Rallye de tunisie

RALLYE DE TUNISIE (13-27 MAGGIO 2006) INTRO: siamo ai primi di maggio e ancora non abbiamo deciso cosa fare per le ferie. Abbiamo voglia di caldo, mare, sabbia e di non spendere troppo. La Tunisia parrebbe un’ottima soluzione. Navigando un po’ in Internet troviamo offerte interessanti sia di soggiorni mare sia di tour, ma che noia! Valutando...
Scritto da: ILASER
rallye de tunisie
Partenza il: 13/05/2006
Ritorno il: 27/05/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
RALLYE DE TUNISIE (13-27 MAGGIO 2006) INTRO: siamo ai primi di maggio e ancora non abbiamo deciso cosa fare per le ferie. Abbiamo voglia di caldo, mare, sabbia e di non spendere troppo. La Tunisia parrebbe un’ottima soluzione. Navigando un po’ in Internet troviamo offerte interessanti sia di soggiorni mare sia di tour, ma che noia! Valutando la possibilita’ di un viaggio autogestito all’improvviso l’illuminazione per rendere il tutto piu’ divertente ed emozionante: andiamo in moto con la mitica Africona (Africa Twin 750 anno ’97 “usata ma tenuta bene”), in fondo è fatta proprio per il deserto e poi è un viaggio che sognamo da mo’…

PREPARATIVI: Basiamo l’itinerario su relazioni di viaggio scovate in Internet, la Lonely Planet e, per strade e chilometraggio, la cartina Michelin.

Per la messa a punto dell’Africona optiamo per non cambiare le gomme con pneumatici tassellati (non faremo molte piste) né gli ammortizzatori. Sostituiamo tutti i filtri , le candele e corona e pignone che gia’ avevano bisogno.

Come dotazione: bauletto, borse laterali, borsa da serbatoio (tutta macchina fotografica) giacche, pantaloni da moto, stivali ,2 sacchi a a pelo, paraschiena, interfono, foulard. Insomma un piccolo bazar ambulante con tanto di micro-officina al seguito (kit ripara tubless, gonfiaripara, fili di scorta per freno-frizione-acceleratore poiche’ i pezzi di ricambio in Tunisia scarseggiano). TRASPORTO: In nave da Genova a Tunisi 22 ore circa compagnia CTN a/r 2 pax+moto+cabina (all’andata) totali euro 515 con possibilità di prenotare on line e pagare con carta di credito (molto efficienti).

COSTO TOTALE A TESTA: 600 EURO a testa compresi i souvenirs. CAMBIO 10DT=6 EURO CIRCA.

13 maggio 2006 – Genova e nave – Partenza prevista ore 14.00, ma arriviamo troppo presto e il traghetto partirà in ritardo. Alle 16.00 ci fanno salire e sistemano l’Africona tra due tir senza legarla. Siamo gli unici motociclisti e ovviamente ci facciamo subito riconoscere scomodando metà equipaggio per cercare funi e catene per legare la moto. I tunisini in viaggio verso casa assistono alla scena divertiti dai loro camioncini carichi all’inverosimile di ogni sorta di vivanda/cianfrusaglia/mobili. Già mi sto divertendo.

La ns. Cabina e’ carinissima, i lettini comodissimi e il piumone soffice. Dopo una breve cena al self della nave svengo nel letto e mi risveglio per colazione (e pensare che ho sempre sofferto il mal di mare, che figata!) 14 maggio 2006- Nave-Tunisi-Teboursouk- Vorrei passare tutta la mattina a bordo piscina a prendere il sole (il viaggio e’ ancora lungo) ma appena fuori dalla cabina mi imbatto in un centinaio di viaggiatori che compongono una lunga e lenta fila. Mi chiedo cosa sia e, ahime’ scopro trattasi di fila per il controllo passaporti e dogana! Chiedo consiglio ad alcuni tunisini che suggeriscono, onde evitare di essere tenuta in ostaggio allo sbarco dalla polizia di frontiera, di adempiere adesso ai controlli. Dopo tre ore ho fatto 3 file diverse, compilato 3 formulaires, conosciuto un sacco di passeggeri simpatici (peccato tutti mi fumassero in faccia) e completato le formalità doganali.

Alle 16.00 siamo a Tunisi e, liberata l’africona, in un minuto sbarchiamo senza intoppi passando 5 posti di controllo e consegnando a ciascuno di essi pezzi di formulaires. (in molti sostengono di aver dato mazzette alla polizia, per quanto ci riguarda nella di tutto ciò, solo ampia cortesia e simpatia da parte dei Tunisini).

Appena usciti dal porto subito a far benzina e familiarizzare con la valuta locale. La benza costa 1 DT (dinaro tunisino) al litro, ovvero l’equivalente di 0,6 euro (che storia! Con 15DT=9Euro facciamo il pieno!). NB: siamo arrivati di Domenica e non c’era aperto nessun ufficio cambi né banca!!! Ci ha cambiato qualche euro il benzinaio.

Dal porto a Tunisi c’è una specie di superstrada sopraelevata ed in pochi minuti siamo in citta’. Le indicazioni ci sono, in caso contrario trovate un poliziotto praticamente ogni 300mt, quindi basta chiedere. Per trovare la strada SP5 per El Kef, sulla quale si trova la nostra prima meta Teboursouk, passiamo per la medina che però non ci fermiamo a visitare causa troppo caldo e moto carica (ripasseremo al ritorno).

In un’ora e mezza di tragitto tranquillo ed in mezzo alle colline arriviamo a destinazione. Troviamo subito l’hotel che oltre ad essere l’unico in zona è ben visibile dalla strada (Hotel Tougga). Bello fuori, con grande giardino e terrazzo per gustare l’aperitivo, parcheggio con guardia per l’Africona, ma un po’ meno bello dentro con camere spartane e con qualche blatta (schifo!), ma c’è solo questo…

Siamo gli unici ospiti e ci preparano anche una megacena (solo nn capisco come si possa mangiare per primo omelette au fromage e di secondo bistecca e patatine, vabbe’) il tutto, con la stanza, 60dt=24E.

15 maggio 2006 – Teboursouk-Dougga-El Kef-Kasserine-Gafsa-Tozeur Partenza ore 8.00. Prima tappa banca (non c’è ma la posta fa uguale) per cambiare i soldini poi in 10 minuti siamo al sito archeologico di Dougga. Siamo i primi ed unici visitatori e ci aggiriamo tranquillamente tra i siti popolati di caprette e restauratori che lavorano con molta enfasi (sdraiati all’ombra a bere te!!! Pero’ tengono in mano lo scalpellino o la spatola!).

In ogni caso la visita (circa 2 ore) vale la sosta! Molto belli anfiteatro, terme, campidoglio e soprattutto il silenzio e la pace…

Carichiamo la moto e in 1 ora siamo a El Kef. La nostra meta è la Kasbah (ovvero il quartiere alto dominato dal forte).

Attenzione alle strade belle ripide fatte di lastroni di pietra liscia…Ci siamo allungati in un bel volo con tanto di moto carica (tutto ok per fortuna). Arriviamo ma il forte è chiuso. Proviamo a bussare ed ecco arrivare il guardiano arzillo vecchietto che, in cambio di bakshish (mancia di 6dt) ci fa parcheggiare la moto, l nel forte, ci custodisce l’abbigliamento da motociclista, mi regala un mazzolin di fiori e ci fa da guida tra vecchie carceri ottomane, moschee, cannoni, scale e scalini ecc…Dalla sommita’ del forte bella vista su El kef e la Medina (nella quale vale la pena fare 2 passi).

Ore 13.00 partenza verso sud. Il paesaggio cambia e le verdi colline lasciano il passo ad un paesaggio brullo e pietroso. Sulle strade non c’è praticamente passaggio se si escludono: gli uccelli che si vogliono suicidare nei raggi della moto, i bambini nei paesini che ti rincorrono salutandoti e tu ricambi alzando la moto a mo’ di benedizione papale.

Verso le 14.30 siamo a Kasserine affamati e assetati. Ci accomodiamo nel primo cafe’ con tavolini lungo la strada e chiediamo qualsiasi cosa da mangiare. Il proprietario mi guarda esterrefatto per 2 motivi: il primo e’ perche’ in nessun caffe’ tunisino vedrete mai donne, il secondo perche’ nei caffe’ si beve il cappuccino (vedrete coi vostri occhi cos’è) e non si mangia! In ogni caso leggendo in faccia la mia fame e convenendo che una donna abbigliata in quel modo forse forse è come un uomo il tizio esce, va a comprarci del pane e ce lo porta, ci fa sedere comodi con una bibita, riesce, e va a casa sua a farci preparare delle uova con salsine ed insalata!!! Ma dai, troppo carino! Salutiamo, ringraziamo, paghiamo e dopo la sosta tecnica (a Kasserine pare ci siano solo caserme) alle 16.00 siamo a Gafsa dove, dopo un’altra sosta tecnica, andiamo a vedere solo le cisterne e facciamo un giro in moto della città, nulla di particolare.

Ore 18.40 siamo a Tozeur, nel vero sud tunisino, ai margini del Chott. Il clima è cambiato e fa un caldo pazzesco, pare di stare in un altro Paese. Ci dirigiamo verso la Zone Touristique dove troviamo una stanza al residence El Arich per 30 dt 2 pax, aria condizionata, parcheggio interno (in un bar tipo casa del popolo) e prima colazione. Facciamo 2 passi per la città, grande ma vivibile, dove incontraimo i primi turisti e i primi negozi per turisti-compra-tappeto (inutile spiegare che in moto nn ci sta…)! Ceniamo con 20dt al restaurant du Soleil (ovviamente omelette e bistecca).

16 maggio 2006 – Tozeur- Mides-Temerza-Chebika- Giro classico delle oasi del nord (ovvero di montagna, le altre le vedrete nel deserto) che e’ bene affrontare al contrario per evitare la ressa del tusista-in-gruppo-con-jeep e quindi non fermatevi a Chebika ma andate di buon ora fino a Mides.

Da Tozeur sono circa 60Km in parte attraverso un lago salato come il Chott el Jerid dove vedrete i primi dromedari. A Mides (evviva nn c’è nessuno) una simpatica guida locale per 5DT ci accompagna per il canyon, le vecchie case berbere distrutte dall’alluvuione del ’69, la palmeraire (fonte di sostentamento per i locali). Finito il giro ci fermiamo a bere qualcosa dando il via ad un’animata discussione sulla condizione femminile, ma c’è poco da discutere con un musulmano integralista! Cambiamo quindi argomento e passiamo alle critiche dei turisti in jeep che a Mides si fermano solo 5 minuti per fare 2 foto Al confini algerino (poi mi spiegheranno a cosa serve fotografare un confine all’orizzonte), vedere dove hanno girato “il paziente inglese” e ripartono senza fermarsi nemmeno un secondo a parlare con la gente…Vabbe’ sorvoliamo!!! Ritorniamo e ci fermiamo a Temerza. Qui la guida è un ragazzo appassionato di moto (è preparatissimo sulle bmw gs, sara’ che un po’ di motociclisti sotto Natale vengono in Tunisia) che ci porta alla sorgente, al canyon, alla palmeraire e alla grande cascata. La grande cascata sarà in tutto di 3 o 4 metri con un piccolo laghetto, ma la vera fortuna è che, essendo le 13.00 con 35 gradi, i turisti sono tutti al ristorante (al mattino ci sono mediamente 400 persone) e non c’è nessuno! Ci facciamo anche il bagno nel laghetto bello fresco!!! In un baracchino prendiamo una pizza berbera (una specie di crescione secco che mette una sete boia, quindi pessima idea) e con i locali ci mettiamo a discutere l’itinerario per Ksar Ghilane, tappa dell’indomani che in molti hanno segnalato irraggiungibile, ma ognuno la vede a modo suo…

Chebika ha le stesse attrattive +/- delle altre due oasi. Giro breve e Via! Rientrati a Tozeur giro in moto (senza casco e in ciabatte, da veri maranza) per la Palmeraire (la + grande) e camminata per l’antica medina con la sua tipica architettura (piccina ma bella). La Palmeraire è affollata di calesse per tusisti-con-videocamera trainati su vialetti improbabili da poveri ciucci. Non vi dico le reazioni inkazzose al nostro polveroso passaggio!! Dopo capatina al belvedere, triste con fintissima rocca del belvedere. Unica cosa positiva: al tramonto, in fondo verso sud, si vede il biancore del Jereid come fosse un miraggio.

17-05-2006 – Tozeur-Chott El Jereid-Douz-Zafrane-Matmata-Ksar Ghilane (EVVAI!!!) Partendo presto per evitare di percorrere la strada sopraelevata che attraversa il Chott in poco tempo siamo nel bel mezzo del deserto di sale. Stupendo con formazioni cristalline bianche e rosa, in alcuni punti pare neve. Fermatevi dove vi pare, ma non nelle chiassose piazzole di sosta. E soprattutto evitate di fare i brillanti con la moto e scendere nel deserto…Sergio in pochi minuti è sprofondato fino a meta’ della ruota dietro (pur avendo tolto i bagagli) e per tirarlo fuori mi sono impaltata fin sopra le orecchie!!! Sotto la crosta di sale, infatti, il lago salato e’ un pantano semidenso dal color verdeimprobabile…Se potete evitate l’esperienza, i miei stivaletti Alpinestars nuovi hanno subito…

A Douz nn ci fermiamo, breve sosta a Zaafrane per vedere un po’ di dune (le piu’ belle sono oltre il noleggio cammelli 2/3 km) e poi via a Matmata dove arriviamo verso le 13.00 dirigendoci subito all’hotel Sidi Driss (quello di guerre stellari) ricavato in una casa a pozzo e invaso da orde di turisti. Nonostante il centinaio di visitatori il personale e’ gentile, ci fa lasciare (gratis) i bagagli fino a domani e ci tiene una stanza.

Ore 14.00 siamo in viaggio per ksar ghilane (con deviazione a Matmata Nuova per fare benza. Vi conviene avrere il pieno e qualcosa in piu’ se considerate che A/R sono 160 km di pista piu’ la strada per Mattata a/r altri 90km…E perche’ nn si sa mai). L’accesso alla pista per Ksar Ghilane è ben segnalato, ma non fidatevi di chi vi dice di seguire la Pipeline perché non si vede (forse l’hanno interrata, e pensare che volevamo prenderla come punto di riferimento). Appena arrivati sulla “pista” si rimane delusi perche’ per 10km è tipo asfalto, poi per altri 10 km l’asfalto è in preparazione e poi, come da copione, sterrato fino al cafe’ Bir Soltane un bar in mezzo al nulla assoluto e crocevia di piu’ piste (non proprio segnate). Quando il tipo del bar ci vede con l’Africona con gomme normali e su in due storce il naso e vuole a tutti i costi convincerci a mollare la moto e usare il suo 4×4. Ovviamente ignoriamo l’offerta, ma a nostre spese! Dopo pochi chilometri dal Bir soltane la pista inizia a diventare un delirio di sabbia-sabbia-sabbia. Ogni 2X3 devo sccendre, aiutare sergio ad uscire dalla sabbia, camminare sotto il sole cocente. Le ventole dell’Africona vanno a manetta e con le giacche stiamo morendo…E poi non passa nessuno! Percorsi 70 km circa dovrebbe vedersi il bivio con la lingua di strada asfaltata che piegando a destra arriva a Ksar Ghilane, ma l’unica biforcazione che troviamo e’ tra due strade sterrate e invase entrambe da sabbia-sabbia-sabbia. Con estremo rammarico non me la sento di continuare, sta venendo psera e nn sappiamo dove siamo, andare avanti vuol dire spingere ogni 50mt…

Facciamo dietro front, annichiliti, quando all’improvviso la salvezza: un mega-camion carico di legna viene nella nostra direzione e avendo visto le tracce delle sbandate e dei miei passi a piedi si ferma subito per darci una mano! Sono 3 muratori tunisini che vanno proprio a Ksar Ghilane perche’ devono costruire una cisterna, quindi sono disposti nn solo a farci strada, ma mi caricano in cabina e rendono la vita di Sergio molto piu’ semplice. Infatti l’Africona senza passeggero è una gazzella e nella sabbia va via agilmente agli 80 km/h. Sergio è talmente entusiasta che in pratica se ne va piantandomi nel deserto sul camion coi tre tunisini!!!! (infatti è tornato in dietro a vedere se per caso mi avessero rapita). Dopo pochi Km eccoci alla deviazione ( e pensare che ci stavamo per arrendere) con tanto di indicazione (metterla prima no, vero?). Dopo tutta la tortura della pista arrivare al Camping Ghilane non sembra vero: c’è tanto verde, il posto è curatissimo, l’atmosfera è rilassatissima, nelle tende ci sono i letti con i materassi e le lenzuola (50dt 2pax con cena, ma fa niente), c’è silenzio se si esclude il rumore dell’acqua. La sorgente non è affatto termale ed e’ il classico laghetto tondo tra le palme in mezzo al deserto,ma vi assicuro che se avete la schiena rotta e le gambe a pezzi come noi un bel bagno ristoratore ve lo godete proprio! Poi siamo fortunati: non c’è nessuno e anche i baretti sorti a favore dei turisti-da-jeep sono deserti.

Appena oltre l’oasi si apre nella sua bellezza l’erg di dune e sabbia gialla dove in tutto relax ci gustiamo un fantastico tramonto. Ce lo siamo proprio meritato! Alcuni ragazzi se volete vi possono portare in cammello o a cavallo fino al piccolo Ksar qualche km nel deserto, ma noi eravamo troppo cotti. Chi ci è stato dice però ne valga la pena…

Dopo cena chiacchieriamo a lungo con i ragazzi dei dromedari (arrabbiati perché ci sono pochi turisti e quindi nn si lavora, e io come faccio a dir loro che per me è meglio?) e poi crolliamo.

18-maggio -2006 – Ksar Ghilane- Mattata-Medenine-Ksar Ouled Soltane-Ezzerah-Toujane-Matmata.

Data la giornata di ieri nn ce la sentiamo di rischiare da soli e dirigerci sulla pista per Chenini, facciamo quindi il giro lungo ripassando da Matmata.

La cosa fantastica è che (sara’ che Sergio ha imparato a guidare sulla sabbia dopo aver provato da solo, sara’ che fa meno caldo, sarà che ci siamo gasati con la frase “Mais vous avez l’Afrique, quel-est le problèm??” ) la pista al ritorno la percorriamo in un baleno. La tattica è mantenere comunque una velocita’ abbastanza elevata per non insabbiarsi e, nei tratti gibbosi/sabbiosi, Sergio stava e mezza altezza e io in piedi sulle pedivelle. In pratica sembrava uno spettacolo di equilibristi del circo Orfei, ma nn ci siamo piu’ arenati.

IN SINTESI: per la pista di Ksar Ghilane se siete in due pensateci bene! A Matmata molliamo le giacche e dopo una bella doccia rigenerante via verso Ksar Ouled Soltane. Le strade sono 2: o si passa per Matmata Nouvelle per una strada minore e panoramica attraverso le Matata Hills i villaggi di Bini Zelten e Ain Taurine, oppure direttamente da Matmata Vecchia una strada bella larga (per i pullman dei turisti) e nuova nuova in poco tempo vi porta a Medenine. Consiglio: fate la prima all’andata e godetevi il panorama, la seconda al ritorno se siete stanchi.

A Medenine/Tautoutine ci fermiamo per pappa/benza e, nonostante tutti sostengano il contrario, scopriamo che la strada fino allo Ksar è asfaltata! Arriviamo a Ksar Ouled soltane verso le 14.30 e, data la canicola, non c’è nessuno!!! Evvai!!! Il luogo è pittoresco, con le diverse file di ghofras sovrapposte, e davvero si presta se amate la fotografia. Poiché siamo i soli visitatori due fratelli che gestiscono il baretto locale ci invitano a restare per bere qualcosa e farci vedere/compilare il libro dei visitatori (è cortesia dovuta). Altri 10 Km e siamo ad Ezzerah con il suo Ksar altrettanto bello e ben conservato e, poiché ignorato dai circuiti-jeep, ancora abitato ed utilizzato. Vale la deviazione.

Al ritorno ci fermiamo al villaggio di Toujane, vicino a Matmata, piuttosto pittoresco, legato alle tradizioni e arroccato sulla montagna. Gli abitanti pero’ lamentano che la loro vita, prima tranquillissima è oggi disturbata dalla nuova strada che per portare a Matmata attraversa il paese ed è percorsa ogni giorno da centinaia di bus.

Prima di rientrare all’Hotel visitiamo una casa berbera lungo la strada per Touchine. Di maison berberes ne troverete diverse tutte a misura di visitatore, ovvero ben restaurate, ma comunque abitate per davvero dalle famigli locali. L’Hotel Sidi Driss e’ in pratica la casa troglodita piu’ grande e con piu’ pozzi. La sera e la mattina presto i turisti non ci sono e Voi vi godete in assoluto relax il silenzio e il fresco delle camere. 19-maggio-2006 -Matmata-Jerba In un paio d’ore copriamo il tratto Matmata-Medenone-Jorf dove una veloce chiatta con pochi centesimi ci porta sull’isola di Jerba. Da questa parte l’isola non e’ molto bella quindi siamo subito a Houmt Souq alla ricerca dell’hotel Erriad. Inutile cercare di arrivarci in moto seguendo la mappa della Lonely perche’ girate per ore e nn vedete i vicoli. Quindi piazziamo la moto davanti ad un barbiere e in pochi passi troviamo l’ingresso dell’Hotel (appunto un vecchio fondouk dall’atmosfera serena e rilassata con i letti fatti di pastrelline colorate. Inoltre fa fresco considerando che fuori fa 42 gradi…) gestito da un simpatico vecchietto che parla 5 lingue. Riprendiamo la moto, attraversiamo il souq affollato carichi come muli e parchegg8iamo nel cortile. (Ogni volta che entiamo/usciamo il simpatico vecchietto deve togliere tutti i chiavistelli al portone…). Houmt Souq è piccina, si gira con tranquillita’ tra le stradine piene di negozietti di souvenir e articoli in pelle e ceramica. E’ una tortura non poter comprar nulla (ma in moto dove metto la roba?) anche perche’ i prezzi sono molto bassi.

Nel pomeriggio prendiamo un taxi per la spiaggia di Sidi Mahres qualche chilometro piu’ a est con 4dt (non interrompiamo la siesta del vecchietto dell’hotel…). Il tassista ci prega di ricontattarlo poi al ritorno e ci lascia i soldi della chiamata! E’ simpatico e lo ricontattiamo.

LA SPIAGGIA DI JERBA: la spiaggia e’ una lunga lingua di sabbia bianca, ben ventilata, con mare turchese e sole caldo. In tanti sostengono sia invasa dalle alghe (c’è chi dice che la mattina le tolgano con le ruspe), personalmente l’ho trovata pulitissima e le alghe non c’erano! Forse perche’ è maggio.

Benche’ costellata di Hotel e resort con spiagge esclusive ci sono diversi tratti di spiaggia libera con ombrelloni di paglia gratuiti ad uso di tutti. Le attivita’ sportive praticabili sono numerose: dall’equitazione allo Sky Jet al Para-sailing. La penisola dei fenicotteri non è raggiungibile in moto, ma solo con un’escursione in barca, che evitiamo perché a maggio i fenicotteri nn ci sono.

Concordiamo con Khaled una gita a cavallo per l’indomani mattina alle 10.00, rientriamo in albergo e ceniamo al “Les Palmeraires” con 16 dt a testa (medio).

20-maggio-2006 -JERBA (Houmt Suoq/Sidi Maheres/Guellala) Colazione con tipica spremuta fresca di arance di Jerba nell’unica mattina priva di sveglia forzata e senza chilometri da percorrere, evviva! Alle 10.00 siamo in spiaggia, parcheggiamo l’Africona in bella vista sotto un ombrellone (non vi dico gli sguardi dei bagnanti, ma con 40 gradi mi si scioglie, poverina!) ed arriva subito Khaled coi cavalli. Breve giretto al passo e poi galoppata sulla spiaggia prima che il caldo divenga insopportabile.

Per pranzo prendiamo pane e formaggio al market di Aziz vicino al Bravo Club dove assistiamo al pietoso spettacolo dei nostri connazionali (adulti non bimbi) che alle 13.00 sotto il sole cocente danno il peggio sculettando sulle note a tutto volume di “ciapa la gaina (prendi la gallina)” una specie di ballo del qua-qua…Aziz ci dice “Ma in Italia siete tutti cosi’? Ed io che vi ammiro per l’arte di Roma, Venezia e Firenze, per la cultura…E venite in Tunisia a far le scimmie!”. No comment! Nel pomeriggio destinazione ceramiche a Guellala (il sole ustiona e noi siamo in costume, ovviamente senza casco), passando per gli uliveti di Cedouiceck e la visita della minuscola moschea sotterranea (niente di speciale, infatti nessuno sa dove sia). A Guellala tutte le diverse “fabbriche” incominciano simultaneamente a produrre appena parcheggi la moto (MMMM), ma se non avete mai visto fare un vaso vale la pena di fermarsi, la dimostrazione è gratis! Prendiamo comunque un paio di piattini e vasetti variopinti a qualche DT (che arriveranno integri fino a casa, incredibile!) Vale la pena un salto alla grotta di Ali’ Berbere, dove questo simpatico vecchietto (un po’ matto di sicuro) si diverte a saltar dentro e fuori dalle anfore, e vi obbliga letteralmente a fare le foto dove vuole lui. Il posto è carino.

Per la cena si puo’ optare per uno dei tanti locali della Zone Touristique oppure per Huomt Souq. 21 maggio 2006 – Jerba-Sfax-El Jem-Mahadia- Partiamo che Houmt Souq ancora sonnecchia per un bel tappone di 380 KM. Traghettiamo e seguiamo per Gabes e poi Sfax. Quest’ultima dovrebe avere una fantastica medina, ma arrivando ci imbattiamo nella citta’ industriale trafficata ed inquinata e nella degradata periferia piena di gente poco raccomandabile. Non abbiamo voglia di fermarci, di medine ne vedremo altre (e ne abbiamo gia viste). Inoltre la strada Gabes-Sfax è la peggiore di tutta la Tunisia, molto trafficata, piena di camion e devi fare attenzione a quelli che provengono in sorpasso dal senso opposto di marcia e che non fanno caso ai veicoli piccoli (come la moto). Insomma il rischio frontale è all’ordine del giorno. El Jem è una città poco importante per la Tunisia moderna, ma il suo imponente anfiteatro romano (che si vede già dalla strada verso Sousse) vale la sosta e la visita. Pranzo con brachette in uno dei numerosi baracchini sulla piazza dell’anfiteatro e via verso il mare di Mahadia (Hotel la Corniche, un po’ spartano e sulla strada, ma vista mare e l’unico low cost non appartenente alla Zone Touristique nonchè vicino alla Medina. 24 dt 2pax con colazione. No parcheggio. Per avere acqua calda, asciugamani, carta igienica e lenzuola ho dovuto insistere piu’ volte e poi alzare la voce…).

La bella spiaggia color oro incomincia di fronte all’Hotel e si estende per qualche chilometro in direzione della Zone Touristique. Il mare è di un blu favoloso, reso ancor piu’ bello dal contrasto con le case bianchissime della Medina.

La sera passeggiata romantica sul lungomare, parecchio frequentato dalle famiglie tunisine, visita del Forte, Place du Caire, faro e porta della città. Medina carina e pittoresca vale la sosta di 1gg.

Ceniamo in un ristorantino con terrazza sul mare assai poco turistico. Menù a base di Chapati (l’equivalente tunisino del crescione, solo che è con tonno e olive) ad un prezzo irrisorio 5dt in due). 22 maggio 2006 – Mahadia-Monastir-Sousse-Hmmammet- Ci svegliamo presto per visitare il forte di Mhadia e scattare qualche foto alla Medina dall’alto prima di partire, ma purtroppo per noi è lunedì ed è chiuso. Ci concediamo allora una sosta in un locale che si chiama Sidi Salem, pittoresco con diverse terrazze sul mare. Fa anche da ristorante.

Alle 9.30 siamo a Monastir (80KM), attraversiamo la medina pe arrivare al Ribat e trovare (in teoria) la spiaggia piu’ bella. A me però Monastir non piace e ‘sta spiaggetta a ridosso del Ribat, con acqua ferma, oppressa da mega-hotel mi fa ansia, sembra la Liguria (quella brutta)! Ci dirigiamo verso la Zone Touristique ma anche qui niente di bello, rispetto a Jerba il mare è piu’ sporco, la spiaggia piu’ stretta e sporca. Peccato perché invece la Medina è bella.

Proseguiamo allora verso Sousse (fuori programma) dove ci accoglie una città caotica e con giganteschi Hotel a ridosso della spiaggia affollata. Rimpiango di aver abbandonato Jerba e Mahadia e presa dalla disperazione faccio un ulteriore cambio di programma e decidiamo di procedere verso Hammamet (con la speranza che il nostro noto politico non l’abbia scelta per caso, ma perché bella).

PS: Port el Kantoui potrebbe essere un’alternativa, ma cara.

Fino ad Hammammet è autostrada a pagamento, quando arriviamo all’uscita sto per collassare perché sono in moto dalle 9.00, sono le 12.00 e fa caldo, caldo, caldo. Ma questa mia sofferenza è ben ricompensata (anche se per caso).

Bisogna scegliere tra Hammamet Nord-Centro o Sud oppure la Zone Nouvelle Jasmine, Gli alberghi saranno centinaia, quale scegliere? Ci dirigiamo a Sud alla ricerca di un certo “Miramar”, ma dopo vari giri non lo troviamo, se non conosci il posto orientarti all’inizio e’ un casino.

Ad un certo punto ci troviamo in spiaggia (bello!) col mare azzurro a portata di mano (bello!). Qui sorge un po’ in disparte dal nucleo degli altri un hotel la cui insegna recita “colisée club beach”. Entro inizialmente per chiedere se sanno dov’è il Miramar. Non sanno e già che ci sono chiedo quanto vogliono (il posto ci piace). Quando mi sento rispondere 30 (penso euro a testa…Quasi quasi accetto). In realtà sono 30 dinari a coppia in mezza pensione! Con spiaggia privata, camera vista mare,piscina, tennis ecc…, parcheggio con guardia armata. Ma che botta di culo! Ovviamente ci fermiamo 3 giorni (paghiamo subito e ci facciam dare la ricevuta, non sia mai che il tipo alla reception si sia sbagliato). Inoltre scopriamo di essere gli unici cliente perché l’hotel ha appena inaugurato la stagione quindi godiamo anche dei seguenti lussi: mattina nuotata in piscina (olimpionica tutta per me) e colazione a bordo vasca, cena su ordinazione in terrazza, attività sportive quando e quelle che vuoi (basta che chiedi ai ragazzi), abbiamo anche una gatta che ci segue come un’ombra a caccia di coccole.

23/24 maggio 2006 – Hammamet- Facciamo vita da spiaggia per 2 giorni. Unica nota di rilievo l’esperianza di Para-sailing a 2, veramente adrenalinica (soprattutto perché se sia alza il vento di colpo non riesci piu’ a scendere e continui a girare sopra la base nautica sperando di riatterrare sulla spiaggia senza schiantarti sugli ombrelloni). Bella anche la spiaggia di Hammammet centro appena sotto il Forte con sabbia giallissima e mare cristallino.

Durante i due giorni abbiamo visitato le due Medine di Hammammet: la prima antica, la seconda (Yasmine) una sorta mondo finto a cavallo tra Gardaland ed il Serravalle Outlet. HAMMAMMET CENTRO: La Medina è veramente bella, piccola, con alcuni scorci sul mare azzurro e molte delle case intonacate di celeste. Peccato sia invasa da venditori di tappeti invadenti e truffaldini (cavallo di battaglia è portarvi nel loro negozia con la scusa della “fiera della lana”, oppure il “non ti ricordi? Sono il cameriere del tuo hotel, oggi giorno di riposo aiuto genitori in negozio”). Unica soluzione: fingetevi sprovveduti, accettate the e caffe’, fateli parlare e poi prendeteli per sfinimento. Come? Chiedete tappeti di un colore assurdo, di dimensioni assurde, soprattutto Kilim e pretendete di averlo subito. Sostenete che in altri paesi (Marocco, Yemen ecc) avete comprato senza problemi e a prezzi migliori. Otterrete cosi’di essere congedati dal procacciatore d’affari e lasciati in pace per il resto della sera. Garantito! YASMINE HAMMAMMET: tutto precisissimo, fintissimo (come le mura della finta Medina), violoni come a Miami. Ci sono anche alberghi edificati come castelli che fanno pagare ai gruppi di turisti il biglietto per entrare a fare la visita! Assurdo. Nei negozi c’è il festival del taroccato (va per la maggiore il finto made in Italy).

Ovunque in vendita villini e appartamenti in residence. Boom immobiliare della Tunisia moderna a portata di mano per l’Europeo (30mila euro in media per un appartamento, come un box a Milano, 200mila la villa con piscina, come un monolocale a Spotorno). 25 MAGGIO 2006 – HAMMAMMET-SIDI BOU SAID-TUNISI Anche il clima ci avvisa che il viaggio sta per finire, è nuvolo e fa freddissimo! Ci prepariamo per un tragitto breve, di un’ora, ma a Tunisi ci perdiamo e i vigili ci fanno girare in tondo…Solo alle 10.00 circa ce la facciamo ad arrivare a Sidi Bou Said ma oggi la sfiga ci perseguita! 1 – Causa presenza di non meglio precisate autorità la città è vietata ai mezzi propri (e io come faccio?)…Solo dopo aver sfoggiato tutto il mio charme il gendarme chiude un occhio! In ogni caso pessimo affare perché Sidi Bou said è tutta un saliscendi e spesso non ci sono vicoli, ma scalinate! …E indovinate un po’ dove si trova l’hotel (Sidi Bou Fares) ? In fondo ad una scalinata! Ma l’Africona puo’ tutto, anche fare le scale e stare parcheggiata in discesa legata con le funi della nave al palo della luce…

2 – L’hotel è pieno (le autorità!!).

Ma mai arrendersi, basta convincere l’albergatore a farti stare in due in una camera singola con un materasso in piu’ per terra senza bagno che nemmeno una suora di clausura accetterebbe (ma noi siamo stanchi, domani la nave e all’ultimo giorno non è che abbiamo molto tempo).

Da Sidi Bou Said a Tunisi prendiamo il treno/metro TGM che fa tappa anche a la Goulette e cartagine. La linea 4 del metro lèger, che passa anche nei pressi della Medina, ci porta invece sino al Bardo. Prima della visita ci concediamo una sosta mangereccia assaggiando i famosi “brick” ovvero qualcosa di simile a crèpes secche con ripieno di uova, tonno, olive ecc. A Sergio piacciono, a me paiono bisunti e mappazzoni e stimolano il sonno pre-museo…

Il Bardo merita la visita che a noi richiede due ore. Bellissimi i mosaici, conservati in modo ottimale.

Ci concediamo poi un po’ di shopping nella Medina. Mi dimentico di essere qui in moto e riesco a comprare svariati quantitativi di roba compreso: un tappeto (che metterò steso sulla sella) una gabbietta per gli uccellini (che mettero’ nel bauletto posteriore riempita della biancheria sporca) babouches per tutta la famiglia.

Alle 17.00 torniamo a Sidi Bou (la Saint Tropez Tunisina con tanto di mega barche e Hotel de charme ), ma il cielo e grigio e non ci permette di ammirare la bellezza di questo paesino bianco e blu pieno di Buganvillee e portoni finemente decorati che, al contrario, da’ il meglio di sé nelle giornate assolate. La mattina presto e la sera, inoltre, non vi trovate le orde di turisti dei villaggi della costa e godrete di una fantastica atmosfera. Mangiamo Kebab a 5DT in un ristorantino di piazza 7 novembre. E, incredibile, il ristoratore sta seguendo RAI1! Facciamo due chiacchiere e ci spiega che guardando la tv italiana prova a imparare la lingua. La sua trasmissione preferita è “A’ la Porte” con Vespa. Unico problema: è convinto che Vespa sia un ministro importante!!!! Non un giornalista! E non riusciamo a convincerlo del contrario! 26 maggio 2006 – Sidi Bou Said-Nave-Casa….

Di buonora ci dirigiamo al porto de La Goulette passando per le rovine di cartagine sperse qua e là per la città di mare (non meritano molto), Bella invece la cattedrale cristiana.

Dopo qualche ora di attesa e l’esibizione di innumerevoli Fiches de Sortie ai vari gendarmi (più casino per uscire che per entrare nel Paese) ci imbarchiamo sulla Habib che, raffrontata con la nave dell’andata (la Cartage) sembra una carretta del mare.

Non ci sono nemmeno le lussuose cabine che avevamo all’andata, ma si potevano prenotare solo le cuccette in scompartimenti riservati…Ovvero dei loculi, puliti ma sempre loculi…Divisi da pareti di legno e senza serratura per lo scomparto, evviva! Chiedo alla reception di cambiare, ma mentre un caro signore mi da’ l’ok, la sua stronzissima collega donna, che gode nel vedermi soffrire nello scomparto, dopo avermi fatto spettare 2 ore invano, assegna l’ultima cabina ad una cara famigliola arrivata da pochi momenti….Volevo far scorrere sangue sulla nave, ma Sergio mi ha trattenuta a forza …Dicendomi di mantenermi superiore…Ma a cosa? Ai sopprusi! Meglio lasciar perdere. Unico lato positivo un risparmio netto di 74 euro (differenza che avrei dovuto versare per la cabina) e la sensazione di vivere in una canzone come nella terza classe di De Gregori.

E ora che dire? Il viaggio passa veloce, la notte dormiamo di sasso e alle 16.00 dell’indomani siamo a Genova felicissimi di aver vissuto una stupenda esperienza e con il deserto ancora nel cuore…



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