Sudafrica & Swaziland

Un tuffo nel paese più a sud del continente africano, alla ricerca di quei colori che lo definiscono il paese arcobaleno. Oltre 5200 km percorsi, villaggi zulu e swazi, tantissimi animali e una piccola bambina a farci compagnia
Scritto da: daniluca
sudafrica & swaziland
Partenza il: 03/08/2016
Ritorno il: 26/08/2016
Viaggiatori: 3
Spesa: 3000 €
Abbiamo scelto come meta il Sudafrica perché l’anno precedente ci eravamo accorti che ci piacciono tantissimo gli animali, e non avendo mai avuto esperienze di safari eravamo alla ricerca di un paese che ci permettesse di vedere gli animali a cifre non folli, in completa autonomia. Anche perché viaggiando con 2enne al seguito non avremmo potuto prendere parte a safari in jeep scoperte dove il minimo di età è 6 anni.

I più critici sostengono che il Sudafrica non sia Africa in quanto troppo “europeo”. Noi purtroppo non possiamo fare confronti in quanto l’unico altro paese africano visto finora è l’Egitto. Quello che possiamo invece dire è che è un paese molto bello e ricco di luoghi da visitare che sapranno per certo regalarvi bellissime emozioni, “nonostante” le tracce europee.

Nel 1600 infatti iniziò la colonizzazione europea, olandesi prima ed inglesi successivamente che ebbero la meglio, e ad inizio ‘900 unificarono tutto il paese. Dopo la fine della seconda guerra mondiale il Partito Nazionale, guidato da boeri, vinse le elezioni e riuscì a diffondere e sviluppare l’apartheid, un vero e proprio crimine contro l’umanità legalizzato. Nel 1994 il paese ottenne finalmente le prime elezioni democratiche con suffragio esteso a tutte le etnie, anche se purtroppo i beni pubblici quali acqua, istruzione, sanità, non sono ancora riconosciuti a tutti e nelle periferie urbane i poveri non sono ancora cittadini a tutti gli effetti. Nel 2012 è stato istituita un’assicurazione sanitaria nazionale al fine di garantire a tutti i cittadini sudafricana un’assistenza sanitaria essenziale, che però ancora non è disponibile per tutti. Nonostante i gravi problemi sociali legati all’apartheid, dal pdv economico il Sudafrica è il paese più importante del continente africano con un Pil in crescita del 2% annuo grazie soprattutto alle risorse minerarie (oro, diamanti, platino ecc). Purtroppo il 40% della popolazione vive ancora sotto la soglia di povertà; e la criminalità violenta e dilagante (più che altro in periferia) e il costante aumento della diffusione dell’AIDS (vera e propria piaga sociale) pongono il paese di fronte a sfide tutt’altro che vinte.

Dal punto di vista turistico il Sudafrica è indubbiamente un paese molto ben organizzato e facile da girare in piena autonomia, senza particolari rischi.

La questione sicurezza infatti era la nostra remora maggiore prima del viaggio. Partendo dal presupposto che non abbiamo esperienza in paesi in via di sviluppo (a parte il Messico) e che siamo un po’ fifoni, devo dire che ci siamo sempre sentiti al sicuro. Non siamo mai stati fermati dalla polizia. Gli unici due episodi particolari che ci sono capitati sono stati all’aeroporto di Johannesburg. Il primo quando siamo andati a prendere la sim locale. Mia figlia accennava ad uscire dal negozio per sgranchirsi le gambe ed una signora mi ha appoggiato la mano sul braccio dicendomi di tenermela bella stretta alle gambe perché non erano rari rapimenti di bambine piccole. Così l’ho presa in braccio e me la sono tenuta ben stretta. Però vuoi la stanchezza, vuoi che non ho visto facce strane non ho temuto per la nostra incolumità. Il secondo episodio è stato quando usciti dal negozio ho chiesto ad un addetto come arrivare ai rental perché non capivo un’indicazione. Lui ci ha portati verso l’ascensore e poi ci ha chiesto soldi per il servizio svolto. Stanchissimi abbiamo semplicemente risposto che non avevamo nulla un paio di volte e poi abbiamo chiuso l’ascensore. Gli unici mendicanti li abbiamo trovati al waterfront, ma sempre di sera, ed appena appariva la polizia scappavano. Le poche volte che ci sono stati chiesti soldi abbiamo regalato cibo. Facendo un otr infatti avevamo sempre scorte con noi. Inoltre per evitare qualsiasi tipo di problema abbiamo guidato sempre di giorno, non ci siamo mai messi in mostra – giravamo in tuta e scarpe da tennis – e non avevamo gioielli o altro. L’unica cosa che indossavamo era la macchina fotografica, e non ci siamo mai sentiti in pericolo per averla al collo.

Venendo ai costi della vacanza, in totale per 3 settimane abbiamo speso 2.900€ a testa, escluso il volo di nostra figlia che ha pagato interamente, mentre non ha pagato tutto il resto. In generale siamo riusciti a risparmiare molto sul cibo comprandoci colazione e pranzo al supermercato, e costando relativamente poco cenare al ristorante (circa 10€ a testa per secondo + birra\vino).

Abbiamo volato con Emirates a 760€ a\r prenotato a gennaio per agosto da Bologna con scalo a Dubai, prenotando negli orari a noi più congeniali. Nello stesso periodo avevamo trovato voli anche a 500€ ma con orari un po’ più scomodi. Il volo interno da Durban a Cape Town lo abbiamo preso con South African Airlines operato da Mango a 60€ a testa. C’erano anche voli a 30€ ma quello a 60€ era quello con l’orario più comodo per noi. Tornassi indietro volerei con Kulula a 30€ anticipando l’orario di arrivo su cape town, per non perdere troppo tempo nel trasferimento.

Avremmo potuto senz’altro spendere meno se avessimo optato per un’auto più piccola (in totale i 2 noleggi ci sono costati 1000€), con cambio manuale e meno coperture assicurative (noi abbiamo fatto la kasko). Dovendo passare tante ore in auto, abbiamo percorso oltre 5.200 km, e non volendo valige e passeggino a vista, potendo fare solo self drive e presupponendo di fare qualche sterrato abbiamo optato per un mid suv con cambio automatico, e copertura totale su praticamente ogni evento.

Abbiamo prenotato tramite il broker Autoeurope che ci ha offerto il rapporto qualità prezzo migliore ed un’ottima assistenza, con la copertura ad indennizzo diretto della franchigia.

Per gli alloggi abbiamo speso mediamente dentro al parco tra le 70 e le 80€ per una doppia, mentre nel resto del paese mediamente 60€ (passando dai 45€ di alcune sistemazione ad altre ad 80€). A parte Cape Town, per una cena al ristorante infatti spendevamo sui 25€ per due secondi, un contorno, e il bere.

Assicurazione: anche quest’anno abbiamo optato per AIG-travelguard, acquistata con 20% di sconto tramite il sito di segugio, copertura platinum (senza franchigie) per 193€, 2 adulti + bambina.

Quando siamo arrivati all’aeroporto di Joburg abbiamo acquistato sim locale Vodacom (40€ facendo uno dei pacchetti più grossi per traffico voce e dati -3 giga). Per noi è stata fondamentale in quanto viaggiando in completa autonomia troviamo prudente poter aver modo di fare chiamate in loco, spesso infatti ci capita di dover chiamare strutture, banco escursioni, piuttosto che rental o altro. Non solo grazie al traffico dati se il navigatore si impalla, lo utilizziamo per maps, piuttosto che per booking (solitamente prenotiamo solo le prime notti). Quest’anno, più di altri è stato molto utile averla in quanto il wi fi non era ovunque presente.

Gli alloggi al Kruger li abbiamo prenotati a fine gennaio per agosto e devo dire che abbiamo faticato a trovare posto. Le possibilità sono due: o si alloggia fuori dal parco e si può prenotare anche all’ultimo tramite booking agoda o recapiti diretti con le strutture; oppure si prenota all’interno del parco tramite il sito sanparks. Sicuramente alloggiare dentro è un’esperienza che vi consigliamo sia per i rest camp, che seppur vecchiotti sono anche tanto rustici e caratteristici, che per la comodità di essere già dentro al parco al mattino e alla sera. L’atmosfera che si respira è davvero rilassante e unica. Certo prenotare a gennaio/febbraio x agosto non è stato semplice, nel senso che noi eravamo abituati a prendere il volo a gennaio poi a studiare con calma le varie sistemazioni, invece quest’anno per il Kruger abbiamo dovuto fare tutto nel giro di pochissimi giorni. Fondamentali sono stati i consigli ed il supporto di chi c’era già stato. Nella parte centrale e meridionale è concentrato il maggior numero di animali, motivo per cui spesso è più affollato. Oggettivamente rispetto a nord c’è più gente ed i rest camp principali sono più grandi però nulla di esagerato. Noi non abbiamo visto tantissima gente, nel senso che dai racconti letti sembrava quasi che il parco a volte potesse congestionarsi, a noi non è sembrato. Anzi le volte che abbiamo visto le auto radunarsi ne siamo stati ben contenti perché così abbiamo potuto vedere ulteriori animali che magari ad occhio nudo non avremmo visto.

Lavanderie: non sono particolarmente diffuse quelle a gettoni, e molte strutture non le hanno, per cui il ns consiglio è di farla nei rest camp che hanno tale servizio.

Cosa ci è piaciuto maggiormente: sicuramente la parte nord per due ragioni. La prima è che ci è sembrata più autentica, la seconda per gli animali, straordinari. E’ davvero sempre meraviglioso poter essere ospiti della natura ed ascoltarla. Il Kruger ci è proprio rimasto nel cuore. Ex post sono stata contentissima di aver messo 6 giorni interi nel parco. E’ stato davvero importante per poter vedere tutti i big five, data la particolare siccità dell’annata. Noi non ci siamo mai annoiati ed anzi se tornassi indietro ne metterei una settima nell’estremo nord per i bei paesaggi.

Cosa non ci è piaciuto: cape town, ed in particolare la zona del waterfront. Abbiamo trovato prezzi altissimi rispetto alla vita reale, molto gonfiati. Ma del tipo che se un commesso al supermercato prende 1600 rand di stipendio (100€) a cape town, in un ristorante di medio/alto livello, si fanno presto a spenderne 50€ per un secondo con vino e dolce. Anche i souvenir costavano davvero un’esagerazione. E’ palese che sia tutto un po’ gonfiato per spennare il turista. Per non parlare del quartiere in generale, che non ci ha trasmesso nulla a livello visivo o emozionale. Fuori ci sono altri quartieri ma nessuno particolarmente interessante se non quello musulmano e coloratissimo di bo kaap e table mountain. E poi si passa alle immense baraccopoli, chiamate più finemente township, dove migliaia di persone vivono in baracca di lamiera o legno tra il fango e la sporcizia. Ti rendi conto di quanto tu possa essere stato fortunato a non nascerci, e poi ti senti come un pugno nello stomaco perché ti senti inerme e cerchi di immaginare come possa essere viverci, la rabbia e la tristezza che si provano.

Persone: ecco a differenza di altri paesi, il Sudafrica non è di quei paesi in cui ti vivi le persone a cuore aperto. NB non è una critica, anzi! Ogni paese ha pregi e difetti ed ognuno ha dei tesori da scoprire e tanto da raccontare. Il Sudafrica è meraviglio e piacevole per vedere gli animali. Al contempo è un paese in cui le tensioni sociali e razziali sono ancora ben evidenti (anche questo fa parte del viaggio), e sono un’opportunità per il viaggiatore di riflessione ulteriore. Nonostante l’apartheid sia finito nei primi anni novanta, da “bianchi” a volte ci siamo sentiti guardare con un sentimento che poteva assomigliare alla rabbia, rabbia che io stessa proverei verso qualcuno che mi ricorda chi mi ha oppresso e detiene ancora le redini del paese con le ricchezze concentrate nelle mani di pochi e bianchi soprattutto. I lavori più umili sono fatti da neri, le classi più povere sono nere, ed abbiamo percepito una certa xenofobia degli uni nei confronti degli altri. Alcuni ci sono sembrati invece solo scontrosi, altri molto solari e gentili.

Fotografie: sempre chiedere il permesso alle persone perché alcuni sudafricani non amano essere fotografati, soprattutto a sud. Mentre i bambini in generale adorano farsi scattare fotografie.

Swaziland: non ci aspettavamo nulla, ed invece è stata una piacevole scoperta. Persone molto solari e un paio di villaggi culturali davvero molto interessanti. Per chi passa dal Kruger al KZN o viceversa, sicuramente è una tappa molto interessante ed autentica. Anche qui ci siamo sempre sentiti molto al sicuro.

Bambini: accettati ben volentieri ovunque, in diversi ristoranti siamo ostati omaggiati di libricino e colori per disegnare. Basti pensare che da Spier, una famosa vineria a Stellenbosch, organizzano anche degustazioni per i più piccoli. Anche nelle strutture dove i bimbi sotto una certa età non sono ammessi basta chiamare e li accolgono molto volentieri. Un paese veramente baby friendly.

Questo il nostro itinerario

Johannesburg – Graskop – Phalaborwa – 6 notti dentro al Kruger 1 Mopani, 2 Olifants, 1 Satara, 2 Skukuza – Swaziland – Kwalu Zulu Natal con base St. Lucia – volo Durban Cape Town – De Hoop – Hermanus – Penisola del Capo – West Coast National Park – Zona dei vini – Cape Town.

Di seguito il racconto nel dettaglio

3 agosto\4 agosto JOHANNESBURG

Partiamo da Bologna, e becchiamo i disagi derivanti da un velivolo Emirates che ha preso fuoco in fase di atterraggio. Morale della favola: anziché atterrare alle 10 am a JNB arriviamo alle 18.30. Ed eccolo, il primo imprevisto di viaggio. Per fortuna riesco ad avvertire il rental grazie al broker autoeurope quando ancora sono in Italia e riesco ad annullare gratuitamente la prenotazione a Graskop. La proprietaria è stata davvero gentile!! Da prenotazione di booking si sarebbe potuta trattenere l’intero importo ed invece è stata comprensiva e ci è venuta incontro. Atterrati andiamo al rental che ci impiega la bellezza di 2 h e mezza quasi x darci l’auto. Ok, siamo in SA, just breath and relax come dicono loro. Inizialmente ci avevano detto che l’auto non era pronta causa nostro ritardo, arriva l’auto e ci consegnano un’auto troppo piccola. Chiediamo quella richiesta tramite broker, ma quando arriva ci accorgiamo che non era ancora stata lavata. Dopo 2 h la soluzione, ne trovano una e la portano a lavare. Bene sono ormai le 21…e noi dobbiamo cercare alloggio. Mentre attendo cerco una sistemazione su booking. Ho bisogno di una sistemazione vicina all’aeroporto e con reception h 24 data l’ora. Dopo il lunghissimo viaggio (eravamo in piedi dalle 9 del giorno precedente) e data la città notoriamente non proprio sicurissima scelgo un bel 4 stelle vicino all’aeroporto. Nel raggio di 3 km c’erano anche guesthouse a 50€ ma essendo guesthouse non me la sentivo di chiedere un late check in. Optiamo dunque per il Premier Hotel OR Tambo – 1200 zar (81€), senza colazione ed ovviamente senza cena. Hotel molto carino con stanza dotata di ogni comfort. Camera e bagno davvero molto grandi e ben puliti. Silenzioso e con un fornito kit di cortesia. Unica pecca il materasso, davvero scomodo per un 4 stelle. Alle 22.30 finalmente stremati siamo a letto. E i primi 2 gg di viaggio sono andati. Oggi come da programma avremmo dovuto dormire a graskop, a 4 h di auto, il che significa che abbiamo perso una mezza giornata, e quindi dovremo fare un po’ le corse per dormire la sera successiva a phalaborwa.

5 agosto: tappa finale PHALABORWA

Purtroppo abbiamo 4 h di ritardo sul programma iniziale…e passiamo l’intera giornata in auto. Nonostante la stanchezza alle 7.45 siamo in auto. Vediamo il Blyde River Canyon da fuori perché il navigatore non trova l’ingresso e noi siamo di fretta ed abbiamo bisogno di arrivare prima che faccia buio. In pratica lo vediamo solo da fuori. Un po’ mi spiace perché anche se non era trascendentale ci tenevo. Sono arrabbiata, il ritardo mi ha fatto perdere 2 gg e mezzo di vacanza. Per fortuna quest’anno avevo scelto di fare 23 gg anziché le classiche 3 settimane, per fortuna!! Guardando il lato positivo abbiamo un primo assaggio della ns Sudafrica semplicemente guardando fuori dal finestrino, vedendo le persone camminare lungo la strada e già ci piace tantissimo. Ci fermiamo per pranzo a Graskop, fermandoci nell’unico supermercato presente. La povertà è evidente, ma non è estrema. Le persone sembrano molto solari, ridono, scherzano. Lungo la strada ci sono diverse bancarelle di cibo da strada e frutta, fatte ad hoc per i locali e non per i turisti. E’ un tratto davvero molto autentico che ci colpisce positivamente. Arriviamo a Phalaborwa al calar del sole, ed andiamo alla nostra sistemazione non prima di aver fatto rifornimento. Il Beverly Hills Guest Lodge (zar 630, circa 40€) è un albergo ottimo per chi è attento al contenimento dei costi, ed apprezza più la funzionalità che le comodità. Punti forti sicuramente sono la gentilezza dello staff (a circa mezzoretta dal nostro arrivo ci hanno anche portato la colazione per il mattino successivo in quanto sapevano saremmo partiti molto presto) e la posizione vicinissima all’ingresso del kruger. La stanza era pulita ed aveva un bagno molto ampio. Presente anche una scrivania per appoggiare comodamente le nostre cose, e wi fi gratuito in camera. Adiacente a stazione di polizia, con tanto di poliziotti che utilizzavano il salone dell’hotel per riposarsi. Perfetta per chi non ha particolari pretese, in quanto per contro il riscaldamento era rotto (ma noi eravamo attrezzati con intimo pesante e pigiama), un pezzo dello stipite della porta del bagno era caduto x l’umidità , e gli interni erano un po’ logori e non proprio profumatissimi. I gestori inoltre non sono presenti h 24, alle 19 se ne vanno e tornano al mattino. Per la cena optiamo per l’ottimo Buffalo Pub and Grill suggerito anche da tripadvisor. La carne era molto ben speziata, il piatto abbondante e la qualità medio alta. Se poi ci aggiungiamo che è pure economico, direi il rapporto qualità prezzo è davvero molto alto. Consigliassimo anche per l’atmosfera e l’ottima birra alla spina. Il servizio è veloce ed il personale molto gentile. X 2 hamburger, 1 piatto di patatine fritte e 2 birre da 500 ml abbiamo speso 17€ totali.

06 agosto: KRUGER – Mopani

Inizia la nostra avventura nel meraviglioso Kruger – la parte della vacanza che in assoluto ci è piaciuta di più. Puntiamo la sveglia alle 5.20 ed alle 6.34 varchiamo l’ingresso. In teoria l’avremmo potuto varcare anche prima ma la fila per compilare il modulo di ingresso è abbastanza lunga e perdiamo circa 20 minuti. Qui compriamo per 4 € un libro mappa fatto benissimo in cui c’è una mappa eccezionale del parco, e le illustrazioni degli animali che vedremo con una piccola spiegazione. A noi è stato utilissimo sia dal pdv stradale che degli animali dato che prima del Kruger non sapevamo distinguere un impala da un kudu. Il percorso che facciamo oggi è quello che va da phalaborwa gate su fino a shingwedzi s poi giù fino a mopani passando sia per la strada asfaltata principale che per quelle secondarie. E qui abbiamo un primo assaggio delle meraviglie di questo parco. Elefanti, zebre, giraffe, kudu, gnu, bufali, impala, ippopotami coccodrilli. Il paesaggio è brullo e secco, proprio come piace a noi. Premesso che sapessimo che per vedere gli animali ci vuole tempo e fortuna e considerato che credevamo di vederne pochi a causa della gravissima ed estrema siccità dell’annata 2016 siamo quasi rimasti stupiti dalla quantità di animali visti. Certo si fanno tratti di strada in cui non se ne incontrano, ma con un po’ di tempo abbiamo avuto la possibilità di vederne davvero parecchi, ed alla fine della nostra permanenza al Kruger anche tutti e 5 i big five! Per cena siamo stati sempre nei ristoranti dei rest camp, quello del mopani in particolare è piccolo ed accogliente. Volendo, attrezzandosi, c’è anche la possibilità di cucinare da soli nelle cucine private o in comune.

07/8 agosto: KRUGER – Olifants

Qui trascorriamo 2 gg e 2 notti. Purtroppo il fiume olifants non ha la ricchezza di fauna degli altri anni, ma noi riusciamo a fare avvistamenti con pazienza e fortuna. Nella lista degli animali aggiungiamo leonesse e rinoceronte.

09 agosto: KRUGER –Satara

Oggi finalmente, al nostro quarto giorno spuntiamo la lista dei big five con un meraviglioso leopardo. Che emozione!! Inoltre facciamo anche l’avvistamento del klipsringer (detto anche saltarupi o oreotrago o piccole antilope africana), di cui sono riuscita a fare solo 2 foto, perché impaurito se ne è subito scappato.

10/11 agosto: KRUGER –Skukuza

Nei giorni trascorsi a sud notiamo tanta più gente (che a noi ha fatto comodo per fare più avvistamenti dei felini più difficili da vedere) e la possibilità di vedere più facilmente felini e rinoceronti. Quella del 10 è stata una giornata molto proficua in quanto abbiamo visto banchettare sia un ghepardo che un leone, mentre l’11 facciamo il bis in giornata di tutti i big 5.

12 agosto: SWAZILAND

Oggi partiamo per lo Swaziland, dove pernotteremo. Causa lavori ci impiegheremo ben 6 h di tempo. Alla dogana facciamo prestissimo ed in 10 minuti passiamo tutti i controlli e paghiamo 50 zar (3,50€) A noi la tappa in Swaziland è piaciuta molto perché abbiamo avuto modo di osservare uno stato dentro il Sudafrica racchiuso tra le montagne. La maggiore povertà è evidente, a partire dalle abitazioni piuttosto che dalle condizioni dei bambini. Al contempo altrettanto chiaro è il carattere degli swazi, molto più solare e gentile dei loro vicini. E’ una monarchia indipendente, con un livello di sicurezza buono. Ex protettorato britannico, ed ex monarchia costituzionale, nel 2006 è diventato una monarchia assoluta e quindi rigida che impone ad esempio la castità alle donne fino ai 24 anni (con motivazioni in parte legate alla lotta all’AIDS), e non consente la formazione di partiti se non tramite associazioni. La popolazione conta poco più di 1 milione di abitanti, flagellati dall’AIDS. Lo Swaziland infatti vanta un triste primato: è il paese più colpito al mondo dall’AIDS, le ultime stime attestavano che più del 40% della popolazione è sieropositiva, e le aspettative di vita sono 31 per gli uomini e 32 per le donne. In effetti noi abbiamo visto davvero pochissimi anziani, i più grandi erano quarantenni. Agricoltura e turismo sono le principali fonti di reddito.

Come in Sudafrica lo Swaziland è molto ben organizzato per il turista, e ci si muove tranquillamente in piena autonomia. Noi non ci siamo mai sentiti in pericolo, anzi a volte quasi coccolati. Tutte le persone con cui ci siamo relazionati sono state particolarmente gentili ed affabili. L’unica accortezza da tenere è che non tutti gradiscono le foto, per cui è sempre meglio chiedere. Le carte di credito sono accettate ovunque. Arrivati verso l’ora di pranzo andiamo da pick & pay dopo una piccola fregatura da Woolworth, dove memori dell’esperienza australiana, pensavamo fosse quella catena a quei prezzi, ecco dopo aver speso 20€ x 3 pacchi di cracker e 3 di biscotti, capiamo essere tipo una boutique del cibo. La sera pernottiamo al Mantenga Lodge -56€. A noi è piaciuto moltissimo perché vicinissimo a centro commerciale in cui fare la spesa e al villaggio culturale, e la proprietaria è di una gentilezza infinita. Le stanze sono molto carine, e ben curate. Dovendo trovare difetti il lavandino che avevamo in bagno era di quelli microscopici che fai fatica a lavarti il viso e la vista fosso dalla finestra non proprio appagante, ma la camera era davvero molto ben equipaggiata, per cui penso lo risceglieremmo nuovamente per il rapporto qualità prezzo. Reception h 24 e possibilità di cenare nell’ottimo ristorante interno sono state senz’altro un plus. Nonostante fosse agosto abbiamo cenato fuori come tanti altri in quanto la temperatura era molto piacevole. Dopo la pausa pranzo nel pomeriggio andiamo al Mantenga Village di cui avevo letto sull’ente del turismo. Costa 200 rand -14 euro e comprende la visita guidata ad un villaggio tipico d’un tempo con le capanne e alle 15 la possibilità di assistere a danze e canti tradizionali. Se si ha intenzione di andare a vedere le danze meglio arrivare per le 14 e fare la visita guidata con calma e poi godersi le danze (c’è lo spettacolo delle 11 o delle 15), oppure se come noi arrivate 10 minuti prima la potete fare anche dopo. Noi abbiamo beccato anche la giornata in cui c’erano diverse comitive scolastiche, il che ha aggiunto un fascino ulteriore alla nostra visita che ci è piaciuta tantissimo.

13 agosto HLUHLUWE

Questa mattina vogliamo fare la Umphakatsi Experience, ossia la visita guidata in un villaggio swazi in cui si ha la possibilità di conoscere il capo del villaggio. Sicuramente non è propriamente autentica nel senso che è creata per i turisti, però se la si prende come un museo animato, è un’esperienza per la quale vale senz’altro la pena. Prima di andare sarebbe meglio chiamare perché c’è un numero minimo di partecipanti (spesso le reception possono fare la chiamata per voi. In agosto aprono alle 8.30). Qui come in ogni visita al qualsiasi villaggi chiederanno soldi. Non è obbligatorio, ma gradito. Noi abbiamo sempre regalato cibo. Dato che alle 8.30 non c’è il numero minimo di partecipanti prima andiamo al mercato dell’artigianato, ma non ci fa impazzire per prezzi e qualità, poi torniamo e finalmente riusciamo a fare questa divertente esperienza che dura circa 1 oretta, e poi ci dirigiamo allo swazi candles, nulla di trascendentale, ma ne approfittiamo per fare un giretto e pranzare prima di partire. Alle 13 dopo esserci rifocillati siamo pronti per ripartire ed uscire dal paese. Destinazione Hluhluwe. Uscendo verso sud notiamo un livello di povertà ancora maggiore, non ci sono molte abitazioni e i volti delle persone sono diversi, sofferenti e tristi. Inevitabile non provare un senso di disagio. A sud la trafila per uscire è più lunga e divisa in due tappe. Ci impieghiamo circa 30 minuti tra file – quasi assenti- e parcheggi, smonta rimonta, ecc.

Arriviamo alle 17 nella piccola cittadina di Hluhluwe. Oggettivamente è proprio bruttina, ma in fondo noi ci dobbiamo dormire una sola notte. Al mattino avevo prenotato la sistemazione – Ama Zulu Guesthouse. Per la serie come è bello prenotare in last minute, ho la fortuna di beccare una piccola suite (ultima camera rimasta – nyala room) per 54€. E’ una sistemazione davvero molto bella e ben curata., rifinita nei minimi dettagli, pulitissima, calda e profumata, silenziosa, con wi fi gratuito e possibilità per gli ospiti di farsi il braai.

Insomma davvero meravigliosa. Per entrare nella struttura non c’è un campanello, per cui grazie alla sim abbiamo chiamato e ci siamo fatti aprire, senza sim non so come avremmo fatto.

Nonostante su tripadvisor avessi visto che per cena vi fossero diversi posti alla fine di aperto c’era solo il KFC. Noi siamo andati nel ristorante del Protea Hotel su consiglio del titolare della nostra struttura e ci siamo trovati bene. Non è stata una cena economica come le altre, ma sicuramente saziante in quanto si paga un prezzo fisso per il menù a buffet (bevande escluse), e si ha la possibilità di mangiare ogni tipo di portata in abbondanza. Vincente comunque la scelta di non pernottare a St. Lucia venendo dallo Swaziland perché così il giorno dopo non siamo dovuti tornare indietro. Se si viene dallo Swaziland ed il giorno seguente si vuole vedere il parco Hluhluwe-Imfolozi è senz’altro una tappa tattica.

14 agosto: ST. LUCIA

Oggi visitiamo il parco di Hluhluwe. Che dire, fatto dopo il Kruger non è il massimo nel senso che non ci ha particolarmente colpito per paesaggi ed animali. Abbiamo visto qualche elefante, qualche giraffa e molti rinoceronti bianchi. Il parco è visitabile tranquillamente in giornata. Usciti ci dirigiamo verso St. Lucia, dove troviamo una pensioncina molto carina per 58€ a notte al Forest Lodge – in realtà ci hanno messo alla Rhino che è di fronte. A noi è piaciuta molto la sistemazione in quanto la stanza era molto ampia e ben equipaggiata, pulita, calda e con un bagno molto grande. Di fronte un piccolo giardinetto con piscina. Il personale gentile e premuroso e la centralità della sistemazione ce la fanno ricordare con grande piacere. Terminato il check in durato 1 ora, andiamo in paese a fare spesa, con molta calma ed in relax. St. Lucia è un piccolo paesino molto turistico e con tanti servizi a disposizione. La sera per la prima volta abbiamo diverse opzioni per cenare!! Guardandoci un po’ in giro optiamo per il Reef and Dune, molto carino con ottima birra alla spina. Qui oltre che hamburger si può mangiare anche la pizza alla sudafricana, esperienza per nulla trascendentale ma dopo tanti giorni di hamburger il nostro fegato invocava pietà! Rapporto qualità prezzo buono, per 2 pizze normali e 1 baby e 2 birre alla spina abbiamo speso 20€. Torniamo in stanza e troviamo una bella sorpresa, il servizio lavanderia (100 rand-7€) ci ha rovinato un po’ di capi…ci ridanno i soldi indietro per fortuna. Riscopriamo una certa vena zen, in fondo io e mio marito decidiamo che useremo la biancheria rovinata per i prossimi viaggi, in fondo può sempre capitare. Per certo ci siamo pentiti di non aver fatto un po’ di bucato al Kruger in quanto potendocela fare da soli non sarebbe mai successo. Purtroppo qui in SA le lavanderie a gettoni non sono molto diffuse.

15 agosto: ST. LUCIA

Al mattino andiamo a vedere l’Isimangaliso, che in lingua zulu significa meraviglia. Sarà perché è nuvoloso, sarà perché dopo il Kruger ogni parco sembra molto “scarno” , quando siamo stati noi in agosto molti view point non rendevano per cui alle 12 eravamo fuori. D’altro canto abbiamo avuto la possibilità e fortuna di poter vedere un esemplare molto raro: il rinoceronte nero! Ce ne sono diversi all’interno del parco. Una piacevolissima e inaspettata sorpresa. Terminata la visita al parco ci siamo diretti in centro presso un’agenzia per capire quale escursione poter effettuare nel pomeriggio. Volevamo provare a fare quella in cui con la barca portano a vedere coccodrilli ed ippopotami ma la signora, molto onesta ci ha spiegato che avremmo potuto vedere solo qualche ippopotamo e che sicuramente al Kruger ne avevamo visti altri e in maggior numero. L’escursione in barca per le balene non era consentita in questo tratto di costa ai minori di 6 anni e pertanto abbiamo preso con poco entusiasmo l’escursione al villaggio zulu (250 rand -16€). In realtà si è rivelata un’esperienza meravigliosa che, ex post, ci sentiamo di consigliare caldamente! Oltre al fatto al tempo clemente nonostante le previsioni abbiamo avuto la fortuna di avere una guida zulu tutta per noi per ben 3 h! Ci sono venuti a prendere di fronte all’hotel e ci hanno portato in un villaggio zulu limitrofo a st. Lucia. E’ uno di quei tipici paese in cui raramente ci si avventura da soli perché non ci sono cartelli, le strade non hanno numeri o nomi e ci si perde molto facilmente. Ci hanno portato a vedere la scuola, abbiamo potuto parlare con un paio di insegnanti ed alcuni ragazzi, tanti bambini ci sono corsi incontro ridendo e chiedendo di essere fotografati, siamo entrati in alcune abitazioni tipiche, anche all’interno, abbiamo visto il “centro”, siamo stati dalla “stregona” del villaggio e per finire abbiamo assistito ad una danza tipica. Un’esperienza davvero unica e molto interessante, da non perdere assolutamente. Se decidete di farla portatevi dietro del cibo. I soldi non sono obbligatori dato che si è pagata l’escursione, ma colori e cibo sono senz’altro più che ben accetti. Rispetto ai paesi visti per strada con la nostra auto ci è sembrato quasi di entrare in un altro mondo. A volte quando si viaggia il turista ha la fortuna di viversi le persone del luogo, in Sudafrica non è così facile, per cui poter essere entrati in un pezzetto reale e così autentica con una guida autoctona per noi ha avuto un valore davvero molto alto. Detto questo 2 giorni pieni a st. Lucia sono davvero più che sufficienti se si considera un terzo per vedere Imfolozi.

16 agosto CAPE TOWN

Oggi piove a dirotto e noi non abbiamo altro da vedere, inoltre la struttura in cui pernottiamo abbiamo chiesto ma non ha posto per questa sera. Studio la guida avanti e indietro ma nulla. Decidiamo dunque alle 8.30 di partire in direzione Durban. Partiamo con incoscienza e speranza che la compagnia ci cambi il volo anticipandocelo di un giorno. Chiamo ma mi dicono che devo contattare opodo, dove l’ho acquistato. Chiamare dal SA non è comodo ma attivo mia sorella dall’Italia ed invio una serie di mail. Dopo una trattativa di quasi 2 h (e mezzoretta all’arrivo in aeroporto) ce la facciamo con tanta gioia!! Possiamo partire oggi e 3 h prima, arrivando così alle 18.30 anziché alle 21 come da programma per domani. Non solo, dulcis in fundo, siamo riusciti a cambiarlo pure gratis grazie al fatto che originariamente south african ci aveva cambiato l’operativo del volo! Arriviamo in aeroporto e con calma riconsegniamo l’auto, mangiamo, ci riposiamo, riesco a fare anche un paio di acquisti molto interessanti in un negozio di souvenir molto carino, il primo che trovo da quando siamo qua, e poi andiamo ad imbarcarci.

Avverto anche il rental che anziché la sera successiva avremmo preso l’auto al mattino e mi conferma che il prezzo è lo stesso. Solo mi prega di non arrivare prima delle 8.30. Arriviamo dunque a Cape town, rilassati e felici di aver guadagnato un giorno e diverse ore di. Per l’indomani avevo già prenotato un hotel di fronte all’aeroporto con navetta gratuita, che mi conferma la disponibilità ad anticipare il pernottamento a questa sera. Dopo una decina di minuti ad attendere la navetta chiamo l’hotel e dopo pochi è lì ad aspettarci al P1, come ben segnalato. L’hotel verde è davvero bellissimo. La ns camera studio senza colazione ci è costata 80€ ed è nel ns soggiorno sudafricano sicuramente la sistemazione più lussuosa. Gli interni sono molto moderni, curati, il bagno è enorme, il set di cortesia è davvero ricco la vista aeroporto meravigliosa di notte. Per la ns piccola allestiscono anche un mega divano letto, e il mini bar con cioccolato e bibite omaggio sono una piacevole sorpresa. Un altro plus dell’albergo è che all’interno è presente anche un ristorante (buono!) a prezzi molto onesti. Mediamente per cenare in 3 spendevamo una ventina di euro. Il rapporto qualità prezzo è davvero molto alto. Ceniamo dunque e poi a letto, il sud ci aspetta!

17 agosto: SWELLENDAM

Sfruttando nuovamente la navetta dopo aver fatto colazione con calma di dirigiamo al rental e qui un piccolo inconveniente. Il ns Rav 4 non c’è ed hanno a disposizione solo la Mitsubishi ASX. In effetti avrebbero ragione loro, il broker assicura un modello similare a quello prenotato. Il problema è che le ns 2 valige e il passeggino non ci stanno per cui iniziamo una lunga trattativa, alla fine dopo 1 h riusciamo a spuntarla per un Toyota Hilux gratis (previa mancia di 100 rand -7€). Certo lo spazio non manca e le valige ci stanno sicuramente tutte ma è davvero immenso e lo spazio dentro dietro per la piccola più stretto. Senza contare poi che negli sterrati nel vano bagagli entra davvero tantissima polvere. Noi l’abbiamo dovuta lavare ben 2 volte. Comunque alle 9 finalmente riusciamo a partire in direzione De Hoop, nella quale arriviamo verso le 13.30. Sinceramente contavamo di arrivare prima, google maps dava 3 ore, ma tra pausa spesa al supermercato che ci ha preso un’oretta, vuoi la pausa per lavare tutto il vano in quanto il vano bagagli era difettoso e nei diversi km di sterrato ci era diventato rosa, alla fine ce la siamo goduta per un paio d’ore. Sicuramente meriterebbe più tempo se si ha modo. Nelle 2 ore trascorse al parco però abbiamo avuto la fortuna di ammirare 4 bellissime balene franche australi, un po’ da lontano ma ben visibili, e per la prima volta nella parte della ns vacanza il bontebok.

Felici ripartiamo per Swellendam dopo aver prenotato l’alloggio. Ecco noi per questa tipologia di paesini impazziamo perché davvero molto autentici, e poi regna una quiete quasi surreale grazie alla quale è impossibile non rilassarsi e staccare dal mondo. Arriviamo che ormai il sole è calato al Flametree Guesthouse (40€). La sistemazione per noi è stata fantastica. Abbiamo una stanza dentro la casa di Danielle (di una cortesia gentilezza e disponibilità veramente infinite), molto confortevole ed accessoriata, nuova, pulita ben curata. Quando arriviamo ci fa trovare anche un lettino per la piccola con tanto di lenzuola e coperte (non essendoci un riscaldamento ma una piccola stufetta). E’ impossibile non sentirsi a casa. Compreso nel prezzo anche una buona colazione. Diversamente dagli alberghi in queste strutture si ha la possibilità di conversare con i titolari, del luogo, e magari qualche altro avventore. Sono quelle esperienze che durante il viaggio arricchiscono sempre mente e cuore. Unica nota negativa, la sera troviamo l’acqua della doccia gelida e così ci laviamo di fretta e furia. Ma a parte questo lo prenoteremmo mille altre volte. Noi non abbiamo detto nulla con la titolare perché siamo rincasati tardi e la famiglia era già a letto, magari si poteva risolvere con nulla. Abbiamo notato cmq che al mattino era invece molto calda l’acqua. Per cena seguendo il consiglio della titolare andiamo al De Vagebond. Come il paese e la sistemazione, anche il ristorante è molto autentico e caratteristico, una sorta di pub ristorante in cui poter gustare un po’ di cucina casalinga e vini locali (noi abbiamo sentito il best friend, ed a oggi è il miglior vino sentito in Sudafrica). Quindi non possiamo fare altro che consigliarlo a nostra volta.

18 agosto: HERMANUS

Questa mattina iniziamo il nostro giro andando a vedere il piccolo villaggio di Arniston, dove è possibile vedere un piccolo centro storico con casette in pietra e paglia che ricorda un po’ l’Irlanda, un po’ la Scozia. Successivamente ci dirigiamo in direzione Cape Agulhas. E’ l’estremità più meridionale del continente africano, dove oceano indiano ed atlantico si incontrano. Dopo le classiche foto di rito ci fermiamo a pranzare poco lontano su una panchina vista oceano. Ripartiamo dunque in direzione Hermanus spingendoci fino alla poco interessante Gansbaai, e poi de Kelders, ma oggi non si vede una balena purtroppo. Andiamo dunque ad Hermanus dove prenotiamo al 6 Stemmet Lodge per 45€. Ecco questa sistemazione vince la palma sistemazione più vintage della vacanza (le foto messe su booking dal proprietario erano molto datate). Quando arriviamo ci accoglie il titolare che a noi sembra un po’ ubriaco. Ci dice che sta facendo dei lavori in casa e che per farci un favore ci ubicherà nella enorme dependance. Effettivamente il monolocale è molto grande, ed al contempo molto vintage diciamo così, fermo agli anni 60/70 quando all’epoca magari era sicuramente di lusso, ma non conosceva da tempo ammodernamenti. E’ stato sicuramente comodo, ma essendo un po’ cupo e tetro non vedevamo l’ora di andarcene. Appena mostrata la stanza il titolare ha chiesto i soldi in contanti e se n’è andato, senza lasciarci riferimenti in caso di bisogno, o darci qualche consiglio su dove cenare. Ecco francamente ad Hermanus tornassi indietro sceglierei un’altra sistemazione. Per cena il paesino è quasi deserto, siamo in bassa stagione del resto, e così dopo un po’ di nostalgia optiamo per una pizzeria- Fabios Ristorante- che si rivelerà discreta anche se un po’ cara (26€ x 2 margherite ed una pizza alle verdure, 1 birra ed 1 bottiglia d’acqua), ma del resto non c’era molto altra scelta se non KFC e un fast food asiatico.

19 agosto: FRANSCHHOEK

Dato il tempo particolarmente incerto oggi andiamo nella zona dei vini. Giunti a Stellenbosch per le 8.30 decidiamo di andare a vedere il village museum (2,50€ a testa), molto carino ed interessante, e passeggiamo un po’ per la quieta cittadina, che sembra un grande quartiere residenziale. Alcuni edifici ricordano lo stile olandese del ‘600, e quando splende il sole risaltano molto. La città però è davvero minuscola e dopo poco abbiamo già finito di vederla. Così sfogliando la Lonely decidiamo di andare a vedere Franschhoek, sempre sulla wine route, che in afrikaans significa “l’angolo francese”. Sorella meno conosciuta di Stellenbosch ma di gran lunga più fascinosa ed interessante. Una piccola bomboniera. Arriviamo alle 12.30 e per puro caso scopriamo che è possibile salire su un trenino che per pochi euro consente di vedere tutte le aziende vinicole della zona, ma ormai è tardi e ne potremmo vederne solo 3, e in più vogliamo fare una degustazione con calma e senza troppi vincoli. Ma soprattutto vogliamo iniziare il nostro giro dal centro addolcendoci alla cioccolateria Huguenot Fine Chocolates decantata dalla guida. Che dire, davvero ottima, e da provare assolutamente. I prezzi non sono irrisori, ma neanche proibitivi. Essendo pausa pranzo prendiamo un bel pezzo di cioccolato e chiediamo ti tagliarcelo. Mangiamo così di fuori sopra le gradinate di un negozio ammirando il paesaggio circostante. Terminata la cioccolata andiamo presso la vineria Grand Provence – molto carina. Per 50 rand (3,5€) a testa ci offrono 4 calici di vino. Noi non siamo intenditori ma notiamo che in generale i vini sudafricani sono molto profumati ma poco corposi ed avvolgenti. Trascorriamo una piacevole oretta e poi chiediamo di poter fare la visita alla cantina (2€ a persona) ma non è particolarmente interessante, quindi si può tranquillamente saltare. Andiamo poi a vedere anche l’azienda vinicola Brie (visita gratuita), piccolina e raccolta. Dopo una veloce visita decidiamo per l’alloggio. Dato che la città ci è piaciuta molto cerchiamo una sistemazione e troviamo posto al Corner House Guesthouse (44€). Struttura nuovissima, arredata con tanto gusto e dotata di ogni confort. Nel set di cortesia erano presenti addirittura spazzolino e dentifricio. Doccia enorme, pulizia eccellente e gentilezza della proprietaria ne fanno una di quelle sistemazioni che quando torni a casa ne hai nostalgia. Il centro dista circa 5 minuti a piedi. Il paese è molto tranquillo e sicuro, per cui si può passeggiare senza problemi. Per cena, su consiglio della proprietaria andiamo al French connection bistrot. Decisamente più caro rispetto ai paesini fuori cape town, offre comunque portate di alta qualità con ottimo vino in bottiglia. L’ambiente è raffinato ed il servizio veloce.

20 agosto: CAPE TOWN

Oggi vorremmo riprovare a fare l’escursione con le balene ma purtroppo non c’è più posto. Così andiamo nuovamente a De Kelders e vediamo 4 bellissime balene, 2 delle quali ci deliziano con 2 salti che riusciamo anche ad immortalare. Tentiamo di andare al porto per vedere se qualcuno rinuncia ma nulla, non c’è proprio posto. Ci consoliamo dunque a betty’s bay con tanti bei pinguini. Puzzano tanto ma sono una meraviglia della natura!! Si è fatto tardi e dobbiamo rientrare, non sapendo bene dove andare il giorno successivo optiamo per ritornare all’hotel verde vicino all’aeroporto… ne siamo innamorati.

21 agosto: CAPE TOWN

Oggi ha messo pioggia universale dalle 11 del mattino. Per cui ci alziamo presto ed alle 8.15 siamo al West Coast National Park. Ce lo godiamo per 3 ore, vedendo la parte più scenografica della fioritura ed ammirando delle bellissime zebre di montagna, che sono più basse rispetto a quelle classiche nere e bianche, e con le striature marroni. Puntuale dalle 11 inizia il diluvio, così decidiamo di tornare nella zona dei vini e andiamo dritti da Spier, a Stellenbosch, dove fanno anche degustazioni per bambini. C’è un po’ da aspettare ma ne vale la pena. Il vino è ottimo, il prezzo basso, e la nostra bimba esaltatissima perché le vengono offerti tre calici in vetro con del vino in bottiglia proprio come quello dei grandi (ero così stupita che l’ho assaggiato, ed effettivamente era tipo mosto senza alcool profumatissimo), un libricino con matite colorate ma soprattutto gommose caramelle al vino terminate in men che non si dica. Il pomeriggio corre così via veloce, e torniamo per l’ultima volta all’Hotel Verde in quanto tanto fuori è brutto e piove, ed oltre ad essere abbastanza vicino ha anche un ottimo ristorante interno. Prima di arrivare facciamo un brevissimo giro alla enorme baraccopoli vicino l’aeroporto, ci sale subito un forte magone ed andiamo in hotel.

22 agosto: CAPE TOWN

Oggi ci alziamo per la prima volta alle 7.30, facciamo colazione con calma ed alle 8.45 siamo giù di sotto in reception pronti per la nostra escursione alla township, che ci viene cancellata per maltempo del giorno precedente. Un po’ dispiaciuti per l’opportunità mancata ed al contempo per il tempo perso decidiamo dunque di andare alla penisola del capo in direzione Capo di buona speranza, dove facciamo le classiche foto di rito al punto più sud occidentale del continente africano, e poi ci dirigiamo verso Boulders Beach a vedere altri pinguini. Rispetto a betty’s bay lo scenario è più bello nel senso che ci sono delle pietre levigate, il mare azzurro, la sabbia bianca, che lo rende più scenografico, anche se il numero di pinguini qui è inferiore. Per errore e per fortuna anziché iniziare dalla passerella, venendo da sud, accediamo alla spiaggia dalle rocce attraverso un irto percorso, quando vediamo solo qualche sparuto pinguino capiamo che forse avevamo sbagliato. Ma che emozione vedere i pinguini a pochissimi centimetri camminarti a fianco!!! Ripercorriamo il percorso a ritrovo ed andiamo alla passerella dove si ha anche la visuale migliore. Dopo mille altre foto a questi simpatici pennuti, andiamo verso Muizenberg per fotografare le celeberrime cabine colorate. Come sempre il tempo è tiranno e non possiamo stare molto tempo ancora, così decidiamo di tornare in hotel e riposarci. Per dormire, dati i prezzi assurdi del quartiere centrale, optiamo per green point, quartiere adiacente al waterfront, trovando un buon compromesso all’ostello never at home. I punti forti di questo ostello sono sicuramente il prezzo, 56€ la doppia con bagno privato, l’accoglienza e la gentilezza (nonostante i bimbi non fossero ammessi ci hanno consentito di alloggiare con il ns lettino), il supermercato rifornito a fianco, il parcheggio gratis e custodito di fronte, la vicinanza al waterfront (2 minuti 2 in auto) la sicurezza del posto, la reception h 24 e la silenziosità nonostante la centralità della posizione. Per contro il lavandino era uno di quelli microscopici e senza miscelatore ed i letti molto scomodi. La sera ceniamo con dei ragazzi conosciuti in rete prima della partenza, con cui avevamo fatto un gruppo su whatsapp, perché ci saremmo ritrovati più o meno nelle stesse date a cape town. La serata scorre via velocissima tra chiacchiere e risate. Come luogo per la cena optiamo per il Mitchells Pub. Essendo più un pub che un ristorante ha prezzi molto buoni, come nel resto del paese, a discapito magari della qualità non eccelsa.

23 agosto: CAPE TOWN

Oggi la giornata è splendida ed alle 8.20 siamo già di fronte alla Table Mountain a fare colazione in auto con vista baia. Alle 8.45 senza fila andiamo a fare i biglietti e ci mettiamo in coda per salire. La vista è molto suggestiva dalla cima. Dopo un’oretta ed il vento sferzante decidiamo di scendere e di andare a vedere il quartiere musulmano di Bo Kaap, il quartiere in assoluto più fotografato della città per la sua esplosione di colori vivaci. Le vie sono poche e in una mezzoretta lo si vede con molta calma. Successivamente andiamo a vedere il castello di buona speranza ma non ci ispira molto, sono proprio due misere mura e così cambiamo strada e ritorniamo al waterfront per passeggiare. A dire la verità a noi questa città non ha stregato nel senso che non ci ha proprio rapito. Dal punto di vista architettonico il waterfront assomiglia a un grande outlet italico, con prezzi gonfiati per i turisti, manca completamente quella genuinità che si trova un po’ ovunque nel resto del paese. I negozi di souvenir hanno spesso prezzo molto elevati, idem quelli dei negozi. Se consideriamo poi che un commesso del supermercato prende circa 100€ al mese e per cenare al waterfront se ne spendono anche 40/50€ fa ben capire come sia quartiere “fittizio”. Questa sera per cena ci riuniamo nuovamente con i nostri “compagni di viaggio” in un ristorante molto bello e molto caro, il city grill steakhouse. Qui paghiamo il conto più salato della vacanza 50€ per 2 secondi, 1 contorno e 2 dolci. Il rapporto qualità prezzo è medio in quanto la qualità è medio alta, ed il servizio molto buono.

24 agosto: CAPE TOWN

Il sole splende alto, ed insieme a 2 coppie del gruppo di cui sopra, abbiamo l’escursione prenotata a Hermanus. Mentre siamo in auto però l’operatore con cui abbiamo prenotato l’escursione ci chiama e ci annulla l’escursione in quanto il mare pare essere molto mosso. Ci rechiamo lo stesso al porto ma ci dicono che nessuna imbarcazione esce e se anche lo facesse sarebbe molto difficile vedere le balene. Per fare questa escursione ci vuole proprio fortuna! Dopo un po’ di chiacchiere con i ragazzi optiamo per fare il bis a Betty’s Bay dai nostri amati pinguini,e torniamo mestamente in hotel. Siamo davvero alla fine, domani purtroppo si parte. Per cena ci riuniamo nuovamente e trascorriamo un’altra bellissima serata insieme!

25/26 agosto: CAPE TOWN

E’ dunque arrivato il giorno della partenza. Abbiamo ancora tutta la mattinata libera che trascorriamo riposandoci passeggiando ancora per il waterfront, facendo giocare un po’ la piccola prima dei 2 voli, pranzando e non facendoci mancare un giro sulla ruota panoramica.

Con il cuore colmo di splendidi ricordi ci dirigiamo in aeroporto. La nostalgia ha già iniziato a farsi sentire ed io non vedo l’ora di tornare per sistemare le foto e rivivere, almeno visivamente, le tantissime splendide emozioni vissute.



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