Stoccolma a Capodanno: te la sogni tutto l’anno

L’idea ci è venuta perché accordava da una parte Stefano (Polo, Lapponia, freddo, neve …) e dall’altra Milena (capitale europea). Inizialmente sembrava economicamente improponibile. Poi gira che ti rigira con internet e Luf-thansa abbiamo trovato un compromesso tutto sommato a portata di tasca (a/r con scalo a Fran-coforte all’andata e...
Scritto da: Euridice
stoccolma a capodanno: te la sogni tutto l'anno
Partenza il: 29/12/2005
Ritorno il: 03/01/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
L’idea ci è venuta perché accordava da una parte Stefano (Polo, Lapponia, freddo, neve …) e dall’altra Milena (capitale europea).

Inizialmente sembrava economicamente improponibile. Poi gira che ti rigira con internet e Luf-thansa abbiamo trovato un compromesso tutto sommato a portata di tasca (a/r con scalo a Fran-coforte all’andata e Monaco al ritorno a circa € 300 a testa).

Scartata la troppo azzardata e poco intima idea di pernottamento in ostello, la nostra agenzia ha tirato fuori dal cilindro un albergo non troppo costoso (€. 60 a testa x notte + colaz.) e pieno di sorprese.

Ma veniamo al viaggio vero e proprio.

Partenza dall’aeroporto G. Marconi di Bologna il giorno 29 dicembre 2005.

Che emozione: per Stefano era il primo volo, Milena è più contenta quando i piedi sono a terra.

Prima tappa lo scalo di Francoforte, un po’ di shopping e voliamo alla volta di Stoccolma: aero-porto Arlanda.

A darci il benvenuto ci aspetta una abbondante nevicata.

I bagagli ci vengono restituiti a tempo di record. Poi di corsa a fare i biglietti per il ”Flybussarna” (decisamente più economico del trenino Arlanda express) che in poco più di mezz’ora arriva in città.

Neve e valigie non ci semplificano il percorso ma la Tunnelbana (metro) si è dal primo incontro dimostrata di una efficienza e di una semplicità inaspettata.

L’albergo – molto moderno, funzionale e pieno di comfort – è il “Quality Globe”. Prende il nome ed è adiacente (anzi …Tangente) il Palazzo dell’Hockey che all’esterno si presenta come una spettacolare, mastodontica, perfetta palla bianca (ecco perché “globe”!!!) La stanza non è grandissima ma – ikea docet – c’è davvero tutto; il bagno è ampio, con doccia e vasca e …Pulitissimo.

Dopo una rinfrescata partiamo alla scoperta di Stoccolma.

Con il nostro inglese – che avrebbe bisogno di una rispolverata ma che gli svedesi hanno sempre fatto in modo di capire – chiediamo al portiere come vedere l’interno del “Globe”: ci spiega che per l’hockey è periodo di vacanza ma ci rimanda alla colazione del mattino dopo.

Senza capire il perché di questa sua affermazione, ci fidiamo e, Fantozziani come non mai, muni-ti di giacca a vento, sciarpona di lana, guanti e berretto andiamo alla ricerca della nostra prima cena svedese.

La prima domanda è: Ma gli svedesi cosa mangiano? La seconda domanda è: Ma gli svedesi dove mangiano? La risposta è: Gli svedesi preferiscono bere! Ci sono ristoranti di tutte le etnie, ma prevalgono numericamente quelli italiani.

Dopo qualche giro nella città vecchia (Gamla Stan) vista l’ora tarda ci arrendiamo alla “Tratto-ria Papa Sisto” ripromettendoci di provare lo svedese la sera successiva.

Non abbiamo mangiato male …Anche se nel piatto non ci è arrivato quello che avevamo ordina-to, e mica per problemi di lingua …Il cameriere era napoletano! Ma è lo stesso …L’importante era essere a Stoccolma.

Fin dal primo giro notturno si presenta splendida e molto particolare.

La collocazione geologica è anomala, 14 isole situate tra la sponda orientale del lago Malaren ed il freddo Mar Baltico.

Lo spettacolo delle calde e festanti luci natalizie che si specchiano nelle gelide acque è ipnotiz-zante.

E’ abitudine svedese quella di mettere, durante il periodo natalizio, fra i due vetri delle finestre (persiane e inferriate non usano) il candelabro o la stella dell’avvento, facendo sembrare viva ed abitata ogni stanza delle case.

Il 30 dicembre comincia con la colazione tanto reclamizzata dal portiere.

Ecco a cosa si riferiva …Che stupore! I tavoli sono sistemati dietro una vetrata affacciata all’interno del palahockey …Per cui ci tro-viamo a fare colazione sulle Tribune.

Peccato che sia vuoto e silenzioso. Cenare lì durante le partite deve essere spettacolare.

La colazione è pantagruelica e offre la possibilità di scegliere (per fortuna!).

Uova, bacon e salmone per gli stomaci abituati; latte, pane e marmellata per chi come noi ha le vedute più ristrette ma anche la voglia di godersi il resto della giornata.

Facciamo alla reception dell’albergo la Stockholm card che ci permetterà l’accesso a tutti i mezzi pubblici e musei per le successive 48 ore (ma si può scegliere anche più lunga) per €. 39 a testa. Può sembrare costosa ma alla fine – visti i prezzi della città – è comunque conveniente.

La neve non da tregua e con il bus n. 47 raggiungiamo l’isola di Djungarden.

La prima tappa è il Nordiska Muset: espone usi e costumi dei popoli nordici.

La sua struttura esterna è molto caratteristica: le guide non lo dicevano ma, forse, in passato era una cattedrale o un palazzo reale. L’interno è un po’ deludente.

Lo aggiriamo ed entriamo al “Vasa muset”.

Al suo interno è contenuto il “Vasa”: un enorme battello da guerra del 1600 affondato il giorno stesso dell’inaugurazione e rimasto nelle acque prospicienti la città fino al 1961.

Una volta ripescato e sistemato gli svedesi – comunque fieri della loro gigantesca quanto inutile nave – hanno costruito questa enorme struttura per contenerlo, riparlo ed esporlo.

Il Galeone è splendido e perfettamente conservato. Abbiamo apprezzato il “mini cinema” posto all’entrata nel quale viene ad ogni ora proiettato un breve film che ricostruisce la storia della co-struzione e del recupero del Vasa.

Proseguendo in direzione Skansen ci siamo imbattuti in una folkloristica costruzione che era il museo di storia naturale.

Più per una tregua dalla neve battente che per effettivo interesse siamo entrati.

La vispa cassiera (una signora tipo la Fletcher) ci ha accolto entusiasta e muniti di torcia.

Ben presto scopriamo con orrore che … è il museo degli animali impagliati! Il primo povero coniglio che ci guarda con quegli occhi sgomenti dal buio della sua teca è da brivido, percorriamo di corsa il resto della “casa degli orrori” – unicamente per non dispiacere la “Fletcher” – ed usciamo …Vivi da quel luogo minaccioso in direzione Skansen.

Titubanti se proseguire nonostante la bufera, ci siamo fatti coraggio e non abbiamo ceduto nem-meno quando abbiamo trovato chiusa l’entrata principale. Alcuni ragazzi italiani – che come noi non si erano dati per vinti – hanno telefonato (non sappiamo a chi) e ricevuto informazioni per l’accesso dalla porta secondaria.

Skansen è un meraviglioso museo all’aperto che ricostruisce su una collina un po’ tutta la storia, la flora, la fauna ed i costumi della Svezia.

La passeggiata comincia con un mini zoo di scimmie, rettili, pesci e altri piccoli animali (questa volta vivi!!!).

Dobbiamo ammettere che – per quanto contro il nostro modo di pensare – le sistemazioni degli animali in questo parco non ledono la loro dignità …Pur limitandone la libertà.

La passeggiata si snoda fra le bianche e deserte strade di questo luogo romantico ed incantato, il silenzio ci circonda interrotto solo da qualche carretto da neve trainato da somarelli o dalle grida felici di qualche bambino con lo slittino.

La neve ha la consistenza della cenere e avvolge queste costruzioni tipiche (casette di campagna, mulini a vento, torri) come in un sogno.

La parte che ci ha entusiasmato di più è quella degli animali selvatici.

Volpi, linci, alci, bisonti, lupi, gufi, foche, renne (proprio quelle di Babbo Natale!!) …Non sapevamo più da quale parte girarci per riprendere e fotografare tutta quella natura. Solo gli orsi, forse al calduccio in letargo, non si sono fatti vedere.

Ci sembrava di stare in un altro mondo! Poi lentamente (molto lentamente) verso le 15.30/16 è scesa la sera.

La soffusa illuminazione ci ha guidato fino all’uscita che ci ha convinto solamente perché in quel posto magnifico avevamo deciso di trascorrere la mezzanotte di San Silvestro.

Abbiamo attraversato a piedi il Grona Lund (Luna park – ovviamente chiuso …In estate deve essere molto bello!) e con un piccolo battello siamo tornati a Gamla Stan dove abbiamo avuto la bella pensata di prendere un thè nel locale più alcolico di Stoccolma …Ce l’hanno servito in un boccale da birra!! Un po’ di shopping e poi una sauna ristoratrice all’ultimo piano dell’hotel (che aveva a disposi-zione gratuita anche lettino abbronzante e palestra).

Convinti di riuscire a cenare svedese ci siamo dovuti arrendere ancora una volta e ci siamo man-giati una pizza al Ristorante Michelangelo lungo la via principale di Gamla Stan.

La pizza era così così ma il “capo-cameriere” era un Riminese che (per amore della moglie e di Stoccolma) vive là da 40 anni: ci ha intrattenuti in una piacevolissima conversazione su Stoc-colma, la Svezia e gli svedesi confrontando le due culture e dandoci utilissimi consigli.

La serata è proseguita con una breve tappa sul Katarinaissen (un ascensore con piattaforma pa-noramica sulla città) ed è terminata lungo le moderne vie dei quartieri Ostermalm e Norrmalm, pieni di locali, bei palazzi, negozi alla moda e splendide luci natalizie.

La mattina del 31 è iniziata con la visita alla Riddarholmskyrkan, la Cattedrale (molto bella nonostante quello svedese sia un popolo non molto religioso) ed è proseguita con il cambio della guardia davanti Palazzo Reale.

Decisamente meno formale di altri più celebri ma molto più festante ed umano (coreografato e con tanto di banda), immaginiamo che la durata di quasi un’ora fosse dovuta al giorno festivo; per lo stesso motivo, purtroppo, non ci è stato possibile entrare a Palazzo Reale e nemmeno al Museo del Nobel…Un vero peccato! Se vi capita di andare a Stoccolma organizzate queste visite con precisione perché anche nei giorni non festivi hanno orari di apertura al pubblico molto brevi e categorici.

Un po’ dispiaciuti abbiamo ripiegato prendendo un bus fino a Kaknastronet, la torre della tv (a 15 min. Di bus da Stoccolma).

A parte la “gag” con l’autista (che ci parlava in messicano) e una nonnina fin troppo premurosa nei nostri confronti, abbiamo attraversato un boschetto e con l’ascensore siamo saliti al 30° pia-no.

La visita nei giorni tersi deve essere spettacolare …Peccato noi fossimo praticamente dentro una nuvola.

Ci siamo consolati alla Caffetteria con un boccale (allora è un vizio!!) di cioccolata calda (ben diversa dalla nostra …Praticamente latte & nesquik) e un bel muffin.

Un po’ di shopping nel negozio all’uscita e di nuovo in hotel a ristorarci con un bel bagno in preparazione della fredda sera di San Silvestro.

Per paura di finire di nuovo in un ristorante italiano e visto che altri turisti ci avevano allarmato sulle chiusure anticipate causa festeggiamenti, abbiamo prenotato il bistrot dell’hotel.

Finalmente qualcosa di svedese! In effetti il posto era molto carino, tipico e tutto sommato economico …Peccato che vicino al pu-rè ci abbiamo portato carne dubbia e troppo poco cotta.

Dopo cena, siamo tornati a Skansen ed è stato anche più bello che di giorno: le fiaccole illumi-navano il percorso tra la neve, la gente era tanta e festante e i fuochi avevano dalle 22 cominciato a colorare la città.

In cima alla collina c’era un coro che intonava canzoni di Natale fra neve leggera e falò.

A mezzanotte i fuochi hanno creato accanto a noi splendidi giochi di luce e tutta Stoccolma all’orizzonte si è data alla festa facendoci cominciare il 2006 in modo indimenticabile.

Il ritorno in metro ci ha fatto riflettere sugli svedesi che all’apparenza sono così belli, ricchi e tu-telati dai loro regnati ma che di notte (non solo quella di Capodanno) manifestano il loro profon-do disagio con alcol, sostanze stupefacenti e con uno sballo apparente che di allegro ha ben po-co!.

La mattina dell’1 Stoccolma dormiva e, per evitare di trovarci davanti ad altri portoni chiusi, ab-biamo preso un trenino e siamo andati a Sigtuna (40 km a nord).

Durante il viaggio ci siamo goduti un panorama di neve, alberi e poco altro e siamo arrivati in un ridente villaggio che sembrava degli gnomi.

E’ stato ricostruito sulla pianta di un antico insediamento vichingo.

Le casette – tutte di legno e con giardino – sono basse e colorate.

Il lago si cui affaccia era completamente ghiacciato e la neve lo aveva ricoperto incastrandoci le piccole barchette che crediamo lo rendano molto suggestivo anche in estate.

E’ tutto un po’ in miniatura – anche la chiesetta – e i negozi offrono artigianato e prodotti tipici (tipo marmellate e souvenir vari).

Tornati a Stoccolma – finalmente la neve ci concedeva una tregua – ci siamo goduti una splendi-da passeggiata sull’isola di Skeppsholmen (le cui terre sono ancora di proprietà del Re ed a de-limitarne i confini ci sono 2 enormi corone sulle ringhiere dell’unico ponte di accesso all’isola) anche per vedere il famoso Ostello-Galeone “Af Chapman”.

Beh! Bello, suggestivo ma …Il nostro caldo albergo è meglio.

Anche chiedendo, i soli posti aperti per la cena dell’1 erano: il Grand Hotel (un po’ troppo co-stoso) Mc Donald’s (un po’ troppo pausa pranzo) e un American pub.

Abbiamo optato per il terzo. Un insalata di pollo piccantissima e patate ripiene di tutto il possibi-le. Meno male mi ero portata un digestivo!! Abbiamo proseguito l’infinita passeggiata girandoci questa splendida città in lungo e in largo, godendoci ogni scorcio, ogni ponte, ogni specchio d’acqua e riverbero di luce sulla neve.

Il giorno 2 abbiamo – a malincuore – lasciato Stoccolma.

Questa città ha voluto salutarci regalandoci un alba lentissima e piena di tutti i colori …Come un immenso arcobaleno sulla neve bianca.

E’ stato un viaggio che non scorderemo: bella città, grande atmosfera, gentilezza ed efficienza.



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