Thailandia fai da te fra templi, foreste e scampoli di paradiso

Viaggio itinerante nella terra del sorriso
Scritto da: luciana57
thailandia fai da te fra templi, foreste e scampoli di paradiso
Partenza il: 24/01/2016
Ritorno il: 10/02/2016
Viaggiatori: 8
Spesa: 2000 €
Ogni volta che torni in Thailandia è come se ti ricongiungessi ad un amante che ha stregato il tuo cuore, come l’incontro con un caro amico che non vedi da un po’: c’è l’emozione di riabbracciarsi, di trovarsi di fronte ad un volto familiare a cui si vuole bene e che anche se non si vede spesso, è un punto di riferimento. Il nostro ritorno in Thailandia è andato proprio così: mille emozioni sconvolgono la nostra mente e un po’ come Ulisse che aspetta di rivedere la sua Itaca veniamo sopraffatti da mille pensieri e da un vortice di sentimenti. Cerchiamo subito di stilare un programma che ci permetta di assaporare al meglio l’amore per una terra dalle mille contraddizioni, dagli odori e sapori pungenti, ricca di persone che con il loro sorriso e la loro semplicità riescono a farci sentire sempre i benvenuti.

Siamo in otto (Velia, Pino, Tiziana, Pino, Sandro, Liliana, Giulio ed io) ed un Airbus 380 Emirates ci avvolgerà coccolandoci fino a Bangkok.

25/01/2016

Bangkok è avvolta da una insolita coltre di nubi, ma immediatamente la riconosciamo: la città degli Angeli è la capitale dove tutto si fonde, dove non si accettano vie di mezzo, estrema come la puzza di smog che ti entra nel naso fino a toccarti il cervello e come l’odore pungente di peperoncino che ti fa tossire e lacrimare gli occhi.

Un van già prenotato dall’Italia ci conduce al Bossotel Inn, un piccolo hotel posto vicino al fiume con una fantastica Spa al secondo piano. Lasciamo le valigie e subito ci immergiamo nella presentazione di questa meravigliosa città ai nostri amici che la incontrano per la prima volta. Ci inoltriamo per le vie di Bangkok per scoprirne l’anima caotica, inquinata e rumorosa , agrodolce e piccante nei sapori, ma quieta e mistica nella sua religiosità così ‘quotidiana’.

Wat Pho è il primo tempio che visitiamo: ci togliamo le scarpe, i piedi sono mandati in avanscoperta affinchè possano trasmettere all’anima quello che sentono! Entrando ci accorgiamo di aver lasciato fuori ansie, problemi e preoccupazioni e incredibilmente sereni siamo pronti a pregare o semplicemente a provare sincero stupore.

Proseguiamo la visita della Bangkok spirituale, quella annunciata dalle acque non proprio limpide del Chao Phraya:una miriade di barchette traghettano i turisti da una sponda all’altra. Barchette variopinte, piene di fiori colorati per scongiurare gli incidenti, barchette gremite di gente in attesa di avvistare uno dei grandi simboli della città: il Wat Arun, il tempio del sole che sorge, per godere del tramonto che riflette mille sfumature sulle piastrelle colorate dei pinnacoli . I nostri amici sembrano affascinati e noi ci divertiamo a scoprire lo stupore nei loro occhi non solo per i templi e i Buddha ma anche semplicemente nel vedere qualcuno che dipinge minuziosamente la base di una grande statua dalla veste arancio brillante e mantiene la calma mentre decine di persone lo osservano dietro la lente della propria reflex.

Visitiamo poi Wat Saket, meglio conosciuto come The Golden Mountain, il tempio buddista situato sulla vetta di una collina , un posto autentico, di grande pace. L’ho percepita già all’ingresso, percorrendo lentamente la scalinata panoramica e lasciandomi ammaliare dal dolce tintinnio delle campane thailandesi, eleganti e di tutte le forme, legate al lato spirituale della cultura di questo popolo. E infine, una volta giunti alla sommità della collina, il grande premio: il fascino dei fedeli raccolti in preghiera e il panorama di Bangkok con i tetti variopinti dei templi del quartiere. Se questa non è pace…

Improvvisamente la stanchezza fa traballare le nostre gambe e decidiamo all’unanimità di tornare in hotel.

26/01/2016

Il mattino successivo ci svegliamo di buon’ora e mentre i nostri amici si recano all’imperdibile mercato galleggiante di Damnoen saduak noi optiamo per la visita del Wat Phra Dhammakaya, a 16 km da Bangkok. E’ un luogo dell’anima, un luogo di fratellanza, di incredibile comunicazione anche senza proferire parola, un bagno di umanità. La costruzione è fantastica, sembra un enorme disco volante ed il luccichio delle 700.000 statue d’oro di Buddha ben contrasta con le vesti arancio brillante degli innumerevoli monaci che incontriamo. Non è facile staccare lo sguardo da loro, ma in fondo non sono degli alieni, percorrono la nostra stessa strada e possiedono persino uno smartphone! Li vediamo impegnati in lunghe conversazioni al cellulare, ma anche seduti nella posizione del fiore di loto sui loro cuscini purpurei all’interno dei templi.

Nel primo pomeriggio torniamo a Bangkok dove visitiamo tutti insieme l’immancabile palazzo reale e il pittoresco mercato dei fiori camminando tra bancarelle di fiori freschi adagiati in vasche ricolme di ghiaccio in un tripudio di colori e profumi. Stasera andremo a vedere il mercato di Amphawa: nel villaggio, intorno a uno dei canali che si dipanano dal fiume, sorge una doppia fila di casette di legno in cui prosperano negozi di souvenir, caffetterie e ristorantini, ma la vera attrazione sono le numerose barche che ospitano piccole cucine che servono ai clienti pesce, gamberi, molluschi e frutti di mare, grigliati o cucinati, a prezzi davvero vantaggiosi. La passeggiata che facciamo sulle passerelle pedonali vicino all’acqua alla ricerca di qualche oggetto curioso da comprare e la suggestiva vista che si gode dai ponticelli che attraversano il canale, valgono davvero la pena di arrivare fin qui e di doversi fare strada a fatica in mezzo a centinaia di persone.

Domani partiremo per Kanchanaburi dove resteremo per due notti.

27/01/2016

Mr. Pattanà, il nostro inseparabile autista ci accompagna col suo van alla nostra nuova destinazione lontana circa due ore e mezza da Bangkok, fino all’imbarco sul fiume: alloggeremo nello splendido River Kwai Resotel, un lodge in mezzo alla giungla. Al molo ci sono due long tails, tipiche barche thailandesi che sono venute a prenderci; siamo stupiti, non ci rendiamo conto che il nostro hotel si raggiunge solo dal fiume e che le barche sono due perché una è interamente occupata dai nostri bagagli; finalmente saliamo, il paesaggio che ci si presenta è senza dubbio uno spettacolo della natura: siamo immersi nel verde intenso della fitta vegetazione tagliata in due dal nastro marrone che si srotola sinuosamente e sul quale stiamo conducendo la nostra silenziosa navigazione.

In circa dieci minuti arriviamo: la location è superba, il lodge, composto da bungalows in legno, è immerso in una foresta di bambù giganteschi ed è adagiato sulle rive del fiume . Dappertutto banani, orchidee, palme e fiori tropicali dai colori sgargianti, nel sottofondo il lento scorrere del fiume. Siamo nel mezzo della foresta pluviale in un’atmosfera surreale e non crediamo ai nostri occhi. La notte mille e mille versi di uccelli, animali, un concerto forestale notturno, di giorno riposo e meditazione, massaggi e incenso! Increduli guardiamo il fiume che scorre ineffabile verso l’ignoto mare, portando con sé le storie di tutti, compreso un brandello della nostra, di noi che fra pochi giorni non saremo più qui, mescolandola indifferente a tutte le altre. Panta rei, tutto scorre. Domani, nulla sarà più uguale a questo momento, e l’oggi è già quasi trascorso.

30/01/2016

Passano così due meravigliosi giorni, non vogliamo andare via, l’atmosfera è coinvolgente, ma Bangkok ci aspetta ed anche il Chatuchak Market ed il famoso MBK dove facciamo spese pazze. Trascorriamo la sera a Kao San Road, una via nel cuore della città dove tutto sembra essere possibile ed acquistabile. Un via vai continuo di persone di ogni età, a migliaia da tutto il mondo, Khao San Road non conosce orari. Dal mattino a notte fonda le bancarelle non smettono mai di lavorare. Lo shopping è appagato a ogni ora del giorno e della notte: qui si può trovare l’imitazione perfetta di tutte le ultime tendenze del mondo globalizzato. E se si è stanchi dopo giornate di camminate nel caldo umido di Bangkok, niente di meglio di un buon massaggio thailandese: sdraiarsi su un lettino a fianco della strada, chiudere gli occhi, allontanare il rumore del traffico, respirare il profumo del balsamo di tigre sulla pelle e rilassarsi al tocco esperto delle massaggiatrici che per cinque o sei euro ci doneranno un’ora di sollievo dalla caotica città. Khao San Road e’ tutto questo e molto di più!

La notte in Thailandia, ha il colore dell’inchiostro blu, mai veramente nera, è come schiarita da un pulviscolo luminoso, una spruzzata di paillettes. Ce ne accorgiamo seduti sulla terrazza dell’hotel Lebua, dove siamo saliti a far brillare i nostri occhi durante la nostra ultima notte a Bangkok, durante la nostra “Notte da Leoni”.

31/01/2016

Un tranquillo volo Airasia ci porta a Chiang Mai dove ci attende Tatinya, la nostra bravissima guida in lingua italiana.

Chang Mai è una città vibrante con un centro storico trasformato in un labirinto di piaceri per i turisti occidentali. Sebbene ci si trovi in una città antichissima, le mistiche vie, oltre che da una varietà infinita di templi buddisti e bancarelle, sono popolate da tantissime agenzie che offrono una moltitudine di tour ed attività create per soddisfare le voglie dei viandanti dell’ovest.

Tatinya con la quale abbiamo già concordato un programma ci viene a prendere in aereoporto e ci accompagna al nostro hotel , il Chiang Mai Boutique House, un grazioso hotel in una posizione piuttosto centrale, vicino al mercato della domenica.

Il nostro programma ci porterà pian piano verso nord, attraverso i secoli, l’arte, la natura e la gente. Incantevoli sono i templi che ritroviamo ovunque con i loro colori solari, i profumi intensi ed i suoni celestiali. Impossibile non notare quanto ci attrae osservare i volti, le espressioni ed i sorrisi degli individui che si incontrano, ciò insegna molto a noi che abbiamo tutto ma non siamo soddisfatti di niente!

Trascorriamo tre giorni sul nostro van visitando templi, antichi monasteri a ridosso della foresta, piantagioni di thè, villaggi tribali di etnia Karen e Hmong dove non c’è elettricità, né acqua corrente, né radio o televisione, ma solo capanne di paglia che brulicano di bambini che con i loro visini sporchi suscitano infinita tenerezza e dove ricambiamo i sorrisi sdentati e tinti di rosso per il consumo di noci di betel delle anziane donne. Giungiamo infine al famoso villaggio delle donne giraffa: capanne non se ne vedono, forse una o due, solo accennate. Provo pudore nel fare foto, mi sembra di rubare qualcosa, qualcosa che probabilmente è stato messo lì apposta per essere rubato. I loro sguardi rimangono impressi nei miei scatti e sembrano parlare. Anche le bimbe più piccole restano immobili con un sorriso forzato stampato in volto, sanno che non devono muoversi per non rovinare lo scatto che potrebbe assicurare loro un acquisto alla bancarella.

Siamo stanchi morti, è da dieci giorni che camminiamo, visitiamo, risaliamo e ricominciamo da capo. Domani si va a Phuket.

03/02/2016

Arriviamo di sera al nostro hotel, il P.S. Hill Resort, carino, ma un po’ decentrato. Phuket ci appare sempre la stessa: ragazze locali con occhi velati di tristezza che si accompagnano a uomini di tutte le età, di tutte le stazze e di dubbio interesse. Gogo Bars, locali di lap dance, spettacoli sexy dal vivo, lady boys e prostitute per la strada, la Bangla che la mattina è vuota e si prepara ogni volta per la notte quando scorreranno fiumi di persone.

Noi programmiamo la vacanza un po’ sulla nostra esperienza precedente vivendo alla giornata, con boxer, infradito, cappellino e crema protettiva e come unico “fastidio” pensare in quale spiaggia andare e cosa mangiare per cena… è stato un lavoro duro ma qualcuno doveva pur farlo!

Abbiamo girato l’isola, ritornando su spiagge a noi già note come Laem Sing Beach con i suoi ripidi e numerosi scalini e scoprendone di nuove come Freedom Beach o Raja, tutte però con lo stesso denominatore comune: spiagge paradisiache, mare cristallino, scorpacciate di piatti di frutta, watermelon , pineapple a pranzo e massaggi, tanti massaggi rigeneranti, un vero toccasana, i cui benefici si prolungano anche una volta rientrati in Italia.

Abbiamo scoperto che la Thailandia è subdola, riesce a rapirti pian piano senza che tu possa accorgertene: è l’ultima sera, domani si torna a casa, sawadee ka!

Non so se viviamo per viaggiare o viaggiamo per vivere, ma torniamo a casa convinti che il desiderio di rimanere noi stessi fondendoci con gli altri rimane sempre la cosa più importante, fuori c’è un mondo stupendo che aspetta solo di essere scoperto!



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche