Sulle orme dei vichinghi

Tre bimbi alla scoperta del GRANDE NORD E finalmente Scandinavia !!! Dopo anni di preventivi, chiacchiere, ricerche, quasi per caso è nato questo progetto “SVEZIA 2006”: varato in realtà due anni fa, ma poi accantonato per vari motivi, è stato rispolverato dal cassetto dei sogni in questa estate per noi diversa, visto il mio cambio di...
Scritto da: lucastopiglia
sulle orme dei vichinghi
Partenza il: 12/08/2006
Ritorno il: 18/08/2006
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
Tre bimbi alla scoperta del GRANDE NORD E finalmente Scandinavia !!! Dopo anni di preventivi, chiacchiere, ricerche, quasi per caso è nato questo progetto “SVEZIA 2006”: varato in realtà due anni fa, ma poi accantonato per vari motivi, è stato rispolverato dal cassetto dei sogni in questa estate per noi diversa, visto il mio cambio di lavoro e quindi di abitudini. Avendo a disposizione la settimana di Ferragosto, la nostra prima idea era il “solito” giro in montagna, ma dopo vari tentativi di prenotazione infruttuosi, decidiamo di optare per una tranquilla settimana ad Aurozo di Cadore “a gratis” dai nonni. Poi chiacchierando in macchina, il due giugno valutiamo le eventuali alternative: in Italia a ferragosto NO, al massimo si può andare al Nord, come per esempio Scozia o… Stoccolma !!! Attimo di pausa… Nessuna controindicazione…Chi tace acconsente…Ed ecco che si inizia a valutare con più concretezza la possibilità.

In realtà la volontà di conoscere la Scandinavia è molto datata: ricordo ancora un pomeriggio piovoso del 1996, quando Martina aveva un paio di mesi e dormiva in cameretta tranquilla, e il suo papà di fianco a lei si studiava la prima delle tre guide poi acquistate sul Grande Nord…

Poi per vari motivi il Progetto non è mai andato in porto (bimbi, casa, soldi, etc), ma sotto le ceneri ardeva la fiamma del desiderio: è così, dopo essere stati in tre a Cape Town e aver visto una delle più belle città del Sud nel 1998; dopo aver visitato Roma in quattro nel 2001, la più bella città della fascia centrale mediterranea; eccoci nel 2006 a completare il Top di questo Meridiano con la visita in cinque di Stoccolma.

Progetto che non è nato con la stessa risolutezza e decisione che aveva contraddistinto gli altri viaggi precedenti, proprio perché nato quasi casualmente e quindi gestito con tempistiche (almeno per noi) un po’ differenti rispetto alle nostre abitudini: perdiamo più di un mese per bloccare il volo, per vari motivi, e quindi ci rimettiamo qualche soldo, ma per scelta questa volta decidiamo di spendere qualcosina in più rispetto ai nostri standard, visto che viaggiamo in cinque, con l’obiettivo di fare un’avventura positiva, soprattutto per i bimbi, e meno stressante possibile.

Prenotiamo tutto rigorosamente in “Fai da Te”, visto che ormai ho un po’ di esperienza in materia, e quindi per alcuni giorni tutte le sere le passo davanti al computer alla ricerca di voli, hotel, bed and breakfast, auto, siti sulla Svezia, etc.

Volo Ryanair, compagnia già da noi sperimentata e sicuramente scelta quasi obbligata per chi vuole risparmiare, ma comunque di ottima qualità: tariffa non ottimale, visto gli indugi nella prenotazione (alla fine ci mangiamo per l’attesa quasi 160€), ma garanzia di qualità ed efficienza.

Per l’Hotel optiamo per una sistemazione fuori Stoccolma (a Sollentuna, 12 min di treno dal centro) tramite l’ottimo sito www.Stoccolma.Com con carta “Stoccolma a la carte” che comprende tutti i trasporti, parecchie escursioni in battello gratuite, e le entrate su quasi tutte le attrazioni (abbiamo pagato solo al Vasa Museum): ottime tariffe per famiglie con più bimbi e Hotel di qualità. Il nostro, lo Scandic Star di Sollentuna, è un quattro stelle buono, molto comodo e in posizione discreta (treno a 20 metri dall’uscita): colazione abbondante (ma dove sono le croissant e la Nutella ?!?) con addirittura banchetto per colazione cinese (bleah), possibilità di cena al Pub interno (bimbi gratis, qualità buona, ma servizio un po’ carente – tempi lunghi per dei bimbi affamati…), piscina (purtroppo per i bimbi, da noi non utilizzata per mancanza di tempo).

Per la prima notte invece optiamo per una fattoria nella foresta di Nykoping, trovata su internet grazie ad una segnalazione fattami da un altro sito turistico svedese, visto che il primo giorno abbiamo deciso di passarlo allo Zoo di Kolmarden, a due ore da Stoccolma.

Auto prenotata via internet alla Hertz (dopo vari preventivi fatti anche con Avis ed Europcar), orari dei bus per trasferimenti dall’aeroporto sotto controllo, meteo in costante monitoraggio: insomma l’Agenzia Viaggi Stopiglia dà ottimi risultati e alla fine l’organizzazione riuscirà impeccabile (o quasi).

Protagonisti della nuova avventura, oltre a me e mia moglie, soprattutto i nostri bimbi Martina, quasi 10 anni, Matteo, quasi 7, e il neofita Marco, dall’alto dei suoi 23 mesi !!! Ma veniamo alla cronistoria: i preparativi sono scrupolosi e puntuali, con tanto di preparazione e peso bagagli fatta con una settimana d’anticipo, visto che abbiamo deciso di viaggiare solo con uno zainetto a testa (in relazione anche alla nuova politica dei bagagli di Ryanair). Tutto è pronto con una settimana d’anticipo (a parte il passaporto che recupero con affanno solo a due giorni dalla partenza grazie ad una “disattenzione” di un impiegato del nostro comune…), ma ecco che a quarantotto ore dalla partenza succede l’imprevedibile: sventato attacco terroristico (???) a Londra, caos negli aeroporti di tutto il mondo, divieto di caricare bagagli a mano !!! Allarme, pericolo: la stampa ce la mette tutta per impaurire i viaggiatori ! Le nonne chiamano preoccupate (come sempre ogni volta che affrontiamo un viaggio: dovevamo prendere la malaria ancora nel 98 in Sudafrica…), tutti alla ricerca delle ultime novità: alla fine navigando sui siti si capisce che i problemi sono solo sui voli per Inghilterra, Usa e Israele, ma i numeri verde non funzionano e fino alla fine regna un po’ di incertezza.

Sabato 12 Agosto, in perfetto orario partiamo alle 15.15 alla volta dell’Aeroporto di Bergamo, e subito accadono cose strane che fanno presentire che qualcosa non vuole andare per il verso giusto (in realtà alla fine sarà tutto perfetto, o quasi): inizia a piovere proprio quando usciamo dal cancello di casa, poi dopo venti chilometri, su una rotonda un motociclista che ci aveva superato da poco scivola e cade sull’asfalto bagnato (nulla di grave), e infine dopo un quarto d’ora al casello dell’autostrada siamo costretti ad una pericolosa retromarcia perché il furgone davanti a noi ha il telepass che non funziona… Dopo un po’ la pioggia smette e arriviamo in scioltezza e con netto anticipo in aeroporto: troviamo da parcheggiare agevolmente (avevo qualche dubbio in proposito, visto che non ero riuscito a prenotare) e andiamo a controllare il volo. Visto che tutto procede come da copione, usciamo dalla calca dell’aeroporto e andiamo a fare merenda in un angolo tranquillo. Alle 18.35 siamo puntuali in coda per fare il check-in e tutto va liscio come l’olio (non pesano neanche gli zaini, come temevo): passiamo indenni anche ai controlli (ci aspettavamo più severità e vigilanza) e in un amen siamo al cancello d’imbarco. Il tempo scorre via tranquillo e l’unico problema è controllare la nostra “piccola peste” che come sempre vuol fare quello che vuole, e a modo suo. All’imbarco passiamo davanti agli altri, visto il nostro “status” di famiglia itinerante e saliamo a bordo. Per Matteo e Marco si tratta del primo volo, ma entrambi sono abbastanza tranquilli e rilassati. Colpo di scena all’ultimo minuto: le hostess ci contano e ricontano e alla fine risulta un passeggero in più (con un certo imbarazzo tra l’altro, visto che in teoria dovrebbero controllare all’imbarco documenti e biglietto); annunciano più volte in inglese che c’è un passeggero in più e che il volo è diretto a Stoccolma, ma nessuno si alza e dice niente; e intanto passano i minuti; alla fine sale un assistente di terra che annuncia in italiano la destinazione e specifica che il volo “NON è diretto a Reggio Calabria !!!”; solo allora si alza imperturbabile una signora e possiamo partire, anche se con qualche minuto di ritardo: certo che pensare di essere a Reggio Calabria e sbarcare invece alle 23.15 a Stoccolma non sarebbe stato uno shock da poco… Il decollo è perfetto e i bimbi sono tranquilli: Marco dopo un po’ si addormenta e per fortuna si fa tutto il viaggio di andata dormendo. Atterriamo a Nykoping con qualche minuto di ritardo e inaspettatamente ci accoglie una temperatura gradevole, pur essendo notte.

Altro piccolo contrattempo al recupero bagagli: il nostro passeggino viene scaricato per ultimo e per di più non si apre !!! Dopo vari tentativi riuscirò a sbloccarlo solo poco prima di salire in macchina, quando già pensavo di dover trovare un nuovo mezzo di trasporto per Marco. Vado di corsa a recuperare l’auto prenotata alla Hertz con la paura che mi chiuda l’ufficio (mancano pochi minuti a mezzanotte) e in poco tempo sbrighiamo le pratiche e ci accompagnano all’auto: è una Ford Mondeo SW quasi nuova, anche troppo grande per le nostre esigenze, ma va bene così. La mezzanotte è passata da una decina di minuti quando con le indicazioni in mano ci dirigiamo verso la Fattoria di Akra prenotata via internet (e preavvisata del nostro arrivo oltre la mezzanotte): è buio pesto, ma le indicazioni sono perfette e in un attimo arriviamo in E4 e usciamo allo svincolo successivo come da indicazioni. Ad un certo punto dopo qualche chilometro in mezzo al bosco arriviamo ad un bivio che dovrebbe indicare a destra Oxbacken, ma nessun cartello la indica: mi viene il dubbio di avere sbagliato qualcosa, e quindi mi giro e torno indietro; i bimbi iniziano ad avere paura e pensano che ci siamo persi nel bosco; torno in autostrada e cerco di rifare la strada seguendo di nuovo le indicazioni, ma sbaglio uno svincolo e sono costretto a fare qualche chilometro in più per riprendere la giusta direzione (per fortuna riesco ad orientarmi bene e a tornare al punto di partenza); arriviamo allo stesso bivio e ci viene il dubbio. Proviamo a telefonare (nel frattempo sono le 0.30 circa) ma non risponde nessuno, e così i bimbi si agitano sempre di più (e anche la moglie un po’…); a questo punto provo ad andare a destra come da piantina anche se non indica Oxbacken e dopo 20 metri dal buio pesto emerge il benedetto cartello che indica quella cittadina: rinfrancati percorriamo i nove chilometri indicati da là e svoltiamo in una stradina di sassi in mezzo al nero (in realtà scopriremo alla mattina bellissimi campi, ma di notte senza neanche una lucciola a fare un minimo di luce) e procediamo per circa un chilometro fino alla fattoria: giriamo a destra e poi a sinistra ma non vediamo nulla se non caseggiati scuri chiusi (stalle, magazzini,etc); dopo un po’ ci giriamo convinti di aver sbagliato qualcosa, ma proprio in quel momento vediamo una luce che si accende a 50 metri: la signora ci ha sentito e per nostra fortuna ci ha dato un riferimento. La mattina dopo effettivamente la casa risulterà bianca come da indicazioni, ma di notte con il buio pesto le costruzioni erano tutte scure uguali…

Siamo accolti con molta cortesia, e dopo un leggero ristoro nel lettone per Marco a base di formaggio grana, ci attendono dei comodissimi letti per un meritato riposo… Domenica 13 Agosto ci svegliamo in un silenzio ovattato e dove la notte prima c’era solo buio pesto ora si estende una tranquilla e magnifica campagna. Ci alziamo senza fretta e dopo aver ammirato alcune particolarità della casa (trofei di caccia, librerie, riviste di tutti i tipi) andiamo a fare colazione. I padroni di casa ci accolgono molto cordialmente e ci preparano la colazione in un ambiente da film: cucina moderna e luminosa e sala da pranzo stile film anni 60, con lunga tavolata elegante, quadri alle pareti in stile galleria d’arte, libri dappertutto, pianoforte: insomma un ambiente molto bello e particolare, che dà calore. Dopo la colazione prepariamo i bagagli e salutati i padroni di casa ci dirigiamo alla macchina proprio mentre inizia a piovere!!! Il tempo di scattare un paio di foto e di ammirare di nuovo il panorama, e si parte in direzione Kolmarden. Dopo le escursioni notturne ormai siamo di casa e il tragitto di ritorno verso Nykoping lo facciamo in scioltezza ammirando le fattorie sparse ovunque, le mucche, i cavalli, la natura: un panorama idilliaco in una domenica mattina tranquilla. Prendiamo la E4 in direzione Helsingborg e ci dirigiamo verso la mèta della giornata: lo Zoo di Kolmarden; durante il viaggio abbiamo il tempo di ammirare camion con rimorchi che da noi non riuscirebbero di sicuro a manovrare, campi da golf affollati di giocatori mattinieri, casette colorate di rosso con le rifiniture bianche che spuntano da pinete verdi e silenziose. Dopo un quarto d’ora troviamo le indicazioni per lo Zoo, che ci fanno lasciare la E4 per andare in mezzo alle colline in un continuo saliscendi in mezzo alla natura. Purtroppo a farne le spese sarà Marco, eroe sfortunato della giornata: probabilmente per il seggiolino girato dalla parte opposta (obbligatorio in Svezia, ci hanno detto) o per le continue curve, dopo un po’ vomita fuori la colazione !!! Brusca fermata, operazioni di pulizia generale (con tre bimbi ormai siamo pratici…), in qualche minuto siamo pronti a ripartire anche se con un cambio già in meno per Marco. In una ventina di minuti arriviamo allo Zoo di Kolmarden e ci prepariamo per una giornata in mezzo agli animali: facciamo i biglietti e iniziamo il giro, passando a visitare le linci, i lupi, i daini, gli yak, il parco giochi, finchè arriviamo alla fattoria, dove i bimbi possono accarezzare e toccare capre e pecore. Visitiamo poi il leopardo delle nevi, il tapiro, e andiamo a veder le tigri: tutte le zone riservate agli animali sono molto ampie e curate, con ambienti ricostruiti ad hoc per i vari animali, che sembrano in gran forma e molto belli. Dopo aver fatto un primo pit stop con Marco (pannolino e biscottino da sgranocchiare) scendiamo verso la zona più vicina alle tigri, e i bimbi iniziano a correre un po’ troppo: neanche il tempo di fermarli che in discesa Marco prima si ferma e poi dopo essersi girato va giù di testa sull’asfalto con un tonfo sordo; per nostra sfortuna sbatte la testa in un sassetto appuntito che gli buca leggermente la fronte di fianco all’arcata sopraccigliare e lo graffia più in alto. Alla vista del sangue segue una “lieve” ondata di panico, ma dopo un veloce controllo mi sembra che non ci sia nulla di estremamente grave. Dopo una prima medicazione veloce, chiediamo ad un gentilissimo ragazzo dell’organizzazione (settore Hot Dog…) se c’è un medico e dopo varie telefonate ci comunica che arriveranno a minuti. Nel frattempo riprende anche a piovere, così ci ripariamo sotto ad un albero per medicare la fronte e attendere il soccorso: ci mangiamo nell’attesa purtroppo più di mezzora. Ma per fortuna Marco è tranquillo e non piange, e anzi si lecca una caramella-ciucco regalatagli per il suo stoicismo. Dopo la veloce medicazione, con applicazione di cerotti volanti, decidiamo di andare a mangiare prima che prenda sonno, ma quando arriviamo al self service Marco è già tra le braccia di Morfeo da qualche minuto; intanto mangiamo noi quattro e poi visto che dorme ancora riprendiamo la visita interrotta bruscamente: purtroppo piove ad intermittenza e quindi continuiamo ad aprire e chiudere gli ombrelli, ma riusciamo ad ammirare le foche, i pinguini e i delfini, che vediamo per la prima volta: sono molto belli e giocano tra loro. Marco dorme sempre e così dopo un quarto d’ora io, Martina e Matteo andiamo a vedere lo spettacolo dei delfini, con danze nell’acqua, salti, canti (dei delfini) e vari esercizi: molto bello e molto bravi anche gli istruttori, che danno un’atmosfera magica allo spettacolo. Ci dirigiamo poi verso la casa delle scimmie e ammiriamo soprattutto i gorilla, con un tenero cucciolo in braccio ad un ranger; visitiamo poi la savana con giraffe, zebre, gnù che corrono e saltano dappertutto, eland, springbok e antilopi di vari generi. Finalmente Marco si sveglia e così torniamo al self service per farlo mangiare: pranzo gratis per i bimbi piccoli e così ne approfittano anche i suoi fratelli. Dopo l’ennesima sosta ripartiamo alla volta dei cammelli e successivamente vediamo i rinoceronti, gli elefanti asiatici e l’orso: il tempo è molto variabile e si alternano una leggera pioggerellina ad un venticello caldo, e visto che la giornata è stata impegnativa e difficile decidiamo di dirigerci verso l’uscita, visto che ci aspetta il trasferimento a Stoccolma. All’ultimo decidiamo anche di non visitare il Tropicarium (tra i lamenti di Martina) perché si è fatto tardi e preferiamo partire: inizia a piovere insistentemente e noi riprendiamo la macchina e facciamo rotta per l’aeroporto; facciamo il pieno per strada e riconsegnamo l’auto (un po’ puzzolente) giusto in tempo per prendere il pullman della Flygbussarna per Stoccolma che sta per partire: il viaggio è tranquillo e “sonnolento” e dopo aver superato gli stabilimenti Scania di Soddertalje ci attende la colonna di auto che rientrano a Stoccolma la domenica sera. Arriviamo alla stazione centrale verso le 19.30 e iniziamo a prendere le misure alla città: cerchiamo di capirci tra le scale mobili e i vari piani della stazione e subito optiamo per un salto in farmacia per prendere un cicatrizzante (la ferita di Marco è un po’ sporca di sangue) ma non troviamo niente che fa al caso nostro !!! Torniamo in stazione e andiamo a rifocillarci da McDonald, tra l’entusiasmo dei bimbi per l’Happy Meal: solita cenetta veloce e a buon prezzo e verso le 20.15 siamo pronti per andare alla ricerca dell’Hotel a Sollentuna.

Qui ci sarà l’unico errore della settimana, perché invece di prendere il treno Pendeltag che va a Sollentuna mi fido della cartina e opto per la T-Bana che arriva ad Akalla (sulla cartina molto vicini, ma in realtà a distanza di un paio di chilometri). Scesi ad Akalla ci rendiamo conto che siamo lontani dall’hotel e con l’aiuto di un bigliettaio della metro chiamiamo un taxi: dopo un po’ di attesa arriva e in cinque minuti ci porta davanti all’Hotel. Facciamo velocemente il check-in e andiamo a prendere possesso della nostra “suite per famiglia”: la camera è grande, con due stanze e un bel bagno, e dopo qualche piccolo contrattempo (luce che non si accende, frigobar spento, letti ?) ci sistemiamo e dopo una rinfrescata ci prepariamo per il secondo meritato riposo: il grosso della spedizione è fatto, ora siamo a Stoccolma e ci muoveremo solo con mezzi pubblici.

Lunedì 14 ci svegliamo con la pioggia che fa presagire una dura giornata, visto che mèta di oggi e Gamla Stan, la città vecchia, con la giornata sulla carta meno adatta ai bimbi e più all’aria aperta.

Per ora non ci pensiamo e ci concentriamo sulla colazione: cerchiamo di capire cosa c’è di buono e come funziona (erano anni che non andavamo in hotel…) e facciamo il pieno in vista di una lunga giornata. Preparato lo zaino, andiamo a prendere il treno (arriva proprio dietro l’hotel) in una mattinata che si preannuncia grigia e bagnata: appena arriviamo in stazione centrale siamo accolti da una pioggia battente e così ne approfittiamo per fare qualche spesa all’interno. Quando usciamo ha smesso di piovere e ci dirigiamo verso la Città vecchia, cercando di orientarci e di capire i ritmi: attraversiamo il ponte e passiamo di fronte al Parlamento in direzione Palazzo Reale (Kungliga Slottet), che aggiriamo alla ricerca dell’entrata. Visitiamo per primo il Tesoro Reale (molto meno sfarzoso di quello di Londra) e durante la visita veniamo richiamati da una guardia perché diamo da bere a Marco che ha sete e se ne frega delle regole, e in più mi metto lo zaino in spalla (vietato) !!! Beccati al primo colpo… Dopo una veloce visita saliamo a visitare il Palazzo Reale, molto bello nella sua semplicità (relativa ai reali, non ai nostri livelli…) e nei suoi colori: belli gli arredi, molto belle le stufe in maiolica, bellissima per me la stanza arredata in stile moderno, segno di una monarchia viva e a contatto con il mondo moderno che sta al di fuori del palazzo. Quasi tutta la visita me la faccio con Marco in braccio che dorme e quando esco è come se avessi fatto una sauna. Scendiamo poi nei sotterranei a vedere le carrozze reali e le armature e uscendo facciamo un pit stop al bagno (con un inserviente che gode a farci aspettare per fare pulizia: stessa scena che si presenterà l’ultimo giorno). Usciamo dal palazzo che i bimbi hanno fame e così ci sediamo davanti nella piazza per un veloce spuntino. Nel cortile poi assistiamo al cambio della guarnigione (non il cambio della guardia ufficiale, che era stato alle 12.15 finchè noi eravamo dentro al palazzo), composta di ragazzi e ragazze molto giovani in divisa celeste: solita “sceneggiata” per il pubblico con marce varie. Tappa successiva è la Storkyrkan, l’edificio più vecchio di Stoccolma, e poi ci tuffiamo nei caratteristici vialetti della città vecchia. Dopo un veloce gelato (Carte Dor !) usciamo da Gamla Stan e andiamo al Katarinahissen, un ascensore che porta a trentotto metri di altezza per ammirare il panorama: nonostante i capricci di Marco, riesco a fare un po’ di foto panoramiche e ad ammirare la stupenda visuale sulla città. Prossima metà è il giro in battello del Parco reale (Djurgarden) e così camminiamo sul lungomare fino al molo di Stromkajen; resto in fila una buona mezzora in attesa del battello mentre i bimbi si riposano e si rifocillano su una panchina. Alle 17.30 partiamo per il tour di un’ora con tanto di guida in cuffia in italiano: il giro è molto bello ed interessante, ma purtroppo Marco non ne vuole sapere di stare fermo e continua a saltare su è giù dai sedili e a togliere e mettere le cuffie a tutti noi. Rientrati al molo ci dirigiamo al parco dove è in allestimento il palco per i concerti del Festival Estivo di Stoccolma e ne approfittiamo per cambiare il pannolino alla nostra peste; proviamo a visitare poi l’Opera ma non è possibile e quindi ci dirigiamo ai Magazzini Ahlens, il più grande centro acquisti di Stoccolma per fare alcune spese e far vedere una realtà commerciale diversa ai bimbi. Facciamo un po’ di spesa, scarico le foto in un cd, e poi ci dirigiamo esausti verso la stazione: prendiamo questa volta il treno giusto e in un quarto d’ora siamo in Hotel per rinfrescarci e prepararci alla cena. Ceniamo discretamente al Pub dell’Hotel (due bimbi gratis) e poi torniamo in camera, dove i bimbi hanno ancora energie da spendere per fare un po’ di casino prima di cedere ad un sonno ristoratore.

Martedì 15 Febbraio, Ferragosto: giornata campale! Iniziamo con una abbondante colazione e con Mattina e Matteo ormai padroni di casa che si aggirano per il buffet da soli alla ricerca di prelibatezze: da filmare… Ci prepariamo poi per la lunga giornata e come sempre ci tocca fare una volata per riuscire a prendere il treno in tempo. Mèta della giornata è l’isola di Djurgarden con le sue numerose attrattive: obiettivo è girare il più possibile in bicicletta, ma il tempo non ci aiuta, almeno all’inizio. Usciti dalla stazione pioviggina, e iniziamo già a pensare a cosa fare in caso di peggioramento, visto che il cielo è grigio e non promette nulla di buono. Ci avviamo a piedi verso la Norrmalmstorg per prendere il Tram Storico numero sette che porta a Djurgarden, e dopo qualche tentennamento ai giardini di Kungstradgarden troviamo la fermata giusta dove dobbiamo attendere qualche minuto. Saliamo sul tram e in pochi minuti arriviamo all’interno dell’isola: facciamo il percorso completo in tram e scendiamo al ritorno davanti al Grona Lund, non prima però di due soste forzate per rimuovere un ramo dai binari e per sbloccare a mano i freni (proprio come una volta…). Appena scesi torna a piovere e quindi ci dirigiamo direttamente all’Acquario: non molto grande, ma molto bello e tenuto bene, con molti bei pesci. I bimbi sono molto interessati e la visita risulta piacevole ed interessante. Quando usciamo purtroppo piove ancora e quindi facciamo una corsa fino al Vasa Museet: molta gente ha avuto la nostra stessa idea, e quindi, vista la coda, cambiamo metà e ci dirigiamo a Junibacken, il mondo di Astrid Lindgren: attrattiva per i bambini, con la ricostruzione della casa di Pippi Calzelunghe e, per chi come me è un po’ più datato, quella della casa di Emil (Raidue, primo pomeriggio anni 75-80 circa, un monello biondo che ne combina di tutti i colori e viene regolarmente messo in castigo nel capanno degli attrezzi…). La cosa più interessante è il giro sul “trenino” che accompagna i visitatori ad una ricostruzione delle fiabe più importanti: il nostro turno è un’ora e un quarto dopo, e quindi, visto che Marco fuori dorme, ne approfittiamo per tornare al Vasa Museet: questa volta entriamo in un attimo e visitiamo il meraviglioso battello reale colato a picco pochi minuti dopo la sua inaugurazione nel lontano 1627 e recuperato solo trecento anni più tardi. Il vascello, molto più grande di come me lo aspettavo, è in ottime condizioni e il Museo è molto interessante e ben organizzato. Marco ronfa beato e quindi usciamo per visitare le navi rompighiaccio ancorate fuori del museo: inaspettatamente le nuvole hanno lasciato il campo ad una giornata stupenda e il sole ci riscalda e ci dà energia. Io, Matteo e Martina entriamo nel Finngrundet, e visitiamo ponte di comando, salette varie, stiva e torretta di avvistamento, con classica foto dei bimbi al timone. Dopo un veloce spuntino nel parco ci dirigiamo di corsa a Junibacken per sfruttare il nostro giro in “trenino” (in realtà una specie di cabinovia aperta che sale e scende tra le varie ricostruzioni di fiabe): nell’attesa del nostro turno i bimbi giocano nelle varie zone attrezzate e nelle varie casette ben ricostruite con molta fantasia. Arrivato il nostro turno saliamo e ci godiamo parzialmente il tour perché la guida parlata è in inglese ed i bambini non capiscono quasi niente: c’era anche una cabina in italiano ma bisognava aspettare che facesse il giro, e come sempre in viaggio i tempi sono stretti. All’uscita ci accoglie un sole meraviglioso e quindi andiamo a prendere le biciclette al Sjocafè vicino al ponte (guida Lonely Planet sempre molto preziosa e precisa…): un ragazzo molto simpatico ci prepara le bici e in qualche minuto siamo pronti a partire per girare l’isola. La prima parte è nella zona trafficata delle attrazioni turistiche, mentre poi ci addentriamo nelle stradine in riva al mare che salgono e scendono in mezzo al verde. Lo scenario è stupendo e si respira un’aria molto particolare (tenuto conto che siamo in una grande capitale): la temperatura è ideale. Dopo un po’ ci fermiamo perché sembra che Martina abbia problemi con la bici: in realtà il problema è che nelle leggere salite i pedali sono più duri da spingere e quindi, dopo un controllo veloce del mezzo, ripartiamo. Passiamo per un molo molto bello e caratteristico e puntiamo decisamente verso la punta a sud-est dell’isola, ma a poche centinaia di metri dalla mèta le donne desistono e quindi mestamente imbocchiamo la via più breve per il rientro. Riconsegnamo le bici e ci dirigiamo allo Skansen a piedi, ma dopo pochi metri ci fermiamo perché Matteo è attratto dal profumino degli Hot Dog fatti dagli ambulanti, e quindi ne approfittiamo per un altro spuntino. Prendiamo quindi il Tram al volo e scendiamo giusto davanti all’entrata dello Skansen. Anche qui la prima mèta è l’Aquario, anche questo molto ben tenuto e con molti pesci e animali interessanti: si entra subito in un recinto dove i lemuri girano indisturbati e, noncuranti della sorveglianza, vengono a farsi toccare dalla gente: molto bello e particolare; si passa poi per una ricostruzione di una foresta equatoriale e poi per il Babboon Hilton, un “hotel” ricostruito in maniera molto particolare per i babbuini. Molto interessante poi il rettilario e, soprattutto, da vedere i koala, stupendi nella loro tranquillità e pacatezza: sembrano finti ! Molto interessanti anche i coccodrilli, così come i vari serpenti e ragni. Alla fine c’è la possibilità di toccare il pitone e la tarantola e tra lo schifo delle mie donne non mi lascio sfuggire l’occasione. Usciti dall’Acquario, nonostante qualche capriccio di troppo di Marco, andiamo a visitare una gabbia con le scimmie e poi ci dirigiamo verso la parte alta della collina, dove ci sono le ricostruzioni delle fattorie e gli animali della scandinavia; per strada vediamo molti animali, ma essendo tardi molti sono già rinchiusi e li vedremo meglio al secondo passaggio: essendo ferragosto ci sono delle feste in costume tipico e il vino abbonda così come il buonumore e la voglia di divertirsi secondo le vecchie tradizioni; vediamo alcuni semplici giochi di una volta fatti da gente (un po’ brilla) in costume, il tutto in un clima meraviglioso e goliardico. Facciamo in tempo a vedere la volpe, l’alce maschio, l’alce femmina e le renne, ma il grosso degli animali è già a nanna rinchiuso, e quindi dopo alcune foto al tramonto rosato sui tetti di Stoccolma, scendiamo verso l’uscita. Ceniamo di fronte al parco in un simpatico ristorantino, il Lillen, self service tranquillo e accogliente. Dopo cena entriamo al Parco dei Divertimenti Grona Lund Tivoli: gran caos, concerto live che sta per finire proprio quando arriviamo noi, giovani che corrono dappertutto, clima di festa, luci, colori…Obiettivo sono le montagne russe per me e Matteo, ma purtroppo quest’ultimo non è all’altezza (nel senso letterale: minima altezza 140 cm); ci dirigiamo verso la ruota panoramica, ma fatti due conti decidiamo che non ne vale la pena e così, dopo aver fallito miseramente un tiro a canestro (col canestro più stretto però…) e aver perso il relativo premio optiamo per un “tranquillo” giro in ottovolante, con macchina fotografica alla mano per immortalare Stoccolma “by night”, visto che siamo sul lungomare: ma, appena partiti, il tranquillo ottovolante si trasforma in un vorticoso saliscendi e invece di fare foto, il problema sarà tenere ben stretta la macchina fotografica…Si è fatto tardi, sono le dieci passate (siamo in giro dalle nove e mezza della mattina e incredibilmente i bimbi non si sono ancora lamentati) e quindi ci dirigiamo verso la stazione: prendiamo un affollato bus e in pochi minuti siamo a Sergels Torg: nei restanti 400 metri che ci separano dalla stazione, i bimbi ormai stanchi si trascinano con le ultime forze e appena arrivati in hotel, dopo una veloce rinfrescata, tutti a nanna…Che giornata !!! Mercoledì 16 Agosto obiettivo Drottningholm, la residenza estiva dei reali e da qualche anno patrimonio dell’Unesco. Solita colazione, solita corsa e solito treno, e per di più solita pioggia iniziale. Dopo una iniziale difficoltà nel trovare la strada giusta, ci dirigiamo verso il molo di Nybrokayen, dove salpa il battello per Drottningholm, sotto una pioggia intermittente. Dopo la partenza del battello smette di piovere e così posso approfittare per uscire sul ponte a fotografare le splendide rive del canale e il bellissimo panorama: in particolare molto suggestiva un’isoletta dove ci si muove solo a piedi e non ci sono i motori. In un’ora siamo al Palazzo, che si profila a prua nella sua magnificenza, dietro una verde isoletta. Andiamo subito a visitare gli interni, molto belli e ben tenuti, che si caratterizzano per la ricchezza ma a mio parere soprattutto per la semplicità e sobrietà. Molti colori, suppellettili stupende, stufe meravigliose, lampadari da sogno: insomma, da vedere…Usciti dal palazzo andiamo a prenotare la visita al teatro (solo con guida) e nell’ora di attesa andiamo a visitare i giardini e il padiglione cinese, passando per la Guards Tent, la tenuta delle guardie, coloratissima casetta in mezzo al bosco. Meraviglioso il Padiglione Cinese, con le stanze a tema cromatico (stupenda quella verde) e tutto in stile cinese (vasi, stufe, mobili). Ancora una volta il sole riesce a far capolino tra le nubi e ne approfittiamo per il consueto spuntino nel parco (con Marco che a queste ore dorme sempre…). Alla fine ci prendiamo tardi e ci tocca fare una corsa per arrivare in tempo al teatro: Marco si sveglia e ha fame, e quindi Eliana è costretta a rimanere fuori con lui: la visita di mezzora è interessante ma il Teatro in sé mi lascia un po’ deluso (sarà che nelle “nostre” Marche ho visto dei teatri stupendi che non hanno nulla da invidiare al resto del mondo…). Usciamo che piove di nuovo e quindi dopo una sosta tecnica con Marco al bagno, torniamo al molo per il battello. Ancora una volta appena salpiamo smette di piovere, e sul ponte superiore il clima è stupendo e il panorama ancora di più: durante il tragitto scatto foto a nastro sulle rive ordinatissime e verdissime, sulle famiglie che fanno il bagno tuffandosi dalle barchette ancorate in mezzo al canale, sulle case di lusso sulle rive con vetrate che ricoprono tutta la parete…Arrivati a Stoccolma il cielo si fa grigio di nuovo, ed essendo a pochi passi approfittiamo per una veloce visita allo Stadhuset, il municipio: purtroppo l’ascensione alla Torre non si può fare (ristrutturazione) e così dopo uno sguardo veloce (purtroppo mi dimentico che si possono visitare la sala dorata e la sala dei nobel !!!) torniamo verso la zona commerciale. La pioggia ci sorprende ancora, e siamo costretti ad un pit stop dolciario in un bar alla stazione. Dopo qualche minuto smette e ci rimettiamo in moto: veloce sguardo alla Klara Kirka, e poi direzione Drottninggatan per un po’ di shopping: in realtà non troviamo i negozi che cercavamo, e quindi ci limitiamo a passeggiare e a guardare le vetrine dei negozi particolari, soprattutto agli occhi dei bimbi. Dopo un po’ si stancano e reclamano la promessa visita ai grandi magazzini NK, Ahlens e ai negozi di giochi: ci mettiamo quindi alla ricerca (infruttuosa) di alcuni negozi particolari e per strada compriamo dell’ottima frutta al mercato (a prezzi discreti) di Hotorget. Alla fine andiamo al reparto giochi di NK e i bimbi si mettono in adorazione, salvo alla fine comprare le solite cose che si trovano anche da noi. Quando usciamo, all’orario di chiusura, stanno preparando i tappeti e un grande brindisi, non per noi, ma (probabilmente) per i reali (è uno dei negozi dove vanno a fare shopping…). Sono ormai le 19.00 passate e i bimbi sono stanchi, così ci dirigiamo verso la stazione, dove in attesa del treno ci spariamo un veloce antipasto con un McMenu Take away. Rientrati in hotel ci rinfreschiamo e andiamo a cenare al Pub, dove però aspettiamo un po’ più del previsto e dobbiamo tenere tranquilli i bimbi affamati e stanchi. Dopo cena cartoline e poi meritato riposo… Giovedì 17 Agosto il sole ci attende: per la prima volta il sole fa capolino già alle prime ore: solita colazione, con Marco che ha paura dell’Orso (la maschera che gira per i tavoli a salutare i bambini). Dopo le solite corse per il treno, arrivati in centro andiamo diretti al Centro Commerciale Gallerian, e in particolare alla catena di giocattoli BR, dove tra vari capricci, i bimbi si scelgono il promesso e meritato regalo. Andiamo a prendere poi il tram per tornare allo Skansen: riprendiamo la visita interrotta due giorni prima e apprezziamo meglio tutte le scene ricostruite come museo all’aperto. Dopo una prolungata sosta (con capricci di Marco che non vuole più andar via) al parco giochi, torniamo a visitare la fauna selvatica e vediamo molto bene i lupi, le linci, gli orsi (meravigliosi, mai visti così belli: si vede che sono proprio a casa loro…), le foche, le lontre, etc. Passiamo per le varie fattorie ricostruite e ci fermiamo a pranzare davanti allo zoo dei bimbi, con galletti e pavoni che scorazzano tra i tavoli. Dopo il veloce pranzo al sacco proseguiamo la visita e scendiamo verso la piazza del mercato e le varie botteghe ricostruite: molto interessanti la farmacia, l’ufficio postale, il panificio, la fabbrica del vetro con maestro vetraio in azione in stile Murano, l’officina meccanica, e infine una serie di casette piccole e semplici ricostruite secondo gli usi e costumi locali. Usciti dallo Skansen andiamo a visitare il Saint Erik, la seconda nave rompighiaccio che avevamo saltato due giorni prima, ma per strada dobbiamo rincorrere Marco che segue oche e papere nei prati davanti al Vasa Museet. Saliamo solo io, Matteo e Marco, mentre le donne ne approfittano per riposarsi e rifocillarsi: visitiamo la sala macchine (Matteo è intimidito), il ponte di comando, le varie camere, e facciamo qualche foto dal ponte. Tutti insieme poi ci concediamo un gelato davanti al Nordiska Museet prima di dirigerci verso il molo di Stromkajen per prendere il traghetto per Fjaderholmarna, l’arcipelago appena fuori Stoccolma: nell’attesa ammiriamo davanti a noi una nave ufficiale inglese ormeggiata, con tanto di elicottero sul ponte. In venticinque minuti di navigazione siamo sull’isola (sul traghetto tutti in giacca e cravatta che vanno a cenare sui ristorantini Vip dell’isola, e noi sudati con lo zaino e i bimbi che fanno casino) e l’atmosfera è surreale: aria pulita e fresca, silenzio, tranquillità. In poco più di mezzora ci facciamo il giro dell’isola; sostiamo un po’ al parco giochi, poi andiamo a toccare l’acqua (calda !) e a fare qualche foto sul tramonto. Passiamo una splendida ora in mezzo alla natura, e poi torniamo al molo per riprendere il traghetto, dove facciamo conoscenza ed una chiacchierata con una famiglia siciliana. Tornati a Stoccolma optiamo per una cena da Pizza Hut, ma il servizio lascia a desiderare e ci mettono un sacco di tempo, tanto che i bimbi quasi si sdraiano (stanchi morti) sui tavolini. Segue mesto ultimo rientro in hotel col treno.

Venerdì 18 ci alziamo un po’ prima perché dobbiamo fare i bagagli: dopo la solita abbondante colazione saliamo in camera per sistemarci e finchè noi prepariamo gli zaini i bimbi ne approfittano per scatenarsi sui letti. Scendiamo a pagare e visto che siamo in anticipo sul treno decidiamo di fare un salto al centro commerciale a dieci metri dall’hotel, scoprendo così che il negozio di giocattoli cercato in centro e il supermercato erano anche proprio sotto la nostra camera… Ne approfitto per comprare un po’ di frutta e poi provo a scaricare le foto, ma vista la lentezza del gestore, lascio perdere per paura di perdere il treno. Rispetto al centro di Stoccolma questi negozi sembrano affollati da gente di serie B, e così ci rendiamo conto che come in tutti i posti al mondo il lusso e la ricchezza hanno sempre un contraltare di (relativa) povertà e indigenza: mentre a Stoccolma è tutto bello, lussuoso, affascinante, a Sollentuna, periferia a qualche chilometro dal centro, c’è che vive un po’ meno bene e si accontenta di molto meno. Del resto anche a Stoccolma, come in tutto il mondo, si passa dai negozi dove fa la spesa la famiglia reale ai sobborghi in cui la gente gira da un cassonetto all’altro in cerca di lattine vuote, bottiglie di plastica, assorbenti usati (!), e qualche avanzo… Mancano due minuti all’arrivo del treno che Matteo si accorge di non avere più il suo pareo (ndr. Un fazzoletto che lui succhia a mo’ di ciuccio da quando aveva un anno), e così dopo vari ripensamenti e dopo aver perso un altro minuto per decidere se recuperarlo o no, scelgo di fare una volata al centro commerciale alla ricerca, a rischio di perdere il treno: sfreccio come un pazzo nel sottopassaggio tra la gente come il Carl Lewis dei bei tempi (record personale nei 400m) e arrivato alle giostrine lo trovo al primo colpo; al ritorno miglioro ancora il mio personale di qualche centesimo e arrivo giusto quando sta per fermarsi il treno, per fortuna in ritardo di un minuto: saliamo col fiatone e…Col pareo. Appena arrivati in centro decidiamo di fare un giro nella città vecchia per fare un po’ di shopping, ricordando che negli altri viaggi ci siamo sempre pentiti, una volta tornati, di non aver comprato una maglietta o qualche ricordo particolare. Prima però mi fermo da Fotoquick a scaricare le foto, e purtroppo per problemi col loro computer sono costretto a perdere più di mezzora, coi bimbi fuori in strada che mi aspettano, e relativa “fulminata” della moglie al mio ritorno…Siamo un po’ intrigati a girare, perché abbiamo tutti i bagagli al seguito: per fortuna Marco si addormenta subito e così possiamo girare tranquilli per i negozietti della città vecchia a curiosare e a sperperare qualche soldo, con il passeggino stracarico di zaini e Marco sepolto sotto che ronfa. Verso mezzogiorno andiamo al Palazzo Reale per comprare i cavalli promessi ai bimbi nel negozio vicino al museo e per sfruttare i bagni (con il solito inserviente che gode a farci aspettare mentre deve lavare e pulire tutto: due volte siamo andati e due volte con una flemma incredibile si è divertito a fare aspettare la gente…). Per pranzare ci dirigiamo verso il parco sotto il Parlamento: la giornata è stupenda e fa molto caldo; se fosse stato così caldo nei giorni precedenti avremmo potuto veramente andare a fare il bagno, come da progetto pre-partenza. Purtroppo ora non c’è più tempo, e così dopo un tranquillo pranzo nel prato sul canale reale, riprendiamo la via della stazione per iniziare il lungo viaggio di rientro. Arriviamo al terminal dei bus giusti per la partenza, ma mentre siamo in coda intrigati coi bagagli, la gente ci sorpassa da tutte le parti e ad un certo punto, noi con il passeggino e i tre bimbi, restiamo chiusi fuori delle porte della zona partenza: sembra che non ci sia più posto, ma dopo un conteggio e la nostra insistenza, ci dicono che ci sono giusti cinque posti, e così saliamo anche noi sul bus. Durante il viaggio Marco sta tranquillo in braccio e così posso godermi il panorama in pieno sole della campagna fuori Stoccolma, con laghetti e acqua dappertutto, fattorie con mucche e pecore ogni cento metri, e una tranquillità da noi ormai sconosciuta. Arriviamo all’aeroporto in circa un’ora e mezza e subito ci prepariamo per il volo: facciamo il check-in senza problemi e andiamo in sala di attesa, dove ci rifocilliamo e spendiamo le ultime corone rimaste. Il tempo passa molto velocemente e in un amen ci ritroviamo seduti in aereo a salutare questo meraviglioso paese. La partenza è puntuale e vista la magnifica giornata ne approfitto per scattare foto a raffica sul decollo e poi sul panorama dall’alto: si passa dalle pianure disseminate di laghi e fattorie della Svezia, al verde della Germania, con le città grosse sul corso dei fiumi, e dopo una fugace vista delle Alpi, purtroppo coperte dalle nuvole, al panorama di case, case, fabbriche e ancora case della Lombardia e dell’Italia in generale… Purtroppo Marco non ne vuole sapere di stare tranquillo e continua a saltare da un sedile all’altro e a fare casino per quasi tutto il volo. Atterriamo puntuali alle 20.15 a Bergamo e in un attimo recuperiamo il passeggino: dopo aver pagato il parcheggio andiamo a recuperare la macchina per il rientro. Siamo in condizioni pietose e quindi scartiamo l’ipotesi di una sosta per strada per mangiare e, visto che Marco dorme, decidiamo di fare una tirata: in due ore siamo di nuovo nella nostra casetta, sani e salvi, e con una nuova entusiasmante esperienza da raccontare e da ricordare.

Che dire: è stata un’esperienza molto impegnativa, perché girare con tre bimbi non è facile, ma con un po’ di pazienza e di autoironia ce la si può fare. Per i bimbi un mondo nuovo, con un sacco di cose mai viste e mai fatte (aereo, metropolitana, traghetti, battelli, tram, treni, taxi, negozi, gente diversa, etc). Per noi grandi un sacco di immagini e di scene da elaborare e rivivere nel pensiero, e magari, come spesso accade, capire e assimilare dopo il rientro, quando si ha più tempo per riflettere: poi magari sentendo un profumo, o ascoltando il rumore del vento, si hanno dei flash sui giorni vissuti via e su delle immagini che il nostro cervello ha immagazzinato per riportarle alla memoria nei momenti più inaspettati…

Stoccolma una città che merita, pulita, organizzata, accogliente, giovane, rilassata, stravagante, nobile… Gli svedesi bella gente: molto belli di aspetto (sia gli uomini che le donne), ma anche molto gentili, sempre pronti ad aiutare, con un gran senso civico (altro che il nostro caro gelataio di Firenze…Vedi racconti precedenti), molto tranquilli e rilassati. Ecco una cosa che mi è rimasta impressa: sembra che vivano in maniera molto più semplice e rilassata rispetto a noi; si vedono facce meno tese, visi più sorridenti, ritmi più tranquilli, pur essendo Stoccolma una città molto dinamica e giovane.

Insomma un viaggio è sempre una cosa positiva e importante, e quello che resta vale sempre molto di più della spesa sostenuta per poterlo fare: è come leggere un libro, solo che invece delle parole, si assaporano le immagini. Un ringraziamento doveroso e particolare infine va alla mia dolce metà Eliana per essere stata al mio fianco durante la programmazione e la riuscita del viaggio, nonostante i previsti momenti di tensione e di difficoltà. E un grande bacio anche ai nostri tre magnifici bimbi, che nonostante qualche capriccio, si sono comportati bene e hanno sopportato le fatiche molto oltre le più rosee aspettative: in particolare la nostra Martina, poco avezza a lunghe scarpinate, è stata quella che si è lamentata meno proprio perché coinvolta ed interessata, oltre che ormai signorina; ma non da meno sono stati il “Toni” Matteo, sempre esilarante nelle sue uscite (pensiero della settimana: “Treni bruciati”…Anzichè freni bruciati, ma è troppo lunga da raccontare…), e il piccolo Marco, che con i suoi occhi azzurri e i capelli biondi si confondeva con i locali e faceva di noi una tranquilla famiglia svedese in vacanza.

E vi assicuro che il prossimo viaggio sarà ancora meglio!!!! …(Ma per ora, non ditelo a mia moglie…) PS Per eventuali info su Stoccolma e dintorni mi trovate tranquillamente presso lucastopiglia@yahoo.It; la mia agenzia fai da te è sempre aperta…



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche