Viaggio su misura in Thailandia e Cambogia

Fai da te assistito per cogliere, senza compromessi, la meravigliosa fusione dell'ingegno e la spiritualità dell'uomo con la forte natura tropicale
Scritto da: mimmo valenti
viaggio su misura in thailandia e cambogia
Partenza il: 13/03/2016
Ritorno il: 28/03/2016
Viaggiatori: 4
Spesa: 3000 €
Ho avuto difficoltà ad organizzare un viaggio autogestito in Thailandia e Cambogia e non me la sono sentita di improvvisare. Ho preferito ottimizzare il mio viaggio, riempiendolo di esperienze, piuttosto che andare all’avventura e perdere magari mezza giornata per uno spostamento. Ho cercato allora una soluzione un tantino diversa, chiamiamola un fai da te assistito.

Siamo 2 coppie, con una disponibilità di 16 gg a marzo, di cui 2 destinati ai voli intercontinentali, quindi con 14 gg disponibili per conoscere al meglio Thailandia e Cambogia. Ho scelto gli itinerari di visita, un equilibrato mix di cultura e natura, avendo cura di privilegiare siti che riuscissero a farci sentire per un pò thailandesi o cambogiani: 2 gg Bangkok, Thailandia del nord 5 gg, Cambogia Angkor e Siem Reap 4gg, infine 3 gg di relax nel mare di Koh Samui. I servizi che avrebbero dovuto integrare il mio progetto sono: transfer, tours privati; 3 visite con guida italiana a Bangkok, nord Thailandia con minivan, autista e guida parlante italiano, Cambogia Angkor e Siem Reap con minivan, autista e guida parlante italiano, mare Koh Samui in resort sulla spiaggia di Lamai con 1 escursione, hotel confortevoli, voli interni, tutti i pasti durante i tour.

Sono passato quindi alla ricerca dell’operatore turistico che riuscisse a soddisfare le mie esigenze. Ho escluso in partenza gli operatori che forniscono pacchetti pronti non modificabili e mi sono indirizzato verso un operatore che riuscisse a personalizzare il viaggio. Ho trovato Evaneos, che mi è parso adeguato alle mie esigenze perché dispone di un referente italiano in territorio thailandese con cui dialogare. Nel giro di pochi giorni, il mio interlocutore Andrea di Samui Travel, dopo una serie di telefonate chiarificatrici, è riuscito ad organizzare il viaggio secondo il mio programma e le mie aspettative, con condizioni economiche interessanti. Costo 2400 euro a persona escluso voli intercontinentali Qatar, acquistati per mio conto dall’operatore thailandese per 480 euro persona. Costi extra praticamente irrisori. Si parte.

Per facilitare la lettura fornisco prima una sintesi del viaggio e poi, per i più pazienti, il diario completo.

Sintesi

Periodo 13-28 marzo, inizio dell’estate, temperature massime intorno 35°, niente pioggia, umido Bangkok e Siem Reap, secco nord Thailandia, poco verde. Insetti assenti. Le condizioni ambientali cambiano notevolmente nella stagione delle pioggie luglio ottobre. Precauzioni: cibi possibilmente cotti, acqua in bottiglia anche per pulire i denti, frutta acquistabile per strada se sbucciata solo a vista. Nessun aspetto negativo, anche se bisogna essere preparati ad affrontare un viaggio comunque impegnativo.

La Thailandia ci ha colpito per la sua storia, per i suoi colori, odori, sapori e per la gentilezza degli abitanti, sempre pronti a regalare un sorriso. Il significato di Thailandia è paese degli uomini liberi, mai toccato dai pesanti conflitti dell’area e si vede. La nostra guida ci ha detto: la Thailandia produce tanto cibo e nessuno patisce la fame.

La Cambogia è un paese che ancora risente dei danni causati dal colonialismo occidentale e dal pesante regime dei Khmer rossi. La situazione politica e sociale è ancora instabile, anche se chiaramente è un paese che comincia a crescere. Nonostante le ferite ancora evidenti, la Cambogia ci ha stupito per la meravigliosa fusione dell’ingegno e la spiritualità dell’uomo con la forte natura tropicale.

Positiva la soluzione del viaggio su misura, bene organizzato prima della partenza. Tante esperienze senza nessun intoppo. La scelta del tour privato (2 coppie) è risultata vincente: il modesto incremento del costo è stato ampiamente compensato dalla maggiore flessibilità dei tours. Le guide che ci hanno accompagnato nel tour del Nord Thailandia (Jirawat per noi Eddye) e nel tour Angkor Wat Cambogia (Saveth) hanno dato valore aggiunto al viaggio con la loro elevata preparazione ed esperienza e ed il loro buon italiano.

La cucina thailandese e cambogiana ci ha piacevolmente sorpreso: delicata, gustosa e facilmente digeribile. Pensavamo di trovare sapori forti difficilmente gestibili. Niente di tutto questo (le salse speziate sono fornite in ciotoline separate). Cena x 2 dai 15 ai 20 euro in ristorante turistico, pochi euro nelle spartane aree ristorazione in genere dentro i mercati (entro le 13 pranzo ed entro le 20 cena).

Io sono appassionato di fotografia. Vi consiglio di fornirvi di una capiente scheda di memoria. Dopo l’esperienza avrei tolto dal tour Thailandia del nord solo la tappa Triangolo d’Oro, di interesse minore rispetto al resto del tour. Mi sarebbe piaciuto invece aggiungere la tappa montana del Parco Doi Inthanon, che penso però avrebbe comportato l’aumento della durata del tour da 5 a 6 gg.

Diario di viaggio

13 marzo – Partenza da Palermo con il primo volo Ryanair 6,40 per Roma, successivo volo Qatar 10,25 per Doha (h 6,25), dopo 2,30 ore partenza con Airbus A380 per Bangkok (h 6,15).

14 marzo

Arrivo Bangkok ore 6,55 locali. Bene i voli Qatar, una successione di pasti, bibite, film in prima visione, hanno reso leggera la traversata. Buona la scelta del volo intercontinentale in due tratte, dopo 4 ore la postura in aereo si fa sentire e con 12 ore di volo diretto sarebbe stata una sofferenza. All’aeroporto Suarnabhumi di Bangkok i controlli dei passaporti sono stati abbastanza celeri, all’uscita primo transfer verso l’hotel pronto per noi.

Arrivo in hotel alle 9 e lì abbiamo trovato in nostra attesa la guida che ci ha subito accompagnato alla visita del Grande Palazzo Reale. Il sito è in effetti un complesso di diversi edifici, sono templi, cappelle, palazzi, che sono stati aggiunti progressivamente dalle varie dinastie reali. All’interno del sito abbiamo visto i tetti appuntiti tipici dell’architettura Thai, incisioni e sculture di valore inestimabile ed il famoso Buddha di smeraldo all’interno del tempio Wat Phra Kaew, il più popolare e venerato Buddha della Thailandia. Necessari per questa visita pantaloni lunghi e magliette che coprono le spalle. L’elevata concentrazione di monumenti ed il notevole afflusso turistico, uniti forse anche al repentino salto di temperatura con l’Italia, hanno reso la visita un tantino impegnativa.

Dopo il nostro rientro in hotel, un breve giro orientativo nella zona Silom ci ha fatto individuare dove pranzare. In thailandia, ma ancor di più nelle città, gli abitanti non prediligono cucinare. Sono pertanto innumerevoli le aree di ristorazione, per lo più dislocate in prossimità dei mercati. Sono dei grandi padiglioni, spartani, con al centro i tavoli e lateralmente tanti piccoli stands ciascuno con la sua cucina a vista. Basta solo scegliere il piatto, farlo comporre con gli ingredienti di proprio gradimento ed è fatta. Una gentile signora ci ha preparato un delizioso pad thai, con noodles, spinaci d’acqua e polpa di maiale, al modico prezzo di 80 bath (2 euro).

Chao Phraya è uno dei due principali fiumi della Thailandia, che attraversa tortuosamene Bangkok prima di gettarsi nel golfo di Thailandia. In serata, il secondo servizio del programma Bangkok prevede la navigazione lungo il fiume Chao Phraya con cena. Puntualmente alle 18,30 siamo stati prelevati in hotel dall’autista che ci ha accompagnato all’imbarco sul Chao Phraya, dove siamo saliti a bordo di un elegante battello da crociera fluviale, che ci ha offerto allo stesso tempo la gradevole visione notturna di Bangkok con i suoi monumenti ed i suoi grattacieli illuminati, una deliziosa cena con un buffet di cucina thai ed intrattenimento con balli in costume thai. Durata circa 3 ore. Splendida serata.

Il nostro autista ci ha riaccompagnato in hotel, ma prima di chiudere l’intensa giornata, breve passeggiata al mercato notturno di Patpong. Non ci ha entusiasmati, tante bancarelle di souvenir e qualche locale a luci rosse per patetici 70enni americani.

15 marzo

Alle ore 6,40 appuntamento in hotel con la guida per la visita del mercato gallegiante Damnern Saduak, che si trova a circa 100 km a sud ovest di Bangkok. Damnoen Saduak nasce come canale di collegamento per i trasporti interni sotto il regno di del re Rama IV, nella prima parte del 1800. La creazione del canale principale ha aiutato la diffusione dell’agricoltura in questa area; successivamente una rete di più di 200 piccoli canali sono stati scavati dai contadini locali per consentire l’irrigazione delle terre ed in alcune zone di questi canali si è concentrata l’attività di vendita delle produzioni agricole, dando così origine alla particolare tradizione del mercato galleggiante. Al nostro arrivo a Damnern Saduak ci siamo imbarcati sulle caratteristiche “long tail boat” o barche dalla coda lunga, chiamate così perché l’elica è montata in fondo a una lunga asta di trasmissione che parte dal motore (recuperato da motoveicoli dismessi), sono il tradizionale mezzo di trasporto usato per spostamenti turistici ma anche dai locali per spostarsi nei canali di Bangkok. La barca a coda lunga ha solcato velocemente il dedalo di canali, mostrandoci un paticolare ambiente rurale tropicale con coltivazioni di varietà di frutta e verdura a noi sconosciute. Le gente vive a stretto contatto con l’acqua in abitazioni su palafitte a ridosso dei canali. Dopo un lungo giro siamo arrivati al mercato. Anche se oggi la finalità del mercato è prettamente turistica, il folclore del mercato galleggiante è rimasto immutato. Le piccole imbarcazioni a remi sono cariche dei prodotti da vendere, dalla colorata frutta tropicale, alle verdure, ai cibi preparati rigorosamente a bordo. Provate ad immaginare un’imbarcazione in legno, poco più di una canoa, che contiene tutto il necessario per la cottura dei piatti tipici thailandesi, la bombola di gas, il bruciatore, il pentolame o wok, tutti gli ingredienti ed una simpatica signora vestita nel tipico abbigliamento locale che cucina, vende e si muove con perizia tra le tante imbarcazioni. Il servizio si è concluso con il rientro in hotel. Visita da non perdere.

Questa volta per il pranzo abbiamo avuto poca scelta. Nelle aree ristorazione bisogna fare attenzione agli orari, pranzo entro le 13 e cena entro le 20, fanno eccezione i ristoranti.

Per il pomeriggio, libero dal programma con l’operatore, abbiamo scelto la visita con tuk tuk del Wat Pho o Budda dormiente, escluso il Wat Arun perchè in fase di restauro, quindi relax al Parco Lumphini. Dopo una breve contrattazione abbiamo concordato il prezzo per il passaggio in tuk tuk da Silom al Wat Pho, 80 bath (2 euro). Certo in 4 nel tuk tuk si sta un tantino stretti, specie gli uomini se hanno le gambe lunghe. Il nostro tuk tuk era ovviamente smarmittato e nonostante la serena fisionomia del guidatore, il tragitto è stato percorso con andatura vivace. Il passaggio dal quartiere cinese è stato quasi una visita. Wat Pho è un tempio buddista composto da un insieme di edifici situati nel distretto Phra Nakhon nel centro di Bangkok. Si trova nelle immediate vicinanze del Grande Palazzo Reale. È conosciuto anche come il Tempio del Buddha Sdraiato ed è famoso, oltre che per la sua maestosa bellezza, per essere il luogo dove è nata la prima scuola di massaggio thai. Ci siamo quindi spostati in tuk tuk al Lumphini Park, il “Polmone di Bangkok”. Questo parco è un luogo di rifugio dove poter riposare, praticare sport e svagarsi, sia per i residenti che per i turisti. Appena prima del tramonto, si può partecipare ad una affollata lezione di aerobica all’aria aperta. Immancabile alle 18:00 l’inno nazionale. Per spegnere l’appetito i chioschi vicino alla statua di Rama VI a sud-ovest dell’entrata offrono i pad thai, tagliolini di riso, il jim joom, stufato di castrato e altri piatti thailandesi. Durante il weekend i mercati che vi si tengono offrono molte altre sorprese. Occhio ai varani giganti che perlustrano il territorio, noi ne abbiamo visto uno in uno dei laghetti della lunghezza di più di un metro, non provare a dargli da mangiare: potrebbero attaccare.

16 marzo

Ore 7,30 incontro in hotel con la guida che ci ha accompagnato nel tour della Thailandia del nord. Il mezzo a nostra disposizione è un minivan della Nissan, con 3 file di 3 posti, più che confortevole. Al termine di ogni visita il nostro autista ci ha sempre fornito di bottiglie di acqua fresca e salviettine umidificate. Abbiamo cominciato a conoscere la nostra guida Eddye, una persona colta e profonda conoscitrice delle tradizioni thailandesi che sa comunicare in maniera discorsiva, spaziando a 360°.

Prima visita al Palazzo Reale Bang Pa-In, anche conosciuto come Palazzo d’estate, è un complesso di edifici un tempo utilizzati dai sovrani siamesi del Regno di Ayutthaya. Il palazzo si trova sul fiume Chao Phraya nel distretto Bang Pa-In della Provincia di Ayutthaya. Il complesso venne costruito nel 1632 da re Prasat Thong. Re Mongkut cominciò a ripristinare il sito nella metà del XIX secolo. La maggior parte degli attuali edifici sono stati fatti costruire tra il 1872 e il 1889 da re Chulalongkorn. La struttura ospita vasti e ben curati giardini, Wehart Chamrunt (luce celestiale) un palazzo reale in stile cinese e la sala del trono, la Phiman Warophat (Eccellente e Luminosa dimora celeste) una delle residenze reali; Ho Withun Thasana una torre di avvistamento dai colori vivaci e l’Aisawan Thiphya-Art un padiglione costruito nel bel mezzo di uno stagno.

Ci siamo quindi spostati verso Ayutthaya, dove si trovano le celebri rovine della capitale dei Re del Siam per oltre quattrocento anni, dal XIV fino al XVIII secolo. Abbiamo visitato il tempio Wat Chai Wattanaram, disposto sulle rive del fiume Chao Praya ed edificato nel XVII secolo in stile Khmer. Continuazione con il Wat Sri Samphet, il tempio dell’antico palazzo Reale, costituito da 3 gigantesche pagode campani formi, quindi l’attiguo Wat Mongkhon Bophit, che contiene la gigantesca statua del Buddha in posizione seduta. Per il pranzo, nel tragitto Ayutthaya Phitsanuloke, ci siamo immersi in un giardino tropicale con tanto verde e fioriture, fino a trovare la nostra pagoda, nascosta tra la vegetazione, con il tavolo già imbandito di squisite pietanze thailandesi.

L’ultima visita della giornata è stato il Wat Phra Si Rattana Mahathat, considerato il tempio più importante a Phitsanuloke. E ‘stato costruito nel 1357 durante il regno di Phra Maha Thamma Racha è custodisce la famosa statua di Phra Budda Chinnarat, una statua in bronzo pressofuso ampiamente considerata la più bella immagine del Buddha in Thailandia. La particolare caratteristica della statua è l’alone che indica lo splendore spirituale del Buddha, divenuta influenza per immagini del Buddha negli anni successivi.

Cena e pernottamento all’hotel Legengha Sukhotai. Prima giornata del tour piena, noi stanchi ma soddisfatti.

17 marzo

Dopo la prima colazione in hotel, partenza alla visita del Parco Storico di Sukhothai che custodisce le rovine dell’antica Sukhothai, capitale del Regno di Sukhothai nel tredicesimo e quattordicesimo secolo. È situato nella parte meridionale della Thailandia del Nord. La città moderna fu fondata attorno alla fine del XVIII secolo dal re Rama I, dopo le devastazioni subite da quella antica durante le invasioni birmane che causarono la distruzione del Regno di Ayutthaya. Le mura cittadine formano un rettangolo lungo 1.810 metri circa sull’asse est-ovest e 1.400 metri su quello nord-sud. Al centro di ogni lato si trova una porta di accesso. All’interno ci sono le rovine del palazzo reale e di 21 templi, il più grande dei quali è quello di Wat Mahathat, che era la cappella reale, il grazioso Wat Sa Sri ed il Wat Sri Sawai, preesistente al regno di Sukhothai, inizialmente dedicato al culto induista. Le mura, costruite in mattoni, sono circondate da un fossato e all’esterno vi sono altri templi e palazzi che fanno parte del parco. Fuori dalle mura del Parco Storico visita del Mondop Sri Chum al cui interno si cela una delle più maestose e gigantesche statue del Buddha alta circa 15 metri.

Si continua in direzione di Chiang Mai, la grande città del nord della Thailandia. A circa metà del percorso ci siamo fermati per visitare un mercato dove i contadini vendono i prodotti della loro campagna. Tanta buona frutta tropicale: mango, dragon fruit, frutto della passione, cocco ed il buonissimo frutto dell’albero del pane. Il cocco verde ci è stato aperto con il macete ed abbiamo gustato il fresco liquido con una cannuccia, noi ci siamo anche forniti di cucchiao per gustare anche la deliziosa polpa cremosa. Al mercato anche tante verdure. Ci ha inoltre meravigliato la notevole quantità e varietà di funghi, molto utilizzati nelle preparazioni thai. Abbiamo visto in vendita anche un particolare boleto. Infine gli insetti, sono venduti cotti e ce ne sono di diverse varietà. Scommessa vinta con la nostra guida: abbiamo mangiato insieme a lui le crisalidi del baco da seta ed i grilli. Andate sicuri, sono buoni.

Nel tardo pomeriggio arrivo nella celebre città di Chiang Mai, la “Rosa del Nord”, centro spirituale Buddista tra i più importanti dell’Asia ed i cui templi ospitano le comunità di monaci più numerose ed attive del Paese. Visita all’antichissimo Wat Phra Singh, il cui “Bot” ed il “Wihan” sono costruiti in legno con raffinate decorazioni. Al Wat Chedi Luang abbiamo assistito ai canti serali in lingua Pali della comunità monastica ispirati al Dharma, il sacro insegnamento del Buddha. I canti si tengono alle 17:00 e durano una ventina di minuti.

Arrivo in hotel a Chiang Mai per l’ora di cena. Cena in centro, sempre su buon livello.

18 marzo

Dopo la prima colazione in hotel, partenza per la visita ad uno dei luoghi più celebri della Thailandia: il tempio Wat Phrathat Doi Suthep, conosciuto agli occidentali come il “tempio sulla collina”. Edificato a oltre 1000 metri di altitudine sull’omonimo monte che domina l’intera città. La storia del Doi Suthep è legata alla leggenda di un mitologico elefante bianco. Lungo le pendici del Doi Suthep visita alle cascate Huey Kaew, purtroppo asciutte.

A seguire visita alla fattoria delle orchidee, un vivaio dove abbiamo visto le tecniche di coltivazione delle numerose varietà di orchidee. Qui abbiamo acquistato un particolare souvenir, le orchidee laccate utilizzate come monili, belle anche se care.

Pranzo a buffet nella stessa fattoria. Ottimo il pad thai con i noodles di soia e gli involtini primavera.

Dopo pranzo visita ad un centro artigianale presso la località di San Kampheng, dove abbiamo assistito a tutte le fasi di lavorazione della seta, dalla formazione del baco, allo svolgimento del filo, alla tessitura e colorazione. Nello stesso centro vasta vendita di capi in seta di ottima fattura.

Rientro in hotel a Chiang Mai nel tardo pomeriggio. Resto della giornata libera, per noi bagno rinfrescante nella piscina dell’hotel Empress.

Cena libera al Whole Earth a circa 1 km. dall’hotel. Ottima cena (80 bath a coppia). Dopo cena visita al vicino mercato notturno di Chiang Mai, dove abbiamo acquistato curry e curcuma.

19 marzo

Dopo la prima colazione in hotel, partenza per la visita di Chiang Rai. Prima tappa nella fitta foresta tropicale, al campo elefanti di Chang Dao, dove abbiamo partecipato all’Elephant Riding. Attraverso una pedana in legno, posta ad un paio di metri di altezza, siamo saliti sulla groppa dell’animale, prendendo posto in coppia su un sedile in legno, protetto ma scomodo. Ogni elefante è guidato da un istruttore che sta seduto sul suo collo. La passeggiata sull’elefante si svolge per circa un’ora all’interno della foresta e per buona parte dentro il fiume. A seguire abbiamo partecipato ad uno spettacolo dimostrativo degli elefanti al lavoro. Questi animali sono molto intelligenti e con l’addestramento riescono ad aiutare l’uomo nei lavori più pesanti e non solo. L’esperienza ha forte valenza turistica, ma vale la pena di farla.

Proseguimento per il percorso montano fino alla località’ di Thaton, nei pressi del confine Birmano, con una prima fermata ad un mercato, dove abbiamo gustato frutta tropicale e pannocchie nere.

Pranzo di nostro gradimento in un ambiente bucolico lungo il fiume Maekok. La cucina thai ormai ci appartiene.

Dopo pranzo visita al villaggio delle Karen Padong (donne giraffa). Queste tribù di origine birmana si sono rifugiate in Thailandia a causa del regime militare nel loro paese, in cerca di un territorio dove vivere, di asilo politico e di aiuto. Il nome “donna giraffa” è dovuto al fatto che attorno al collo indossano degli anelli di ottone che si cominciano a mettere all’età di 5 anni, aggiungendone progressivamente altri con l’età. Il risultato è l’illusione di un collo lungo proprio come quello della giraffa.

Arrivo al Triangolo d’oro, uno dei luoghi più’ celebri della Thailandia, che rappresenta il punto geografico posto lungo le acque del fiume Maekhong, uno dei grandi fiumi asiatici. Interessante visita del museo dell’oppio dove viene ripercorsa la storia dei noti traffici internazionali che hanno interessato questa zona nel corso dei decenni scorsi.

Trasferimento a Chiang Rai per la cena e il pernottamento. Hotel Imperial River eccellente, il migliore del tour.

20 marzo

Dopo la prima colazione in hotel appuntamento nella reception alle 7,30 e partenza per la visita del tempio tempio Wat Rong Khun, meglio noto come Tempio Bianco, un edificio di recente realizzazione situato a 15 chilometri dalla città di Chiang Rai. È un particolarissimo tempio al contempo buddista ed induista, progettato dal pittore visionario Chalermchai Kositpipat. La sua costruzione ebbe inizio nel 1997 ma, sul “modello” della Sagrada Familia, non è chiara la data in cui la sua costruzione dovrebbe concludersi; si parla del 2070. È realizzato completamente in gesso bianco e specchietti (che, riflettendo il sole, creano i giochi di luce tanto cari all’artista), elemento in parte criticato dalle popolazioni indigene in quanto “contro la tradizione” locale, che prevede uno stile architettonico basato su colorazioni vivide e sgargianti. Tante ma proprio tante foto. Tanti turisti cinesi, una in elegante completo rosso carina e fotogenica.

Proseguimento alla volta del capoluogo di provincia di Pha Yao, nota per il bel lago che si trova nel centro della città. Visita del vasto complesso templare del Wat Analayo Thippayaram, sulla sommità di una collina che domina sul lago. Svariate costruzioni sacre di diversa origine e diversa ispirazione, che domina sul lago. Svariate costruzioni sacre di diversa origine e diversa ispirazione, che spaziano tra lo stile cinese, thai ed indiano, occupano una serie di piattaforme collegate tra loro da ponti e camminamenti che costituiscono una sorta di labirinto.

Proseguimento per Lampang, il capoluogo di una delle province più estese e popolate della Thailandia del Nord. Tappa lungo il percorso per ammirare il mercato delle spezie (“Dtalat Samunphrai”) nel quale le varie popolazioni tribali che abitano le montagne di Pha Yao (in maggioranza di etnia “Yao”) convergono per vendere i loro prodotti. Anche questo mercato ha un tantino di valenza turistica: spezie più economiche nel mercato notturno di Chiag Rai.

Il mercato sorge ai margini di una statale e noi non riuscivamo a capire il motivo per cui ogni mezzo passante si mettesse a strombazzare proprio all’altezza del mercato. La nostra guida Eddye ci ha fatto notare all’inizio del mercato una casa degli spiriti. Ciascun passante cercava di augurarsi il buon auspicio degli spiriti con lo strombazzare festoso. Le case degli spiriti (san phra phum), sono casette (san) degli spiriti guardiani (phra phum) che hanno il compito di vegliare e proteggere le persone che vivono nell’area e non hanno nulla a che vedere con il Buddhismo. La credenza negli spiriti, radicata nella cultura Thailandese, risale alle antiche credenze animistiche, a credenze di origine hinduista, a credenze di origine cinese, che si sono successivamente integrate con il Buddhismo Theraveda. A questi spiriti deve quindi essere data una adeguata dimora. Le case degli spiriti, sempre rialzate circa all’altezza degli occhi, possono essere molto semplici, piccole riproduzioni delle case in legno in stile Thai, o grandi e in cemento pitturato con colori brillanti, che possono corrispondere al colore del giorno in cui e’ nato il proprietario (c’e’ un colore diverso per ogni giorno della settimana). All’interno si puo’ vedere lo spirito guardiano, di solito raffigurato come un vecchio, ma anche come un giovane con una spada in mano per intimorire gli spiriti maligni, o con una borsa di denaro per portare prosperita’ e in altri casi ancora con un libro i mano che è un registro delle nascite e delle morti nella famiglia. Lo spirito guardiano è sempre accompagnato da molte figurine – generalmente di argilla – di animali e persone che lo servono e intrattengono, come le danzatrici. La casa degli spiriti deve guardare il Nord, che è la migliore di tutte le direzioni, o il Sud. Non deve guardare l’abitazione principale per evitare che gli spiriti entrino in casa. Quotidianamente sono portate delle offerte alle case degli spiriti: dai proprietari, dai domestici, dagli impiegati. Fiori freschi, ghirlande di boccioli di gelsomino, incensi, candele, frutta, cibo, bevande analcoliche. Lo spirito non va mai trascurato perche’ questo puo’ avere conseguenze spiacevoli.

Pranzo lungo il percorso per Lampang. Il ristorante era composto da appena un paio di spartani tavoli sotto gli alti alberi della foresta tropicale. Ottimo ed abbondante pranzo thai. Dopo il pranzo proseguimento per Lampang e visita del Wat Phra That Lampang Luang, il tempio storicamente più importante della città nonché uno degli esempi più classici e notevoli dello stile Lanna.

Al termine delle visita, trasferimento in hotel a Chiang Mai. Cena libera; abbiamo riproposto il Whole Earth (in due 80 bath).

21 marzo

Dopo la colazione trasferimento all’aeroporto di Chian Mai per il trasferimento in Cambogia, primo volo Air Asia per Bangkok (Don Mueang), secondo volo sempre Air Asia per Siem Reap, con arrivo nel primo pomeriggio. In Cambogia moneta corrente il dollaro americano, la moneta locale Riel (1 euro=4675 Riel) in genere viene utilizzata per la rimanenza in moneta spicciola sotto il dollaro.

Nel pomeriggio passeggiata nell’affollata area del vecchio mercato di Siem Reap, molto turistica. Cena in uno dei tanti ristorantini. Le pietanze sono abbastanza simili a quelle thailandesi, il costo leggermente inferiore (in due 12 euro), la qualità sempre buona. Questa volta abbiamo voluto provato le rane. Ok. Il livello dell’hotel è inferiore al livello degli hotel thailandesi, ma siamo in Cambogia e per noi va comunque bene.

22 marzo

Alle 7,30 abbiamo trovato in nostra attesa il minivan con autista e la guida cambogiana Saveth. Anche lui preparato, con buona conoscenza dell’italiano e spiritoso al momento giusto. Oggi e domani visita dell’area archeologica di Angkor, uno tra i più grandi ed affascinanti siti archeologici al mondo. Percorreremo due itinerari ad anello, il primo interno attorno ad Angkor Wat, il secondo più esterno. Oggi cominceremo con il primo. In prossimità del lago Tonlè Sap, in un’area anticamente racchiusa da grandi e lunghissime mura, sorgeva una città dai criteri urbanistici straordinariamente razionali, sulla quale svettavano centinaia di templi eretti dai regnanti Khmer, re con attributi divini che tra XI e XV secolo hanno reso ricco, potente e sublime il regno. Centinaia di questi templi sopravvivono oggi, strappati alla giungla, alcuni in un ottimo stato di conservazione. Il tempio più famoso è l’Angkor Wat (Suryavarman II), gioiello stilistico dalle impressionanti, ma armoniose proporzioni. Gli altri templi non sono da meno, ciascuno con le sue straordinarie peculiarità: la giungla nel Ta Prohm, il tempio montagna del Bayon, le gallerie rettangolari concentriche del Preah Khan e le splendide decorazioni del Banteay Srei. Per raggiungere il primo tempio di Ta Prohm abbiamo attraversato un tratto di foresta tropicale. Qui in Cambogia la natura è più selvaggia rispetto alla Thailandia e fa un certo effetto guardare dal basso alberi alti 35-40 metri. Ta Prohm è un tempio di Angkor, costruito nello stile Bayon nel tardo dodicesimo e agli inizi del tredicesimo secolo. Fu costruito dal re Jayavarman VII come monastero buddista Mahayana e come università. Diversamente dalla maggior parte dei templi di Angkor, Ta Prohm è rimasto nelle stesse condizioni in cui è stato trovato; l’atmosfera creata dalla combinazione di alberi che crescono sulle rovine e la giungla circostante lo hanno reso uno dei templi più popolari di Angkor. Abbiamo quindi proseguito per Angkor Wat, il più grande monumento religioso nel mondo, il più conservato e il più religiosamente significativo dei templi del complesso di Angkor. Tempio Khmer (1113-1150) originatamente concecito come tempio Indù, gradualmente trasformato in tempio buddista. Vasto e proporzionato, immerso nella foresta e circondato da un fossato colmo d’acqua di lato 1,3×1,5 km, con larghezza 300 mt. Simbolo della Cambogia.

Pranzo in un ristorante all’uscita di Angkor Wat. Piatto principale una eccellente zuppa di pesce al latte di cocco servito all’interno di un cocco.

La giornata è abbastanza calda e rende le visite impegnative. Dopo pranzo ci dirigiamo ad Angkor Thom (in lingua khmer Grande Città), l’ultima delle capitali dell’Impero Khmer, fondata nel tardo dodicesimo secolo dal re Jayavarman VII. Al centro della città c’è il tempio montagna del Bayon. La sua caratteristica distintiva è la moltitudine di visi sorridenti, scolpiti sulle quattro facce delle guglie a sezione quadrata che si elevano sempre di più man mano che ci si avvicina alla massiccia torre centrale. Vi si trovano anche due gruppi di notevoli bassorilievi, che descrivono un’insolita combinazione di mitologia, storia e di vita mondana. A seguire visita del Baphuon, uno dei templi della città di Ankor Thom. E’ tempio-montagna a cinque livelli, costruito come tempio di stato di Udayadityavarman II e dedicato al dio indu Shiva nel 1060. Da esso prende il nome lo stile Baphuon. Concludiamo le nostre visite, un poco stanchi, alle 17. Rientro in hotel per una meritata doccia rinfrescante.

Alle 20 appuntamento con la guida che ci ha accompagnato al ristorante per la cena con spettacolo di balli Khmer. Serata gradevole. Rientro in minivan.

23 marzo

Colazione mattutina per rispettare l’appuntamento con la guida e l’autista alle 7,30. L’inizio mattutino delle visite consente di ridurre le ore di calura pomeridiane. Oggi percorreremo l’anello esterno. La prima visita è al tempio di Preah Khan, un tempio ad un solo livello. Una serie di gallerie rettangolari concentriche circondano un santuario buddista con una torre centrale. Come il vicino Ta Prohm, Preah Khan è rimasto in gran parte non restaurato e tra le rovine sono cresciuti alberi ed arbusti. Suggestivo.

Ci siamo quindi spostati a Neak Pean, un tempio situato su un’isola artificiale nei pressi di Angkor, vicino al complesso di Preah Khan, il tempio fu fatto edificare dal sovrano Jayavarman VII (lo stesso sovrano che fece edificare anche Angkor Thom, Ta Prohm e lo stesso Preah Khan) durante il periodo Khmer. Il particolare ambiente naturalistico – siamo in una zona paludosa – rende ancora più suggestiva la visita. In prossimità dei siti turistici abbiamo trovato tanta gente locale che cerca di vendere souvenirs. Anche questa è una occasione per conoscere la gente cambogiana. I bambini proponevano con un garbato sorriso l’acquisto dei loro souvenirs insieme alle loro mamme, belle, con una femminilità sobria, mai ostentata. Una ragazza aveva appena ricevuto ricevuto un blocco di ghiaccio, necessario per tenere fresche le sue bibite nella ghiacciaia. Con una sega lo ha prima tagliato in blocchi e poi con un martello lo ha ridotto in pezzi più piccoli per poterli impostare nella ghiacciaia. Il nostro itinerario è proseguito con la visita di Banteay Srei, un tempio induista del X secolo. Il suo nome significa Fortezza delle donne ed è dedicato al dio indù Shiva. La maggior parte del tempio è costruito in arenaria rossa e le colonne e le pareti interne presentano un numero incredibile di accuratissime decorazioni. Gli edifici sono miniature in scala, molto particolari nell’ottica degli standard delle costruzioni khmer. In effetti è il tempio più riccamente decorato di Angkor. Per il pranzo, siamo rimasti nella zona di Banteay Srei, tra risaie e coltivazioni di mango. Il ristorante è una caratteristica struttura in legno su palafitte, con le inservienti in costume locale. Pranzo di nostro gradimento: io non so fare a meno degli squisiti noodles, mentre il mio amico è diventato mango dipendente. L’ultimo visita della giornata è il Banteay Samrè, un tempio del complesso di Angkor. Sebbene non sia stata rinvenuta la stele di fondazione, pare sia stato costruito su iniziativa di un alto funzionario di corte agli inizi del XII secolo, durante il regno di Suryavarman II. È un tempio induista nello stile architettonico di Angkor Wat. Il suo nome, che significa “cittadella dei Samré”, deriva da quello di un antico popolo dell’Indocina. Per il tempio vennero utilizzati gli stessi materiali del vicino Banteay Srei. Anche oggi siamo tornati stanchi ma piacevolmente soddisfatti. Adesso basta con i templi.

Per la cena, da programma, Saveth ci ha accompagnato in un raffinato ristorante a Siem Reap. Buona la cena, ma in locali meno raffinati abbiamo mangiato meglio. Fine della serata nell’affollata zona del vecchio mercato di Siem Reap.

24 marzo

Al solito appuntamento mattutino, ho chiesto alla guida Saveth di mostrarci un loro tipico mercato. Pensavo che ci portasse al Vecchio Mercato di Siem Reap, ma così non è stato. Il Mercato Vecchio (Old Market) si trova nel centro della città ed in origine era il mercato alimentare per la popolazione locale. Ma come l’industria del turismo è arrivata il Mercato Vecchio è cambiato per soddisfare i gusti dei turisti, vendendo meno cibo e più souvenir.

Così la gente del posto ha man mano fatto crescere un Nuovo Mercato (New Market), in una zona decentrata della città. Il mercato è sorprendente, uno padiglione di un paio di ettari di superficie a cui si aggiunge tutto il perimetro esterno, con ogni pollice di spazio occupato da ortaggi, fiori, frutti, erbe, spezie, pesce, carne, pane (baguette rimasta dopo l’occupazione francese), bevande, grilli, lumache e tutto ciò che è alimentare.

Buona parte del mercato coperto è destinato alla macellazione e vendita di carne e pesce, ovvero polli e maiali ed il pesce proveniente dal Lago Tonle Sep che è proprio tanto. Questa visita integra quella successiva del Lago, perchè fa capire bene l’importanza della pesca.

L’area esterna è principalmente dedicata alla vendita di ortaggi e frutta. All’interno un’area è destinata ai cibi pronti, mentre proprio al centro del mercato spiccano le oreficerie.

Ma il vero cuore del mercato è la gente, con le sue forti tradizioni. Siamo stati in visita un paio di ore, ma sono volate, ed in questo modesto tempo abbiamo visto e capito molto più di quanto avevamo intuito nei primi 3 giorni cambogiani. Noi li siamo stati gli unici turisti. Grazie Saveth. Sicuramente questo è il ricordo più forte che ci è rimasto di questo paese.

La visita è sconsigliata ai portatori di fisime con stomaco debole!

In tarda mattinata ci siamo diretti verso il lago Tonle Sep, un sistema combinato tra lago e fiume di enorme importanza per la Cambogia, riserva della biosfera dall’UNESCO. Per la maggior parte dell’anno il lago è relativamente piccolo, intorno ad un metro di profondità e grande circa 2.700 km². Durante la stagione dei monsoni tuttavia, il fiume Tonle Sap che collega il lago con il fiume Mekong lo alimenta in abbondanza. L’acqua è spinta dal Mekong verso il lago, facendone aumentare l’area fino a 16.000 km² e la sua profondità fino a 14 metri, ed allagando i campi e le foreste circostanti. Tutta la zona soggetta all’allagamento diventa una zona perfetta per la riproduzione dei pesci.

La ricca biodiversità ed il deposito annuale di ricchi sedimenti portati dal Mekong rendono il Tonle Sap una delle zone di pesca interne più ricche del mondo, fornendo cibo per più di 3 milioni di persone, contribuendo per il 75% al totale della pesca interna della Cambogia e al 60% del consumo proteico dell’intera popolazione cambogiana. Dopo quasi un’ora di navigazione su una imbarcazione a chiglia piatta, siamo arrivati al villaggio gallegiante di pescatori di Chong Kneas. La particolarità che rende questo villaggio un luogo unico e fuori dal mondo è la sua collocazione. Infatti galleggia sulle sponde del lago Tonle Sap e non ha un indirizzo permanente, durante la stagione secca si spostab verso l’interno del lago, mentre risale verso le sponde con la stagione delle piogge. Non c’è da stupirsi che la primaria fonte di sussistenza derivi proprio dall’acqua: la pesca è, infatti, il principale mezzo di sostentamento. Scuola, case, mercato, negozi danzano su queste acque. La scuola è una palafitta in mezzo alla zona più paludosa del villaggio. Non è un obbligo da osservare ogni mattina, l’acqua del lago e le condizioni metereologiche ne dettano i tempi e ritmi. I bambini arrivano e tirano i remi delle loro canoe. La potenza dei loro sguardi è qualcosa d’inspiegabile così come lo è la grazia dei loro movimenti, senza fretta, senza ansia, senza preoccupazione. A Chong Kneas non ci sono orologi né calendari, sono i suoi abitanti a scandire il ritmo delle giornate.

Nel percorso di ritorno verso Siem Reap ci siamo fermati per vedere da vicino, nelle zone paludose prospicenti il lago, le coltivazioni dei fiori di loto. Che foto! Ultimo pranzo cambogiano, sempre con un buon livello di qualità. Dopo pranzo ci siamo fermati all’Artisan d’Angkor, che espone souvenir prodotti da una scuola di artigianato. Buona qualità con costi adeguati.

Finalmente il pomeriggio libero è stato dedicato alla prima siesta pomeridiana. In serata, buona cena cambogiana da programma e passeggiata in centro a Siem Reap.

25-26-27 marzo

Dopo la prima colazione in hotel appuntamento nella reception per il trasferimento in aeroporto a Siem Reap per il volo su Koh Samui con scalo a Bangkok (Suarnabhumi), con voli Thai Smile e Bangkok Airways. Nel volo da Bangkok a Koh Samui della Bangkok Airways, la compagnia di proprietà della famiglia reale thailandese, siamo rimasti frastornati dalla bellezza delle assistenti di volo, sembrava di assistere ad una sfilata di miss in un concorso di bellezza.

L’isola di Koh Samui è immersa nella rigogliosa vegetazione tropicale. Il turismo è diventato oggi il settore trainante ed i principali centri turistici sono l’affollatissima Chaweng nel nord-est e la meno congestionata Lamai ad est. L’aeroporto di Koh Samui è una … bomboniera. Al nostro arrivo abbiamo trovato ad attenderci il transfer che ci ha portati al resort sulla spiaggia di Lamai Beach. Finalmente il meritato relax! Ottimo il resort tra le palme da cocco sulla spiaggia di Lamai Beach. Tanto sole, mare e rilassanti passeggiate. Per chi non si vuole allontanare dalla spiaggia, donne in costume locale vendono frutta e squisiti spiedini di pollo cotti sulla spiaggia in un minuscolo barbecue. Caratteristico il ristorante Baobab sulla spiaggia di Lamai, ad appena cento metri dal resort. Molto buoni i piatti di noodles ed il pesce fresco grigliato, da provare lo Snap fish red.

Giorno 27

Appuntamento alle 7,30 nella reception dell’hotel e partenza alla scoperta delle meraviglie naturali del parco nazionale Ang Thong Marine Park. Il parco marino di Ang Thong offre la possibilita` di immergersi in un contesto naturale ancora incontaminato e di entrare in contatto diretto con una flora ed una fauna molto particolari. il parco marino è formato da 42 isole calcaree con pareti rocciose che si innalzano imperiose, ammantate di verde sino a lambire il mare con le mangrovie, con tante spiaggie coralline. Trasferimento al molo dove è possibile fare una piccola colazione, il tempo di organizzare gli equipaggi sulle barche e partenza. Ci siamo imbarcati su un veloce motoscafo fuoribordo (750 cv) e dopo circa un ora e mezza di navigazione abbiamo raggiunto il punto più estremo dell’arcipelago dove abbiamo fatto la prima sosta per lo snorkeling (mascherine e giubbotti forniti). Abbiamo ripreso la navigazione tra le varie isole dell’arcipelago tra paesaggi di una bellezza inconsueta. Seconda tappa all’isola del lago di smeraldo. Con una piccola escursione abbiamo raggiunto un punto panoramico che da un lato mostra il lago smeraldo, dall’altro una bella veduta sull’arcipelago. La tappa successiva è stata quella del ristorante in riva al mare, dove abbiamo consumato il pranzo a buffet di cucina thai. Dopo il pranzo kayaking in uno degli angoli più belli del parco nell’isola di Ko Phaluai, tra spiaggie coralline e mangrovie. Rientro a Koh Samui a pomeriggio inoltrato, inebriati da tanta natura. Da non perdere

In serata ultima cena thailandese del nostro viaggio al Baobab con uno snap fish red di un chilo in due.

28 marzo

Giornata di ritorno in Italia, con 4 voli in successione: Koh Samui – Bangkok alle 6,00; Bangkok – Doha alle 9,05; Doha – Roma alle 14,15 e Roma – Palermo alle 22,05. Tutto ok. Siamo tornati portando con noi la sensazione di un viaggio indimenticabile.

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Sorriso



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