Capodanno a Tenerife 2

Viaggio nato per caso, ma costruito e organizzato con passione e precisione tanto da poter essere definito un'esperienza perfetta
Scritto da: antocimani
capodanno a tenerife 2
Partenza il: 26/12/2015
Ritorno il: 03/01/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Per molti Tenerife e in più generale le Canarie sono lo stereotipo di un viaggio facilmente organizzabile, più o meno rapido, economico, e dunque di massa. Spesso, nell’immaginario di gente poco informata, queste isole sono puro divertimento, belle spiagge, discoteche e rimorchio. Sono il rifugio di chi è stanco di pagare in patria troppe tasse, di chi cerca un’avventura lavorativa che duri il tempo di una stagione. Di chi vuole investire nel mattone e poi affittare assicurandosi un’ottima rendita annuale. Sono le isole dell’eterna primavera (che poi esattamente dov’è che sono?). Può darsi, ma non solo. Le Canarie sono molto di più; sono il prolungamento dell’Europa in Africa, sono puntini nell’oceano che conservano a tratti la nostra cultura, il nostro cibo, le nostre tradizioni ma che sapientemente mescolano con quanto di guanci ancora si possa trovare. Solo le palme e i balconi in legno ti fanno pensare all’esotico.

L’arcipelago delle Canarie è formato da 7 isole, varie per dimensioni e offerta turistica: Gran Canaria, Tenerife, Fuerteventura, Lanzarote, La Palma, El Hierro e La Gomera. Ciascuna di esse ha delle caratteristiche che la rendono unica e speciale. La nostra scelta è stata in realtà affidata al caso: un credito con Easyjet ci ha permesso di volare a Tenerife praticamente a costo zero, in una settimana in cui il prezzo del biglietto sfiorava i 600 euro a persona. Ciò nonostante, abbiamo preso informazioni su tutte le isole per capire soprattutto la questione vento: a Tenerife c’è, ma non di più che in altre località marittime italiane e pare che assieme a gran canaria sia la meno esposta alle correnti. Fuerteventura e Lanzarote, invece, ne sono accompagnate costantemente e per questo sono le preferite dai surfisti.

Tenerife ha due aeroporti, uno al sud e l’altro al nord, nonostante l’isola non raggiunga i 100 km di lunghezza. Entrambi sono ben collegati con le maggiori città dagli autobus della TITSA, la compagnia locale. Acquistando il bonovia, una tessera venduta nei tagli di 15, 25 e 50 euro, si possono percorrere tutte le linee usufruendo di sconti che vanno dal 30% al 50% a seconda della tratta. Purtroppo, in questo periodo e causa rifacimento chiosco, non si vende nell’aeroporto Sur Reina Sofía per cui se arrivate li il primo biglietto va pagato per intero al conducente. ​In molti forum si consiglia il noleggio di un auto: non c’è il minimo bisogno dato che i mezzi pubblici sono efficientissimi, economici e ottimamente organizzati. Con circa 30 euro a testa noi abbiamo fatto diverse escursioni, godendoci serenamente il panorama certi che saremo arrivati nel posto giusto rilassandoci.

Abbiamo scelto volutamente, e di questo non ci pentiamo, il nord come base di partenza: 4 notti a Santa Cruz e 3 notti a Puerto de la Cruz. E’ qui che si respira la vera essenza dell’isola, non di certo a Los Cristianos e a Las Americas, le Rimini tinerfeñe verso cui si indirizzano i turisti da agenzia e tour operator. Vi descriviamo in breve le nostre visite, certi che vi ispireremo…

Santa Cruz: situata nel nord dell’isola, è la capitale di Tenerife. E’ una città abbastanza grande che può essere utilizzata come base di partenza per molte escursioni perché possiede una grande stazione degli autobus che la collegano praticamente con qualsiasi posto. Al piano superiore troverete i bus nazionali, mentre a quello inferiore i locali e i taxi. Gli hotel qui costano meno che al sud. Il nostro, Barcelo contemporaneo, era un po fuori dal centro storico, sulla Rambla de Santa Cruz, in una zona residenziale molto ben tenuta. Una camminata di venti minuti che attraversa anche il giardino botanico permette di raggiungere il Mercado de Nuestra Senora de Africa, che consigliamo di vedere a ora di pranzo. Molto carina la zona di Plaza de España che da sul mare: qui è possibile ammirare il monumento ai caduti di tutte le guerre e visitare gratuitamente le rovine sotterranee del Castillo de San Cristóbal. Risalendo per la via dello shopping, Calle del Castillo, ci si può fermare in uno dei tanti bar de tapas e assaggiare qualcosa di tipico.

Playa de Las Teresitas: è la spiaggia della capitale, da cui dista solo 7 km. Si raggiunge comodamente in autobus, numero 910, in appena venti minuti: all’arrivo la fermata è praticamente sulla sabbia. Per meno di 10 euro al giorno potete noleggiare ombrellone e lettini e godervi il sole che si riflette sulla sabbia dorata del Sahara (è stata importata da li). Sulla spiaggia ci sono diversi chiringuitos che offrono piatti tipici a prezzi modesti. Ricordate che docce, bagni e camerini sono gratuiti e ben tenuti.

La Laguna: Si trova a 10 km da Santa Cruz e la si raggiunge con il tramvia ( costo 1,45 con biglietto, 0,75 con bonovia) in poco meno di mezzora. Ci sarebbero anche diversi autobus Titsa ma fanno capolinea in periferia. Il tram, invece, lascia a due passi dal centro storico, linea 1, direzione La Trinidad. La città è patrimonio Unesco poiché ospita, perfettamente conservate, antiche case coloniali coi balconi in legno e grandi patii. Da qui sono passati i conquistadores che si dirigevano verso il nuovo mondo e che spezzavano il viaggio per rifornirsi di viveri. Nel 1500 ne fecero la capitale dell’isola e ne costruirono il centro storico, rimasto intatto e servito come modello per varie città dell’america latina. E in effetti, tra le sue stradine, è un po come trovarsi all’Havana.

Playa de Los Cristianos e Las Américas: luogo prediletto dal turismo di massa, molto simile alla nostra riviera romagnola. Bello per passarci una giornata ma non di più, almeno quando si è viaggiatori e non turisti. Ci sono molti autobus che collegano in meno di un’ora il nord dell’isola con questa zona, conosciuta in generale come Costa Adeje. Ciò che troverete sono hotel, villaggi, resort, ristoranti, locali, negozietti di souvenir, uno appiccicato all’altro. E poi due spiagge attrezzate, decisamente insufficienti per il numero di persone che qui si riversano. Prezzi leggermente più cari, sabbia vulcanica, mare meno bello. No, questa non è la vera Tenerife. Ma fateci un salto, giusto per rendervene conto. Un tratto del lungomare che collega Los Cristianos a Las Américas è particolarmente esposto ai venti e per questo scelto da molti surfisti.

Puerto de la Cruz: vero gioiellino di architettura coloniale, secondo noi molto differente da Santa Cruz, più piccolo, più vivibile, più affascinante. Abbiamo trascorso qui soli 3 giorni, ma ci si può trattenere di più. Oltre ad avere un bellissimo centro storico, possiede una spiaggia molto carina e ben attrezzata, Playa Jardín, e le piscine di Costa Martíanez in cui è possibile bagnarsi al riparo dalle onde dell’oceano. Si tratta di un complesso di vasche e laghetti direttamente collegati con il mare (l’acqua è infatti salata), molto simile ad un parco acquatico. L’ingresso giornaliero costa 5.50 euro ed include lettino e materassino. L’architettura è cosi curata da sembrare di essere ai Caraibi. Tutto si raggiunge a piedi in una decina di minuti dal centro di Plaza del Charco. ​Abbiamo soggiornato in un ottimo hotel, 4 Dreams Chimisay, in una tranquilla strada pedonale a due passi da tutto.

Teide: esistono molte escursioni organizzate che partono sia dal nord che dal sud e raggiungono il Teide, il cui costo si aggira intorno ai 70 euro a persona. Per un attimo ci abbiamo pensato anche noi, convinti che il fai da te non avrebbe funzionato molto ben. Invece, è andata benissimo. Da Puerto de la Cruz ogni giorno parte un solo autobus, il numero 348, alle 9.15. Il costo del biglietto che è di circa 12 euro non può essere detratto dal bonovía (è l’unico caso in cui l’abbonamento non è valido). E’ sempre abbastanza affollato ma in caso ci sia troppa gente viene aggiunta una seconda guaga: nessuno resta a terra. In circa due ore di travagliate curve e tornanti si arriva alla base del Teide, dove c’è la stazione del teleferico. Date le code interminabili consigliamo di acquistare il biglietto on line, costo 27 euro a/r, anche se questo non garantisce uno sconto nel tempo di attesa. Va infatti cambiato alla cassa, attraverso una fila preferenziale, ma alla fine le due code confluiscono e si mescolano all’interno di una sala d’attesa da cui poi si sale in cabina. Il tragitto dura solo 8 minuti, il che non è un bene. La velocità infatti non permette al corpo di acclimatarsi sufficientemente e si è catapultati a 3600 mt di altitudine in brevissimo tempo. Da qui si può scegliere se fermarsi ad osservare il panorama o proseguire per uno dei sentieri che si snodano nelle canadas. Ricordatevi però che per raggiungere la cima, a 3900 mt circa, occorre essere in possesso di un permesso speciale rilasciato, con diversi giorni di anticipo, dal Ministero a questa pagina. La salita attraverso il Telesforo Bravo dura una quarantina di minuti e non è semplice. I sintomi dell’altitudine si fanno sentire molto presto. Imprescindibili, ovviamente, scarpe da trekking e acqua. ​ L’autobus per il ritorno lo si prende alle 16.15, sempre dalla base del teleferico. Per le 18.30 si è a Puerto de la Cruz, un po scombussolati ma di certo soddisfatti dell’avventura.

Cibo: per quanto riguarda la questione cibo possiamo dire che in generale è tutto molto economico e di buon gusto. Piatti tipicamente spagnoli con poche influenze africane. La maggior parte dei locali offre i menu del dia, che con meno di 10 euro includono un antipasto, un piatto di carne o pesce con contorno, il dolce, pane e bibita. Ci sono ovviamente anche ristoranti a la carte, ma i prezzi restano comunque contenuti. Stesso discorso per la colazione. Inoltre ci sono numerosi supermercati.

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