Alla scoperta delle Repubbliche Baltiche

Duemila chilometri fra le tre capitali baltiche, Riga, Tallinn e Vilnius, e le principali località turistiche: Collina delle Croci, Trakaj, Neringa
Scritto da: RosaLuca
alla scoperta delle repubbliche baltiche
Partenza il: 13/07/2017
Ritorno il: 22/07/2017
Viaggiatori: 4
Spesa: 1000 €

10 giorni nelle Repubbliche Baltiche

Dei recenti viaggi che abbiamo fatto le Repubbliche Baltiche sono risultate le più efficienti dal punto di vista della connessione wifi presente quasi ovunque free e negli alberghi sempre molto potente anche nelle camere. Al contrario invece la situazione è la peggiore dal punto di vista dei canali TV: pochissimi e solo in russo o lingua locale. Strade gratuite ma con controlli di velocità ogni 10 km e quindi si procede lentissimamente anche perché, per la maggior parte, non sono appunto autostrade. Parcheggi molto cari.

In generale il personale di alberghi, musei, uffici informazioni, negozi, aeroporto parla poco e male l’inglese ed è freddo e serio, rasenta cioè lo sgarbato con poca disponibilità a capire ed eventualmente aiutare il turista.

Giovedì 13 luglio 2017: Forlì – tallinn

Volo Ryanair da Orio al Serio a Tallinn, andata e ritorno 126 € a testa. Ovviamente, visto che partiamo da Forlì bisogna aggiungere il viaggio in auto e il parcheggio in aeroporto che per 10 giorni è costato 70 €, maggiorato di 5 poiché Ryanair ci ha cambiato orario di volo della partenza, anticipandolo dalle 17 alle 8 di mattina (partiti da Forlì alle 2 di notte!), e quindi abbiamo dovuto pagare una tassa anche per spostare orario d’ingresso del parcheggio!

Visto che da novembre 2016 Ryanair ha ulteriormente accorciato i tempi per far il check in con posti assegnati gratuitamente e visto che vogliamo partire sicuri di avere anche la carta d’imbarco per il ritorno ci tocca anche comprare per 5 € a testa la scelta del posto per il ritorno per poter fare il check in completo!

Comunque volo perfettamente in orario e arrivo con cambio ora, cioè in Estonia sono un’ora avanti rispetto a noi.

Arrivati all’aeroporto, piccolo e molto curato, pendiamo l’autobus per il centro con biglietto a bordo di 2 € e scendiamo alla fermata dietro il Viru Hotel da cui a piedi raggiungiamo il nostro albergo, in pieno centro e in zona pedonale. L’abbiamo prenotato da Booking ed è l’Hotel Old Town Maestro’s in Suur-Karja 10, wifi gratis superfunzionante, ottima e completa colazione per € 94 a notte la doppia.

E’ ora di pranzo e spioviggina così entriamo in un locale a due passi dall’hotel che ci attrae per lo stile medievale, costumi dei camerieri compresi. Tutta la struttura, Olde Hansa, è veramente bella anche se piuttosto buia, usano infatti le candele per illuminare! Mangiamo benissimo cose tipiche locali, zuppe, carni di cervo e alce, salmone e insalata con formaggio di capra grigliato squisito. Birra in boccalone di coccio stile medievale pure lui e così pure le musiche.

Dirigiamo poi alla Niguliste, chiesa/museo di San Nicola per vedere la famosa danza macabra. Dipinta da un maestro di Lubecca, molto suggestiva, rappresenta la transitorietà della vita, con le figure scheletriche della Morte che, danzando al suono di una cornamusa prendono per mano sia il soggetto ricco e potente che quello debole e povero, indissolubilmente legati verso un’unica fine.

Usciti dobbiamo constatare tristemente che piove. Inizio vacanza un po’ umido! Comunque imperterriti dirigiamo alla collina di Toompea per cercare la famosa torre con le 9 palle di cannone di Ivan il terribile, nel frattempo approfittiamo per entrare nei negozi di souvenir che sono numerosissimi, forse anche troppi. Prevalgono manufatti in lana e in legno. Arriviamo in cima a Toompea ma poi riscendendo troviamo un grazioso bar cui si accede da un camminamento fra torri. Sosta per caffè e dolce. Scendiamo ancora e ci facciamo la Lai e la Pikk, le due strade con le case più belle e caffè, ristoranti e immancabili souvenir. A noi che proveniamo dalla Romagna sorge spontaneo un commento: tutto fa un po’ San Marino!

Decidiamo di cenare presto e ci fermiamo in piazza sotto il bellissimo e stranissimo municipio dotato di grondaie a testa di drago verdi e di torre simil-minareto.

Il locale sotto il portico si chiama appunto Drakon e subito capiamo che è molto strano! Anche qui colei che dispensa il cibo è un donnone russo in costume medievale. Il locale è senza luce elettrica e la donna pesca da un enorme barile con un mestolone di legno una zuppa che versa in ciotole mezze rotte di coccio. Poi da un altro barile fumante pesca costine enormi di manzo e salsicce e li “posa”, (sarebbe meglio dire li scaraventa) su assi di legno malconce e poi ognuno si prende su la sua roba e cerca di vedere nel buio se c’è un posto dove sedersi. Posate zero! Boccalone di birra e da un altro barile enorme ognuno po’ pescarsi free dei cetrioloni in salamoia con bastone biforcuto di legno, ammesso che ci riesca. Mio marito, partito nel buio per la spedizione lotta a lungo per pescarmene un paio e torna esausto. A dire il vero ci divertiamo un sacco. Forse in questo caso, ma solo in questo, la ruvidezza della mescitrice può essere che faccia parte di una situazione voluta ad arte per creare atmosfera. La zuppa è buona ma la carne piuttosto dura e salata. A questo punto altra passeggiata in centro e poi a letto sperando nel bel tempo che il meteo promette per domani.

Venerdì 14 luglio 2017: Continua la visita di Tallinn

Infatti tempo splendido. Colazione alle 8, poco dolce e moto salato e io entro già in clima di adattamento mangiando aringa e cetriolo (l’aringa nordica è in agrodolce quindi tenera, fresca e non salata, un po’ sullo stile appunto dei cetrioli e viene usata spesso per i deliziosi panini alla Bismark), cosa che avevo già sperimentato in Norvegia e Germania e che a dire il vero mi piace molto! I miei compagni di viaggio inorridiscono un po’ però si fanno però il salmone, e partiamo gasati per esplorare la città. Seguiamo il percorso proposto dalla Lonley Planet che funziona al solito benissimo. Prima tappa la Piazza della Libertà con la gigantesca croce commemorativa della guerra per l’indipendenza estone. Accanto troviamo in un giardinetto la pietra con la targa dedicata a Solidarnosc e più in là la panchina di Chopin che dovrebbe suonare invece ha il pulsante che attiva la musica rotto!

Saliamo sulla collina di Toompea passando a fianco della croce della Libertà e arriviamo all’ingresso della torre Kiek in de Kök (dal tedesco arcaico che significa che dall’alto della torre si poteva guardare nelle cucine del popolo), finalmente vediamo le 9 palle di cannone conficcate nel muro! Proseguiamo verso il castello, alte mura ed altissima torre. Lo vediamo da fuori entrando nel bellissimo giardino dove di trova la statua di Linda (moglie di Kalev il cui tumulo sarebbe proprio la collina di Toompea stessa) circondata in cerchio da tigli secolari che la proteggono e ricordano i cavalieri della tavola rotonda.

Ci spostiamo alla chiesa ortodossa “a cipolla” che domina la collina e la città: la Aleksander Nevski katedraal, entrata gratuita, molto bella. Poi ci spostiamo attraverso belle stradine alla chiesa luterana St. Mary con stupendo campanile sul quale saliamo: vale la pena dall’alto si ha una vista stupenda di mare e città. Foto a raffica e ansia per l’avvistamento di una orribile mega nave da crociera. Infatti si incominciano a vedere gruppi numerosissimi e invasivi, tutti etichettati da numeri di diverso colore a seconda del gruppo, tutti con auricolare e guida e tutti negli stessi luoghi! Una vera invasione degli ultracorpi. Raggiungiamo comunque le due terrazze panoramiche sulla città lottando coi giapponesi per fare qualche foto (i suonatori russi cantano addirittura canzoni in giapponese quando vedono comparire il gruppo per accattivarseli!). L’insieme è comunque festoso e molto piacevole e divertente. Scendiamo lungo le mura passando dalla porta della Gamba Corta e da quella della Gamba Lunga e rifacciamo con calma tutta la Pikk fino alla Grassa Margherita, torrione/porta verso il mare da cui entrano a frotte i gruppi sbarcati dalla nave.

Vediamo le tre sorelle, tre deliziose case trasformate in hotel di lusso, The Three Sisters Hotel, e ci fermiamo per caffè e dolcetto nella caffetteria più antica e rinomata di Tallinn, il Maiasmokk: pavlova insuperabile!

Dirigiamo poi rapidamente al Viru Hotel dove alle 14 abbiamo la visita prenotata dall’Italia per internet. Il prezzo è caruccio, 12 euro a testa, e la guida parla un inglese non meraviglioso, infatti chi ci accompagna è russo. In pratica parla moltissimo e non capiamo proprio tutto e le cose da vedere sono poche, due stanza al 23° piano e un terrazzo per qualche foto. Le cose però che ci racconta sono veramente tremende e vedere come funzionava veramente il KGB è una cosa unica e imperdibile.

Tornati in centro ci facciamo un tratto di camminamento sopra le mura. Molto suggestivo. Percorriamo tutta la Lai e ci fermiamo alla Oliviste Kirk ma decidiamo di non salire su questo campanile. Torniamo anche alla pasticceria per merenda e poi ci facciamo un altro tratto di mura con torri veramente spettacolare. Di nuovo percorriamo la Pikk osservando meglio i palazzi, anche qui da notare quello della sede del KGB con le finestre delle cantine murate per non far trapelare informazioni. Nella piazza del municipio visitiamo la vecchia farmacia e la zona della Santa Katarina. Decidiamo di cenare in una vecchia birreria, Hell Hunt, sempre nella Pikk. Mangiamo bene per 13 euro a testa e chiudiamo al Dragon per un bicchierino di liquore alle erbe pseudo medievale, servito sempre da una ruvidona in costume in bicchieri di coccio.

Non ci decidiamo ad andare a dormire perché la città è veramente carina nella luce ancora notevole, fa buio tardissimo, ma domani si parte presto per cui lasciamo un pezzetto di cuore a Tallinn e andiamo a dormire-

Sabato 15 luglio 2017 Km 755: Tallinn – Vilnius (passando per Tartu e Cesis)

Alle 7.00 ci presentiamo come concordato alla reception e ritiriamo il cestino da colazione (è sabato e la colazione apre solo alle 8.00 ma gentilmente ci hanno preparato il cestino!) Andiamo alla fermata dell’autobus per l‘aeroporto, vicino al Viru, quella alla quale siamo scesi arrivando, e torniamo dunque in aeroporto per ritirare la macchina che avevamo prenotato on line parecchio tempo prima. Procedura sempre un po’ complessa malgrado tutto sia già predisposto, anche perché l’addetto arriva in ritardo ed ha una gran fretta oltre ad essere un tantino sgarbatino. Noi facciamo sempre aggiungere l’assicurazione massima onde evitare problemi di franchigia e questo si può fare solo sul posto. In più dobbiamo fare una cosa aggiuntiva perché passiamo nelle tre nazioni. Nella fretta ci mette su di tutto e pagheremo alla fine 506 euro per 8 giorni facendo un totale di 2050 km!!!! Così perdiamo un po’ di tempo e si parte già in leggero ritardo rispetto alla tabella di marcia prevista, visto anche che la tappa di oggi è la più lunga di tutto il viaggio.

Imbrocchiamo senza problemi la strada per Tartu, grazie anche alla nostra splendida cartina acquistata in Italia, Europcar infatti non ci ha dato proprio nulla! Ci ha dato però un upgrade gratuito per loro problemi di macchine e ci becchiamo una Skoda enorme stile transatlantico con cambio automatico! Boschi e radure pianeggianti a perdita d’occhio e ogni tanto qualche nido di cicogna e cartelli che avvisano della presenza di alci. Bisogna viaggiare fra i 70 e i 90 km orari perché ogni piè sospinto ci sono le macchinette fotografiche dei controlli della velocità.

Arriviamo a Tartu e parcheggiamo in prossimità del centro. Facciamo pausa caffè in un bel bar della piazza da cui si vede la caratteristica fontana degli innamorati che si baciano sotto l’ombrello. Una breve passeggiata per vedere la famosa casa pendente e poi una discreta salita per raggiungere quella che è la cosa più famosa di Tartu, oltre all’Università: le rovine della cattedrale luterana duecentesca, la Toomkirk. Paghiamo il biglietto e saliamo con un percorso molto tortuoso e particolare che porta ad affacciarsi dall’alto su ciò che rimane della chiesa e sul paesaggio circostante, praticamente boschi a perdita d’occhio. In alto terrazze con poltrone per godersi la vista. La fatica della salita vale la pena. A fianco della cattedrale il museo, compreso nel biglietto, molto interessante ma non espone più la cosa che ci incuriosiva, cioè il cranio di Emmanuel Kant… lo cerchiamo ovunque ma alla fine ci dicono che non è più esposto! Peccato!

Scendiamo dalla collina e riprendiamo la macchina verso Cesis, sempre con l’occhio al contachilometri per via dei limiti. Ci stiamo mettendo molto più tempo del previsto ed arriviamo a Cesis un po’ troppo tardi. Entriamo, vediamo il castello da fuori e dal giardino, ma rinunciamo alla visita all’interno. Il castello del 1200, dell’ordine dei Portaspada, è massiccio e grandioso e anche da fuori, aggirandolo nel parco che lo circonda, ha un grande fascino.

Ripartiamo a malincuore ma la strada per Vilnius è ancora lunga. Con tutto ciò arriviamo a Vilnius, in Lituania, che sono già le 21. Per fortuna proprio da Cesis avevo mandato una mail all’hotel avvisando del nostro ritardo.

La fortuna ci assiste e grazie alle piantine di booking troviamo l’hotel senza problemi: Hotel Rinno, in Vingriu g. 25, parcheggio gratuito, wifi gratuito e ottimo, colazione per 71,10 € a notte la doppia. Malgrado l’ora tarda decidiamo di andare in centro a fare un giro, anche per sgranchirci visto il lungo viaggio. Circa 10 minuti a piedi e siamo nella piazza del municipio. Al contrario di Tallinn il centro stranamente non è pedonalizzato e tutto ha l’aria un po’ trasandata e fatiscente post-soviet. Troviamo un locale grazioso coi tavolini all’aperto e l’aria molto tipica e ci facciamo i famosi cepelinos (o Zeppelin), tipico piatto lituano. E’ un enorme gnocco di patata grattugiata con ripieno di carne irrorato di panna acida e dadini di pancetta. Nell’insieme buono, ma non è certo né leggero né da mangiare quotidianamente. Birra ottima e un po’ di relax prima di andare a dormire piuttosto cotti. La tappa è stata tosta ma non potevamo fare diversamente visto il nostro programma.

Domenica 16 luglio 2017: Visita di Vilnius

La colazione è fantastica, ricchissima e variatissima. Il tempo è un po’ misto, ma almeno non piove. Torniamo alla piazza del Municipio e da lì percorriamo la via più caratteristica, che porta verso la Cattedrale e la torre di Gediminas, sempre però aperta alle macchine, tutta localini, negozi e ristoranti, costellata di belle chiese. Ne visitiamo subito una ortodossa, bellissima, e poi andiamo alla chiesa di Sant’Anna, un gioiello tutto di mattoncini di cui era innamorato Napoleone. Arrivati in prossimità della funicolare che dovrebbe portare alla collina su cui sorge la torre scopriamo che è chiusa per restauro e che anche a piedi non si può raggiungere. Ci accontentiamo della bella statua del re Mindaugas. Deviamo così alla Cattedrale dei Santi Stanislao e Ladislao, enorme e di un bianco accecante con l’ingresso in puro stile da tempio greco. Il piazzale che la circonda è vastissimo e tutto ha un’aria imponente. Ci mettiamo a cercare la famosa piastrella con la scritta STEBUKLAS, miracolo, messa in circolo in modo che ci sia solo una S che funge sia da iniziale che da finale. Corrisponde, secondo la storia, al punto esatto i cui terminava la catena umana che nel 1989 si estese da Tallin a Vilnius, costituita da due milioni di lituani, estoni e lettoni, definita via baltica, è il risultato di una manifestazione pacifica per ottenere l’indipendenza dall’URSS. La troviamo vicina al campanile, anch’esso chiuso, dopo un tot di avanti e indietro nell’enorme piazzale.

Anche l’Università, famosa per la biblioteca e per i cortili, è chiusa essendo domenica!

Ci spostiamo così verso l’altra cosa particolare di Vilnius: la cosiddetta repubblica autonoma di Uzupis (una sorta della Christiania di Copenhagen). Si attraversa il ponte della Sirena, collocata nel muro che costeggia l’acqua, e invaso dai lucchetti e si passeggia per le strade con case dipinte e l’aria alternativa da artisti. Qui vige una costituzione propria autonoma e molto liberale, riportata su un lungo muro in 23 lingue. Al centro del quartiere e suo simbolo, la statua dell’Angelo. Lungo il fiume stanno anche girando un film! Nell’insieme carino ma con l’aria un po’ turistica e un po’ dimessa.

Cambiamo zona e dirigiamo alla solitaria statua di Frank Zappa, simbolicamente e provocatoriamente posta dal sindaco di Vilnius dopo la liberazione, da cui poi raggiungiamo il Museo delle vittime del genocidio, istituito nel 1992 e divenuto simbolo dell’occupazione sovietica del paese. Vale la pena di vederlo, è veramente interessante e ben fatto. All’interno del museo si visita anche la prigione del KGB, instituita nel 1940 per detenuti dissidenti politici e contrari al regime. Celle, stanza degli interrogatori, stanza delle torture sono un triste pezzo di storia. Tantissime le fotografie che fanno veramente rivivere il periodo storico. Tanti anche i visitatori. E’ lontanuccio e richiede una bella passeggiata ma vale la pena anche perché si attraversa una zona della città molto soviet e fatiscente. Moltissimi i balconi avvolti in reti verdi o blu perché in disfacimento per evitare la caduta di calcinacci in strada, visto anche che di restaurarli non se ne parla. Il tutto un po’ triste! Al ritorno passiamo da un’altra strada con i palazzi in stile Metropolis. Ambiente veramente molto diverso dal Tallinn!

Tornati in centro andiamo a vedere la Porta dell’Aurora all’interno della quale, sull’arco della porta stessa, si trova una piccola cappella con pareti tutte ricoperte di cuori d’argento ex-voto e una madonna in stile icona posta sopra un’enorme mezza luna d’argento lucentissimo. E’ la Madonna della Misericordia, il tutto è abbagliante e strapieno di devoti. Nella strada di accesso alla porta si apre una porticina che con un lungo e stretto corridoi con scale permette di accedere alla cappella. Facciamo la nostra brava coda coi devoti e arriviamo proprio mentre un sacerdote svolge preghiera e benedizione. La cappella è piccola ma molto suggestiva. A fianco una bella chiesa ortodossa che visitiamo con interno tutto nei toni del verde. Le chiese ortodosse ci piacciono molto.

E’ ora di cena e abbiamo comminato alla morte praticamente senza mai fermarci così dirigiamo per la cena in un ristorante di cucina lituana che avevamo adocchiato stamattina. Si chiama Porto Dvaras. Ceniamo con salmone, aringa, zuppa nel pane, birra, tutto ottimo in un bel ambiente per i soliti 15 euro a testa. Soddisfatti, tornando verso l’hotel, decidiamo di fermarci al bar di ieri sera per chiudere con la stecca in legno che porta i 5 bicchierini di liquore di colore diverso che vediamo molto usata fra la gente locale. Crediamo di capire che i liquori hanno gradazioni diverse e sono tipo shottini. Gli indigeni si fanno una stecca a testa, noi una in quattro e basta e avanza. Visto il super alcolico non usuale per noi, decidiamo di abbinarci il pane nero di segale fritto all’aglio con formaggio, kepta duona, molto tipico. E’ buono caldo e croccante ma non aiuta l’alito…soprattutto abbinato all’alcool!

Domani si riparte, alla fin fine Vilnius non ci ha entusiasmato.

Lunedì 17 luglio 2017 (Km 335): Vilnius – Klaipeda (passando per Trakai e Kaunus)

Si riparte. Colazione abbondante e via verso Trakai. Per fortuna oggi la tappa è molto più breve e la prendiamo con più calma. Arriviamo al castello, più volte distrutto e ricostruito, con tempo piovigginoso e grigio, purtroppo, ed è ancora chiuso. Questo ci permette di fare tutta la passeggiata intorno al castello stesso in solitaria pace, gustando un cestino di mirtilli acquistato da una donna con bambina, ottimi e freschissimi. Posizione e castello supersuggestivi. Caratteristica del paesino sono le casette dei caraìti, comunità di origine turca, affini ai tàtari e provenienti dalla Crimea con influssi ebraici, presente nel sito dal 1397 in quanto assoldati dal Granduca Vitoldo come soldati fidati. Le casette in legno dipinte con colori tenui presentano sulla facciata le tre caratteristiche finestre: una per Dio, una per la famiglia e una per il Granduca Vitoldo.

All’apertura ci ritroviamo con molti visitatori, questa infatti è una delle mete più turistiche della Lituania. Il castello di originario non ha praticamente più niente ma è stato ricostruito bene e ci sono molte sale interessanti con una bella raccolta di oggetti. Usciti riprendiamo la macchina verso Kaunas dove abbiamo programmato un’altra sosta sul percorso verso Klaipeda. Parcheggiamo e percorriamo la graziosa strada pedonale che porta al municipio, detto “Il cigno bianco” per la sua bianca e sottile torre. Di fronte un bel ristorante situato nella sede della vecchia Gilda (corporazione), ci fermiamo a mangiare qualcosa e fortunatamente fa un bell’acquazzone proprio mentre siamo all’interno. Usciti visitiamo la Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, enorme e con i santini di uno dei sacerdoti martiri del KGB che avevamo visto a Vilnius.

Ripartiamo e becchiamo un altro pezzetto di autostrada, sembra un sogno! Troviamo senza problemi l’Hotel Memel, 72,50 € a coppia a notte con parcheggio interno, colazione e ottimo wifi. Sistemazione veloce e usciamo per la cena. Klaipeda affaccia su una laguna che la divide dalla penisola della Neringa. Facciamo una lunga passeggiata nella zona portuale un po’ deludente e molto ventosa. Cerchiamo la zona del centro e dei ristoranti ma non si trova un gran ché di invitante. Scegliamo quello che ci sembra migliore, Memelio Katpedele, e io mi ributto sui cepelinos mentre marito e amici vanno sulla zuppa di aringa fredda e sul pesce fritto, tempi lunghissimi di attesa e fritto molto unto. Il tutto così così. Per tirarci su il morale chiudiamo con un’altra stecca di 5 bicchierini…..stavolta però una a coppia… il freddo ci motiva! Tira vento e fa freddo e rientriamo velocemente passando dalla piazza del Municipio al cui balcone si affacciò Hitler. Speriamo nel tempo, che pare domani sarà migliore, per la visita della Neringa.

Martedì 18 luglio 2017 (Km 140): Klaipeda – penisola della Neringa

Malgrado l’hotel abbia l’aria abbastanza lussuosa la colazione è forse la più scarsa di tutto il viaggio. Partiamo alla volta del traghetto che ci porterà sulla penisola della Neringa, o penisola curlandese, lunga 98 km e affacciata da un lato sulla laguna dei Curi e dall’altro sul Mar Baltico. Il tempo per fortuna è buono, un po’ di coda per salire e il traghetto però dura solo 5 minuti per attraversare la laguna e portarci sull’estremità delle penisola, la cui parte attaccata al continente è però in Russia. Infatti non si può percorrerla interamente perché a un certo punto c’è il confine! Sbarcati imbocchiamo praticamente l’unica strada possibile che ci porta fra boschi e affacci sulla laguna, con fermate soventi per foto, verso Nida, la cittadina più rinomata e carina della penisola. Si paga a un certo punto l’ingresso al parco naturale, 10 euro in tutto macchina e passeggeri. Prima di fermarci a Nida andiamo diretti al confine con la Russia, osserviamo la struttura con i divieti di fotografare e l’aria un po’ inquietante e facciamo dietro front e raggiungiamo la cittadina. Ovviamente paghiamo anche lautamente il parcheggio in pieno centro e, baciati dal sole, iniziamo la nostra lunga passeggiata lungo il litorale, versante laguna verso la famosa duna. Bello il paesaggio e molta la gente che però, vista la distanza, si diluisce abbastanza. Arrivati alla base della duna si sale una lunga scalinata e poi si cammina faticosamente nella sabbia fino a raggiungere il punto più alto da cui si ha la vista più ampia su tutta la zona di dune e sulla laguna. Bello e suggestivo anche se sinceramente, avendo visto l’anno scorso la duna di Arcachon in Francia, veramente spettacolare ed enorme, questa sembra la sorella minore un po’ appannata anche perché dà verso la laguna e non verso il mare e i colori sono meno brillanti. Abbiamo capito che, volendo, c’è un accesso anche dall’interno dove arrivano i turisti coi pullman, ma è decisamente meno suggestivo che arrivarci dal basso lungo la costa. Tornati in paese giriamo fra le casette dei pescatori con le bellissime insegne segnavento caratteristiche e i giardini fioriti. Molte hanno una targa di iscrizione al patrimonio storico! E sono tutte abitate e curatissime. Riprendiamo la macchina perché sta per scadere il parcheggio e il parcheggiatore è nervosissimo, dirigiamo alla casa di Thomas Mann che qui soggiornò per scrivere in santa pace. Molto bella in posizione panoramica. Poi decidiamo di raggiungere anche il faro molto grande e bello che però stentiamo un po’ a trovare. Affrontiamo sentieri non chiari che si inerpicano sulla collina e alla fine ci arriviamo. E’ chiuso ma molto suggestivo. Ridiscesi riprendiamo il percorso a ritroso e ci fermiamo in altri due paesini molto carini, tutti sempre orientati verso la laguna. Ci fermiamo poi a Joudkrantè per inerpicarci sul sentiero della Collina delle streghe, Raganu-Kalnas, ogni tanto qualche goccia d’acqua, le statue di legno enormi, fantasiose e un po’ inquietanti, sono immerse in un bosco cupo e fittissimo. Ne vediamo parecchie ma non facciamo tutto il percorso completo visto la pioggerella fantozziana. Ovviamente al ritorno smette di piovere. Passeggiata sul lungolaguna a vedere i cormorani, il carretto che vende caffè e le piccole casine alle cui finestre sono esposti in vendita pesci affumicati. Facciamo merenda con delle uova di pesce secche molto saporite ed energetiche!

Poi, stufi di laguna, decidiamo che è ora di vedere il mare! Così cerchiamo un passaggio nel bosco, naturalmente da fare a piedi, individuato in quanto sulla strada principale vediamo un parcheggio con altre macchine in mezzo al nulla. Sbuchiamo finalmente su alte dune, le superiamo e la vista del mare è bellissima e ci ripaga, anche perché è tornato un po’ di sole. Capiamo però perché tutti i paesini sono sulla laguna: il vento e le onde sono inaffrontabili, però caparbi di facciamo un’altra bella passeggiata e io mi bagno pure i piedi! Torniamo al traghetto e all’hotel, parcheggiamo l’auto e a piedi andiamo al ristorante che avevamo adocchiato per la cena, pochi posti ed è pieno, così, visto che l’offerta è veramente scarsa e poco invitante, oppure propone cucina internazionale, torniamo allo stesso ristorante di ieri sera e direi che mangiamo anche meglio! Si è fatto un gran freddo e torniamo in albergo intirizziti.

Mercoledì 19 luglio 2017 (Km 356): Klaipeda – Riga (passando per collina delle croci e palazzo Rundale)

Al solito sveglia molto presto, colazione e partenza verso Siaulai, obiettivo la collina delle croci. Arriviamo senza difficoltà, con paesaggio sempre di alberi e radure e piatto, direi tutto molto simile e indistinguibile. Il parcheggio è enorme, pieno di macchine e anche con qualche pullman. C’è una sorta di centro visitatori dove di paga il parcheggio in cambio di un foglietto rosa da esibire all’uscita. Ci sono anche numerose bancarelle di croci e souvenir.

Si passa una specie di portale e si percorre una strada lastricata e ampia fino alla collina che si vede in lontananza. Ce l’aspettavamo più alta, in effetti è poco più di un tumulo con un percorso di legno con scaletta che sale fino alla sommità e ridiscende. Le croci sono fittissime una sopra l’altra alla rinfusa e creano una suggestione molto particolare. Poi si segue anche un percorso alla base della collinetta e ci si gira intorno. Molte croci poi sono sparse anche lungo i sentieri intorno che si dipartono dalla collina. Sullo sfondo un convento moderno. Pare che le croci, di ogni grandezza, foggia e materiale, siano più di 400.000 e oltre che segno di devozione sono anche simbolo dell’identità nazionale lituana.

Infatti durante l’epoca sovietica per bene 3 volte la collina fu rasa al suolo con le ruspe e sempre le croci ricomparivano.

Nell’insieme è una cosa veramente particolare e originale, direi da non perdere.

Ripartiamo verso il Palazzo di Rundale, lasciando la Lituania e rientrando in Lettonia. Anche qui parcheggio enorme. Il Palazzo fu costruito intorno al 1700 su disegno dell’architetto italiano Bartolomeo Rastrelli, che aveva progettato anche il Palazzo d’inverno di San Pietroburgo, come residenza del Duca di Curlandia. Il Palazzo si visita ed è veramente un gioiello, finissimo, tappezzerie dai colori pastello, arredi eleganti di gran gusto. Finita la visita si esce nel giardino, anch’esso meraviglioso. E’ presente anche una incredibile collezione di roseti, tutti con fogge diverse e collocazioni anche in gradazione di colori, con passaggi ad archi e visioni molto suggestive e coreografiche del palazzo attraverso i fiori. Ogni pianta ha inoltre il cartellino con il nome della varietà e la provenienza. Mentre ultimiamo la passeggiata in giardino si rannuvola ed inizia a piovere. Siamo stati fortunati! Anche questa visita merita veramente.

Risaliti in macchina partiamo alla volta di Riga. Le visite durante questo trasferimento sono finite e quindi cercheremo di arrivare a Riga abbastanza presto per goderci anche un po’ del pomeriggio.

Centriamo l’Hotel Gutenbergs con estrema facilità. E’ in Doma Laukums 1, cioè in pratica nella piazza del Duomo quindi in pieno centro, a 90 € a notte con prima colazione, più 18 € al giorno per il parcheggio auto con tanto di Car Valet. Infatti scarichiamo i trolley e affidiamo la macchina ad un addetto dell’Hotel che la porta via. La rivedremo alla partenza. Stanza in soffitta con travi particolari persino nel bagno e leggera pendenza del pavimento. Molto carina e originale. Frigorifero e bollitore in dotazione. Nell’insieme piuttosto elegante.

Partiamo subito per una ricognizione: dalla piazza del Duomo partono diverse strade pedonali molto animate e piene di locali dove bere e mangiare. Atmosfera gradevolissima a parte il freddo (ho già ampiamente nostalgia del bel caldo mediterraneo!), arriviamo subito alla famosa casa in stile Art Nouveau che ha il gatto nero sul tetto, simbolo di Riga, da lì raggiungiamo la torre delle polveri e costeggiamo le mura con le vecchie caserme, buona parte delle quali trasformate in taverne e bar. Arriviamo così alle tre antiche case dette i tre fratelli (in parure con le tre sorelle di Tallin). Ovunque passaggi suggestivi con cortili, chiese, angolini nascosti.

Scegliamo un bel locale per la cena, The Wood, adescati da una cameriera, e mangiamo bene sempre in stile locale. Usciti altra passeggiata e acquisto del Black Balsam, tipico liquore di Riga, in bottiglietta mignon, tanto per assaggiarlo. Lo compriamo nel negozio dedicato, bellissimo da visitare. Per fortuna l’abbiamo comprato piccolo perché oggettivamente non è un gran chè. Capiamo però perché qui si beve molto, fa freddo e ovunque viene proposto alcool come normale. Da notare coppia russa che comprava decine di bottiglie grandi! Ma si sa che sono abituati a bere molto più di noi.

Ci dirigiamo all’albergo mentre il centro rimane molto animato e all’interno di alcuni locali sono già attive le ragazze alla pole dance!

Uno sguardo alla tristissima TV e crolliamo, anche oggi giornata più che intensa!

Giovedì 20 luglio 2017: Visita di Riga

Sveglia un po’ meno presto del solito, mega colazione con il solito porridge (che a me piace moltissimo), yogurt e affettati e anche la mia adorata aringa. Non ci facciamo mancare niente! Usciti dirigiamo spediti alla piazza del Municipio per vedere il palazzo delle Teste nere, il Rolando (gigantesco tipo quello di Brema) e il palazzo decorato con mattoncini rossi famoso per la lucente banderuola dorata con pesce. Il colpo d’occhio è spettacolare.

Raggiungiamo la piazza dove sorge il monumento ai fucilieri lettoni, un gigantesco cubo di granito e costeggiamo la Daugava fino a raggiungere il famoso mercato di Riga sistemato in 5 giganteschi hangar dove alloggiavano i dirigibili Zeppelin. E’ una struttura enorme e in ogni hangar ci sono specialità diverse, frutta e verdura, pesce, pane, ma anche souvenir, carni e formaggi. Insomma una cosa veramente unica e particolare e molto animata dalla popolazione locale che fa i propri acquisti. Il più affascinante quello del pesce che presenta una gamma di affumicati incredibile.

Anche all’esterno degli hangar bancarelle di ogni tipo e genere. Insomma merita veramente una passeggiata.

Torniamo in parte sui nostri passi e raggiungiamo la chiesa di San Pietro, chiusa per le prove di una sorta di Olimpiadi dei Cori, ma con l’ascensore aperto e fruibile per salire sul campanile. Prezzo allucinante: 11 euro a testa e una gran coda, paragonato ai 9 del palazzo Rundale questo è un furto. Comunque la vista da lassù è molto bella e merita certamente.

Accanto il locale di Al Bano Carrisi con tanto di Ristorante Felicità e un’insegna enorme. Poi la Porta svedese con la casa del boia e una moderna statua dei musicanti di Brema per richiamare appunto il gemellaggio con la città tedesca.

Ci spostiamo poi verso la piazza della Libertà con la bellissima statua di Milda con le tre stelle d’oro che rappresentano le tre regioni della Lettonia: Curlandia, Livonia e Letgallia. Intorno giardini e panchine mentre alla base c’è una sorta di cambio della guardia e fiori deposti dai cittadini.

Sostiamo su una panchina a goderci un po’ di tiepido solo e a raccogliere le forze per la camminata (ennesima) che ci aspetta.

Prima di tutto visitiamo la bellissima chiesa Ortodossa della Natività di Cristo. Poi ci scarpiniamo tutto il bellissimo parco lungo la Elizabetes Iela, con al n.10 uno dei palazzi più belli in assoluto, per arrivare alla Albert Iela, cuore dell’Art Nouveau di Riga (periodo primi del ‘900). Si susseguono infatti magnifici palazzi con colori pastello e decori originali con maschere, sfingi, teste di leone, anfore, tutti pensati e realizzati dal celeberrimo architetto Michail Osipovic Ejzenstejn, padre dei Sergej regista. Anche qui, come a Tallin, gruppi di turisti in particolare giapponesi. Sosta in un grazioso bar per caffè e pasticcini e poi andiamo diretti al castello che è poi la residenza del capo della repubblica. Lo vediamo da fuori, poi visitiamo il famoso bar dedicato al balsamo di Riga, andiamo a vedere la targa nella Kaleju Iela sulla casa dove visse Wagner, e a cercare nella piazza del Municipio il piastrellone ottagonale che segna il luogo dove sorse il primo albero di Natale (secondo i lettoni), pare sorto proprio ad opera della congregazione delle Teste Nere intorno nel 1510 (ma Tallinn lo rivendica a partire dal 1441!).

Visitiamo il Duomo luterano che però vediamo parzialmente (pur pagando biglietto intero) per via di un concerto in allestimento per la serata. Come quasi ovunque persona alla biglietteria che più sgarbata non si può!

Mentre torniamo a fotografare il gatto nero in favore di luce intercettiamo una sfilata infinita di gruppi da tutto il mondo, quasi tutti nei loro costumi tradizionali, vediamo anche gli italiani cui facciamo gli auguri: sono i cori per le olimpiadi che tenevano occupata per le prove la chiesa di San Pietro. Scopriremo poi che l’Italia ha vinto sia medaglia d’oro che d’argento!

Ci fermiamo alla fine per la cena in un locale molto carino e frequentatissimo che funziona a self service: il Lido Alus Seta. Bene facciamo, mangiamo benissimo e innaffiamo il tutto con del sidro squisito.

Torniamo in albergo dopo un’altra passeggiata, anche perché fa buio tardi e sembra di andare a letto con le galline, e diamo l’orario per rivedere la macchina domattina!

Venerdì 21 luglio 2017 (Km 308): Riga – Haapsalu (passando per Parnu)

Solita colazione abbondante e alle 8.30 compare la nostra macchina e partiamo. Lasciamo Riga a malincuore, ci è piaciuta moltissimo, direi che delle tre capitali a gusto mio è la più meritevole, con aria internazionale e lo stile proprio da capitale nordica viva e non solo adibita al turismo. Strada discreta, paesaggio sempre uguale, boschi e prati, qualche cicogna e qualche bovino e rarissimi villaggi. Arriviamo a Parnu (siamo tornati in Estonia) senza fare soste. E’ considerata la Miami del Baltico, ed è comunque la maggiore località di villeggiature estiva dell’Estonia, infatti si notano subito belle villette in legno lavorato fra parchi e strade piene di fiori. Con un po’ di difficoltà arriviamo alla spiaggia più famosa, parcheggiamo e iniziamo a camminare. E’ strapiena di gente, soprattutto famiglie con tanti bambini, ci sono vari bar dislocati lungo il percorso che costeggia la spiaggia. La giornata è splendida e il colpo d’occhio su questa mega insenatura pure. Ci spaparanziamo in un bar indecisi fra caffè e birra, vince la birretta! Ormai siamo del tutto dediti all’alcool pure noi! Dopo un bel po’ di relax andiamo in centro. Parcheggiamo in prossimità di un bel parco e percorriamo la Ruutli tanav, la via principale con belle casine colorate e molti locali pieni di turisti. Arriviamo fino alla Porta di Tallinn, molto grande e aperta nelle mura svedesi a forma di stella. Visitiamo anche una piccola e deliziosa chiesa ortodossa con vecchine in costume che vendono icone. Ripartiamo verso l’ultima tappa del viaggio, giusto un pernottamento pensato per poter essere molto vicini a Tallinn, visto che domani sera si torna in Italia, ma non volendo tornare in centro città con la macchina ed avendo appunto l’auto ci permette di vedere delle cose fuori città raggiungibili meglio con mezzi propri. Malgrado la località Haapsalu sia quotata come luogo ameno di villeggiatura, termale per acque e fanghi e punto di partenza per visitare delle isole, temevamo già dalla prenotazione dell’hotel il peggio, così infatti è stato. L’albergo è il più caro e il peggiore del viaggio. Struttura vecchia e fatiscente con arredi super kitch. Si chiama Paeva Villa in via Lai 7 e abbiamo pagato 105 euro per una notte con colazione e parcheggio interno. Comunque ci sistemiamo e partiamo a piedi per il centro, non vicinissimo però carino con un bel castello diroccato che è immerso in un parco. Belle stradine abbastanza pittoresche. Dirigiamo poi al lungomare, che poi è più che altro è un lungolaguna, lunghissimo con panchine ed un vecchio Kursaal in legno dove si sta svolgendo un matrimonio. Cerchiamo la famosa panchina di Tchaikovsky e la troviamo e ha una colonnina con i tasti che fanno suonare pezzi del famoso musicista che qui soggiornò per cure termali e che dedicò un pezzo alla città di Haapsalu. Questa funziona, non come quella di Tallinn! Torniamo in centro a cercare un locale per la cena. Scegliamo il più rinomato, Muuriaare, ovviamente pieno, ma con un po’ di attesa e un po’ di lotta e due cambi tavolo alla fine ci sistemiamo e la cameriera ci prende anche in simpatia. Mi sa che qui di turisti italiani ne capitino veramente pochi! Mangiamo veramente bene ma rimaniamo un po’ fregati con i dolci perché essendo anche pasticceria i più belli spariscono venduti da asporto!!!

Poi facciamo un’altra lunghissima passeggiata dal nostro albergo, sempre fra canneti e la laguna, per aspettare il tramonto, visto che è sereno e si dovrebbe vedere il sole entrare in acqua. Ci sono tante case molto carine per villeggiatura e molta, troppa pace…..quasi un mortorio! L’acqua è marrone e non molto invitante. Comunque il sole tramonta, facciamo molte foto e torniamo in albergo per l’ultima notte!

Sabato 22 luglio 2017 (Km 143): Haapsalu – Tallinn Forlì

Colazione scarsa come previsto, persino il porridge è una specie di pastone per galline colloso. Ce ne andiamo insalutati ospiti. La prima tappa che volevamo fare era Rummu, una location particolare di ruderi di una prigione sovietica sommersi in mezzo ad una laguna calcarea. La guida la vende particolare e molto utilizzata per girare film e in internet ci sono numerose foto che mi avevano attizzata. Rummu è proprio di strada… ma giriamo avanti e indietro, chiediamo ai rari passanti, la zona è pressochè disabitata e molto soviet in stato di abbandono, ma proprio non riusciamo a trovare questo posto. Alla fine desistiamo perché stiamo perdendo molto tempo, un po’ delusi e un po’ scocciati puntiamo a Tallinn.

Ci mettiamo a cercare l’Open Air Estonia Museum, Vabaohumuuseum, a Rocca di Mare, e si palesa una situazione tipo Rummu. Giriamo avanti e indietro intorno ad un mega centro commerciale senza trovare l’accesso al Museo. Alla fine, dopo molti tentativi, una signora che sta facendo jogging e che capisce di cosa parliamo ci dà le indicazioni giuste e arriviamo! Era ora. Entriamo e scopriamo che questo posto vale veramente la pena di essere visitato! Fra l’altro abbiamo anche la fortuna di beccare lo spettacolo folcloristico proprio dall’inizio. C’è un bellissimo sole, il prato è verde e il bosco molto curato e le case sparse lungo un percorso ben segnalato e rappresentano tutte le tipologie di case storiche in legno spostate dai luoghi originari e ricostruite complete di arredi. E’ un bellissimo museo etnografico (tipo quello di Oslo) con ogni cosa presidiata da personale in costume, targhe esplicative, tutto visitabile anche all’interno. Chiesa, scuola, negozietto di alimentari, abitazioni di vario stile, mulino rotante, taverna stupenda. In una stanza della taverna c’è un mega telaio a cui una donna sta tessendo strisce con i vari colori dell’Estonia. Me ne fa fare un pezzetto e firmare un libro. Tutti questi pezzi di teli con tutti i nomi di chi ha fatto anche solo due righe, formeranno uno striscione storico!

Lasciamo a malincuore questo bellissimo posto e dirigiamo a Kalamaja, quartiere alla moda, all’altro museo che volevamo vedere, il Lennusadam, Museo Marittimo Estone. Anche qui una certa difficoltà a trovare il luogo, il parcheggio poi è veramente disastrato. Alla fine lo adocchiamo viste le dimensioni, si tratta infatti dell’hangar per idrovolanti trasformato in Museo marittimo. Ingresso 14 euro a testa, ragazza alla biglietteria di rara antipatia, proviamo a chiedere qualche informazione essendo la struttura grande e complessa ma parla a mala pena inglese ed è scocciatissima. Ormai ci siamo abituati. E’ tutto molto buio con luci colorate e molto suggestivo. La tinta prevalente è un blu notte, a simulare il mare, e si cammina per tutta la lunghezza dell’hangar su una passerella sospesa e ovunque ci sono enormi boe (una vera e propria collezione stupefacente) vari tipi di barche sospese come nell’aria e anche un enorme sottomarino che si visita completamente all’interno. Alla fine della passerella si scende e si torna camminando sul fondo dell’hangar fra varie altre strutture, anche supporti vari di salvataggio, video, giochi interattivi, simulatori. Vale la pena certamente. Per chiudere c’è un bellissimo bar in alto che per metà è affacciato direttamente dentro al museo e per metà è invece all’esterno in pieno sole. Caffè e dolce, in parte mangiato da un gabbiano aggressivo, e via verso l’aeroporto. La riconsegna dell’auto è migliore, c’è una signora decisamente più competente del ragazzo che ce l’aveva frettolosamente consegnata.

E’ pomeriggio ma l’aeroporto è quasi deserto. Decidiamo di cenare in un self service (non è che ci sia scelta, o un panino o questo locale!) e poi ci mettiamo in serena attesa. Purtroppo arriveremo a Orio intorno a mezzanotte e, ripresa la nostra macchina, ci toccherà viaggiare prevedendo di arrivare fra le 3 e le 4 di mattina, se tutto fila liscio. Così, memori di tanti altri viaggi, ci piazziamo ai primi posti della coda per avere la certezza del bagaglio con noi per scendere e partire al volo. Purtroppo la hostess decide, per sua comodità, di mettere la targhetta gialla ai primi 90 bagagli e non il contrario come dovrebbe essere (Ryanair poi ce lo confermerà). Cerchiamo di spiegarle la nostra giusta motivazione dovendo affrontare all’arrivo un lungo viaggio in macchina di notte, ma ci aggredisce e chiama addirittura la sicurezza. Anche altri passeggeri di Cesena sollevano lo problema ma lei non transige sgarbatamente e ci spinge e ci fa arretrare alle ultime posizioni come fossimo dei delinquenti. Veramente una scena pietosa. Insomma alla fine riusciamo a tenere i bagagli con noi e bene facciamo. L’aeroporto di Orio a mezzanotte era pieno come un uovo e alla consegna dei bagagli centinaia di persone, avremmo perso certo un sacco di tempo! Beh abbiamo finito con la “gentilezza” che ha contraddistinto quasi tutto il viaggio.

In sintesi 10 giorni super intensi in luoghi veramente diversi e molto interessanti. Certamente le tre capitali meritano una visita: nell’ordine metterei di sicuro al primo posto Riga, poi Tallinn quasi a pari merito, e per ultima Vilnius. I paesaggi delle tre nazioni indistinguibili e piuttosto monotoni e le città extra le capitali anche non entusiasmanti. Di certo il villaggio più carino è Nida sulla Neringa.

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collina delle croci

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museo del folclore

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tallinn cattedrale ortodossa

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cattedrale di vilnius

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riga i tre fratelli



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