La Svizzera in un weekend

Fuga dai pensieri di tutti i giorni nella natura
Scritto da: BigMez
la svizzera in un weekend
Partenza il: 29/10/2010
Ritorno il: 01/12/2010
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €
Per ingannare il tempo e sempre pronti con le valigie in mano, io e altri 3 pazzoidi abbiamo deciso di trascorrere il week-end dei morti nella non lontana, ma ancora relativamente sconosciuta Svizzera del nord (per intenderci quella tedesca). La Svizzera non è grande, e se si vogliono vedere le città principali senza fermarsi in zone panoramiche lungo la strada (soprattutto al nord, dove sono belle, ma non certo paragonabili a quelle della zona alpino-lacustre della terra elvetica) è possibile farlo senza dover guidare tanto (al massimo un paio d’ore fra una città e l’altra, tutte su comodissima autostrada, utilizzabile in quanto forte del bollino annuale di transito). Si parte il venerdì sera, per riuscire a guadagnare una serata di divertimento; partiamo quindi da Como alle 8 di sera circa per la nostra prima meta.

LUZERN : Il viaggio è piuttosto rapido, con poco traffico, e alle 10 e mezza circa (incluso un rapido pasto in una stazione di servizio appena prima del S. Gottardo) siamo alle porte della città quando accade la beffa : non funziona il tom tom per guidarci all’albergo. Cambiati i fusibili in macchina (dopo una buona mezzoretta) arriviamo allo Spatz Hotel di Lucerna. Gentilissimo lo Staff e camera quadrupla molto accogliente (parcheggio gratuito dell’hotel, importante in svizzera dove il posto costa caro), che però la sera praticamente non vediamo. Usciamo infatti subito alla volta del centro, facilmente raggiungibile a piedi (10 minuti). Già lungo la strada iniziamo a vedere qualcosa di interessante, come l’esterno di una sconosciuta chiesa, dotata di orologio fluorescente molto carino. La meta però non è certo quella e, allungando la strada, riusciamo ad arrivare nei pressi della stazione Centrale. Dalla hauptbahnhof è molto molto facile arrivare alla zona locali di Luzern (nel nostro caso addobbati per halloween), ma è la vista della città in notturna che lascia davvero stupefatti. Andando sul ponte “stradale” Seebrucke infatti si possono vedere in successione una serie di cose che rendono la città sulla riva del 4 cantoni splendida : il ponte di legno Kappelbrucke (il più vecchio ponte di legno D’Europa) con annessa la torre di guardia, poi il teatro, la chiesa gesuita coi 2 campanili barocchi, il secondo ponte di legno, vecchia porta della città, e tutto un quadretto di case “in stile”. Percorriamo subito il ponte di legno (con numerosi affreschi su di esso), poi decidiamo, dopo un veloce giro esplorativo, di fare serata all’R (nome del locale, veramente carino),dove tiriamo le 4 abbondanti. Da notare l’enorme quantità di fast food nella zona (KFC, Burger King, MacDonalds e altro, tutti in uno stesso fazzoletto di cemento) pronti a soddisfare i ragazzi che ancora alle 4 riempiono le strade cittadine. Torniamo in albergo per svegliarci attorno alle 9 e visitare meglio la città. Conoscendo le strade arriviamo (in macchina) in fretta al parcheggio di Hauptbahnhof e ci facciamo tutto il giro della città vecchia. Di giorno Lucerna rende più che di notte : nella soleggiata del mattino l’acqua specchia la città in maniera spettacolare. Andiamo per prima cosa a vedere l’attrazione secondo me più bella della città, il leone morente (passando per hofkirke). Opera di Thorvaldsen come memoria del coraggio svizzero, questo leone di pietra scavato nella roccia è veramente un capolavoro assoluto. Difficile trovare punti deboli, e lo sguardo del felino trasmette una tristezza infinita… Gli manca solo il ruggito per renderlo vero. Visto il leone ci immettiamo direttamente nel giardino dei ghiacciai Gletschergarten, uno scavo archeologico con diversi fossili e resti delle glaciazioni. Molto bello, però forse 12 franchi sono tanti per l’ingresso. Torniamo verso il centro passando per le mura medioevali (Museggmauer), con le torri a difesa del centro, che forniscono anche un favoloso belvedere sul lago dei 4 cantoni. Arriviamo infine al secondo ponte di Legno (Spreuerbrucke), che sovrasta le chiuse del fiume Reuss, e che ci fa chiudere il nostro tour. Verso le 2 riprendiamo la macchina per dirigerci alla tappa pomeridiana, Sankt Gallen.

SANKT GALLEN : Arriviamo verso le 16 e 30 (con inclusa pausa in strada per mangiare degli ottimi gnocchetti al sugo di cervo, a prezzo tutto sommato onesto (17 franchi col bere, nemmeno troppo, ricordate dove siamo). La meta principale di San Gallo è ovviamente la sua abbazia, con annessa la Stiftbibliotek (patrimoni unesco). La città, come bellezza in sè, è molto filo-tedesca (molto vicino al confine) ma nella media, non paragonabile a Luzern; anche l’abbazia dall’esterno è si bella (molto grande) ma comunque abbastanza “umile”. L’interno invece è spettacolare. Da buona chiesa calvinista nessun affresco, ma dei giochi in metallo di un colore azzurro (pensavo fosse rame, ma a posteri non ha lo stesso colore), che si sposa alla perfezione col bianco delle pareti… Davvero bellissimo. La biblioteca poi (fortuna averla trovata prima della chiusura, alle 17:30) è un qualcosa di clamoroso, sia a livello di contenuti (160mila testi, di cui 800 antecedenti al 1000) che soprattutto dal punto di vista costruttivo.. .tutta in legno e affrescata, emana un calore particolare…. Sicuramente gli 8 franchi meglio spesi di tutta la vacanza. Se durante il primo giorno c’erano dubbi riguardo alla visita di Sankt Gallen per questioni di tempo, la visita alla bibioteca li cancella tutti… probabilmente (col leone), la cosa più bella vista in questi 4 giorni. Dopo un rapido giro in centro ci dirigiamo alla terza tappa, Zurigo (un’oretta di macchina)

ZURICH : Nella più grande città svizzera (380mila abitanti) arriviamo verso le 19, dopo una gran coda all’uscita dell’autostrada. Le strade sono abbastanza incasinate, ma col tom tom riparato non c’è problema. L’ostello è centralissimo ma, da una catena prestigiosa come la backpackers, mi sarei aspettato MOLTO di più. Camera pulita ma essenzialissima, bagno semi-indecente, no colazione e coperte a pagamento per un totale di 37 franchi, mi sembra un pò tanto, ma tant’è. La prima cosa da fare in serata è la visita (a scrocco, in quanto di un amico) al birrificio Turbine Brau, il maggiore di zurigo. Il fatto che la visita sia a scrocco e di un posto dove di solito non si entra la rende veramente godibile, poi da lì si inizia a bere. C’è da dire che Zurigo, dal punto di vista della gente, mi ha un pò deluso, tantissimi locali, però persone che per poco non viene alle mani (anzi ci son pure venuti alle mani, con 0 polizia, cosa stranissima per la svizzera): sarà stato un caso isolato, ma nelle altre città non è successo nulla di tutto questo. La sera scorre abbastanza anonima, e dormito un’ora in più in virtù del fuso orario, la mattina del 31 visitiamo la city. Il centro è invero molto carino (peraltro le luci notturne sui monumenti sono pari a 0, il che rovina un pò la possibile atmosfera), non certo come Luzern, ma tutto sommato godibile (specialmente la parte della città che dà sul lago omonimo). Picchi della visita sono la vista dal campanile del munster (duomo), quella dal belvedere sulla città e la passegiata riva-lago. Peccato che in molte chiese non si possa entrare. La ronda cittadina ci prende tutta la mattina e parte del pomeriggio, quindi ancora un saluto al nostro amico (con tanto di cassa di birra comprata), e da lì si parte per Berna, la capitale.

BERNA : Questa città ha surclassato (per quanto mi riguarda) le altre solo come ci ha accolto. Arrivare al tramonto e vedere città vecchia da Langmauerweg è emozionante. Case arroccate su speroni di roccia a fare da cornice a un vero e proprio paese medievale, degno di essere nei patrimoni UNESCO. Il centro è piccolissimo e si vede senza problemi a piedi. Anche qui ostello centralissimo, sempre backpackers ma di ben altra caratura rispetto al precedente (peraltro a meno prezzo), Top Swiss hostel 2007 non per caso. Riposiamo un paio d’ore per poi uscire a cena e subito la prima sopresa. Che non consiste nella spettacolare piazza del parlamento, ma nella gente in giro… Un deserto. Dopo 2 giorni a fare quasi a spintoni in strada le persone a Berna domenica sera si contano sulle dita di una mano (l’ostellessa ce lo aveva detto che domenica è così, e alla domanda… Ma è halloween! risponde : “Davvero? ah ma qui non si festeggia un granchè”.). Ci rifacciamo subito con la cena, tipicamente svizzera (un megapiattone di carni varie con patate e dei crauti da lacrime agli occhi) e a un prezzo onesto per le quantità portate (equivalente in euro di circa 25 a testa), quindi proviamo a trovare qualcosa per passare la serata. DESERTO… È incredibile come la città (bellissima anche di notte, piazza parlamento illuminata è notevole), abbia i ristoranti già chiusi alle 10 di sera. Trovato un baretto aperto ci infiliamo, due birre e poi chiediamo al proprietario (gentilissimo, ma che non aspettava altro che mandarci a casa) se ci sono posti aperti. Gentimente ci indica un locale cubano aperto fino alle 3, che ci regala una gran bella serata, nonostante la scarsità di persone. Qualche ora di sonno (4 o 5) ed esploriamo Berna. La città è trememndamente bella e caratteristica (e piena di gente, alla faccia della sera prima), e l’Aahr le regala un pò di magia. Difficile dire cosa meriti di più, mi limito a segnalare la Fossa degli orsi (ci sarei stato ore ed ore a guardarli), con annesso parco dal quale la vista di città vecchia è molto affascinante) e la vista della skyline dalla cima del duomo, dal quale lo spettaocolo dei tetti con alpi sullo sfondo è da mozzare il fiato. Ripartenza alle 5 del pomeriggio per casa, ma manca ancora una tappa fondamentale.

POLLO AL CESTELLO : Il mitico pollo al cestello di Attinghousen non poteva mancare in una qualsivoglia gita oltre-gottardo, a maggior ragione se di strada. Eccoci quindi fermarci sulle sponde meridionali del lago dei 4 cantoni (molto simile al mio lago di Como, ma molto più pulito) che, al tramonto, a parte una lievissima foschia, regala una panorama da cartolina, con le luci del pasino Fluelen (già molto ben conosciuto) a impreziosire il tutto. Arrivati al ristorante (rinominato dai padroni poulletburg), ci gustiamo un eccezionale pollo con la speciale salsa che lo rende famoso nel mondo. Il prezzo è tutto sommato ancora onesto, attenzione solo ad avere franchi, in quanto non si accettano carte di credito e con l’euro gli svizzeri fanno una discreta cresta. Arrivate le 8 di sera attraversiamo il canton Ticino per tornare a casa… GRANDE GITA!



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