preziose!!! Prima tappa: TORRE DI GALATA su cui non siamo ancora saliti; ci arriviamo percorrendo ripide stradine dopo il ponte che un tempo facevano parte del quartiere genovese della città. Siamo venuti alla mattina presto per evitare affollamento ed effettivamente non c’è coda….sarà anche a causa del vento che spazza la città?!? e proprio a causa del vento, Giovanni, salito con ascensore, decide di non uscire sulla balconata per ammirare il panorama….ma come?!?! siamo qui per questo?!?!Mentre io scatto foto a 360° sulla città, minareti da una parte e grattacieli dall’altra per non dimenticare mai che Istanbul è sempre in equilibrio tra 2 sponde, Giovanni intrattenendosi sulla soglia tiene la porta aperta e gli viene data pure la mancia….quando lo scopro non posso far altro che ridere!

Attraversiamo il ponte di Galata fermandoci a bere qualcosa in un locale al piano inferiore, mentre vediamo le lenze che dondolano davanti a noi dei pescatori al piano sopra…ecco cosa mi mancherà anche: the, il minareto in lontananza e quelle poltrone sacco che ti fanno sbragare davanti ai tavolini bassi!! ci avviamo verso l’ultima tappa: BAZAR DELLE SPEZIE proprio davanti agli imbarci di Eminou e vicino alla moschea del porto. Questa esperienza ci piace di più, forse per i colori delle molteplici spezie, per gli odori che si mescolano, per la varietà dei negozietti che tra saponi, dolci, the aromatizzati incontrano di più il nostro gusto. Questo si è proprio un bazar da non perdere assolutamente…ovviamente cercando di districarsi tra tutti i venditori che ti chiamano e offrono , ma questo è un must di tutti i bazar. Il pranzo è il mitico panino di pesce alle bancarelle del vicino al ponte di Galata, dove su dondolanti barconi le persone cuociono il pesce e lo infilano in un gigante panini con insalata….ottimi con una bella spruzzata di limone…ultimo sapore che ci portiamo di questa terra che ci ha regalato tanto. Torniamo in hotel, salutiamo i gentilissimi ragazzi della reception, ci ridanno una parte dei soldi della navetta perchè si sono uniti altri turisti e quindi la spesa si è divisa…Giovanni rimane ammutolito dall’onestà…è brutto pensare che nel tuo paese forse questo non sarebbe successo. Andiamo all’aeroporto…siamo contenti, abbiamo fatto un altro viaggio stupendo, non potremo scordare la gentilezza della gente incontrata, il mare della costa così azzurro cristallino, i panorami da fiaba della cappadocia e ovviamente la mitica patata ripiena!!

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MOSCHEA BLU

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CAMMINARE NELL'AZZURRO

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MAGNIFICA CAPPADOCIA



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