Sudafrica on the road 3

11/12 agosto ROMA/JOHANNESBURG – SABIE = KM 357 Partiamo da Roma con volo Olympic Airlines destinazione Johannesburg (scalo ad Atene), dove arriviamo la mattina del 12 in perfetto orario. In aeroporto cambiamo i primi soldi e andiamo subito a ritirare alla Hertz la nostra Nissan Tiida che ci farà compagnia fino a Cape Town. Ripresa confidenza...
Scritto da: francesca1976
sudafrica on the road 3
Partenza il: 11/08/2007
Ritorno il: 31/08/2007
Viaggiatori: in coppia
11/12 agosto ROMA/JOHANNESBURG – SABIE = KM 357 Partiamo da Roma con volo Olympic Airlines destinazione Johannesburg (scalo ad Atene), dove arriviamo la mattina del 12 in perfetto orario. In aeroporto cambiamo i primi soldi e andiamo subito a ritirare alla Hertz la nostra Nissan Tiida che ci farà compagnia fino a Cape Town. Ripresa confidenza con la guida a sinistra (già sperimentata in Irlanda) ci incamminiamo verso la nostra prima tappa, Sabie, abbiamo infatti deciso di non fermarci a Johannesburg, ma di proseguire direttamente per lo Mpumalanga. Lungo la strada ci fermiamo al Long Tom Pass a scattare le nostre prime foto e poi raggiungiamo la “Wayfarers Guest House” dove abbiamo prenotato una stanza dall’Italia e siamo accolti da Chris che vorrebbe darci un sacco di informazioni, ma noi, distrutti dal lungo viaggio, non riusciamo a stargli dietro e desideriamo solo un letto. Dopo un po’ di meritato riposo, usciamo a cena e decidiamo di fermarci al “The wild fig tree” un accogliente ristorantino dove, in attesa del tavolo, aspettiamo su un divano vicino al camino sorseggiando una birra e ci rendiamo conto di essere finalmente in vacanza! Il primo approccio alla cucina sudafricana ci lascia favorevolmente colpiti, così come capiterà per tutto il viaggio, e torniamo in camera stanchi, ma emozionantissimi per quello che ci aspetterà nei prossimi giorni.

http://www.Mpumalanga.Com/ http://www.Wayfarers.Co.Za/ 13 agosto SABIE – PHALABORWA = KM 280 Rinfrancati da una bella dormita e soprattutto da una ricca colazione a base di uova e bacon, iniziamo la visita della Panorama Route, non prima di aver fatto una sosta a Sabie per fare benzina e comprare l’adattatore per le prese elettriche.

La prima tappa è Pilgrim’s Rest, antico villaggio di minatori, che però ci delude un po’ e quindi dopo un breve giro ci rimettiamo in macchina alla volta del Blyde River Canyon. Dopo una sosta a The Pinnacle, God’s Window e Wonder View, tre punti panoramici, visitiamo prima le Lisbon Falls e poi le Berlin Falls. Risalendo il canyon arriviamo alle Bourke’s Luck Potholes, delle simpatiche buche scavate nella roccia dal fiume Blyde, e poi raggiungiamo le Three Rondavels, tre rocce dalla forma che ricorda i tetti delle capanne che qui si chiamano appunto rondavel. Facciamo i nostri primi acquisti sulle bancarelle che ci sono nel parcheggio e poi ci incamminiamo verso Phalaborwa.

La strada dopo un po’ diventa infinitamente diritta, ma il paesaggio intorno è bellissimo, ci rendiamo conto di essere veramente in Africa, tanto che ad un certo punto attraversa la strada anche un grosso babbuino! Il tempo di rallentare…È già scomparso…Ma ne spuntano altri tre che lo seguono!!! A Phalaborwa dormiamo al “Daan & Zena’s B&B”, non un granché, ma spendiamo pochissimo e poi domani la sveglia suonerà all’alba perché finalmente entreremo al Kruger National Park. Cena al “Buffalo Pub & Grill” e poi subito a dormire.

http://www.Golimpopo.Com/ 14 agosto KRUGER NATIONAL PARK = KM 144 Finalmente ci siamo!!! Alle 6:30 in punto siamo davanti al cancello del Kruger, Sbrighiamo le formalità d’ingresso, acquistiamo una mappa e via…Alla ricerca dei Big Five.

Dopo solo poche decine di metri vediamo un branco di impala sul ciglio della strada e subito scattiamo un sacco di fotografie, salvo poi scoprire che questi sono gli animali più diffusi nel parco e nei prossimi giorni ne vedremo a centinaia! Comunque questo benvenuto ci carica ancor di più di aspettative ed invece per un po’ di tempo non vediamo più nulla, siamo un po’ demoralizzati…Quando avvistiamo il nostro primo Big Five: un elefante fermo in mezzo alla strada che non ci lascia passare per almeno 15 minuti in cui non facciamo altro che guardarlo in tutta la sua maestosità! Di qui in poi è tutto un susseguirsi di avvistamenti: ippopotami che fanno il bagno in una pozza d’acqua, simpaticissime giraffe che mangiano le foglie di acacia, zebre, gnu, kudu ed anche un enorme branco di bufali che blocca la strada per più di mezz’ora finché l’autista di un pullman prende coraggio, sorpassa tutti e riesce a “rompere le righe” . Verso le 15:00 raggiungiamo il Letaba Rest Camp giusto il tempo di prendere possesso del nostro bungalow e alle 16:00 partiamo per il Sunset Drive organizzato dal campo. Rivediamo gli stessi animali visti durante la giornata, ma questo safari ci permette di rimanere fuori oltre l’orario di chiusura del parco e quindi ci godiamo un bellissimo tramonto sul fiume e restiamo in giro ancora un po’ anche con il buio, incontrando un gruppetto di iene. Tornati al campo, facciamo qualche acquisto allo shop, ceniamo (l’unica volta male) al ristorante del campo e poi a letto…Sono appena le 21:00, ma in questi giorni sarà una consuetudine. In effetti è conveniente uscire molto presto al mattino e poi nel tardo pomeriggio, orari in cui gli animali sono più attivi.

http://www.Sanparks.Org/parks/kruger/ 15 agosto KRUGER NATIONAL PARK = KM 118 Sveglia all’alba e si riparte. Continuiamo a girare nel parco tra strade asfaltate e sterrate, pozze d’acqua dove gli elefanti si bagnano e gli animali si abbeverano, enormi baobab ed i pochi punti in cui è concesso scendere dall’auto, prevalentemente lunghi ponti sul fiume o punti panoramici.

In una di queste soste incontriamo una simpatica coppia di sudafricani che ci dice di aver appena visto un leopardo che gli ha attraversato la strada e qualche ora prima dei leoni, mentre noi ancora niente. Arriviamo all’Olifant Rest Camp, di sicuro il parco con il miglior panorama, si trova infatti su di un’altura da cui si domina la vallata sottostante dell’Olifant River ed anche dal nostro bungalow riusciamo a godere della stessa vista. Anche qui decidiamo di prenotare il Morning Drive per la mattina successiva e poi andiamo allo shop a fare un po’ di provviste per la serata. Tentiamo di fare un breve riposino che però viene interrotto dalle urla di alcuni babbuini che si stanno “corteggiando” e nel pomeriggio usciamo di nuovo. La bellezza e la varietà dei paesaggi, oltre naturalmente all’avvistamento degli animali, rende ogni momento diverso dall’altro, anche se nemmeno oggi abbiamo incontrato il leone.

La serata la passiamo sulla terrazza del bungalow ad osservare il cielo stellato in compagnia di pane, formaggio e una bottiglia di ottimo vino bianco sudafricano.

16 agosto KRUGER NATIONAL PARK = KM 191 Il Morning Drive parte alla 5:30. Saliamo sul furgoncino dove ci sono a disposizione delle coperte di lana che si riveleranno indispensabili, la temperatura a quest’ora è bassissima e il fatto che il furgoncino sia completamente aperto non aiuta. Partiamo che è ancora buio e facciamo i soliti incontri. Quando ormai abbiamo perso la speranza, le indicazioni di un’auto che incrociamo ci porta verso l’incontro più atteso…Tre leoni, un maschio e due femmine, che riposano a circa 50 mt. Da noi! Bellissimi…Non ci sono altre parole per descriverli. Il rammarico di non avere una macchina fotografica adeguata raggiunge i massimi livelli, ma riusciamo comunque ad avere i nostri piccoli ricordi…Anche se un po’ sbiaditi. Rientriamo soddisfatti al campo e ci fiondiamo al bar a bere una cioccolata calda per riacquistare un po’ di tepore. Poi riprendiamo l’auto e ci rimettiamo in cammino, tornando innanzitutto nel luogo in cui avevamo visto i leoni che, per fortuna, sono ancora lì e ci godiamo lo spettacolo ancora per un po’. Questa giornata è iniziata proprio bene! Facciamo un nuovo incontro…I facoceri ed assistiamo ad una delle scene più belle di questi giorni: una grande pozza d’acqua intorno alla quale giraffe, zebre, impala, kudu, bufali e gnu si avvicinano per bere, nell’acqua un ippopotamo che ogni tanto emerge e spalanca l’enorme bocca ed un coccodrillo che, forse sazio, non sembra interessato a tutte le potenziali prede sulla riva. Continuiamo verso lo Skukuza Rest Camp, dove arriviamo verso le 15:00. Questo è il campo principale del Kruger e quindi il più grande e il più attrezzato, ma la zona in cui si trova è tra le migliori per l’avvistamento dei felini o almeno lo è stata per noi. Come ci rimettiamo in moto, su indicazioni di altri automobilisti, raggiungiamo un punto in cui, con l’aiuto del binocolo (oggetto indispensabile) riusciamo a vedere dall’altra parte del fiume un leopardo, ma è lontano e si allontana quasi subito. Comunque siamo ormai a quota 4 Big Five, manca solo il rinoceronte…Così grosso eppure non lo vediamo! La giornata non è ancora finita ed i tanto attesi leoni qui si che si fanno vedere. Prima tre sulla riva di un fiume che riposano, poi un altro all’altezza di un ponte e quando torniamo al punto di prima ci accorgiamo che in realtà non ce n’erano tra, ma ben cinque!!! Tornando al campo incontriamo un ippopotamo quasi sulla strada, completamente fuori dall’acqua non l’avevamo ancora visto, ed una elefantessa con il suo cucciolo, troppo tenero.

Oggi è stata davvero un gran giornata, gli animali del Kruger ci hanno dato il loro miglior saluto, questa infatti è l’ultima notte all’interno del parco. Ci concediamo una cena al Selati Train Restaurant, ricavato nella vecchia stazione dei treni che arrivavano nel parco, ed esausti ce ne andiamo a dormire.

17 agosto KRUGER NATIONAL PARK – MLILWANE WILDLIFE SANCTUARY = KM 292 Lasciamo Skukuza e, prima di uscire dal Kruger, facciamo un ultimo giro. Anche oggi è un’ottima giornata. Un’auto ferma ci segnala la presenza di un leopardo proprio sotto il piccolo ponticello su cui sostiamo…Il tempo di girarsi e lo vediamo uscire da sotto, talmente vicino che per l’emozione l’unica foto scattata sarà completamente mossa, ci guarda con i suoi occhi azzurri e si allontana nel bush. Il tempo di riprenderci dall’emozione e vediamo finalmente un rinoceronte, così lasciamo il Kruger essendo riusciti a vedere tutti i Big Five e salutando per l’ultima volta anche i leoni.

Usciti dal parco, la sensazione è stranissima…Per lungo tempo continuiamo a guardarci intorno alla ricerca di animali!!! La nostra prossima destinazione è lo Swaziland. Arriviamo alla frontiera di Jeppe’s Reef e veniamo catapultati almeno cinquant’anni indietro; l’atmosfera è talmente “rilassata” che c’è addirittura un’impiegata che dorme ed ogni tanto apre un occhio per timbrare i passaporti!!! Percorriamo i primi chilometri in questo nuovo stato attraverso un paesaggio montuoso con foreste fittissime, ma ci colpisce subito la sensazione di essere entrati in un paese certamente molto più povero del Sudafrica visto fin ora. Attraversiamo la capitale, Mbabane, e ci dirigiamo verso la Ezulwini Valley e più precisamente al Mlilwane Wildlife Sanctuary, dove abbiamo prenotato un bungalow. La riserva è carina, anche se forse un po’ troppo costruita per i turisti. C’è un laghetto con ippopotami, a cui però viene portato da mangiare, alcuni animali che girano liberamente tra i bungalow e, a differenza del Kruger, qui non c’è l’obbligo di girare in auto, ma si può passeggiare anche a piedi. Cena a buffet al ristorante della riserva, a cui segue uno spettacolo di canti e danze swazi, e poi a nanna.

http://www.Biggameparks.Org/3parks_mlilwane.Html 18 agosto MLILWANE WILDLIFE SANCTUARY – HLUHLUWE/IMFOLOZI PARK = KM 335 Oggi ci svegliamo con calma e ci godiamo una bella colazione in riva al lago. Stamattina ci dedichiamo ad un po’ di shopping poiché questa zona è particolarmente rinomata per il proprio artigianato. Usciti dalla riserva ci dirigiamo in alcuni negozi segnalati dalla Lonely Planet (Baobab Batik, Swazi Candles, Gone Rural) e ci concediamo qualche acquisto per noi e per gli amici/parenti. Riprendiamo il viaggio e attraversiamo tutto lo Swazialnd. La situazione di estrema povertà delle zone rurali ci fa sentire sempre più a disagio ed aumenta i nostri sensi di colpa di “bianchi”. Rimaniamo bloccati nel traffico del centro di Manzini, seconda città dello Swaziland, perché gli autobus si fermano al centro dell’unico incrocio della città per scaricare/caricare animali, cose e persone…Rimaniamo allibiti…Noi che siamo di Napoli!!! Ripassiamo la frontiera e rientriamo in Sudafrica, diretti allo Hluhluwe – Imfolozi Park. Raggiungiamo l’Hilltop Camp, facciamo il check in e prenotiamo un tavolo per la cena. Passiamo velocemente nel bungalow (il più bello, anche se il bagno è in comune) e iniziamo subito la visita del parco, visto che per oggi abbiamo solo un paio d’ore a disposizione. Anche questo parco è molto bello e suggestivo, anche se diverso dal Kruger, la vegetazione è molto più fitta e verde ed il paesaggio più collinoso. Anche qui incontriamo zebre, impala, gnu e rinoceronti e alla fine anche il leone più bello della vacanza; è lontano, ma si vede benissimo con la sua folta criniera che, probabilmente sveglio da poco, si guarda intorno leccandosi di tanto in tanto le zampe e sbadigliando…Questo si che è il re degli animali! Rientriamo rapidamente al campo…È tardi, i cancelli stanno per chiudere. Ci godiamo un po’ il panorama dalla terrazza del campo, cena a buffet al ristorante e a letto.

http://www.Baobab-batik.Com/ http://www.Swazicandles.Com/ 19 agosto HLUHLUWE/IMFOLOZI PARK – ST. LUCIA = KM 190 La mattinata la passiamo ancora alla scoperta del parco che ci offre bellissimi paesaggi. Verso ora di pranzo usciamo e ci dirigiamo verso St. Lucia. Cerchiamo un bed & breakfast per la notte e, dopo un paio di tentativi andati a vuoto, troviamo posto all’Annas B&B. Ivan, il proprietario, ci dispensa informazioni di qualunque genere sulla zona e su come passare questi due giorni. Ci facciamo subito prenotare l’Hippo and Croc Boat Cruise, un giro in barca nella laguna dove vediamo moltissimi ippopotami, coccodrilli e ci godiamo un bel tramonto sull’estuario del fiume. Passiamo velocemente alla spiaggia a vedere l’Oceano Indiano prima che faccia buio e poi rientriamo al b&b per una doccia. Per cena scegliamo l’Ocean Basket dove mangiamo un ottimo Admiral’s Platter, piatto misto di pesce, accompagnato da vino bianco sudafricano.

http://www.Annasbnb.Com/ http://www.Oceanbasket.Co.Za/default.Asp 20 agosto ST. LUCIA = KM 91 Oggi ci rilassiamo! Sveglia con calma, colazione e poi ci dirigiamo al St. Lucia Wetlands Park. La prima tappa è Mission Rock dove dal belvedere è possibile osservare l’oceano indiano da una parte e l’estuario del fiume St. Lucia dall’altra. Con l’aiuto del binocolo vediamo anche due balene che passano non molto distante dalla riva. Scendiamo ancora un po’ e raggiungiamo un tratto di scogliera da cui ci godiamo un po’ il rumore e i colori dell’oceano agitato. Proseguiamo poi verso Cape Vidal, enorme spiaggia che si estende a perdita d’occhio. Passeggiamo sul bagnasciuga e ci fermiamo a prendere un po’ di sole in totale relax. Pian piano la temperatura sale e noi prendiamo coraggio e ci tuffiamo nell’oceano; l’acqua non è poi così fredda e, nonostante il vento, anche all’esterno si sta bene. Il tempo di asciugarsi e ci rimettiamo in macchina. La strada del ritorno è sterrata e passa all’interno del parco permettendoci di vedere zebre, rinoceronti, kudu, facoceri e aironi. Torniamo al b&b per una doccia e poi usciamo per cena. Stasera scegliamo il Quarterdeck e mangiamo all’aperto sulla terrazza; il servizio è molto lento e, seppur piacevole l’attesa, non rientriamo in tempo per avvisare Ivan che domani mattina partiremo molto presto…Ci aspetta infatti lo spostamento più lungo di tutto il viaggio, circa 1000 Km!!! 21 agosto ST. LUCIA – CINTSA= KM 881 Ci svegliamo presto e, non appena sentiamo rumori di sotto, avvisiamo Ivan della nostra partenza e lui gentilmente ci prepara la colazione. Quando gli diciamo il nostro programma per la giornata, ovvero di raggiungere East London, ci prende per pazzi: ‹ci vogliono almeno 10 ore di guida a buon ritmo e senza soste, per di più attraversando le “pericolosissime” black homelands!!!››. Un po’ condizionati dalle sue parole, ma non del tutto scoraggiati ci mettiamo in moto alle 7:00. Manteniamo un buon ritmo e in poco meno di 2 ore e mezza siamo a Durban. Continuiamo e ci rendiamo conto che l’impresa non è impossibile. La strada procede verso l’interno ed attraversiamo paesaggi che cambiano di continuo: montagne, foreste, praterie, villaggi e cittadine; lungo la strada tante persone, capre e mucche che all’improvviso attraversano la strada e rendono il viaggio alquanto pericoloso. Finalmente arriviamo a Cintsa, poco prima di East London, e decidiamo di fermarci al Crawfords Lodge & Cabins dove ci assegnano un umilissima dimora…Trattasi di villa a due piani con mega cucina, salone, 12 posti letto, 3 bagni e ampie balconate con vista sull’oceano per 650 R (50€). Usciamo per cena e l’unico posto aperto è un pub dove mangiamo un hamburger enorme. Poi, stremati dal viaggio, cadiamo in un sonno profondo, cullati dal rumore dell’oceano.

22 agosto CINTSA – JEFFREY’S BAY = KM 510 Il risveglio ci regala la visione di una bellissima alba sull’oceano a cui segue un’ ottima colazione, sempre con vista sul mare. Ci rimettiamo in cammino verso l’Addo Elephant National Park, facendo una brevissima sosta a Grahamstown, piccola cittadina in stile coloniale. La strada verso l’Addo ci riserva la prima pioggia del viaggio, ma sono solo poche gocce. Quando arriviamo purtroppo scopriamo che non c’è posto per la notte e quindi decidiamo di entrare comunque nel parco per fare un giro e poi cercare un posto per la notte all’esterno. Anche qui numerosi avvistamenti e soprattutto tantissimi facoceri, nonostante questo parco sia famoso per gli elefanti. Usciamo e ci dirigiamo verso il paese di Addo, ma quando arriviamo ci rendiamo conto che il posto non offrirebbe niente di più che un letto e quindi, avendo ancora tempo, decidiamo di raggiungere Jeffrey’s Bay…Ottima scelta! Troviamo posto al “Lazee Bay”, segnalato dalla Lonely Planet, dove ci danno una stanza spaziosissima con vista sull’oceano che ci piace molto. Proprio guardando dalla finestra, ci accorgiamo che a mare stanno facendo surf ed in pochi minuti a piedi scendiamo sulla spiaggia ad ammirare le evoluzioni dei surfisti. La cittadina è famosa infatti per essere una delle principali località mondiali del surf! Nel frattempo è scesa la sera ed è ora di cenare. Sempre su consiglio della guida, tentiamo di andare da “Die Walskipper”, ma abbiamo qualche difficoltà a trovare la strada. Fortunatamente, quando stavamo desistendo, troviamo delle indicazioni e arriviamo a destinazione. Il ristorante è allestito in una tenda direttamente sulla spiaggia, i camerieri infatti girano scalzi, al centro delle vecchie stufe di ghisa su cui ci sono pane caldo fatto in casa e vari tipi di salse e patè da spalmare, tutt’intorno tavoli e panche di legno illuminati da lanterne, stoviglie e tazze di latta…Insomma un posto con un’atmosfera unica! Ordiniamo un seafood platter per due ed una bottiglia di ottimo vino bianco e ci godiamo senza dubbio la miglior cena che il Sudafrica ci ha riservato.

http://www.Sanparks.Org/parks/addo/ http://www.Lazeebay.Co.Za/ http://www.Walskipper.Co.Za/index.Htm 23 agosto JEFFREY’S BAY – TSITSIKAMMA NATIONAL PARK = KM 131 Ci svegliamo e…Piove! I surfisti già stanno cavalcando le onde, mentre noi facciamo colazione e, lasciato il b&b, ci concediamo un po’ di shopping nei negozi di abbigliamento da surf. La prossima destinazione è lo Tsitsikamma National Park. Il tempo non è bello, ma forse fa risaltare ancora di più i paesaggi costieri che attraversiamo. All’entrata del parco cerchiamo una sistemazione per la notte e questa volta la troviamo. Ci assegnano un’oceanette, un piccolo appartamentino direttamente sull’oceano in tempesta e rimaniamo a lungo a guardare le onde che si infrangono sulla scogliera proprio al di sotto del nostro terrazzino. La pioggia ci da un attimo di tregua e decidiamo di fare una breve passeggiata lungo l’Otter Trail, un sentiero di 42 km che parte dal nostro parcheggio. Il sentiero si inoltra a tratti nella foresta per raggiungere poi la costa, ma il maltempo non ci consente di andare troppo lontano e ci accontentiamo di scattare varie fotografie. Al rientro facciamo una sosta allo shop del parco per acquistare qualcosa per la cena e, bloccati dalla pioggia continua, ci concediamo un po’ di relax.

https://www.sanparks.org/ 24 agosto TSITSIKAMMA NATIONAL PARK – SWELLENDAM = KM 443 Svegliati dal rumore dell’oceano che si infrange contro gli scogli, lasciamo lo Tsitsikamma National Park che stamattina ci regala qualche piccolo scorcio di sole e la vista delle lontre del Capo. Dopo pochi km inizia la Garden Route, molto turistica, molto pubblicizzata…Ma ci lascia un po’ perplessi. La prima tappa è Plettenberg Bay, poi Knysna ed infine Mossel Bay. Le cittadine sono molto curate e sicuramente molto ricche, l’impressione che si ha non è certamente quella di essere in Africa, ma piuttosto in qualche località della Florida. La strada lungo la costa è molto bella e, cercando di uscire dai circuiti più turistici, si incontrano anche delle piccole realtà come Buffalo Bay con una bella spiaggia arricchita anche dalla presenze delle vele del kite-surf. La giornata prosegue velocemente e raggiungiamo Mossel Bay, dove avevamo pensato di trascorrere la notte, abbastanza presto così decidiamo di proseguire verso Swellendam. Lungo la strada di nuovo la pioggia, mentre il paesaggio cambia nuovamente e ci ritroviamo immersi in sterminati campi coltivati e pieni di fiori gialli. Arrivati a Swellendam ci fermiamo alla “Braeside Guest House” e ceniamo con un’ottima bistecca da Mattsen’s Steak House.

http://www.Gardenroute.Co.Za/ http://www.Braeside.Co.Za/ 25 agosto SWELLENDAM – ARNISTON = KM 282 La Guest House ci riserva una colazione di prim’ordine in una bella sala completamente a nostra disposizione, visto che siamo gli unici avventori. Stamattina, essendo in anticipo sulla tabella di marcia, decidiamo di andare alla De Hoop Nature Reserve. Per raggiungerla dobbiamo percorrere 50 km di strada sterrata in un paesaggio che a tratti ci ricorda l’Irlanda! Prati verdi, grandi distese di fiori gialli, mucche, pecore e struzzi che pascolano ed il solito saliscendi delle strade sudafricane. Arrivati a Malgas la strada si interrompe bruscamente nel fiume e per attraversarlo dobbiamo aspettare un battello che si muove esclusivamente attraverso la forza di 3 uomini che lo spingono a suon di braccia e gambe, tirando una catena che collega le due rive del fiume. Raggiunta la De Hoop NR, all’ingresso ci dicono che dalla spiaggia di Koppie Alleen è possibile avvistare le balene. Ci dirigiamo immediatamente verso la spiaggia e, già da lontano, intravediamo delle grandi dune di sabbia bianca. Lasciata la macchina al parcheggio, intraprendiamo il breve sentiero che porta verso il mare e in lontananza ci sembra di vedere una balena; ci fermiamo, prendiamo i binocoli dallo zaino e guardiamo lontano…Ma non ci siamo ancora accorti che, proprio sotto di noi, ben visibili a occhio nudo, ci sono almeno 4 o 5 balene che nuotano beatamente nel mare, spruzzano acqua, saltano e ci fanno vedere le loro grandi pinne. Rimaniamo per molto tempo a guadarle, affascinati, e poi saliamo sulle dune. Arrivati in cima ci sediamo a guardare il panorama e ci divertiamo a rotolare nella sabbia soffice. Ripresa la macchina, finiamo il giro della riserva e poi, felici di questa deviazione non prevista, riprendiamo il cammino verso Arniston dove passeremo la notte. Troviamo subito posto al Southwinds B&B e decidiamo di andare a Cape Agulhas, il punto più meridionale del continente africano. Arriviamo in poco tempo e poco ci fermiamo in questo posto certamente simbolico, ma non di grande effetto. Cena nell’unico ristorante del paese e poi rientro al B&B dove approfittiamo del divano nella nostra veranda per prepararci una tazza di tè/caffè accompagnata da un po’ di cioccolata.

http://www.Capenature.Org.Za/reserves.Htm?reserve=De+Hoop+Nature+Reserve http://www.Tiscover.Co.Za/southwinds 26 agosto ARNISTON – FRANSCHHOEK = KM 277 Colazione rilassata, quattro chiacchiere con i proprietari del b&b amanti dell’Italia e si riparte in direzione di Hermanus. La cittadina è famosa per l’avvistamento delle balene, ma non ne vediamo tante quante ieri e soprattutto sono molto più lontane, c’è molta gente, negozi, ristoranti…Dopo l’esperienza alla De Hoop NR, Hermanus risulta abbastanza deludente. Proseguiamo facendo una piccola deviazione a Stony Point dove finalmente possiamo vedere una colonia di pinguini africani…Molto carini e impacciati mentre si aggirano tra gli scogli! La strada prosegue lungo la Route 44, una meravigliosa strada costiera che ci mostra panorami molto belli e la vista, dall’altra parte della baia, di Cape Town e della Table Mountain avvolta dalle nuvole. Non arriviamo però in città, ma ci dirigiamo verso le Winelands, la regione vinicola più famosa del Sudafrica. Lungo la strada ricomincia a piovere e, mentre cerchiamo un posto per la notte, ci imbattiamo nell’azienda vinicola Boschendal, una delle più importanti i cui vini abbiamo spesso bevuto durante le nostre cene, e non possiamo non fermarci. Entriamo e con 15 R possiamo assaggiare 5 diversi vini che, a stomaco vuoto, sono decisamente abbastanza! Vorremmo anche comprare un paio di bottiglie, ma non è consentito portarle come bagaglio a mano e di metterle in valigia non ci fidiamo, così desistiamo pensando di poter fare acquisti in aeroporto. Arriviamo a Franschhoek e troviamo posto alla “The Corner House”, tra l’altro di proprietà di una signora italiana che al momento però non c’è. Usciamo per una cena veloce con un hamburger e poi andiamo a dormire.

http://www.Boschendal.Com/ http://www.Thecornerhouse.Co.Za/default.Htm 27 agosto FRANSCHHOEK – CAPE TOWN = KM 203 Sotto la pioggia lasciamo le Winelands e ci dirigiamo con un giorno di anticipo a Cape Town. Raggiungiamo la Brenwin Guest House, prenotata dall’Italia, e fortunatamente hanno una stanza libera anche per stanotte. Posiamo i bagagli, ci riposiamo un po’ e poi, ripresa la macchina, facciamo una passeggiata in centro e poi saliamo a Signal Hill dalla cui sommità si ammira un bel panorama. Le nuvole basse ci inducono a rinunciare alla salita alla Table Mountain e ci dirigiamo al Waterfront, un grande centro commerciale ricavato nella zona del vecchio porto. Passeggiamo un po’ tra i negozi, dove i prezzi di tutto quello che abbiamo acquistato durante il viaggio sono decisamente più alti, e ci fermiamo a cena all’Ocean Basket. Rientriamo al b&b e, facendo manovra, rompiamo il fanalino posteriore della macchina…E adesso che succederà??? Non abbiamo mai fatto danni alle auto prese a noleggio e non sappiamo cosa aspettarci; comunque sono cose che succedono e questi sono gli ultimi giorni di vacanza…Per cui chi se ne frega! http://www.Waterfront.Co.Za/ http://www.Brenwin.Co.Za/index2.Html 28 agosto CAPE TOWN = KM 25 Ci svegliamo e ci accorgiamo che il tempo è splendido. Quindi dopo la colazione, decidiamo di salire sulla Table Mountain. Arriviamo e scopriamo di non essere gli unici a voler salire, ci aspetta una lunga fila, ma, tra una foto e una chiacchiera, arriviamo finalmente alla funivia “rotante”: mentre saliamo il suo pavimento gira e consente a tutti di godere il panorama della città e della montagna. La vista dall’alto è magnifica, si domina tutta la città e si intravede anche la Penisola del Capo. Passeggiamo a lungo sulla montagna e scattiamo molte fotografie. Il pomeriggio lo passiamo nuovamente al Waterfront a fare qualche acquisto e cenando da Spur.

http://www.Tablemountain.Net/ http://www.Spur.Co.Za/ 29 agosto CAPE TOWN = KM 214 La nostra metà di oggi è la Penisola del Capo. Usciti dalla città, troviamo la strada che avremmo dovuto percorrere, la famosa Chapman’s Peak Drive, chiusa per lavori e quindi siamo costretti ad accontentarci di un percorso alternativo che passa all’interno della penisola e non ci offre particolari panorami. Arriviamo alla Cape Point Nature Reserve e ci dirigiamo subito al Capo di Buona Speranza. Anche questo si rivelerà un posto più simbolico che affascinante, anche perché la bella giornata ed il mare piatto non fanno apprezzare al meglio quell’atmosfera tempestosa che nell’immaginario collettivo contraddistingue queste zone. Scattate le fotografie di rito, ci spostiamo a Cape Point. Decidiamo di salire con la funicolare e di scendere poi a piedi. Arrivati in cima, saliamo verso il faro e facciamo una breve passeggiata lungo il sentiero che porta alla punta del Capo. Scendiamo di nuovo alla macchina e ci dirigiamo alla scoperta delle diverse stradine che, all’interno della riserva, conducono a diverse baie sparse lungo la costa. Ripresa la strada del ritorno, per evitare di finire nuovamente a vagare nel Waterfront, decidiamo di concederci una nuova esperienza di wine tasting nella zona di Constantia, dove sorgono i vigneti più antichi del paese. Ci fermiamo all’azienda vinicola Groot Constantia dove assaggiamo degli ottimi vini e ci regalano pure il bicchiere. Un po’ brilli torniamo a Cape Town e ci fermiamo a vedere il tramonto a Seapoint, per poi arrivare al Waterfront per una cena veloce a base di fish & chips.

http://www.Capepoint.Co.Za/index.Html 30 agosto CAPE TOWN = KM 37 Oggi è l’ultimo giorno…E la depressione incalza! Purtroppo non riusciamo ad andare a Robben Island, l’isola dove fu incarcerato Nelson Mandela, perché ci siamo dimenticati di prenotare l’escursione in anticipo e chiaramente oggi non c’è posto. Passiamo la giornata nel Waterfront, di cui ormai conosciamo tutti i segreti, a comprare gli ultimi regalini e poi torniamo in albergo per preparare i bagagli. La sera andiamo di nuovo al Waterfont per la cena e, per l’ultima volta, mangiamo da Ocean Basket.

31 agosto CAPE TOWN – JOHANNESBURG – ROMA Lasciato l’albergo, raggiungiamo l’aeroporto di Cape Town ed andiamo a riconsegnare la macchina alla Hertz dopo aver percorso in totale 5001 km!!! Il fanalino rotto non ci crea nessun tipo di problema, fanno quasi finta di non vederlo nemmeno e non ci addebitano niente. Andiamo a fare il check-in per il volo Cape Town – Johannesburg prenotato con la Kulula, una compagnia low cost sudafricana, ed arriviamo senza problemi all’aeroporto di Johannesburg dove ci aspetta una lunga attesa per il volo intercontinentale. Nel frattempo scopriamo anche che, non avendo un volo diretto per l’Italia, non possiamo comprare il vino neanche al duty free. Stanchi, ma contentissimi per uno dei più bei viaggi fatti finora, saliamo sul nostro aereo che ci riporterà a casa.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche