Tenerife fuori dagli schemi

Alle Canarie, ma non per il mare
Scritto da: Doc McStuffins
tenerife fuori dagli schemi
Partenza il: 25/08/2014
Ritorno il: 01/09/2014
Viaggiatori: 6
Spesa: 2000 €
Quest’anno vacanze in famiglia: oltre alle mie inseparabili compagne di viaggio, le mie bimbe di 5 e 7 anni, viaggeranno con me i miei genitori e mio fratello. Devo confessare che inizialmente non mi entusiasmava l’idea di una vacanza alle Canarie: ne ho sempre sentito parlare come di un posto da “turismo di massa”, ma leggendo un po’ qua e là ho scoperto che basta uscire dalle rotte più battute per incontrare luoghi ancora autentici e selvaggi.

25/08

Partenza ore 14.00 con volo Ryanair da Orio al Serio arrivo alle 17.10 ora locale ( una in meno rispetto all’Italia) a Tenerife Sud. Ritiriamo l’auto prenotata via internet da Cicar, una Opel Zafira (7 posti) e ci dirigiamo verso l’Aparthotel Santa Maria di Costa Adeje, dove abbiamo prenotato 2 camere in mezza pensione (in realtà non ne usufruiremo sempre, ma era comunque conveniente anche solo per qualche cena). Lungo la strada abbiamo un piccolo assaggio della natura aspra e selvaggia dell’isola, con le sue montagne dalle forme bizzarre, create dalla lava; man mano che ci avviciniamo ad Adeje, invece, la cementificazione è sempre più endemica. Le camere dell’hotel sono arredate in modo semplice, ma pulite e veramente spaziosissime, praticamente mini appartamenti: salotto con divano-letto e cucinino, un bel bagno con vasca, camera matrimoniale con immenso armadio a muro e terrazzino. Come sistemazione direi proprio niente male. Disfiamo i bagagli e ci facciamo una doccia veloce: l’appuntamento è alle 20.00 con mio fratello (che da qualche mese si trova per lavoro sull’isola) e il suo amico. Facciamo un aperitivo vista mare in un locale gestito da italiani (come del resto il 70% delle attività eno-gastronomiche della zona) e cena in un vicino ristorante dove mangiamo un ottimo fritto misto di pesce e verdura e un polpo alla gaiega altrettanto buono. Le bimbe già si stanno addormentando, quindi facciamo ritorno all’hotel e io mi godo ancora un po’ di fresco in terrazza prima di andare a nanna.

26/08

Il primo vero giorno di vacanza lo dedichiamo all’esplorazione del nord-est dell’isola: partiamo intorno alle 9.30 e imbocchiamo la TF1 alla volta della capitale, Santa Cruz de Tenerife: la città non ha, a mio avviso, particolari attrattive, a parte il famoso Auditorio disegnato Calatrava, che val bene una sosta per la sua spettacolarità; accanto ad esso è possibile vedere il castillo de San Juan, un forte del XVII sec. Non dimenticatevi di dare un’occhiata alla scogliera tra l’auditorio e il forte: sui massi sono dipinti i volti di cantanti famosi, tra cui i nostri connazionali Pavarotti… e Albano. Torniamo in auto e ripartiamo alla volta di La Laguna, prima capitale dell’isola e città annoverata fra i siti patrimonio dell’umanità dall’Unesco per il suo centro storico, che conserva un’architettura tipica canaria. All’ufficio informazioni, che si trova in una dimora storica con uno splendido patio, ci forniscono una mappa della città: percorriamo calle Carrera fino a Plaza de la Conception, facendo tappa alla cattedrale, che purtroppo è in fase di ristrutturazione, motivo per il quale non è possibile ammirarne la facciata. Nell’omonima piazza visitiamo la Iglesia de Nuestra Senora de la Conception, la prima chiesa costruita sull’isola e saliamo sulla sua torre (2€ adulti/ bimbi gratis fino a 11 anni), che offre una splendida vista sui tetti della cittá (attenzione, però, le campane suonano ogni quarto d’ora e se quando succede siete al quarto piano rischiate di prendervi un bello spavento!). Dopo aver pranzato in uno dei locali che affacciano sulla piazza, ritorniamo verso l’auto per calle San Augustin, dove si possono ammirare altre belle case antiche. Da La Laguna ci dirigiamo verso San Andres percorrendo la TF12, che attraversa il Parque Rural dei monti Anaga; poco prima di arrivare al centro visitatori, che si trova a Cruz del Carmen, ci fermiamo a un mirador a fare tante foto e compriamo da bere e un po’ di frutta da un simpatico venditore ambulante. Arrivati al centro visitatori lo troviamo chiuso ( chiude alle 15.00!?!), così cerchiamo di capire qualcosa sui dai pannelli informativi che ci sono sparsi nel piazzale. Dal centro visitatori partono 3 percorsi: il n.1 è dotato di passerella in legno, accessibile anche a persone diversamente abili; il n.2 e il n.3 sono invece su sterrato. I tempi di percorrenza indicati sul pannello sono sovrastimati (per il n.2 indica 45 min.: noi ne avremo impiegati all’incirca 15), quindi lanciatevi pure a fare il n.3: noi non ci siamo azzardati perché il pannello dava 1.30h, ma fatte le dovute proporzioni potrebbero in realtà volerci 40 min. La passeggiata è molto piacevole: il bosco è talmente fitto che si chiude sopra le nostre teste e ovunque sulle rocce e sui tronchi degli alberi notiamo muschio in abbondanza; lungo il percorso ci sono anche una serie di ponticelli che fanno la gioia delle bambine. Dopo la passeggiata, riprendiamo l’auto e continuiamo lungo la TF12, incontrando panorami troppo belli per non essere fotografati: una vegetazione rigogliosa, in netto contrasto con il sud dell’isola, nuvole dense di umidità che si muovevano ad una velocità sorprendente (sembrano nuvole fumo!), montagne dall’aspetto ancora selvaggio che scendono ripide verso il mare; insomma, un percorso davvero spettacolare che consiglio a tutti.

Arriviamo a San Andres che l’orologio segna le 19.00: decidiamo comunque di dare un’occhiata alla famosa playa de Las Teresitas, una spiaggia artificiale fatta con sabbia del Sahara e protetta da una scogliera, a detta di molti la più bella dell’isola. Io in realtà ne sono rimasta delusa: ovviamente la sabbia è soffice, ma il mare non é niente di che e a destra il “panorama” sul porto di Santa Cruz… lascia un po’ a desiderare. Il vento è molto forte e l’acqua freddina, quindi non facciamo il bagno e torniamo verso casa.

27/08

Oggi dedicheremo la giornata all’esplorazione dell’entroterra dell’isola, in particolare alla salita sul Teide, vulcano dal quale ha avuto origine l’isola di Tenerife, nonché monte più alto della Spagna. Sveglia all’alba e alle 8.00 si parte! All’andata saliamo al Teide dal versante di Vilaflor (il nucleo abitato più alto dell’isola); sulla strada incontriamo il centro visitatori di Canada Blanca, dove ci fermiamo a prendere la mappa del parco; proprio di fronte ad esso è possibile ammirare una serie di formazioni rocciose dalle forme bizzarre chiamate Roques de Garcia: noi ci siamo solo affacciati al belvedere, ma volendo si può affrontare un sentiero intorno ad esse della durata circa 1 ora e mezza. La stazione a valle della funivia si trova poco più avanti: noi abbiamo comprato anticipatamente i biglietti scegliendo la fascia oraria 9.00-10.00, per cercare di evitare le ore di maggior afflusso; così facendo ci siamo risparmiati la coda per fare il biglietto, anche se ci sono comunque voluti una quarantina di minuti per poter salire. Alla stazione a valle vendono al costo di 2€ delle mini-guide sui possibili percorsi da fare una volta arrivati in cima: partendo dalle stazione a monte, andando a destra si arriva al mirador della Fortaleza, andando a sinistra al mirador del Pico Viejo; entrambi i percorsi sono fattibili in mezz’ora di cammino (solo andata) e sono quasi in piano. Noi abbiamo scelto il secondo percorso, che ci ha permesso di vedere il cratere responsabile della più recente eruzione (1798). Previa prenotazione si può tentare l’ascesa al Pico del Teide (possono salire solo 150 persone al giorno per motivi di salvaguardia ambientale): il sentiero è molto ripido, ma non molto lungo, sulla mini-guida indica circa 1 ora di cammino. In cima al Teide la temperatura è più bassa, ma comunque se il cielo è sereno si sta bene in mezze maniche; appena il sole scompare, però, una felpa fa comodo. Io non avevo mai visto da vicino un vulcano e ho trovata questa esperienza molto affascinante. Per il ritorno decidiamo di scendere dall’altro lato della montagna, proseguendo sulla TF21 verso La Orotava e passando davanti al secondo centro visitatori del parco, quello del Portillo; possiamo così contemplare il cosiddetto “mare di nuvole”, che si forma nella zona occidentale dell’isola, come effetto degli alisei che spingono l’aria calda verso il Teide. Lungo la strada grazie a “Santa Tripadvisor” assaggiamo finalmente la vera cucina canaria al “Bodegon Matias”: le papas rugadas, piccole patate cotte nel sale con accompagnamento di salse sono un vero nettare degli dei! Prima di rientrare facciamo una sosta a La Orotava, altra città dalla tipica architettura canaria, famosa per le sue 12 dimore storiche…noi ci attardiamo troppo a guardare le prime e troviamo chiusa per pochi minuti la famosa Casa de los balcones (ma possibile che in un paese dove si cena alle 10 di sera molti siti di interesse chiudano prima delle 19?!); ci accontentiamo di bere qualcosa nel patio della casa Lercaro, che ospita al suo interno un bar e un ristorante, il che si rivela una piacevole alternativa…

28/08

Oggi decidiamo di concederci una giornata più tranquilla dedicandoci alla visita della costa orientale dell’isola. Iniziamo dal parco delle piramidi di Guimar, che francamente non mi ha per nulla entusiasmato: poco interessante e molto artefatto, non lo consiglierei. Mi è invece piaciuta molto Candelaria, la cittadina ha un sapore molto tipico e la basilica costruita in riva al mare offre begli scorci; ci sono anche 9 mastodontiche statue di guerrieri guanci che hanno molto incuriosito le bambine. Per pranzo ci fermiamo a Poris de Abona, un paesino di pescatori molto carino, che, nonostante le nuove abitazioni costruite intorno al centro storico, ha mantenuto intatto il suo sapore; pranziamo al Café al mar (consigliato da Lonely Planet), un barettino in riva al mare che offre buoni piatti, cucinati al momento. Il pomeriggio lo passiamo a rilassarci tra la piscina e la spiaggia di Torviscas, che però francamente non mi è piaciuta granché: cosa vi devo dire…io il Mc Donald in spiaggia non posso proprio vederlo!! La sera ceniamo in un ristorante allestito all’interno di un bananeto: l’ambiente è originale e il personale simpatico, ma il cibo senza infamia e senza lode.

29/08

Oggi altra levataccia: abbiamo in programma uno dei trekking più gettonati dell’isola, quello del Barranco de Masca. In realtà a farlo saremo solo io e mio fratello, il resto del gruppo ci raggiungerà via mare alla spiaggia di Masca, partendo dal porto di Los Gigantes. La strada per raggiungere Masca è davvero spettacolare e anche il piccolo paese arroccato sulla montagna, tanto che viene voglia di fermarsi lì un po’ più a lungo, ma ci aspetta una bella passeggiata e quindi: gambe in spalla e si parte! Per raggiungere la spiaggia di Masca impieghiamo poco più di 2 ore (meno delle 3 ore indicate sulle guide), tenete però presente che il percorso è abbastanza accidentato e in alcuni punti il sentiero non è ben segnalato, il cellulare non prende e nella parte centrale l’umidità è davvero elevata; la fatica è però ben ricompensata: si cammina tra due alte pareti rocciose che qua e lá assumono forme stravaganti. A circa mezz’ora dalla fine del percorso iniziamo a sentire il rumore delle onde…e intorno a mezzogiorno eccoci arrivati alla baia di Masca, una piccola spiaggia di sabbia nera, lasciata al suo stato naturale: ci sono solo le addette delle due compagnie di navigazione (mascaexpress e maritimasacantilados) che vendono i biglietti per il viaggio di ritorno (8€) e un uomo con una borsa frigo che vende bibite (e nemmeno un filo d’ombra!). Non essendoci barriere davanti alla spiaggia, ci sono delle belle onde, ma superato il punto in cui si infrangono si nuota senza pericolo (certo non è posto adatto per bimbi molto piccoli). Appena arrivati un bel tuffo mare per ritemprarci dalle fatiche della camminata e poi attendiamo l’arrivo del resto del gruppo, dopo di che pic nic in spiaggia, giochi con le onde e altri bagni. Verso le 16 prendiamo la barca che ci riportata a Los Gigantes; durante il tragitto, di 15-20 min circa, si possono ammirare le scogliere che caratterizzano questo tratto di costa. Purtroppo quando ci si avvicina al centro abitato l’aspetto selvaggio del panorama viene bruscamente interrotto dal cemento, che anche qui si estende per tutta la collina…e ancora una volta mi chiedo che senso ha scoprire un posto molto bello e poi rovinarlo per andarci in vacanza! Rientrati in albergo e ci concediamo ancora un po’ di tuffi in piscina prima di cena. Questa sera abbiamo prenotato una paella in un piccolo ristorante nella zona di Playa Paraisio, dove abita mio fratello: il locale è un po’ démodé (sembra una trattoria di paese), unica particolarità una miriade di gabbie con canarini (che hanno subito catturato l’attenzione delle bambine); la paella, però, è veramente buona e abbondante e il conto assolutamente onesto.

30/08

Oggi giornata relax: la mattina facciamo quattro passi e un po’ di shopping nelle vie intorno all’hotel e poi piscina, piscina e ancora piscina per la gioia delle bimbe.

31/08

Ultimo giorno di vacanza dedicato all’esplorazione della regione nord-occidentale dell’isola. Prendiamo la TF436 diretti a Masca, dove ci fermiamo a bere un caffè (un leche-leche per la verità), che poi accompagniamo con due fette di torta, che poi diventa l’occasione per acquistare qualche souvenir. Facciamo quattro passi e qualche foto in giro per la piccola Masca, che qualche giorno fa avevamo visto di sfuggita: un paesino davvero delizioso, arroccato su di uno sperone di roccia. Riprendiamo l’auto e continuiamo sulla TF436, fermandoci ogni tanto ai tanti mirador per fotografare il panorama. Arrivati a El Palmar prendiamo la strada stretta e tutta curve che ci porta a Teno Alto, un paesino con una chiesetta che si affaccia su di una piccola piazza, un piccolo parco giochi, un pugno di case, due bar fuori moda e il minuscolo negozietto che vende formaggi, con la mamma che insegna alla figlioletta a dare il resto ai clienti (una scena che mi ha stretto il cuore perché mi ha fatto ripensare a me bambina nel negozio di mia nonna). Ci troviamo all’interno del Parque Rural del Teno e lungo la strada e tutt’intorno al paesino sono segnalati diversi sentieri escursionistici, uno dei quali porta alla Punta del Teno; c’è anche, lungo la strada, un’area pic nic con tavoli e griglie e un Punto Informazioni, che però è aperto solo dal lunedì al venerdì.

Lasciamo Teno Alto facendo a ritroso la strada dell’andata e ritorniamo sulla TF436 diretti a Buenavista del Norte e quindi a Punta del Teno. Circa 7km prima di raggiungere la punta un cartello indica che l’accesso alla strada è vietato per pericolo di caduta massi; in effetti anche la mia guida sconsigliava di avventurarsi su questa strada dopo abbondanti pioggie o in caso di forte vento. Avevo anche letto su internet commenti di molto viaggiatori che, ignorando il cartello, si erano avventurati lungo la strada….dopo un po’ di esitazione e avendo visto alcune macchine passare, decidiamo di proseguire anche noi, non senza un po’ di batticuore, soprattutto quando vediamo che la strada è piuttosto dissestata e in alcuni punti ingombra di massi precipitati dalla montagna; si tratta però solo dei primi 2-3 km, poi la pendenza del costone roccioso si addolcisce e la strada diventa più scorrevole. Arrivati alla Punta scopriamo che ci sono almeno una ventina di auto e addirittura alcune persone stanno facendo il bagno, il che mi fa pensare che in realtà nessuno controlli chi entra in questa strada e che il cartello sia solo uno sgravio di responsabilità. Il piccolo brivido provato lungo il tragitto è ben ripagato da ciò che possiamo ammirare: onde che si infrangono sulla nera scogliera e acque di una trasparenza incredibile. Passeggiamo per qualche minuto raggiungendo il faro e poi riprendiamo l’auto per tornare verso Buenavista del Norte e quindi Garachico.

Garachico è stato in passato il porto più fiorente dell’isola, poi caduto in disgrazia in seguito a una serie di calamità, tra cui la disastrosa eruzione vulcanica del 1706, che ha spostato in avanti il mare di centinaia di metri e creato delle piscine naturali, dove si può fare il bagno riparati dalle onde. Arrivati a Garachico seguiamo una musica e una voce al microfono che ci conducono alla piazza principale, dove vediamo molte persone in coda in attesa della loro razione di paella; vorremmo aggregarci, ma ci dicono che non è in vendita, è solo per i partecipanti ai giochi. In effetti notiamo che le persone indossano magliette di due diversi colori e notiamo una distesa di schiuma sulla piazza. Questa atmosfera da festa di paese ci mette subito allegria! La piazza è molto bella, con una zona ombreggiata da alberi e un chiosco nel mezzo e due chiese, ai lati opposti; noi ci rechiamo verso la chiesa di colore bianco e arriviamo ad una seconda piazza, alle spalle della quale si trova un giardino pubblico: al suo interno è possibile vedere la cosiddetta Puerta de Tierra, ciò che rimane dell’antico porto distrutto dalla lava. Non riesco a smettere di fotografare le case, a mio avviso più belle ancora di quelle di La Laguna e La Orotava: qui più che in ogni altro posto ho respirato una vera atmosfera canaria. Per il pranzo seguiamo il consiglio della mia guida Lonely Planet e andiamo a Casa Ramon, un locale molto molto tipico, in cui si mangiano piatti saporiti e genuini ad un prezzo davvero invitante: noi abbiamo preso tutto ciò che prevedeva il menù (carne, polpo, pescando, zuppa di pesce, papas rugadas, dolce, acqua e birra) e abbiamo speso 34€! Certo non ci si deve lasciar intimorire dal locale (in bagno si deve tirare l’acqua nel vero senso della parola: con un secchio!)…e dai proprietari, ma se saprete adattarvi assaggerete l’autentica cucina canaria, come se foste invitati a pranzo da conoscenti. Dopo il pranzo accontentiamo le bambine con un giro in carrozza per la città, che si rivela molto piacevole anche per noi adulti (15€) e poi ci rimettiamo in auto per raggiungere Icod de Los Vinos, dove facciamo una breve sosta per ammirare il famoso Drago millenario (un gigantesco albero): noi non siamo entrati nel parco (dove si deve pagare un biglietto), lo abbiamo visto da Plaza de la Iglesia, una bella piazza ombreggiata con un piccolo parco giochi, dove ci siamo fermati a giocare un po’. Per tornare all’hotel abbiamo proseguito sulla TF5 fino a Santa Cruz e da li abbiamo preso la TF1 fino ad Adeje, compiendo così l’intero giro dell’isola. 1/09 Oggi si torna a casa!…ma siccome abbiamo il volo in serata, ci godiamo ancora qualche ora di sole a bagni nella piscina dell’hotel.

Per concludere… qualche consiglio:

– per programmare la vacanza ho seguito i consigli della guida Lonely Planet (che non mi delude mai) e naturalmente ho letto molti racconti di TpC su questo sito; su internet non si trova in realtà molto materiale specifico sull’isola (mappe turistiche delle città, percorsi escursionistici, ecc…)

– abbiamo prenotato il volo sul sito Volagratis e viaggiato all’andata con Ryanair e al ritorno con Meridiana, mentre per la prenotazione dell’hotel ci siamo affidati alla nostra agenzia di fiducia

– se non amate i luoghi molto turistici, i centri commerciali e il cemento evitate la costa meridionale, il resto dell’isola, fatta eccezione per Santa Cruz e Puento de la Cruz, che sono due cittadine, è piuttosto selvaggio, anche se non mancano qua e la ecomostri turistici a rovinare il paesaggio… La zona che personalmente mi è piaciuta di più è la costa nord-occidentale, ma anche il nord-est e la parte centrale dell’isola sono molto belle; se vi piace camminare potrete sbizzarrirvi: le occasioni per fare trekking non mancano di certo!

– qui la domenica è ancora “sacra”: gli uffici informazione e molto siti sono aperti da lunedì a venerdì e spesso hanno orari ridotto (noi li abbiamo trovati spesso chiusi al pomeriggio, ad esempio).



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