Un viaggio in Thailandia

Un viaggio in Thailandia si può fare in vari modi, di cui il peggiore è sicuramente quello di servirsi di un tour-operator che organizzi tutto per voi, perchè si tratterebbe della Thailandia che si vuol far vedere agli Occidentali: Begli alberghi, belle spiagge, bei templi..... Credetemi non ne vale la pena. Partite da soli, se avete poco...
Scritto da: Federico Avidano 1
un viaggio in thailandia
Partenza il: 11/08/2004
Ritorno il: 07/09/2004
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Un viaggio in Thailandia si può fare in vari modi, di cui il peggiore è sicuramente quello di servirsi di un tour-operator che organizzi tutto per voi, perchè si tratterebbe della Thailandia che si vuol far vedere agli Occidentali: Begli alberghi, belle spiagge, bei templi…

Credetemi non ne vale la pena. Partite da soli, se avete poco tempo concentratevi su una zona in particolare, viaggiate in treno, girare la Thailandia è molto facile persino per chi è alla prima esperienza in Asia. Mangiate alle bancarelle, non vi verrà nessuna dissenteria, epatite, o che altro… Il sapore vi rimarrà nelle papille gustative per mesi…

Quando sraete a Chiang Mai, tralasciate il turistico triangolo d’oro, non ci sono banditi nè narcotrafficanti, o almeno non ne vedrete… Andate a Pai, Soppong, Mae Hong Son e dintorni, Mae Sariang… I miei ricordi più belli sono i pomeriggi e le serate passate alla Little Eden Guesthouse di Soppong con Pen ed il suo staff, ad accompagnarci in giro per le valli e le montagne, a farci assaggiare ogni sera qualcosa di nuovo, abbiamo visto pochissimi occidentali, così l’esperienza è sembrata in un certo senso più raelistica, meno patinata… Ho giocato a dama con i tappi di bottiglia in riva al lago di Mae Hong Song con un tipetto thai che proprio non se dava pace di essere stato battuto di fronte alla sua ragazza da un “farang” che non sapeva neppure bene le regole thailandesi del gioco… Sono stato sorpreso da acquazzoni improvvisi… Però che piacere gli squarci di sole che seguono… Per non Parlare di Kong, il ragazzo autoelettosi nostra guida a cui si sono inumiditi gli occhi di bambino, anche se aveva trent’anni, nel vagare con lo sguardo al di là del confine con il Myanmar, sua terra natale, che ha dovuto abbandonare da profugo…

E i profughi del campo poco prima di Mae Sot, tenuto soto controllo dalle mitragliatrici dell’esercito, 40000 anime che sono scappate dalla guerriglia e da un regime oppressivo… Qui abbiamo conosciuto due ragazze, che ci guardavano affascinate e ci chiedevano dell’Europa, mentre un bambino molto piccolo non staccava più gli occhi di dosso da Giulia, la mia ragazza bionda, cerulea, che forse a lui doveva sembare un angelo, o una reincarnazione del Buddha che li aveva abbandonati al loro destino.



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