Turchia tour 2006

Se, con la vittoria dell’Italia ai mondiali io e Francesca sapevamo che sarebbe stato un anno da ricordare, dopo il viaggio in Turchia (agosto 2006) abbiamo un motivo in più per pensarlo. Speriamo di riuscire a dare qualche consiglio per chi intende fare lo stesso tipo di viaggio che abbiamo scelto noi. Prima di tutto, per esperienza vissuta...
Scritto da: courgette
turchia tour 2006
Se, con la vittoria dell’Italia ai mondiali io e Francesca sapevamo che sarebbe stato un anno da ricordare, dopo il viaggio in Turchia (agosto 2006) abbiamo un motivo in più per pensarlo.

Speriamo di riuscire a dare qualche consiglio per chi intende fare lo stesso tipo di viaggio che abbiamo scelto noi.

Prima di tutto, per esperienza vissuta sulla nostra pelle (e che sudata!!) se mai vi capitasse di trovarvi all’aeroporto di Orio al Serio con la carta d’identità scaduta, sappiate che a pochi chilometri c’è il luogo della salvezza, ovvero il comune di Orio dove vi verrà rinnovata in pochi minuti (costo circa 10 €, e 3 foto…Uguali…!.). E se la sfortuna dovesse accanirsi su di voi, come ha fatto con noi, e mettervi nelle mani di un tassista che probabilmente era al suo primo giorno di lavoro (…), tenete presente che per fare le foto c’è un centro commerciale proprio vicino al comune e che quindi non è necessario buttarsi come incoscienti nel centro di Bergamo…Aiuto..Mi viene ancora male solo il pensiero… Comunque sia, dopo un inizio disastroso, siamo partite per la nostra vacanza. Certo l’impatto è stato un attimino inquietante quando siamo saliti sul pulmann e abbiamo incontrato il nostro gruppo… una folta marea di chiome bianche…Diciamo che l’età media sarà stata 50 anni! e una bella compagnia di nonni; inizio tragico ma poi si sono rivelati di grande compagnia e ci siamo fatte grandi risate. Il nostro tour è cominciato ad Istanbul, città ricca di fascino e di mistero, con le immancabili tappe di rito.

Prima fra tutte la Moschea Blu (Sultanahmat Camii): il colpo d’occhio appena scese dal pullmann è davvero incredibile. Maestosa, circondata da uno splendido giardino, risale al XVII sec. Ed è l’unica in Turchia ad avere 6 minareti; questo perché il sultano Ahmet I, non potendo eguagliare la magnificenza di Santa Sofia e della Moschea di Solimano, non trovò soluzione migliore se non quella di aggiungere 2 minareti supplementari. Secondo una leggenda il Sultano aveva detto al suo architetto di costruire una moschea con dei minareti d’oro. Trattandosi di una spesa enorme, l’architetto al posto di costruire dei minareti d’oro, costruì 6 minareti, facendo finta di aver capito male la richiesta (in turco infatti la pronuncia del numero 6 assomiglia alla pronuncia “d’oro”, 6=alti e d’oro=altin).

L’interno è avvolto da flebili luci e da una serie infinite di maioliche dell’antica Nicea.

Proprio di fronte alla Mosche Blu spicca Santa Sofia (Aya Sofia), un tempo basilica, oggi adibita a museo. La basilica fatta erigere da Teodosio II, consacrata nel 413 ed incendiata nel 532. Nello stesso anno con l’imperatore Giustiniano iniziano i lavori di ricostruzione che terminano (a tempo di record) nel 537. La cupola è davvero imponente (alta 43 m e il suo diametro raggiunge i 23,5 m).. Poi abbiamo visitato il Gran Bazaar: improvvisamente ci siamo trovate catapultate in un mondo di colori, luci e profumi. Ha ingresso da 18 porte, e c’è davvero di tutto e anche se non siete grandi amanti dello shopping vale davvero la pena farci un salto; e non fatevi ingannare dalle guide quando vi dicono che durante il tour avrete modo di fare acquisti con più calma e in posti altrettanto caratteristici…I veri affari si fanno al Gran Bazar di Istanbul, garantito!! Oltre alla bellezza della merce (ciotole in ceramica decorata, bracciali, orecchini, tappeti, lampade…) c’è da gustare il rito di mercanteggiare…Battaglia ad armi pari dove vince chi ha più pazienza e tenacia; cosa che a Francesca riusciva benissimo…

Le ultime due visite della giornata sono state: la Moschea di Solimano, costruita nel 1150 dall’architetto Sinan, caratterizzata all’interno da un immenso complesso di candelabri che sfiora il pavimento (così era più semplice accenderli), ricoperto da tappeti per la preghiera, tutti rivolti ovviamente verso la Mecca; siamo rimaste sedute ad ascoltare la nostra guida, avvolte dalla piacevole quiete che regnava in questa moschea dall’acustica perfetta.

E per finire San Salvatore in Chora, Kariye Müzesi (letteralmente “fuori le mura” perché si trovava al di là della mura fatte erigere dall’imperatore Costantino). Contiene un ciclo di mosaici raffiguranti la nascita e l’assunzione della vergine, nonché un affresco del Giudizio Universale.

Per concludere la giornata abbiamo fatto l’escursione sul Bosforo: una mini crociera di qualche ora sullo stretto che divide la parte europea da quella asiatica.

Di sera siamo andate nella parte nuova di Istanbul, nel quartiere Taksim, che pulllula di negozi e locali. Abituate a vedere nelle nostre città i ragazzi nei bar con una birra e una sigaretta in mano, fa un po’ strano vedere i turchi attaccati ai loro narghilè (buono l’intruglio alla fragola) mentre sorseggiano un bicchierino di the caldo! (immancabile…E buono, specie quello alla mela che chiamano elma chai). Siamo tornate di nuovo in albergo, già provate ma comunque pronte per affrontare il 3° giorno, cominciato con la visita al palazzo Topkapi (letteralm. “porta del cannone”), antica residenza dei sultani ottomani, oggi adibito a museo. Nel palazzo vivevano circa 5000 persone (i familiari del sultano, gli amministratori, i servitori e i soldati).

Da vedere le stanze del tesoro imperiale che custodiscono preziosi oggetti rifiniti in oro e argento con pietre preziose, doni offerti ai sultani dagli ambasciatori di tutto il mondo (candelabri d’oro, narghile, servizi da tavola , armi con gioielli, il “Pugnale di Topkapi”). Inoltre la sala delle reliquie sacre che contiene alcune reliquie del profeta Maometto (tra cui il mantello, la spada, l’impronta del piede, un dente, e un…Pelo della barba…), dove si può ascoltare un muezzin che canta i versetti del Corano. Inoltre, intorno alle 11.00 si può assistere ad una breve sfilata in costume e rappresentazione, che rievoca il tempo dei giannizzeri, antiche guardie del Sultano; portavano lunghi baffi ed erano obbligati a rispettare il celibato e praticamente costretti a convertirsi alla fede musulmana. Anche se mi aspettavo molto di più da questa visita… Poi abbiamo visto Ankara, con breve sosta al museo delle civiltà anatoliche. Una città piuttosto desolata che c’ha lasciato un po’ indifferenti; e poi via finalmente verso la Cappadocia. Durante il lungo (interminabile) tragitto abbiamo costeggiato il famoso lago salato di Tuz Gölü, 150 km a sud di Ankara. Acqua ce n’è ben poca, ma durante le piogge ricopre gran parte dell’area, per poi ritirarsi nuovamente, lasciando questa sconfinata distesa di sale cristallizzato, di un bianco abbacinante. Imperdibile la camminata sul sale…Una sensazione bellissima. E finalmente la Cappadocia…È un paesaggio da fiaba che lascia senza parole; una distesa infinita di roccia modellata dalla natura. Complici dapprima due vulcani che circa tremila anni fa con le loro eruzioni hanno cosparso l’intero altopiano zona con tufo (polvere composta da lava, cenere e fango) e in un secondo momento il vento e le piogge, che hanno creato dei paesaggi spettacolari e surreali. In particolare i cosiddetti “camini delle fate”, alti coni di tufo con massi tondeggianti sulle loro estremità, che la leggenda vuole siano appartenuti appunto ad entità magiche come le fate. Fra le varie tappe abbiamo visitato la valle di Göreme, Ortahisar, Uchisar, Zelve, Urgüp e Kaymakli. Uno dei posti più belli è stato il museo all’aria aperta di Göreme, famoso per le sue chiese rupestri scavate nel tufo, che si indurisce nel tempo a contatto con l’aria, ricche di decorazioni e pitture fatte dai monaci che vivevano in questi luoghi. L’intera zona è costellata di abitazioni scavate nella roccia, ed alcune sono tuttora abitate.

La sera, ben immaginando che sarebbe stata una sόla non indifferente, siamo comunque andate in un locale scavato in una sorta di grotta, un’escursione facoltativa. Il posto è bello e si può bere quello che si vuole (sì… alla “modica” cifra di 28 euro!!!…) ; lo spettacolo lascia un po’ a desiderare, specialmente quello della ballerina di danza del ventre… Probabilmente un’importazione d.O.C. Da qualche locale di lap-dance dell’est Europa… C’è stata anche una breve dimostrazione dei dervisci danzanti (quelli tarocchi però); e tra una pausa e l’altra dello spettacolo non poteva mancare il sottofondo del mitico Tarkan!! E come in tutti i tour che si rispettino, ahimè sono capitate anche a noi due soste di rito per incentivare la produzione locale…Una presso una fabbrica di tappeti, l’altra in una gioielleria; interessante la prima, per gli articoli e il personale molto disponibile, una noia mortale la seconda, un mero attentato alle tasche dei turisti Abbiamo poi visitato le città sotterranee, abitate dai cristiani durante il periodo delle persecuzioni. Il giorno dopo è stata una lunga tortura…Più di 600 chilometri in pulmann…Anche se poi alla fine, tra una dormita e un ripasso di parole in turco è passata anche bene.. Una breve sosta al Caravan Serraglio di …E poi visita a Konia al santuario-mausoleo che custodisce la tomba di Mevlana, poeta e fondatore dell’ordine dei dervisci danzanti. Per il pranzo ci siamo fermati in un altro antico caravan serraglio ora adibito a ristorante. Molto bello, unico lato negativo: un caldo del diavolo. E certo la minestra bollente al pomodoro che c’hanno presentato non aiutava …

Il giorno dopo è finita la nostra settimana di tour con la visita ad altri posti stupendi.

Le cascate di Pamukkale (“castello di cotone”) sono davvero uno spettacolo!! da lontano sembra di vedere un ghiacciaio. Il lento scorrere dell’acqua termale che sgorga dalle rocce, ha formato numerose candide vasche calcaree. Bellissimo camminare a piedi scalzi nell’acqua tiepida di queste “piscine”, un paesaggio incantevole che ripaga di tutte le fatiche fatte per arrivarci.. Così come affascinanti sono anche le rovine dell’antica città di Hierapolis con le sue numerose tombe e le antiche terme. Purtroppo per noi la guida aveva già pianificato il tutto, quindi non c’è stata la possibilità di fare il bagno nella piscina termale, ma solo di guardare quelli se ne stavano beati in acqua mentre noi con un caldo bestiale siamo tornati in pulmann per partire alla volta di Afrodisias. Perla di storia, bellissima da vedere, con il suo teatro e lo stadio che conteneva circa 35.000 persone. Colonne ovunque ci si giri…Suggestivo. Lo stesso vale per Eefeso, riconosciuta nell’antichità per il tempio ad Artemide come una delle sette meraviglie del mondo; c’è tuttora molto da vedere, tra cui il teatro, la biblioteca di Celso. Peccato solo che quest’ultima giornata di tour fosse in realtà la più concentrata di cose interessanti da vedere, proprio quando il caldo era all’apice della sopportazione.. Le cascate di Pammukale così come Afrodisias ed Efeso meritavano molto più tempo… Che poi sarebbe stato quel tempo buttato al vento con la visita in oreficeria ! (non c’è andata proprio giù sta cosa…) Così finisce la nostra prima settimana in Turchia, quella più intensa e quella più ricca di cose nuove da vedere. La seconda settimana è stata all’insegna del relax, dello sfoggio delle nostre frasi tattiche in turco (mai fidarsi troppo però di quello che ti insegnano), dei beati cocktail in piscina fino alle otto di sera, delle imprese titaniche sugli scivoli d’acqua che sterminavano continue vittime.., degli abbondanti pranzi \ cene a tutte le ore…Insomma, un vero relax.

E comunque abbiamo fatto anche due escursioni. La prima con una goletta per vedere qualche spiaggia nei dintorni…Belle, malgrado l’acqua gelata, e buonissimo il pesce alla griglia fatto al momento sulla barchetta. Qualche pazza (!!) si è pure cimentata con i tuffi dalla barca… La seconda gita che abbiamo fatto è stata più all’insegna dell’avventura, verso Izmir..Cominciata con il dolmuş, una specie di autobus pubblico che in sostanza non ha orari né fermate, ma si ferma in qualunque posto della strada prinicipale finchè ci sono posti liberi da riempire. Ovviamente non c’è il climatizzatore e il viaggio è infinito…Però è assolutamente caratteristico, e ovviamente costa pochissimo. La città è molto bella, sul mare, movimentata e moderna. Il nostro obiettivo era il mercato di Kemeralti, che però c’ha un po’ deluso dopo aver visto il gran Bazaar di Istabul. E che odissea riuscire ad arrivarci…Quasi nessuno parla inglese, quindi dopo aver sfoggiato una serie di domande che nessuno capiva, siamo passate al contrattacco con parole mirate ed essenziali come “bazar”, “sük”…E l’infelice uscita “market” che ci stava per dirottare su un minuscolo supermercato dietro l’angolo…! niente da fare… Finalmente dopo una serie di tentativi e un imprevisto giretto dentro la Shell, abbiamo trovato uno che capiva dove volevamo andare, miracolo. Il bazar sembrava piccolo, in realtà si è rivelato enorme, anche se manca della raffinatezza del Gran Bazar di Istanbul e gli articoli in vendita sono molto più spiccioli. Comunque siamo riuscite nel nostro intento, abbiamo fatto una gran spesa di cianfrusaglie e ci siamo pure mangiare un bel kebab. Il ritorno è stato molto meno tragico e comunque la sera eravamo cotte. L’hotel Yali in cui siamo state la seconda settimana era bello, peccato solo l’animazione un po’…Inquietante e la presenza massiccia di francesi.. (bello però averli tutto il giorno sotto gli occhi e ricordarsi così di averli battuti ai mondiali…).

La Turchia è sicuramente un paese molto diverso da noi, nell’architettura, le tradizioni, il cibo, la cultura. Arricchisce molto lo spirito con i suoi paesaggi mozzafiato e i luoghi di culto in cui si respira un senso di immobilità del tempo. La gente è disponibile e solare. Con i suoi colori, i profumi, i suoni è un luogo che dà molto a chi lo visita e che lascia indubbiamente un segno profondo… Sara



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