Istanbul, due continenti, tante storie

Cosa c’è di meglio che passare Capodanno in due continenti? Ho prenotato il viaggio a Istanbul lo scorso settembre, devo dire che la scelta si è rivelata più che mai azzeccata. Questa città ha un rapporto qualità/prezzo tra i migliori. Istanbul non ti prende fin dal primo momento, ti lascia spazio e tempo per poterti ambientare, per farla...
Scritto da: rebel 8
istanbul, due continenti, tante storie
Partenza il: 31/12/2007
Ritorno il: 04/01/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Cosa c’è di meglio che passare Capodanno in due continenti? Ho prenotato il viaggio a Istanbul lo scorso settembre, devo dire che la scelta si è rivelata più che mai azzeccata. Questa città ha un rapporto qualità/prezzo tra i migliori. Istanbul non ti prende fin dal primo momento, ti lascia spazio e tempo per poterti ambientare, per farla tua. Il problema è che poi non vorresti abbandonarla…

Ha delle abitudini diverse, rispetto ad altre grandi città, anche il paesaggio presenta un sacco di sfumature diverse, a seconda del quartiere che si visita. Istanbul per noi turisti è divisa fondamentalmente in tre grosse ‘sottocittà’, Sultanhamet (la zona a maggior concentrazione di monumenti e alberghi, il nostro era l’Hippodrome, piccolo, molto carino, a due-passi-due dalla moschea blu), Beyoğlu-Besiktas (la zona dei ristoranti e dello shopping) e la parte asiatica (abbiamo però visto solo Üsküdar). Ci si muove benissimo con il tram, moderno ed efficiente, con la metro (anche se ha poche fermate), con dei gettoni-biglietto dal costo di 1,30 lire turche, pari a circa 0.75€. In più, c’è la metro più corta al mondo, almeno così dicono, quella di Tünel, che però è molto comoda per salire a Beyoğlu. Già, perché Istanbul è tutta un saliscendi.

Il modo migliore per scoprirla, il primo giorno, è quello di salire sulla torre di Galata, da lì si vede tutta la città a 360°. Se salite al tramonto lascia emozioni indescrivibili. Oppure un altro bel modo di trattarsi bene è prendere un traghetto dal molo di Eminönü o Besiktas e lasciarsi “coccolare” dalle onde del Bosforo (anche qui il biglietto è molto economico). Uno dei monumenti da non perdere è sicuramente la Moschea Blu (Sultanhamet Camii), molto bella dall’esterno e stupenda di notte. All’interno forse è maggiormente significativa la moschea più grande, quella di Solimano, nella zona del Gran Bazaar, ma sfortunatamente era in corso una ristrutturazione quasi totale, quindi ci siamo persi parecchio.

Il museo di Santa Sofia merita una visita (10 lire turche), se non altro perché è uno dei luoghi più significativi al mondo (prima chiesa, poi moschea, ora museo), presenta tante testimonianze di entrambe le religioni, oltre ad essere immensa. Santa Sofia è adiacente alla Moschea Blu. Sempre vicino c’è il palazzo Topkapi, residenza lussuosa di vari sultani (20 lire turche, circa 12 euro, se si vuole vedere anche l’harem). Il costo della visita all’harem è a parte, ed è quella più interessante, quindi ne vale la pena. Anche le corti interne meritano una visita. Per visitare il palazzo preparatevi a fare coda, a meno che andiate di primo mattino.

Interessante e quasi ‘mistica’ è la Cisterna Basilica, praticamente accanto a Santa Sofia. E’ un antico serbatoio d’acqua che riforniva secoli fa la città, ora è un museo sotterraneo (10 lire turche l’entrata). Da vedere.

Nella parte più moderna, abbastanza trascurabile è piazza Taksim, è più che altro un ingorgo di auto ad ogni ora e un normalissimo monumento agli eroi turchi, stop. Noi ci siamo passati la sera di Capodanno, per vedere i fuochi d’artificio. Piuttosto, fatevi un giro al palazzo Dolmabahçe, con tante sale sfarzose e una scala di cristallo notevole. Da lì a Ortaköy il passo è breve. Ortaköy mi ha colpito molto (tra l’altro l’abbiamo vista sotto una fitta nevicata!), sembra un sobborgo scandinavo, con tutte quelle casette in legno e molti locali caratteristici dove assaggiare un gustoso kebab o delle polpettine di agnello chiamate köfte, molto sfiziose. Qui l’antico abbraccia il nuovo: dietro la piccola moschea giace imponente il ponte sul Bosforo, moderna costruzione che collega l’Europa all’Asia, dove è più facile scorgere vecchiette con il velo nero o giovani che giocano a backgammon. A Üsküdar (sponda asiatica) sono obbligatori tre passaggi: la visita alla moschea delle ceramiche (Ĉenili camii), piccolina ma molto particolare, la torre di Leandro (Kiz Kulesi), dalla cui cima è tanto romantico bere un the caldo con il mare sotto di voi, infine non dimenticatevi le focaccine al formaggio, che comunque trovate anche dalla parte europea.

Non si può abbandonare Istanbul senza addentrarsi negli stretti vicoli del Gran Bazaar (Kapali Ĉarşi), ci si arriva tranquillamente con il tram (fermata ‘Beyiazit’). Lì dentro è un frullato, una mescolanza di cose, di suoni, di odori e di lunghe contrattazioni, per qualunque prodotto vogliate comprare. Più lunga è la trattativa, meglio è per voi… Infine, un bel bagno turco, ovvio. Noi abbiamo optato per il Ĉemberlitaş, fermata tram ‘Beyiazit’ o ‘Sultanhamet’. Con 40 lire turche un energumeno vi sballotterà ben bene, ma è un’esperienza da provare! Capitolo-cibo: si mangia relativamente bene ovunque, specie nella cosiddetta via dei ristoranti, Nevizade Sokak, ossia una traversa di Istiklal Caddesi, che è invece la via dello shopping, parecchio lunga. Comunque, la miglior cena della nostra vacanza è stata al ristorante ‘Altin Kupa’, di fianco alla Cisterna Basilica, a Sultanahmet. Prezzi modici, camerieri simpatici ed efficienti e soprattutto ottimo cibo.

Per il dopo-cena, a me è piaciuto l’Aruna Cafè, proprio sul ponte Galata. Lì il personale è simpaticissimo, il locale (tutto in legno) è molto rilassante.

Istanbul è tutto questo, e molto di più. Cinque giorni sono abbastanza per visitare i posti più importanti e per assaporare tutti i suoi umori. E’ un viaggio che ti resta dentro.



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