Alla scoperta degli States per festeggiare 50 anni

Un viaggio nell'Est degli Stati Uniti per visitare Boston, New York e Philadelphia
Scritto da: timsah
alla scoperta degli states per festeggiare 50 anni
Partenza il: 04/08/2017
Ritorno il: 13/08/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €

Ad agosto compio 50 anni e voglio regalarmi un viaggio in USA. E’ da bambina che ho questo sogno nel cassetto e mi sembra arrivata l’ora di realizzarlo. Nel mese di gennaio prenoto il volo per me e mio marito, sul sito Alitalia, con andata Roma /Boston e ritorno New York/Roma, pagandolo € 1.400,00. Successivamente acquisto l’assicurazione per l’eventuale annullamento direttamente all’agenzia AXA, di proprietà di un amico e sottoscrivo la polizza sanitaria on-line con Coverwise per la somma totale di € 63,00 con massimale illimitato. Prima della partenza mi premunisco del visto ESTA (esta.cbp.dhs.go – € 14,00 a persona), compro 2 city pass per 3 attrazioni di New York per la somma di € 150,00 ed il biglietto del pullman Boston/New York con Greyhound per la somma di € 73,00.

04.08.2017: Roma-Boston

Il giorno della partenza è il 4 agosto. Il volo è perfetto e le ore scorrono velocemente; vediamo dei film, dormiamo un pò, leggiamo qualche rivista ed assaporiamo il catering di bordo che è squisito. All’arrivo, all’aeroporto Logan di Boston, il ritiro bagagli e le formalità alla dogana sono veloci e in men che non si dica siamo pronti per prendere la Silver Line, la linea metro (Terminal E – Arrivals Level) che porta gratuitamente alla stazione di South Station; da lì in taxi (17$) giungiamo al b&b Encore, in W 116 Newton St., dove abbiamo prenotato per 2 notti (240 $ a notte per la doppia con prima colazione, da pagare in contanti o con la carta di credito). Scelta azzeccatissima per l’ottimo rapporto qualità/prezzo, la pulizia, la cortesia del proprietario e la vicinanza al centro (il Prudential Center è raggiungibile in 10 minuti a piedi). Il b&b all’esterno si presenta come una casa dai tipici mattoni rossi, in arenaria, con una ripida scala che conduce al portone d’ingresso. Le camere sono situate al secondo e terzo piano e pertanto, bisogna salire a piedi perché non c’è ascensore. All’arrivo Reinhold, il proprietario, ci mostra la nostra stanza, la “Robbins”, molto spaziosa, arredata con un bel letto matrimoniale, un salottino con poltroncine rosse, un tavolinetto e un televisore; è luminosissima e ha un comodo bagno con vasca/doccia dotato di sapone, bagnoschiuma e shampoo. C’è pure un armadio a muro con asse e ferro da stiro. E’ tutto perfettamente pulito e curato nei minimi dettagli. Inoltre, ci consegna un modulo sul quale va indicato l’orario e ciò che si desidera per la colazione. Sarà così anche per i giorni successivi; il modulo lo troveremo sui comodini e andrà lasciato in cucina la sera prima. Non sappiamo però, che le dimensioni dei dolci sono maxi e quindi, l’indomani rimaniamo senza parole quando ci ritroviamo a mangiare 2 muffin enormi, 2 cornetti, altrettanto grandi, 2 piatti di yogurt, granola di cereali e frutta mista oltre al latte ed al caffè americano. La sala per la colazione, piccola ma accogliente, si trova al secondo piano, proprio accanto alla nostra stanza; ha grandi finestre dalle quali è possibile ammirare uno scorcio del quartiere con le caratteristiche dimore a schiera e i classici bow-window, un unico tavolo per 4/6 persone, apparecchiato con cura, il muro in pietra, arricchito da maschere. Per cena abbiamo prenotato allo Stephi’s On Tremont, che si trova su Tremont St., a circa 5 minuti a piedi dall’Encore. Mangiamo un piatto di calamari fritti tenerissimi ed un’insalata della casa; paghiamo 45 $ comprese 2 lattine piccole di birra. Siamo così stanchi, che appena rientrati, cadiamo tramortiti sul letto e ci addormentiamo senza neanche accorgercene.

05.08.2017: Boston

Il giorno successivo, dopo una prima colazione pantagruelica, con l’autobus n. 43 (il biglietto si fa sul bus ed il tragitto è di circa 10/15 minuti), che passa su Tremont Street, appena fuori dal b&b, arriviamo al Boston Common Visitors Center, ovvero al punto dal quale parte il Freedom Trail, il percorso storico della città contraddistinto da mattoncini rossi.

Attraversiamo il Boston Common, il parco pubblico più vecchio d’America, dove è posizionato un chiosco con tutte le informazioni sul percorso e la possibilità di prenotare visite organizzate e ci dirigiamo subito al Massachusetts State House, il bel campidoglio dalla cupola dorata, che spicca sulla sommità della collina di Beacon Hill. Si tratta di uno degli edifici più antichi di Boston (1798) e tuttora senatori e rappresentanti del Governo vi si riuniscono per l’attività politica giornaliera del Commonwealth. Noi lo vediamo solo dall’esterno perché è chiuso ma normalmente, l’ingresso è libero e si può partecipare a una visita guidata gratuita di circa 40 minuti. Successivamente visitiamo nell’ordine: il Granary Burying Ground: il cimitero storico che ospita le figure più autorevoli della Rivoluzione come Sam Adams, John Hancock, Paul Revere, James Otis, la famiglia di Benjamin Franklin e le vittime del Boston Massacre; la King’s Chapel & Burying Ground, uno degli esempi più raffinati di architettura georgiana fra le chiese in Nord America (all’interno si trova anche una campana realizzata da Paul Revere) con l’adiacente cimitero dove sono ospitate alcune fra le più antiche tombe di Boston, fra cui quella di una passeggera della Mayflower (Mary Chilton) e quella del governatore del Massachusetts John Winthrop; la Boston Latin School, la prima scuola pubblica d’America (anche se riservata ai soli maschi), nei cui pressi si trova un mosaico che segna il punto dove quest’antica istituzione sorgeva e dove studiò uno dei suoi più famosi alunni, Benjamin Franklin, a cui è stata eretta una statua commemorativa; l’Old State House dal cui balcone nel 1776, fu data lettura pubblica della Dichiarazione d’Indipendenza; il Site of the Boston Massacre, un anello di ciottoli che ricorda il luogo del cosiddetto “Massacro di Boston”, dove le milizie inglesi fecero fuoco sui cittadini uccidendone 5; il Faneuil Hall, un edificio sede di tante adunate e discorsi di rivolta nei cui pressi si trova il Quincy Market, con all’interno numerosi chioschi gastronomici dove è possibile fermarsi per uno spuntino; la Casa di Paul Revere, il patriota che avvistato il segnale delle 2 torce accese sulla Old North Church, partì al galoppo per avvertire i compagni di Lexington dell’arrivo delle truppe inglesi e l’Old North Church, la più antica chiesa di Boston. Attraversato il Charleston Bridge, arriviamo alla USS Constitution, la nave più antica della Marina statunitense, varata nel lontano 1797, che si trova ormeggiata permanentemente nel porto di Charlestown. Infine ci inerpichiamo fino al Bunker Hill Monument, un obelisco di granito simile al celebre monumento di Washington DC, eretto per commemorare la battaglia di Bunker Hill del 17 giugno 1775 e saliamo i 294 gradini per ammirare dall’alto uno splendido panorama della città. Ritornando indietro sui nostri passi, siccome è ora di pranzo, ci dirigiamo verso Salem St. dove al n. 65 si trova Pauli’s, un locale spartano ma conosciutissimo per i panini all’aragosta. Noi ne prendiamo uno con contorno di patatine fritte, spendendo 21 $. Il pomeriggio lo dedichiamo alla visita dei quartieri di Beacon Hill, la cui strada più interessante è quella di Acorn St. e di Back Bay, con l’elegante Newbury St. Per finire arriviamo a Copley Square, una grande piazza sede della Old South Church e della Trinity Church, che non riusciamo a vedere perché entrambe chiuse, nonché della Biblioteca Pubblica di Boston, la prima biblioteca ad offrire prestiti gratuiti in America. Facciamo anche un giro nel Prudential Center, un grande centro commerciale dove si può salire fino al 50° piano per ammirare il panorama di Boston a 360°, prima di rientrare al b&b. Per cena abbiamo comprato un panino al Tremont Market & Deli che consumiamo in camera: siamo troppo stanchi per uscire di nuovo.

06.08.2017: Boston-New York

La mattina abbiamo in programma di visitare Harvard per cui prendiamo il pullman n. 1 all’incrocio tra Massachussets Ave e Tremont St. fino al quartiere di Cambrige, sede di una delle università più famose al mondo. Non ci sono in giro studenti, tutti a casa per le vacanze estive, ma riusciamo ugualmente a respirare l’aria del campus ammirando gli edifici delle varie facoltà con i curatissimi prati e facendoci la foto dinanzi alla statua del fondatore. Dal finestrino dell’autobus che ci sta riportando indietro, vediamo l’edificio sede del MIT (l’Istituto di Tecnologia del Massachusetts), ma non possiamo fermarci perché siamo in ritardo: abbiamo infatti, solo il tempo di riprendere i bagagli nel b&b ed in taxi raggiungiamo la South Station dove ci aspetta il pullman per New York. Arriviamo alla stazione di Port Authority, dopo circa 4 ore e mezza di viaggio, qui acquistiamo 2 metro card 7-Day Unlimited-Ride, al costo 32$ a persona, valida per 7 giorni di viaggi illimitati su subway e bus locali, che si rileverà utilissima nei giorni successivi; poi, prendiamo un taxi fino al quartiere dell’East Village dove ha casa un amico che ci ospiterà per le prossime 6 notti. James ci mostra la nostra stanza e per cena ci consiglia un pub vicino, il Royale, dove mangiamo il nostro primo hamburger americano (30$ per 1 panino con hamburger e cipolla + 1 insalata di rucola, mela e pollo grigliato + 1 birra).

07.08.2017: New York

Al risveglio scopriamo che piove; non demordiamo e muniti di ombrello partiamo alla scoperta di NY. Con l’autobus M14D arriviamo fino ad Union Square: è lunedì ed in piazza c’è un colorato mercato ortofrutticolo; camminando sulla Broadway giungiamo in Madison Square Park dove vediamo il Flatiron Building, un grattacielo particolare a forma triangolare che ricorda la prua di una nave. Continuiamo a camminare fino all’Empire State Building ma non entriamo perché diluvia e decidiamo di rimandare la salita all’osservatorio; ci dirigiamo quindi, al Rockefeller Center di cui ammiriamo i bei giardini esterni con la fontana dorata del Prometheus; sotto c’è il centro commerciale nel quale si trova la biglietteria del Top of the Rock, che prenotiamo per l’indomani sera. All’uscita andiamo alla cattedrale di S. Patrick, (ingresso gratuito tutti i giorni – 7.30/20.30) e dopo, poiché è ora di pranzo, facciamo una sosta al W Cafè tra la 5 th Ave e la 36 Th, dove prendiamo roba d’asporto pagandola a peso (23$). Una soluzione comoda ed economica che adotteremo anche nei giorni a venire. Il tour quindi, continua con la visita alla New York Public Library (ingresso gratuito – 10.00/18.00), di cui visitiamo le grandi stanze affrescate dedicate alla lettura e con quella al Grand Central Terminal, dall’immensa hall con volta stellata, vista in molteplici film. Successivamente vediamo il Crysler Building e lungo il percorso fino al Palazzo di vetro dell’ONU, incontriamo altri 2 edifici degni di nota, il Chanin Building, in arte decò, con fregi in terracotta e il Daily News Building, con un mappamondo girevole all’ingresso. Torniamo indietro con l’autobus M42 fino alla 5° Avenue e da lì a piedi andiamo ad Herald Square da Macy’s, il grande magazzino più famoso al mondo. Poiché per cena vogliamo provare qualcosa di tipico americano cioè i macaroni and cheese (pasta corta, cotta al forno e condita con formaggio cheddar sciolto in una sorta di cremosa besciamella con l’aggiunta di parmigiano), in metro ci dirigiamo nel quartiere di East Village al locale S’Mac, in 197 1st Avenue, At The Corner Of 12th. Ordiniamo una porzione di macaroni, che ci vengono serviti in una padella bassa dalla quale vanno direttamente mangiati: sono saporiti e ci rifocillano dopo l’intensa giornata. Spendiamo 15$ comprese 2 lattine di coca-cola. Torniamo a casa distrutti dal tanto cammino con la voglia soltanto di una bella dormita.

08.08.2017: New York

La nostra tabella di marcia prevede al mattino, la visita di Greenwich Village e una passeggiata sulla High Line. Con il bus arriviamo a Washington Square Park, famosa per il grande arco e le belle dimore che la circondano; visitiamo il quartiere percorrendo Gansevoort Street fino all’ingresso della High Line, il primo parco sopraelevato degli Stati Uniti, la cui bellezza e la particolarità è data, oltre alle spettacolari viste che offre e ai passaggi ravvicinati vicino agli edifici, al fatto che siano stati mantenuti ampi tratti dei binari originali. Camminiamo nel parco da sud a nord fino a quasi l’uscita prima di tornare indietro per andare a pranzo al Chelsea Market, un grande loft culinario ricavato dall’ex fabbrica dei biscotti Oreo (l’edificio si trova precisamente sulla 9th avenue tra la 15th e la 16th street). Nel pomeriggio in metro arriviamo al Madison Square Garden, grande arena dove si tengono avvenimenti sportivi e concerti, di cui vediamo solo l’ingresso con la biglietteria, prima di dirigerci all’Empire State Building, salendo al 102° piano per ammirare un panorama di New York mozzafiato. All’uscita facciamo un salto al Bryant Park, una piccola oasi di verde nel centro cittadino, dove i newyorkesi amano rilassarsi seduti ai numerosi tavolinetti o sdraiati sul’erba, consumando cibo da asporto. Ora la nostra prossima tappa è Times Square, caotica, dai mille colori, fantasmagorica; ci perdiamo tra le luci dei tanti display posizionati ovunque e la calca sovraumana. Camminiamo anche lungo la Broadway per ammirare i numerosi teatri che si trovano concentrati nell’area tra la sixth ave e la ninth ave. Una sosta a Pret a manger per uno yogurt e poi, alle 19.30 siamo al Rockefeller Center per gustarci il tramonto dall’osservatorio del Top of the Rock. Mano mano che il sole cala, la città si accende e mentre dall’Empire lo sguardo spazia a sud fino alla punta estrema di Manhattan, qui puoi vedere anche la parte a nord che comprende il polmone verde di Central Park. Bellissimo! Per cena ci fermiamo nei pressi di Times Square da Five Guys (2 hot dog + 1 coca- cola grande, 15$) prima di riprendere la metro che ci riporta a casa.

09.08.2017: New York

Stamattina andiamo a conoscere Lady Liberty. Con la metro arriviamo fino a Battery Park da dove partono i traghetti per la Statua della Libertà ed Ellis Island. Facciamo la fila per acquistare i biglietti e poi, ci avviamo al molo per l’imbarco. La traversata è estremamente suggestiva: guardando indietro ecco uno scorcio strepitoso di Lower Manhattan con i suoi grattacieli che si stagliano nel cielo di un blu intenso mentre davanti si erge Lady Liberty in tutto il suo splendore. Appena sbarcati raggiungiamo i piedi della Statua. Per accedere al suo interno e salire fino alla corona, è necessario prenotare la visita con parecchi mesi di anticipo per cui noi ci accontentiamo di girarle intorno per fotografarla da diverse angolazioni. Ripreso il traghetto, scendiamo ad Ellis Island per visitare il Museo dell’Emigrazione: vediamo l’immensa sala dove venivano riuniti gli emigranti appena arrivati in America prima di essere schedati, visitati e curati, se malati; ci sono anche i dormitori con dei rudimentali bagni, la posta e l’agenzia di cambio. Solo dopo avere trascorso un periodo di 40 giorni sull’isola, gli emigranti venivano trasferiti a New York e potevano iniziare la loro nuova vita negli Stati Uniti. Tornati sulla terraferma, dopo un pasto veloce in un negozio della catena Fresh and Co, iniziamo l’esplorazione del quartiere di Lower Manhattan: salendo lungo la Broadway incontriamo prima il Charging Bull, la famosa statua in bronzo del Toro di Arturo Di Modica, simbolo del Distretto Finanziario e poi, la Trinity Church; svoltiamo in Wall Street, per vedere la Borsa di New York (New York Stock Exchange), per poi proseguire verso la Federal Hall National Memorial, il cui ingresso è gratuito, contraddistinta da un’enorme statua di G. Washington e più avanti, la Federal Reserve Bank. Ci dirigiamo quindi, verso il World Financial Center e Ground Zero dove si trovano le enormi vasche che sono state costruite al posto delle Torri Gemelle ma non entriamo nel Museo annesso al Memoriale del 9/11 perché per noi, troppo doloroso. Facciamo anche un giro nell’Outlet 21 Century e nell’Oculus, un grosso centro commerciale progettato da Calatrava, che si trovano proprio lì vicino. Dopo la visita a St. Paul’s Chapel, la chiesa più antica di Manhattan, andiamo verso il City Hall, il Municipio di New York. Dalla stazione di Fulton Street prendiamo la metro 2 in direzione Brooklyn e scendiamo a Clark Street. Gironzoliamo un pò ammirando le belle dimore fino ad arrivare sulla Promenade, da cui è possibile vedere un sorprendente panorama di Lower Manhattan e del maestoso Ponte. Continuiamo a camminare fino ad arrivare nel quartiere di Dumbo ed al Brooklyn Bridge Park, un piacevole parco situato proprio sotto al Ponte di Brooklyn e a quello di Manhattan. C’è tanta gente seduta sull’erba ad aspettare che il sole tramonti ed anche stavolta rimaniamo stupiti dalla città che si illumina, chiusa tra i due Ponti. Per cena mangiamo da Shack Shack ( 2 panini con pollo + 1 birra grande, 23$) prima di attraversare il ponte di Brooklyn a piedi (l’ingresso del Ponte, all’interno del quartiere di Dumbo, si trova in un sottopassaggio all’incrocio tra Washington Street e Prospect Street, in cui sono presenti le scale che portano al livello della passerella per i pedoni). Con una piacevole passeggiata di circa 30 minuti siamo nuovamente in zona City Hall; da qui prendiamo il bus e torniamo a casa: anche questa giornata è finita.

10.08.2017: New York

Oggi abbiamo in programma di andare a Central Park, per questo abbiamo prenotato on-line le biciclette sul sito www.centralparkbicycleshop.com, pagando $ 32,16 per 2 ore. L’ufficio si trova in 208 w 80th Street. Entriamo nel parco da Columbus Circle, una grande piazza con al centro la statua di Cristoforo Colombo, ed iniziamo il giro. A tratti l’impresa è faticosa per il continuo alternarsi di salite e discese e peraltro, molte attrazioni non sono bene segnalate per cui ce le lasciamo alle spalle senza neanche accorgercene. Riusciamo comunque, a vedere un laghetto artificiale sulle cui sponde si trovano la statua di Hans Christian Andersen e quella di Alice nel Paese delle Meraviglie, arrivando fino al Reservoir, il lago artificiale più grande di tutto il parco. Riconsegnate le bici, ci dirigiamo al Time Warner Center, un centro commerciale in Columbus Circle, per mangiare al Whole Foods Market. Il pomeriggio lo dedichiamo alla 5°Avenue, che percorriamo da Grand Plaza Army, circondata da alberghi di lusso, fino alla cattedrale di St. Patrick: è proprio in questo tratto di strada, infatti, che c’è la maggiore concentrazione di negozi firmati (Tiffany, Cartier, Armani, Prada, Versace ecc…) oltre alla famosa Trump Tower. In una traversa c’è pure il MOMA ma noi desistiamo dall’idea di visitarlo per dedicarci un pò allo shopping. In conclusione, stanchi ed affamati, prendiamo la metro e scendiamo nei pressi del locale Bobwhite Lunch and Supper Counter, in 94 Avenue C, (East Village), dove abbiamo prenotato per la cena, la cui specialità è il pollo fritto (1 pollo fritto con patatine + salse + 1 lattina di birra, 22$). A piedi poi, torniamo a casa.

11.08.2017: New York/Philadelphia/New York

Stamattina sveglia presto perché c’è da prendere il pullman per Philadelphia. Con i mezzi arriviamo alla stazione di Port Authority ed alle 9 siamo già in partenza per la capitale della Pennsylvania, arrivando alle 11. Per prima cosa andiamo all’Indipendence Visitor Center, poco distante dalla stazione Greyhound dove siamo arrivati, dal quale parte il nostro tour della città, iniziando dall’Historical Park, che sorge nella parte vecchia della città e racchiude al suo interno edifici e luoghi che furono lo scenario di importanti avvenimenti inerenti la Rivoluzione Americana. Il cuore della zona è l’Indipendence Hall, edificio patrimonio mondiale dell’UNESCO, luogo in cui sono stati discussi ed approvati alla fine del 18 °secolo, la Dichiarazione di Indipendenza e la Costituzione degli Stati Uniti d’America. Vediamo anche la Liberty Bell Center, la campana simbolo della Libertà del popolo americano. Girovaghiamo un pò nel Parco, ammirando le costruzioni storiche ed arriviamo alla Old City (Città Vecchia), di cui percorriamo la Elfreth’s Alley (2nd Street tra Arch Street e Race Street), una stradina che riesce a riportare nella Philadelphia dell’800 con le sue case in mattoncini rossi. Poi, al 239 di Arch Street, vediamo la Betsy Ross House, dove pare che sia stata cucita la primissima bandiera dei neonati Stati Uniti d’America. Per pranzo facciamo una sosta al Reading Terminal Market per gustare il Philly Cheesesteack, un panino lungo riempito di carne di manzo grigliata e formaggio. Quindi, ci dirigiamo al City Hall, il municipio della città, alto ben 167 metri, la cui struttura classica contrasta fortemente con la modernità dei vicini grattacieli. A seguire percorriamo a piedi il gran viale alberato che conduce al Philadelphia Museum of Art, che oltre ad essere un gran bel museo d’arte, ha fatto da palcoscenico al film Rocky III. Tutti gli amanti della serie ricorderanno la corsa sulle scale del museo che termina con Balboa che alza i pugni al cielo. Ai piedi della scalinata si trova infatti, anche una statua che Stallone fece costruire durante le riprese del film. Adesso abbiamo solo il tempo andare alla stazione dei pullman per prendere il bus che ci riporterà a New York, anche se poi, aspettiamo circa un’ora prima di partire per un ritardo. Al rientro in città ceniamo al Royale e quindi, torniamo a casa.

12.08.2017: New York/Roma

E’ il nostro ultimo giorno a New York; dedichiamo la mattina alla visita dei quartieri di Chinatown, Little Italy e Soho. Sempre con i mezzi raggiungiamo Canal Street e da lì a piedi Mott Street, una via piena di negozi di cibi esotici e mercati, fino ad arrivare alla Church of the Transfiguration, punto d’incontro della comunità cattolica cinese ed al Columbus Park, l’unico parco di Chinatown; camminando lungo Mulberry Street ci spostiamo nel quartiere di Little Italy dove in Grand Street gironzoliamo tra i tanti ristoranti italiani e i negozi di prodotti tipici; in ultimo percorriamo Greene Street, nel quartiere di Soho, famosa per gli edifici in ghisa. Ci fermiamo per pranzo in un Whole Foods Market e tornati a casa per prendere i bagagli, verso le 17.30 scendiamo in strada ad attendere lo shuttle Go Airlink (compagnia prenotata su internet, sconsigliatissima perché sempre in ritardo anche se meno costosa dei taxi; paghiamo 46,82$ contro i 62$ circa dei taxi), che deve accompagnarci in aeroporto. Arriverà dopo circa 1 ora e mezza d’attesa e innumerevoli telefonate di Giancarlo al call center. Fortunatamente l’aereo parte alle 22.00 ed abbiamo comunque, tutto il tempo per espletare con calma le formalità prima dell’imbarco.

Conclusioni

Il viaggio negli USA è molto impegnativo sia per le molteplici cose da visitare, soprattutto a New York, sia per i costi; bisogna quindi, partire super organizzati, predisponendo un itinerario anche di massima altrimenti si rischia di perdere tempo e vedere ben poco. A noi interessava conoscere più di una città americana per questo abbiamo scelto di soggiornare a Boston e a New York e di andare un giorno a Philadelphia. Ciò ha comportato che a NY, abbiamo dovuto rinunciare alla visita del quartiere di Harlem, a quella di Roosvelt Island e a tutti i principali musei (MET, Museo di Storia Naturale, Guggenheim). Volevamo infatti, andare solo al MOMA, che contavamo di visitare il venerdì pomeriggio quando l’ingresso è gratuito anche se poi, non ci siamo riusciti.

Boston e Philadelphia invece, essendo più piccole, le abbiamo girate con tutta calma, riuscendo a vedere le cose più importanti.

Boston è una città con quartieri eleganti, come South End e Back Bay, tranquilla e curata. La zona storica è interessante da visitare anche per chi non è appassionato delle vicende legate all’Indipendenza americana. Lo stesso dicasi per Philadelphia, ugualmente affascinante e più a misura d’uomo rispetto alla metropoli di NY.

Per quanto riguarda i costi, gli hotels sono carissimi ovunque e non rispecchiano lo standard italiano. Ad esempio a New York un 3 stelle, in zona centrale, viene a costare anche € 250,00 per la camera doppia, a notte, senza prima colazione (fortunatamente per noi, abbiamo potuto usufruire dell’ospitalità di James), per non parlare di Boston dove con la stessa somma riesci a soggiornare in un b&b ma non in un albergo. Anche mangiare viene un botto. Per questo consiglio a pranzo di fermarsi in uno dei tanti negozi di cibo da asporto tipo Au Bon Pan, Le Pain Quotidien, Pret a Manger, W Cafè o Whole Foods Market, che si trovano in tutte le città, mentre per cena puntare sui fast food (i più gettonati non sono quelli della catena Mac Donald bensì quelli della catena Shake Skack) meno costosi rispetto ai ristoranti che servono cucina americana (barbecue/ steakhouse) o a quelli italiani.

Card a New York per le attrazioni: la scelta della card da comprare va fatta in base alle attrazioni che si intendono visitare. Quelle più diffuse sono:

1) New York Explorer Pass, che offre pacchetti da 3, 4, 5, 7 o 10 attrazioni; i prezzi variano da $ 84 per adulto per la visita di 3 attrazioni a $ 199 per la visita di 10 attrazioni. In questo pass sono comprese le maggiori attrazioni di NY oltre al noleggio delle bici per Central Park e la crociera circle line notturna. Ad esempio si possono comprare 5 attrazioni ovvero l’Empire State Building, la Statua della Libertà e il museo di Ellis Island, il MOMA, il Top of the Rock, il Metropolitan Museum e The Cloisters, pagando $ 125. Il sito dove comprare questa card è: www.smartdestinations.com.

2) City Pass che include 6 attrazioni al costo di $ 109,18 oppure 3 attrazioni a $ 68,01. Il sito dove comprarla è: www.citypass.com. Noi abbiamo comprato quest’ultima con 3 attrazioni, visitando l’Empire State Building, il Top of the Rock e la Statua della Libertà + Ellis Island poiché non eravamo interessati ai musei né tantomeno intendevamo visitare il Memoriale del 9/11 con l’annesso museo.

Trasporti: Noi abbiamo girato New York in lungo ed in largo con la metro e i bus, comprando la 7-Day Unlimited-Ride MetroCard. Le stazioni della metropolitana sono vecchie e trascurate ma anche di sera tardi, non abbiamo mai avvertito un senso di paura; sui bus l’aria condizionata è eccessivamente alta.

Per gli spostamenti da una città all’altra ci siamo avvalsi della compagnia di bus Greyhound perché i treni costano troppo. I pullman di questa compagnia non sempre sono nuovi anzi a volte i sedili sono rovinati ma si viaggia comunque bene; hanno il bagno e il collegamento wi-fi.

Per il trasporto da e per l’aeroporto di New York, qualora non si voglia farlo con i mezzi pubblici, conviene prendere i taxi, che sono più costosi delle navette tipo Go Airlink ma più affidabili sui tempi.



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