Deserto fiorito, rugby

02 agosto – Finalmente dopo aver aspettato 9 mesi mio marito ed io partiamo per il Sud Africa. E’ la nostra seconda volta ed abbiamo pensato ad un viaggio un po’ particolare. Dopo aver fatto un po’ “ingrullire” per i vari cambiamenti Marcello della Report Viaggi, soprattutto quando abbiamo scoperto che il 16 agosto a Città del Capo...
Scritto da: LorellaTo
deserto fiorito, rugby
Partenza il: 02/08/2008
Ritorno il: 23/08/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
02 agosto – Finalmente dopo aver aspettato 9 mesi mio marito ed io partiamo per il Sud Africa. E’ la nostra seconda volta ed abbiamo pensato ad un viaggio un po’ particolare. Dopo aver fatto un po’ “ingrullire” per i vari cambiamenti Marcello della Report Viaggi, soprattutto quando abbiamo scoperto che il 16 agosto a Città del Capo c’èra la partita di rugby del Tri Nations Springboks/All Blacks, ci imbarchiamo a Firenze per Francoforte e da qui per Johannesburg.

03 agosto – Atterriamo in perfetto orario alle 7,25 e ci accompagnano dall’altra parte dall’aeroporto internazionale per il volo per il Madikwe Safari Lodge. Appena atterriamo andiamo verso la jeep ed il ranger Brian ci dice che avremo una sorpresa. Sia mio marito che io ci guardiamo e con un gran sonno, non riusciamo mai a dormire la notte in volo (beato chi dorme!), ci diciamo “il lodge è qui vicino, chissà quale sorpresa ci sarà”, beh! usciti dall’aeroporto (una striscia di terra cementata) ci sono 6 leoni che dormono a pancia piena, durante la notte avevano ucciso un kudu. A questo punto il sonno se ne và e rimaniamo per un bel po’ ad osservare questi magnifici animali. Nel pomeriggio iniziano le nostre uscite in jeep alla ricerca di altri animali. Il lodge è situato in posizione bellissima, con una vista stupenda e stare nella veranda a leggere e vedere gli animali che passano davanti è emozionante e non essendoci inquinamento luminoso la notte è stupenda. Siamo arrivati che la luna era scura per cui abbiamo visto le costellazioni, la croce del sud nel loro massimo splendore.

04-05 agosto – In questi giorni di game drive abbiamo visto: licaoni (animali bellissimi in via di estinzione), ghepardi, leoni, elefanti, rinoceronti, iena, gufo reale, giraffe, zebre e gli altri animali delle famiglie delle antilopi, springbok, kudu, gnu, ecc. Una cosa stranissima che abbiamo notato è che qui in Sud Africa i ranger quando vedono gli elefanti “fuggono” o comunque stanno alla larga al contrario del Botswana, Uganda, Namibia, dove gli elefanti ci passavano sia davanti che dietro la jeep e non c’era nessun pericolo. Il freddo è pungente specialmente la mattina presto, ed io avevo giacca a vento,cappello di lana, sciarpa e guanti, ma il vento ti entra da tutte le parti perché le jeep sono scoperte. In questo lodge la mattina ci consegnavano una borsa dell’acqua calda e devo dire che faceva molto comodo oltre ad una coperta. Anche questa volta non siamo riusciti a vedere il leopardo e devo dire che Brian ha fatto di tutto per cercarlo ed alla fine molto carinamente ci ha regalato una foto che aveva scattato ad un leopardo sdraiato su un albero. Magra consolazione per noi ma abbiamo apprezzato il gesto.

06 agosto – Dopo l’ultimo safari mattutino partiamo per Johannesburg dove dormiamo una notte vicino all’aeroporto in attesa del trasferimento per Tswalu.

07 agosto – In mattina ci trasferiamo al solito aeroporto e con un volo (eravamo in 7) arriviamo alla riserva di Tswalu. Questa è la riserva privata più grande di tutto il Sud Africa. E’ circa 100.000 ettari. Dopo pranzo il nostro ranger Richard con Moses (è il tracker, cioè l’uomo che segue le tracce degli animali) a tutta velocità (si fa per dire) ci portano ai confini della riserva perché stavano trasferendo un rinoceronte nero da una riserva ad un’altra perché in questo modo i nuovi nati avrebbero avuto un altro dna e non si accoppiano fra consanguinei. Ci sembrava di essere su un documentario di National Geographic. Noi siamo arrivati quando dall’elicottero avevano già sparato per addormentare il rinoceronte, a questo punto gli hanno messo in bocca una specie di tubo per respirare, gli hanno fatto tutte le analisi, tenevano sempre sotto controllo la pressione, gli hanno forato il corno per mettere dentro un microchip, ed alla fine con uno strumento che dava delle scosse lo hanno rimesso in piedi e caricato in un furgone per trasportarlo in un’altra riserva. Richard ci diceva che qualche volta questo capita con i leoni maschi ma oggi eravamo stati fortunati a vedere il rinoceronte nero, che poi si distingue da quello bianco non per il colore della pelle sono entrambi grigi ma per la diversa forma della bocca e per come mangiano (quando i boeri arrivarono sentirono dai nativi chiamare “wide” – dalla bocca larga – un tipo di rinoceronte; confusero la parola wide con white e quindi il rinoceronte dalla bocca larga venne chiamato white rhyno). Lo abbiamo potuto toccare ed ha una pelle durissima e poi abbiamo scoperto che il gruppo che era con noi in aereo era lo staff addetto a tutte queste operazioni. Era simpaticissimo l’uomo che perforava con un trapano a mano il corno e poi dopo aver immesso il microchip e chiuso il buco, mi diceva “guarda che artista, altro che Leonardo da Vinci”.

08-09 agosto – In questa riserva abbiamo passato altri due giorni e gli animali che finora non avevamo mai visto sono stati i suricati, animali ganzissimi, sembrano i periscopi dei sottomarini quando si alzano per vedere, aardworf (animale che fa parte della famiglia delle iene, ma sembra più un incrocio fra uno sciacallo ed una iena anche se è di pelo rosso con striature) volpe rossa ed un formichiere..

In tutte e due questi lodge il servizio è impeccabile, i lodge sono stupendi, ma si ingrassa perché il mangiare è buonissimo, ti fermi sia a metà mattinata che al tramonto per uno spuntino! Che poi proprio spuntino non è perché fra crepes, salsicce, biltong (carne essiccata), arachidi, vino, birra sembra un pranzo! 10 agosto – Anche qui facciamo l’ultimo safari mattutino ed al ritorno al lodge ci sono venuti a prendere per portarci a Upginton. Pernottiamo in una suggestiva guest house (Le Must) sul fiume.

11 agosto – La mattina presto ci vengono a consegnare l’auto e partiamo per Springbok percorrendo circa 400 km. Come sempre mio marito quando la guida è a sinistra all’inizio fa i soliti “casini” fra tergicristalli e frecce, ci fermiamo a comprare il pane e biltong per il giorno ed iniziamo il viaggio verso Springbok con la speranza di vedere il deserto fiorito. Non hanno saputo dirci in hotel se lo potevamo vedere perché non sapevano se era piovuto. In circa 400 km abbiamo incrociato 5 (e dico cinque) auto! Non c’è nessuno e le strade sono tutte diritte, ogni tanto appena avvistata una curva facevamo “festa”!! Dopo circa 200 km abbiamo cominciato a vedere i primi fiori ai lati della strada prima viola, poi gialli, bianchi, arancione, rosa. Ci siamo fermati poco dopo a fare le foto fra i fiori gialli ed il profumo è talmente intenso e buono che uno starebbe ore a sentirlo. Un mazzo di margherite bianche può arrivare ad essere alto circa 50/60 cm ed io non ce la facevo ad abbracciarlo tutto. Bellissimo, abbiamo fatto delle foto stupende, il contrasto fra questi fiori e la terra rossa è eccezionale. Ci fermiamo a pranzare per la strada fra i fiori con il solo rumore del vento. Facciamo benzina, costa circa 1 euro al litro, ed arriviamo nel primo pomeriggio a Springbok (piccolo paese di circa 3.000 abitanti che da agosto ad ottobre triplica perché è il punto di partenza per le escursioni. Noi dormiamo per tre notti a circa 27 km a Naries al Namakwa Mountain in un posto isolato fra le colline. E’ freddo ed il vento non smette un secondo di soffiare. Appena entrati nel nostro bungalow, oltre ad ammirarle perché è incastrato fra le rocce di granito ne approfittiamo per fare il bucato, con questo vento in 30 minuti si asciuga tutto. Usciamo e facciamo una passeggiata per fotografare tutti questi fiori. E’ molto difficile raccontare perché il profumo è forte, ci sono fiori stupendi, abbiamo trovano un enorme mazzo basso simile a delle margherite viola che solo quello vale il viaggio che abbiam fatto. Ritorniamo nel nostro bungalow ad ammirare il tramonto.

12 agosto – Avevamo prenotato un escursione con il gruppo De Beers per poter vedere i relitti che negli anni si sono arenati sulla spiaggia. La zona vicina al mare fra la Namibia ed del Sud Africa è proprietà della De Beers ed è zona diamantifera per cui si accede solo con un permesso (se non ricordo male sono pochi anni che l’azienda rilascia i permessi) dopo aver scannerizzato ed inviato i passaporti. Dal nostro hotel percorriamo circa 120 km per raggiungere il punto dove c’è una guida della De Beers che ci accompagna per tutta la mattina a fare questa escursione. Siamo soli noi due ed il paesaggio è stupendo, oceano da una parte e piante, molte fiorite, dall’altra. Vediamo due relitti sulla spiaggia, ce ne sarebbe un terzo ma ormai non c’è rimasto molto. Comunque è stata un’esperienza interessante.

Nella strada asfaltata sempre di proprietà privata c’era un cartello di attenzione alle tartarughe, beh, dopo circa 3 km una era sulla strada che stava attraversando. Ci siamo fermati a fare le foto, tanto non scappava! Dopo altri 10 km c’era una famiglia di suricati sulla strada a riscaldarsi, ma questi sono scappati subito e li abbiamo osservati con il binocolo uscire dalle loro tane.

13 agosto – Oggi avevamo prenotato la visita alla miniera per vedere l’estrazione dei diamanti a Kleinzee. Arriviamo e dopo aver passato un check-point ci dicono di cambiarci le scarpe e di non portare nulla con noi escluso le macchine fotografiche. Ci portano in un altro check-point perché tutte le macchine fotografiche e video devono essere sigillate con un adesivo che non possiamo rimuovere nel vano batterie. A questo punto ci fanno passare con un badge elettronico fra due porte (per me ci hanno fatto i rx, che se almeno me li consegnavano evitano in futuro di farli a casa!) ed alla fine con un pulmino abbiamo iniziato l’escursione. Prima tappa a vedere una colonie di otarie (saranno state 350.000, ultime stime) ed anche qui al contrario della Namibia appena ti avvicinavi a piedi scappavano, per cui ci siamo fermati subito per rischiare di non far morire i piccoli, visto che i grandi non stanno a vedere chi hanno davanti. Dopo ci hanno portato a vedere come funziona l’estrazione dei diamanti sia dal mare che da terra, ed infine una dragline enorme, alta circa 100 metri, veramente impressionante. A questo punto ci hanno riportato indietro e ci hanno “ordinato” di pulire le scarpe sia con una macchinetta apposta che con una spazzola di ferro, hanno ricontrollato macchine fotografiche ed infine ci hanno fatto passare sempre fra due porte ma da un’altra parte da dove eravamo entrati. Sia mio marito che io siamo stati dentro pochi secondi, ma altre due persone che erano con noi sono stati 20 minuti. Le scarpe le abbiamo riconsegnate al punto di inizio. 14 agosto – Partiamo verso St. Helena Bay percorrendo circa 500 km. Siamo passati dalla zona desertica a foreste, dove potevi benissimo essere in Trentino, a vallate coltivate a grano, dove ad un certo punto un aereo di colore giallo per disinfestare sarà passato a non più di 5 metri sopra la nostra auto!! Più scendevamo verso Città del Capo e meno fiori c’erano. Arriviamo ad nostro hotel sull’oceano (Oystercatcher Lodge) ed i proprietari uno svizzero Luc che si è trasferito qui avendo sposato una sudafricana ci accoglie parlando italiano. Felicissimi perché non è che sappiamo l’inglese molto bene possiamo parlare un po’ di più di questo paese.

15 agosto – Luc ci consiglia dove possiamo passare la giornata. Andiamo in un parco a circa 50 km di distanza per l’osservazione degli uccelli e dune bianche e poi da qui ci dirigiamo verso Paternoster dove arriviamo per l’ora di pranzo. Luc ci aveva consigliato un ristorante sul mare che si chiama Voorstrand dopo un po’ che avevamo ordinato pesce mio marito mi dice che secondo lui di fronte a noi c’è una balena, prendiamo il binocolo, anche se si vedeva ad occhio nudo e dopo poco ne spuntano altre due. Le balene che transitano in questo periodo sono le Southern Right Wale (così che ci hanno detto).Pranzare e nello stesso tempo vedere le balene è emozionante. 16 agosto – Oggi è il giorno fatidico della partita di rugby per cui partiamo presto per consegnare l’auto in aeroporto e poi con un taxi arriviamo alla nostra Welgelegen Guest House. Ritiriamo i nostri biglietti e dopo che Danielle ci ha prenotato un taxi con tariffa fissa ce ne andiamo allo stadio Newlands. Il tassista ci sente parlare in italiano e ci dice che lui è iugoslavo, venuto via ancora quando c’era Tito e che ci riprende lui alla fine della partita. Ci siamo resi conto che è molto difficile avere i biglietti per questa partita perché appena parlavamo con la gente che avevamo questi biglietti tutti ce li volevamo comprare per cui non ringrazieremo mai abbastanza Marcello per questa occasione. Nel prezzo dei biglietti avevamo anche il pranzo con i supporters degli Springboks e ci siamo diretti (con la speranza di trovare il posto) al pranzo. Noi tutti gli anni andiamo a Roma a vedere il torneo delle Sei Nazioni, ma qui il rugby è lo sport nazionale (insieme al cricket) per cui stare ad un pranzo con tutti di loro è un’esperienza unica nella vita. Ad un certo punto mentre stavamo mangiando arriva un ex giocatore degli Springobks insieme ad un altro che non mi è faccia nuova. Ci penso e dopo un po’ dico a mio marito, “accidenti, quello è Nick Mallett l’allenatore della nazionale italiana di rugby”. Viene intervistato da questo ex giocatore anche sulla sua esperienza in Italia. Dopo il pranzo ci incamminiamo verso lo stadio e Nick Mallett ci passa talmente vicino che non posso fare a meno di dire “noi saremo probabilmente fra i pochi italiani che vedranno questo match” al che lui molto gentilmente si ferma a parlare con noi sul rugby, sulla nazionale italiana e su questa partita. Beh! mi ripeto, ma il rugby è veramente un altro sport. E poi Nick Mallett come allenatore degli Springboks detiene vari record. Entriamo dentro lo stadio (da fuori sembra un normale palazzo) e come prima cosa vediamo che in tutti i posti a sedere ci sono dei tamburi. Nel centro del campo si alternano cantanti e ballerini, da una parte del campo e dall’altra si stanno scaldando le due nazionali e non finiamo più di fare foto. Il rumore è talmente tanto che usciamo dallo stadio frastornati! Gli All Blacks hanno vinto 19 a 0 e gli Springboks hanno giocato maluccio. Finita la partita il nostro tassista ci ha ritrovati al punto stabilito e siamo ritornati in hotel.

Esperienza indimenticabile.

17 agosto – Dopo la sbornia di rugby del giorno prima oggi andiamo a visitare il Kirstenbosch Giardino Botanico sotto le Table Mountain, la cittadina di Muizenber cercate St. James beach è la spiaggia dove ci sono le cabine colorate, False Bay, i pinguini a Boulder (in questo periodo i piccoli sono già nati ed aspettano di finire di cambiare le penne prima di andare in acqua), Il Capo di Buona Speranza, i dodici apostoli. 18 agosto – Oggi abbiamo visitato le cittadine di Stellenbosch, Paarl, Franschhoek con assaggio di vini, formaggi e cioccolata nelle Tenute. Non dico che ritorniamo un po’ alticci, ma poco ci manca. Le Tenute sono in stile olandese ed in alcune si può pernottare.

19 agosto – Oggi siamo andati a Hermanus per vedere le balene ed anche qui siamo fortunati perché riusciamo a vederne 4/5 di cui una molto vicina. Se sentite una sirena vuol dire che sta passando una balena.

20 agosto – Partiamo presto al mattino per passare attraverso vallate e passi montani alcuni belli altri un po’ meno.

21 agosto – In mattina andiamo a visitare con una guida una township. La nostra guida ci fa visitare una scuola, uno stregone, una chiesa, un hotel ed infine una casa. Nella visita è compresa l’entrata al Museo del Sesto Distretto.

Nel pomeriggio dovevamo andare a Robben Island, ma il traghetto non parte per il troppo vento.

22 agosto – L’ultimo giorno lo lasciamo per visitare Città del Capo e fare acquisti.

23 agosto – Abbiamo il volo alle 7,00 per Francoforte per cui ci alziamo presto ed arriviamo la sera stanchi ma felici a Firenze.

Anche questo viaggio è finito ed alcuni di questi ricordi saranno indelebili. Il Sud Africa è un paese bellissimo anche se per noi non è l’Africa vera. E’ un paese dai mille contrasti ma allo stesso modo indefinito, un paese affascinante.

Qualche consiglio: Noleggiare un auto: per la strada abbiamo visto tanti autostoppisti ma per non rischiare non ci siamo mai fermati. In totale abbiamo percorso circa 2.000 km e non ci siamo mai sentiti insicuri. Ricordate di fare benzina quando il serbatoio è a metà. Abbiamo visto molta polizia per le strade, rispettate sempre i limiti di velocità. Non fermatevi quando vedete un cartello tondo con una S barrata può essere pericoloso. Le strade che abbiamo percorso anche quelle non asfaltate sono in buono stato. Ai distributori la benzina si paga in contanti non sono accettate carte di credito ed una mancia al ragazzo che vi fa benzina non dico che sia obbligatoria ma quasi.

Mance: in Sud Africa pur non essendo obbligatorie sono praticamente consigliate in quasi tutti i servizi, ristoranti (di solito è il 10% del costo del pranzo.), facchini, ranger, autisti, tassisti , ecc.

Cibo e bevande: non abbiamo mai trovato qualcosa di veramente cattivo. Il pesce è ottimo, provate il Kingkilp – pesce dalla carne tenera e bianca – il Line fish è il pesce pescato del giorno; la carne specialmente quella di struzzo si scioglie in bocca e per non parlare dei dolci, provate il Malva Pudding.

Rimborso IVA: in Sud Africa vogliono vedere tutta la merce che avete comprato prima di rimborsarvi l’iva. Se avete qualcosa da spedire in valigia, prima passate da questo ufficio e poi fate il ckeck-in.



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