USA: da Atlanta a New York City

Viaggio negli States fai da te affascinante ed entusiasmante
Scritto da: Tammy Baldoni
usa: da atlanta a new york city
Partenza il: 09/06/2014
Ritorno il: 24/06/2014
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €
Il nostro primo viaggio negli USA è stato affascinante ed entusiasmante. Abbiamo fatto un tour fai da te, senza nessun problema, da Atlanta, percorrendo tutta la costa atlantica fino a New York City. La nostra famiglia è composta da due adulti e una ragazza di 14 anni. Il viaggio è durato 17 giorni.

09.06

Partiti da Milano per Atlanta con un volo della Delta Airlines, all’arrivo, dopo i soliti controlli e il ritiro valigie ci dirigiamo a recuperare l’auto a noleggio, a scelta tra 3 enormi SUV, scegliamo una Chevrolet. Fuori dall’aeroporto accendiamo il ns tomtom americano e, amara sorpresa, scopriamo che per un problema tecnico, ci ha piantato in asso ancora prima di partire! Terrore e delirio! Senza cartine della città, sapendo solo di essere nel bel mezzo di una strada cittadina a 12 corsie nell’ora di punta! Con un po’ di buon senso e l’aiuto del wi-fi del McDonald riusciamo a portarci più o meno in zona albergo, prenotato con booking.com dall’Italia, che troveremo solo grazie all’aiuto di tre gentili commessi di un distributore. In serata usciamo un’oretta per dare uno sguardo alla città, caldissima, con colorati ed enormi grattacieli e, tutto sommato, più tranquilla di quanto ci attendevamo. Il viaggio si fa però sentire e torniamo presto al motel, ci addormentiamo non prima di aver prenotato (come faremo poi tutti i giorni) con booking.com l’hotel per il giorno successivo.

10.06

Dopo l’ottima prima colazione Americana in un centro commerciale ad Atlanta decidiamo di risolvere alla radice il problema del navigatore acquistando (non proprio a buon mercato) una Sim card americana che si rileverà risolutiva oltre che per la guida anche per la prenotazione di tutti pernottamenti. Visitiamo Atlanta e il Martin Luther King Center, sito storico esteso diversi isolati, dagli enormi grattacieli ci si infila nella strada che porta al MLK Center che sembra riportarti agli anni 60, conservata (non sempre perfettamente) come allora. Nel pomeriggio ci accingiamo al trasferimento più lungo della vacanza, 250miglia in 4 ore, dal caldo continentale di Atlanta al caldo tropicale della costa Atlantica presso Savannah

11.06

Visitiamo la bellissima Savannah con le sue infinite piazze e il verde e la tranquillità della cittadina di provincia, sembra una nobile decaduta. Tutta la città è un giardino verde, con scoiattoli che ti guardano incuriositi ogni volta che ti siedi su una delle infinite panchine (tra le tante c’è anche quella di Forrest Gump!). Nel pomeriggio ci dirigiamo a Teebe Island, un po’ fuori città, ma assolutamente da non perdere, acqua caldissima e trasparente, ci tratteniamo fino all’imbrunire per dirigerci verso Charleston (100miglia).

12.06

Visitiamo in mattinata Charleston, romantica cittadina ottocentesca con case colorate, il lungomare dall’architettura coloniale e gli antichi mercati del cotone, dove ora si trovano bancherelle piene di souvenir. Temperatura tropicale, ci dirigiamo alla spiaggia di Sullivan Island, superabbronzatura, acqua bellissima e sabbia fine, dalla riva vediamo anche i delfini. Sulla spiaggia troviamo degli stranissimi animali marini morti, piuttosto spaventosi al vedersi, sembrano antichi animali preistorici, simili alle trilobiti, in realtà sono limuli, animali della famiglia dei ragni completamente innocui che vivono sulle coste atlantiche dell’America e che vengono usati in medicina. Pranzo in un locale carino dietro la spiaggia, ½ pollo buonissimo e patatine fritte. Un po’ controvoglia partiamo attraversando Myrtle Beach, la cittadina è a dir poco “originale”, sembra un grande luna park all’aperto con giochi e negozi sfavillanti all’eccesso, così come la “fauna” che popola la cittadina è piuttosto originale, frotte di giovanissimi confusionari e agghindati all’eccesso. Fuggiamo verso North Myrtle beach (un po’ più sobria ma sempre molto turistica) per il pernottamento (115miglia).

13.06

Partiamo verso Wilmington per tentarne la visita ma un temporale lunghissimo ce la fa solo abbozzare, decidiamo di tentare miglior fortuna con la spiaggia di TopSail Island più a nord, meravigliosa spiaggia di sabbia bianca ma dopo un paio d’ore il temporale ci raggiunge anche qui, sconsolati ci dirigiamo verso Jacksonville (cittadina insignificante) per il pernottamento (60miglia).

14.06

Partiamo presto direzione Morehead city, visitiamo Fort Macon (che ebbe un ruolo importante nella guerra civile americana), tentiamo di andare al mare vicino al forte ma la zona non è balneabile, andiamo così in direzione ovest verso Atlantic beach. Spiaggia immensa, con bellissime onde frequentata da turisti locali. Nel tardo pomeriggio ci spostiamo a Beaufort, tranquilla e carina cittadina di mare, pulita ed ordinata, con un centro storico grazioso, frequentato da turisti incuriositi che osservano come i pescatori locali puliscono gli enormi pesci presi con la pesca d’altura. Ripartiamo per dormire ad Havelock (60miglia).

15.06

Da Havelock partiamo presto per poter prendere il traghetto (prenotato on line la sera prima per 15$ totali) di Cedar Island riuscendo ad anticipare la partenza alle 10. Con 2h15min di viaggio siamo a Ocrakote Island, deliziosa e tranquilla isola dove pranziamo al locale “dei pirati”, bella vista e buon pesce. Visitiamo il faro locale e poi spiagge bianchissime e selvagge, vediamo i pony mustang, ripartiamo per Hatteras (con altro traghetto gratuito, 1h di viaggio), isola incantevole e selvaggia. Arriviamo alla ns destinazione (ottimo motel di Buxton) ma manchiamo l’orario di apertura dei ristoranti (le 21 è notte fonda per i locali!) così optiamo per cena romantica con popcorn e schifezze varie sotto il faro del luogo, al buio assoluto sotto una incredibile stellata, lucciole a non finire e il canto dei grilli (occhio ai piccoli mosquitos però) (80miglia traghetto escluso).

16.06

Corsetta mattutina nella tranquillità di Buxton fino al faro, colazione ottima al Diamond (di fronte al motel) e ritorniamo allo stesso faro per la scalata (248 gradini), il resto della giornata è dedicato alle varie spiagge delle Outer Banks. Nel pomeriggio visitiamo il faro di Bodie Island e la spiaggia attigua, meravigliosa per la naturalezza e incredibilmente attrezzatissima (addirittura con possibilità di fare la doccia!). Ripartiamo a malincuore per Chesapeake (130miglia) in direzione Washington per il pernottamento, forse le Outer Banks meritavano qualche giorno in più….

17.06

Visita del triangolo federale nel centro di Washington dopo aver parcheggiato in periferia (con un ignoto sistema di pagamento) e aver preso la metro. Temperatura tropicale (37°) e pochi alberi per ristorarsi, la maestosità e il fascino dei monumenti però ripagano la fatica di km a piedi sotto il sole cocente, la White House è visitabile solo con un prenotazione di tre mesi, la sua vista però è, anche da lontano, ugualmente affascinante. Il monumento a Washington apre sul Lincoln Memorial Reflecting Pool, intorno ad essa i memoriali toccanti della seconda Guerra mondiale, della guerra di Corea e, più impressionante di tutti, quello della guerra del Vietnam, una infinita lista di nomi dei ragazzi caduti (75.000) su un marmo nero. Riusciamo a noleggiare solo due bici (per la terza il sistema automatico ci ha sputato indietro la VISA) per arrivare fino al Franklin Delano Roosevelt Memorial. Vistiamo gratuitamente lo Smithsonian National Museum of Natural Histor e National Air and Space Museum (interessante) con esposto l’Apollo 11 e i missili SS20 e Pershing della Guerra Fredda, nella via del ritorno non potevamo perderci la sede della mitica F.B.I. La lunga camminata sotto il sole cocente ci ha distrutti, ci concediamo un paio di pizze (non malaccio) in un locale all’aperto nel centro dedicato a Reagan e facciamo ritorno via metro all’auto, prossima destinazione l’ennesimo motel (prenotato il giorno precedente) nel quartiere Lahanam a ovest dove pernottiamo (200miglia).

18-19.06

Decidiamo all’ultimo di fare ancora mare e ripartiamo per Rehoboth Beach, località balneare della capitale a più di due ore direzione ovest, nel Delaware. Per strada scorrono paesini ordinati, casette di legno, fattorie e prati tagliati alla perfezione, grandi distese coltivate. Rehoboth Beach è molto commerciale, già prima di arrivare sfilano una serie di outlets nella quale sostiamo in cerca di buoni affari. Nel pomeriggio ci avventuriamo in una spiaggia un po’ defilata, notando una certa difficoltà di parcheggio (scopriremo amaramente come sia difficile la vita degli automobilisti in questa cittadina…), la spiaggia é tranquilla e il mare inizia ad avere temperature piuttosto fresche. Alla sera ritorniamo verso la zona commerciale per pernottare (motel carino, nuovo e pulito) e concederci, dopo tanti hamburger e french fries, un filetto di manzo come si deve e dei ravioli alle verdure, il costo non è quello di un hamburger ma ci voleva.

Il giorno dopo studiamo il complicato sistema di parcheggi della cittadina, acquistato il pass giornaliero scegliamo la spiaggia nella zona del centro, piuttosto affollata e con un lungomare frequentato da giovani e famiglie. Al ritorno all’auto troviamo la sgradita sorpresa di una multa per divieto di sosta (nonostante il pass giornaliero) per infrazione di una regola davvero poco chiara sulla colorazione dei marciapiedi. Pagata la multa ripartiamo per la tappa intermedia a 100km da NY, Trenton, cittadina anonima e motel forse peggio (150miglia).

20.06

Decidiamo all’ultimo minuto di avventurarci in auto fin dentro Manhattan per riconsegnare lì (anziché al JFK Airport risparmiando così il costo del taxi) la ns Chevrolet (che alla fine segnerà 1650Miglia percorse) il traffico è sostenuto ma tutto sommato più affrontabile di quello che si può trovare a Milano o Roma. Passiamo dall’Hotel per depositare le valigie e riportiamo l’auto alla Alamo, da ora in poi si procederà a piedi o con metro. Decidiamo di dirigerci verso Central Park in cerca del memorial a John Lennon (è inspiegabile come non siamo riusciti a trovarlo), la passeggiata nel parco ci dà un po’ di relax dopo il primo impatto con il caos della grande mela. Senza premeditazione di dirigiamo verso Time Square dove il carosello di luci, immagini, disegni e colori è inebriante, così come lo sono i mille personaggi che vi girano intorno, dai cow-boys/girls in mutande ai venditori di tour organizzati e noleggiatori di bici. Dall’Italia on-line avevamo acquistato il NY City Pass e la nostra prima visita programmata è al museo della scienza con immersione nel planetarium che offre un bellissimo spettacolo sull’origine dell’universo. Rientrati in hotel (molto più costoso rispetto ai prezzi e servizi dei precedenti) per rinfrescarci ritorniamo nella bolgia cittadina per arrampicarci verso il tramonto sul Top of the Rock. La salita è un flash e dalla cima assistiamo al “cambio d’abito” di NY, dal frenetico giorno alle mille luci della notte newyorkese. Durante il rientro realizziamo che il ns hotel è davvero in un’ottima posizione, a due passi da Time Square.

21.06

La giornata inizia, dopo colazione American-style di fianco all’hotel, alla grande: passeggiata sopraelevata che si snoda da HELL’S KITCHEN verso sud, attraverso il West Village (Apple Store) e Tribeca (dove incontriamo un carina festa di quartiere con annesso mercatino e avvincente partita di basket femminile U16) arriviamo fino a Little Italy (dove francamente pare che di italiano ci siano solo i nomi dei locali). La nostalgia (e la fame) ci fa scegliere una pizzeria dai prezzi piuttosto sostenuti ma, tutto sommato, ottima. Attiguo a Little Italy c’è Chinatown ma il caos e l’atmosfera asfissiante ci fa desistere dal procedere, il ricordo va vagamente alle atmosfere di Blade Runner (nonostante fosse giorno e non piovesse!), optiamo per utilizzare (non senza qualche difficoltà per i biglietti e per decifrare il reticolo delle linee) la metro e ritornare verso la zona centrale per la visita al Moma. Distrutti dai km ci concediamo una frugale cena in uno dei mille fast food e facciamo ritorno in Hotel.

22.06

Mattinata dedicata allo shopping, visitiamo lo B&H, il più grande shop di elettronica che io abbia mai visto (e nemmeno lontanamente immaginato). Via metro andiamo al memorial 9/11, davvero impressionante. Impressionate anche lontanamente immaginare cosa può essere successo quel giorno in quello stretto pezzo di città. Ritornati verso l’hotel ci imbarchiamo al tramonto per il tour in traghetto intorno all’isola di Manhattan, passando davanti alla Statua della Libertà e a Staten Island navighiamo fino al lato est di Manhattan, sotto il ponte di Brooklyn e di fronte al Queens mentre NY si accende per la notte con i suoi mille colori.

23.06

Dopo due giorni intensi decidiamo di rilassarci un po’ concedendoci mezza giornata di relax al Central Park e nei centri commerciali del centro. Nel pomeriggio vistiamo l’ultimo dei musei che avevamo in programma, il Metropolitan, enorme e multi tematico sulle arti, visto il tempo a disposizione decidiamo di visitare solo i padiglioni che ci interessavano. Proseguiamo il tour ad alta quota salendo al tramonto sull’Empire State Building, bella la visuale ma ardua la salita: file significative per biglietti e ascensori, deck all’ultimo piano un po’ troppo affollato, al punto da diventare improbo cercare qualche buon scatto da conservare. Altrettanto affollata la discesa, molto meglio qualche sera prima il Top of the Rock!

24.06

Ultimo giorno dedicato al relax a Central Park e allo shopping dell’ultimo minuto, c’è pure spazio per qualche foto a Totti e Ilary “pizzicati” al Central Park. Lasciamo l’hotel che ci fa un regalo: anziché in taxi ci accompagnano al JFK in limousine, d’obbligo qualche scatto da “vip”! Alle 4 del pomeriggio attraversare NY fino al JFK non si rivelerà cosa da poco: ci impieghiamo quasi 2h! Finisce con un volo Alitalia in orario e perfetto questa vacanza da sogno indimenticabile alla scoperta di un Paese immenso.

Nonostante i km percorsi un clima di relax ci ha accompagnato per tutto il percorso con la consapevolezza di aver vissuto un’avventura indimenticabile.



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