Tour della Turchia in autobus

Consigli pratici. - Abbigliamento: tipicamente estivo se andate in agosto, al massimo un maglione di cotone - Scarpe: io ho girato sempre in sandali, forse per la cappadocia è più utile un paio di scarpe da ginnastica - Soldi: (ad agosto 2007) 1 lira turca=0,60 euro. Costo medio albergo: 40 euro a camera, costo medio cena: 6-9 euro a testa -...
Scritto da: matteo_f
tour della turchia in autobus
Partenza il: 02/08/2007
Ritorno il: 16/08/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Consigli pratici.

– Abbigliamento: tipicamente estivo se andate in agosto, al massimo un maglione di cotone – Scarpe: io ho girato sempre in sandali, forse per la cappadocia è più utile un paio di scarpe da ginnastica – Soldi: (ad agosto 2007) 1 lira turca=0,60 euro. Costo medio albergo: 40 euro a camera, costo medio cena: 6-9 euro a testa – Mezzi pubblici: con autobus e dolmus arrivate ovunque a prezzi contenuti (se viaggiate di notte bisogna prenotare il bus) – Lingua: l’inglese lo parlano quasi tutti, l’italiano più raramente 2 agosto.

Il telefono-sveglia alle 5:10 fa il suo dovere e inizia la vacanza. Gli zaini sono pronti, gli ultimi accorgimenti prima di partire, chiudiamo acqua, gas e luce e…Via! Zaini in spalla (grazie Giorgio e Francesco!!!), il mio è pieno all’inverosimile, quello di Irene sembra poco più grande di quello che si usava per andare a scuola. Al check-in scopriremo che il mio vince 18kg contro 10.

Un viaggio all’avventura non poteva cominciare con una corsa in taxi e quindi siamo andati ad aspettare in viale Tibaldi (Milano) la linea 90 che ci avrebbe portato alla metro. Non mi sarei mai immaginato che quell’autobus sarebbe stato l’unico in ritardo di tutta la vacanza!!! Nel pullman per Malpensa troviamo dei documenti che due poveri peruviani avevano dimenticato lì. Ma non erano solo dei documenti, per loro quei pezzi di carta erano molto di più: c’erano infatti 2 carte di identità, 2 passaporti e 2 permessi di soggiorno!!! Decidiamo ovviamente di consegnare alla polizia il tutto ma cerco, contemporaneamente, di sfruttare la situazione.

Decido infatti di riconsegnare i passaporti alla polizia di frontiera sperando in questo modo che i poliziotti, interrotti dalla routine, non stessero a vedere se avevamo la marca da bollo sui passaporti…Cosa non si fa per risparmiare 60 euro! Talmente bene è venuta la scena che abbiamo passato la frontiera solo con la carta d’identità, quando invece nei giorni precedenti la questura di Milano ci aveva detto che era indispensabile il passaporto…Boh!?! Irene ha passato due giorni(!!!) in coda in questura per avere il passaporto… Comunque è andata, si vola (Alitalia), si atterra a Istanbul e finalmente la Turchia! C’è una lunga coda ai passaporti, non c’è più il visto turistico da fare ma i poliziotti sono molto scrupolosi, controllano tutte le pagine, ti fanno la foto, etc… Dall’Italia avevamo prenotato 3 notti all’albergo Aziyadè vicino a Sultanahmet (contattando direttamente loro la camera costava 110euro a notte, tramite booking.Com abbiamo pagato 52 euro a camera, quindi occhio!).

Prenotando almeno 3 notti c’era compreso il trasporto dall’aeroporto e infatti appena usciti ci troviamo il simpatico turco con il cartello in mano e il mio nome scritto sopra.

Ottimo, nessun intoppo! Saliamo in pulmino e comincio a fare quattro chiacchiere in inglese con il turco.

La nostra decisione di girare la Turchia in autobus era nata dal fatto che avevamo letto che i turchi sono un po’ spericolati al volante e quindi non ci fidavamo di noleggiare un’auto.

Gli chiedo quindi se è vero quello che ho letto in giro e che i turchi al volante sono “a little bit crazy”. La risposta è stata decisa e non ammetteva repliche: “No, normal people driving!”.

Ok, che dire, il solito terrorismo psicologico della Lonely Placet ho pensato.

Passano meno di 3 minuti e…BOOM! Un’ambulanza ci prende in pieno, tamponati di brutto, Irene tenta di prendere il volo ma per fortuna il pulmino è coperto, intanto però noi tamponiamo chi ci sta davanti, e via così, un domino… In totale 4 auto! Il turco scende, gli altri sono un po’ incazzati ma tutto si risolve…Avranno anche qui il CID? Quando le acque si sono calmate, il tipo viene da me e mi dice che in 10 minuti sarebbe arrivato qualcun altro a prenderci. Lo ringrazio, poi lo guardo e gli dico sorridendo: “a little bit crazy…?”.

Si è messo a ridere! L’efficienza turca che apprezzerò sempre di più in questo viaggio fa sì che veramente in meno di 10 minuti un altro pulmino ci venisse a prendere e ci portasse all’albergo.

L’albergo è bello, pulito e non abbiamo avuto nessun problema. Il personale è stato molto gentile e disponibile per ogni nostra esigenza come racconterò in seguito. Ogni giorno, poi, al ritorno dalla giornata di visite ci facevano trovare i turkish delight sul comodino, dei deliziosi dolci al pistacchio/arancio imperdibili! Lasciamo i bagagli e ci buttiamo a conoscere la città che già alla prima impressione mi era piaciuta tantissimo.

Erano già le tre del pomeriggio quindi decidiamo di rimandare le visite ai monumenti al giorno successivo e di andare al Gran Bazar per passare un po’ il tempo e cominciare a vivere la città.

Tanto casino, tanti colori ma bella atmosfera…Come in tutti questi posti se uno vuole divertirsi a contrattare qui non ha che l’imbarazzo della scelta.

Il pomeriggio passa in fretta, la sera decidiamo di passarla nella parte nuova della città, a Taksim che si trova oltre il ponte di Galata.

Da piazza Beyazit bisogna prendere il 61B (1,5 lire) che lascia proprio in piazza Taksim.

Come detto è la parte nuova della città, c’è una grande strada (Istiklal Caddesi) piena di negozi tipicamente occidentali molto frequentata la sera, ma è molto più bello imboccare una qualsiasi via laterale che parte da questa strada centrale e perdersi fra le centinaia di locali con i tavolini all’aperto.

Troviamo il locale che fa per noi (visto che sono vegetariano bisognava sempre guardare i vari menù…Però poi durante il viaggio non è stato difficile trovare da mangiare a parte in un paio di occasioni…), si chiama Parsifane, abbiamo mangiato bene, e ho provato per la prima volta la birra turca Efes…Che buona! Ma in Italia non arriva???Devo informarmi. Speso 10 lire a testa.

Si era fatta mezzanotte e dovevamo tornare all’albergo, scopriamo che gli autobus cittadini finiscono alle 23…L’ho scoperto mettendomi in mezzo alla strada e letteralmente fermando un autobus notturno che passava! L’autista gentilissimo, come tutti i turchi, mi ha detto di salire che mi avrebbe dato un passaggio(!!!!) fino a dove mi serviva…Senza pagare! E infatti ci carica e ci lascia alla fermata della LRT, il tram di Istanbul , da dove è stato facile raggiungere l’albergo. Non avevamo i biglietti, dovevamo farli ma il tram stava arrivando allora il controllore mi dice di andarli a comprare che intanto lui avrebbe fermato il tram finchè non tornavo…Troppo forte…Mi immaginavo la scena in Italia! Andiamo a letto stanchi…Istanbul è bella e i turchi sono simpatici.

3 Agosto Oggi è la giornata culturale! Vogliamo visitare tutti i monumenti più importanti.

Sveglia presto, colazione in terrazza con vista sul corno d’oro molto bella.

La prima tappa è il palazzo Topkapi visto che la Lonely suggerisce almeno una mezza giornata, molto bello, grandissimo…Bella vita che faceva il sultano…300 mogli e 112 figli…O qualcosa del genere. Dentro c’è un biglietto in più da vedere per l’harem e ne vale la pena.

Rimaniamo dentro fino alle 2, poi mangiamo qualcosa al ristorante Al Torito, sulla via principale di Sultanhamet (Divan Yolu) (13 lire per un kebap, una cheese pide e 2 coche) Nel pomeriggio visita ad Aya Sofia (imponente, peccato per l’impalcatura all’interno), alla Cisterna Basilica (bellissima) e alla Moschea Blu (forse più bella da fuori che da dentro).

Tutti i biglietti costano 10 lire turche (ad eccezione della Mosche Blu dove si può entrare liberamente a meno che non stiano pregando) Siamo sfiniti, dobbiamo riposarci e scegliamo quello che sarà il nostro bar per l’aperitivo per tutti i nostri giorni a Istanbul…La pasticceria Cigdem Pastanesi (si trova su Divan Yolu), ottimi dolci, uno più buono dell’altro.

L’aperitivo non basta e decidiamo di rilassarci completamente nella jacuzzi dell’albergo (è al piano interrato insieme ad una palestra e al bagno… Turco ovviamente!) Siamo tutti stanchi, compresa la Lonely che è stata sfogliata tutto il giorno, così Irene pensa bene di far fare l’idromassaggio anche alla guida!!! Per il resto della vacanza lo spazio occupato della guida sarà il doppio! La sera decidiamo di rimanere a Sultanhamet e influenzati dalla Lonely (ma è una delle poche cose che ha azzeccato, per il resto non mi sono trovato molto bene…Avrò modo di verificarlo durante il resto del viaggio…) andiamo a mangiare al Doy Doy. E’ come una trattoria…I posti che preferisco! Ci sediamo in terrazzo al 4° piano, vista spettacolare sul mare e sulla moschea blu…Si mangia molto bene e si spende poco (19 lire in due)…Consigliato.

Dopo cena giro per Sultanhamet, c’è uno spettacolo dei dervisci rotanti davanti alla moschea blu, e poi relax con tè e narghilè distesi sui divanetti di un caffè cullati dalla musica turca… 4 agosto Oggi gita sul Bosforo. Bisogna prendere la LRT e scendere alla fermata Eminonu.

Il porto è il primo che si incontra all’uscita del sottopassaggio (diversamente da quello che dice la Lonely).

Così come la Lonely non dice che il biglietto costa sì 1,3 lire ma occhio che questo è vero solo nei giorni feriali, il sabato e la domenica c’è il biglietto andata e ritorno solo per turisti che costa 12,5 lire.

In realtà poi ho scoperto che ai turchi fanno pagare anche il sabato e la domenica 1,3 lire…Vabbè dai è come se da noi arriva il giapponese a Venezia! In più poi io in barca perdo il biglietto in mare e quindi devo ricomprarlo… La gita sul Bosforo è molto bella, si vedono le due sponde europa/asia, le seconde case dei turchi ricchi con il loro pontile, il mega-ponte che unisce i due continenti, etc… Il traghetto ferma 5 o 6 volte in vari porticcioli ma se scendete e risalite poi dovete fare un altro biglietto.

Noi siamo andati fino all’ultimo porto (Anadolu Kavagi), all’arrivo ho visto solo decine di ristorantini e una tranquilla vita di villaggio con i vecchi che stavano costruendosi a mano le reti da pesca e le signore a parlare sedute in strada.

L’attrattiva del villaggio è un castello in cima ad un monte da dove si gode di una bella vista panoramica sul Bosforo che sfocia sul Mar Nero. Vale la pena farsi 20 minuti di camminata quanto meno per alcune foto.

Ci siamo fermati per rilassarci e godere del panorama per un’oretta; nel mentre Irene mi spiegava con dovizia di particolari degna di Piero Angela il perché delle chiazze nere che si vedevano in mare (alghe, inquinamento delle barche, branco di pesci, etc…)…Ascoltavo con interesse ma prima di alzarci ho dovuto per forza dirle che quelle chiazze nere altro non erano che l’ombra delle nuvole…Come ci è rimasta male! Ritorniamo giù e cerchiamo un posto da mangiare e con qualche difficoltà lo troviamo (qui fanno solo pesce…E io lo odio!) Alle 3 riprendiamo il traghetto e torniamo al porto di Istanbul, facciamo un giro al bazar delle spezie, poi di nuovo al nostro bar per l’aperitivo.

Il giorno dopo avevamo in programma la partenza per la Cappadocia; consiglio di prenotare almeno con un giorno di anticipo l’autobus notturno che parte da Istanbul perché sono sempre pieni…Siamo andati in un’agenzia viaggi e l’abbiamo comprato lì.

40 lire a testa (non conviene andare direttamente all’otogar, il biglietto costa uguale ed è uno sbattimento arrivare fino a lì).

Ci sono moltissime compagnie, noi abbiamo preso la Kent, e il servizio è ottimo. L’autobus è nuovo e durante la notte vengono servite bevande, gelati, snack, etc…Tutto illimitato e compreso nel prezzo.

Alla sera decidiamo di seguire la Lonely (per l’ultima volta) e andiamo allo Yeli Ylim…Una delusione, molto caro e mangiato male.

Io ero tutto entusiasta perché avevo ordinato il Vegetarian Kebap…Mi aspettavo qualcosa di simile al kebap normale ma con le verdure…E invece mi sono visto arrivare un piatto di verdure lesse!!! Insomma una delusione!Irene prende il kebap normale ma non è contenta neanche lei. Sconsigliato.

5 Agosto Ultimo giorno a Istanbul, chiediamo all’albergo se possiamo lasciare in deposito gli zaini e usciamo per esplorare a piedi la zona ovest dell’università.

Istanbul la domenica mattina è diversa…Tutti i negozi chiusi, sembra una città delle nostre, silenzio e poche macchine.

Più tardi si animerà…Ma dopo pranzo.

Facciamo un giro dell’università da fuori (era chiusa) e poi andiamo a vedere la moschea di Solimano, molto bella.

Decidiamo poi di proseguire a piedi per la torre di Galata passando per l’omonimo ponte.

Il ponte è a due piani, nella parte più bassa ci sono i ristoranti (secondo me trappole per turisti), sopra invece ci passano le macchine ed è pieno di turchi che pescano…E ci sono anche i bambini che si buttano per fare il bagno, che coraggio…Non per il tuffo ma per l’acqua che incontravano! Arrivati alla torre (la strada è ripidissima) ci fermiamo a mangiare qualcosa, ci riposiamo e poi torniamo verso l’albergo per recuperare i bagagli. Quanto abbiamo camminato! Non avevamo tempo per cenare perché la navetta che ci avrebbe portato all’otogar partiva alle 19 dalla moschea blu quindi abbiamo fatto cena con un gelato e una pannocchia alla griglia (misir) comprati da uno degli innumerevoli carrellini per strada.

Nella navetta faccio tempo a fare una figura di m.. Con altri italiani (secondo me non hanno capito una mia battuta…Vabbè pazienza) e arriviamo nel caotico otogar di Istanbul…Un casino pazzesco! Per fortuna che siamo venuti con la navetta che ci ha lasciato direttamente al binario giusto.

Prima di salire saluto due italiani che erano già lì e facciamo un po’ di amicizia…Fabio e margherita, romagnoli, saranno i nostri compagni di viaggio per i prossimi giorni.

Poveretti avevano passato i loro primi quattro giorni di vacanza ad Istanbul senza i bagagli…Lasciati a Roma dall’Alitalia… La notte in pullman è abbastanza confortevole anche se certo non è il massimo per dormire…Soprattutto se c’è gente che russa! 6 agosto Ci svegliamo un po’ sconvolti ma entusiasti del paesaggio che ci accoglie…Siamo in Cappadocia! La nostra destinazione è Goreme. Abbiamo alloggiato all’Ottoman House, pulito, carino a 34 euro a camera. C’è anche la piscina. Consigliato.

Fabio e Margherita scelgono un albergo differente salvo poi nel pomeriggio venire, o meglio scappare, nel nostro albergo…Pare che il loro fosse osceno! Doccia e poi via a vedere il museo all’aperto di Goreme (10lire), ci si arriva camminando per 1 km dal centro. Carino, però per me il bello della Cappadocia è vedere questo panorama surreale! Dopo il museo facciamo uno spuntino, salutiamo fabio e margherita che andavano a cambiare albergo, e prendiamo il dolmus per Avanos. Cittadina molto carina, da vedere, specializzata per la ceramica. Due negozi su tre vendono oggetti di ceramica. Qui abbiamo trovato i turchi più gentili di tutta la vacanza, ti invitavano certo nel loro negozio per cercare di venderti qualcosa ma anche se non lo facevi ti offrivano un tè e amici come prima.

In uno di questi negozi Irene si è messa all’opera al tornio cercando di fare un vaso di ceramica, tipo il film ghost…Che ridere…Però le è riuscito abbastanza bene, quando ci proverò io due giorni dopo avrò risultati che dire peggiori è un eufemismo! Facciamo un giro per la città fermandoci a parlare con una famiglia turca che ci invita in casa a vedere le loro opere d’arte.

Poi dobbiamo andare, torniamo alla fermata del dolmus ma per un soffio lo perdiamo e come sliding doors questo ci permette di fare un incontro che ci regalerà momenti di puro divertimento e allegria.

Decidiamo infatti di ingannare l’attesa di un’ora andando a vedere la parte di città che il nostro mini-tour aveva lasciato fuori.

Entriamo in uno dei cento negozi sulla strada e incontriamo un ragazzo di 19 anni di nome Çan(si legge Gian). Troppo simpatico, non parlava benissimo inglese ma si sforzava da matti.

Ci fa visitare il suo negozio che è immenso perché scavato come una grotta nella roccia e aveva altre tre stanze non visibili dall’esterno.

Noi volevamo comprare un vaso che ci piaceva molto, insieme ad altri due oggetti e abbiamo cominciato a contrattare in maniera molto simpatica. Lui si perdeva per ogni minima cavolata, ogni tanto entravano dei turchi nel suo negozio, si prendevano degli oggetti, se li incartavano da soli e uscivano, ogni tanto pagavano e ogni tanto no…Che ridere…E lui che cercava di stare dietro a tutti! Purtroppo il tempo era volato, dovevamo prendere il dolmus e non avevamo più tempo…La nostra contrattazione era stata interrotta troppe volte e non avevamo concluso nulla…Ma lui era troppo simpatico e io gli prometto che sarei tornato due giorni dopo a comprare qualcosa…Chissà se lì per lì ci avrà creduto…Però manterrò la mia promessa. (per farci rimanere lì si era offerto di prestarci la sua moto per tornare a goreme e poi se la sarebbe venuto a prendere in serata…) Torniamo a Goreme e prenotiamo in un’agenzia un tour guidato per il giorno dopo. Consiglio di farlo almeno per la parte sud della cappadocia, andare da soli è troppo difficile.

Alla sera ci ritroviamo con i nostri nuovi amici e andiamo a mangiare al ristorante Kale Terrasse, ci andremo tutte le sera talmente bene siamo stati. Si mangiava benissimo, l’ambiente era caratteristico, abbiamo fatto amicizia con il personale e ci hanno trattato veramente bene.

In 4 il conto è sempre stato di 55 lire in tutto…E non ci siamo fatti mancare nulla, ottimo anche per i vegetariani. Consigliato! Non seguiamo più i consigli culinari della Lonely…Il ristorante Alaturca segnalato nella guida si faceva fregio della menzione già nel menù e aveva dei prezzi tre volte più cari…

La serata è molto bella, gli amici sono simpatici e…La birra è buona! Che bene che sono stato!

7 agosto Dopo la colazione nel terrazzo dell’albergo si parte per il tour insieme a fabio e margherita.

Abbiamo pagato 50 lire a testa per vedere la chiesa di Siline (bella), Ilhara Valley(3,5 km a piedi in mezzo ad un bosco con torrente), un pranzo a Belirisima, la città sotterranea di Derinkuyu (bellissima) e una visita ad una gioielleria di onice. Occhio a quest’ultima perché è la classica trappola per turisti…Vasi venduti a 120 euro che poi abbiamo trovato da altre parti e portato a casa a 10 euro…Identici! Il tour merita di essere fatto per vedere e sentirsi spiegare (in inglese) le meraviglie del posto.

Durante la pausa pranzo a Belirisima (un posto in mezzo al torrente) faccio amicizia con due pakistani ma soprattutto con una bellissima bambina turca letteralmente stregata dalla macchinetta digitale…Uno splendore di bambina! Durante l’escursione abbiamo anche bucato, o meglio distrutto completamente, una gomma. A volte hanno di quelle strade…Questa era fatta con sassi appoggiati sopra il catrame! Bella giornata, finita con un’altra cena al Kale Terrasse e un narghilè al One Way (non lo consiglio, il proprietario è uno dei pochi turchi antipatici che ho incontrato).

8 agosto Oggi abbiamo programmato con fabio e margherita di noleggiare uno scooter e girare la parte a nord-est di Goreme.

Noleggiamo due bolidi da 100cc (bolidi?!?…Erano parecchio spompati…Il mio cinquantino si comporta meglio!) a 25 lire l’uno (+ 12 lire di benzina) per tutta la giornata.

Prima tappa a Ortahisar.

Arriviamo in questo piccolo villaggio perché nella guida c’era scritto che c’era un castello scavato nella roccia.

Parcheggiamo gli scooter, ci guardiamo un po’ intorno e vediamo la roccia.

Arrivati alla base scopriamo che è chiusa perché pericolante.

Poco male, diamo un’occhiata ad un laboratorio di onice lì vicino (troviamo il famoso vaso da 120 euro a 10 euro), guardiamo un po’ di oggetti e poi stavamo per tornare verso gli scooter quando il mio sguardo viene rapito da uno stupendo grammofono anni 30 appena fuori l’ingresso di un negozio.

Mi avvicino e saluto il proprietario chiedendo se poteva farmi sentire “la voce” dell’oggetto.

Lui era seduto su un divanetto ma molto gentilmente si alza, gira la manovella per caricarlo e il grammofono mi trasporta indietro in un tempo che non ho mai vissuto.

Musica di parecchi anni fa e il tipico “sfriccichio” del vinile.

Il proprietario trova anche il tempo di cambiare la puntina per farlo suonare meglio.

Scopro che si chiama Crazy Ali, ci invita dentro il suo negozio e, dopo averci chiesto da dove venivamo, tira fuori un paio di poesie in italiano che margherita legge a voce alta.

Erano molto belle.

Gli chiedo chi gli traducesse le poesie e mi ha detto che glielo faceva una sua amica di Nevsehir (un paesetto lì vicino).

Ci autografa i due fogli A4 e ce li regala. Mi aveva regalato dei bei momenti e mi sento in dovere di dargli una mancia (era l’unica cosa che avevo da dargli purtroppo).

Lui la rifiuta, tiene solo una lira, però mi dice che quella lira non era una mancia ma era per delle cartoline che dovevo prendere dal suo negozio…Mi lascia senza parole.

Ci salutiamo, lui torna a sedersi fuori a bere un caffè mentre io scelgo la cartolina.

Mi piaceva troppo quell’uomo, e avevo voglia di parlare ancora con lui così mi riavvicino e gli chiedo quanti anni ha. “60 anni” mi risponde…”ammazza” ho pensato, ne dimostrava almeno 70/80…Però ero riuscito a riprendere la conversazione! Mi ha raccontato che era una guida turistica, che conosce i posti intorno benissimo e che adesso quello che gli piace fare di più è uscire di notte con la luna piena e camminare per le valli e restare in silenzio.

Mi racconta ancora un po’ di cose, cose sagge, e in quei momenti ho pensato che ne è valsa la pena fare quel viaggio in Inghilterra per imparare l’inglese, ho perso certo altre cose, però in quel momento riuscire a parlare e capire quell’uomo mi ha fatto sentire molto bene! Poi lui si alza e ci riporta dentro al negozio e con un pizzico di orgoglio tira fuori la Routard mostrandoci un paragrafetto dedicato a lui.

Gli faccio notare che nella Lonely non c’è…O forse ho guardato male io? Apriamo, cerchiamo…C’è! Siamo felici entrambi! Mi dispiaceva andarmene… A rendere più difficile la cosa lui mette al collo delle ragazze due collane..Che dolce! Margherita chiede:“How much?” e lui:”No money. We are happy at this time, that’s enough. Don’t put money in our good feeling” Siamo rimasti senza parole.

Guardarlo negli occhi, conoscerlo e parlargli è stata una delle più belle emozioni di questo viaggio! Riaccendiamo gli scooter e vaghiamo nello stupendo paesaggio della Cappadocia direzione Urgup.

Lungo la strada ci fermiamo a fare qualche foto e ad ammirare il lavoro della natura.

Arriviamo a Urgup ma ci fermiamo molto poco, giusto una passeggiata e un pranzo veloce in un giardino…Non ci è piaciuta, siamo ancora più contenti di aver scelto goreme come “campo base” della cappadocia…

Ripartiamo alla ricerca del caravanserraglio di Sariahn e dopo un po’ lo troviamo…Carino, entriamo e ci riposiamo un po’.

Recuperate le forze avevo una promessa da mantenere…Tornare ad Avanos da Çan! Anticipo a fabio e margherita che si divertiranno molto…E non mi sbaglierò! Appena entrati nel suo negozio a Çan gli si illumina il viso, subito ci sorride ed esclama:”IRENAA!” bè ok, è chiaro, non mi aspettavo si ricordasse di me! Troppo gentile, ci fa accomodare tutti e quattro e ci ordina al bar di fronte quattro tè.

Poi corre via dentro la caverna-negozio e torna con l’oggetto del mio desiderio: il vaso ittita! Mi dice che l’ha tenuto apposta per me…Mi fa piacere credergli.

E lì comincia lo show! Non parla benissimo inglese ma si sforza da morire, ha il dizionario turco/inglese in mano e una voglia matta di parlare con noi.

E’ di una simpatia travolgente! Sono rimasti mitici il suo “BUT” e il suo “MAN”, detti urlando e con accento turco! Io dal canto mio ho imparato la parola “Frllà Frllà” che significa corri, corri o qualcosa del genere.

Ci fa sapere inoltre che a lui stanno simpatici tutti i turisti ma un po’ meno gli americani per colpa dell’Iraq…A suo modo dice che al mondo siamo tutti uguali e non capisce il perché della guerra…Perché io sì? Oltre al vaso mi piacevano due ceramiche a forma di palla che avevo visto all’inizio del viaggio e che avevo notato in quasi tutti i negozi dove ero stato.

Gliele chiedo ma lui non le ha…Ma nessun problema, è andate a comprarle ad un negozio vicino apposta per me…Mitico! Era ora di cominciare a contrattare, Margherita insisteva perché io gli dessi il più possibile perché era intenerita da quel ragazzo e ogni volta che scendevo di prezzo secondo me le davo un piccolo dispiacere.

Alla fine porto a casa il vaso, due bicchieri e le due palle per 50 lire…Per me un affare, spero anche per lui ma sono sicuro di sì, fa parte del gioco farti credere di aver fatto un affare. (p.S. La settimana dopo a Istanbul trovo lo stesso vaso in un negozio a 2000 lire cioè 1200 euro!!!) Oltre a ciò porto a casa anche il ricordo di aver provato a fare un oggetto di ceramica con le mie mani, un disastro però troppo divertente usare il tornio.

Come ogni turco che si rispetta alla fine Çan mi stupisce: mi prende il cellulare, scrive un numero, lo salva con il suo nome e mi dice che per qualsiasi problema in Turchia lo posso chiamare, che se vogliamo andare a dormire a casa sua non c’è problema e sua mamma sarà felice di prepararci qualche specialità turca.

Non pago si offre di farci fare un tour con la sua auto ma purtroppo è tardi, dobbiamo riconsegnare gli scooter e non abbiamo più molto tempo.

Ci scambiamo le mail e via…Un altro turco nel cuore, e sono due oggi! Ci aspetta una notte in pullman ma per fortuna prima c’è la cena al Kale Terrasse.

Andiamo lì con tutti i bagagli, la cena è stata bellissima. I ristoratori turchi ci stavano aspettando e il proprietario ci ha accolti dicendoci che questa sera avrebbe suonato per noi.

Ordiniamo veloci perché alle 10 abbiamo il bus.

Il proprietario e i camerieri vengono a parlare spesso con noi…Ce n’è anche uno che già dalla sera prima ci aveva anticipato che doveva chiederci un favore…E infatti invita me e Fabio a passare la serata con lui, suo cugino e cinque spagnole perché avevano bisogno di una mano! Ahimè, non abbiamo potuto aiutarli…Però forti questi turchi, la prossima volta devo venirci da solo 🙂 Il proprietario è un tipo di 47 anni (ma ne dimostra una settantina) con 4 figli in giro per il mondo a studiare o come militari ma che durante l’estate tornavano a Goreme per aiutarlo.

La sera prima il proprietario ci aveva promesso che avrebbe comprato la Efes per noi (l’aveva terminata) ma non ha mantenuto la parola, stava portandoci di nuovo la Tuborg.

Fingo di fare l’offeso, lui allora mi sorride e, credo attingendo dalla sua scorta privata, arriva con la Efes e un bicchiere ghiacciato in mano…Una goduria.

Alla fine di bottiglie ne porterà cinque! Poi si mette a suonare e pian piano coinvolgiamo gli altri presenti a seguire con il battito delle mani la musica del suo mandolino e del tamburo suonato dal figlio.

Sono le 10, è ora di andare, sono triste e li saluto con un po’ di malinconia.

Loro sono gentilissimi e il figlio mi dice che spera che ritorneremo prima o poi. “Insciallah” gli rispondo e lui mi sorride compiaciuto e stupito della mia risposta.

Mi raggiunge poi all’uscita del ristorante e prima di lasciarci mi dice che per loro queste tre sere non sono state solo una questione di “food” ma che è stato molto di più, è stato bello conoscerci.

L’autobus parte, sempre della compagnia Kent (45 lire)…Arrivederci Goreme.

9 Agosto La notte è stata da incubo, non sono riuscito a dormire e quando verso mattina mi ero poco poco appisolato una tipa turca dietro di me ha cominciato a parlare al telefono a dieci centimetri dal mio orecchio e sembrava un muezzin che chiamava a raccolta i fedeli.

La telefonata era quella assolutamente inutile e insopportabile che fa il 99 per cento delle persone non appena atterra all’aeroporto (“Sono appena atterrato, sono ancora in aereo, 10 minuti e ci vediamo fuori”) non capisco il turco ma sono sicuro che diceva cose del tipo “Si, sto arrivando. 10 minuti e sono alla stazione degli autobus”… E infatti dopo un quarto d’ora ecco l’otogar! In tutta la vacanza è stato l’unico momento di nervosismo e infatti ho trattato in malo modo la telefonatrice turca imprecando in italiano! Comunque siamo arrivati ad Antalya, nell’otogar c’è molta confusione e impieghiamo un po’ di tempo per riuscire a salire nel piccolo pulmino che ci avrebbe portato ad Olympos.

Siamo sempre in compagnia dei nostri amici di rimini e la meta di Olympos è stata scelta soprattutto per il fatto che la guida lo definiva come un “luogo affascinante non tanto per le sue rovine quanto per la sua ubicazione, subito alle spalle di una bella spiaggia, lungo il corso di un torrente… In estate è una rara delizia passeggiare lungo le sue sponde, ascoltando lo stormire delle foglie degli alberi mossi dal vento e il canto di innumerevoli uccelli, senza mai vedere un pullman di turisti all’orizzonte” (e ci credo che non ci sono i pullman!!!) Nel pulmino faccio amicizia con un turco che comincia a raccontarmi la sua vita: era professore di inglese in Arabia Saudita. Nel giro di breve tempo ha cominciato a tirarmi fuori dal portafoglio le foto delle figlie, del fratello, del cognato, etc… Non pago poi ha tirato fuori ogni genere di tessera conosciuta al mondo: la carta di credito (con un po’ di orgoglio, forse sono in pochi ad averla qui), la carta d’identità, la patente, la tessera di professore di inglese, la tessera della scuola araba, la tessera sanitaria, etc…Uno spettacolo! Il pulmino ci lascia dopo circa due ore all’otogar di Olympos, in realtà un chiosco di bibite con un parcheggio, saluto il professore e prendiamo il dolmus (3 lire) per Olympos.

Meno di venti minuti e arriviamo a Olympos…Per me un colpo durissimo! Ero stanco morto, avevo bisogno di una doccia e di un letto.

Olympos non è una cittadina, né un villaggio né…Nulla! Olympos è una strada non asfaltata, piena di fango dove ai suoi lati sono sorti piccole “pensioni” con case di legno.

Noi non avevamo prenotato così con Fabio andiamo a cercare una casetta.

Consiglio di cercare quelle più vicine alla spiaggia (che comunque dista 10 minuti a piedi) altrimenti vi toccherà camminare per un bel po’ (anche 5-6 km) Le prime che abbiamo visto sembravano dei bagni pubblici di una stazione non puliti…Ero preso dallo sconforto! Fortunatamente riusciamo a trovare una sistemazione a prima vista sufficientemente pulita in una pensione chiamata “Il corsaro” o qualcosa del genere.

Certo non era quello che mi aspettavo dalla guida però era meglio di quanto visto fino ad allora ad Olympos.

La stanza era un 2×3, il bagno 1×1 con la doccia sopra il water! Costo 80 lire cena compresa, un furto! La stanchezza era troppa per prendere ed andare via e poi dove? Decidiamo di rimanere solo un giorno…I nostri amici invece, forse perché più abituati a vacanze in campeggio, non disdegnano il posto e decidono di fermarsi tre giorni.

Le case, fortunatamente, erano inserite in un contesto gradevole: divanetti, cuscini, amache, etc… Tutto votato al relax (non fosse per il canto infinito dei milioni di grilli della zona!) Ci facciamo la doccia e andiamo in spiaggia (a pagamento), la meravigliosa spiaggia di Olympos secondo la guida…Carina ma nulla di eccezionale e comunque di sassi. Bagno, sole e poi torno alla pensione per un lungo sonno in una delle amache in giardino.

La cena è da dimenticare, la peggiore della vacanza (menzione speciale per il tipo che si mangia spaghetti con ketchup e maionese!) Alla sera abbiamo prenotato l’escursione alle chimere (15 lire in due), ci vogliono circa 45 minuti di dolmus e altrettanti di camminata (abbastanza faticosa) con le torcie…Una sudata! Attenzione che all’ingresso vi vorranno far pagare un altro biglietto…Fate un po’ la voce grossa dicendo che l’avete già pagato e l’avrete vinta voi.

I fuochi sono suggestivi…Se siete da quelle parti probabilmente merita farci un salto.

Torniamo alla pensione, dopo la sudata avevo bisogno di una doccia…Mannaggia l’acqua è fredda! Qui hanno i pannelli solari e di notte evidentemente l’acqua calda non c’è…Ricordo peggiore di questo posto non potevo averlo…E non sapevo ancora che mi aspettava una notte fra le formiche della casa di legno! 10 Agosto Non vedo l’ora di partire! La sera prima abbiamo salutato i nostri (temerari) amici che rimanevano a Olympos con l’obiettivo di andare a Kas, una località marittima sulla costa sud a un paio d’ore di strada.

Mi dispiace lasciarli ma rimanere ad Olympos per me era impossibile…A 20 anni probabilmente ci sarei stato un mese in vacanza…Adesso no…

Il proprietario della pensione mi ricorda con il suo comportamento che siamo pur sempre in Turchia e, nonostante la brutta esperienza del posto, con la consueta disponibilità turca si offre di darci un passaggio fino all’otogar di Kumluca risparmiandoci tempo e fatica…Ok dai mi rimarrà un buon ricordo anche di Olympos. Peccato che non parlasse una parola di inglese altrimenti gli avrei chiesto un bel po’ di cose su Olympos… Prendiamo il dolmus (8 lire) e arriviamo a Kas con l’obiettivo di fare 3 giorni di assoluto riposo al mare! Appena scesi dal dolmus un tipo in scooter vuole farci vedere a tutti i costi la sua improbabile casa adattata a B&B…, la vediamo, rifiutiamo gentilmente ma evidentemente a lui non basta e, unico turco maleducato della vacanza, se ne va via senza salutare molto arrabbiato! Pazienza…Il nostro obiettivo è trovare un albergo degno di questo nome per gli unici tre giorni di relax di questa vacanza.

Vengo fermato per strada da Omer, proprietario di Ani Molen, che mi fa salire nel suo scooter per farmi vedere il suo alberghetto (segnalato anche dalla Lonely)…Non era male però dopo l’esperienza di Olympos volevamo qualcosa di più.

Lascio Irene con gli zaini e comincio la mia ricerca…Infruttuosa, dopo più di un’ora nulla…Solo brutte e sporche pensioni.

Comincio a “battere” un’altra zona della città e trovo un albergo carino però molto costoso 135 euro a notte…Lì veramente una follia.

Torno da Irene sconsolato e molto stanco…Lei prende in mano la situazione, mi lascia con gli zaini e va all’ufficio turistico dove gli indicano la zona con gli alberghi più belli.

Arrivando dall’otogar per andare al mare bisogna percorrere una strada in discesa. Alla fine di questa strada si arriva al porto, lì tenendo la sinistra si apre tutta una zona di ristoranti, proseguendo in salita tenendo il mare a destra si arriva alla zona degli alberghi più belli tutti in prima fila sul mare.

Dopo un po’ di peripezie lo troviamo (Hotel La Villa, 90 lire a notte per camera), abbiamo la stanza con il balcone vista mare e soprattutto è pulito! Che bello…Prenotiamo tre notti, l’albergo ha anche la piscina e il terrazzo con sdrai e ombrelloni sopra gli scogli da cui è possibile tuffarsi.

Alla sera Kas è piacevole, rilassante ed è bello passeggiare fra i negozi in cerca di qualche ricordo.

Durante le tre sere abbiamo provato tre ristoranti diversi, il migliore dei quali è sicuramente Bahce Restaurant, nella zona pedonale.

Dei tre giorni successivi non c’è molto da dire…Dormito, mangiato, letto e preso il sole! 13 Agosto Bisogna ripartire per la penultima tappa del nostro viaggio: Efeso (dormendo a Selcuk).

La mattina abbastanza presto facciamo i bagagli, colazione, taxi e prendiamo il bus per Fetyhe (9 lire) Purtroppo non ci sono autobus notturni per arrivare a Selcuk da Kas e quindi già sappiamo che la giornata verrà persa tutta in autobus.

Arriviamo a Fetyhe alle 12, da lì le alternative sono due: aspettare le 16:30 per un autobus diretto a Selcuk (arrivo 21:30) oppure prendere alle 12:30 autobus per Aydin (arrivo 17:20, 19 lire) e da lì prendere un dolmus per Selcuk (5 lire). Optiamo per la seconda.

Si riparte subito e alle 19 arriviamo a Selcuk.

Abbiamo dormito all’hotel Bella (consigliatissimo…) dove abbiamo anche mangiato molto bene per 15 lire a testa.

Alla sera piccolo giro per Selcuk dove conosco un turco che si era appena mollato con una ragazza di Padova, la mia città…Che piccolo mondo! 14 Agosto Colazione in terrazzo e poi l’albergatore ci porta ad Efeso (e ci verrà a prendere).

Per apprezzare la visita, soprattutto se non siete molto appassionati, è necessaria una guida.

Noi avevamo una guida cartacea di Efeso ma non è servita molto…Ci siamo accodati a dei gruppi di “croceristi” provvisti di guida in italiano! (Che tristezza però girare per tutte le città con un numero attaccato alla maglietta e il marchio della crociera) Faceva molto caldo quindi ci siamo riposati un po’ all’ombra del grande teatro.

Dopo la visita prendiamo un dolmus per Kusadasi (bruttina) tanto per passare un po’ di tempo Mangiamo lì e poi torniamo a Selcuk.

Riprendiamo i bagagli in albergo e sappiamo che ci aspetta un’altra notte in un bus notturno.

Vogliamo trattarci bene e quindi ci facciamo convincere nel comprare i biglietti del pulmann “super confort” della compagnia Pamukkale (40 lire). Pulmann prima classe, sedili super comodi, open bar, etc… La delusione nel vedere che pulmann è arrivato a prenderci alla sera e in che posti eravamo (ultima fila senza possibilità di reclinare il sedile) è stata pari all’arrivo a Olympos! Per prendere questo pulmann abbiamo dovuto, inoltre, aspettare le 23:45 invece dei pulmann “normali” che partivano prima.

Per questo motivo carichi di bagagli ci siamo seduti alle 18:30 al Pinar Pide Salonu (una specie di pizzeria) con l’intento di starci fino alla partenza del bus.

Abbiamo cominciato ordinando qualcosa ogni 20 minuti e alla fine dico al ragazzo:”Senti, noi dobbiamo rimanere qui 5 ore…Ti dispiace?” Il suo sorriso amichevole è stata un’ottima risposta! Verso le 22:30 salutiamo il ragazzo e ci dirigiamo verso l’otogar.

Ci sediamo nelle panchine di un parco nelle vicinanze ma dopo poco dobbiamo alzarci perchè Irene si accorge che un tizio su una panchina vicino si stava (ops…) masturbando… Ok, aspetteremo il bus in piedi da un’altra parte!

15 Agosto La notte è stata comprensibilmente un disastro visti i posti che ci avevano assegnato! L’unico momento rilassante è stato quando il bus si è fermato in un autogrill e io ne ho approfittato per farmi massaggiare da una mega-poltrona che si trovava lì…Una lira per tre minuti di piacere! Non so cosa avrei dato per portarla dentro il bus.

Irene è riuscita a dormire, io invece ero inspiegabilmente collegato al pianto di una bambina…Non appena riuscivo a chiudere gli occhi lei piangeva, tipo il cicciobello! Arrivati a Istanbul non era possibile girare tutto il giorno con gli zaini quindi decidiamo di tornare al nostro primo albergo chiedendo loro il favore di tenerci gli zaini tutto il giorno; inutile dire che ci hanno detto di sì! Se l’hamam fosse stato aperto ci avrebbero fatto fare anche la doccia… Liberati dal peso avevo bisogno di dormire e quindi siamo andati al parco Gulhame a riposarci.

Nel pomeriggio giro al gran Bazar per gli ultimi acquisti e poi, ripresi gli zaini, andiamo all’aeroporto. Il nostro volo è per le 6 di mattina del 16… Ci aspetta un’altra dura notte sulle sedie in ferro dell’aeroporto.

Raggiungiamo l’aeroporto con la metro e salutiamo Istanbul con nostalgia…

16 Agosto La notte è stata molto lunga e l’ho passata girovagando per l’aeroporto.

Fortunatamente alle 3:30 apre il check-in e riusciamo a stare un po’ più comodi nella saletta lounge dell’Alitali.

Il volo è in orario e la vacanza purtroppo è finita… Salgo in aereo e mi dispiace lasciare questo paese, sono stato bene come loro ospite e porterò dentro sempre un bel ricordo…Magari un giorno di tornerò…Insciallah…



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