Tunisia, la terra dove la cultura si interseca con le oasi

Un Paese vicino a noi geograficamente ma molto diverso dai nostri usi e costumi
Scritto da: Antonietta Peroni
tunisia, la terra dove la cultura si interseca con le oasi
Partenza il: 26/04/2014
Ritorno il: 09/05/2014
Viaggiatori: 02
Spesa: 500 €

26 Aprile 2014

Partenza da Roma ore 16:30, arrivo a Tunisi ore 16:45, ritiro bagagli, cambio soldi, trasferimento in autobus verso il centro della città, fino a raggiungere l’Hotel della Paix, molto confortevole. Cena al ristorante sottostante, con cous cous alle verdure, olive, il tutto accompagnato da pane cosparso di harissa, terminando con una passeggiata serale lungo Avenue Habib Bourguiba, assaggiando vari dolcetti e sorseggiando un tè alla menta.

27 Aprile 2014

Spostamento in autobus da Tunisi a Kairouan, quarta città santa per l’Islam dopo la Mecca, Medina e Gerusalemme, ci sono trecento moschee ed è racchiusa tra le mura. Il paesaggio che si attraversa è molto simile al nostro, lungo la strada si vedono oliveti, vigneti, piantagioni di fichi d’india. Dopo circa due ore di viaggio siamo arrivati a destinazione, in stazione siamo stati attratti dai makroud (pasticcini con datteri), eravamo intenzionati a comprarne un po’, ma il venditore ce li ha voluti regalare. A piedi ci siamo diretti nel centro della città e qui abbiamo pernottato all’Hotel Sabra, lasciati i bagagli, siamo andati a visitare la Grande Moschea, il monumento più notevole di Kairouan. Il suo minareto è simile a un antico faro e il cortile maestosamente circondato da arcate, alte porte di legno scolpito, che si aprono sulla sala delle preghiere, che purtroppo non abbiamo potuto visitare poiché è accessibile solo ai fedeli mussulmani, ma dalla soglia abbiamo potuto osservare e fotografare l’interno. Vi sono sei navate sul portico e otto all’interno della sala che è sorretta da un numero considerevole (circa 400) di colonne in marmo provenienti dall’antica Sousse e da Cartagine, nella navata centrale si trova il Mirab, decorato con piastrelle. Su un lato esterno della Moschea si trova un cimitero, il cui contrasto delle tombe bianche e del minareto nel cielo azzurro è davvero uno spettacolo di colori. Lasciata la Grande Moschea, ci siamo recati a piedi a visitare la Zaouia di Sidi Saheb, soprannominata “Moschea del Barbiere”, che ospita la tomba del compagno del Profeta Maometto, si dice, che aveva conservato tre peli di barba di quest’ultimo, l’edificio è vasto, contiene gallerie adornate di pannelli in ceramica e stucco scolpito. Durante la nostra visita sono arrivati a scaglioni vari gruppi di fedeli, che rendevano omaggio al Santo con danze, canti e preghiere. Da qui siamo andati a visitare le cisterne degli Aglabiti, larghi bacini circolari, il più grande ha un diametro di 128 m., destinati alla raccolta delle acque bianche, per uso potabile e irriguo. Camminando per le stradine della città, siamo stati avvicinati da un signore in bicicletta, che si è offerto volontariamente ad accompagnarci (tutti sono molto curiosi e gentili con i turisti, ci tengono molto a far conoscere i loro luoghi di culto) a visitare la Zaouia de Sidi Amor Aba coperta da cupole con al suo interno un’esposizione di oggetti giganti coperti di scrittura. Girovagando per la città, siamo arrivati alla medina, molto affascinante, misteriosa e raccolta. Nelle stradine strette ed eleganti si susseguono abitazioni con i muri bianchissimi e le porte blu, camminando si arriva ai quartieri dedicati al commercio, ognuno con attività diversa, i souk, sono trafficati e brulicanti di vita. Tutto è circondato dalle mura in mattoni color ocra, intervallate da bastioni e torri merlate, la serata volge al termine con una cenetta nella medina e non potevano mancare i makroud accompagnati dal tè alla menta.

28 Aprile 2014

Dopo un meritato riposo e colazione in albergo, siamo andati a visitare il Bir Barrouta, uno dei più antichi pozzi di Kairouan scavato nel VIII secolo, situato all’interno della medina. A Kairouan, così come in tutti i posti dove incombe la desertificazione, l’acqua è sacra e il Bir Barruta è un pozzo venerato come un edificio religioso. E’ antico quanto la città stessa e la sua acqua sacra è sollevata ancora oggi da un complesso e pittoresco meccanismo azionato da una grande ruota, la noria, fatta girare da un dromedario, si dice che l’acqua provenga dalla Mecca. L’antico pozzo è ormai diventato una delle attrazioni turistiche della medina e non solo, anche gli abitanti del posto vengono a bere l’acqua sacra. Dopo varie foto di rito al dromedario che gira, agli abitanti che venerano questo posto e lasciata una mancia, ci siamo recati a visitare Kaioruan dalla parte esterna delle mura. Sotto un sole bollente abbiamo fatto un giro, fino ad arrivare di nuovo alla Grande Moschea, ci siamo fermati un po’ all’esterno a curiosare e poi abbiamo raggiunto di nuovo la Moschea del Barbiere. Qui è sempre festa, piena di pellegrini che vengono da ogni parte del paese. Lentamente ci siamo diretti verso il mercato e poi gustandoci un gelato siamo tornati in albergo, qui siamo saliti sul terrazzo e ci siamo sbizzarriti a fotografare la città dall’alto. Nella serata un giro per la medina, curiosando tra i vari negozietti, contrattando un po’ e facendo qualche acquisto.

29 Aprile 2014

Abbiamo lasciato Kairouan e ci siamo diretti in autobus a Gafsa, dopo due ore di viaggio eravamo già alla ricerca di un albergo, dove poter pernottare, girando un po’ e consigliati dagli abitanti del posto, ci siamo fermati al Republic Hotel. Qui abbiamo fatto un giro al mercato e abbiamo pranzato con un sandwich contenente brik e patatine fritte, cioè mezza baguette farcita con harissa, tonno, olive verdi o nere, capperi; il brik, una sottile frittella ripiena di uova, tonno, patate o carne e formaggio, piegata e fritta, una botta al fegato, ma molto buono. Qui sono tutti molto gentili e accoglienti, per strada ci dicevano in continuazione: ” Grazie per avere scelto di visitare il nostro paese!” indicandoci i posti da visitare (anche se noi avevamo già il nostro programma). A piedi abbiamo raggiunto le Piscines Romaines, formate nel passato da sorgenti termali di acqua calda che i romani hanno catturato in un complesso idraulico. Le vasche sono profonde circa cinque metri, noi purtroppo le abbiamo trovate senza acqua, poiché ci sono i lavori di restauro (anche se si dice che a causa dei lavori di scavo destinati ad alimentare l’acqua per l’oasi, ha prosciugato le falde in superficie), comunque sono molto belle. Qui ci siamo un po’ rilassati, cercando d’immaginare come fosse stata la vita all’epoca, intorno a noi una pace immensa, siamo gli unici turisti presenti. Lasciate le piscine abbiamo fatto un giro per la città, acquistando viveri e gustandoci un tè alla menta.

30 Aprile 2014

Da Gafsa abbiamo raggiunto in un’ora Metlaoui, siamo andati alla stazione ferroviaria per sapere gli orari di partenza del Lezard Rouge, ma purtroppo la prossima partenza è per venerdì, quindi siamo tornati alla stazione degli autobus, per dirigerci a Tozeur. Da Metlaoui ci vogliono circa un’ora e mezza per raggiungerla, si attraversa un paesaggio desertico, circondato da palmeti e dal lago salato Chott el Jerid. Arrivati in città, abbiamo alloggiato al Niffer Hotel, lasciati i bagagli, siamo andati a visitare le Palmeraie. La visita si può compiere con carretti prettamente turistici, ma noi abbiamo preferito fare tutto il giro a piedi, così siamo riusciti a visitarla in lungo e in largo. In questa immensa oasi, con centinaia di migliaia di palme, dove il sole si affaccia tra le foglie, l’udito cattura il suono dell’acqua dei ruscelli, abbiamo camminato per circa due ore, passando per lo Zoo Le Paradis, che non abbiamo visitato. Qui ci siamo rifocillati e poi di nuovo in cammino verso la città. In alcuni punti eravamo solo noi, luoghi non turisti, ma frequentati da gente del posto che si occupano delle palme o dell’orto che coltivano all’ombra di queste piante. Nelle zone frequentate dai carretti, eravamo spesso avvicinati dal conducente che ci voleva offrire dell’acqua, poiché il caldo si faceva sentire! Tornati in città un po’ stanchi e stremati dal caldo, siamo andati a rilassarci un po’ nella medina, le abitazioni sono costruite in mattoni gialli e marrone, con disegni geometrici. Qui abbiamo scambiato due chiacchiere con gli abitanti del posto e poi ci siamo diretti al Belvedere, camminando per circa un’ora, sempre sotto il sole cuocente e con la bottiglia dell’acqua in mano! Arrivati sul posto, lo scenario ci ha fatto dimenticare le nostre fatiche per raggiungerlo, il panorama è molto bello, palme, ruscelli, cascate e per finire si arriva al parco, dedicato al poeta tunisino Abu l-Qasim al-Shabbi. Qui ci sono delle rocce, dove ai lati è raffigurato il suo volto e intorno al parco sono riportati alcuni versi delle sue poesie. Siamo saliti su queste rocce e lo spettacolo da lassù è meraviglioso, si vede Tozeur circondata dal palmeto, dal Chott el Jerid e naturalmente il deserto. Dopo aver fatto le foto a volontà, siamo tornati lentamente verso il centro della città e per caso abbiamo visitato un edificio che ospita un’associazione culturale dedicata al poeta, dove sono esposte le sue foto, scene di vita e naturalmente le poesie.

01 Maggio 2014

Oggi ci attendono le oasi di montagna, il pulmino diretto a Tamerza parte alle 8:00, quindi in attesa abbiamo bevuto un tè alla menta. Siamo partiti, il nostro pulmino era guidato da una donna con burqua, molto sciolta nella guida e molto affarista. Per raggiungere Tamerza si percorre una strada asfaltata che attraversa il deserto, con wadi in secca costeggiando il lago salato Chott el-Gharsa, fino ad arrivare in prossimità di rilievi montuosi; si supera Chebika, l’altra oasi di montagna, si continua a salire per poi ridiscendere nella valle, dove si trova Tamerza, insomma uno scenario mozza fiato. Dopo circa un’ora siamo arrivati a destinazione, a piedi si scende lungo una strada sconnessa con ai lati bancarelle, dove si possono acquistare souvenir e come per incanto ci si trova davanti a una delle due cascate con le gole scavate nella roccia. Spettacolare! Qui abbiamo incontrato degli studenti di Metlaoui in gita, ragazze e ragazzi molto simpatici e cordiali, abbiamo fatto delle foto insieme, abbiamo chiacchierato molto e alla fine ci siamo scambiati i contatti di facebook (ora sono tra le nostre amicizie). Salutato gli studenti, abbiamo fatto tante foto nei dintorni della cascata e poi siamo tornati indietro per andare a visitare l’altra. Abbiamo chiesto informazioni a un ragazzo e lui si è offerto ad accompagnarci, a piedi l’abbiamo raggiunta, camminando una mezz’ora sotto il sole bollente. Stesso scenario della precedente e stessi studenti! Lasciato questo posto, siamo tornati sulla strada principale alla ricerca di un mezzo di fortuna che ci portasse fino a Chebika, il ragazzo abita lì, quindi ci siamo affidati a lui. L’attesa è stata molto lunga, passavano soltanto jeep dei viaggi organizzati oppure auto già con passeggeri, per fortuna a un certo punto è passato un pick-up carico d’acqua e di arance e ci ha fatto salire. Per un po’ io ho viaggiato sulla parte esterna, sentivo il vento che mi accarezzava i capelli, percorrere la strada in discesa e piena di curve in queste condizioni era molto emozionante, mentre lo scenario all’orizzonte, meraviglioso. Poi l’autista mi ha fatto accomodare accanto a lui, mi ha offerto del caffè, ha voluto sapere la nostra provenienza, il nostro itinerario, le impressioni sui posti visitati e sugli abitanti. Dopo venti minuti siamo arrivati a Chebika, abbiamo ringraziato il nostro autista di fortuna e salutato il ragazzo che abita qui, ma lui ha insistito a volerci accompagnare fino alla cascata. Camminando attraverso dei piccoli e tortuosi sentieri tre le palme s’incontrano ruscelli, per poi arrivare alla cascata di acqua che forma dei piccoli laghetti. Il colore del laghetto è impressionante, acqua di un verde intenso, mentre io mi rilassavo e fotografavo, Giovanni si è fatto un bagno rinfrescante e rigenerante, per le donne è un po’ più difficile fra il bagno, bisogna essere coperte. Confesso che in quel momento l’ho “invidiato” un po’! Dopo esserci goduti questo posto e dopo aver visitato alcune case berbere, siamo tornati indietro insieme al ragazzo, per ringraziarlo gli volevamo offrire da bere, un gelato, ma non ha voluto nulla, ci ha accompagnati sulla strada principale e qui ci siamo messi in attesa di un mezzo di fortuna fino a Tozeur, gli autobus oggi non ci sono poiché è festa. Abbiamo fatto un pezzo di strada a piedi sotto il sole bollente, dall’altra parte della strada un ragazzo ci ha salutato e chiedendoci di quale nazionalità fossimo, carinamente ci ha detto: “Mettetevi all’ombra!”, ma qui l’ombra non esiste neanche a pagarla oro! Un anziano signore che abita su questa strada, ci ha fatto accomodare all’ombra di una palma del suo giardino, ci ha fatto rinfrescare le mani e il viso, ci voleva offrire del cous cous e da bere, ci ha detto di stare lì, che ci avrebbe pensato lui a fermare qualcuno che andasse a Tozeur. Ha fermato tante vetture, ma nessuna andava lì, per fortuna dopo un’ora d’attesa due operai tornavano a Tozeur. Il viaggio di ritorno è stato tranquillo, neanche questi signori hanno voluto accettare qualcosa da parte nostra come ringraziamento. Rilassamento nel centro della città, mentre eravamo lì è passato il pullman con gli studenti di Metlaoui che ci hanno riconosciuto e si sono affrettati a salutarci. Cenetta e poi in stanza, per oggi siamo sfiniti.

02 Maggio 2014

Alle 07:30 abbiamo preso un minibus destinazione Metlaoui, dopo un’ora eravamo già nella stazione, dove parte il Lezard Rouge, abbiamo acquistato il biglietto, orario di partenza ore 10:30. Abbiamo fatto un giro nel centro della città, acquistando acqua e halwa. Dopo un po’ siamo tornati in stazione, oggi la stazione è in festa, c’erano due bande locali che suonavano, cammello da fotografare, animatori e naturalmente tanti turisti in attesa. Mentre eravamo lì, in lontananza è apparso il Lezard Rouge, un treno storico di colore rosso e striscia gialla, che da lì ci avrebbe portato alle gole di Seljia fino a Redeyef. Presi i posti sul treno è iniziata la nostra avventura, naturalmente il treno era strapieno, a bordo c’erano anche gli animatori e le due bande, le carrozze offrono un lusso d’epoca. Lasciata la stazione, si attraversano paesaggi fantastici, si possono osservare ruscelli d’acqua scura (residuo di fosfati) palme, deserto, tutto circondato dalle strette pareti del canyon. In alcuni tratti vi sono le gallerie non illuminate e qui subentra il gruppo di animatori, che con canti cercano di distrarre i passeggeri dal buio pesto, improvvisamente in fondo alla galleria spunta la luce e lo spettacolo che si vede è impressionante. In alcuni punti il treno si ferma e tutti giù a fotografare queste gole da vicino. Dopo un’ora di viaggio si arriva a Redeyef dove si trovano i giacimenti di fosfati, piccola sosta e poi rientro a Metaloui, percorrendo la stessa tratta. Arrivati a Metaloui, abbiamo ringraziato gli animatori della bella esperienza e siamo tornati in autobus a Tozeur.

03 Maggio 2014

Abbiamo lasciato Tozeur, viaggiando in autobus per mezz’ora, abbiamo raggiunto Nefta, pernottando all’Abibi Hotel. Qui siamo subito andati a fare il giro del palmeto che si estende su una superficie di 300 ettari. Durante il nostro percorso, oltre a visitare il Mausoleo sufi di Sidi Bou Ali che si trova nella parte centrale dell’oasi e vietata l’entrata ai non mussulmani, abbiamo avuto il piacere di conoscere un giardiniere che a piedi scalzi si arrampica fino alla cima della palma per impollinarla. Passeggiando lungo i sentieri, vi sono innumerevoli ruscelli, piante di melograno e piccoli orti. Dopo il giro e un succulento pranzo ci siamo diretti alla volta de La Corbeille. Qui la vista dall’alto su tutta l’oasi è spettacolare, scendendo si arriva alla vasca che raccoglie acqua di sorgente proveniente dalla cascata. Percorso inverso fino a tornare in città, a rilassarsi un po’ nella medina, fa molto caldo. Qui vi sono archi, piazzette e le case sono molto carine, all’interno maioliche azzurre e bianche. Ci siamo ripresi e siamo andati nella piazzetta della città a prenderci un tè alla menta e abbiamo osservato la gente del posto. Durante la serata un dolcetto, chiacchiere con un commerciante , che ci ha dato indicazioni su come raggiungere Sbeitla.

04 Maggio 2014

Siamo tornati a Gafsa e da qui andremo a Sbeitla, che si raggiunge dopo tre ore e mezzo circa di viaggio in autobus. Abbiamo pernottato all’Hotel de Jenuesse, molto confortevole, lasciati i bagagli, siamo andati a visitare i resti romani e bizantini. Il sito archeologico è molto esteso, con l’Arco di Diocleziano, la piazza lastricata, il Campidoglio è formato da tre templi affiancati dedicati a Giove, Giunone e Minerva, il Teatro Romano, la Porta di Antonino Pio, fontane pubbliche, frantoio, serbatoi d’acqua. Vi sono inoltre molti monumenti cristiani, la Chiesa di Bellator, con i suoi mosaici, la Chiesa di Vitalis con la sua vasca battesimale in mosaico. Insomma un bel tuffo nel passato, che da delle forti emozioni. Alle 17:30 chiusura del sito e noi naturalmente siamo rimasti fino all’ultimo istante a goderci questa meraviglia, ora capisco le sensazioni che provano i turisti che vengono a Roma a visitare il Colosseo! Passeggiata in città dove abbiamo mangiato un lablabi e poi rientro in stanza.

05 Maggio 2014

Alle 6:00 lasciata Sbeitla con un taxi collettivo, abbiamo raggiunto dopo tre ore Sousse, dove abbiamo pernottato al Gabes Hotel nella medina. Da qui ci siamo recati a visitare le Catacombe Paleocristiane del Buon Pastore, che si trovano nella Ville Nouvelle e sono visitabili per 230 m., poi, passeggiata nella medina, dove abbiamo acquistato qualche souvenir e visitato il Ribat. Questo edificio è molto bello e ben conservato, fu costruito alla fine dell’VIII secolo, in stile architettonico Bizantino. Le mura dell’edificio sono robuste e merlate, c’è una torre di guardia, che serviva anche da minareto, è costruito su due livelli che si aprono su un cortile completamente delimitato da portici ad arcate. Nel livello superiore ci sono le celle dei “soldati-monaci”, mentre l’intera ala sud, è occupata dalla vasta sala di preghiera. Dal Ribat si apre una bellissima veduta sulla Grande Moschea e la casbah. Da qui siamo andati a fare una passeggiata sul lungomare e poi di nuovo nella medina a fare altri acquisti; non potevano mancare il tè alla menta e i makroud.

06 Maggio 2014

Siamo diretti a Monastir, si raggiunge in un’ora di viaggio con l’autobus. Qui abbiamo fatto prima un giro nel centro della città, che si stava svegliando lentamente, infatti, un’abitante del posto, ci ha detto che era strano che noi turisti fossimo lì così presto. Camminando ci siamo trovati davanti il Mausoleo di Bourguiba, per raggiungere l’edificio si deve percorrere un lungo viale alla cui fine spiccano due minareti alti 25 m., eretti a fianco di una cupola dorata e altre due verdi, un cancello enorme lo separa dal resto del cimitero esterno. Qui sono sepolti Habib Bourguiba, il primo presidente tunisino che diede l’indipendenza alla Tunisia, e alcuni dei suoi familiari. Abbiamo continuato il nostro giro fino a raggiungere il Ribat di Harthema, purtroppo non è visitabile poiché è in ristrutturazione, ha subito dei danni in seguito al terremoto dell’ ottobre 2013. Una passeggiata lungo la costa, mare stupendo e residence molto carini, tappa alla medina, piena di negozietti con artigianato locale e poi alla stazione ferroviaria, destinazione Mahdia. La città antica sorge su una penisola rocciosa collegata alla terraferma da uno stretto istmo. Entriamo nella cittadella attraverso la spettacolare Skifa, la porta d’ingresso della città, il suo simbolo più importante, da qui si raggiunge la medina formata da vie strette dove sorgono negozi di souvenir, tappeti e oggettistica. Camminando lungo la costa rocciosa a picco sul mare abbiamo raggiunto la kasbah, pressoché inespugnabile, Mahdia doveva essere una città-rifugio, in grado di resistere a qualsiasi tipo di assedio. Lasciata la fortezza e costeggiando il mare, siamo arrivati fino all’estremità del promontorio, sulla punta del Capo d’Africa. Qui c’è un immenso cimitero chiamato “cimitero marino”, con le tombe musulmane che circondano un faro e il porto punico. Un pranzetto nel centro della città e poi rientro in treno destinazione Sousse. Tornati in albergo, siamo saliti sul terrazzo e abbiamo fatto tante foto, riprendendo la città dall’alto, qui lo scenario è spettacolare. Passeggiata in città, lungomare e medina godendoci questi ultimi momenti in questa meravigliosa città.

07 Maggio 2014

Rientro a Tunisi in treno, raggiunta dopo due ore di viaggio, siamo tornati all’Hotel della Paix e siamo andati a prendere la metro per visitare Cartagine. Una città molto affascinante, sembra di camminare tra le pagine di un libro di storia, abbiamo visitato le Ville Romane, il Teatro Romano, il Museo di Cartagine e le Terme di Antonino. Da qui abbiamo ripreso la metro e ci siamo diretti a Sidi Bou Said. Un meraviglioso villaggio che domina il mare dall’alto di un promontorio, la caratteristica di questo posto sono le case bianche con porte e finestre turchesi, nei cortili tanti gerani e buganvillea. Il centro è delizioso con negozi che vendono le gabbiette per gli uccelli e tanti altri souvenir, dall’affollata via principale, si può raggiungere la scalinata del famoso e turistico Cafè des Nattes, dove abbiamo bevuto un ottimo tè alla menta. Rientrati a Tunisi ci siamo dedicati alla medina, molto affascinante e misteriosa, piena di negozietti che vendono ogni genere di artigianato, profumi e vestiario.

08 Maggio 2014

Oggi siamo andati a visitare il Museo Nazionale del Bardo che contiene la più ricca collezione di mosaici romani, ben conservati che ti lasciano a bocca aperta! Siamo stati parecchio tempo in questo edificio a tre piani a osservare tutto lo spettacolo che si presentava davanti ai nostri occhi, usciti fuori abbiamo fatto un giro nel giardino e poi in metro siamo tornati nel centro della città pronti a visitare la Moschea al-Zaytuna, che si raggiunge attraversando la medina. Pagando un biglietto è possibile visitare la parte del cortile interno, con il suo bel colonnato a fregi geometrici. Mentre eravamo qui il Muezzin, dal minareto ha richiamato i fedeli alla preghiera. Usciti dalla moschea, abbiamo continuato a girare nella medina, sembra di stare in un labirinto, un’atmosfera magica, strapiena di gente e tutti i venditori ti salutano, cercando di venderti qualcosa. Qui purtroppo finisce il nostro viaggio in Tunisia, domani si tornerà a Roma.

Tunisia vicino a noi geograficamente, condividiamo epoche storiche, ma molto diverso dai nostri usi e costumi. Un luogo molto affascinante, gli abitanti molto cortesi, insomma difficile da dimenticare.

Foto: Giovanni Camici

Antonietta e Giovanni cholita@email.it – skanda@email.it

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