Turchia? NO PROBLEM

Quest’anno la meta della nostra vacanze è stata la Turchia, un paese che ci ha sempre affascinato per la sua particolare posizione a cavallo tra Europa e Asia, tra oriente e occidente. Abbiamo trovato infatti un luogo sorprendente, ricco di contraddizioni e molto interessante. Le persone sono quasi sempre calorose e gentili e per quanto...
Scritto da: kri&marc
turchia? no problem
Partenza il: 05/08/2008
Ritorno il: 21/08/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Quest’anno la meta della nostra vacanze è stata la Turchia, un paese che ci ha sempre affascinato per la sua particolare posizione a cavallo tra Europa e Asia, tra oriente e occidente. Abbiamo trovato infatti un luogo sorprendente, ricco di contraddizioni e molto interessante. Le persone sono quasi sempre calorose e gentili e per quanto riguarda la sicurezza possiamo tranquillizzare chiunque: la polizia o la gendarmeria sono sempre presenti in maniera discreta anche nel più sperduto paese. Bisogna stare attenti solo alla guida spericolata dei turchi, specialmente nelle zone urbane. Qualche piccola fregatura è in agguato e bisogna stare attenti in particolare ai benzinai, quando si fa il pieno non si deve per nessun motivo perdere di vista i numeri sull’erogatore se non si vuole qualche spiacevole sorpresa, noi tranne pochi casi facevamo sempre 50 YTL alla volta. Strano ma vero, in Turchia i carburanti costano molto più che in Italia quindi consigliamo di noleggiare sempre auto Diesel.

Per la preparazione del viaggio ci siamo affidati a un’agenzia solo per l’acquisto del volo e per la sottoscrizione di un’assicurazione medica (essendo la Turchia ancora un paese escluso dalla CEE). Il resto l’abbiamo organizzato con l’aiuto di Internet, prendendo spunto anche da altri diari pubblicati. Abbiamo noleggiato l’auto tramite il sito economycarrentals.Com, un broker che si appoggia ad altre compagnie (nel caso della Turchia alla De.Car) offrendo delle tariffe molto aggressive (320 € per 13 giorni) e abbiamo prenotato gli alberghi di Istanbul e Goreme. MARTEDI’ 5 AGOSTO 2008 Partiamo da Malpensa alle 9,15 diretti a Istanbul con un volo della CSA con scalo a Praga (290 € a testa). Arriviamo puntuali alle 15,10 e dopo aver ritirato i nostri zaini troviamo all’uscita l’omino dell’albergo che ci sta aspettando con tanto di cartello (il servizio era gratuito per chi faceva almeno 3 notti). In circa mezz’ora siamo all’Hotel Ilkay (171 € per tre notti con colazione) a due passi dalla stazione di Sirkeci. Ci siamo trovati molto bene, la camera è molto grande, la posizione ottima e il personale molto cortese e professionale. Iniziamo la scoperta della città dalla Cisterna Basilica (10 YTL a testa) molto suggestiva e bella fresca. Visitiamo poi la Moschea Blu (ingresso gratuito), è la prima volta che mettiamo piede in una moschea ma fortunatamente c’eravamo preparati riguardo all’abbigliamento: spalle e gambe coperte, un paio di calze, visto che le scarpe vanno tolte, e un velo da mettersi in testa (per Cristina), in ogni caso ci sono dei teli a disposizione di tutti e i controlli non sono poi così severi come si può pensare. Sia l’interno che l’esterno sono molto belli, interamente rivestiti di ceramiche. Purtroppo si è fatto troppo tardi per Santa Sofia e così torniamo in albergo. Dopo la doccia rivediamo i monumenti illuminati e andiamo a cenare in un ristorante su una pseudo terrazza panoramica (non si vede granché). Finiamo la serata in un bar sotto la moschea, dove c’è un’esibizione dei dervisci rotanti. MERCOLEDI’ 6 AGOSTO 2008 Ci svegliamo abbastanza presto e, spaventati dalle code oceaniche di cui avevamo letto, ci catapultiamo subito a visitare il palazzo di Topkapi (20 YTL a testa). In realtà dopo meno di 10 minuti siamo già dentro (anche perché le famigerate navi da crociera non hanno ancora sbarcato le loro masse). Come prima cosa visitiamo l’harem (15 YTL a testa da pagare a parte) molto elegante e lussuoso, sicuramente la parte più bella di tutto il palazzo. Vediamo poi il resto, in particolare il tesoro del sultano e le varie collezioni ma, pur trovando tutto molto interessante, ci sembra che il prezzo pagato per la visita sia un tantino esagerato.

Uscendo vediamo effettivamente le spaventose file per entrare (crociera in arrivo!!), meno male che siamo riusciti ad evitarle.

Per completare la lista degli imperdibili andiamo a visitare Aya Sophia (20 YTL a testa) che, nonostante alcuni lavori di restauro, risulta davvero sorprendente. L’immensa cupola era un prodigio architettonico dei tempi, ed ha ispirato tutte le costruzioni successive. Belli anche i resti dei mosaici ma l’aspetto che colpisce di più è sicuramente la commistione dei simboli religiosi cristiani e islamici. Quando usciamo sono ormai le tre e, dopo aver mangiato uno scadente doner kebab, ci rechiamo al Gran bazar. Ci aspettavamo sinceramente un luogo un po’ più caratteristico, in realtà si tratta di un enorme mercato con la classica paccottiglia per i turisti (quasi tutta made in china), i negozi artigianali sono ormai la minoranza. Trascorriamo qui una mezz’ora senza fare acquisti, poi ci dirigiamo al bazar delle spezie, molto più caratteristico. Qui sì che sentiamo i profumi e sapori d’oriente compriamo qualche dolcetto e un’abbondante scorta di curry. Già che siamo in zona visitiamo la Moschea Nuova che, nonostante il nome, è del settecento. La struttura è praticamente identica a quella di molte altre moschee, carina ma un po’ monotona.

Prima di tornare in albergo ci fermiamo ad informarci per la gita dell’indomani sul Bosforo. La sera andiamo a vedere il tramonto dalla torre di Galata (15 YTL a testa). La salita fino alla base è una scarpinata ma il vero trauma deve ancora arrivare: in cima c’è una ressa incredibile, dire che si sta come sardine è un eufemismo. Peraltro non girano tutti nello stesso senso quindi ci si trova spesso bloccati. Nonostante tutto ne vale la pena e scattiamo un sacco di foto.

Passiamo la serata nel quartiere di Beyoglu, cuore pulsante della Istanbul moderna e progressista. Facciamo una deliziosa cena a base di pesce nei pressi del Novidadze sokak e sempre nella stessa zona ci fermiamo in un paio di bar per un drink… La movida e il tasso alcolico non hanno nulla da invidiare alle altre grandi capitali europee.

GIOVEDI’ 7 AGOSTO 2008 Dopo la serata di bisboccia e una bella dormita siamo pronti per la gita sul Bosforo. In 5 minuti siamo al molo e acquistiamo i biglietti per il traghetto (17,50 YTL a testa), purtroppo per i turisti viene fatta una tariffa apposita, più alta del biglietto di linea, ma comunque meno costosa delle varie gite private che vengono offerte!! Tra l’altro l’escursioni organizzate hanno dei tempi prestabiliti mentre con il traghetto possiamo tornare all’ora che preferiamo. Dopo aver rimirato le varie bellezze costiere di Istanbul e dintorni, arriviamo fino al capolinea: un paesino chiamato Anadolu Kavagi dove, con una passeggiata di circa mezz’ora, si arriva ai resti di un castello da cui si vede il mar Nero. Ridiscesi in paese veniamo “assaliti” dai vari procacciatori di clienti per i ristoranti, le offerte bene o male si equivalgono e noi scegliamo il Kavak dove, per 33 YTL, facciamo una mangiata di pesce con due antipasti.

Una volta tornati ad Istanbul prendiamo l’autobus (non senza qualche difficoltà di orientamento…) per andare a vedere la Chiesa di San Salvatore in Chora. Purtroppo, una volta arrivati a destinazione, scopriamo che gli orari pubblicati sulla Lonely sono sbagliati e che la Chiesa è già chiusa. Tanta fatica per nulla… In “compenso” abbiamo visto un lato di Istanbul meno conosciuto: il quartiere di Draman, una zona piuttosto povera e molto tradizionalista dal punto di vista religioso (donne bardate di nero dalla testa ai piedi…).

Passiamo una tranquilla serata nella zona di Sultanahmet con cena a base di kofte: una specie di polpetta. VENERDI’ 8 AGOSTO 2008 Prendiamo un taxi (20 YTL) per farci accompagnare all’autonoleggio De.Car dove ritiriamo la nostra auto: una Hyunday Getz bianca 1.4 diesel con ben 86.000 km sul groppone. L’auto ci viene data con meno di un quarto del serbatoio, con l’accordo di riconsegnarla con la stessa quantità di carburante. Ci vendono anche una specie di Viacard turca (26,50 YTL), obbligatoria per passare il primo ponte sul Bosforo e con cui potremo pagare l’autostrada fino ad Ankara (in teoria…). Da Istanbul alla capitale è tutta autostrada a tre corsie e il traffico è molto scorrevole. Dopo aver sventato un tentativo di truffa da parte di un benzinaio (conto di 65 lievitato a 95 … Occhio!!), giungiamo alla barriera ma la nostra tessera, usata solo due volte, non funziona più, PANICO!!! Facciamo la retro e imbocchiamo la corsia per il pagamento cash, spieghiamo l’accaduto al casellante che dicendo “No problem” ci fa pagare 11 YTL.

Arriviamo ad Ankara, una megalopoli dall’aspetto orribile, con casermoni costruiti in mezzo al nulla senza nessun ordine apparente. Nei pressi della Cappadocia facciamo una sosta al Lago salato, una enorme distesa bianca ed accecante, su cui, dato il caldo tremendo, ci limitiamo solo ad una breve passeggiata.

Dopo altre due ore di strada arriviamo Goreme, il posto ci piace subito e, arrivati al nostro hotel, restiamo senza parole per la meravigliosa vista dal terrazzo. Consigliamo a tutti il Kelebek pensione & hotel, noi avevamo una camera nella pensione (240 YTL per 3 notti) e siamo stati benissimo. La stanza è bellissima, ricavata da un vecchio deposito di granaglie scavato nel tufo, i proprietari e il personale sono molto gentili e prodighi di consigli per visitare al meglio questa meravigliosa regione. Per cena andiamo al Ristorante Kale terrase (35 YTL in 2) dove mangiamo veramente bene e dove il personale è estremamente gentile: il proprietario tra l’altro sembra parlare tutte le lingue del mondo e conosce piuttosto bene l’Italia. Da notare che alla sera il clima è piuttosto fresco ed è meglio avere una felpa. SABATO 9 AGOSTO 2008 Dopo una sontuosa colazione iniziamo l’esplorazione della Cappadocia partendo dal Museo all’aperto di Goreme (15 YTL a testa). Si tratta di una serie di chiesette rupestri scavate direttamente nella roccia, il tutto inserito in un panorama da fiaba. L’unico aspetto negativo è l’invasione dei torpedoni di tour organizzati. Infilandoci tra un gruppo e l’altro riusciamo comunque a goderci la visita ed entriamo anche nella bellissima chiesa oscura (8 YTL a testa da pagare a parte) che non va assolutamente saltata: è la meglio conservata e con gli affreschi più belli.

Successivamente andiamo ad Ortashir, il “castello” che lo sovrasta è ufficialmente chiuso ma un barista locale ci fa passare per un’apertura della recinzione e ci spiega da che parte andare. L’arrampicata non è molto agevole, tra l’altro è assolutamente priva di qualunque tipo di protezione, ma il panorama che vediamo dall’alto ci ripaga della fatica provata. Ridiscesi visitiamo una piccola fabbrica di onice dove facciamo alcuni acquisti. Proseguiamo il viaggio in direzione di Urgup, non entriamo in paese ma lungo la strada ci fermiamo nella valle del Devrent a scattare qualche foto davanti ai famosi “camini delle fate”. A Zelve ci fermiamo a mangiare un gozleme e fare due passi tra queste formazioni rocciose che si fanno ancora più spettacolari nella valle del Pasabaglari prima di Cavusin. Questo luogo è talmente caratteristico che perfino il posto di polizia è stato scavato all’interno di un camino delle fate. Ci fermiamo qui un bel po’ e scattiamo decine e decine di foto.

Ripartiamo verso Avanos, famosa per la lavorazione della ceramica, ma a causa di lavori stradali non ci fermiamo e ritorniamo in albergo stanchi ma felici. L’idea è di riposarci un po’ per tirare l’ora del tramonto che vogliamo vedere dal castello di Uchasir, peccato che la pennichella sia sempre in agguato e, quando ci svegliamo, ci resta solo il tempo per una visita veloce da fuori con l’ultimo spiraglio di luce rimasto. Il resto del paese è deserto, decidiamo quindi di concludere la serata a Goreme, dove mangiamo al ristorante Silk Road (17 YTL in 2) che non ci ha particolarmente soddisfatto. DOMENICA 10 AGOSTO 2008 Oggi abbiamo in programma la visita di una città sotterranea e della Valle dell’Ihlara. Dietro consigli dell’albergatore andiamo a quella di Kaymakli (15 YTL a testa) che dista una mezz’ora da Goreme. All’entrata si trovano molti locali che si offrono di farti da guida in cambio di 40 YTL, noi abbiamo rifiutato preferendo girare per conto nostro, concedendoci pause e piccole deviazioni, la scelta si rivelerà azzeccata, infatti una coppia di italiani entrata dopo di noi con la guida ha concluso il giro in tempo record. Il posto è particolare, fa un certo effetto sapere che qui dentro vivevano migliaia di persone senza praticamente vedere la luce del sole, ma a dire la verità la visita non ci ha esaltato, pensavamo meglio. Dopo un’oretta di strada arriviamo al paese di Ihlara da cui parte una specie di canyon. L’ingresso è a pagamento (3,5 YTL a testa) e si scende nella valle tramite una ripida scalinata. La particolarità del luogo consiste in una serie di chiesette disseminate nella valle, noi ne vediamo alcune che conservano degli affreschi più o meno rovinati e, dopo una camminata di un paio d’ore arriviamo alla seconda entrata e pranziamo al ristorante Belisirma (25 YTL in 2). Da qui torniamo indietro perché la valle sarebbe lunga 18 km ma ben pochi la fanno tutta… Il sentiero non è faticoso ma è segnalato piuttosto male, alcune deviazioni per le chiese non sono chiare e un paio di volte siamo dovuti tornare sui nostri passi perché ci trovavamo in un vicolo cieco. A parte questi piccoli intoppi la camminata è stata piacevole.

Per la cena proviamo il piatto tipico della cappadocia: il testi kebab, carne e verdure cotte in umido dentro un vaso di terracotta che viene rotto al momento di essere servito. Quasi tutti i ristoranti della zona hanno questo piatto nel loro menù, ma pare che l’unico posto in cui viene preparato quello originale sia il ristorante Dibek. La cottura deve durare 5 ore, per questo è assolutamente obbligatoria la prenotazione con un giorno d’anticipo. Ci siamo trovati veramente bene, oltre al cibo anche l’ambientazione è molto pittoresca e il personale cordiale (38 YTL in 2).

LUNEDI’ 11 AGOSTO 2008 Oggi affrontiamo il tappone “dolomitico” fino a Cirali. Lungo la strada facciamo una sosta per vedere l’interessante e ben conservato caravanserraglio di Sultanhani (riusciamo peraltro ad entrare gratis dato che il bigliettaio al nostro arrivo era al bar). Arrivati sulla costa siamo accolti da un clima molto afoso, passiamo la trafficatissima Antalya e arriviamo in serata a Cirali. Il paese, se si può definire così, si limita a un insieme di pensioni lungo una strada. Puntiamo al Canada Hotel, di cui avevamo letto gran bene su Tripadvisor, e fortunatamente troviamo un posto (180 YTL per 2 notti). La signora canadese che lo gestisce è gentilissima e la camera è spaziosa e pulitissima. Tra l’altro ci sono piscina, amache, biciclette e ping pong a disposizione di tutti. Siamo abbastanza stanchi così ci limitiamo a una cena veloce e andiamo a nanna. MARTEDI’ 12 AGOSTO 2008 Facciamo colazione in albergo e andiamo in spiaggia, potremmo usare le bici ma preferiamo fare una passeggiata. La spiaggia è carina e molto grande, il mare è trasparente e caldissimo. Dopo una certa ora però il clima diventa afoso e rovente così torniamo in albergo a fare un riposino sulle amache all’ombra. Ceniamo magnificamente in hotel, le porzioni sono fin troppo abbondanti e le portate numerose, poi andiamo alla famosa Chimera (3,5 YTL a testa) e muniti di pila facciamo il chilometro di rampata. Arriviamo in questo posto davvero suggestivo e dall’atmosfera particolare, in cui un serie di piccole fiamme escono direttamente dalla roccia.

MERCOLEDI’ 13 AGOSTO 2008 Salutata la signora canadese ci spostiamo di circa un centinaio di chilometri e arriviamo a Kas. La strada è tutta a curve, molto panoramica e piena di calette invitanti ma vogliamo sistemarci abbastanza presto perciò procediamo senza indugi. Ci avevamo consigliato l’Hiddeway Hotel che però si trova in cima ad una rampata e di fianco ad una moschea (muezzin alle 5 di mattina…), così consultando la Lonely andiamo al Kas hotel (80 YTL ) dove però a conti fatti paghiamo la posizione sul mare.

Facciamo un primo bagno in una caletta ghiaiosa vicino al paese, poi ci spostiamo a Kaputas. Questa località consiste in una spettacolare gola tra le montagne, con una spiaggia incantevole dove facciamo il secondo bagno della giornata e ci fermiamo fino al tramonto. Ritornati in paese facciamo un giro tra i negozi nelle stradine del centro e prenotiamo la gita in barca per il giorno dopo. Ci sono varie agenzie e noi, su consiglio della Lonely, scegliamo l’Olympos ma la scelta non si rivelerà azzeccata…

Dopo la doccia andiamo a cenare a base di pesce al Ristorante Lola (42 YTL in 2) e poi, visto che il paese è bello animato, ci beviamo pure un paio di cocktail in un bel bar. GIOVEDI’ 14 AGOSTO 2008 Alle 9 e mezzo puntuali siamo davanti all’agenzia per la gita alla kekova. Veniamo imbarcati e ci sistemiamo sui cuscini del piano superiore. La gita prevede delle soste per il bagno, a dire la verità piuttosto corte, un pranzo un po’ misero e il passaggio sui resti della città sommersa. La barca doveva avere il fondo in parte trasparente per vedere il fondale ma in realtà ci sono solo un paio di finestrelle da dove, anche a causa della ressa, non vediamo un bel niente. Un’avvertenza: bevande e altro a bordo sono a pagamento e a prezzi esorbitanti, insomma la gita è stata una mezza chiavata !!! Sbarchiamo in grande ritardo alle 7 e recuperata la macchina in un’ora arriviamo a Patara. Troviamo pieno in un paio di posti ma poi, fortunatamente, veniamo agganciati da Mesut, un simpaticissimo ometto che ci porta nella sua pensione Rose, dove per 65 YTL in 2 ci offre la stanza e la cena preparata dalla moglie. Mangiamo le orate più buone della nostra vita, poi conosciamo il figlio molto simpatico che ci fa usare il pc per controllare la posta e navigare un po’ (volevamo avere qualche news dall’Italia e scoprire come procedevano i giochi olimpici)… Insomma sembrava di stare in famiglia. VENERDI’ 15 AGOSTO 2008 Dopo un’ottima colazione e un caloroso saluto a Mesut e famiglia, raggiungiamo la lunghissima spiaggia di Patara (4YTL), eletta la più divertente della vacanza per via dei suoi bei ondoni che ci sollevano e ci travolgono. Mangiamo qualcosa al chiosco e verso le 4 (dopo un secondo bagno) partiamo alla volta di Fethiye.

Il primo impatto con la cittadina non è dei migliori, sarà che è venerdì sera ma siamo immersi in un traffico tremendo (quasi peggio di quello milanese). Decidiamo quindi di deviare verso la zona di Calis, una spiaggia lunga 4 chilometri, dall’aspetto più tranquillo e vivibile. Evitiamo gli alberghi in prima fila sul mare e ci sistemiamo all’Hotel Tugay che per solo 60 YTL a notte (ne faremo 2) ci offre una grande camera pulita con aria condizionata, frigo, cassaforte, colazione e piscina di cui usufruiamo subito !! Passiamo la serata sul lungomare di Calis dove la stragrande maggioranza dei turisti sono famiglie britanniche o polacche, tant’è che al ristorante veniamo scambiati dal cameriere per turchi. Facciamo un’ottima cena a base di pesce al ristorante Merhaba (38 YTL in 2) e finiamo la serata con una passeggiata e il bicchiere della staffa in un baretto. SABATO 16 AGOSTO 2008 Oggi ci concediamo l’unica vera giornata di ozio totale nella famosa spiaggia di Oludeniz (ingresso auto con parcheggio 11 YTL) e ci togliamo il lusso di due lettini con ombrellone (15 YTL per tutto il giorno). La spiaggia è paesaggisticamente molto bella, affollata solo vicino alla punta ma più vivibile se ci si sposta di una cinquantina di metri prima. La sera andiamo alla marina di fethiye che nonostante sia decantata dalla Lonely non ci è sembrata niente di speciale e, dopo una buona cena a base di pesce da Nedim (36 YTL in 2), torniamo a Calis in un simpatico bar all’aperto pieno di anticaglie, dove assistiamo all’eclissi di luna con un sottofondo di musica tradizionale turca.

DOMENICA 17 AGOSTO 2008 La prima tappa della giornata è il paese greco di Kaya Koy (8 YTL a testa) che fu abbandonato nel 1922 durante il programma di scambio di popolazioni tra Turchia e Grecia. Il sito è piuttosto vasto (considerando che aveva circa ventimila abitanti) e piacevole da girare: il punto principale è costituito dai resti delle varie chiesette. La seconda tappa è alle gole di Saklient (3,50 YTL a testa) un posto molto fresco dove recuperare le forze dopo la calura costiera, un breve tratto delle gole è percorribile su di una passerella di legno, mentre il resto va fatto in ammollo nell’acqua gelida, noi freddolosi dopo cinque minuti non sentivamo più le gambe dal ginocchio in giù, ma c’erano degli inglesi che si immergevamo completamente (PAZZI). Per pranzo sconsigliamo il ristorante all’interno delle gole, noi siamo andati in uno di quelli che ci sono lungo la strada, dove i prezzi sono di gran lunga inferiori e la qualità è ottima.

A metà pomeriggio partiamo per Dalyan, qui troviamo il Turhan hotel che qualcuno suggeriva in questo sito (60 YTL), decisamente l’albergo peggiore della vacanza: il bagno era senza aperture, pieno d’umidità e odorava di muffa, la stanza minuscola e la colazione veramente scarsa. Uniche note positive sono state la posizione centrale e la piscina.

La sera giriamo per le stradine di questo simpatico paese piene di negozi, ceniamo a base di carne in un ristorante vicino alla moschea e ci concediamo anche il vizio di un paio di cocktail in un bar all’aperto. LUNEDI’ 18 AGOSTO 2008 Dopo la pessima colazione andiamo alla spiaggia di Itzuzu distante una quindicina di Km e famosa per la nidificazione delle tartarughe. La spiaggia è enorme, sabbiosa e l’acqua bassa, adatta anche per i bambini. Mangiamo un gozleme al chiosco e partiamo alla volta di Selcuk. Vicino ad Aydin veniamo fermati dalla gendarmeria per un controllo ma appena vedono che siamo turisti ci lasciano andare. Arrivati a Selcuk ci sistemiamo nell’Akay hotel (60 YTL) in una delle camere economiche, comunque pulita e dignitosa, preferendola a quelle più lussuose. Siamo molto vicini alla Moschea Isa Bey e ai resti della Chiesa di S. Giovanni (5 YTL a testa) che visitiamo per bene, notando anche i numerosi nidi delle cicogne.

Per cena scegliamo l’Old time restaurant, che ci ispira maggiore fiducia perché è l’unico a non avere un procacciatore di clienti all’ingresso. La cena è molto buona (25 YTL) e assistiamo anche ad un piccolo dramma: il micino dei proprietari, che fino a pochi minuti prima gironzolava tra i tavoli, scompare misteriosamente, tutto il personale si mette alla sua ricerca e, quando ormai ogni speranza sembra perduta, dei clienti che se n’erano andati poco prima tornato con lo zaino… E il gatto al suo interno. Senza farsi vedere da nessuno era riuscito a infilarsi in un’apertura ed era rimasto lì imperterrito a dormire.

MARTEDI’ 19 AGOSTO 2008 Dopo la colazione, servita sulla bella terrazza panoramica, partiamo alla vista di Efeso. Ci fermiamo nel parcheggio più lontano che, oltre ad essere gratuito, offre un servizio navetta che porta all’ingresso principale. In questo modo è possibile fare il giro in un solo senso, risparmiando tempo e fatica. L’unico “scotto” da pagare è la sosta in un negozio di tappeti a gestione governativa, una pausa comunque interessante perché vengono illustrate tutte le fasi di lavorazione e le differenze tra i vari tipi di tessitura. Ovviamente cercano anche di venderli ma non sono troppo insistenti, i prezzi sono buoni e la scelta è vastissima, peccato che per il momento non abbiamo ancora una casa in cui poterlo mettere. Iniziamo quindi la visita di Efeso, l’entrata è un po’ cara (20 YTL a testa) ed il sito è letteralmente invaso dai gruppi organizzati (specialmente di croceristi). La biblioteca di Celso e le altre bellezze comunque meritano, e basta allontanarsi dal tragitto principale per trovarsi in beata solitudine. Verso mezzogiorno usciamo e partiamo con l’intenzione di arrivare più a nord possibile. Passiamo dalla caotica Smirne dove ci fermiamo a mangiare una pide un po’ indigesta e, verso le quattro, arriviamo ad Avyalik, una località di cui la Lonely parlava un gran bene e frequentata dagli appassionati di surf. Chiediamo in un po’ di alberghi ma i prezzi sono piuttosto alti (mai meno di 90 YTL) e così decidiamo di proseguire ancora un po’. Arriviamo ad Akcay, una specie di Cesenatico Turca (o almeno così scopriremo alla sera), dove siamo gli unici turisti non turchi della città. Ci sistemiamo al Suruhan hotel, la proprietaria non parla nessuna lingua e allora un anziano si offre come intermediario: avendo lavorato in Francia parla francese e noi tiriamo fuori le nostre reminiscenze scolastiche e ci sistemiamo in una camera molto grande con tanto di frigo in stanza (50 YTL senza colazione).

La serata è divertente, c’è una gran folla in giro e andiamo anche al Luna Park , l’atmosfera è rilassata e felice.

MERCOLEDI’ 20 AGOSTO 2008 Ci svegliamo piuttosto tardi e facciamo colazione sul lungomare. Partiamo poi in direzione di Assos e ci fermiamo alla spiaggia di Kadinga. Per la prima volta troviamo il mare molto freddo quindi l’ultimo bagno è stato breve. Ripartiamo e verso le quattro arriviamo a Cannakale dove prendiamo il traghetto per Ecebeat (22,50 YTL in totale) ed eccoci tornati in Europa!!! Dopo un’oretta di strada sulle sponde del mar di Marmara arriviamo a Gelibolu (da non confondere con l’omonima penisola) dove ci sistemiamo nel centrale Oya hotel (60 YTL), spartano ma pulito. Per l’ultima cena in terra turca non poteva mancare una mangiata di pesce, anche questa volta molto buono ed economico (30 YTL in 2).

GIOVEDI’ 21 AGOSTO 2008 Ci alziamo molto presto e partiamo per Istanbul, il traffico è scorrevole ma non appena ci avviciniamo alla megalopoli diventa pazzesco e la strada si riempie di criminali della guida… Arriviamo fortunatamente sani e salvi all’aeroporto dove inizia l’odissea della riconsegna dell’auto: in aeroporto non esiste un car rental return, l’unico esistente si trova all’interno del parcheggio a pagamento, dove tra l’altro troviamo i baracchini di tutte le compagnie tranne che della nostra, chiediamo un po’ in giro e finalmente il responsabile torna dalla sua pausa. Incredibile ma vero, pur lavorando in un aeroporto internazionale non è in grado di parlare l’inglese, sa solo due o tre parole. In qualche maniera riusciamo ad intenderci, con una piccola discussione sul livello benzina che si conclude con un NO PROBLEM e una stretta di mano.

È arrivato il triste momento del ritorno a casa, il volo parte alle 16,10 sempre via Praga, con arrivo alle 22 a Malpensa anche questa volta puntuali.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche