Zanzibar, gennaio 2009: Un sogno che si rinnova

Zanzibar: un sogno che si rinnova … Siamo stati a Zanzibar quattro anni fa, fu una vacanza da sogno programmata e condivisa con una coppia di amici che questa volta non ci ha seguito. Il sogno si è rinnovato, il 27 gennaio con volo da Verona siamo partiti in compagnia di Silvana e Sergio, coppia con la quale condividiamo da tempo molti momenti...
Scritto da: belfusto 1
zanzibar, gennaio 2009: un sogno che si rinnova
Partenza il: 27/01/2009
Ritorno il: 04/02/2009
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
Zanzibar: un sogno che si rinnova … Siamo stati a Zanzibar quattro anni fa, fu una vacanza da sogno programmata e condivisa con una coppia di amici che questa volta non ci ha seguito.

Il sogno si è rinnovato, il 27 gennaio con volo da Verona siamo partiti in compagnia di Silvana e Sergio, coppia con la quale condividiamo da tempo molti momenti di relax e con noi anche Daniela e Tiziano alla loro prima volta nell’Africa sub equatoriale, quella nera per intendersi, destinazione: Sunset Beach Resort località Nungwi nel nord dell’isola di Zanzibar.

Come da programma atterriamo nella capitale Stone Town, avevamo tentato di preparare le nostre coppie di amici sull’accoglienza in aeroporto e sui loro servizi tecnologici, ma credo che solo dopo averli visti se ne siano resi conto veramente.

Un piccolo contrattempo al pagamento del visto di ingresso (50$ a testa) dove scopriamo che non vengono accettati dollari americani che riproducono la faccia in formato piccolo, moneta assolutamente valida a noi data dalle banche ma che qui non accettano (se non in qualche ufficio di cambio esterno che applica però un cambio decisamente svantaggioso), in sostanza vogliono solo quelli di nuova emissione che riproducono le facce in grande.

Gli assistenti Azemar, il nostro tour operator ci accolgono appena fuori e ci indirizzano al nostro pulmino, parcheggiato proprio davanti ad una bella e grande buca, che in poco più di un’ora attraverso le strade locali ci porterà sino al nostro resort. Io e Lina capiamo subito che 4 anni sono passati e che qualcosa è cambiato, non molto e non sempre in meglio. All’esterno dell’aeroporto ora c’è una grande tettoia in alluminio che protegge i passeggeri in partenza durante l’attesa per le operazioni di check-in; le strade sono affollate come allora ma il traffico motorizzato è aumentato sensibilmente, molte più auto e tantissimi motorini. La strada che sale verso Nungwi è ora tutta asfaltata e nell’ultima parte si vede proprio che è nuova e ampia, tranne l’ultimo km verso l’hotel, ci avevano avvisato che era da montagne russe, verissimo! Arrivati al Sunset capiamo subito l’atmosfera tranquilla che regna in questo resort, e le prime immagini sono quelle che ci aspettavamo, una piccola piscina, vialetti in sabbia, e le palazzine col tetto in makuti che contengono 4 camere per fabbricato. Sbrigate le operazioni alla reception di piccole dimensioni ma con personale sorridente e cortese, gustato il primo succo di benvenuto, ci dirigiamo nelle nostre stanze e? gradita sorpresa, sono belle, semplici ma decisamente graziose, spaziose, pulite, il letto a baldacchino con tanto di zanzariera protettiva che in realtà forse non serviva (almeno durante i nostro periodo di zanzare veramente poche) ma piuttosto alto da terra, ci si alzava in punta di piedi per salirci.

Apriamo velocemente le valige, cerchiamo il costume e giù in mare, per il primo tuffo, che meraviglia… La prima giornata sarebbe stata veramente da sogno se non fosse per i beach boys che sono lì che ti aspettano e che ti vogliono convincere a fare le escursioni con loro. Una volta deciso con chi fare le escursioni, praticamente passati i primi 2 giorni poi la vita di spiaggia si tranquillizza e si gustano momenti di quiete che solo in una piccola struttura come il Sunset si riesce a trovare. Parliamo del Sunset Beach Resort : credo sia una struttura di circa 40/50 camere, dove la quiete regna sovrana, non c’è animazione, tre sere la settimana ci sono piccoli spettacoli locali, la danza dei Masai, un gruppo di ballerini locali ed in fine un gruppo di acrobati e giocolieri sempre locali. Il bar aperto tutto il giorno, sevizio all-inclusive con esclusione degli alcolici e del vino. Molto buoni i loro succhi e/o cocktail di frutta. Tutta la struttura centrale sotto un grande tetto in Makuti, ospita anche la sala ristorante all’aperto. La vista dai tavoli è travolgente, i colori del mare ed il bianco della spiaggia abbagliano. Il cibo decisamente buono, un buffet giusto, non di quelli che talvolta vediamo dove lo spreco regna di casa, dove però si trova sempre carne, pesce, riso, pasta all’italiana veramente gustosa, verdura e per finire frutta d’un gusto e d’un saporito incredibile. Il personale tutto, da quello addetto alle stanze a quello di sala veramente cortese e sempre sorridente. Il direttore italiano, proveniente da una grande catena, ha trasferito qui la propria competenza facendo da subito dei piccoli cambiamenti tipo in cucina, ed i frutti rispetto a precedenti racconti letti si sono visti, tutti, ma proprio tutti sono rimasti molto soddisfatti della cucina.

La spiaggia e le maree: il Sunset si trova nel mezzo fra la spiaggia rinomata di Kendwa dove si trova anche il costosissimo Gemma dell’Est ed il paesino di pescatori di Nungwi; in questo punto la spiaggia per effetto delle maree scompare letteralmente; quando il mare si ritira si può passeggiare su di una spiaggia ampia, ma il mare è li vicino ed è sempre balneabile, ma ricordiamoci di indossare sempre delle scarpette protettive, perché sono numerosi i ricci di mare che si annidano fra le piccole rocce. Quando la mare sale ricopre interamente la spiaggia, e le onde dell’oceano sbattono rumorosamente contro le rocce sulle quali sorgono i vari hotel. Ombrelloni di paglia molto grandi e lettini sono tutti situati in alto sopra la scogliera, in questo modo gli ospiti sono lontani e protetti da tutti quelli che passano lungo la spiaggia. Quando la marea sale le persone del luogo possono passare sopra la scogliera ma sono sempre scortate dai Masai e non possono fermarsi a disturbare gli ospiti degli hotel. La sera con lo stesso sistema si può arrivare,con una piccola passeggiata attraversando i vari hotel, vicino al paese di Nungwi dove mi dicono esserci un paio di bar sulla spiaggia aperti ai turisti.

Le escursioni: io non le ho fatte con i beach boys che girano davanti al Sunset, che mi dicono essere comunque affidabili, perché ho voluto rivedere Nico, il beach boy che lavorava 4 anni fa sulla spiaggia di Kiwengwa, che ora lavora per la Eden ma che nel suo tempo libero organizza ancora escursioni per turisti. Rivederlo è stato un piacere, avere notizie del suo bambino Hassan che avevamo visto da piccolo è stato come tornare un po’ indietro nel tempo. Con Nico abbiamo fatto il blu safari, una intera giornata su una barchetta di pescatori, che partendo dalla località di Fumba ci ha portato prima a fare snorkeling lungo una lingua di sabbia che con l’alta marea viene letteralmente sommersa e poi sulla vicina isola di Kwale dove si è gustato un ricco pranzo di pesce, una veloce visita al baobab che sopravvive da sdraiato e poi un veloce bagno nella laguna delle mangrovie. In questa escursione si sono aggiunti Luana e David una giovane e bella coppia di abili nuotatori che erano ospiti con noi al Sunset . Due giorni dopo, un pomeriggio a Stone Town per assaporare un po’ di vita locale: una visita alla Chiesa Anglicana la prima sorta sull’isola, una veloce immersione nel mercato cittadino, fra le numerose bancarelle di frutta e spezie, un visita esterna alla casa delle meraviglie, il palazzo del Sultano che ora ospita un teatro ed alcuni negozietti, una veloce visita all’orfanotrofio dove abbiamo lasciato molte cose che in sei avevamo potuto portarci dall’Italia, è un luogo di cui non ho immagini e che preferisco non descrivere, per poi riprendere con due passi verso la casa natale di Freddie Mercury, in verità si può vedere solamente una insegna ed infine altri due passi per gustare un drink nel più famoso bar di Zanzibar : L’African House, beh merita, per posizione, e per quello che da quella terrazza si può ammirare nei giardini sottostanti.

Per finire tutti concordi nel fare una bella “motorata” cioè una gita in Quad nell’interno dell’isola, sono state 3 ore assolutamente entusiasmanti, alla scoperta di un entroterra ancora incontaminato, attraversando piantagioni di riso, di piante da frutto come ananas e mango, due piccoli paesini con le casette ancora costruite col fango per un incontro con la popolazione locale e con i loro piccolini, peccato non averlo saputo prima, avremo potuto portare qualcosa di utile anche per loro. Una esperienza che suggerisco a tutti, bella davvero.

Una settimana di vacanza che è volata; la spiaggia, il mare caldo con i suoi colori vivi e brillanti, i tramonti coinvolgenti, la natura ancora selvaggia dell’interno dell’isola, il rivedere una persona cara dopo anni, la tranquillità del posto, la compagnia di persone amiche, l’incontro con nuovi e giovani compagni di viaggio, sono questi i ricordi che mi rimarranno nel cuore di questo sogno rivissuto.

Grazie Lina per essere sempre vicina a me.



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