Tunisia, dal Sahara alla costa orientale

Alla scoperta delle tradizioni berbere viaggiando in fuoristrada per i tre deserti fino al mare cristallino di Mahdia
Scritto da: gigimarika
tunisia, dal sahara alla costa orientale
Partenza il: 06/08/2012
Ritorno il: 20/08/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Iniziamo con la domanda che ci siamo posti 1000 volte prima di partire: riusciremo a sopportare il caldo tunisino di agosto? Ma sì, al caldo secco si resiste! Più o meno, i 50 gradi si sono proprio fatti sentire però siamo resistiti… Il nostro viaggio alla scoperta della Tunisia ha inizio … buona lettura!

6 agosto

Ore 21.20 il nostro volo Tunis Air destinazione Monastir decolla in perfetto orario e dopo circa 1h e 30 siamo arrivati. Dopo le formalità d’ingresso ci avviamo verso l’uscita dell’aeroporto dove ci aspetta un mini bus che ci porterà in hotel. Lungo la strada incontriamo tantissimi distributori di benzina ed ad ogni rotonda una pattuglia della polizia.

Attraversiamo Sousse, località molto, troppo, turistica costellata da hotel, ed arriviamo a Port El Kantaoui al nostro hotel El Mouradi Club Kantaoui. Il clima caldo e umido ci colpisce: pensavamo fosse molto più secco. Ci assegnano un bungalow non troppo pulito verso l’una di notte; il facchino ci accende l’aria condizionata ma nella notte si rivelerà non funzionante. Alle 4 della mattina Luigi è fuori a boccheggiare, in stanza non si può proprio resistere. Solo il giorno dopo scopriamo che con una caparra di 15 TD (dinari tunisini) ti davano il telecomando …

7 agosto

Trascorsa la notte quasi in bianco, dopo colazione ed aver cambiato 100 euro per poco meno di 200 TD (dinaro tunisino), arrivano i quattro fuoristrada che ci accompagneranno per la settimana di tour. Sul nostro 4×4 siamo in sei, oltre a noi due (Luigi e Marika) Norma, Marco, Marina e Massimo.

Saliamo in macchina e, visto che oggi è il compleanno di Marika, cerchiamo ti intonare Happy Birthday… anche quest’anno festeggiamo in ferie, in giro per il mondo!

Prima tappa Takrouna: un paesino in cima a una collina con le tipiche case beduine, qui in alcuni scorci cominciamo a scattare diverse fotografie. Il caldo si fa sentire anche se non ancora troppo umido. Dopo poco partiamo per Jradou dove ci colpiscono gli anziani che con l’afla, una pianta molto resistente, confezionano ceste e sacche per i muli.

Viaggiamo poi per ore in mezzo a ulivi secolari fino quasi alle porte del deserto. Lungo la strada anche altissimi fichi d’india che creano una barriera impenetrabile, piante di agave e tantissimi venditori di angurie e meloni di dimensioni impressionanti. Raggiungiamo finalmente Zaghouan, dove visitiamo il tempio dell’acqua; dai piedi di queste montagne partiva l’acquedotto che riforniva Cartagine.

Si vedono ancora i resti del colonnato e una piscina a forma di otto fiancheggiata da verde e piante. Prima di pranzo vediamo anche l’Hammam Bent Jedidi, in fase di ristrutturazione, all’intermo una fonte di acqua termale calda.

Ci attende il pranzo e la degustazione dei vini locali, non hanno però nulla a vedere come gusto al vino piemontese a cui siamo abituati…

Dopo 1h e 30 arriviamo a Kairouan. Ci avviciniamo a delle imponenti mura e pensiamo che sarà meta della nostra prossima visita, invece scopriamo, con enorme piacere, che si tratta dell’hotel 5 stelle dove alloggeremo. Lo splendido hotel La Kasbah è costruito nelle mura dell’antica Medina.

Sono le 17 e la temperatura esterna supera i 40 gradi ma il clima è decisamente più asciutto e sopportabile; c’è aria caldissima e sembra di avere un phon acceso in faccia alla massima potenza. Noi per combattere la calura ci regaliamo subito un bel bagno in piscina.

8 agosto

Iniziamo la giornata con la visita di Kairouan e la vista aerea delle cisterne aghlabite. Qui, come in altri siti, prima di entrare, bisogna pagare 1 TD per il diritto di foto. Da queste cisterne, nel XV secolo, le carovane in partenza per Tunisi attingevano l’acqua. Terminata l’osservazione ci spostiamo verso il Mausoleo del Barbiere di Maometto: si tratta di un monumento in stile arabesco con forme geometriche ripetute all’infinito e motivi floreali sugli azulejos, visto che la religione mussulmana vieta le immagini sacre. Colpiscono le sculture di gesso e la splendida cupola.

All’uscita raggiungiamo la Grande moschea e ci addentriamo nel cortile per visitarla. Anche qui ci consegnano dei parei per coprire gambe e spalle, come non bastasse il caldo… L’ampio cortile centrale, eretto nel 670 d.c. , è circondato da un porticato con doppie colonne ricavate da siti archeologici, tra loro sono tutte diverse. All’interno della moschea non troviamo i tappeti come avevamo visto lo scorso anno ad Istanbul, ma stuoie in vimini perché d’estate sono meno calde. Di fronte alla moschea si trova il minareto con la struttura di una fortezza ed al centro del cortile la cisterna per raccoglie l’acqua e una meridiana per conoscere l’ora delle preghiere.

Usciti dal luogo sacro ai musulmani ci dirigiamo verso una cooperativa di produzione di tappeti.

In una fresca sala ci offrono tè alla menta e ci mostrano molti tipi di tappeti, dai Kilim in lana ai preziosi tappeti di seta. Noi non acquistiamo nulla. Ritemprati dalla pausa ci spostiamo verso la Medina, la città vecchia, ed il suo suk, dove troviamo decine di botteghe che vendono spezie, pelletteria, porcellane, dolci e tanti altri prodotti tipici.

All’esterno della Medina esploriamo un mercato un po’ meno turistico con montagne di vestiti ammassati, frutta, verdura e vediamo anche un uomo che vende polli vivi e un macellaio con tutta la carne appesa al calore. Si tratta di un mercato veramente “rustico”.

Pranziamo in un elegante ristorante degustando i piatti tipici; per la prima volta assaggiamo l’harissa una salsina piccante al peperoncino rosso che si abbina al couscous e i Brik degli involtini fritti di pasta di filo con patate, uovo e prezzemolo. Sono veramente buonissimi!

Dopo pranzo la carovana parte per Tozeur, la città alle porte del deserto e delle grandi oasi montane.

Ci attendono però quattro ore di auto. Lungo la strada incontriamo dei rivenditori abusivi di benzina che con taniche da 20 litri fanno rifornimento. Qui la benzina, proveniente dalla Libia, è di qualità inferiore e costa 40 centesimi al litro; nei distributori ufficiali 60 centesimi. Vediamo chilometri di strada fiancheggiata da fichi d’india e ulivi poi sempreverdi e arbusti e successivamente il desolato e sconfinato deserto giallo. Ogni tanto in lontananza vediamo qualche dromedario solitario anche se sono di più i cartelli di “pericolo attraversamento cammelli” sulla carreggiata!!! Non possiamo esimerci dal fotografarli. Una foto ci costa quasi la spinta del fuoristrada che per un istante sembra ribellarsi al caldo ed esita a ripartire. Dal nulla, in lontananza, spunta un oasi grandissima e il verde e le palme spiccano nel deserto.

Finalmente, passando sotto la caratteristica porta del deserto, arriviamo a Tozeur, l’insolita cittadina dai mattoni gialli. Dopo pochi minuti giungiamo all’hotel Ras El Ain, un bel 4 stelle della stessa catena del precedente. Fuori ci sono dei camion italiani di Cinecittà: stanno girando un film in questi scenari fantastici.

Anche questo hotel è molto bello, accogliente e come ieri la prima cosa da fare per rinfrescarsi è un bel bagno in piscina. Che strano effetto fare un tuffo in acqua e sapere di trovarsi a due passi dal deserto!

9 agosto

Questa mattina ci aspetta un giro in calesse per l’oasi di Tozeur al costo di 20 TD a testa. E’ incredibile vedere un verde così ben tenuto in mezzo al deserto; qui svettano le palme da dattero affiancate da alberi di fico, melograni e bananeti. Dopo di che partiamo verso le oasi di montagna di Chebika e Tamerza: è spettacolare vedere l’acqua sgorgare dalle fresche cascate e godersi un paesaggio che infonde pace. Lungo la strada il paesaggio è assolutamente spoglio, solo di corona alle montagne dai colori e forme sgargianti che si staccano dal deserto. L’oasi di Chebika è una delle più rinomate oasi montane della Tunisia e, vista la posizione strategica e la vicinanza con l’Algeria, veniva usata come forte militare. L’oasi di Tamerza, invece, è contraddistinta da alcune gole e cascate che storicamente hanno accolto molte genti e pellegrini.

Proseguendo arriviamo a Mides per vedere lo spettacolare canyon. Qui sono state girate diverse scene del film guerre stellari. La profonda gola di terra rossa a tratti è ricca di vegetazione e palmizi e le movimentate pareti verticali offrono un panorama unico.

Dopo questa splendida mattinata di escursioni facciamo ritorno a Tozeur per visitare il centro città.

Il cuore del paese è davvero bello con le case tipiche e finemente decorate di colore giallo; non può mancare la passeggiata nella Medina dove vediamo un fenneo ammaestrato: la volpe del deserto dalle grandi orecchie che è considerato il più vorace mammifero predatore del Sahara.

Dopo pranzo, verso le 15:00 via di nuovo in fuoristrada per addentrarci nuovamente nel deserto.

E’ impressionate l’assenza di forme di vita, almeno al primo impatto, e la totale essenza di odori, solo l’aria calda, quasi torrida, fa da padrone. Dopo un’oretta di strada arriviamo al grande deserto di sale, il Chott El Cherid. L’aria tutto intorno è rovente, la strada corre dritta davanti a noi, ed in lontananza vediamo un miraggio: in distanza si percepiscono delle costruzioni che sembrano planare su uno strato di aria calda, quest’ effetto si chiama “fata morgana”. Accostiamo un attimo per scendere, una vampata di calore ci avvolge, sicuramente stiamo superano i 50 gradi ed il vento caldo di accarezza il viso.

Il lago salato in alcune aree si trasforma in una palude con bassi acquitrini che assumono colorazioni vivaci. Le sfumature passano dal bianco al giallo ed ogni tanto, qua e la, vediamo qualche pozza dai colori rossi intensi. Il paesaggio è veramente scenografico!

Nel tardo pomeriggio arriviamo a Douz, porta settentrionale del Sahara, proprio all’hotel Sahara. Anche qui tuffo rinfrescante in piscina e poi anche bagno nella piscina termale. L’acqua calda ha una colorazione verde intensa poco invitante ma ci dicono avere proprietà curative. Non possiamo non sperimentare.

10 agosto

Ore 8 si parte per il deserto sabbioso del Sahara. I nostri compagni di viaggio fanno la “cammellata” in groppa ai dromedari! Noi saltiamo poiché l’abbiamo già fatta pochi mesi fa in Egitto.

Alcuni del gruppo fanno il giro in quad e noi due, invece, ci rilassiamo facendo qualche foto, sorseggiamo un buon caffè e Marika compra alcune rose del deserto: ottimi regali da portare in Italia.

Ripartiamo destinazione le grandi dune del deserto. Ci addentriamo con i fuoristrada nel deserto per strade sabbiose e gli autisti si divertono con le evoluzioni sulle dune. Vediamo dune con “creste” fatte di foglie di palma, ci spiegano che servono per evitare che con il vento la sabbia invada le strade vicine.

Arriviamo su un’alta duna chiara e rapidamente scendiamo. La sabbia bianco dorata è finissima, sembra borotalco, affondarci mani e piedi dona una splendida sensazione. Risaliamo con il fuoristrada la ripida duna e dopo poco riscendiamo, con i nostri 4×4 la discesa, apparsa inizialmente spaventosa, si rivelerà uno scherzo.

Di nuovo in marcia verso l’oasi di Sabria: si tratta di una vecchia fortezza che era abitata dalle tribù nomadi del Marasik provenienti dal sud del paese. Queste popolazioni vivevano esclusivamente delle coltivazioni di palme da dattero e dell’allevamento dei dromedari che si alimentano di piccole piante grasse presenti nel deserto. Visitiamo anche l’oasi di Zaafrane, a pochi metri dal confine algerino, con le rovine di un vecchio collegio abbandonato e ricoperto più volte dalla sabbia.

Visto che per andare al campo tendato è presto e fa troppo caldo, ci regaliamo un ultimo bagno in piscina nell’hotel di Douz.

Nel tardo pomeriggio, dopo due ore di macchina, seguendo una lunga strada quasi tutta dritta, circondata da aree desertiche bianche gialle e poi rosse arriviamo al campo tendato nello Ksar Ghilane.

L’impatto non è il massimo. Ci sistemiamo in quattro persone per ciascuna tenda e fa veramente caldissimo! Noi dividiamo la tenda con Norma e Marco diventati, ormai ottimi compagni di avventure.

L’accampamento è a dir poco essenziale, otto materassi su una parte rialzata in cemento, una luce ed una presa. La notte viene staccata la corrente e visto che non c’è possibilità di chiudere la tenda, numerosi insetti indesiderati possono far visita. Anche i bagni e le docce sono davvero miseri e l’acqua solfurea, prelevata direttamente dalla fonte a fianco dell’accampamento, ha un odore veramente pungente.

Lasciamo i bagagli in tenda e ci avviciniamo verso una grande duna di sabbia dal colore intenso. Appena la oltrepassiamo la visione di un immenso “mare rosso” ci fa restare senza fiato. Questo è il vero deserto! La distesa di dune di colore rosso e altezze diverse si stende a perdita d’occhio. Anche qui la sabbia sembra polvere e se ci si sporca basta un colpo di mano per farla delicatamente cadere. Ci sbizzarriamo a fare decine di fotografie al tramonto con l’Erg sotto i nostri piedi; queste immagini rimarranno indelebili nella nostra mente. Il colore delle dune riaccende in noi anche i ricordi del colore della terra rossa del Kenya e per qualche istante riviviamo quello splendido viaggio.

Dopo il tramonto, per cena assaggiamo il miglior couscous gustato fino ad ora.

Prima di andare a dormire decidiamo di andare di nuovo nel deserto ma questa volta nel buio più totale.

Siamo guidati esclusivamente dalla luce del cellulare. Il cielo è una coperta di stelle, ci avvolge e ci fa restare senza fiato. Siamo fortunati, è la notte di San Lorenzo e siamo con il naso in su facendo a gara a chi vede più stelle cadenti. Andiamo a letto, fortunatamente, ci siamo portati i sacco lenzuolo così dormiamo nel pulito e non sulla fine sabbia che ricopre il materasso.

11 agosto

Ore 4,45 ci svegliamo per vedere il chiarore dell’alba ed il sorgere del sole. Sulle dune l’aria è fresca e la sabbia decisamente fredda. Si ha un’escursione termica di almeno trenta gradi tra giorno e notte.

L’attesa di quasi un’ora viene ripagata dai colori brillanti ed intensi dello spuntare del sole.

Frugale colazione e partiamo per il deserto roccioso che si estende verso est e per le montagne del Daar. Verso metà attraversata ci fermiamo in una distesa di ciottoli e dune rosse; la guida e gli autisti cercano gli abitanti del deserto: così trovano uno scorpione, che maneggiano con grande abilità e tranquillità, un pesce del deserto e un piccolo varano. La strada improvvisamente si appiattisce e ci sembra di essere nella savana. Proseguiamo per arrivare su una strada asfaltata, però, sorpresa, abbiamo una gomma bucata. Scendiamo tutti e dopo poco altri due fuoristrada della carovana vengono in nostro soccorso e ci accompagnano all’ombra di un grande albero dove il nostro gruppo ci attende in compagnia di un bel gregge di capre e pecore. Il pit stop dura circa 20 minuti e si riparte. Il panorama muta di continuo, dal deserto ora siamo attorniati dai monti e arriviamo a Chenini: villaggio berbero arroccato su una collina. Dal cielo azzurro limpido spicca, con il suo intenso color ocra, il paese.

Il panorama dall’alto può ricordare l’Arizona o qualche vallata americana, da un momento all’altro mi immagino di vedere spuntare gli indiani.

A pranzo ancora couscous, ma un inserviente ci mostra come usare al meglio l’harissa, si stempera in un po’ di sugo a base di pomodoro poi si versa sul tutto dando un gusto marcato. Gustiamo anche il tipico dolce Samsa fatto con pasta, mandorle, semi di sesamo e sciroppo di rose.

Arriviamo a Tatouine (soprannominata porta del Sahara o bocca delle sorgenti) all’Hotel Sangho, è solo un tre stelle ma a noi piace e lo troviamo caratteristico con le stanze in pietra e un verde giardino. Ci ricorda un po’ le case e la vegetazione della Sardegna. Abbiamo qualche problema con l’aria condizionata, ma si attivano immediatamente per mettercela a posto. Dopo il solito bagno rigenerante in piscina raggiungiamo Ksar Ouled Soltane. Si trova a circa 20 Km a sud di Tatounine, in cima ad una collina. Ksar in tunisino significa granaio fortificato e qui davanti ai nostri occhi si spalanca una costruzione bellissima arricchita dai colori del tramonto. Le facciate a due piani con tutte quelle porte e finestre con bordi tondeggianti e le lunghe scale fatte di terra e pietre danno a tutto il luogo un senso magico. Ci sbizzarriamo con un po’ di fotografie e Luigi non può non compare un quadretto fatto dai ragazzi del posto.

Terminiamo la giornata con un giro nella Medina di Tatouine per vedere i banchetti di frutta, spezie e le immancabili ceramiche colorate. Siamo qui poco prima delle 19 e molti musulmani, in attesa del tramonto del sole e della fine del digiuno giornaliero, acquistano cibo e bevande.

12 agosto

Per l’ultimo giorno di tour ci aspetta sveglia all’alba, ore 5:45, con partenza poco dopo direzione Matmata. Facciamo subito una breve sosta a Menedine per visitare un altro Ksar, bello ma conservato un po’ meno bene di quello di ieri poi proseguiamo verso Tounine. Il panorama cambia nuovamente, dall’alto si vedono le movimentate colline e due cittadine con villaggi trogloditi, il nostro autista ci dice che le case color sabbia sono disabitate mentre le bianche sono attuali dimore.

Arriviamo a Matmata per visitare l’interno dell’hotel Sidi Driss dove è stato allestito il set per girare le scene all’interno della casa di Luke Skywalker. Non possiamo non scattare alcune foto ai resti di Guerre Stellari!

Dopo pranzo visitiamo una tipica casa troglodita scavata nel terreno. Ha il tipico cortile interrato da cui si ha accesso alle diverse stanze. Vista dall’alto sembra un buco circolare scavato nella roccia. Qui assaggiamo un ottimo tè alla menta e della focaccia da bagnare con olio e miele. Dopo un paio d’ore di auto arriviamo nella città e nel traffico di Sfax. Il porto rappresenta il principale fulcro commerciale della Tunisia ed ha caratteri più europei delle altre città viste. Anche qui visitiamo la Medina che è veramente originale perché non turistica; qui si vedono botteghe di mestieri da noi ormai spariti. Vista la struttura labirintica dei vicoli, per non perderci, dobbiamo seguire con attenzione la nostra guida.

Ultima tappa El Jem, dove visitiamo l’anfiteatro romano del III secolo: sembra il Colosseo un po’ più piccolo e meno segnato dal tempo. Qui hanno girato il film “Il Gladiatore”. Camminiamo un’oretta tra i sotterranei, i corridoi e le gradinate immaginando la grandiosità del passato.

E’ ormai pomeriggio inoltrato e arriviamo nuovamente al punto di partenza – Port El Kantaoui all’hotel El Mouradi Club Kantaoui dove speriamo in una stanza migliore. Facciamo presente i disguidi del primo giorno, ci viene assegnata una stanza più confortevole ma l’accoglienza del personale è sempre poco gradevole.

Dopo cena con alcuni compagni del tour andiamo in taxi (6 TD) al porto. Facciamo una passeggiata tra i negozi, osserviamo i numerosi yacht ormeggiati e tra venditori ambulanti di gelsomini ci fermiamo in un bar per sorseggiare birra, tè alla menta con pinoli e fumare il narghilè detto anche chicha.

13 – 14 – 15 agosto

Oggi ci spostiamo a Mahdia e dopo due ore di pullman arriviamo all’hotel Iberostar Royal El Mansour un bellissimo 5 stelle. La reception ci lascia a bocca aperta! Il soffitto di legno è maestoso, ci sono specchi enormi e lunghe lampade sospese. Il personale è molto gentile e dopo pranzo ci consegnano la stanza. Siamo fortunati, oltre ad essere molto bella e spaziosa, è anche fronte mare.

Il complesso è veramente magnifico, la cucina ottima, all inclusive veramente completo. Per il relax tre piscine, una palestra, corsi di step, ginnastica muscolare e un ingresso gratis all’hammam. La spiaggia è lunga, bianca e sabbiosa e il mare azzurro e limpido. Alcuni pomeriggi, il mare è un po’ posso a causa del forte vento. I giorni successivi passano lenti, in compagnia di Marco, Norma e degli sposini Christian e Roberta conosciuti già nel tour ma equipaggio di un altro fuoristrada. Ci godiamo gli ottimi pasti, la piscina, il mare e qualche vizio tipo il digestivo Cedratine scoperto da Luigi al bar.

Una sera passano a trovarci anche Marco, Nietta, Alessandro e Francesco: una simpatica famiglia conosciuta sempre nel tour della settimana precedente.

16 agosto

Visto che ci manca il nord della Tunisia non possiamo non fare l’escursione a Tunisi, Sidi Bou Said e Cartagine (costo 90 TD a persona per l’intera giornata).

Sveglia alle 4,30 poi con il pullman iniziamo a recuperare gli altri partecipanti fino a Sousse e raggiungiamo l’area settentrionale del paese. Attraversando la città di Tunisi rimaniamo colpiti dal grande lago salato con migliaia di fenicotteri e aironi. Dopo poco, verso le 9 arriviamo all’ ex palazzo dei bey Husayniti, ora Museo del Bardo e iniziamo ad ammirare gli splendidi mosaici che partono dal II secolo fino ad arrivare al IV-V secolo con quelli cristiani. Le piccole tessere sono fatte di terracotta, pietra e per i più pregiati di vetro e marmo. Tra i tanti ed enormi mosaici ci colpiscono quello di Nettuno e quello delle Quattro Stagioni.

Nel centro città visitiamo il quartiere storico con il grande Suk e la Medina. Vista la popolazione di Tunisi immaginiamo sia molto affollata, invece, con stupore scopriamo che è meno accalcata del previsto. Entriamo in una bottega dove preparano le essenze di profumi e fin dall’uscio rimaniamo colpiti dalle intense fragranze floreali. Il tour prosegue con la visita della grande Moschea, purtroppo solo da fuori, e del piccole viuzze del centro con venditori di profumi e poco lontano un tipico venditore di formaggi su foglie di fico. Nel mercato, mentre aspettiamo il resto del gruppo, con pochi centesimi compriamo una pagnotta da un ambulante: è buonissima, soffice e dal gusto ne dolce ne salato. In pochi istanti, presi dai morsi della fame, la divoriamo. La visita di Tunisi si conclude con la vista di Place du Gouvernement e Place de La Kasbah che ospitano edifici governativi, l’ex palazzo dei bey ora sede del primo ministro ed allungate fontane. Dopo pranzo raggiungiamo Sidi Bou Said: il paese delle porcellane, che con i suoi colori bianco e blu può essere scambiato per un paese greco. I vicoli con le pareti bianche forniscono uno sfondo formidabile per le grate decorate delle finestre ed i portali variopinti. Le porte delle case, tutte rigorosamente blu/azzurre hanno decorazioni con stelle, falci di luna e minareti, inoltre, qua scorgiamo colorati fiori e graziose uccelliere. Visitiamo la casa del Notaio (ingresso 3 TD) con alcuni scorci impareggiabili, poi ci spingiamo fino al culmine della collina per fotografare dall’alto il golfo di Tunisi ed il famoso Cafè des Nattes punto di ritrovo per gli artisti degli anni Venti.

Di corsa, tra i mille turisti delle crociere che per tutto il giorno siamo riusciti ad evitare, arriviamo al pullman. Il paese è veramente incantevole, non si può non vederlo… peccato solo che la visita è durata un’ora. L’ultima tappa della giornata ci porta alle rovine di Cartagine.

Un nome indimenticabile studiato sui libri di scuola. Del mito di Cartagine, un tempo seconda città dell’impero romano, sono rimaste solo alcune colonne e i resti delle Terme di Antonino a picco sul mare. Il paesaggio è suggestivo, ma la stanchezza e il caldo iniziano a farsi sentire. Ora ci aspettano 3 ore abbondanti di pullman. La cosa incredibile è che alle 19,30 le strade sono deserte. È periodo di ramadan e a quest’ora tutti sono a casa a mangiare, persino la polizia ha trasformato i posti di blocco sulle strade con sedie e tavolini per la cena! Verso le 20 arriviamo in hotel e dopo cena vediamo solo doccia e letto.

È stata una giornata dura, lunga e calda ma ne è valsa la pena. Saltare il museo del Bardo, Tunisi e Sidi Bou Said sarebbe stato un vero peccato!

17 agosto

Tutti i venerdì mattina a Mahdia si svolge il mercato settimanale, potevamo perdercelo? Prendiamo un taxi che per 5 TD (tariffa fissa) ci porta in centro. Appena scesi un ragazzo si avvicina dicendo che lavora in hotel (dal braccialetto che portiamo al polso identifica l’albergo in cui alloggiamo), scusa per portaci nel suo negozio, ma noi non ci facciamo raggirare e proseguiamo fino alla punta della penisola dove si trova il cimitero monumentale e il faro, per poi entrare nel mercato e nel centro del paese. Mahdia è molto bella, ha conservato il fascino medievale ed è piena di negozietti di ogni tipo.

Sotto le mura della città tante donne espongono gli abiti di seta finemente ricamati. In alcune viuzze laterali intravediamo laboratori dove i tessitori operano sui telai per creare tessuti di lino e seta.

Place du Caire, una sorta di “salotto” pubblico, la Grande moschea e il cuore della Medina, con frammenti di vecchie mura e porte delle case finemente decorate, fanno di Mahdia un piccolo centro che merita la visita. Consigliamo anche di fare acquisti nei negozi del centro ma qui, chiaramente, bisogna contrattare e conoscere un po’ i prezzi per giocare, in modo giusto, al ribasso. Consigliamo, quindi, di fare, i giorni precedenti, un giro nel bazar dell’hotel, dove i prezzi sono più cari ma indicati e poi acquistare nei negozi del centro suggeriti dal governo (li riconoscete dalla tipica insegna esterna). Per comprare le spezie e le ceramiche suggeriamo anche i due negozietti fuori dall’hotel, direzione opposta a Mahdia. In previsione di una cena tipica tunisina, al rientro in Italia, non possiamo non comprare tajine, ciotoline di ceramica bianche e blu e tante gustose spezie.

18 – 19 – 20 agosto

Ultimi giorni di vacanza relax e mare. L’ultima sera facciamo ancora un giro a Mahdia ma quasi tutti i negozi sono chiusi, c’è solo un grande mercato dove vendono montagne di frutta secca, caramelle e giocattoli. Visitiamo la bottega dove lavorano seta e lino.

Tornando in hotel in un traffico intenso, chiedo lumi al tassista, mi dice che è dovuto alla festa di Aid el- Fitr, festa che segna la fine del mese di Ramadan, potevamo mancare?

Il giorno successivo, purtroppo, la vacanza è finita, alle 14 il pullman passa a prenderci per portarci in aeroporto. Il volo è in orario e mentre aspettiamo spendiamo gli ultimi soldi per comprare una bottiglia di Cedratine, il digestivo che ci ha fatto compagnia dopo i pasti.

Lasciamo la Tunisia con il ricordo dei tantissimi panorami visti, ma sicuramente nella mente rimarrà impressa l’immagine del deserto rosso al tramonto: una distesa di dune di sabbia a perdita d’occhio come un mare color vermiglio. Anche in questo viaggio l’Africa ci ha affascinato!

Non siamo ancora a casa che la nostra mente viaggia già verso il Marocco, forse nostra prossima meta per Natale…

CONSIGLI UTILI

– per l’ingresso nel Paese basta la carta d’identità valida per l’espatrio

– non occorrono vaccinazioni

– le prese elettriche sono come Italia, non occorre alcun adattatore

– gli euro non sono accettati da quasi nessuna parte, appena possibile, bisogna cambiare in dinari

– tenere a portata piccole monete per mance, diritto di foto, ecc…

– l’acqua e le bibite fresche si trovano da acquistare ovunque

– portare cappello, occhiali da sole, creme ad alta protezione e spray antizanzare

– tra le medicine non devono mancare fermenti lattici, l’Immodium e integratori salini per il gran caldo



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