In caicco per… two hours!

“Ma lascia perdere” “Ma chi te lo fa fare” “Vi sentirete male”… Queste le premesse. Tutti scettici! Ninì, noto “amante” del mare chiede: “Quanto vi danno?”. Noi, più incoscienti che spavaldi, da bravi temerari abbiamo deciso di tentare questa avventura. Last minute. Una bella novità! Come sarà il caicco? Lo scopriremo...
Scritto da: Laura Pazzelli
in caicco per… two hours!
Partenza il: 14/07/2003
Ritorno il: 21/07/2003
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
“Ma lascia perdere” “Ma chi te lo fa fare” “Vi sentirete male”… Queste le premesse. Tutti scettici! Ninì, noto “amante” del mare chiede: “Quanto vi danno?”. Noi, più incoscienti che spavaldi, da bravi temerari abbiamo deciso di tentare questa avventura. Last minute. Una bella novità! Come sarà il caicco? Lo scopriremo presto… Reduci da mesi di lavoro siamo pronti per partire: uno zainetto ciascuno, fornitura di travelgum (non si sa mai) e … basta! Ci presentiamo a casa di Sara e Paolo che si prestano gentilmente ad accompagnarci all’aereoporto di Ciampino. Paolo dribbla magistralmente il traffico: veniamo depositati in perfetto orario. Inizia la vacanza! Almeno dovrebbe. Ma non era lunedì? C’è una folla terrificante, e noi dobbiamo ancora recuperare i biglietti! Riusciamo a trovare l’addetto dell’agenzia e iniziamo a fare la fila chilometrica al check-in. Individuiamo subito un trio di donne armate di valigie modello trasloco: anche loro sul caicco! Ma gliel’hanno detto che le cabine sono tipo “loculo”? Sono scioccate dall’esiguità del nostro bagaglio, almeno quanto Roby all’idea di fare il viaggio con loro! Primo intoppo: l’aereo, che viene da Bologna, è in ritardo (2 ore), ma finalmente alle 14 si riesce a partire! Compagnia aerea non meglio identificata, posti strettissimi, pranzo a bordo ancora più misterioso, ma vuoi mettere la vista? Ci siamo goduti tutta la costa Tirrenica, Ischia e Capri, poi la Puglia, la nostra mitica Cefalonia (abbiamo subito riconosciuto Sami e Argostoli) con Itaca, poi tantissime isole greche ed infine la Turchia. Atterriamo dolcemente ad Antalya (scatta l’applauso tipicamente italiano e la nostra voglia di essere automaticamente stranieri): tutto molto semplice. Fatto il visto (10 euro a cranio) scattiamo sulla fascia. Il bagaglio a mano ci risparmia l’attesa bagagli che comunque è brevissima. All’uscita una schiera di signorine con cartelli vari smista il bestiame (noi) su vari pullman. Meno male che le signore in tiro, le varie Moira Orfei e galli cedroni che popolavano l’aereo vanno al Vera Club! Trasferimento alla marina: ci spiegano che la zona è piena di scheletri di palazzoni per via del terremoto di Istambul del 99: tanta gente si sta trasferendo qui, zona meno sismica (?). Carretti trainati da somarelli, moschee, palmette, spiagge “bandiera blu”. Si arriva alla marina: primo impatto con le barche attraccate. Wow! Che belle! Veniamo smistati, il nostro caicco si chiama “Cobanoglu”, Ciobar o Ciubecca per gli amici… L’equipaggio è composto da tre persone: capitano, cuoco e mozzo. Saliamo a bordo, abbiamo la cabina numero 1, piccolina ma con bagno privato. Usciamo subito fuori: si dondola! Riunione con l’addetta dell’agenzia, Martina, una tedesca che parla inglese, che ci illustra un po’ la vacanza e le escursioni facoltative. Da bravi geologi scegliamo subito la risalita di un canyon a Kas (tipo gole dell’Alcantara). Familiarizziamo con gli altri passeggeri: siamo 12 in tutto, tutti italiani di varia provenienza. Una ragazza del trio sfigatino si sente subito male, poi c’è una coppia giovane come noi (Marco di Roma e Cristina di Milano), una ragazza di Poli che viaggia da sola, due donne genovesi e una coppia di Ferrara. Si parte subito. L’itinerario prefissato è stato variato per via di un cambio di data per le gite, quindi ceniamo navigando. Si muove tutto! Si mangia sul ponte tutti insieme: cefali fritti, patate condite con pomodori, insalata e frutta. Per Roby è una cena molto light. Finalmente il caicco si ferma in una baia tranquilla, a Faselis, e noi ne approfittiamo per una bella nuotata: l’acqua è bella calda! La stanchezza comincia a farsi sentire, tutti a ninna! Nonostante il dondolio, riusciamo ad addormentarci. Ci sveglia il motore all’alba. Il caicco è ripartito per raggiungere Myra. La ninna prosegue sui cuscinoni sul ponte. C’è chi ha proprio dormito fuori! Ci portano poi un’abbondante colazione: yogurt, marmellata, pane, affettati, formaggi e… cocomero! Roby comincia ad accusare un po’ di nausea da mal di mare, ma si riprende subito (mangia feta col miele a colazione, sta benissimo) Finalmente arriviamo a Myra. Alcuni compagni di viaggio vanno a fare un’escursione alla chiesa di San Nicola (Santa Claus!!!) e relativi ruderi sotto il sole cocente: noi preferiamo tuffarci in acqua e goderci il nostro primo giorno di vacanza. Siamo in una baia dove sono “parcheggiati” altri caicchi, e passano anche barchette “gelaterie”! Gara di tuffi e poi allucertolati al sole. Che pacchia! Il massimo della civiltà? Mandare messaggini al parentado preoccupato, e basta. Altro bagno, ed ecco che ritornano gli escursionisti (cotti a puntino), giusto in tempo per il pranzo. Sai che c’è? Spaghetti! Tutti scettici, se non diffidenti: ti dirò, erano mangiabili. Un po’ scotti, e, orrore, spezzettati, ma mangiabili (sarà la fame). Poi patate e fagioloni al pomodoro + insalata. Per frutta arance e ciliegie in trionfo. Non c’è che dire, ci si può stare! E sai cosa ha tirato fuori dal cilindro il trio? Una moka e caffè decaffeinato… no comment. Per evitare il sole cocente ci siamo messi a giocare sotto il tendone. A cosa? Nientepopodimenoche a Cluedo! Versione mignon, ma sempre lui! Ridendo e scherzando abbiamo fatto l’ora del tè, con relativi biscottini e salatini, e dopo altro bagno. Dimenticavo, nel frattempo ci siamo spostati, a Kekova, una baia piena di isolotti, da beatitudine! Mentre ci asciugavamo al sole abbiamo anche giocato tutti insieme a mimare i titoli dei film: quello che non è uscito fuori! Dopo Roby ha anche fatto un giro in canoa (troppo poco vento per il windsurf). Siamo paonazzi, del tipo “semaforo rosso”. Abbiamo anche fatto acquisti, parei e collanine da donne locali salite appositamente a bordo! Il caicco “gemello” con cui facciamo il viaggio (dove stanno gli altri italiani turisti per caso come noi) si chiama Berkan, o “sognando berkan” per noi. La vita di bordo ci piace sempre di più. Giungono suggerimenti dagli altri passeggeri: “Che stress! E’ un tribolamento continuo! Una fatica! Non se ne può più!” per scoraggiare eventuali aggregati… Una cosa c’è però che non si regge: la musica turca! E’ un lamento perenne! Si soffre più quella che il mal di mare. In attesa della cena la domanda è la seguente: quanta cipolla ci sarà? Qui è onnipresente! La risposta è stata pollo con patate in padella, riso non meglio identificato ma buonissimo e melanzane fritte. Non male! Ma la pesantezza ci ha scoraggiati a fare un ulteriore bagno, così siamo rimasti sul ponte a giocare a carte fino al crollo delle palpebre. Il mattino seguente altra ricca colazione e navigazione verso Kas, che ha di fronte la più remota isola greca! E’ giornata di escursione! Pronti? Si parte! Siamo stati inzeppati su un carro bestiame (pulmino a 31 gradi con aria condizionata) e condotti attraverso strade turche in un’ora e un po’ a Saklikent, dove ci sono le gole. Una cosa stupenda! Ci siamo avventurati tra acque gelide, scalate, tuffi, cadute, nuotate, tutto! Ci siamo anche marchiati col fango! La guida era ormai ribattezzata “Are you ready?” Che mandria! Poi il ferrarese, Giuliano, è una sagoma, non smette mai di fare battute! Abbiamo pranzato lì in un “ristorante” su palafitte, a terra su cuscini con tavolini bassi. Molto caratteristico! La guida poi ci ha portato a vedere i resti di Xantos, antica capitale della Licia, dalla storia sfortunata. Solo che faceva un caldo torrido! Per cercare refrigerio ce ne siamo andati, o meglio, ci ha portati, a Kapitas, una bella spiaggia dove ci siamo tuffati più veloci della luce! Di ritorno a Kas, rapida doccia e poi via a fare danni per i negozietti! E ne abbiamo fatto uno enorme: ci siamo comprati un tappeto kilim! La contrattazione è stata lunga, siamo riusciti a dimezzare il prezzo iniziale… non ci importa se alla fine il prezzo è giusto o no, ci ricorderà sempre questa meravigliosa avventura! La cena è stata fatta in tandem col caicco gemello: siamo tutti sempre più contenti di essere sul nostro, sul berkan c’è gente terribile! Un mix di caciaroni! Il cuoco alla fine ha anche letto ad una ragazza i fondi del caffè… perché hanno fatto quello turco! Roby è disgustato, a questo punto è meglio il nescafe! Dopo cena, altra passeggiata a Kas, finita in un discopub a bere e ballare, insieme alla guida di oggi ripescata in paese. Una sudata clamorosa! Però il tutto è troppo divertente! La stanchezza è tanta, dopo una giornata così piena, così si è deciso di andare a dormire, ma fuori sul ponte! In cabina fa troppo caldo! Presi cuscini e coperte ci siamo accucciati sui cuscinoni sotto al tendone. Ci ha svegliati (ma non del tutto) la partenza da Kas, che poi mi sa che è la “Portofino” turca… Eravamo ancora tutti ko a colazione. Io e Giuliano abbiamo formato una società per la gestione (esclusiva) del cocomero!!! Siamo poi arrivati a Kalekoy: una manciata di casupole arroccate sotto i resti di un castello (Simena). Nonostante il caldo torrido e appiccicoso, io e altri sventurati (Roby si è rifiutato) ci siamo fatti coraggio e abbiamo tentato la scalata. Ma come abbiamo messo piede a terra siamo stati assaliti da un’orda di donne turche con bambini che volevano venderci di tutto! La loro tattica è tallonare un turista ciascuno, e sono tenaci! Ci hanno seguiti fino a su e ritorno! Liberarsene è stata una lotta: caldo + ambulanti è un’accoppiata infernale! Minimo shopping (di nascosto, per non farmi accorgere dalla mia tallonatrice, ho comprato 2 cuscini) e poi via di corsa al caicco! Recuperati tutti i sopravvissuti all’assalto siamo partiti per la baia di “moonlight”. Dolce far niente per il resto della giornata. Il tempo è stato scandito dai pasti, dai bagni e dalle pennichelle! Con Roby in canoa ho anche fatto il giro di un isolotto. Che pacchia spudorata! C’era anche il vento, quindi il sole si sopportava meglio! Il triumvirato (composto dai tre uomini, Roby, Marco e Giuliano) ha anche improvvisato il nuoto sincronizzato, con risultati esilaranti! Consultando le carte abbiamo scoperto di non essere a “moonlight”, ma sempre intorno a Kekova: lo stravolgimento dell’itinerario è completo, l’insindacabile giudizio del capitano è stato decisamente applicato. Un’altra scoperta è stata Mariangela, la ragazza sola, lavora per il tour operator che ha organizzato il viaggio! Che dire, tutti lessi e ancora un po’ traumatizzati dall’assedio di parei turchi: la scalata al castello mi è costata anche le infradito di legno che non hanno retto alle rocce da capra (mi sa che non erano adatte…). I pasti? A pranzo c’erano maccheroni scottissimi e verdure, per il tè delle tortine che da brave “arpie” (noi donne) anbbiamo spazzolato con la velocità sella luce, e a cena gran fritto di pescetti, patate e melanzane. Nel complesso siamo sempre soddisfatti. Dopo cena abbiamo spostato il tavolo sul ponte e ci siamo messi a ballare al ritmo dei lamenti turchi: il mozzo era scatenato! Quelli del Berkan ci hanno copiati subito. Dopo lo scatenamento c’è stata la tavola rotonda sui cambiamenti all’itinerario: in pratica andremo dove vorranno loro. Il tutto però è servito a gettare le basi per la “sigla” che vogliamo creare: sulle note del tormentone estivo del momento (Chiuaua) si parte così “Are you ready? Ta tatta tatà, ta tatta tatà, ta tatta tatà, oh two hours!” perché 2 sono le ore di navigazione per qualsiasi posto, pare! Alla fine ci siamo ributtati in acqua verso mezzanotte. Col plancton illuminato sembrava di nuotare in mezzo alle lucciole! Comunque, anche se non siamo a “moonlight” per noi è come se lo fosse, perché la luna è meravigliosa in questa cornice! Vista la serata fresca si è potuto dormire in cabina, ma rispetto agli altri giorni, che alle sei eravamo tutti più o meno svegli anche se rincoglioniti, ci hanno svegliati bussando alla porta per la colazione, tutti! Ci siamo spostati in un’altra baia e col barchino ci hanno fatti scendere a Ukagiz Limani. E’ un posto piccino con vari negozietti di tappeti (ma va?), vestiti e coccetti. Il tutto accompagnato dalla sigla che sta prendendo forma: si sono aggiunte strofe tipo “italians for two months” e gesti tipo mungitura, vittoria e strip alla Full Monty! Ci hanno fatto passare davanti alla città sommersa, ma non si vedeva molto, poi non ci si poteva neanche fare il bagno per via del traffico di barche e perché è zona protetta. Ci siamo fermati un po’ più avanti in una baietta e finalmente ci siamo buttati in acqua! Era talmente trasparente che i pesci si vedevano anche senza maschera! Al sole però non ci si può stare, così ci si rifugia all’ombra del tendone per sopravvivere! A pranzo c’erano di nuovo gli spaghetti, ancora un po’ scottini, e i peperoni ripieni di riso, il che ha portato obbligatoriamente alla pennichella pomeridiana, o, in casi limite, all’enigmistica. Ci siamo spostati nuovamente in un’altra baietta (le stiamo facendo tutte!) e chiacchierando ho scoperto che una del trio conosce la cugina di Roby… cero che il mondo è proprio piccolo! La serata è trascorsa tranquillamente, tra gara di tuffi, grigliata di pollo e master mind (ho vinto…), letture e stravaccamenti. La mattina successiva (è già sabato!) il caicco è partito presto e ci ha portati ad Olympos, dove c’erano le rovine della vecchia città della lega licia, nonché una bella spiaggia. Siamo rimasti a riva a farci massaggiare dai flutti e a farci friggere dal sole, tanto che dopo un po’ siamo tutti scappati a bordo in cerca di ombra. A pranzo Umit (il cuoco) si è inventato il cous cous con un pasticcio di melanzane tipo moussaka: squisito! Ma proprio quando stava scattando l’abbiocco, i “berkaniani” hanno avuto un’avaria (siamo stati noi a tirargliela?). Li abbiamo dovuti trainare fino ad una baia vicina, rischiando di rompere anche il nostro di caicco! Parlo al plurale perché abbiamo partecipato facendo il tifo per la riuscita delle manovre! Per cercare di sdrammatizzare abbiamo lavorato al completamento della sigla… rigorosamente in inglese, riassume un po’ la nostra vacanza! Ora dobbiamo studiare bene le mosse… Mowgli (il mozzo tarzan) mi ha detto che la baia in cui siamo si chiama “Porto Janamis”, ed è circondata di montagne. I ragazzi hanno bevuto il “raki” (o anche racchio): è una specie di anice, che Roby non ama molto! In serata si è fatta conversazione, ma quando è diventata dibattito (sul G8, sul traffico…) sono andata a dormire… e come al solito ci siamo svegliati presto (verso le sei e mezza). Tuffo pre-colazione: era l’ultima occasione! Sembrava di stare in piscina. Poi partenza per Faselis, un sito archeologico molto carino. Foto di rito ed una considerazione: mi sa che siamo gli unici a pagare gli ingressi! Non controlla nessuno! Meno male che almeno qui non c’erano le truppe d’assalto dei parei! Prima di tornare in caicco ci siamo fatti un tuffo nel “porto militare” della cittadella, e poi via verso Kemer… che però abbiamo visto solo in rada! Non c’era tempo per scendere, dopo pranzo eravamo tutti lessi, poi si trattava solo di una località balneare. E’ così cominciato il ritorno verso Antalya, e buona parte del percorso lo abbiamo fatto a vela! Che meraviglia, relax con panorama dei monti Tauri sul mare… Antalya si è riconosciuta subito da lontano per via dei casermoni giganti. Arrivati al porto, prima di attraccare, ci siamo concessi l’ultimo tuffo: l’acqua è sempre pulita, anche vicino al porto! Per sgranchirci le gambe ci siamo fatti una (lunga) passeggiata fino al primo negozio utile (lontanissimo). Poi baldoria! Abbiamo anche coinvolto l’equipaggio nella sigla! C’era caldo umido, così prima abbiamo fatto i bagagli, poi la doccia. Scambio di indirizzi mail coi compagni di viaggio e poi tutti a dormire (si fa per dire) sul ponte. Dico “si fa per dire” perché la sveglia era prevista per le tre e mezza! Praticamente eravamo tutti in coma profondo: abbiamo fatto colazione senza neanche renderci conto! Alle quattro era già pronto il pullman che ci doveva portare in aereoporto: i berkaniani sono riusciti a fare casino anche lì! Arrivati all’aereoporto ci siamo resi conto che è molto bello… rapido check-in e poi ultime chiacchiere prima di salire in aereo. L’amicizia nata tra noi è stata una delle tante piacevoli sorprese di questo viaggio, speriamo di poterci rivedere un giorno! A Bologna abbiamo salutato Giuliano ed Erminia (mentre quelli del Berkan piangevano a dirotto, perché la sceneggiata va fatta fino in fondo) poi noi altri ci siamo salutati al ritiro bagagli di Ciampino. Siamo tornati. Abbiamo il mal di terra… il travelgum funzionerà anche per quello? Sigla! Are you ready? Ta tatta tatà – Two hours! Ta tatta tatà – Two hours! Ta tatta tatà – Two hours! Oh Two hours! Two houra trip, two hours vip The cruise in turkey is for a week The life in Cobanoglu is so easy! Italians for two months No panic for the boat The stress is not for us Oh two hours!


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