Djerba la douce

Siamo partiti nel periodo turistico peggiore dell'anno... Natale. Dopo averci cambiato (in peggio) il volo, (Nouvelair ve lo sconsigliamo il mio sedile si staccava!) dopo un'ora e 40 di ritardo siamo arrivati e ci siamo accorti subito della differenza nel paesaggio, ricco di palme, e nel clima (+18°). Il nostro albergo era veramente bello,...
Scritto da: Sandra Gardini
djerba la douce
Partenza il: 22/12/2002
Ritorno il: 29/12/2002
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Siamo partiti nel periodo turistico peggiore dell’anno… Natale. Dopo averci cambiato (in peggio) il volo, (Nouvelair ve lo sconsigliamo il mio sedile si staccava!) dopo un’ora e 40 di ritardo siamo arrivati e ci siamo accorti subito della differenza nel paesaggio, ricco di palme, e nel clima (+18°). Il nostro albergo era veramente bello, pulito, ordinato e il cibo discreto anche troppo per le nostre abitudini di viaggiatori senza pretese. Dopo esserci riposati il primo giorno, il secondo saliamo su un taxi e ci facciamo portare a Midoun, località adiacente alla zona turistica. Appena messo piede per terra scendendo dal taxi, veniamo riconosciuti da un cuoco del nostro hotel che sostava lì davanti in sella al suo motorino. Cordialissimo e senza troppe insistenze ci fa un pò da cicerone anche se alla fine ci lascia, come di loro abitudine, di fronte al negozio della sua famiglia. Qui iniziamo a fare le prime compere, indosso il “vestito magico”, foto di rito e dopo una contrattazione equa e non troppo estenuante salutiamo. Il resto della mattinata trascorre dolcemente chiaccherando per mezz’ora con chi ha la fidanzata in Italia, con chi è curioso di sapere notizie, curiosità sul nostro paese. Questo ci ha veramente colpiti: le persone non ti fermano solamente per propinarti la loro mercanzia ma per discutere delle divergenze e delle similitudini tra la nostra e la loro cultura. La stessa cosa ci è successa passeggiando il pomeriggio in spiaggia; siamo rimasti un’ora a parlare con Mohammed che ci ha raccontato parte della sua vita e delle sue speranze per il futuro. E’ strano ma i sogni si assomigliano tutti indistintamente da colore, razza e cultura! Lo rincontreremo poi l’ultima sera al caffè vicino al nostro albergo tutto felice perchè la sua fidanzata arriverà pochi giorni dopo ma realmente dispiaciuto per la nostra partenza. Il giovedì partiamo per due giorni alle oasi di montagna con sfortunata sosta a Gabès e alla sua oasi. Sfortunata in quanto inquinata(è una delle poche città semindustrializzate in cui le fabbriche si sono sviluppate senza curarsi di un piano ambientale) priva di interessi sia naturalistici che architettonici. Se potete non andateci. Meritano invece l’alba al “Chott el Jerid”, le oasi di Chebika e Tamerza e il tramonto alle porte del deserto di Douz. I colori sono quelli dell’arcobaleno e il silenzio in questi luoghi ha un “rumore” tutto suo inscindibile dalla pace e dalla serenità. Non dimenticate di portare penne hai bambini e non dategli caramelle (i loro denti non ne hanno bisogno) o soldi (li darebbero a chi non comprerebbe nulla per loro). Li incontrerete alle oasi o a Matmata, sbucheranno dal “nulla” e nel “nulla” torneranno ma rimarranno nei vostri cuori. L’ultimo giorno l’abbiamo dedicato alla visita di Houmt Souk capitale dell’isola. Qui abbiamo conosciuto Kamel che ci ha portato in giro facendoci risparmiare soldi e faticose contrattazioni in cambio gli abbiamo offerto un ottimo the alla menta al ” Roi de jus” bar al centro del souk dove è veramente ottimo. Ah poi dimenticavamo Chedli, un taxista con cui abbiamo fatto il giro dell’isola, che ci ha portato in luoghi magici lontano dalle solite mete turistiche, che ci ha spiegato usi e costumi e fatto incontrare Alì Babà il vasaio, personaggio mitico. Un’ultima cosa: diffidate dai turisti che stanno spaparanzati tutta la settimana al sole indifferenti alle bellezze di questo luogo, ce ne sono altri con cui si può fare amicizia e scoprire Djerba, come Daniela e Mauro che speriamo di rivedere presto e a cui mandiamo un affettuoso saluto. Insomma 1000 e una sarebbero le cose da raccontare che ci sono rimaste nel cuore con la speranza di tornare il prima possibile. Per informazioni, numeri di telefono, foto o critiche non abbiate timore.


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