Valle delle Cascate

Live report #5 Valle delle Cascate Mi riuscirà difficile spiegarti quello che ho visto, perchè non c'è qualcosa di simile che io possa usare per darti un'idea, per farti un paragone. Immagina una striscia di terra la più rigogliosa possibile, piana se non appena un po' in salita ed allungata, con qualche paese contenuto in poche case,...
Scritto da: Manuel Pegoraro
valle delle cascate
Partenza il: 10/09/2003
Ritorno il: 18/09/2003
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
Live report #5 Valle delle Cascate Mi riuscirà difficile spiegarti quello che ho visto, perchè non c’è qualcosa di simile che io possa usare per darti un’idea, per farti un paragone. Immagina una striscia di terra la più rigogliosa possibile, piana se non appena un po’ in salita ed allungata, con qualche paese contenuto in poche case, adorne di fiori e curatissime. Una sola strada la percorre.

Pensa ora a due costoni altissimi di roccia viva che la cingono, uno per parte, in qualcosa che potrebbe ricordare a un topo due grandi navi affiancate all’ormeggio, o una faglia apertasi da un tempo remoto in una profonda spaccatura, e rimasta così, immobile, dentro una scultura di pietra verticale che fa da coro alla valle.

Ora cerca di credere che sia possibile che in un luogo già così straordinario, dal limite ultimo dei due costoni di roccia si tuffino nel vuoto una serie ininterrotta di torrenti, a formare quasi un lungo colonnato d’acqua, di questo che in fondo è un tempio dove puoi misurarti con le tue emozioni più grandi.

E oltre, lontano e dominante, lo Jungfrau e il suo ghiacciaio, che riverbera i raggi del sole che proprio sopra disegna un arco, spargendoli e riflettendoli dentro quest’acqua che cade e vaporizza, così che non è raro vedere in un solo istante più di un arcabaleno.

Quanto pesano ventiquattro chilometri quadrati di ghiaccio e neve? Non lo so, non riesco a darmene una misura qualsiasi di quelle note: ma ne ho imparata una di nuova, un metro che può suggerire la dimensione di uno spettacolo tanto potente: pesa ventimila litri d’acqua gelida al secondo, costretti dentro le grotte delle cascate di Trummelbach.

La pietra che contiene una vita dirompente, ecco il segreto di questo lembo di terra, che qualcuno ha già dichiarato patrimonio dell’umanità. Venire qui fa crescere.

Un lungo cunicolo buio porta dentro le viscere della montagna. Il rumore dell’acqua si leva altissimo e deforma anche i colori, amplificato dalle grotte che sembrano risuonarne. Respiri una polvere umida, miriadi di gocciole sospese rilasciate dalla forza della cascata che continua a levigare la roccia, cercando nuove strade, pressata dalla gravità enorme dell’immenso ghiacciaio che dietro spinge, e sembra attirare nel vuoto anche noi, piccoli molluschi aggrappati ai parapetti: ci si legge l’un l’altro lo stupore in volto, il terrore del baratro e del fragore, e la gioia di chi ha compreso che questo preziosissimo dono ci rimarrà per sempre.

Dieci sono i salti della Trummelbach, molti di questi all’interno di alte caverne. Le pareti nere e lucide e levigate in forme dolci e precise, rivelano striature amaranto ed arancione, dipinti antichi, che parlano di una cascata che ancora si muove. Scendiamo ascoltando ed ammirando la rabbia dell’acqua che non sembra esausta: ogni grotta è un salto più alto, o un rumore più forte, possiamo distingurere qualche sperone che ne sbarra la strada, costringendola in una velocissima curva. Ma anche quello sperone prima o poi diventerà un’onda di roccia levigata e lucida, cedendo inesorabilmente a poco a poco.

Finisce in un bacino scuro tanta furia, che riesce ad arrivare più a fondo della luce in un ultimo tuffo, e l’acqua si rigira in gorghi e schiuma bianchissima fino a calmarsi ed uscire in un tranquillo torrente di montagna. Scendiamo questa valle dando le spalle al sole e allo Jungfrau, fino a Murren, ai sui pochi tetti scuri della stessa tonalità del tetto della chiesa, così che sembra, a guardarla di lontano, che ogni casa abbia il suo bel campanile. Ma non riesco a considerare, da dove mi sono fermato, altro che l’altissima colonna d’acqua che senza fretta cade proprio dietro quei tetti. La Murrenbach è forse la cascata più alta d’Europa, il torrente in alto semplicemente ad un certo punto finisce, precipita nel vuoto e non incontra alcuna resistenza fino a terra. L’acqua arriva giù come una nebbia, come un velo che si carica di riflessi iridescenti: non c’è foga ma un semplice maestoso bellissimo volo libero.

Da “La Via delle Alpi” Versione integrale su www.Roads.It Manuel Pegoraro Courmayeur [I] – Settembre 2003



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