Northeast e Blues

On the road sulla Blues Hwy e non solo
Scritto da: moreno65
northeast e blues
Partenza il: 07/08/2015
Ritorno il: 30/08/2015
Viaggiatori: 02
Spesa: 4000 €
A causa di qualche problema di troppo quest’anno, soltanto all’ultimo momento abbiamo potuto decidere di fare le vacanze, così abbiamo prenotato un volo che ci poteva andare bene e senza nessuna pianificazione ulteriore si parte.

07 agosto 2015

Siamo Moreno e Marina e questa mattina si parte per il nostro 25° viaggio negli Stati Uniti; partiamo da Milano Linate con Air France per Parigi, dove prendiamo l’Airbus 380 che ci porterà a Washington D.C… e per questo volo riusciamo a prendere i posti sull’upper deck, il ponte superiore. Arriviamo un pochino tardi ma eravamo partiti in ritardo a Parigi, ritiriamo la nostra auto, una bellissima Chevy Cruze rossa targata Virginia e via, siamo in strada… Buongiorno America, eccoci di nuovo. Siamo subito sulla bella Byway 15 che ci porta in Maryland, dove nella cittadina di Frederick abbiamo il nostro albergo prenotato per questa notte, ed arriviamo che ormai è sera.

08 Agosto 2015

Ci svegliamo presto questa mattina, sarà un po’ anche il fuso orario, colazione in albergo e si parte con una splendida giornata di sole; andiamo nella vicina New Market a sole 7 miglia, che è la più piccola e meglio conservata delle cittadine storiche tra Baltimora e Frederick. Facciamo una passeggiata su Maine Street scattando alcune fotografie e leggendo di alcune cose accadute da queste parti durante la guerra di secessione; torniamo a Frederick, molto più grande e con un centro storico ben conservato… in centro città scorre il Carrol Creek, poco più di un ruscello, che con i suoi ponti rende piacevole questa mattinata passata in questa bella cittadina. Ci spostiamo un po’ verso nord ed arriviamo a Sharpsburg; lì vicino si trova l’Antietam National Battlesfield, un bellissimo parco visitabile in auto che ricorda forse il giorno più sanguinoso della storia degli Stati Uniti, quando il 17 Settembre 1862, durante la guerra di secessione, morirono in quel giorno 22.000 soldati tra Unione e Confederati. Proseguiamo verso ovest fino alla cittadina di Cumberland e poi entriamo in Pennsylvania, dove in serata arriviamo a Bedford, ci troviamo un albergo e per cena questa sera c’è Pizza Hut.

09 Agosto 2015

Ci sono alcune cose interessanti da visitare da queste parti, e poi siamo sulla “Lincoln Highway”, la strada del Presidente, la prima strada transcontinentale d’America che parte da New York e termina a San Francisco. Parte della mattinata la dedichiamo ad un percorso che attraverso colline e fattorie ci porta a vedere alcuni ponti coperti piuttosto ben conservati. Ci spostiamo ancora un po’ verso ovest fino al “Flight 93 Nat’l Mem. Site”… questo è il luogo dove è precipitato il quarto aereo di quelli dirottati in quel terribile 11 settembre 2001. I passeggeri di questo volo si sono sacrificati… quando hanno capito l’intenzione di dirottarlo, hanno reagito ed impedito che l’aereo arrivasse a Washington D.C. contro il U.S. Capitol su cui era diretto. Ora sul luogo dell’incidente il cratere dell’impatto è stato chiuso e bonificato. Ci sono delle lapidi e le fotografie dei 40 passeggeri, mentre è in allestimento un visitor center. Tanta commozione in questo luogo. Ritorniamo sulla Lincoln Hwy verso est e rientriamo nella cittadina di Bedford per uno spuntino nel grazioso “Bird’s Nest Cafè”; prima però di entrare in città è d’obbligo scattare una foto alla Coffee Pot, la caffettiera gigante, uno dei tanti simboli di questa Highway. Nel pomeriggio lasciamo la Lincoln Hwy per andare con la I81 a nord della Pennsylvania. Ci fermiamo nella bella Harrisburg, la capitale dello Stato, poi proseguiamo sempre a nord ed in serata decidiamo di fermarci a Wilkes Barre dove troviamo un ottimo Best Western Hotel in centro città, otteniamo un upgrade con la nostra tessera Platinum in una suite, mentre per cena questa sera c’è Applebee’s.

10 Agosto 2015

Dopo l’ottima colazione dell’hotel, ripartiamo in direzione nord-est lasciando la Pennsylvania per entrare nello Stato di New York, e dopo un tratto di Interstate ci fermiamo nella cittadina di Newburgh; qua incontriamo l’Hudson River che un po’ più giù passa per Manhattan. Facciamo una passeggiata su Front Street, il lungofiume pieno di locali e ristoranti. Poi proseguiamo verso nord sulla panoramica Hwy 9W che costeggia il fiume, ma riusciamo a vederlo solo alcune volte. Così al primo ponte che incontriamo attraversiamo l’Hudson River ed andiamo più all’interno nella Dutchess County, una zona bellissima tra colline, fattorie e recinti di cavalli. Arriviamo nel piccolo ed antico paesino di Millbrook con negozi di antiquariato ed un caratteristico “diner”. Passeggiamo per la Main Street, vediamo che davanti ad alcune case ci sono dei cartelli che narrano la storia del posto, ma la cosa strana è che la spiegazione in inglese ha una perfetta traduzione… in Italiano! Infatti alcuni edifici erano attività commerciali gestite da famiglie del nostro Paese e forse anche adesso ci saranno degli Italiani che vivono da queste parti. Lasciata la bella Millbrook andiamo ancora a nord fino alla città di Hudson, non altrettanto bella per la verità. Però facciamo un giro su Warren Street, ci prendiamo un caffè e passeggiamo su questo viale lungo quasi un miglio pieno di negozi di antiquari e alcuni negozi un po’ in decadenza.

Siamo ormai alle porte di Albany, la capitale dello Stato di New York, così entriamo in città per vedere lo State Capital. E’ un po’ tardi ma siamo fortunati perché è ancora aperto. Internamente è bellissimo e visto da fuori lo è ancora di più. Non è la solita cupola stile Washington D.C. come la maggioranza delle capitali di Stato Americane, ma è un imponente palazzo in stile europeo, veramente bellissimo; lasciamo Albany attraversando un piccolo quartiere caratteristico di nuda e cruda periferia, fortunatamente c’è un po’ di traffico e fortunatamente siamo ben chiusi in auto. Andiamo ancora qualche miglia a nord e decidiamo di fermarci a Clifton Park dove ci troviamo un albergo per la notte, cena all’Outback Steakhouse e concludiamo questa giornata.

11 Agosto 2015

Oggi piove forte. La colazione al Red Roof Inn di questa notte non ci piace, così andiamo da Dunkin Donuts a fare colazione. Poi risaliamo sulla I87 nord sempre con calma perché piove forte. Troviamo un outlet e ci fermiamo per perdere un po’ di tempo nei negozi, nella speranza che il tempo migliori; infatti, in tarda mattinata il tempo migliora, o meglio, smette soltanto di piovere ed è già un successo per come era iniziata la giornata. Percorriamo altre 4 miglia e siamo a Lake George, una bella cittadina turistica affacciata sul lago con alberghi, negozi e ristoranti. Un posto di vacanza… e poi Lake George è un po’ l’ingresso sud dell’Adirondack State Park, questo vasto territorio protetto dello Stato di New York con montagne, boschi e laghi. Dopo aver trascorso del tempo e mangiato qualcosa in questa cittadina, ripartiamo lungo la Lakeshore Drive verso nord, in un paesaggio tra boschi, il lago e qualche sontuosa villa. Ad arriviamo al grazioso Bolton Landing con alcuni ristoranti ed il piccolo porticciolo sul lago. Andiamo sempre a nord sulla panoramica Adirondack Road ed arriviamo nella cittadina di Ticonderoga. Qui c’era una fabbrica di matite molto famosa ormai chiusa (è rimasto il marchio, ma la produzione si è trasferita altrove). C’è un museo, volendo da visitare, un ponte coperto e poco più avanti c’è il Fort Ticonderoga, un po’ il simbolo della guerra di indipendenza. Poi si trova anche un traghetto che attraversa la parte sud del Lake Champlain e ti porta in Vermont. In serata, dopo avere girovagato ancora un po’ tra i boschi e visto anche dei cervi, arriviamo a Plattsburgh sul Lake Champlain. Siamo ormai ad una trentina di miglia dal Quebec – Canada – Ci troviamo un albergo e ceniamo alla Texas Roadhouse.

12 Agosto 2015

Dopo colazione si riparte, andremo proprio all’interno dell’Adirondack Park. Sbagliamo quasi subito uno svincolo, ma ci troviamo in una piccola riserva protetta molto bella con un lago e, probabilmente, alcune specie di uccelli, visto l’interesse di qualche altra persona presente a fare foto verso alcuni alberi. Torniamo sulla nostra strada ed incontriamo la “Au Sable Chasm”, una profonda gola scavata nella roccia dallo scorrere impetuoso del fiume. Ci sono delle cascate, si può fare rafting o semplicemente passeggiare lungo questa gola.

Nel primo pomeriggio arriviamo a Lake Placid e ci troviamo un albergo. Siamo fortunati, il Town House Lodge è di quelli che piacciono a noi, tutto su un piano con l’auto parcheggiata davanti alla porta. Si trovano sempre più raramente queste tipologie di alberghi, oppure si trovano ma piuttosto scadenti; il nostro lodge di oggi è bello, pulitissimo e la signora è simpatica. Siamo a due passi dal centro e ce la caviamo con un centinaio di dollari. Visti i prezzi della zona, non è male. Usciamo a piedi per una passeggiata per la cittadina. Lake Placid, affacciata sul lago, è un posto di villeggiatura e poi qua per due volte ci sono state le Olimpiadi Invernali. Noi tralasciamo la visita del parco olimpico che ci interessa relativamente, però diamo un’occhiata all’edificio dell’Olimpic Center dove, in una delle piste di pattinaggio, ci sono delle ragazzine che si stanno allenando. Ci spostiamo un po’ in auto verso ovest in questo enorme Adirondack Park sempre tra le montagne, non altissime per la verità, boschi e laghetti. Facciamo molte soste per ammirare il paesaggio e qualche sentiero tra i boschi per sbucare in qualche altro piccolo lago… peccato un po’ per il tempo, sempre piuttosto nuvoloso. Sulla strada di ritorno ci fermiamo a Saranac Lake, altra cittadina di questa zona forse meno importante e più tranquilla di Lake Placid, ma altrettanto piacevole. Siamo incuriositi dal fatto che un po’ di gente si sta radunando nel piccolo parco in centro paese, c’è un palco ed alle 19:00 ci sarà un concerto… proprio una piccola cosa locale… la gente arriva con in mano la classica sedia pieghevole ed il caffè, si conoscono e si salutano tutti, musicisti compresi… credo che gli unici due non Americani e forse non del posto siamo noi. Restiamo una mezz’oretta e poi rientriamo a Lake Placid. Facciamo una doccia ed usciamo a cena al Blue Line su Maine Street con musica dal vivo. Intanto fuori la temperatura è diventata piuttosto fredda, siamo pur sempre in montagna.

13 Agosto 2015

Il lodge non offre la colazione ma solo del caffè, così visto che la “bakery” in paese è chiusa. Andiamo al vicino supermarket a fare scorta di donut e poi colazione in camera… come facevamo una volta nei primi viaggi in America, quando quasi nessuno dei motel ti dava la colazione. Ripartiamo, un altro passaggio in città girando tutto attorno al suo lago, alcuni fanno jogging, chi in mountain bike, addirittura un paio di persone stanno nuotando nel lago… con una temperatura che questa mattina è attorno ai 13 gradi. Andiamo in direzione sud sempre all’interno di questo Adirondack Park incontrando ancora diversi laghi e qualche piccolo paese dover fermarci a curiosare… in un paesino appena fuori dal parco – mi sfugge il nome – c’era l’immancabile laghetto ed una fiera di tre giorni con tante bancarelle ed un mercato. Andiamo sempre in direzione sud fino ad incontrare la I88. Il panorama è bellissimo tra le colline e le tante caratteristiche fattorie. Ci stiamo avvicinando sempre di più di nuovo alla Pennsylvania: la sera ci troviamo un Best Western a Johnson City… questa è una zona con tre o quattro cittadine tutte quasi attaccate tra loro e la più grande è Binghamton. Ad Endicott c’è il quartiere “Little Italy” che non siamo riusciti a trovare anche perché è sera e si sta facendo buio. In compenso facciamo un’ottima cena in un ristorante Italiano “Il Cacciatore”, poco distante dal nostro albergo.

14 Agosto 2015

Dopo la colazione in albergo, ripartiamo ed andiamo ancora qualche miglio a nord, arrivando nei pressi della cittadina di Ithaca dove andiamo a vedere il “Buttermilk Falls State Park” con le sue belle cascate. Ci facciamo tutto il Gorge Trail che corre parallelo al Buttermilk Creek salendo tra le pareti rocciose per oltre 150 metri. Ci spostiamo in auto di poche miglia per visitare l’altro parco, il “Robert H. Treman State Park”, bellissimo anche questo. Percorriamo ancora un altro sentiero un po’ impegnativo ma la vista sulle cascate ripaga della fatica fatta. Nel primo pomeriggio, dopo questa bella mattinata passata tra sentieri e cascate, facciamo un po’ il nostro “piano di volo”… da qua, cioè da Ithaca, potremmo fare il giro dei “Finger Lakes”, una serie di laghi lunghi e stretti a forma di dita (finger appunto) che ci sono in questa zona tra colline e produttori di vini. Però, ormai è da qualche giorno che girovaghiamo attorno a dei laghi – pur belli che sono stati – quindi, come succede spesso nei nostri viaggi, è ora di spostarci e cambiare ambiente. Andiamo in direzione sud e rientriamo in Pennsylvania, dove percorriamo la US6, bellissima Hwy nel nord della Pennsylvania che attraversa tutto lo Stato da est ad ovest, una strada molto amata dai bikers. Infatti, incontreremo diversi gruppi in sella alle loro bellissime Harley D.; facciamo qualche sosta per curiosare nei piccoli paesini che incontriamo, arriviamo a Mansfield dove pensavamo di fermarci per la notte ma non ci piace molto, così proseguiamo fino a Wellsboro, molto più piccola della precedente ma molto più bella. Facciamo un po’ di fatica a trovare un albergo, non ce ne sono molti ed alcuni sono pieni –oggi è sabato sera – ma alla fine troviamo un bellissimo lodge in centro paese. Dopo cena passeggiamo piacevolmente lungo l’unica via commerciale di questa piccola e deliziosa cittadina, non manca nulla, negozi aperti comunque fino a tardi, ristoranti e gelaterie.

15 Agosto 2015

Dopo la colazione ripartiamo, nei dintorni c’è il “Grand Canyon della Pennsylvania” e noi lo andiamo a vedere. Si trova a circa una decina di miglia a sud-ovest di Wellsboro, percorrendo una piccola strada secondaria. Guidare in Pennsylvania è meraviglioso, su e giù tra le colline fiancheggiate da fattorie, alcune di queste sono veramente da cartolina. Il Canyon della Pennsylvania non c’entra nulla con il “Grand Canyon” dell’Arizona, comunque merita una visita. Ci sono montagne verdissime ricoperte di alberi e giù in basso scorre il fiume – il Pine Creek se non ricordo male -; noi vediamo il Canyon dall’alto, poi percorriamo un sentiero che porta ad un’altra vista sul fiume e ripartiamo…una foto ad una piccola chiesetta rossa solitaria sulla strada e ad un piccolo laghetto con acqua di colore verde. Sembra di essere nelle wetland della Lousiana… Ripassiamo poi da Wellsboro per ritrovare la Hwy6.

Nel pomeriggio andiamo verso sud sulla PA144, giudicata una delle più belle strade panoramiche della Pennsylvania. Inizialmente è bellissima, poi a tratti però si chiude forse un po’ troppo all’interno della foresta, diventando forse un po’ noiosa. Avremmo dovuto incontrare molti cervi – come segnalato dai cartelli sulla strada -, in realtà ne vediamo solo un paio che attraversano la strada. Cambiamo strada e sulla PA120 e PA555 siamo della “Elk State Forest”… in alcune zone ci sono addirittura delle apposite casette costruite per l’avvistamento degli elk… noi ci passiamo un po’ di tempo ma siamo sfortunati e non vediamo nulla. Rimane la consolazione di avere visto un paesaggio straordinario nella deviazione fatta questo pomeriggio. In serata ritroviamo la Hwy6 e nella cittadina di Bradford ci cerchiamo l’albergo… i primi due tentativi sono piuttosto cari come prezzo della camera e tentano di convincerci dicendo che faremo fatica a trovare delle camere questa sera… non vorremmo spendere così tanto in un posto che ci interessa relativamente, solo un posto a fine giornata per dormire… così lo troviamo, un discreto Econolodge ad un prezzo giusto ed in posizione tranquilla, facciamo un giro nel centro di questa cittadina e troviamo un posto per la cena: il “Beefeaters”, un ristorante nei locali di una antica libreria, molto frequentato a quanto pare dalla gente del posto, ottimo locale ed ottima cena.

16 Agosto 2015

A Bradford la cosa principale sembra sia la Zippo, questa grande fabbrica di accendini, a noi non interessa la cosa e quindi ripartiamo, ancora un po’ di Hwy6 verso ovest; ci fermiamo nella graziosa cittadina di Warren per una deliziosa colazione da “Tim Horton”, poi lasciamo la Hwy 6 per l’altrettanto bella e panoramica Hwy62 sud dove, oltre al bel paesaggio che ci circonda –da una parte la foresta e dall’altra il fiume Allegheny- ci fermiamo in alcune graziose cittadine come Tidionte, Tionesta (qui troviamo una specie di fiera/esposizione di auto e moto con tanto di concorso e premi finali) e poi anche la bella cittadina di Franklin. Lasciamo con un po’ di dispiacere la bella Pennsylvania ed entriamo in Ohio. Ad Hobbard c’è il caratteristico diner (che stanno restaurando) poi un po’ più a sud a Lisbon ritroviamo la “Lincoln Highway” che prendiamo in direzione ovest; ad un certo punto con l’intento di seguire un’indicazione di “Old Lincoln Highway” finiamo su un paio di stradine in un paesaggio rurale meraviglioso, fino al piccolo paese di Paris. Peccato essersi lasciati sfuggire più indietro un grazioso motel piuttosto isolato sulla collina, ma non importa perché proseguiamo fino alla città di Canton e il Best Western ci offre ancora una bellissima suite per la notte, mentre la cena questa sera è da “Carrabbas”.

17 Agosto 2015

Colazione in albergo e poi riprendiamo la “Lincoln Highway” dove in alcuni punti sembra di stare sulla “Route 66”, con file di motel ed alcune costruzioni un po’ stravaganti e colorate; svoltiamo in direzione sud ed entriamo nella Amish Country… stando alle informazione che abbiamo, qua tra le contee di Wayne e Holmes sorge la più grande comunità Amish della Nazione. La prima località che incontriamo è Kidron, piccolo e grazioso paesino agricolo dove sembra ci sia un po’ di traffico, ma in realtà si va piano perché incontriamo molti calessi o carretti degli Amish sulla strada; da vedere a Kidron c’è Lehman’s un enorme negozio in un granaio che vende qualsiasi cosa… dopo la bella Kidron, girovaghiamo un po’ per queste stradine secondarie della contea in mezzo alla tranquillità di queste colline e fattorie, a volte incontriamo bambini o ragazzini Amish a piedi o in bicicletta che ci salutano sempre alzando il braccio. Torniamo sulle strade un po’ più battute passando piccole cittadine o villaggi come Wilmot, Walnut Creek, Millersburg, Mt. Hope, Charm e Sugarcreek mentre la più grande e forse un po’ turistica è Berlin. La zona è molto bella, ci sono delle bakery, ristoranti, qualche albergo e delle farm rivolte al turismo – ed in una di queste ci fermiamo a curiosare. La Hershberger’s Farm e Bakery vende di tutto, prodotti da forno, marmellate, ortaggi e gelati, poi ci sono gli animali della fattoria e ci colpisce molto Big Ben un enorme cavallo da tiro di razza belga, veramente impressionante… mai visto un cavallo così grande… Nel pomeriggio lasciamo la bella Amish County e proseguendo ancora su una buona strada panoramica andiamo verso sud e la sera arriviamo a Marietta sul fiume Ohio dove dormiamo la notte.

18 Agosto 2015

Colazione in albergo, questa mattina il tempo non è buono, infatti pioviggina, percorriamo qualche miglio di una strada – la SR26 – indicata tra le più belle dello Stato… vediamo un covered bridge, (dovrebbero essercene altri molto più avanti ma andremmo troppo avanti per poi tornare indietro) intanto smette di piovere e noi torniamo in città; facciamo una passeggiata piacevole per la città di Marietta e lungo il fiume Ohio con attraccato qualche battello a vapore che organizza crociere lungo il fiume…ma molto bello è il quartiere storico, con le strade in acciottolato rosso e molte ville tutte rigorosamente con fuori un simbolo legato alla Nazione…..una bandiera che sventola, la ghirlanda sulla porta o la cassetta della posta dipinta. Lasciamo Marietta e per molte miglia sulla Hwy7 siamo a fianco del grande fiume Ohio, ed ogni tanto facciamo una sosta per apprezzare meglio questo paesaggio e scattare qualche foto, mentre nei pressi della città di Huntington transitiamo un attimo in West Virginia. Poi lasciamo il fiume Ohio ed entriamo dello Stato del Kentucky. Dopo la sosta al Visitor Center restiamo sulla I64 fino alla bella Lexington con i suoi allevamenti di cavalli, non ci fermiamo, l’abbiamo visitata nella primavera dello scorso anno, ma in compenso perdiamo comunque un po’ di tempo per aggirarla visto il traffico dell’ora di punta in uscita dalla città; andiamo a sud sulla Hwy68, il paesaggio in Kentucky è sempre meraviglioso, tutto sempre ben curato, che siano fattorie o abitazioni private (e che ville….), l’erba del prato è sempre tagliata alla perfezione e gli steccati in legno dei recinti sono sempre ben dipinti. Come sempre girovaghiamo un po’ per ammirare ciò che ci circonda e ci fermiamo nella cittadina di Harrodsburg che ha una Main Street molto bella ed anche particolare, illuminata dai raggi del sole che ormai stà tramontando; andiamo avanti ancora un po’ ed a Danville ci troviamo un albergo – un Super8 questa sera – e la cena da “Cheddar’s”.

19 Agosto 2015

La colazione del Super8 non ci ispira molto, così lasciamo perdere, sappiamo che c’è di meglio in città. Oggi sono iniziate le scuole a quanto pare, vedendo il numero di scuolabus che ci sono in giro… massima attenzione quando ci si trova dietro questi simpatici e caratteristici scuolabus gialli, perché si possono fermare in qualsiasi momento sulla strada per la salita o discesa degli alunni… Il bus si illumina con dei lampeggianti, si apre un cartello di stop e ci si deve fermare all’istante nell’attesa che riparta; siamo in downtown Danville e facciamo colazione alla “Burke’s Bakery and Delicatessen”, davvero una istituzione in città come diceva la pubblicità che abbiamo trovato, vista la gente che arriva a fare rifornimento di donut’s ed altri dolci appena sfornati.

Dopo un’ottima colazione, ripartiamo in direzione sud continuando la strada panoramica di ieri; incontriamo ancora alcuni calessi Amish sulla strada, segno che anche da queste parti vivono queste comunità, poi passando per il Cumberland Lake ed il Dale Hollow Lake entriamo nello Stato del Tennessee. La nostra idea era di arrivare a Nashville nel pomeriggio/sera per potere così cenare ed ascoltare della musica country in qualche locale. Nel pomeriggio, mentre stiamo arrivando da est, il cielo su Nashville è di colore nero e si distinguono le strisciate dei fulmini. Sembra ci sia il finimondo… Cerchiamo di aggirare la città verso sud ma ad un certo punto ci si deve fermare sulla Interstate perché piove così tanto che non si vede più nulla sulla strada. Dopo circa una ventina di minuti di sosta ripartiamo, ora piove ad intermittenza, ma di arrivare a Nashville non se ne parla, sono tutti in colonna e ci sono dei floodway su alcune strade, così ci fermiamo a Franklin a circa 15 miglia sud di Nashville dove troviamo un albergo. Cena da “Cracker Barrel”, mentre continua a piovere

20 Agosto 2015

Cielo nuvoloso ma non piove più ed è già una buona notizia… Lasciamo perdere la città di Nashville, che comunque noi già conosciamo. Aveva senso arrivarci ieri sera per passare la serata in qualche locale con la musica dal vivo… di giorno andremmo a vedere cose già viste; nella cittadina di Franklin dove abbiamo dormito questa notte, avevamo comunque previsto di passarci. Questo è stato un luogo di battaglia durante la guerra di secessione… Visitiamo la “Carnton Plantation” che durante la battaglia di Franklin si trasformò in un improvvisato ospedale da campo. Poi ci spostiamo un po’ per vedere la “Carter House” dove sul muro della casa sono ancora visibili i fori delle oltre mille pallottole che l’hanno colpita durante la battaglia. Facciamo ancora due passi sulla Main Street del piccolo e grazioso centro città di Franklin – intanto fortunatamente inizia ad uscire il sole -, che è una piacevole cittadina tranquilla con gente seduta nei vari caffè a fare colazione. Da Franklin prendiamo la Natchez Trace Parkway in direzione sud e quasi subito ci fermiamo per percorrere a piedi un tratto della Old Trace: nel XIX secolo i barcaioli e commercianti del nord, trasportavano le loro merci a bordo di imbarcazioni lungo i fiumi Ohio e Mississippi fino a Natchez, poi intraprendevano il lungo camino di ritorno verso casa a piedi percorrendo questo sentiero anche piuttosto pericoloso perché attraversava le terre dei Choctaw e dei Chickasaw. Altra sosta nel sito dove morì Meriwether Lewis (insieme al suo collega, erano gli esploratori Lewis e Clark che arrivarono con la loro spedizione fino all’Oceano Pacifico). La Natchez Trace Parkway è una sorta di Parco Nazionale, una bella strada panoramica chiusa al traffico commerciale, da percorrere con calma e molto rilassante – il limite è di 45 miglia -; usciamo dalla Parkway ed andiamo ad ovest, una sosta a Savannah per fare benzina e dare una occhiata a questa graziosa cittadina con alcune ville nella parte storica molto belle. Siamo da queste parti perché subito dopo Savannah c’è da visitare lo “Shilo National Military Park” tra i campi di battaglia della guerra di secessione meglio conservati degli Stati Uniti. Facciamo tutto il tour in auto interno al parco, ed il percorso poi termina con una bellissima vista sul fiume Tennessee. Proseguiamo verso ovest dove nel tardo pomeriggio arriviamo a Memphis, troviamo un Best Western che ci regala anche lui l’upgrade della camera, siamo in ottima posizione a soli 10 minuti dal centro città; la serata di Memphis è “Beale Street”, questa strada chiusa al traffico piena di locali e posti per mangiare, giriamo un po’ per curiosare in giro mentre nei locali si inizia a suonare dal vivo. Ceniamo in un ottimo locale dove mangiamo all’aperto nel giardino interno. Ottima cena con “Po’-Boy” del sud e pesce fritto, peccato per la musica dal vivo che in questo locale era un po’ scadente. Per la musica ci siamo rifatti subito dopo cena girovagando nei vari locali fino a trovare uno dei classici “Juke – Joint” dove suonavano del blues fantastico.

21 Agosto 2015

Dopo la colazione il albergo, torniamo a fare un ultimo giro in città. Ci fermiamo al Visitor Center con al suo interno due statue giganti di Elvis Presley e B.B.King, uno sguardo al grande fiume, il Mississippi River… e pensare che io posso ben dire di averlo attraversato a piedi un anno fa’ su nel nord alle sue sorgenti nel Minnesota. Torniamo in Beale Street che si sta risvegliano dopo i bagordi della notte. La musica si sente sempre dagli amplificatori di qualche locale… Andiamo nel locale di B.B. King ancora semi-chiuso, ma comunque ci fanno entrare per visitarlo e fare qualche foto sul palco con gli strumenti…nel locale per la verità ci siamo stati anche ieri sera, ma la musica non era eccezionale; lasciata Beale Street, facciamo visita al “Memphis Cotton Exchange”, l’antica borsa del cotone, perché la città negli anni passati era la capitale del cotone. Lasciamo Memphis sempre con un po’ di dispiacere, anche se l’avevamo già visitata anni fa’, andiamo in direzione sud e subito entriamo nello Stato del Mississippi. Siamo nel Delta e siamo sulla “Blues Highway”. Ci fermiamo al Visitor Center di Tunica, bello, in legno e costruito quasi come un juke joint. Ma ciò che colpisce come scendi dall’auto è l’atmosfera in cui ti trovi, con la musica blues che esce di continuo dagli altoparlanti esterni al Visitor Center… Ci sediamo poi fuori a visionare il materiale appena preso. Penso che su questa panchina in legno sarei potuto restarci tutto il giorno a guardarmi in giro. I campi di mais e di cotone, la Blues Highway lì davanti, il bel caldo umido del sud e la musica Blues nell’aria dagli amplificatori. Fantastico. Dopo avere sognato un po’ ripartiamo sempre a sud…ad un certo punto ci divertiamo un po’ con un piccolo aereo monomotore che gira per buttare qualche sostanza sulle coltivazioni. La cosa divertente è che vola talmente basso che ce lo ritroviamo una volta quasi di fronte ed una volta che vola quasi a fianco a noi. Facciamo una deviazione verso ovest, con un ponte attraversiamo il Mississippi River e siamo ad Helena – Arkansas – …da questa cittadina viene trasmesso il “King Biscuit Time”, il programma Blues radiofonico per eccellenza in America e forse c’è la possibilità di assistere alla diretta; arrivati al Centro Culturale la simpatica signora che ci accoglie ci chiede se vogliamo assistere alla diretta del programma radiofonico, l’orario sapevamo essere quello giusto dalle 12:15 alle 13:00, così ci indirizza in un edificio poco più avanti mentre lei avvisa che stiamo arrivando. Così veniamo accolti e ci sediamo davanti al piccolo studio dove l’anziano conduttore “Sunshine” Sonny Payne stà facendo la diretta del “King Biscuit Time”. Questo programma viene fatto da qua, mentre la radio vera e propria KFFA AM1360 trasmette da un’altra parte della città; la situazione già emozionante così, lo diventa ancora di più quando Sonny Payne ci chiama dentro nelle studio vicino a lui e poi parla di noi in diretta radiofonica. In quel momento l’America che era all’ascolto di questo storico programma ha saputo che c’eravamo anche noi, Moreno e Marina di Milano insieme a lui. Alle 13:00 termina la diretta del programma, facciamo alcune foto ricordo e chiacchieriamo un po’ con Sonny Payne, ricevendo il suo invito a tornare ad ottobre per il Blues Festival, poi ritorniamo al Centro Culturale per visitare il museo e salutare la signora che inizialmente ci ha indirizzati allo studio, e così abbastanza emozionati lasciamo Helena – Arkansas -… questa è la grande accoglienza della belle gente del sud. Rientriamo nello Stato del Mississippi e poco più avanti arriviamo a Clarksdale, subito cerchiamo il “Crossroads” il punto di intersezione tra la Hwy61 e la Hwy49… esiste una leggenda di un chitarrista blues Robert Johnson legata a questo incrocio… in breve: Johnson era un mediocre musicista blues del Delta ed in questo punto si dice che vendette la propria anima al diavolo in cambio del dono di suonare bene la chitarra. Così Robert Johnson diventò uno dei più famosi chitarristi blues di tutti i tempi, ma il diavolo non dimenticò il patto e pretese il saldo di questo debito quando Robert Johnson aveva appena 27 anni; nel punto esatto di questa leggenda ci sono tre chitarre azzurre incrociate, appunto “The Crossroads”. Visitiamo Clarksdale, anche lei come Helena sembra una cittadina piuttosto depressa… comunque andiamo a vedere dei locali blues… qua c’è il “Ground Zero Blues Club” di proprietà dell’attore Morgan Freeman che visitiamo, poi ci sarebbe anche il “Red’s” un caratteristico juke joint che troviamo chiuso. Questi posti non si capisce mai se sono chiusi perché l’apertura è solo serale o sono chiusi definitivamente. Facciamo una sosta nel grazioso “holy holy drug store” per prenderci un gelato e poi ripartiamo sempre sulla Blues Hwy in direzione sud fino a Leland, cittadina con alcuni murales molto belli inerenti al blues, poi arriviamo ad Indianola, città natale di King Of Blues B.B. King; arriviamo al museo ma ormai è tardi ed è chiuso – domani mattina apre piuttosto tardi – quindi facciamo un giro, qualche foto e proseguiamo. Non abbiamo ben capito se B.B.King è sepolto qui, ci viene detto di sì, in una sala del suo museo, ma non troviamo indicazioni. Lui è morto solo da qualche mese. Proseguiamo e per questa notte ci troviamo un albergo a Greenwood.

22 Agosto 2015

La colazione non la facciamo in albergo ed andiamo in una bakery che abbiamo visto ieri sera… ottimi donut’s freschi ed altri dolci, poi facciamo un giro per il centro di Greenwood notando che chiunque ci saluta. Succede spesso questa cosa in America, soprattutto in Provincia, ma da queste parti basta anche solo incrociarsi con lo sguardo anche a distanza che si fa un cenno di saluto. In tarda mattinata lasciamo definitivamente questa Regione del Delta del Mississippi, abbiamo assaporato le sue cittadine come Helena – Arkansas -, Clarksdale, Leland, Indianola e Greenwood, tutte con quest’aria un po’ depressa e di abbandono, ma anche per questo molto affascinanti. Ci vorrebbe più tempo da dedicare a questa zona, oppure venire nei periodi dei vari festival blues e sono molti, ma per questa volta va bene così. Andiamo verso nord, lasciata la Blues Highway, ritroviamo la Natchez Trace Parkway di qualche giorno fa’ e la sosta successiva è la città di Tupelo, città natale di Elvis Presley… a noi per la verità Elvis non interessa molto, ma visto che ci passiamo andiamo a vedere. C’è la piccola casetta dove è nato, la chiesetta di famiglia ed un museo; ripartiamo e quasi subito sempre lungo la Natchez Parkway incontriamo il “Confederate Gravesites”. Vicino alla traccia della Old Trace si trovano le tombe di 13 soldati confederati ingnoti… Andiamo ancora avanti e troviamo il “Tishomingo State Park” nome di un capo indiano Chiskasaw; il parco è immerso nel bosco tra qualche formazione rocciosa, è molto bello e ne approfittiamo per fare una bella passeggiata lungo uno dei sentieri a fianco del Bear Creek – c’è anche un traballante ponte sospeso da attraversare. Ormai anche oggi è quasi sera, sempre percorrendo la Natchezz entriamo in Alabama e nella città di Florence, dove passa il fiume Tennessee, ci troviamo un Quality Inn per la notte, e cena da “Red Lobster”.

23 Agosto 2015

Dopo la colazione in albergo si parte, percorriamo un breve tratto verso est in Alabama e poi risaliamo un po’ a nord nello Stato del Tennessee. Siamo sempre su strade statali e panoramiche evitando il più possibile le Interstate in modo da apprezzare di più il senso del viaggio; da queste parti c’è Lynchburg sito della distilleria “Jack Daniel” che abbiamo visitato in un viaggio precedente, poi sempre sulla Hwy64 incontriamo “The Univ. Of The South”, praticamente una cittadina per quanto è grande. Poi essendo domenica c’è molta gente in visita parenti, da quanto si vede. Percorrendo un itinerario panoramico del Tennessee che abbiamo su una cartina sbuchiamo a Tracy City – poco più di un villaggio – e troviamo la “Duch Maid Bakery” , un fornitissimo negozio, ristorante, cafè e laboratorio dove fanno i dolci; la signora ci porta alcuni assaggi in modo che possiamo fare la scelta giusta, poi ordiniamo le nostre porzioni di torta… dopotutto oggi è il mio compleanno, quindi si festeggia. Proseguiamo in direzione est, attraversiamo alcune vallate e qualche fiume, tutto sempre ben curato da queste parti e ci avviciniamo sempre di più ai monti Appalachi La sera ci fermiamo a dormire nella cittadina di Alcoa, ancora un Quality Inn, nuovo e bellissimo come è costruito. Tutto bianco, sembra una grande dimora inglese; per la cena facciamo una passeggiata a piedi fino alla “Texas Roadhouse”.

24 Agosto 2015

Questa mattina dopo la colazione si riparte, facciamo subito un giro nella vicina e graziosa cittadina di Maryville, poi proseguiamo verso le montagne, ma prima di entrare nelle Great Smoky Mountain c’è una altra zona da visitare: Cades Cove, una valle isolata con i resti di un insediamento del XIX secolo, all’interno si trova un percorso circolare a senso unico di 11 miglia da fare in auto, bici o a piedi, con le varie piazzole per fermarsi; il paesaggio è bellissimo, oltre a visitare antiche chiese e fattorie ci si ritrova in mezzo a boschi e sentieri, il parco è frequentato da cervi –che non vediamo- vediamo cavalli e molti tacchini selvatici, poi restiamo un po’ di tempo a vedere un orso arrampicato su un albero per mangiare. Dopo un bel po’ di attesa lasciamo il nostro orso sempre sull’albero e lasciamo anche questo bellissimo parco, arriviamo a Gatlimburg, cittadina al massimo livello turistico, con motel, fast food, minigolf e tanti divertimenti. Questa è praticamente l’ingresso nord delle Great Smoky Mountain N.P.. Noi questo parco lo abbiamo già visitato, quindi facciamo solo l’attraversamento da nord a sud sulla bella strada panoramica US441, che sbucando nella cittadina e riserva indiana di Cherokee ci porta nello Stato del North Carolina, proseguiamo ancora un po’ fino ad Asheville dove ci troviamo l’albergo per la notte, mentre per cena mangiamo dell’ottima pasta da ”Olive Garden”.

25 Agosto 2015

La cittadina di Asheville è graziosa e particolare, è piacevole passeggiare in centro città, si respira una aria tranquilla e rilassata da queste parti. Poi subito fuori città prendiamo la “Blue Ridge Parkway” questa bellissima strada panoramica anche un po’ impegnativa se vogliamo, che serpeggia tra montagne e fitte foreste; noi questa strada l’abbiamo già incontrata in viaggi precedenti ma è sempre un piacere percorrerne un tratto. Facciamo varie soste per ammirare il paesaggio di queste Apalachian Mountains, poi sosta alle Linville Falls dove una buona passeggiata sui sentieri ci porta a vedere le cascate in diversi punti. Nel pomeriggio lasciamo la Blue Ridge e ci spostiamo più ad est, poi passata la città di Wiston-Salem lasciamo il North Carolina per entrare in Virginia… quasi subito incontriamo la cittadina di Martinsville, importante per noi che seguiamo le gare automobilistiche di Nascar, quindi andiamo a cercare la pista. Una volta arrivati, riusciamo ad intrufolarci a piedi sullo speedway da un cancello aperto, camminiamo sulla pista fino alla curva di questo tracciato ovale per fare le varie foto di rito, poi con calma usciamo mentre il gentile custode, che ha atteso pazientemente che noi ed altre poche persone ci facessimo un giro, chiude il cancello e ci saluta; lasciamo Martinsville soddisfatti per essere entrati anche in questo speedway. Ormai è quasi sera, proseguiamo ancora un po’ verso est e a Danville ci troviamo un albergo, un Super8 questa volta, perché i due tentativi all’ Holiday Inn ed all’Hampton Inn sono stati negativi. Alberghi “full” per una conferenza di domani, mentre la cena la facciamo in un simpatico locale non lontano da nostro albergo. Cena senza troppi rimpianti, ma il locale, il Buffalo Wing, non era male.

26 Agosto 2015

La colazione al Super8 non ci ispira molto, ci penseremo più avanti, comunque l’albergo buono e pulito, così ripartiamo sempre in direzione est sulla Hwy58 e ci fermiamo nella bella e piccola cittadina di Clarksville, con la Main Street – che è la stessa Hwy58 che la attraversa – piena di bandiere Americane appese ai lampioni; facciamo un’ottima colazione al “West Side Deli” seduti fuori all’aperto gustandoci la tranquillità di questo posto… una passeggiata sulla Main Street con un paio di bei negozi classici Americani dove vendono di tutto e poi c’è la parte finale del Lake Gaston. Davvero una bella sosta. Ripartiamo, ancora un po’ di strada ed arriviamo a Norfolk che attraversiamo per andare a prendere il “Chesapeake Bay Bridge e Tunnel”, questo lungo ponte di circa 15 miglia con due tunnel sotto al mare, tra Oceano Atlantico e la Chesapeake Bay, e permette il collegamento con l’altra parte di penisola della Virginia senza per forza fare tutto il giro del Maryland. Prima dell’ingresso al tunnel ci si può fermare, c’è un parcheggio sempre sul ponte dove si può ammirare il paesaggio – si è pur sempre in mezzo al mare -, e volendo c’è anche il ristorante; arrivati dall’altra parte, risaliamo la penisola della Virginia verso nord sull’unica Hwy 13 facendo però qualche deviazione per curiosare i vari paesini che troviamo sia dalla parte dell’Oceano che dalla parte della Chesapeake Bay. Ad Exmore facciamo una sosta per un caffè nel caratteristico “Exmore Diner”, poi un altro piccolo villaggio – di cui purtroppo non ricordo il nome – affacciato sull’Oceano… c’è il porticciolo, un ristorante ed anche un motel – una bettola per la verità – con affisso fuori il numero di telefono da chiamare per effettuare la prenotazione… l’avventura di dormire qua’ per un attimo ci ha tentato, il villaggio è bello, semplice e delizioso, ma poi siamo ripartiti; continuiamo ancora un pochino ed alla sera arriviamo su Chiconteague Island dove ci troviamo l’albergo. Questo è un posto molto turistico con una vasta scelta di alberghi anche molto costosi. Noi ce la caviamo piuttosto bene con un America Best Value ma soprattutto è ciò che piace a noi, cioè con auto parcheggiata davanti alla porta della camera e tutto su un unico piano. Riusciamo a scorgere gli ultimi attimi di un bel tramonto sul piccolo porticciolo, poi andiamo a cercare un ristorante per una cena a base di pesce fritto e crab cake.

27 Agosto 2015

La colazione di questa mattina è ad un baracchino con tavoli all’aperto fronte mare, che sforna ottimi donuts freschi di qualunque tipo e caffè; la giornata è bellissima con cielo blu, facciamo un giro per questo piccolo paesino, poi lasciamo l’albergo ed andiamo in fondo a Chiconteague Island dove passato un ponte, si entra al “Assateague Island National Seashore”. Questa oltre ad essere un’altra isola, è un parco protetto, si paga un ingresso di 8 dollari ma ne vale la pensa. C’è subito il faro da vedere con una breve passeggiata nel bosco, percorso che facciamo quasi correndo per la enorme quantità di zanzare. Poco più avanti ci fermiamo ad ammirare il paesaggio intorno, sembra la savana, ad una certa distanza vediamo i cavalli selvatici caratteristici di questa zona, poi vari tipi di uccelli ed un’aquila dalla testa bianca immobile su un albero. La strada non molto lunga rispetto all’ingresso, termina sul mare, siamo in pieno Oceano Atlantico con una lunghissima ed invitante spiaggia. Facciamo una passeggiata lungo la spiaggia mentre alcuni fanno il bagno e prendono il sole, poi lasciamo definitivamente questa bella sorpresa di Assateague Island e Chiconteague Island, nomi Indiani. Torniamo sulla terra ferma e lasciamo la Virginia per entrare nel Maryland. La città di Salisbury è un po’ troppo grande per i nostri gusti, quindi la attraversiamo senza fermarci ed andiamo a nord-ovest arrivando nella cittadina di Cambridge; questa volta siamo, per così dire, nel mare interno e non più sull’Oceano Atlantico ma nella Chesapeake Bay. A Cambridge ci fermiamo, c’è un piccolo mercatino che visitiamo ed un faro che ora è un museo, risaliamo in auto e prendiamo una della “byways” che ci sono da queste parti; la strada ci porta in direzione ovest attraversando alcuni villaggi come Cornersville, Hudson e Thomas, poi finisce. Noi ne approfittiamo per scattare alcune foto al paesaggio intorno a noi, siamo sulle acque della Chesapeake Bay. Riusciamo a vedere alcuni cervi che girano liberamente anche non lontano dalle abitazioni, segno della grande tranquillità che c’è da queste parti. Torniamo indietro ripassando da Cambridge e continuando verso nord ci fermiamo nel grazioso paesino di Oxford… da qua’ ci sarebbe un “free ferry” in grado di trasportare auto e passeggeri a Bellevue, il paese dall’altra parte di questa piccola baia… bene, il “ferry” lo abbiamo trovato ma non era per niente “free”, anzi, era piuttosto costoso, quindi proseguiamo in auto e la sera siamo nella cittadina di Easton, ottimo e nuovissimo Best Western ed upgrade della camera per noi, poi cena al vicino “Golden Corral” a buffet, poi dopo cena passeggiata in downtown di Easton molto bella in stile inglese, con ristoranti e pub con musica da vivo.

28 Agosto 2015

Questa mattina dopo colazione ripartiamo, è un’altra bellissima giornata con cielo blu, prendiamo ancora una “byways” verso ovest che serpeggia tra paesini e piccole baie, attendiamo anche che un ponte mobile si sollevi per fare passare alcune barche più grandi; la strada termina a Tilghman Island dove volendo c’è un costoso bed and breakfast… Ci fermiamo un po’ in questo posto, non c’è nessuno in giro, solo noi due che ci abbronziamo un po’ per una mezzoretta sulle rive della Chesapeake Bay. Torniamo indietro e ci fermiamo a St. Michael piccola cittadina piuttosto turistica con negozi, ristoranti, un bel porto con ancora ristoranti ed un museo… è piacevole passeggiare in questa piccola cittadina, anche se per la verità noi ci eravamo già passati un’altra volta a St. Michaels; proseguiamo e ci fermiamo a Easton. L’abbiamo vista ieri sera dopo cena e vederla anche di giorno con molta più gente in giro ci appare molto bella. Andiamo ancora verso nord, una piccola brochure che abbiamo in macchina dice di visitare la storica Stevensville e noi ci andiamo. Il paesino è piccolissimo, con alcune case storiche contrassegnate da numeri – perché qua’ ci tengono e danno tutte le spiegazioni- Il centro credo che sia l’unico incrocio tra le due strade interne del paese. C’è la “Peace of cake”….un cartello prima dell’ingresso dice: “la vita è corta, mangia prima una fetta di torta”. Così noi ascoltiamo il consiglio ed entriamo. E’ una pluripremiata bakery –visti gli articoli e le foto appesi alle pareti-, produce torte e dolci di ogni tipo; noi facciamo uno spuntino con due fette di torta giganti fantastiche ed un caffè… Magari un po’ di simpatia in più da parte loro non avrebbe guastato! E’ ora di superare il lungo ponte della Chesapeake Bay sulla US50 e subito dopo c’è Annapolis, capitale dello Stato del Maryland, città bellissima ed antica; ci passiamo un po’ di tempo visitando anche lo State Capital e la lunga via commerciale con negozi e ristoranti che arriva fino alle acque della baia, c’è molta gente in giro.

Lasciamo Annapolis e risaliamo in Interstate direzione ovest Alexandria, c’è abbastanza traffico però ci consola perché invece il traffico in senso opposto è praticamente quasi una colonna unica, tutta gente in uscita da Washington D.C. Ad Alexandria raggiungiamo in nostro Best Western ormai senza l’aiuto della cartina, alloggiamo sempre qua’ quando veniamo a Washington. E’ in posizione strategica e tranquilla nella bella Alexandria ed a sole 5 miglia dalla Capitale che si vede anche guardando lungo il Potomac; la nostra serata ed ultima di questa vacanza è su King Street di Alexandria, sempre molto animata, ceniamo in un ristorante Italiano molto buono e poi passeggiando ascoltiamo ancora un po’ di blues dal vivo da un locale, poi rientriamo in albergo.

29 Agosto 2015

Questa mattina avevamo la prenotazione per la visita allo U.S. Capitol. L’orario assegnatoci era quello delle 09:00, il tempo di arrivare in città ed inoltre richiedevano la presenza per i controlli di sicurezza almeno 45 minuti prima dell’orario di ingresso. Abbiamo quindi lasciato perdere. Ultimo giorno di vacanza… Dopo la colazione lasciamo Alexandria e, imboccata la George Washington Parkway, andiamo verso la Capitale. Subito dopo il “Regan National Airport” facciamo due passi in un parco che si trova sulle rive del fiume Potomac. Davanti a noi vediamo il profilo della Capitale Washington D.C La giornata è bellissima, c’è molta gente in giro, chi passeggia, chi fa jogging, oppure è in giro in bici, e gli aerei che atterrano al “Regan” ti passano di poco sopra la testa. Continuiamo e questa volta arrivati in città andiamo del quartiere di Gergetown; come sempre un po’ di difficoltà per parcheggiare ma ci riusciamo, poi andiamo un po’ in giro, il quartiere è bello ed affollato…bei palazzi, negozi e ristoranti di lusso – c’è anche la Georgetown University – ed infine facciamo una passeggiata lungo il fiume Potomac. Ripartiamo ed almeno un saluto alla Capitale va fatto. Quindi imboccate la Pennsylvania e Costitution Avenue arriviamo allo U.S. Capitol che adesso e per qualche tempo avrà la cupola tutta impacchettata per dei lavori di restauro e quindi il Palazzo del Congresso Americano perde un po’ di bellezza; è ora di lasciare la città e recarsi al “Dulles International Airport” , un saluto ed un bacio alla nostra bellissima Chevy Cruze rossa che ci ha accompagnato e sopportato in queste tre settimane passate insieme ed alle 18:50 il nostro Airbus A380 Air France decolla per riportarci a casa.

Conclusione

E’ stato il nostro 25° viaggio sulle strade di questo straordinario Paese; un viaggio fatto senza una meta particolare restando il più possibile su strade statali evitando le lunghe Interstate, godendo di tutto ciò che incontravamo giorno dopo giorno, ed alla fine sono stati 8.800 km. di grandi emozioni e divertimento; come sempre un grazie agli Stati Uniti ed alla sua gente per queste meravigliose tre settimane passate con loro.

Arrivederci al prossimo viaggio.

Moreno e Marina



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