Ma che bel castello di Toscana

Un tour d’altri tempi alla scoperta degli antichi borghi della Valle del Serchio: da Castiglione di Garfagnana a Castelnuovo, passando per Coreglia Antelminelli e Barga
Turisti Per Caso.it, 20 Ott 2016
ma che bel castello di toscana
Spesa: Fino a €250 €

Ecco un viaggio itinerante da fare tutto d’un fiato in un angolo della Toscana, tra le Alpi Apuane e l’Appennino tosco-emiliano in cui scorre il Serchio, terra d’adozione di Giovanni Pascoli e contesa, negli anni, tra romani, longobardi, guelfi e ghibellini, la Repubblica di Lucca e quella di Pisa, il Ducato di Modena, Firenze e i Visconti. Piccoli borghi immersi nella storia, nell’arte e nella cultura che, proprio a causa di antiche e storiche contese, si sono fortificati erigendo mura, castelli e torrioni… tutti da vedere.

 

CASTIGLIONE, LA CITTÀ FORTEZZA

Per questo viaggio tra i castelli del lucchese si parte da una vera e propria città fortezza, Castiglione di Garfagnana, il cui castello ricoprì un ruolo importante nella Valle del Serchio perché consentiva di controllare la via di comunicazione che collegava, fin da tempi remoti, la Valle del Serchio con il Nord Italia attraverso l’Emilia. Si tratta di un borgo delimitato da cinta murarie che nasce proprio intorno a una rocca munita di tre torrioni. Quest’ultima è di proprietà privata, ma può essere visitata accompagnati da guide. Una volta arrivati nel borgo conviene lasciare l’auto nel parcheggio vicino alla Porta Nuova e iniziare la visita oltrepassando questa via d’ingresso al borgo. Salendo a destra si può costeggiare uno dei tratti di mura meglio conservati della fortificazione, dove si possono incontrare ancora due feritoie. Un secondo accesso è la Porta del Ponte, che immette direttamente in Piazza Vittorio Emanuele II, la piazza principale. Qui si fanno largo il Palazzo del Parlamento (1509), sede del Municipio e il Palazzo Nobili. Sulla via principale si possono ammirare gli antichi palazzi e la Chiesa di San Michele, caratterizzata da una facciata in pietra grigia, marmo rosso e bianco. Gli interni custodiscono la Madonna col Bambino di Giuliano di Simone, testimonianza della pittura lucchese del Trecento. Passeggiando lungo le mura si arriva, infine, alla Chiesa di San Pietro, una struttura imponente con tre torrioni, il più grande dei quali è il mastio. L’altro ingresso si trova sul lato opposto, tramite la Porta Inferi, oltrepassata la quale ci si ritrova nel Parco della Rimembranza e subito dopo, davanti al Torrione della Brunella, il più imponente della cinta muraria. Imperdibile la vista che dà sulla valle e sulle Alpi Apuane, per godersi al meglio la quale è d’obbligo salire sul torrione. Dalla cima si ammira un panorama semplicemente splendido. Prima di riprendere la strada per continuare il viaggio alla scoperta degli altri borghi, vale la pena fare rotta verso San Romano, per visitare la Fortezza delle Verrucole. Sulla strada del ritorno conviene fermarsi in una delle tante lo­cande per gustare il piatto tipico locale: polenta di castagne accompagnata con ossi di maiale bolliti.

ROCCA AL CENTRO

Percorrendo la strada in direzione Sud si incontra il capoluogo della Garfagnana, Castelnuovo. Il suo simbolo è la maestosa rocca risalente all’XI secolo, intorno alla quale si è poi sviluppato il complesso fortificato che oggi domina il centro storico. Dal fulcro del borgo, Piazza Umberto I, si diramano le vie che conducono ai monumenti storici tra cui la Rocca Ariostesca e il Duomo dedicato ai santi Pietro e Paolo. La rocca oggi ospita gli uffici comunali, l’archivio storico e il Museo Archeologico del Ter­ritorio della Garfagnana dove si possono ammirare i reperti archeologici provenienti dall’alta valle del Serchio. Continuando la visita si arriva al Duomo, in­titolato ai SS Pietro e Paolo, la cui facciata rinascimentale si caratterizza per la sua struttura a tre portali, con quattro lesene che sostengono un frontone. Al suo interno ci sono la Madonna dei Santi, tela attribuita a Michele di Rodolfo del Ghirlandaio, e la Pala di San Giuseppe, una terracotta robbiana alla cui base si notano gli stemmi della comunità di Castelnuovo.

L’ORA DI GIOVANNI PASCOLI

È necessario arrivare in quella che è stata una delle tre vicarie (della Lucca del 1236) prima del tramonto, perché Barga emana tutto il suo fascino nelle ore not­turne. Anche Giovanni Pascoli ne L’ora di Barga la fissa in quella luce. Quindi si può approfittare dell’occasione per ce­nare in uno dei ristoranti del borgo, trovare un alloggio per la notte e visitare il paese la mattina seguente, prima di proseguire il viaggio verso l’ultima tappa del week-end.

NELL’ANTICO BORGO

Nell’antico paese protetto da una cinta muraria, si può accedere da tre porte: Porta Reale, Porta Macchiaia e Porta di Borgo. Oltrepassando la prima e passeggiando su Via del Pretorio si giunge al conservatorio di Santa Elisabetta, un antico monastero delle Clarisse che risale al XV secolo. Proseguendo ci si ritrova nella parte più alta del castello, dominata dal Duomo, la cui facciata principale è stata costruita a più riprese dal XI al XVI secolo in blocchi di pietra alberese che acquista tonalità e sfumature a seconda delle condizioni atmosferiche. Intorno al duomo si fa spazio un grande prato, chiuso a Nord dal Palazzo Pretorio, oggi sede del Museo Civico. Camminando ci si ritrova poi in Piazza Salvi dove si affacciano due edifici del Cinquecento: Palazzo Pancrazi, oggi sede del Comune, e la loggia dei Mercanti, costruita quando Cosimo I de’ Medici istituì il mercato di Barga (1546). D’obbligo un salto in Piazza Angelio, il salotto del borgo, teatro di manifestazioni culturali e di feste popolari, anche per vedere l’omonimo palazzo. Infine, lungo Via di Mezzo fanno bella mostra di sé i palazzi del Settecento tra cui quello dei Bertacchi, dimora dei granduchi di Toscana quando erano in visita al borgo. L’ultima sosta da fare è nella frazione di Castelvecchio Pascoli, a quattro km dal borgo, per visitare Casa Pascoli, residenza in cui il poeta trascorse gli ultimi anni della sua vita. Conserva la struttura, gli arredi, la disposizione degli spazi dell’epoca. L’archivio contiene circa 76.000 carte, mentre la biblioteca circa 12.000 volumi.

PALAZZI E IL MUSEO… DELLA FIGURINA DI GESSO

Ultima tappa del viaggio è Coreglia Antelminelli, che vanta, seppur modificato, un tessuto urbano Cinquecentesco e mette in bella mostra edifici storici come quello del Comune (1572) e i palazzi Antonimi e Vincenti. Nella parte alta domina il Palazzo Vanni, che accoglie il Museo della Figurina di Gesso e dell’Emigrazione. Qui sono conservati oltre 800 pezzi di gesso, che provengono dalla Scuola di Disegno e Plastica (1883). Prima di rimettersi in strada, c’è da visitare le Chiesa di San Martino e quella di San Michele. La prima è stata eretta nel IX secolo, e ampliata nel X con le attuali arcate interne, i sostegni, i capitelli e l’abside. La seconda, costruita nel Mille a ridosso della fortezza e della torre, è stata trasformata poi in campanile. All’interno, l’ambone preromanico raffigurante una mucca è probabilmente il più antico sostegno di pulpito di tutte le chiese della Valle del Serchio. Solo ora, alla fine del nostro piccolo tour, si possono salutare le Alpi Apuane che svettano nella provincia di Lucca e i colli appenninici che degradano verso valle.

QUANDO IL TOUR DIVENTA ANCHE ENOGASTRONOMICO

Barga è definita “città slow” grazie a quel mix di arte, cultura e viver bene che la contraddistingue. I prodotti tipici (castagne, miele, vino, olio, farine, ortaggi, funghi, formaggi e salumi) ne sono protagonisti e ogni cibo viene valorizzato dalla filosofia slow. L’itinerario diventa così anche enogastronomico. Per gustare qualche piatto tipico potete fermarvi al Ristorante Alpino. Tra le specialità crostini toscani (una famosa e vecchia ricetta di famiglia), salumi di norcineria artigianale, la pasta casalinga, fettuccine, tortelloni Barghigiani, gnocchi, zuppe di verdure. Come secondi c’è una buona scelta di carni e poi, ovviamente, una varia selezione di formaggi. Uno dei piatti forti del borgo di Castiglione è invece la polenta di castagne accompagnata con ossi di maiale bolliti. Alla base della gastronomia locale ci sono funghi, tartufi e castagne. E per gustare un buon piatto di funghi porcini potete fare tappa al ristorante Il Casone. La struttura dà inoltre l’opportunità di pernottare perché è dotata di 38 camere. A Castelnuovo di Garfagnana potete fare tappa alla Trattoria Bonini. Qui i prodotti locali da non perdere sono il Bazzone di maiale nero, i pecorini garfagnini, le preparazioni a base di castagne e farina di Neccio DOP. Dal lunedì al venerdì, a pranzo la trattoria propone un interessante e vario menu a 10 euro (bevande escluse). Il tour gastronomico termina a Coreglia Antelminelli per gustare il prosciutto Bazzone (presidio Slow Fo­od), il manzo di pozza e il Biroldo, salume tipico della Media Valle del Serchio e della Garfagnana. Trovate queste (e tante altre) prelibatezze da L’antica Norceria.

Foto: Matteo Lunardi