Honeymoon nel sud ovest degli States

Tour on the road di città e parchi
Scritto da: diegos
honeymoon nel sud ovest degli states
Partenza il: 05/10/2015
Ritorno il: 23/10/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
A ottobre ci sposiamo e decidiamo di fare il tour del sud ovest degli Usa on the road, scegliendo di vedere i siti a noi più congeniali per il viaggio; tutti gli altri forse li faremo un’altra volta. A maggio prenoto i voli con la British da Milano Linate a Los Angeles con scalo a Londra, poi da San Francisco a New York e infine da New York a Milano Malpensa per poco più di 850 euro a testa. Ora prenoto le notti nelle città principali, lasciando le altre notti scoperte per sentirci liberi di circolare senza obblighi di arrivare in un luogo prestabilito. Di seguito faccio l’Esta e poi noleggio un suv di medie dimensioni all’Alamo per 11 giorni, con ritiro a Los Angeles e riconsegna a San Francisco (il suv è consigliato se si vogliono fare dei parchi con fondo sterrato, tipo Monument). Dopo molti mesi di preparativi, ricerche su internet e letture di guide turistiche, finalmente arriva il giorno della partenza.

LUNEDì

Arriviamo a LA che ormai è sera tarda e dopo un po’ di ricerche riusciamo a prendere la navetta che ci accompagna al Super8 Airport Lax. Motel senza troppa gloria ma vicino all’aeroporto e a circa 2 km dall’Alamo, ma dopo un lungo viaggio l’importante è farsi una doccia e andare a dormire.

MARTEDì: Los Angeles

Sarà per l’emozione, ma prima delle 7.30 stiamo già facendo colazione in motel con waffel, muffin, succo di frutta e caffè, più che bene per iniziare la giornata. Ci dirigiamo verso l’Alamo e dopo un po’ di fila e qualche scartoffia, aggiungendo il navigatore, andiamo a sceglierci una Jeep Compass 4×4 che ci terrà compagnia per circa 4000 km. Un po’ di pratica con il cambio automatico e poi via verso Hollywood, dove abbiamo prenotato al Coral Sand per 2 notti. Il motel è abbastanza semplice ma ha il parcheggio gratuito, è vicino alla fermata della metro e a pochi passi da uno Starbucks. Decidiamo di usare la metro e in 2 fermate siamo sulla Walk of Fame. La giriamo per un po’ cercando le stelle che conosciamo. Nel pomeriggio andiamo a fare un giro su un autobus scoperto dove vediamo i luoghi della nascita di alcune star, Beverly Hills, con le sue ville di personaggi famosi e i negozi di lusso lungo Rodeo Drive, Merlose e tanto altro ancora. Nel tardo pomeriggio continuiamo la visita nei dintorni della Walk of Fame, fermandoci al Chinese Theatre, un boccone veloce e ritorniamo al motel stanchi.

MERCOLEDì: Los Angeles

Oggi vogliamo fare le foto all’ Hollywood sign, andiamo in Canyon lake drive 3000 e parcheggiamo vicino al parco per i cani; 2 passi e di foto ne facciamo a bizzeffe senza molti turisti, soli con la scritta. Dopo le foto ci dirigiamo agli Universal Studios, il parcheggio costa 18 dollari, girovaghiamo nei locali e negozi all’esterno dell’entrata, il prezzo spropositivo d’entrata ci scoraggia all’ingresso ma la scritta a pochi passi ci chiama per una foto. Nel pomeriggio visitiamo Venice beach con le lunghe spiagge e gli innumerevoli negozi attaccati alla spiaggia, ma Santa Monica ci aspetta con il suo famoso molo. Una volta arrivati parcheggiamo vicino al pier dove facciamo un giro preliminare per poi passare al centro città con la via pedonale brulicante di persone e negozi. La sera si sta avvicinando e il tramonto sul molo con la ruota panoramica accanto è uno spettacolo da non perdere, troviamo posto per cena al Rusty’s Surf Ranch dove tra un panino al granchio e un fritto di calamari il sole scende totalmente lasciando posto alla notte.

GIOVEDì: Los Angeles-Williams

Cerchiamo di arrivare il più vicino possibile al Grand Canyon, lasciamo LA con le autostrade a 6 corsie, e la corsia per chi viaggia in 2 o più, direzione Williams, una tirata da 640 miglia di auto. Fuori LA imbocchiamo la Route 66, strada a senso unico a 2 corsie, essere lì ti fa catapultare sui miti dei motociclisti e la libertà che essa dona. Arriviamo a Williams e ci accorgiamo che la Route si fa sentire in modo particolare in questo piccolo paese, dove sembra che il tempo si sia fermato agli inizi del 900. Alloggiamo al Travelodge Grand Canyon, motel accogliente, con stanze ampie e parcheggio gratuito (fattore indispensabile nella scelta dei motel), non troppo lontano dal centro. Dopo un giro nel paese, tra un negozio dedicato alla Route e un aperitivo in un pub, ci fermiamo a mangiare per cena al Rod’s Steak House. Carne buona con un insalata e pane all’olio come antipasto che ci ha stupito, servizio cordiale e prezzo nella norma americana, noi lo consigliamo vivamente per la buona qualità, l’insegna del locale è una mucca vicino al marciapiede.

VENERDì: Williams-Page

Colazione in motel con qualche muffin e delle ciambelle dolci con un caffè all’americana e siamo pronti a visitare il nostro primo parco: il Grand Canyon. Arrivati all’ingresso facciamo l’Annual Pass che ci permetterà di risparmiare alla fine del viaggio circa una 40ina di dollari per i parchi. Il costo è di 80 dollari e la si può fare in ogni ingresso dei parchi nazionali con validità di un anno, dopo il terzo -quarto parco la si è già ripagata. Parcheggiamo l’auto vicino al visitor center e impegniamo non molto a capire il funzionamento dei shuffle del parco. Cominciamo a visitare i punti d’osservazione più lontani per poi avvicinarci a quelli più vicini al parcheggio, toccando Mohave point, Yopi point, Yaki point e tanti altri da ognuno dei quali si può ammirare il canyon. Nel parco c’è la possibilità di fare piacevoli passeggiate tra i vari punti d’osservazione e vicino al visitor center ci sono ristoranti dove poter mangiare un boccone. Il canyon nella sua grandezza è stupendo, ma i colori non sono quelli che ci aspettavamo e verso metà pomeriggio decidiamo di partire, direzione Page. Poco dopo l’uscita ci sono molti altri punti di osservazione dove in qualcuno ci siamo fermati per qualche foto, ma il più bello è Desert View, una torre vicino allo strapiombo sul canyon e il Colorado. La sera si sta avvicinando e il Rodeway Inn di Page è ancora lontano (l’ultima camera a disposizione in tutta la città!), arriviamo che l’ora di cena è da poco superata, si mangia un boccone e poi a letto stremati. A Page è consigliabile prenotare per il facile tutto esaurito degli hotel a causa della vicinanza del lago Powell e dell’Antelope.

SABATO: Page-Bluff

Oggi vogliamo essere ambiziosi: vogliamo visitare l’Antilope Canyon e nel pomeriggio la Monument Valley. Prima di visitare il primo facciamo un salto al Horseshoe Bend, poco lontano dal paese; lo spettacolo è strepitoso e l’ansa del fiume è da far rimanere senza fiato, per arrivarci ci vogliono 10 minuti di camminata ma li valgono tutti. Ora ci aspetta l’Antelope, tentiamo la fortuna andando al Lower (che dicono di essere più bello dell’Upper) senza prenotazione, l’entrata è di 28 dollari a testa parcheggio incluso, scegliamo la Lower Antelope Canyon tour per la visita che è obbligatoria con la guida navajo. Incontriamo una coppia di Torino, conosciuta la sera prima, con la quale facciamo il tour delle 10.20…spettacolare! Le forme, i colori e le emozioni sono da togliere il fiato, si passa attraverso stretti cunicoli e qualche scala non troppo difficile da fare; a fine del viaggio sarà uno dei parchi più belli. Finiamo la visita verso le 12.30 e torniamo in paese a far scorta di acqua e mangiar un boccone veloce per poi volare alla Monument. L’ingresso è di 20 dollari e l’orologio segna un ora in più dell’Arizona e iniziamo subito il tour della valle. Il suv fa bene il suo lavoro e lo spettacolo che ci si presenta davanti dopo ogni curva è stupendo! Tutti i film western che da piccolo ho visto sono lì…è incredibile. Per fare foto ci sono molte piazzole dalle quali si può ammirare il contrasto delle rocce e del cielo e anche qualche bancarella dei navajo dove poter acquistare piccoli prodotti di artigianato. Il tramonto si sta avvicinando, un salto al visitor center per un souvenir e ancora in auto verso il motel. Dopo qualche miglio di strada, direzione Bluff, si trova il Forrest Gump Point…le foto di rito sono d’obbligo. Con rammarico partiamo in direzione di Bluff dove il Desert Rose Inn ci ospiterà; un hotel bello, tenuto bene, pulito in stile alpino, fatta completamente con tronchi d’abete, la consigliamo. La sera è inoltrata e il ristorante dell’hotel è il luogo più vicino…servizio lungo da stancare ma il cibo è spettacolare!

DOMENICA: Bluff-Moab

Per colazione andiamo al Twin Rocks Cafè, a fine paese e ai piedi dei camini di fata, molto suggestivo. Mangiamo i pan cake con sciroppo d’acero e un caffè in una bella caffetteria in stile americano, dove volendo anche comprare qualche souvenir nel negozio adiacente. Dobbiamo tornare indietro per vedere il GooseNecks State, 3 anse una attaccata all’altra, godendoci il panorama una decina di minuti, e poi via verso la Valley of Gods poco più avanti. Sconsigliata se c’è rischio di temporale, è una piccola Monument con un percorso sterrato un po’ più impegnativo di circa 30 miglia. Incontriamo si e no una decina di auto in tutto, da fare sicuramente per godersi in pace un altro scorcio di west. Proseguiamo il viaggio verso Moab, ripassando per Bluff, dove andremo a vedere l’Arches N.P., l’ingresso è compreso nell’Annual pass. Arrivati in paese ci dirigiamo verso il Bowen Motel (in centro, modesta come sistemazione, senza grandi pretese, camera spaziosa e pulita), purtroppo la stanza non è ancora pronta e optiamo per la visita del parco. Calcolate almeno 3 ore per la visita, tra i molti punti di osservazione quello di Devil’s Garden è sicuramente quello di maggior interesse per la quantità maggiore di archi. Non abbiamo visto molti archi, forse 10-15 su 2000 circa, ma le immagini del Delicate Arch, del Sand Dune, del Skyline e del Landscape sono ancora vive nei nostri ricordi. Per raggiungerli c’è da camminare, ma la fatica vale lo spettacolo.Il tramonto è vicino e torniamo in paese per una visita prima di cena; i locali sono molti e le file per entrare sono quasi ovunque. Proviamo al The Spoke Oncenter, sulla via principale, c’è ancora qualche tavolino libero e ne approfittiamo, niente particolarità ma si è mangiato bene con un servizio cordiale e veloce. Lo stile assomiglia tra un fast food e un pub, le pareti tappezzate di foto e disposto su 2 piani, piacevole. Prezzi nella media.

LUNEDì: Moab-Cedar City

A fianco del motel si trova il Love Muffin Cafè, dove la nostra colazione è formata da 3 muffin, strepitosi; uno basterebbe per le dimensioni, ma la loro bontà ti porta a provarne un altro. Imbocchiamo la E191 verso Thompson e poi la E70 verso Salina e a circa metà strada svoltiamo sulla E72, strada poco frequentata, con paesaggi quasi incontaminati e piccoli borghi di case e paesi come Koosharem e Antimony. Durante il tragitto abbiamo avuto la fortuna di trovare un mega gregge di pecore e poco dopo una mandria di mucche, di più non era possibile trovare! Finalmente arriviamo a Bryce Canyon City, dove vista l’ora, mangiamo un boccone prima di entrare al parco. La visita del parco è stupefacente: tra pinnacoli, canyon, valli e foreste; si passa dal rosso al giallo, dal verde all’ocra, si rimane estasiati al Bryce Canyon point. e poi sul’Ispiration point…Ci fermiamo ad ammirare i vari punti d’osservazione tra cui il Sunset point, l’Agua canyon, al Natural Bridge fino ad arrivare al Rainbow point con il suo belvedere. All’uscita ci dirigiamo verso Cedar City (passando per il Red Canyon e poi Panguitch) dove alloggeremo all’ Abbey Inn; camere spaziose e pulite. Per cena scegliamo di andare da Sonny bbq dove l’affumicatoio all’entrata ci fa capire quali siano i piatti da provare. L’ambiente è spartano ma accogliente, prendiamo la porzione mista per 2 e non ce ne pentiamo, anzi…la carne è tenerissima con una bella spennellata di salsa bbq.

MARTEDì: Cedar City-Las

Vegas Imbocchiamo la I15 verso Las Vegas, attraversando distese di rocce e montagne, cespugli e deserto, Utah e Nevada, il nulla e il caos totale della meta. Arrivati in città entriamo al banco di pegni più famoso di LV con i banconi visti molte volte in tv. E’ l’ora di un po’ di shopping al Las Vegas North Premiun Outlet, uno dei più famosi della città e una volta dentro ci si può perdere la cognizione del tempo…ma la città ci attende. Al Tuscany Casinò alloggiamo in una stanza che per dimensione assomiglia ad una suite. La Strip non è molto lontana e si comincia dal Paris Paris e a ruota il Coca Cola store, M&M’s store, New York New York, Cosmopolitan, Aria, Montecarlo, Bellagio, Cesar, Venetian e Flamingo. Tutti gli hotel hanno il casinò, quelli più grandi hanno veri e propri centri commerciali al loro interno, con boutique, ristoranti, locali, pub e altro ancora, nel Venetian c’è perfino il canale con le gondole! Di sera ci siamo fermati al Bellagio per vedere lo spettacolo delle fontane…abbiamo aspettato anche quello dopo! Si possono vedere vari spettacoli nei teatri degli hotel, compreso anche il Cinque du Soleil, rivolgendosi ai vari botteghini lungo la via. I prezzi di qualsiasi cosa sono molto più alti di altre città, qui l’importante è spendere. La sera è ben inoltrata e la stanchezza si fa sentire, decidendo di ritornare in hotel.

MERCOLEDì: Las Vegas-Tonopah

Salutiamo Las Vegas con i suoi hotel da favola per la prossima tappa: la Death Valley. Il deserto è perenne da queste parti e una volta arrivati all’ingresso del parco non c’è nessuno che controlli il pass. Iniziamo con Zabriskie point dove le rocce sono erose dal vento e il caldo si sta già facendo sentire. A Fornace Creek mangiamo un boccone e dopo un giro veloce ci dirigiamo verso nord per fermarci in una miniera dismessa, ma il termometro segna 42° e il condizionatore dell’auto non riesce a raffrescare l’abitacolo. In auto continuiamo ancora per parecchie miglia, per poi scegliere la strada verso Scotty’s Castle dove facciamo una visita a questo palazzo in stile hacienda spagnola. Per stasera abbiamo prenotato al Best Western di Tonopah, cittadina mineraria, alle porte dello Yosemite, nulla di sensazionale dove la moquette la faceva da padrona. Visitando il paese notiamo un locale: il Tonopah Brewing Company, lo vogliamo provare e le aspettative sono ripagate a cena; assaggiamo 2 piatti di carne accompagnati da birra artigianale fatta nello stabile…ottima cena, locale semplice e accogliente e titolari simpatici, consigliamo vivamente se passate da qua.

GIOVEDì: Tonopah-Mariposa

Oggi vogliamo visitare lo Yosemite passando da Tioga Pass, l’attraversamento in quota del parco. Appena partiti le nuvole sono minacciose in cielo, preghiamo che passino ma una volta arrivati nei pressi del parco inizia a piovere e non smette per parecchie ore, all’ingresso la temperatura è di 4°c. Per almeno un ora e mezza visitiamo senza scendere dall’auto, ma all’improvviso la pioggia smette e ne approfittiamo per fermarci ai belvedere per qualche foto e far un incontro, dalla distanza, con un orso. Cerchiamo di arrivare al visitor center per pranzo, sperando di fare una passeggiata nel parco con la complicità del sole che sta uscendo dalle nuvole, ma a valle un incendio controllato c’ha impedito di farlo a causa dell’intenso fumo. Optiamo per uscire dal parco, vista anche la somiglianza alle nostre bellissime Dolomiti, dirigendoci verso Mariposa dove abbiamo prenotato al Mariposa Lodge, ben curato a gestione familiare e camere ampie. Visitiamo un po’ il centro del paese in stile western, con il museo dedicato alla corsa all’oro; per sera andiamo al Charles Street Dinner House. Il locale è rimasto come nell’800 e pura la titolare che ci accoglie è vestita con abiti dell’epoca, ci accompagna al tavolo e inizia a spiegarci i piatti del menù e quelli del giorno con un sorriso che contagia. Prendiamo 2 piatti diversi di carne con contorni per poi dividerceli…tutto molto buono con la carne gustosa e tenera, le porzioni sono abbondanti e la spesa è tra i 60-70 dollari. Consigliamo vivamente di fermarsi in questo ristorante per cena.

VENERDì: Mariposa-San Francisco

Dobbiamo arrivare a San Francisco per consegnare l’auto all’Alamo, dopo molti giorni intensi; arriviamo in città passando dal Bay Bridge, pagando il pedaggio per attraversarlo, dirigendoci al hotel Mosser dove rimarremmo 3 notti. L’hotel è vicino a Market street, la via principale, ad Union Square e alla fermata di varie linee di autobus e a quella del Cable; la stanza piccola, quasi angusta, con vista su muro in mattoni e di notte i camion passano frequentemente. A san Francisco il vento è quasi perenne a volte fastidioso, lungo le stradali ubriachi e i barboni sono ovunque e non danno nessun fastidio, ogni tanto si sente per strada un odore particolare di “rosmarino”…è normale. Iniziamo a visitare la città dal Golden Gate park facendone solo una parte, vista la sua vastità, notando che è pieno di persone: famiglie, bambini che giocano, giovani e anziani. Uscendo in direzione Oak street notiamo un folto gruppo di “persone” che fumavano erba senza problemi, infatti qui è legale. Camminiamo fino all’hotel, lungo la Market street ammirando locali, monumenti, negozi, il su e giù delle strade tipico di San Francisco e il tramonto che si insinua tra i palazzi e le vie. Di sera evitare certa zone della città per rimanere più tranquilli, come Tenderlon.

SABATO: San Francisco

Il cielo non promette bene, speriamo migliori… andiamo al Fischerman’s Wharf passando per China town, notando che non è molto diversa da quella di altre città, a noi non è piaciuta per niente… sporcizia ovunque e odori sgradevoli! Camminando per le vie si notano scorci suggestivi, come quello che ci porta in Lombard street (salita impegnativa, ma ripagante)una via a zig zag con aiuole piene di ortensie, da non perdere. Proseguiamo verso il mare e i Pier, arriviamo al Fischerman con i suoi locali, negozi, ristoranti e attrazioni. Andiamo al famoso Pier 39, il molo è variopinto dei locali di souvenir e ristoranti, i turisti non sono molti per ora e riusciamo a godercelo con calma, 2 passi ancora e le otarie sono spiaggiate sulle piattaforme in mare. Proviamo il famoso panino al granchio e la zuppa di granchio all’interno del pane da Boudin. Nel pomeriggio abbiamo la visita ad Alcatraz, che durerà complessivamente circa 3 ore, si salpa dal Pier 33; con l’Alctraz Cruiser, l’unica compagnia che ferma sull’isola e i biglietti vanno prenotati sul sito alcatrazislandtickets.com a partire da 90 giorni prima della visita. Una volta sull’isola si entra nel mito, essere lì ad ammirare le celle di massima sicurezza, la mensa, il cortile, i corridoi e sentire il racconto delle vicissitudini successe tra quelle mura fa venire i brividi mentre l’esperienza vissuta ti fa sentire piccolo a confronto del mito di Alcatraz. Con calma ci dirigiamo verso il Ferry Building e da lì verso l’hotel, con il sole ormai già sceso da tempo.

DOMENICA: San Francisco

Dopo colazione alla Starbucks ci incamminiamo verso i Pier e da li a Fort Mason, dove incontriamo molte persone a fare jogging… ma quante persone atletiche! Andiamo avanti dove a Marina scopriamo che si sta correndo la 1/2 maratona femminile e un esercito di atleti sono nel parco mentre altrettanti stanno ancora correndo verso il traguardo. A fatica riusciamo ad uscire da quella bolgia e raggiungiamo il Place of Fine Arts, piccolo parco con strutture in stile classico. Lasciamo la zona molto affollata per andar a visitare la vecchia fabbrica Ghirardelli, dove è avvenuta una bellissima riqualificazione urbana con negozi, locali e appartamenti, ma c’è anche uno shop Ghirardelli con bar. Entriamo per vedere la lavorazione del cioccolato consumare una coppa di gelato al cioccolato, troppo golosa per non apprezzarla. A pochi passi c’è la stazione del cable e la fila quasi inesistente… ne approfittiamo per fare un giro fino a Powell Street. Il biglietto costa 7 dollari per persona e una volta saliti ci accomodiamo in fondo dove si sistema uno dei macchinisti, ammirando lui azionare la leva e il mare dal cable. Ci divertiamo come matti tra i vari su e giù delle strade, la varie fermate, i saluti dei turisti ai bordi delle strade e all’incontro dei cable del senso opposto, speriamo che il tragitto duri ancora molto ma la fine della linea è vicina. Entusiasti come bambini vogliamo raggiungere il Golden Gate, ma la distanza è notevole per farla a piedi e optiamo per il bus prendendo prima il 38 fino a Park Presidio e poi la 28. Arrivati notiamo che c’è un visitor center con negozio di souvenir, 2 bar, piazzale con parcheggio e più punti di belvedere, gli americani…; per l’intenso traffico il ponte balla un po’ ma l’entusiasmo di essere lì con la baia da un lato e l’oceano dall’altro ci emoziona non poco. Con calma raggiungiamo l’hotel grazie al bus e a un camminata, ripensiamo a tutti i luoghi che abbiamo visto e le esperienze fatte in questo viaggio giunto quasi al termine.

LUNEDì: San Francisco-New York

Trascorriamo qualche ora camminando per Soma e qualche negozio in Market Street in cerca dell’ultimo acquisto, per mezzo giorno siamo in aeroporto per trasferirci, a malincuore, verso l’ultima tappa del nostro viaggio… New York, dove amici ci ospiteranno per 3 notti. Tra la durata del viaggio e il fuso orario all’arrivo è già notte inoltrata.

MARTEDì, MERCOLEDì, GIOVEDì: New York

A NY c’eravamo già stati 2 anni prima, quindi le cose che dobbiamo ancora vedere non sono molte, concentrandoci sul museo del memoriale 9/11, la Statua della Libertà, Ellis Island, la biblioteca comunale e il top of the Rock, oltre a rivedere luoghi a noi più cari. Trascorriamo questi giorni anche in compagnia dei nostri amici, facendoci trascorrere momenti piacevoli.



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